#Cantone dei Grigioni
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danieleneandermancini · 5 months ago
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DA SITO IN ALTURA SVIZZERO, IDENTIFICATO ACCAMPAMENTO ROMANO, COLM LA RUNGA
DA SITO IN ALTURA SVIZZERO, IDENTIFICATO ACCAMPAMENTO ROMANO, COLM LA RUNGA Ricercatori svizzeri del Cantone dei Grigioni, nei pressi di Colm la Runga, circa 160 km a S-E di Berna, hanno scoperto un accampamento militare romano risalente a 2000 anni fa, nascosto tra le montagne della Svizzera. Il sito si trova tra...
Ricercatori svizzeri del Cantone dei Grigioni, nei pressi di Colm la Runga, circa 160 km a S-E di Berna, hanno scoperto un accampamento militare romano risalente a 2000 anni fa, nascosto tra le montagne della Svizzera. Il sito si trova tra le Alpi della Svizzera orientale e dell’Italia settentrionale, a un’altitudine di circa 2.220 metri. In epoca romana, era protetto da tre fossati e da un…
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b0ringasfuck · 7 months ago
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Grazie Fornero, grazie Job Act, grazie alle promesse di Salvini e Meloni, grazie al cazzo.
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Uno stambecco nel cantone dei Grigioni, Svizzera
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Un’avventura di tre giorni nel cantone dei Grigioni Svizzeri. Qui ho capito che la montagna è di tutti ma non per tutti.
Buona Visione
Gilberto
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niels-schubert-fotograf · 7 years ago
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FRAGILE BREGAGLIA
Zerbrechliches Bergell | Graubünden
Wenige Tage vor dem katastrophalen Bergsturz im Bregaglia-Tal im August 2017 habe ich die Region begangen und fotografisch examiniert, und ich konnte mir ein Bild davon machen, wie fragil die Gesteinsformationen dort sind.
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careful-disorder · 2 years ago
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Giuseppe Barberis, Basilica of Sant’Abbondio, Como (Wikimedia) 
Illustration from La patria, geografia dell'Italia. Provincie di Como e Sondrio Canton Ticino e valli dei Grigioni, 1896 - Archive
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daniela--anna · 3 years ago
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Tremezzo 🇮🇹
Rappresenta al meglio l'espressione più autentica dei borghi del Lago di Como. Il suo nome significa "terra di mezzo" ed è dovuto alla sua posizione, esattamente a metà strada tra il valico svizzero del Canton Grigioni e la Pianura Padana. Questo paese è l'ideale per ritrovare un po' di pace in mezzo al verde. Sono tutti da ammirare i palazzi, le chiese e le ville che ne arricchiscono il valore architettonico e artistico.
#Lombardia #Italia
📸 ScattiDalMondo
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popolodipekino · 4 years ago
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tu sei tutu
una cartolina che mi spedì anni fa un’amica dal canton dei grigioni ritraeva un gruppetto di allevatori ad una fiera che cercavano d’intendersi chi consultando un dizionario bilingue, chi grattandosi con aria dubbiosa il capo, chi ricorrendo alla lingua dei gesti... la didascalia recitava qualcosa come “a volte i grigioni faticano a capirsi anche tra di loro”
pare che un professore brasiliano, imbattendosi in un’espressione poco chiara mentre rileggeva capitaes da areia (capitani della spiaggia) di j. amado, si sia rivolto alla rete per tentar di chiarirsi le idee
la frase in questione recita:
«Tú não pode passar um dia sem bater coxas com esta bruaca, não é? Tú vae acabar tútú..» («Non riesci a passar un giorno senza scoparti quella vecchia vacca, vero? ti ritroverai tútú... » - traduzione personale, libera)
il professore si domanda a quale delle possibili accezioni note per il termine tútú intendesse far ricorso l’autore, dato che dal contesto non risulta chiaramente desumibile un significato univoco. 
un altro utente del sito prova a dare tre interpretazioni alternative di «Tú vae acabar tútú»:
1.   « Finirai per essere il suo cane » - ci si rifà all’uso colloquiale (in senso ironico) della parola “toutou”, che in francese significa “cane”. in questo caso, l’intento del narratore sarebbe di enfatizzare il tono di sottomissione, di disprezzo, di scarso valore morale del personaggio. il doppio accento sulla ú di tútú richiamerebbe intenzionalmente il soggetto della frase, conferendole un tono scherzoso
2.   tútú è anche un dolce a base di fagioli e farina di manioca, dalla consistenza molle. da cui l’interpretazione: “a forza di far sesso con quella donna, il tuo stesso pene diventerà molle come un tútú”; quindi debole, senza fermezza, impotente
3. nella lingua quimbundo esiste il termine quitutu, che significa “capo locale, persona influente”. l’autore potrebbe aver fatto riferimento a questa parola per intendere che la frequentazione sessuale del personaggio con la prostituta lo porrebbe in una situazione di superiorità?
e chiude l’intervento segnalando che la questione è stata posta direttamente alla figlia di j.amado, paloma amado, che ne ha curato la revisione dell’intera opera. risposta: “non ricordo minimamente che spiegazione potrebbe aver dato papà dell’espressione “acabar tútú” quando, insieme a lui, abbiamo revisionato tutti i suoi lavori”
a volte anche i brasiliani faticano a capirsi, anche tra di loro
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coquelicotmafille · 4 years ago
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Momenti dell'atelier INTIMI RIVERBERI che ho ideato e condotto durante il festival Scarabocchi 2020 di Novara per Binario 9 e ¾ - il percorso sperimentale di creatività e narrazione rivolto agli studenti novaresi e dei Grigioni. Attraverso momenti di pittura collettiva, osservazione di immagini di adolescenti nel mondo e nel tempo, elaborazione di domande e loro lettura ad alta voce ed infine ricamo di parola, tre classi delle medie hanno iniziato un piccolo cammino di scoperta e di permeabilità, spostando resistenze e incontrando curiosità. Ringrazio in particolar modo Anastasia Frandino per la sua preziosa assistenza così come tutta l'équipe del @circololettorinovara per l'accoglienza al progetto e per l'ospitalità, Adelaide e Ludovica Mossina aka @adelaidemossinaphotography per le foto (tutte tranne l'ultima), Paola Lenarduzzi aka @studiopaola.it e Marco Belpoliti aka @00doppiozero per mettere insieme persone e idee. Tutt* i e le partecipant* al laboratorio. Partner di progetto Fondazione Circolo dei lettori, Consorzio Scuola Comunità Impresa, Associazione Next Level, Comune di Novara, Alta Scuola Pedagogica dei Grigioni, Ufficio Orientamento Professionale negli Studi e nella Carriera Cantone Grigioni con il patrocinio di Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, Ufficio Scolastico Territoriale di Novara operazione cofinanziata da Unione europea Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, Stato Italiano, Confederazione elvetica e Cantoni nell’ambito di Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Tremezzo è noto come il borgo dei giardini e deve il proprio nome alla sua posizione geografica. Si trova di fatto al centro rispetto alla costa del Lago di Como, a metà strada tra il valico svizzero del Canton Grigioni e la Pianura Padana. Il nome sta dunque per “terra di mezzo”. Il comune si suddivide in 10 frazioni di piccole dimensioni, tutte con un proprio motivo d’attrazione per i turisti. Un’area che vanta un panorama naturalistico a dir poco suggestivo, corredato da ville e monumenti di pregio. La storia di Tremezzo Per risalire alle origini di Tremezzo occorre tornare indietro fino al 880 d.C., data cui fa riferimento il primo documento storico certificato che citi la località. Al tempo il nome indicato era Curte Tremecia, mentre la denominazione attuale venne scelta soltanto nei decenni successivi al Mille. Tremezzo vanta una storia a dir poco ricca. Entrò a far parte del sistema difensivo dell’Isola Comacina, schierata al fianco di Milano. Ciò portò all’attacco dei Comaschi, che rasero al suolo il borgo nel 1169. Il periodo più florido risale invece agli inizi del XVII secolo, quando vennero eretti numerosi edifici e ville incantevoli. Il borgo divenne un vero e proprio punto di riferimento per la borghesia italiana ed europea. Era infatti possibile apprezzare famiglie olandesi, francesi e austriache nell’area, avendo scelto le rive del lago come dimora estiva. Tremezzo, cosa vedere La tranquillità domina in ogni dove nel borgo di Tremezzo. Si tratta dell’area ideale per ritrovare un po’ di pace perduta nei caotici centri cittadini, con scenari paesaggistici da sogno. È uno dei borghi barocchi più ricchi d’Italia, caratterizzato da palazzi, chiese e ville che ne arricchiscono il valore architettonico e artistico. Uno dei luoghi simbolo è senza dubbio Villa Carlotta, edificata sul finire del Seicento dal marchese Giorgio Clerici. Un edificio imponente, circondato da un giardino all’italiana curato in ogni dettaglio. Innumerevoli le alte siepi, che mutano colore col passare delle stagioni. Nel corso del XIX secolo la villa si arricchì di opere dal grande valore artistico, tra le quali alcune sculture di Canova e lavori di Hayez e Thorvaldsen. Un vero e proprio museo privato, voluto dal proprietario del tempo, Giambattista Sommariva. È possibile apprezzare inoltre Villa la Carlia, realizzata nel 1676. Una villa privata che ancora oggi viene utilizzata come residenza. Non è possibile visitarne gli interni dunque ma è impossibile non soffermarsi per ammirarne i tratti esterni, così come l’enorme giardino nel quale è immersa. Un elemento architettonico che di certo differisce dal resto è Villa Amila, realizzata secondo i canoni razionalisti nel 1931. Di 20 anni più giovane è invece il Grand Hotel Tremezzo, le cui linee rimandano il pensiero al tanto amato stile liberty. Incantevole anche l’architettura sacra del luogo, che vanta meravigliose chiese, per non parlare della superba cappella funeraria della famiglia Sommariva. Si tratta di una costruzione neoclassica, voluta dalla contessa Emilia Seillière, vedova di Luigi Sommariva. Al suo interno fece costruire un altare sormontato da statue in marmo bianco di Carrara. Un gruppo che raffigura la Madonna con in grembo il Redentore morto. Un’opera alla quale presero parte artisti del tempo come Benedetto Cacciatori, Camillo Pacetti e Pompeo Marchesi. La chiesa più celebre e visitata è di certo quella parrocchiale di San Lorenzo. Il progetto venne avviato nel 1775, con lavorazioni proseguite per più di un secolo, fino al 1894. Un edificio a dir poco eclettico, considerando le tante menti che hanno apportato modifiche nel corso dei decenni. L’ultimo fu l’architetto Parrocchetti, che mise la parola fine a una realizzazione eccellente, che mescola neoromanico e neogotico. Fu lui a realizzare inoltre l’abside ottagonale. Al suo interno spiccano affreschi di grandi artisti, come Luigi Tagliaferri. A breve distanza vi sono inoltre la Chiesa di San Pietro Volesio e la Chiesa della Madonna Nera. Trekking a Tremezzo Essendo immerso nella natura, Tremezzo è anche un paradiso per gli amanti delle escursioni. È possibile infatti cimentarsi nella lunga passeggiata garantita dal “Greenway” del Lago di Como. Un percorso naturalistico che si estende per 10 km, attraversando svariati comuni: Colonno, Sala Comacina, Lenno, Ossuccio, Mezzegra, Griante e Tremezzo. Il modo ideale per essere certi d’aver compiuto un itinerario completo, soffermandosi in ogni borgo di questo paradiso terrestre. https://ift.tt/2y6raQm Cosa vedere nel borgo di Tremezzo sul Lago di Como Tremezzo è noto come il borgo dei giardini e deve il proprio nome alla sua posizione geografica. Si trova di fatto al centro rispetto alla costa del Lago di Como, a metà strada tra il valico svizzero del Canton Grigioni e la Pianura Padana. Il nome sta dunque per “terra di mezzo”. Il comune si suddivide in 10 frazioni di piccole dimensioni, tutte con un proprio motivo d’attrazione per i turisti. Un’area che vanta un panorama naturalistico a dir poco suggestivo, corredato da ville e monumenti di pregio. La storia di Tremezzo Per risalire alle origini di Tremezzo occorre tornare indietro fino al 880 d.C., data cui fa riferimento il primo documento storico certificato che citi la località. Al tempo il nome indicato era Curte Tremecia, mentre la denominazione attuale venne scelta soltanto nei decenni successivi al Mille. Tremezzo vanta una storia a dir poco ricca. Entrò a far parte del sistema difensivo dell’Isola Comacina, schierata al fianco di Milano. Ciò portò all’attacco dei Comaschi, che rasero al suolo il borgo nel 1169. Il periodo più florido risale invece agli inizi del XVII secolo, quando vennero eretti numerosi edifici e ville incantevoli. Il borgo divenne un vero e proprio punto di riferimento per la borghesia italiana ed europea. Era infatti possibile apprezzare famiglie olandesi, francesi e austriache nell’area, avendo scelto le rive del lago come dimora estiva. Tremezzo, cosa vedere La tranquillità domina in ogni dove nel borgo di Tremezzo. Si tratta dell’area ideale per ritrovare un po’ di pace perduta nei caotici centri cittadini, con scenari paesaggistici da sogno. È uno dei borghi barocchi più ricchi d’Italia, caratterizzato da palazzi, chiese e ville che ne arricchiscono il valore architettonico e artistico. Uno dei luoghi simbolo è senza dubbio Villa Carlotta, edificata sul finire del Seicento dal marchese Giorgio Clerici. Un edificio imponente, circondato da un giardino all’italiana curato in ogni dettaglio. Innumerevoli le alte siepi, che mutano colore col passare delle stagioni. Nel corso del XIX secolo la villa si arricchì di opere dal grande valore artistico, tra le quali alcune sculture di Canova e lavori di Hayez e Thorvaldsen. Un vero e proprio museo privato, voluto dal proprietario del tempo, Giambattista Sommariva. È possibile apprezzare inoltre Villa la Carlia, realizzata nel 1676. Una villa privata che ancora oggi viene utilizzata come residenza. Non è possibile visitarne gli interni dunque ma è impossibile non soffermarsi per ammirarne i tratti esterni, così come l’enorme giardino nel quale è immersa. Un elemento architettonico che di certo differisce dal resto è Villa Amila, realizzata secondo i canoni razionalisti nel 1931. Di 20 anni più giovane è invece il Grand Hotel Tremezzo, le cui linee rimandano il pensiero al tanto amato stile liberty. Incantevole anche l’architettura sacra del luogo, che vanta meravigliose chiese, per non parlare della superba cappella funeraria della famiglia Sommariva. Si tratta di una costruzione neoclassica, voluta dalla contessa Emilia Seillière, vedova di Luigi Sommariva. Al suo interno fece costruire un altare sormontato da statue in marmo bianco di Carrara. Un gruppo che raffigura la Madonna con in grembo il Redentore morto. Un’opera alla quale presero parte artisti del tempo come Benedetto Cacciatori, Camillo Pacetti e Pompeo Marchesi. La chiesa più celebre e visitata è di certo quella parrocchiale di San Lorenzo. Il progetto venne avviato nel 1775, con lavorazioni proseguite per più di un secolo, fino al 1894. Un edificio a dir poco eclettico, considerando le tante menti che hanno apportato modifiche nel corso dei decenni. L’ultimo fu l’architetto Parrocchetti, che mise la parola fine a una realizzazione eccellente, che mescola neoromanico e neogotico. Fu lui a realizzare inoltre l’abside ottagonale. Al suo interno spiccano affreschi di grandi artisti, come Luigi Tagliaferri. A breve distanza vi sono inoltre la Chiesa di San Pietro Volesio e la Chiesa della Madonna Nera. Trekking a Tremezzo Essendo immerso nella natura, Tremezzo è anche un paradiso per gli amanti delle escursioni. È possibile infatti cimentarsi nella lunga passeggiata garantita dal “Greenway” del Lago di Como. Un percorso naturalistico che si estende per 10 km, attraversando svariati comuni: Colonno, Sala Comacina, Lenno, Ossuccio, Mezzegra, Griante e Tremezzo. Il modo ideale per essere certi d’aver compiuto un itinerario completo, soffermandosi in ogni borgo di questo paradiso terrestre. Tremezzo è un borgo davvero caratteristico vicino al Lago di Como, ricco di ville storiche, monumenti e paessaggi naturalistici tutta da scoprire.
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carmenvicinanza · 2 years ago
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Lora Lamm
https://www.unadonnalgiorno.it/lora-lamm/
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Lora Lamm, illustratrice svizzera, importante protagonista della grafica dell’Italia del secondo dopoguerra.
Insieme a Anita Klinz è stata l’unica donna, negli anni del boom della pubblicità, a emergere in un mondo totalmente dominato da talenti maschili.
Il suo stile fresco e iconico, l’approccio giocoso e sperimentale, l’ha resa una delle principali contributrici del design milanese degli anni ’50 e ’60.
Nata in Svizzera, ad Arosa, nel Cantone dei Grigioni, l’11 gennaio 1928, ha studiato a Zurigo alla Kunstgewerbeschule.
Nel 1953, in pieno boom economico, come molti suoi connazionali, si è trasferita a Milano, dove ha cominciato a lavorare per lo Studio Boggeri in cui ricopriva piccoli incarichi come il packaging dei dolciumi per Motta.
In quel periodo, tutte le grandi aziende investivano sulla pubblicità dando l’occasione alle migliori menti del settore della grafica e dell’illustrazione di creare immagini e campagne passate alla storia.
Nel 1954 è arrivata alla Rinascente grazie al suo compagno di scuola e collega Max Huber, uno dei più illustri grafici del novecento che era capo del dipartimento creativo e, per i grandi magazzini, aveva disegnato il logo e l’immagine coordinata.
Ha fatto una rapida carriera, da semplice impiegata che disegnava locandine, pubblicità, cataloghi, inviti, packaging, nel 1958 sostituito Huber e diventata consulente fino al 1962, quando ha deciso di ritornare in patria. Nello stesso periodo ha lavorato per grandi marchi come Pirelli, Elizabeth Arden, Olivetti, Consorzio del Latte Milano ed altri.
Il decennio che Lora Lamm ha trascorso nel capoluogo lombardo è stato indubbiamente il suo periodo d’oro, le creazioni di quegli anni sono entrate nella storia della Grafica internazionale.
La sua tecnica di riferimento è stata l’illustrazione con risultati freschi e attuali ancora oggi. Ha creato opere dirette soprattutto al pubblico femminile, stilizzate, inaspettate, piene di colore che inducono un senso di meraviglia e coinvolgimento comunicando entusiasmo e spensieratezza.
Nel 1963 è rientrata a Zurigo come partner presso Frank C. Thiessing dove ha lavorato fino alla fine degli anni ’90.
Per La Rinascente ha dato forma a immagini aggraziate e accattivanti, sono rimaste alla storia quelle per le mostre mercato dedicate a culture come la giapponese e la messicana, che hanno fatto registrare un enorme successo di pubblico anche per merito della sua grafica allegra, giocosa e perfetta.
Le donne che ha rappresentato le somigliavano, emancipate, dinamiche, disinvolte, figlie delle ottimistiche certezze degli anni del boom economico.
Con uno stile inconfondibile, grande efficacia comunicativa e eleganza, ha contribuito a traghettare il gusto della classe media italiana verso la modernità.
La sua abitudine di conservare per sé una copia di ciascuno dei propri lavori, persino dei bozzetti, le ha permesso di dare vita all’archivio che ha donato al Museum für Gestaltung di Zurigo.
Nel 2013 il m.a.x. museo di Chiasso le ha dedicato una grande mostra personale e nel 2015 le è stato conferito il Gran Premio Svizzero per il Design.
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ermatmblr · 6 years ago
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E quindi il tentativo (riuscitissimo, eh) di affossare le prevendite di Black Panther con una valanga coordinata di commenti negativi su Rotten Tomatoes, prima dell'uscita. Con Gli Ultimi Jedi era successa la stessa cosa. In entrambi i casi, la motivazione di queste bande di scoppiati era la presenza dei neri. Perché magari sì, qualcuno credeva che un film come Black Panther avrebbero dovuto girarlo nel Cantone dei Grigioni.
Captain Marvel e la missione impossibile: frenare i troll su Rotten Tomatoes e più in generale la barbarie su Internet
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telodogratis · 2 years ago
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In Svizzera il record per il treno passeggeri più lungo: quasi 2 chilometri
In Svizzera il record per il treno passeggeri più lungo: quasi 2 chilometri
AGI – Il treno passeggeri più lungo del mondo, composto da ben 100 carrozze che insieme hanno raggiunto l”interminabile’ lunghezza di 1.910 metri, ha attraversato i 25 chilometri tra Preda e Alvaneu sulla tratta di montagna del cantone svizzero dei Grigioni patrimonio dell’umanità dell’Unesco. La traversata da record è avvenuta in occasione del 175esimo anniversario del sistema ferroviario…
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Al via il World Economic Forum, a Davos focus sulle aree di conflitto
AGI – Oggi prende il via la 54esima edizione del World Economic Forum di Davos, quest’anno centrato particolarmente attorno ai conflitti che rischiano di minare la ripresa economica, a cominciare dalla guerra tra Hamas e Israele e la crisi nel Mar Rosso. In questa cittadina delle Alpi svizzere, nel Cantone dei Grigioni, si riuniscono oltre 2.800 protagonisti della politica internazionale, del…
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paolocentofanti · 2 years ago
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Un nuovo piano di protezione e di utilizzazione consente di sfruttare l'energia idroelettrica a Fideris
Un nuovo piano di protezione e di utilizzazione consente di sfruttare l’energia idroelettrica a Fideris
Un nuovo piano di protezione e di utilizzazione consente di sfruttare l’energia idroelettrica a Fideris. Il 30 settembre 2022 il Consiglio federale ha approvato il piano di protezione e di utilizzazione presentato dal Cantone dei Grigioni per lo sfruttamento idroelettrico del torrente Bergbach. L’obiettivo del piano è coordinare meglio la protezione e l’utilizzo delle acque. Il piano di…
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artesplorando · 3 years ago
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Il monastero di San Giovanni Battista è un'antichissima abbazia benedettina situata a Müstair, in Val Monastero nel Cantone dei Grigioni, molto vicino al confine con la Val Venosta. Dal 1983 è nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
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