#Cartas Celestes
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mostro-rotto · 2 years ago
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Non sono che carta. Fragile e sottile. Se mi tieni contro sole, esso risplenderà attraverso di me. Mi scrivono sopra e non mi si può riutilizzare. Ognuno di questi graffi è una storia
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papapupi · 5 months ago
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*FELIZ DÍA DEL IDIOMA ESPAÑOL*
‼️‼️‼️‼️‼️‼️‼️
Para los amantes de la lectura y de la buena gramática😃
*Humor intelectual:*
- ¿Por qué vas tan elegante a la universidad?
- Porque tengo clase.
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- Quisiera comprar un libro sobre la fatiga y el cansancio.
- Lo siento, están agotados.
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- Oye, ¿te gusta la teoría de Einstein?
- Relativamente.
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- Alguna vez pensé que entre tú y yo todo se podría.
- Y, pues sí, se pudrió.
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- Mi hijo está practicando natación.
- ¿Y qué tal le va?
- Nada mal.
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- Doctor, soy asmática, ¿es grave?
- No, señora, es esdrújula.
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- El mes pasado contraí matrimonio.
- Contraje.
- Claro, tenía que ser formal.
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- No me quieres porque soy daltónico, ¿verdad, Celeste?
- ¡Me llamo Violeta!
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- Oye, ¿cómo te llamas?
- No soy el ayer, ni soy el mañana.
- ¿De qué hablas?
- Me llamo Eloy.
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- Hola, cielo, ¿cómo estás?
- Parcialmente nublado, con probabilidades de lluvia.
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- Joven, ¿podría decirme dónde vio por última vez a la señora de las empanadas?
- Por su puesto.
*CURIOSIDADES DEL IDIOMA ESPAÑOL*
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Con 23 letras, se ha establecido que la palabra
*Electroencefalografista* es la más extensa de todas las aprobadas por la Real Academia Española de la Lengua.
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En el término *Centrifugados*, todas las letras son diferentes y ninguna se repite.
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La palabra *Oía* tiene tres sílabas en tres letras.
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En *Aristocráticos*, cada letra aparece dos veces.
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El vocablo *Cinco* tiene a su vez cinco letras, coincidencia que no se registra en ningún otro número.
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El término *Corrección* tiene dos letras dobles...
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Las palabras *Ecuatorianos y Aeronáuticos* poseen las mismas letras, pero en diferente orden.
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El término *Estuve* contiene cuatro letras consecutivas por orden alfabético: *s-t-u-v*.
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Con nueve letras, *Menstrual* es el vocablo más largo con solo dos sílabas.
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La palabra *Pedigüeñería* tiene los cuatro firuletes que un término puede tener en nuestro idioma: la virgulilla de la ñ, la diéresis sobre la ü, la tilde del acento y el punto sobre la i.
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El vocablo *Reconocer* se lee lo mismo de izquierda a derecha, que viceversa (palíndromo).
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La palabra *Euforia* tiene las cinco vocales y sólo dos consonantes...
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Y YA PARA ACABAR
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Otra curiosidad del Castellano (español):
*LAS CINCO VOCALES*
La famosa escritora española *_Lucía Echevarría, ganadora del Premio Planeta 2004,_* dijo en una entrevista, que _"murciélago"_ era la única palabra en el idioma español que contenía las 5 vocales.
Un lector, *_José Fernando Blanco Sánchez,_* envió la siguiente carta al director del diario ABC:
_Acabo de ver en la televisión estatal a Lucía Echevarría diciendo que, "murciélago" es la única palabra en nuestro idioma que tiene las cinco vocales._
_Mi estimada señora:_
_Piense un poco y controle su "euforia"._
_Un "arquitecto" "escuálido", llamado "Aurelio" o "Eulalio", dice que lo más "auténtico" es tener un "abuelito" que lleve un traje "reticulado" y siga el "arquetipo" de aquel viejo "reumático" y "repudiado", que "consiguiera" en su tiempo, ser "esquilado" por un "comunicante", que cometió "adulterio" con una "encubridora" cerca del "estanquillo", sin usar "éstimulador"._
_Señora escritora, si el "peliagudo" "enunciado" de la "ecuación" la deja "irresoluta," y piense de modo "jerárquico"._
_No se atragante con esta "perturbación", que no va con su "milonguera" y "meticulosa" "educación"._
_Y repita conmigo, como diría Cantinflas:_
_¡Lo que es la ignorancia!_
_Solo me queda recomendarle que se refresque con hojas de "eucalipto"..._
*¡Demasiado bueno como para no compartirlo...!!!*
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umi-no-onnanoko · 4 months ago
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Small things
Mi piacciono le cose che gli altri nemmeno notano, quelle che appaiono come piccole, imperfette e spesso banali.
Le venature delle foglie, per esempio, che tracciano righe via via più sottili, mano a mano che si allontanano dal centro verso le estremità della foglia come tante minuscole vene che irrorano la pianta trasportando il nutrimento nel suo sangue verde di crolofilla al pari del lavoro svolto dal nostro sangue; mi piace come ogni pianta abbia le sue foglie, diverse da quelle altrui e persino difformi tra loro poiché non ve ne sarà mai una in tutto e per tutto identica ad un'altra.
I fiori ed il muschio che crescono tra i ricami di cemento spezzando il nero con i loro colori brillanti e festosi, svettando mossi dal vento a suggello della loro vittoria sul catrame dell'asfalto e della loro resilienza.
Le differenti tipologie di cinguettii emessi dagli uccellini, incasellati uno dietro all'altro per avvertire di un pericolo, per corteggiare, per ammaliare o semplicemente per cantare al mondo intero la loro esistenza mentre eleganti e leggeri prendono il volo librandosi nel cielo di frasca in frasca.
Le sfumature che la flora e la fauna acquatiche conferiscono all'acqua rendendola viva e pulsante e permettendole di cangiare a proprio piacimento dal blu, al verde, al celeste o al nero pece a seconda del mondo che va ad accogliere e delle stagioni che andranno a susseguirsi, creando specchi più o meno cristallini in cui riflettersi e dove riflettere.
Le "consistenze" difformi delle nuvole, più o meno dense, soffici, sfibrate che conferiscono alle stesse quel magico gioco di mutare forma e solleticare la nostra fantasia ad associarvene una per ciascuna o viceversa ad associarle alla panna, allo zucchero filato e via discorrendo mentre puntiamo in su i nostri nasi.
L'odore che permea la carta dei libri a seconda della cellulosa scelta per creare il foglio, dell'inchiostro che vi è stato intriso, delle mani delle persone che lo hanno stretto, assume quando aperto se ne respira la storia, la realizzazione nel frattempo che si leggono mirabolanti avventura, si studiano nuove informazioni, si notano i piccoli dettagli delle figure o le finiture che ne rilegano le pagine alla copertina stessa.
Il sapore dolce e zuccherino della frutta appena raccolta, leggermente calda per via della temperatura, ma così soddisfacente da addentare durante l'estate quando è accatastata nelle ceste in vimini costruite a mano da chissà che artigiano esperto e che profumano di frutta, d'estate, di sole e di terra; che vengono riportate nelle case per realizzare deliziose confetture e marmellate da conservare per l'inverno.
Il profumo persistente del legno che scricchiola nel camino e che riscalda la casa diffondendo la sensazione di coccola emanata dal cedro, dal pino, dal ciliegio e che ti si appiccica addosso come un profumato scudo contro il gelo.
La morbidezza della pelle dei neonati quando solamente gli sfiori e con la forza di quelle manine tanto piccole ti stringono il dito e tu senti tutta la vita e la sua forza in un piccolo esserino morbido e profumato, che seppur fragile all'esterno è spesso molto più forte di noi all'interno.
La laboriosità delle formiche che in fila indiana trasportano le briciole di pane e si muovono come un piccolo esercito minuscolo, ma compatto formando a volte anche curiosi "disegni" durante il tragitto.
Mi piacciono i nei, quelli piccoli o dalle forme particolari, quelli che se uniti creano quasi delle forme o delle costellazioni sulla pelle delle persone,come se seguissero il loro personale schema.
Le sfumature di colore, le pagliuzze più o meno dorate, le punte più accese di una sfumatura quando guardando una persona negli occhi sotto diverse luci, secondo diverse angolazioni o altresì a seconda dell'umore animano la persona da dentro, accendendo ora una sfumatura, ora un'altra permettendo di cogliere nel suo complesso quest'opera d'arte straordinaria.
Sono belle le rughe in un viso, in un punto preciso, le fossette, le voglie o le lentiggini, sono preziosi i riflessi tra le ciocche di capelli, i vari particolari che danno senso al tutto; come pennellate di colore su una tela che sigillano la composizione.
L'andatura di coloro che mi trovo ad osservare mentre passeggiano, il modo di adagiare il piede al suolo o viceversa di sollevarlo dal terreno per spostarsi, l'ampiezza della falcata, il punto esatto in cui si possono il tacco o la punta della scarpa, il movimento oscillatorio o assente delle mani, composte o sbarazzine.
Sentire il mare dentro una conchiglia, il ticchettio della pioggia, la neve posarsi sulle superfici ricoprendole, il suono del mare, del vento.
Il timbro di una voce, il suo tono, l'incriminazione di una parola, il sentimento in un'altra, l'accento utilizzato o la sua assenza, le vocali chiuse e quelle aperte, la scelta delle parole in un discorso o l'assenza del suono stesso; l'intensità del silenzio.
Contare i puntini sul dorso delle coccinelle o i cerchi nei tronchi degli alberi per calcolarne l'età; il cambio di "casa" di un paguro che lascia una conchiglia per sceglierne un'altra con chi adornarsi.
Le impronte lasciate dalla farina sui vestiti quando si prepara un dolce e che sembra di farci uscire dal forno del Mulino Bianco talmente abbiamo gli indumenti cosparsi.
Le filastrocche, i giochi e le ninnnananne di quando ero bambina e che ancora ricordo e canticchio di tanto in tanto come svagare la mente o per addormentarmi la notte.
Saltare nelle pozzanghere formate dopo i temporali, camminare nei cumuli di foglie secche in autunno e sentirle scricchiolare sotto le suole delle scarpe, stendersi sulla coltre bianca e fare gli angeli di neve rabbrividendo per via del freddo, ma ridendo per il divertimento dato dal gioco.
Potrei proseguire ancora, ma non mi basterebbe una vita intera, perché troppo belle e straordinarie sono le piccole cose ed io le amo tutte.
-umi-no-onnanoko ( @umi-no-onnanoko )
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galleria-artistica · 11 months ago
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Baldassarre Tommaso Peruzzi (🇮🇹 Italia, 1481 - 1536)
“Crouching Figure of Atlas”
Inchiostro bruno e grafite su carta, 28 x 21 cm
Metropolitan Museum of Art (New York)
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Atlante è uno dei personaggi della mitologia greca definiti “titani”. Essi erano le forze primordiali del cosmo, che imperversavano sul mondo prima che gli dèi dell’Olimpo lo regolassero. Dopo l’intervento di questi dèi, Atlante, insieme a Crono, guidò la ribellione di tutti i titani contro l’Olimpo, ma furono sconfitti. Come punizione, Zeus lo costrinse a tenere sulle spalle l'intera volta celeste.
Una leggenda narra che il titano fu pietrificato per aver guardato la testa di Medusa, mostrata da Perseo per punirlo di non averlo ospitato. Così Atlante si trasformò nell'omonima catena montuosa del Nord Africa.
Oggi il suo nome viene portato anche dalla prima vertebra della colonna vertebrale, Atlante appunto, che sostiene il cranio proprio come il titano regge la sfera celeste.
Nella cultura popolare attualmente questo personaggio rappresenta il peso di portare il mondo sulle spalle, facendo riferimento alla fatica di sostenere tutti i propri problemi, responsabilità e condanne eterne.
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(via @galleria-artistica)
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familia-op · 1 year ago
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El Amor a Diario…
Hoy me he levantado pensando en lo sumamente afortunada que me siento teniéndote a mi lado. Es cierto que el estrés del día a día y las millones de obligaciones a las que tenemos que hacer frente no nos dejan expresar nuestros sentimientos muy a menudo. Por eso, he tomado la decisión de escribir estas palabras de amor.
Quiero que a través de estas líneas tengas siempre muy presente lo mucho que te amo. Al contrario de lo que sucede en muchas relaciones en las que la rutina termina haciendo mella en la pareja, para mí el paso de los años no ha cambiado en absoluto lo que siento por ti.
Aún consigues que revoloteen las mariposas en mi estómago cada vez que llegas a casa y me preguntas qué tal ha ido el día. Es verdad que a lo largo de todo este tiempo hemos tenido nuestros altibajos, pero lo importante es que hemos sabido superar todos y cada uno de los obstáculos que se han presentado en nuestro camino con fuerza y determinación. No somos la pareja perfecta, pero con el tiempo me he dado cuenta de que la perfección no existe. Lo que sí existe es el amor, ese amor que nos transmitimos el uno al otro y que hace que cualquier problema se haga pequeñito al instante.
Recuerdo muy bien el día en el que te conocí. No se me olvidará en la vida. Llevabas esa camisa celeste que tanto me gustaba y tu mirada hablaba por sí sola. Me mirabas y me sonreías o simplemente hacías tus chistes que me sacaban una sonrisa. Entonces, no hay ni un solo día en el que no haya tenido claro que eres el amor de mi vida. El cariño que me transmites, la ternura con la que me miras y esa sonrisa tuya que brilla tanto. Esas cosas no las cambiaría por nada del mundo.
Estoy increíblemente orgullosa de nuestra relación y de lo que hemos construido gracias a ella. Nuestro matrimonio dio lugar a un vínculo precioso del cual nacieron las mayores joyas de mi vida: nuestra maravillosa hija. Y Cada día doy gracias por la familia que hemos formado y quiero que no te quepa duda de que lucharé todo lo que haga falta para que permanezca unida siempre.
-Siempre me expreso de más creo… pero, ya me conoces-
Termino esta carta gritando a los cuatro vientos que nuestro amor es diferente al de las películas porque es real.
Nuestro amor sí es para siempre…
Te amo con el alma.
Familia OP
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Atte.
Mileny27
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pricesugarwife · 10 months ago
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Fearless | Johnny MacTavish x Reader
I continue to invoke the muse of inspiration with these short fics about my favorite characters of Call of Duty.
Johnny MacTavish x Reader / AU University
⚠️ Facts: Spanish | Relación prohibida maybe (?
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Ella apartó el flequillo de su cara, el mechón detrás de la oreja y suspiró, capturando todo el oxígeno que pudiera retener como si eso equivalía a la valentía que requería para dar ese salto de fe. Agarró con firmeza el libro de historia contemporánea a la par de un envase lleno de galletas caseras, elementos que estaban ahí con un propósito, todo sea para huir de un silencio incómodo que los hiciera estancarse en un ambiente vergonzoso. 
Pero algo en su mente le decía que no lo necesitaría, puesto que Johnny siempre se había mostrado interesado en conversar con ella, por más que se tartamudeaba y se pusiera nerviosa cuando él le daba esa sonrisa lobuna, mirarle de reojo en la facultad a pesar de que fuera disimulado y el sencillo gesto de sonreírle en medio de una exposición, cuando parecía que su blancura fantasmal anunciara un ataque de pánico, enfundando su ser en un vigor y franqueza natural que ignoraba.
Inspirada por esas particularidades tocó la puerta con suavidad, temiendo sonar demasiado desesperada por verle de nuevo. Se dio la charla a sí misma, pidiendo encarecidamente que controlara su taquicardia y el sonrojo que le producía dicha cercanía.
Johnny le observó, sonriendo, con los iris deslumbrantes de un bonito celeste como el cerúleo, como profundos manantiales de agua dulce que refrescaban la desértica alma suya y al mismo tiempo, haciéndole disociar en que realmente era el conflicto en ese sitio, un nudo sin principio o final, una bombilla quemada que se negaba a encender de nuevo por voluntad propia o una serie de metáforas que ni concordancias tenían. Porque fluctuaba en un espacio hueco, cual escritor frustrado en estado de ebriedad sin poemas que disparar, a pesar de que en su cabeza imperaba la creencia de que se trataba de lo que yacía mal en ella, no en la persona promedio.
Y su pureza era tan inmensa que le cegaba, como quien vislumbra la luz brillante de un faro en medio de la engorrosa penumbra, similar a un sujeto carente de visión que milagrosamente era sanado por una entidad divina y podía observar mecido por la euforia, genuina e hilarante, todo lo nuevo que se postraba delante de ellos. Desconocido e inefable. Por eso temía, le aterraba el ritmo cardíaco que se agitaba cuando sus miradas se fusionaban, las mejillas se le empolvaban de un tierno sonrojo que inevitablemente, combinaban con el petricor que se prolongaba por minutos u horas.
—Pensé que rechazarías mi invitación como las veces anteriores —soltó, su sinceridad era algo que le descolocaba en su totalidad—. Me alegra que hayas decidido aceptar y consentirme el lujo de descubrir los secretos que hay en ti.
—¿No bastaba con ver el desequilibrio en mis ojos? —cuestionó ella, intrigada y haciendo gala de su turbio sentido del humor.
—No creo que exista tal cosa en ti... Lo consideraría más como un tempestuoso mar que va y viene, de manera vehemente. Siendo misterioso, fascinante y cautivador, muchacha. 
—Usas los versos contra mí, muy inteligente, MacTavish. 
Johnny se levantó, acercándose a ella, extiendo su mano hasta acariciar el hombro ajeno, respirando profundamente para contener el deseo de rodearla con sus brazos y enterrar la nariz en su cuello, emborrachándose con el dulce olor de la mujer. Estaba pudriéndose en anhelo, rebosando por las costuras cada vez que la veía y se imaginaba cómo sería tenerla finalmente, amar cada tramo de su carne y empaparse con la calidez de sus sentimientos derramados en las cartas que habían compartido. 
—Sabes que no podemos, Johnny —susurró ella, la respiración entrecortada cuando el hombre de desordenados cabellos castaños se acercaba ágil y seductor como una pantera, hasta sujetar por la cintura, apretándose contra su cuerpo. 
—Pero no me importa y sé que a ti tampoco —contestó el de ojos azules, agarrando su mejilla para estrellar sus provocativos labios rosados contra la boca de la joven, que lo esperaba ansiosa y se entregó a los sueños que tanto había imaginado. 
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notasfilosoficas · 1 year ago
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“Tratar de conocer a Dios es una tendencia natural de nuestra inteligencia. No hay que esquivarla; al contrario, debemos cultivar un impulso tan precioso”
Dionisio Areopagita
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Fue un discípulo de San Pablo de Tarso, nacido en el siglo I y que llegó a ser obispo de Atenas.
Nació en el seno de una noble familia pagana, estudió filosofía y astronomía en Atenas, luego se fue a Egipto para terminar sus estudios de matemáticas. Debe su apodo a que vivía en el Areópago, un barrio de Atenas.
Fue convertido al cristianismo por la predicación de San Pablo (Paulo de Tarso) cuando pasó a Atenas en su segundo viaje misionero.
Con el nombre de Pseudo-Dionisio fue conocido como un autor de inspiración neoplatónica y cristiana a finales del siglo V y cuyos textos fueron atribuidos a Dionisio el Areopagita. 
Debido a que los escritos fueron atribuidos a un discípulo de San Pablo, adquirieron una gran relevancia en la teología y la filosofía medieval, especialmente a partir de la gran influencia que tuvo sobre Escoto Eríugena.
Se dice que la obra de Pseudo-Dionisio son en buena parte imitación de los escritos del filósofo neoplatónico Proclo, quien a su vez había plagiado las ideas de Ammonio. 
Algunos estudios realizados en la actualidad, coinciden en que Dionisio fue educado junto a los filósofos Proclo y Damascio en la Academia Platónica, que escribió en Siria e inclusive algunos tratan de identificarlo cn el pensamiento esotérico o mistérico cultivado en la antigüedad, encontrando en sus escritos vestigios de los oráculos caldeos.
Sus escritos aparecen por primera vez citados en el año 532 y aunque entonces se pensó que eran apócrifos posteriormente fueron adjudicados a la autoría de Dionisio.
Pseudo-Dionisio se dice, sustituyó los nombres de los conceptos metafísicos del filósofo neoplatónico, con las nociones teológicas del cristianismo. En especial la procesión de las tres hipóstasis neoplatónicas, aparece en estos escritos como una manifestación de la Santísima Trinidad, y no obstante a pesar de su inspiración neoplatónica las evidentes discrepancias con respecto a la ortodoxia cristianas tendieron a ser difuminadas.
Con estilo original y vigoroso, escribió entre 480 y 530 una serie de tratados que la Edad Media veneró casi como textos sagrados y occidente conoció una primera versión del Corpus Dionysiacum en el 758 cuando el papa Paulo I, envió al monarca Pipino “el breve” una carta anunciando el envío de toda la colección de obras de Dionisio.
El conjunto de la producción de Pseudo Dionisio Areopagita comprende dos grupos de obras: el integrado por “De la jerarquía celeste y De la jerarquía eclesiástica”, en donde se estudia la clase de criaturas dignas de recibir la revelación divina, y el que contiene “De los nombres divinos y de la teología mística”.
La influencia de Pseudo Dionisio, llegó a influir en autores tales como Dante Alighieri en la ordenación angélica del Paraíso de su obra “Divina Comedia”,.
Al convertirse Dionisio al cristianismo por la predicación elocuente de Pablo, el areopagita se ganó poderosos enemigos entre la élite pagana que gobernaba la ciudad.
El areópago era el Tribunal Supremo de Atenas, donde se decidían las leyes y normas generales de conducta de las personas. Este derecho, solo le pertenecía a los ciudadanos nacidos en la ciudad, con posesiones, cultura y prestigio de la comunidad, en donde Dionisio era uno de estos areopagitas.
Poco después, Dionisio fue consagrado por el mismo apóstol como Obispo de Atenas conforme a los relatos de Dionisio de Corinto citado éste por Eusebio de Cesarea.
En Atenas, sus opositores políticos consiguieron su sentencia de muerte por fuego, pero se salvó viajando para reunirse con el Papa en Roma. Muriendo posteriormente en el año 95 d.C. víctima de la persecución de los cristianos.
Fuentes: Wikipedia, encyclopaedia.herdereditorial.com, repositorio.uc.cl/000674362.pdf Carlos Hallet, Revista española de derecho canónico.
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lostoneshq · 2 months ago
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(Limpa a garganta) O Escritório Um Tiro de Justiça exige a eliminação destas pessoas através de uma execução conjunta em praça públ— perdoem-me, li o texto errado. Gaston, pare de me enviar cartas! Enfim, O Conselho das Histórias NÃO reconhece as pessoas abaixo como integrantes do Mundo das Histórias, mas já que infelizmente estão aqui… Bem vindos, né? 🙄
(Giovana Cordeiro, 28 anos, ela/dela) Era Uma Vez… Uma pessoa comum, de um lugar sem graça nenhuma! HÁ, sim, estou falando de você SOLANGE ALENCAR DE MARCHESI VON FALKENSTEIN. Você veio de PORTO ALEGRE, BRASIL e costumava ser ARTISTA por lá antes de ser enviado para o Mundo das Histórias. Se eu fosse você, teria vergonha de contar isso por aí, porque enquanto você estava CANTANDO NO CHUVEIRO, tem gente aqui que estava salvando princesas das garras malignas de uma bruxa má! Tem gente aqui que estava montando em dragões. Tá vendo só? Você pode até ser ANIMADA, mas você não deixa de ser uma baita de uma SEM NOÇÃO… Se, infelizmente, você tiver que ficar por aqui para estragar tudo, e acabar assumindo mesmo o papel de CELESTE, PRINCESA DOS COSMOS na história QUEBRA NOZES… Bom, eu desejo boa sorte. Porque você VAI precisar!
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inutilidadeaflorada · 1 year ago
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Excessos Orbitam Meus Ossos
Toda vez teu nome pula de minha boca Quando estou expurgando meu coelhos Seguida de nuvens carregadas E olhares de reprovação a quem me acompanha Não há nada para transcrever Não há limite ao impulso Não há corpo para ressentir Poupa-nos de toda a extravagância De vez em quando Gosto de performar máscaras E ir de boca em boca Solvendo meu veneno Empurre seu tato contra o corpo celeste A língua transfigura-se em um azul monótono A pele já reluz um vermelho dos bordéis da cidade Sangrando prazeres as escondidas Há um engano honesto Danço com insetos no meu corpo Como se eles fossem anjos desmistificados E eles sempre me provam como se eu fosse deles Seus olhos são uma piscina movediça Há um convite febril que está estendido Quando mais confronta-se o teu silêncio Mais os anos são levados de nós Amar é um risco que eu estou sempre tentado a cometer As vezes, mais maldição do que tentação Outras vezes a sugestão ímpar amassa maçãs Cores de minério esquecidos na brasa Os móveis atados à paredes São como um cemitério de elefantes Escondendo cartas de amor Colonizando lembranças...
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unsognoallavolta · 1 year ago
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Persona in cerca di amic* ☀️✨️
Ehi ciao!
Sono Benny (o Ben), she/they, ho 23 anni. Mi sono appena laureata all'Accademia di Belle Arti e tra poco inizierò un master riguardo i videogame e il mondo 3d.
Sono un'ottimista, amante della vita e delle esperienze, di qualsiasi tipo, dal viaggio in macchina improvvisato alla serata tranquilla a guardare film e chiacchierare. Tra l'ascoltare e il parlare preferisco decisamente il primo: adoro poter conoscere le persone attraverso i racconti delle loro esperienze di vita.
La mia chiacchierata ideale è stesi sul letto, sul pavimento o su un prato, a guardare il soffitto o il cielo e chiedersi il perché delle cose, parlare di sogni, delle esperienze passate e di quelle che ci piacerebbe vivere. Senza vergogna o giudizio. Uno spazio sicuro di condivisione.
Sto cercando persone con cui chiacchierare della vita, commentare serie tv insieme, viaggiare e sognare, scoprire nuovi interessi e passioni, riscoprire ogni giorno quanto, nonostante tutto, siamo fortunati ad essere vivi.
Mi ritrovo spesso (quasi sempre) sola. Mi sono accorta che le persone buone molto spesso vengono usate e poi dimenticate. Attraverso questo blog mi piacerebbe trovare qualcuno che almeno una volta si sia sentit* così. Nessuno è destinato a rimanere solo, combattiamo insieme la solitudine 🌻
Qui vi lascio un elenco delle cose a cui sono interessata, spero potremo avere qualche interesse in comune 😊:
Serie Tv: Heartstopper, Good Omens, Loki, One Piece, Arcane, The Dragon Prince, The Owl House, Jujutzu Kaisen, Attak on Titan (e molte altre. Accetto volentieri consigli su nuove serie da vedere).
Film: mi piacciono tutti i generi tranne l'Horror (mi fanno troppa paura 😂). Sono un'appassionata dei film d'animazione.
Libri: non leggo molto ma sono super disposta a leggere qualche libro insieme. Alcune mie letture correnti sono: La casa sul mare celeste, La canzone di Achille e Finché il caffè è caldo.
Videogiochi: Genshin Impact e Honkai Star Rail (ma spero di ampliare la mia lista al più presto).
Hobby: giardinaggio (amo le piante 🌱), disegno, fotografia, mondo 3d e animazione digitale, passeggiare immersa nella natura, viaggi.
Altri hobby a cui spero di avvicinarmi a breve: imparare a cucire e a usare l'uncinetto, dipingere sia su carta che su tessuti, imparare a scolpire con l'argilla e realizzare vasi e tazzine. Sono aperta ad imparare qualsiasi tipologia di arte 🎨
Se siete arrivat* fin qui vi ringrazio e se siete interessat* potete anche solo lasciarmi un 🩷, vi scrivo io 🥰
(Il mio main è @thinkingaboutminds, potete trovarmi anche lì)
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ignacionovo · 6 months ago
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¡Hola, buenos días, humanidad! 🌍 ¡Feliz sábado! Hoy os traigo una reproducción del autorretrato de Vincent Van Gogh.
En 1889, Vincent Van Gogh pintó uno de sus más icónicos autorretratos. En esta obra, se representa a sí mismo con su característico estilo: líneas ondulantes cargadas de color. El fondo está dominado por tonos fríos, como celestes, turquesas y verdes, mientras que su barba y pelo naranjas resaltan en el lienzo. Sus ojos claros miran intensamente al espectador, y sus cejas indican cierta turbación, posiblemente debido a la enfermedad que lo aquejaba.
A pesar de su inmovilidad, la obra transmite un movimiento constante gracias a las líneas curvas y diagonales. Van Gogh envió este cuadro a su hermano Theo, acompañado de una carta en la que expresaba: “Necesitarás estudiar el cuadro por un tiempo. Espero que notes que mis expresiones faciales se han vuelto mucho más tranquilas, aunque mis ojos tienen la misma mirada insegura que antes, o eso me parece a mí”.
Vida consciente 🌟
Déjate estar triste, déjate ser un desastre. Pero prométete que lo intentarás un poco cada día. Eso es todo lo que puedes hacer. Llevarlo día a día. Aprenderás cosas sobre ti mismo que no sabías; aprenderás que todo este tiempo tal vez merecías más. Algo hermoso sucede cuando das tu tiempo y corazón para curarte a ti mismo. Te conviertes en ti mismo de nuevo. Encuentras la felicidad de nuevo, y cuando lo haces, sabes que es por lo lejos que has llegado cuando pensabas que habías perdido toda esperanza. Y si eso no es algo que esperar con ansias, entonces no sé qué es.
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wxllflowers · 9 months ago
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THE TORTURED DAUGHTERS DEPARTMENT
Durante as sessões de terapia, o terapeuta de Olivia a aconselhou a colocar todos os seus medos, memórias em cartas, afim de auxiliar na recuperação não só de seu corpo, como também de sua mente.
Nas últimas sessões, Olivia foi orientada à escrever uma carta para cada pessoa que marcou sua vida, de forma negativa ou positiva.
A segunda pessoa que Olivia escolheu para escrever uma carta foi seu pai, Aaron Priestly.
Abaixo, você lerá a carta escrita por Priestly.
Atenção! O conteúdo a seguir pode conter gatilhos como: alienação parental, depressão, casos extraconjugais entre outros.
Por sua conta em risco, boa leitura.
Para ler a primeira carta, clique aqui.
Sugestão: para uma melhor leitura, escute tolerate it.
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Oi, papai.
Sou eu, a Olivia. Você lembra de mim?
Provavelmente não. Você nem se lembrava de mim quando vivíamos sob o mesmo teto.
Não sei ao certo como dizer tudo o que tenho para te dizer. É mais fácil falar sobre a mamãe ou o Christopher, já que eles ao menos participaram da minha vida. Já você... Bem, sua empresa sempre foi mais importante do que sua filha caçula, não é?
É estranho. Sempre invejei minhas amigas e seus pais que davam tudo para elas, todo o amor e carinho que pudessem. Eu invejei até mesmo Celeste, com sua família perfeita que sempre a amou com todo o coração. Sem falar em Christopher. Deus sabe o quanto eu invejo o Christopher por ter um pai que nunca tive.
Se sempre fui invisível aos seus olhos, por quê então me deu o nome da sua amante preferida?
Depois que me formei e sai de casa, decidindo não ter qualquer contato com vocês, acabei descobrindo sobre seu passado. Me diga, papai, Miranda sabe sobre a existência de Olivia Wright? Ou ela realmente acreditou que você era fã da Olivia Newton-John? Você me deu esse nome, por medo de errar o nome de Miranda na frente dela?
Você sente muito por sua filha ter se tornado uma amante, assim como a sua Olivia?
Me pergunto se, alguma vez na sua vida, você se lembrou que teve uma filha.
Você nunca demonstrou interesse nas minhas apresentações, ou nos presentes que fiz para você com as minhas próprias mãos. Se lembra da gravata que comprei pra você? Da pintura que fiz com o seu rosto? Do pequeno livro que escrevi uma história que queria viver com você?
Você se lembra de todos os namorados, namoradas e afins que levei para casa, só pra chamar a sua atenção?
Porra, você lembra de mim? Ou você só se importa com a merda da sua segunda família?
Me pergunto se você ainda teria uma família perfeita se Miranda e Christopher soubesse das suas mentiras. Seria ótimo assistir vocês se foderem e toda essa merda.
Mas... Não posso fazer isso, papai. Seu segredo está seguro comigo. Nunca vou contar nada para ninguém e... E só poder te olhar trabalhando já me enche de alegria.
Ainda sou a Ollie patética de sete anos que escapava para o seu escritório, só pra assistir você trabalhando, lendo, e não podendo fazer mais nada.
Eu te amo, papai. Mesmo que você não possa me amar, eu amo por nós dois.
Com amor,
Ollie.
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diamantar · 1 year ago
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REINA OSADA
→ Daeron Targaryen x fem!OC [Visenya Targaryen]
✦ Sinopsis: Portando un nombre lleno de historia, Visenya armará su propio mundo junto a la persona indicada.
✦ Advertencias: Incesto / Diferencia de edad / Matrimonio arreglado / ¿Lesiones consensuadas?
✦ Palabras: 1557
✦ Pedido: Si, de Wattpad.
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Alicent inspiró profundo y juntó toda voluntad existente para no arrancarse la piel alrededor de las uñas, a paso ansioso recorriendo sus aposentos en una espera insoportable. Demasiados pensamientos la atormentaban y no podía imaginar que el plan ideado no saliera a favor, especialmente cuando le otorgaría poder en varios aspectos.
Ser Criston, que bien sabía lo que sufría, ni siquiera pidió permiso al abrir la puerta y enseñar al tercer hijo de la Reina.
—Aemond, me han dicho que solo Vhagar ha regresado, ¿que sucedió? —preguntó preocupada, ambas pupilas cayendo en la carta sucia y arrugada que cargaba—. ¿Es de Daeron?
—Pide sinceras disculpas por no venir él mismo, pero envía una nota para esclarecer su ausencia.
La Hightower agarró la misiva casi con miedo, durante unos segundos guardando silencio antes de enfocarse en el príncipe.
—Lo viste, ¿verdad? —indagó tragando con dificultad—. ¿Estaba con ella?
—Correcto —asintió, por un segundo amagando a sonreír.
Tan pequeño y veloz gesto paralizó a la mujer, que olvidó pestañear y rápidamente destruyó el sello para leer las palabras del menor.
—Esto es… —dejó los labios separados en incredulidad.
—Lo que deseabas.
Ante la confirmación cerró los ojos y lanzó la cabeza hacia atrás agradeciendo tal fortuna, aliviada prefiriendo sentarse frente al escritorio.
—Un dragón criado entre águilas, es ideal —comentó poniendo una mano en el pecho y sintiendo las pulsaciones regresar a la normalidad—. La hija menor de Aemma nos dará gran ventaja.
—¿Segura de que estará de nuestro lado en las discusiones por la herencia al trono?
—No, pero no se ha criado aquí y no es cercana a Rhaenyra, podemos dirigirla a nosotros
—Recuerda que es conocida por justamente ser alguien difícil de manipular.
—“La reencarnación de Visenya” —suspiró jugando con una pluma sin tinta—. Ciertamente sabían que hacían al nombrarla como la hermana de Aegon el Conquistador, porque nació con el carácter de ella.
—¿Crees poder manejarla? —enarcó una ceja, porque había visto a la mujer y reconocía que era una oponente fuerte.
—Tal vez no, pero Daeron…
—Es inesperado que se conocieran y forjaran tan buena relación.
Alicent asintió y observó el celeste cielo, ausente ordenando la mente antes de hablar.
—Como tu hermano, Visenya fue enviada joven a su segunda casa. Los Arryn estaban encantados de recibir a una de las nietas de su única hija de descendencia Targaryen, especialmente cuando Vermithor la seguiría. Desde joven ha mostrado carácter dominante y una actitud inclinada hacia la batalla… Ha terminado por sí misma decenas de rebeliones y forjó una enorme fortuna a partir de ellas, es el gran orgullo de ambas familias —resumió a punto de negar maravillada—. La opinión publica es increíble, algunos hasta la ven como una reina del pasado que surgió a guiarlos y protegerlos.
—¿Padre aceptará el casamiento cuando podría utilizarla para reforzar lazos? He oído que hay varios interesados.
—Viserys no dudará mientras exista la posibilidad de una reconciliación familiar, celebrará la propuesta —bufó como si aquel fuera el menor de los problemas.
—Al menos no deberás preocuparte por de Daeron, él está sumamente encantado con nuestra hermana.
—Así parece —dijo en volumen bajo y levantando la carta—. Pensar que se conocerían cerca de Antigua para sofocar un batallón de bandidos… Los Dioses están de nuestro lado.
—¿Necesitas más de mí? —preguntó al apreciar que la conversación terminaba.
—No, has hecho bien, descansa que es mi turno de hablar con el Rey.
La mujer inspiró a gusto con el desarrollo de los eventos y por largos segundos disfrutó aquella victoria, con renovada energía agarrando la carta y partiendo hacia su esposo.
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El humo escalaba hasta el cielo en torres grises que desde kilómetros anunciaban peligro, los numerosos focos de fuego aún ardiendo entre escombros y cadáveres. La brisa llevaba el aroma a carne quemada hacia la zona contraria al campamento, aunque la única femenina en pie estaba segura que su ejercito ya adivinaba qué había hecho.
Vermithor brillaba ante el reflejo del sol y estiraba las alas en una pose sumamente relajada, la Targaryen quitándose el casco y dejando las mechas ondear en naturaleza. El panorama repleto de cenizas la llenó de orgullo y elevó el mentón en satisfacción, otro grupo de inútiles agregándose a la lista de conquistas. Torció el agarre en la espada que cargaba e inquirió si así fue como se sintió Aegon I, el deseo de sentir tal grandeza y obtener toda tierra posible enviando escalofríos que casi la hicieron jadear.
Un rugido la sacó del ensimismamiento e hizo que sonriera pequeño, de pronto el cielo cubriéndose y sellando en la tierra una forma que bien identificaba. Vermithor observó y rezongó, de manera que ella estiró el cuello y apreció el destellante azul metálico del joven dragón. Conectó breves miradas con el jinete e inclinó la cabeza en desafío, desde el inicio señalando que no se arrepentía de lo cometido.
—¿No pudiste esperar?
El reclamo llegó apenas aterrizó y Visenya enfrentó al atractivo adolescente con una mueca traviesa.
—Adelanté el trabajo —respondió indiferente—. ¿Por qué mover y agotar al resto cuando puedo encargarme sola?
Daeron torció la boca y acortó la distancia quitándose el casco, objeto que tiró a lo que quedaba de pasto.
—Los eventos no siempre saldrán a tu favor, ¡podrías morir!
—Admite que estás enojado porque no te llamé para la diversión —rió sin tomarlo en serio.
Frunciendo el ceño y sosteniéndola del rostro, el aire alrededor del chico cambió.
���Nunca vuelvas a dejarme atrás, pensamos y atacamos juntos, ¿entendido? —ordenó en tono bajo y severo.
—Daeron el Osado es un título apropiado viendo que tienes el atrevimiento de amonestarme —gruñó entre dientes—. Congeniamos y calibramos de manera espectacular, ¿pero piensas que te permitiré controlarme?
—Anhelo cuidar y proteger a mi futura esposa, ¿acaso es una locura lo que pido?
El término empleado la descolocó y provocó que contorsionara el rostro, con labios apretados observándolo como si fuera un desquiciado.
—¿Qué has dicho?
Liberándola despacio, Daeron retrocedió y buscó entre su armadura un papel doblado.
—Es una carta de padre para ambos, pensaba leerla contigo hasta que descubrí que volaste sola a pelear.
Visenya agarró y leyó, progresivamente enseriándose y perdiendo cualquier expresión que señalara lo que pensaba. Rápidamente mojó los labios y le miró, en un puño sosteniendo el decreto y enfrentándolo de una manera casi intimidante.
—¿Qué piensas de esta decisión?
Daeron se arrodilló en una pierna y colocó la mano derecha sobre el corazón.
—Contraer matrimonio contigo será el honor más grande de mi vida.
La mujer desenfundó la espada y lo apuntó, lento y casi sin pestañear admirando como él intentaba descifrar sus próximos movimientos.
—Palabras bonitas no comprarán mi corazón —habló, en el proceso colocando la punta del metal en el centro del cuello.
—Lo sé, pero mi alma se desvive por ti, esa es la única verdad.
Visenya inclinó la cabeza y bajó la mirada a la tierna piel que amenazaba, de pronto rodeándola un aura casi exótica.
—¿Sabes de la tradición valyria o solo conoces la Fe de los Siete?
—Yo… —dudó un momento intentando recordar algo que pudiera haber leído.
—Silencio, el titubeo solo confirma la ignorancia —interrumpió dando un paso más—. Eres joven y tu futuro brilla, pero soy mayor y mi reputación aplasta la que posees. ¿Serás capaz de conquistar el mundo conmigo?
El Targaryen tragó y saltó al sentir como la espada le lastimaba, con el corazón acelerado admirándola desde abajo mientras el viento y el sol la coronaban como la poderosa reina que era.
—Te pertenezco —respiró tembloroso, la tensión provocando cosquillas en su vientre—. Viviremos, amaremos, procrearemos, arrasaremos y construiremos juntos, desde que te conocí no ha existido nadie más que tú.
Visenya inspiró lento y profundo, despacio bajando la espada y yendo a arrodillarse frente a él. Tiró el arma a un costado y colocó ambas manos en el pecho contrario, suave descendiendo hasta encontrar la daga y tomarla en posesión.
—¿Qué…?
—Un pacto de sangre —aclaró mientras le agarraba el mentón y acercaba el filo al labio inferior—. A partir de hoy eres completamente mío, Daeron.
Observándose a los ojos, él apenas se movió cuando ella realizó un pequeño corte. Aguantó el dolor y el ardor para tomar el puñal y entender que era su turno de actuar.
—Visenya… —llamó casi en trance, una neblina mental jamás experimentada llevándolo a sensaciones que hasta ese momento desconocía,
—Estoy aquí —contestó mientras lo abrazaba por la cintura y formaba una sutil mueca cariñosa.
El muchacho respiró pesado y acunó una mejilla antes de cortar la tierna piel, el suspiro que ella liberó sacudiéndolo hasta los huesos. Soltó el arma y sin perder un segundo acortó la distancia, finalmente probando los labios que tantos meses deseó consumir. La Targaryen se entregó al contacto y un gemido quedó ahogado cuando él usó la mano libre para tomarla del cabello, el calor del sol quemando como si estuvieran fundiéndose en fuego.
—¿Me amas como te amo a ti?
—Soy tuya, Daeron, de nadie más —murmuró inclinándose a descansar en uno de sus hombros—. Juntos haremos historia.
Sintiendo que la estrechaba y casi le quitaba el aire, Visenya observó las resplandecientes escamas de Vermithor y tembló de emoción ante la idea de cumplir cada sueño y objetivo al lado del Targaryen.
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espiritismo · 7 months ago
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Da Existência de Deus
Meimei
Conta-se que um velho árabe analfabeto orava com tanto fervor e com tanto carinho, cada noite, que, certa vez, o rico chefe de grande caravana chamou-o à sua presença e lhe perguntou:
Por que oras com tantã fé? Como sabes que Deus existe, quando nem ao menos sabes ler? O crente fiel respondeu:
Grande senhor, conheço a existência de Nosso Pai Celeste pelos sinais dele.
Como assim? - indagou o chefe, admirado. O servo humilde explicou-se:
Quando o senhor recebe uma carta de pessoa ausente, como reconhece quem a escreveu?
Pela letra.
Quando o senhor recebe uma joia, como é que se informa quanto ao autor dela? -Pela marca do ourives.
O empregado sorriu e acrescentou:
Quando ouve passos de animais, ao redor da tenda, como sabe, se foi um carneiro, um cavalo ou um boi?
Pelos rastros -- respondeu o chefe, surpreendido. Então, o velho crente convidou-o para ir fora da barraca e, mostrando-lhe o céu, onde a Lua brilhava, cercada por multidões de estrelas, exclamou, respeitoso:
Senhor, aqueles sinais, lá em cima, não podem ser dos homens! Nesse momento, o orgulhoso caravaneiro, de olhos lacrimosos, ajoelhou-se na areia e começou a orar também.
Quem perde a fé no futuro Vive de sonhos plebeus… A própria flor no monturo Lembra o sorriso de Deus. ----Soares Bulção
A propaganda do bem Deve alcançar apogeus. O Sol brilhando no céu É propaganda de Deus. ----Jovino Guedes
Quando quiseres indagar acerca dos mistérios do Céu, sonda o segredo divino que palpita na flor. ----Mariano José Pereira da Fonseca
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amamaia · 8 months ago
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O Ano da Vassoura encontra a Revolução
primeiro vislumbre do viés da Costura na lunação de áries do ano da vassoura
Uma libélula entrou pela janela hoje. Beijou todas as paredes. Custou a sair. Não percebi quando.
Lembrei que hoje é 20, quarta-feira dos ventos de abertura para o ano astrológico que aí está, nos envolvendo em toda a profusão de aventuras brotantes nesse novo ciclo solar de sinuoso movimento.
É hora de iniciar a Descida. O ano funda percurso rumo às noites mais longas, úmidas, acesas. Outono. Tempo de encontros no Enquanto. Uma estação-travessia, repleta de intensidades desafiadoras.
E nesse Agora, a efeméride celeste encontra o ano de verdades manifestas, ano de gargalhadas nas encruzas, ou ainda, conforme costumo chamar, Ano da Vassoura, que já desabrocha seu terceiro mês, Março. Época esta, é bom que se destaque, repleta de distúrbios climáticos causados pela absurda usura capitalista e seus meios inconsequentes.
Ao vislumbrar o viés da Costura, penso que o palco desse enlace será deveras marcante. A Lua plena e perfumosa será convite a um brinde de apostas pra novos começos. Venha a nós o Plenilúnio Cardeal do Ar. Na dança da lua imensamente cheia em Libra, convém sustentar a fé em convicções além dos sonhos, no labor que equilibra os desafios entre a certeza do plantio e a visão do crescimento. É tempo de tecer as artimanhas e enxergar as mandingas.
Talvez seja bem aí que se encontre a lição dessa lua feiticeira. É preciso acreditar naquilo que se planta pra saber fazer vingar. Querer é um pedaço importante, mas no suor que se verte trabalhando por desejo está manifesta toda a magia que alimenta o caminho.
Um grandioso eclipse lunar adornará o rodopio. A Descida terá o brilho dos paradoxos. Nesse espiral, é bom não esquecer de respirar. Todo mergulho é tão excitante quanto desconhecido, por mais que a Serpente sempre se morda no fim. A aposta é essa. Voltar pra contar. Pra frente. Continuar daí. p.s. Na última tiragem da Sorte de Luna, durante a 172ª Mariposa-Carrossel, cinco cartas saíram para o Porvir. Por serem bastante saborosas em reflexões, disponho. São elas, Doze, Três, Um, Dezessete, Cinco. .xxx.
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ocasoinefable · 2 years ago
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Sobre la piedra de pilar, entre los ojos fundidos. Al comenzar otro día, sucede que el anterior se va borrando, todo es nuevo y gastado al mismo tiempo. Las voces parecen venir con sigilo buscando un nombre, se mueve por los labios y sale en dicho por este; mi soledad continua respondiendo frente al eco, continua tranquila inventando para mí unos ojos diferentes; hoy soy el silbido perdido que hacen las latas y el viento, el ir de los minutos por la maleza. Tengo su olor, olor de ninfa perdida, de cuento celeste atrapado en los dientes de un carpintero. Piel curtida y recia se sostiene de las ilusiones, tu mano abrigando mis ojos como un pequeño que se encuentra con deseos de ser consentido, más algo masca al viento y dejo que el filo corte en dos estos detalles
Bajo el arma, limpio el desorden y prosigo con la guardia, tanto tiempo perdido deja un espacio para cavilar sin fin, necesito de un límite para atender mis pies, para no olvidar que al menor movimiento punta y gatillo... ¿A qué viene...? ¿A matar...? Que asqueroso salen estás palabras por mi boca y cortantes me hacen un minotauro de odio y olvido, ¿Sí me viera frente a un espejo, aún sería un humano..? ¿Sería yo..? Al venir ínfulas de patria y gloria, atiza en la sed de poder y Pisar la cal de los huesos... ¿De dónde tanto odió...? ¿De mí, del mundo, de lo impuesto a base de miedo que ha de salir?, Todo se vuelve diferente, incluso el agua pierde su forma de agua, para volverse un resguardo, una emboscada, una trago para el herido, un grumo de la fruta del Ermitaño, todo se deforma bajo estás lista y el nombre que se meda, lo general se coloca en el llamado de un grito enérgico al despertar, en la noche se abre las hojas y estás se forman en cartas para quienes dejamos, todo pierde su aire; todo se unta y se aleja... -¡desertor..!- escucho gritos que vienen y van, escucho que alistan y ungen cada detalle que yo solía hacer; escucho la pólvora seca despertar y hacer un hueco seco entre la ciénaga... Luego un frío detiene las voces, todos quieren salir corriendo y dejar aquello, dejarse a uno mismos y la memoria, dejar lo dicho y lo callado... Le traen y en sus rostros se avisa el destierro de su persona, se vuelven diferentes; filos y garras jadean en cuencos vacuos y perdidos, ya no se es niño, ya no, ya no se es hermano, no es es hijo, no es padre benevolente, ya no, se ha disparado, se ha traído y se olvida que se halo. Les miro como todas las veces, entre las luces del farol; una vela en una tarro, una que otra búsqueda de risa o esperanza, una que otra oración buscando consuelo en el cielo ante los pecados, un deseo irrefutable de que lo altos no sé equivoqué y no se sea el diablo tras la historia; cuando todos lo que estamos, desde el que dirige al que obedece sabemos cual es el mal de lo que hacemos entre esta arma y nosotros, cuando todos en hacer continuidad con esto; somos pecadores y maltratados, unos más que otros como todo, unos más podridos, unos más inocentes... ¿Cuántos quisieran detener todas las balas con sus manos, mientras se preguntan el porqué de estos ridículos de guerra? Pero está fuera de ella sufriendo en silencio, Tienen razón, nada de esto es justificado, nada que hiera al otro por obra del otro lo es, todos lo sabemos más parece una verdad evitativa, una verdad que solo se sabe y se deja correr...
Corazón noble y dadivo que sigue entre la sonrisa nos recuerda y llora por los que ya no lloran y por quienes siguen llorando...
Como otras veces, se le cubrió el rostro, y se dejó a la mañana siguiente.. -desertor- dicen los ojos que también desean huir. Un amplio silenció hasta la nueva parada, hasta la llegada de la noche.
Sentí el rastro de una mariposa. Le busque entre aquella maleza hasta encontrarla, bailaba lenta por las pelusas. Rompí en llanto. En la cumbre de las montañas cunado era un crío, jugaba con mis hermanos a corretearlas, iba tras ellas dando risotadas mientras se ponía en discusión quien le atraparía para darle un cuento y luego soltarla, teníamos tiempo para pensar que le diríamos y así ella se lo dijera a las flores y las flores a las personas, una cadena de risas. Me quite las cargas y salí a corre tras ella, rei tanto que el llanto parecía mentira, que la culpa me bañaba en el pecho con punzadas y besos. al tenerla le susurre un poema; "Nino que salta y hace de sus pies un arco de Dios, niño que es el corazón habitando el hombre, quita las cadenas y recuérdanos que somos amor" quieta se estuvo al abrir las manos, tocó mi nariz y antes del sonido que atravesó mi costado, aleteo un verso que dije alguna vez entre aquel tiempo y fui feliz de nuevo, !feliz!, algo que ya me parecía imposible, más lo fui en ese momento bajo su ala y el corazón girando! ("las flores te escuchan, son los ojos cuando aman, y ellas giran y caen porque creen en ti. en tu latido" )
Ocaso-Inefable. Relato.
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