#capitani della spiaggia
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popolodipekino · 4 years ago
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tu sei tutu
una cartolina che mi spedì anni fa un’amica dal canton dei grigioni ritraeva un gruppetto di allevatori ad una fiera che cercavano d’intendersi chi consultando un dizionario bilingue, chi grattandosi con aria dubbiosa il capo, chi ricorrendo alla lingua dei gesti... la didascalia recitava qualcosa come “a volte i grigioni faticano a capirsi anche tra di loro”
pare che un professore brasiliano, imbattendosi in un’espressione poco chiara mentre rileggeva capitaes da areia (capitani della spiaggia) di j. amado, si sia rivolto alla rete per tentar di chiarirsi le idee
la frase in questione recita:
«Tú não pode passar um dia sem bater coxas com esta bruaca, não é? Tú vae acabar tútú..» («Non riesci a passar un giorno senza scoparti quella vecchia vacca, vero? ti ritroverai tútú... » - traduzione personale, libera)
il professore si domanda a quale delle possibili accezioni note per il termine tútú intendesse far ricorso l’autore, dato che dal contesto non risulta chiaramente desumibile un significato univoco. 
un altro utente del sito prova a dare tre interpretazioni alternative di «Tú vae acabar tútú»:
1.   « Finirai per essere il suo cane » - ci si rifà all’uso colloquiale (in senso ironico) della parola “toutou”, che in francese significa “cane”. in questo caso, l’intento del narratore sarebbe di enfatizzare il tono di sottomissione, di disprezzo, di scarso valore morale del personaggio. il doppio accento sulla ú di tútú richiamerebbe intenzionalmente il soggetto della frase, conferendole un tono scherzoso
2.   tútú è anche un dolce a base di fagioli e farina di manioca, dalla consistenza molle. da cui l’interpretazione: “a forza di far sesso con quella donna, il tuo stesso pene diventerà molle come un tútú”; quindi debole, senza fermezza, impotente
3. nella lingua quimbundo esiste il termine quitutu, che significa “capo locale, persona influente”. l’autore potrebbe aver fatto riferimento a questa parola per intendere che la frequentazione sessuale del personaggio con la prostituta lo porrebbe in una situazione di superiorità?
e chiude l’intervento segnalando che la questione è stata posta direttamente alla figlia di j.amado, paloma amado, che ne ha curato la revisione dell’intera opera. risposta: “non ricordo minimamente che spiegazione potrebbe aver dato papà dell’espressione “acabar tútú” quando, insieme a lui, abbiamo revisionato tutti i suoi lavori”
a volte anche i brasiliani faticano a capirsi, anche tra di loro
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rubensber · 5 years ago
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Milano Sanremo
Il giorno della Milano Saremo la sveglia è presto, alle 6:30, la notte è ancora buia e il pensiero appena ci si sveglia va ai pionieri del ciclismo che a quell’ora partivano nella loro corsa verso il sole da Milano. Oggi le strade sono più belle, le bici più veloci e il gruppo più allenato. La corsa parte da piazza Duomo alle 9:00 per il primo tratto neutralizzato in città. Fuori Milano su quegli stradoni da pianura padana, ancora sonnolenti nel sabato mattina viene data la partenza ufficiale: Km 0. Qui si parte signori ma si hanno nelle gambe già 15km degli oltre 300 da percorrere. Fortunatamente il dislivello non è da tappa alpina, tutta pianura, qualche dentello nel finale giusto per rendere la delicatezza della Sanremo crudele.
Il vento fa da compagno di viaggio negli stradoni verso il Piemonte e la Liguria e gli attacchi si susseguono in testa al gruppo. La fuga non arriva alla Sanremo questo è risaputo, solo uno svizzero temerario ce l’ha fatta negli anni 80, ma sarebbe bello esserci, provarci, dare un senso ad una corsa straordinariamente ordinaria.
La bici da strada ti fa sentire la velocità nei capelli, il vento in faccia e le lacrime sugli occhi, si va veloci verso il Turchino che di qua non è altro che uno strappo da 53, si prende il rifornimento e si controlla il distacco sui fuggitivi, si sono andati, hanno circa 15 minuti. Per un lungo attimo alla Sanremo ci sono due corse, due gruppi: uno davanti e uno dietro, davanti si mena e dietro si pasteggia o passeggia.
La galleria umida e la strada sdrucciolevole della discesa del Turchino ti risvegliano a forza e con uno schiaffo sei sul mare, siamo fortunati, oggi c’è il sole e si può sentire l’aria dell’estate, il sapore della salsedine e le grida della spiaggia.
La Liguria è tutta curve, niente più stradoni, sull’ Aurelia verso Ventimiglia si deve stare attenti, c’è chi tira per i capitani, che prende le borracce e chi si rifocilla in vista del finale.
Per la fuga è vita segnata soprattutto quando iniziano i capi, l’attesa è quasi meglio della lotta, ad Albenga tutti possono vincere ancora, dopo i capi non sarà più così.
Capo Mele, facile poco più di uno strappo, si fa in un respiro, capo Cervo pure lui bello ma nella discesa ecco le insidie, bisogna tenere le posizioni per prendere il Berta davanti, lui si che comincia ad essere una salita vera e le gambe cominciano a dare segni di vita, se ci sono è facile passare in testa, se non ci sono ci si stacca e la corsa finisce li ad osservare il monumento ai grandi Coppi, Bartali e Girardengo.
La discesa del Berta è veloce come l’attraversamento di Imperia, occhio alla fontana monumentale nel mezzo-perché l’hanno messa li?-e via verso la Cipressa, prima e vera asperità del percorso.
Nel tratto verso la curva di imbocco della Cipressa si va veloci, si sta tutti vicini, ci si tocca ci si appoggia, c’è chi urla, chi boccheggia e chi inevitabilmente scivola, o scivola dietro. Sono le gambe a fare la differenza, se ci sono la Cipressa si prende bene con una curva secca degna di piega, se le gambe non ci sono dietro poco importa a che velocità si prende tanto in salita il buco te lo fanno e devi remare per andare all’arrivo.
Tra gli eletti davanti la Cipressa è veloce , si frena in curva e si sale a gran velocità, non molto diversa da quella della pianura. Sarebbe bello proporre un attacco scollinare con un lieve vantaggio ad avere le gambe fino a Sanremo, ma la verità è che è ancora lunga, da soli è dura e poi la discesa è da cardiopalma, curve, serre, cordoli, paletti e asfalto lucido ma non lucidato.
Giù tutti insieme e di nuovo sull’Aurelia, nell’eterna attesa del Poggio, piccolo strappo vicino all’arrivo, non duro ma dopo 300 km pure lui si fa sentire.
Sul Poggio solo i grandi possono attaccare, quelli che hanno gambe e lucidità, quelli abili a disinteressarsi della corsa nei primi 200km. Il Poggio si fa a velocità altissima, come in pianura. L’odore di legna arsa e il sapore di olive fanno da contorno. Sopra le teste l’elicottero che solo indisturbato può seguire la corsa in queste strade cosi strette. L’ultimo rettilineo di salita sembra infinito, una semicurva fino al bivio dove inizia la discesa, anch’essa da grandi doti tecniche, cordoli, paletti, asfalto lucido, guardrail e compagnia bella.
Gìù fino a Sanremo, non si ha tempo per sentire il profumo dei fiori, l’arrivo è vicino e un secondo guadagnato può valere una vittoria che vale una carriera. I fiori quelli veri aspettano il vincitore sul palco con tutti gli appassionati e turisti a fare da cornice.
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disciules · 5 years ago
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Non c’è niente di meglio del giro completo del Lago di Garda per decidere dove passare le tue prossime vacanze o il prossimo weekend! Ovviamente se decidete di fare questo giro in giornata è meglio munirvi di biciclette o di motorino per non inceppare nel traffico del weekend.
Ci sono alcuni tratti nelle vicinanze di Limone sul Garda dove è davvero spiacevole andare in bicicletta perché in quel tratto di strada sono presenti molte gallerie davvero interminabili. Non consiglierei quindi a nessuno di passare da quelle parti in bici, in particolare tra Limone e Gargnano. Inoltre, se il vostro intento è di farlo in bicicletta il mio consiglio è quello di dividerlo a tappe di due giorni.
Un altro suggerimento può essere quello di prendere il traghetto a Limone per farsi portare a Riva del Garda, evitando così le gallerie più brutte.
Il giro del lago è di circa 145 Km ed in moto / motorino lo si gira in circa un paio di ore, mentre se contiamo anche due o tre tappe possiamo arrivare a circa 6 ore.
Vediamo quindi quali sono i possibili itinerari e le fermate da effettuare durante il percorso!

In questo esempio partiremo da Desenzano per poi ritornare al punto di partenza.
Sirmione e Desenzano; si o no?
Desenzano è una cittadina molto carina, ma essendo una delle prime raggiungibili dalla Lombardia in estate è presa d’assalto da molte persone. Per questo motivo il mio consiglio è quello di evitare di fermarsi qui per fare un bagno. Lo stesso discorso vale per Sirmione; è davvero un gioiellino e merita sicuramente più giorni invece che di una tappa mordi e fuggi. In questo modo farete una deviazione importante, non troverete parcheggio (in macchina, se non a pagamento) e non riuscirete a godervela in quanto è tutta da esplorare ed in particolare nella punta più a nord ovviamente.
Di Sirmione abbiamo parlato delle sue meravigliose cantine, di cosa fare durante una giornata di pioggia e di tutte le attrazioni e punti di interesse tra Sirmione e Desenzano in quest’altro articolo.
Se cercate inoltre un hotel come base di partenza qui ne abbiamo elencati 10 dal sapore tropicale!
Nella sponda orientale del Lago di Garda troviamo tra le prime tappe Lazise, Bardolino e Garda. Per l’itinerario di un giorno dovrete scegliere una di queste tre!
Lazise o Bardolino
Non c’è una vera classifica tra queste tre cittadine ma Lazise e Bardolino sono molto caratteristiche. Ecco un collage di queste due città per permetterti di fare la tua scelta.
Lazise è ricco di storia, di monumenti e di cultura, ospitale per il clima mite che il lago e le colline moreniche offrono ai villeggianti che lo scelgono come meta delle loro vacanze. Dispone di ampi parcheggi, locali ospitali, ristoranti fra i più rinomati della zona, dove si possono gustare i piati tipici della gastronomia tradizionale e internazionale.
Bardolino ha una meravigliosa passeggiata sul lungolago e delle acque che farebbero invidia alla Sardegna. Il centro storico è differente da quello Medievale di Lazise ed ha un’anima più “veneziana”.
Le spiagge sono piccole ma ben attrezzate e facili da raggiungere come quella di Punta Cornicello, qualora voleste fare una sosta.
Verso Malcesine
Da qui in poi è tutto un paradiso immerso nel verde con piccole spiaggette nelle quali passare momenti di relax. A differenza della sponda Occidentale, il percorso che porta a Malcesine è caratterizzato da spiagge e lidi. Se avete deciso di fare il giro del lago in più tappe e non potete rinunciare alla comodità delle strutture organizzate avrete sicuramente sentito parlare di Punta S.Virgilio. Qui troverete la spiaggia Baia delle Sirene, nei pressi di Garda. Si tratta di una spiaggia attrezzata a pagamento, raggiungibile attraverso una passeggiata all’interno dell’omonimo parco oppure arrivando a piedi da Garda e passeggiando lungo la spiaggia.
Il parco è aperto da aprile a settembre. Dal 10 Maggio fino al 25 Settembre è aperto tutti i giorni, l’ingresso è a pagamento dalle ore 10.00 alle ore 18.00, con tariffe speciali per i più piccoli e per le visite brevi.
l Parco offre una serie di servizi, compresi nel prezzo del biglietto:
parcheggio gratuito fino ad esaurimento posti
sdraio e lettini
tavoli da ping pong
accesso ai chioschi
parco giochi per bambini con tanti giochi e programma giornaliero con animazione
area TV
tavoli da pic nic
docce, WC
ingresso gratuito ai nostri amici a quattro zampe purchè al guinzaglio
Baia delle Sirene
Ecco qualche foto dell’itinerario tra Bardolino, Garda e Malcesine.
Da queste parti inoltre, ci sono molte spiagge in cui praticare nudismo ma, a differenza della sponda Lombarda vicino a Manerba, senza preoccuparsi di venire importunati.  Non sono solo luoghi in cui sentirsi liberi ma bellissime rientranze nelle quali poter fare un bagno in totale solitudine.
Malcesine è un vero gioiello del lago, grazie anche al magnifico Castello Scaligero. Sul sito VisitMalcesine è possibile scoprire per intero tutto il territorio:
Immaginati un piccolo borgo medievale circondato dalla natura. A est, i campi di olivo e il Monte Baldo, statico e maestoso. A ovest, le spiagge e il Lago di Garda, dinamico e vigoroso. Nel mezzo, sospeso fra acqua e montagna, un piccolo paese raccolto attorno al Castello Scaligero.
Il centro storico è un intrecciato sali e scendi di piccole vie acciottolate dove si affacciano le attività commerciali. È un alternarsi di scorci sulle antiche case, sui vicoli e sulla natura che circonda il paese.
Camminando verso il lago, meritano una visita il porto, il porto vecchio e il Palazzo dei Capitani.
Uscendo dal centro e passeggiando sul lungolago o la pista ciclabile ti troverai a fotografare il paese circondato da lago e montagna: la foto cartolina della bella Malcesine che non smette mai di emozionare.
Non mancano le spiagge per qualche ora di sole e di relax, una partita a palla e un tuffo al lago nelle fresche acque del Garda.
Vicino al centro del paese la Funivia Malcesine Monte Baldo che con la sua cabina rotante ti porta sul Monte Baldo, a tratto Spino, a 1780 metri di quota. I più sportivi devono sapere che i primi sentieri partono già dal paese.
Leggi di più: COSA FARE, VEDERE E FOTOGRAFARE A MALCESINE
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I am really in love with Malcesine 😍 😊 #malcesine #lagodigarda #gardasee #lakegarda #italy #gardalake #montebaldo #venetodascoprire #malcesinesulgarda #italia #malcesineitaly #visitmalcesine #verona #instagarda #travel #italien #lake #landscape #nature #photography #venetogram #funiviamalcesinemontebaldo #naturelovers #garda #castellomalcesine #lakegardaitaly #gardalakeitaly #veneto
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Da qui ci spostiamo per visitare Torbole e Riva del Garda.
Torbole e Riva del Garda
Torbole è molto più piccola ma anche meno caotica, riservando passeggiate in spiaggia e relax al Bar Alla Sega.
La Casa del Dazio (lato destro della foto) è sicuramente una delle prime cose che vedrete una volta arrivati a Torbole sul Garda, molto pittoresca e sempre attorniata da barche colorate.
Inoltre, se il vostro itinerario prevede più giorni, non perdetevi il sentiero panoramico Busatte Tempesta.
Per arrivare all’inizio del sentiero panoramico da Busatte a Tempesta, dovrete recarvi in località Busatte, parcheggiando e camminiamo fino al Parco avventura delle Busatte.
sentiero panoramico da Busatte a Tempesta
  Se invece avete più tempo a disposizione, Riva del Garda è molto piacevole da girare in lungo ed in largo.
Sicuramente è una città che merita più giorni e per questo abbiamo un articolo apposito.
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Riva del Garda ristoranti
Riva del Garda
Riva del Garda città
Lungolago Riva del Garda
Tra le tante attività da fare a Riva del Garda, ecco qualche suggerimento:
DA RIVA DEL GARDA ALLA CAPANNA SANTA BARBARA
WEEKEND DI BENESSERE SUL LAGO DI GARDA – RIVA DEL GARDA
CENA IN CASTELLO A RIVA DEL GARDA – NAGO – TRENTINO
Facendo tutto questo giro e dedicando almeno un’oretta a tutte i luoghi consigliati si sarà ormai fatta sera, motivo per il quale il mio consiglio è quello di soggiornare almeno una notte sul lago. Se invece siete decisi a vedere tutto, cercate di non dedicare più di 30m ad ogni stop.
Da qui in poi non ci resta che scegliere un’ultima tappa.
Limone sul Garda, Salò o Manerba sono gli stop che vi consiglio per questo giro mordi e fuggi.
Manerba del Garda
In questo caso abbiamo optato per Manerba, prediligendo la meravigliosa vista dalla rocca. Da qui, una vista sul Lago e sull’Isola di San Biagio.
Le ultime tre foto sono state scattate dal Camping San Biagio, passando per Porto Torchio e Porto Alberto.
Un ultimo scorcio dalla Rocca di Manerba, dalla quale è possibile fare un percorso per arrivare alla scogliera sottostante ed ammirare le limpide acque del lago.
  Giro del Lago di Garda in giornata Non c'è niente di meglio del giro completo del Lago di Garda per decidere dove passare le tue prossime vacanze o il prossimo weekend!
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mademoisellesabi · 6 years ago
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Al largo delle coste bretoni, ci sono tutta una serie di isole e isolette davvero affascinanti che in alcuni casi, anzi in molti casi, sembrano essere il paradiso terrestre. Le isole della Bretagna offrono magnifici paesaggi: coste selvagge di roccia frastagliata modellata dal vento e dal mare, falesie che scendono e picco sull’oceano, baie di sabbia finissima bagnate da un mare limpido e turchese, distese di brughiere, giardini rigogliosi, borghi di splendide case, pittoreschi porticcioli e molto alto al ritmo del vento che soffia potente e al suono delle sirene dei fari che segnalano l’esistenza di questo magnifico angolo di mondo.
Vi ho già raccontato la Bretagna in questi quattro articoli: I luoghi imperdibili del Morbihan, Cosa vedere nel Finistére, Cosa non perdere nella Côtes d’Armor, I più bei villaggi dell’Ile-et-Vilaine.
ÎLE DE BRÉHAT (Côtes-d’Armor)
L’isola è un piccolo arcipelago per le numerose isolette e secche affioranti che la circondano, l’isola principale si compone di due isole separate da uno strettissimo braccio di mare, collegate tra loro da un piccolo ponte del XVIII secolo, ideato dal grande architetto Vauban. Nonostante la vicinanza al continente, una volta sbarcati sull’isola la sensazione è quella di essere catapultati a chilometri di distanza dalla costa. L’isola che è stata un tempo rifugio di corsari e di una flotta di pescherecci che attraversava l’Oceano per pescare a Terranova e in Islanda, è definita “l’isola dei fiori” per la varietà della sua flora e la bellezza dei suoi paesaggi, questo grazie alla corrente del golfo che assicura a questo splendido luogo un vero e proprio microclima ed è famosa per la sua costa selvaggia, frastagliata con massi di granito rosa, che si affaccia sulla Manica. Dedicate almeno una giornata alla scoperta dell’isola: a sud con il borgo e la sua chiesa del XVI secolo, le sue numerose ville di fine Ottocento con importanti giardini con palme e ortensie, la ricca vegetazione e le baie selvagge e affascinanti, lungo tutta l’isola. La parte nord vanta magnifici paesaggi che ricordano l’Irlanda ed è quasi priva di vegetazione in quanto molto esposta ai venti. Si circola solo a piedi o in bicicletta. Posta di fronte alla celebre Costa di Granito Rosa, si trova a due chilometri dalla Pointe de l’Arcuest, da dove partono i battelli che in un quarto d’ora portano nell’isola.
ÎLE DE BATZ (Finistére)
Una piccola isola della superficie di 357 ettari, discreta, ricca charme e di stile. Vi conquisterà per la sua fauna e flora che regala fantastici paesaggi con dune, rocce frastagliate e spiagge ghiaiose o sabbiose e le piccole case dai giardini fioriti che danno vita a un panorama incantato. Un sentiero costiero permette di fare il giro dell’isola a piedi in mezza giornata, numerosi percorsi vi conducono al litorale per farvi godere di una ventina di spiagge, la maggior parte esposte a sud. La costa a nord-ovest è invece più selvaggia e rocciosa. Potrete visitare il “Foro del serpente” dove, secondo la leggenda, Saint Paul Aurélien fece precipitare tra i flutti il drago che terrorizzava l’isola. Spingetevi fino al giardino Georges Delaselle dove crescono, grazie alla mitezza del clima oltre duemila piante esotiche. Resti di un’antica necropoli dell’età del bronzo attestano un’occupazione risalente a più di cinquemila anni fa, quando l’isola era senza dubbio ancora collegata al continente. Raggiungibile tutto l’anno, in una decina di minuti, da Roscoff.
ÎLE DE OUESSANT (Finistére)
Ouessant fa parte delle sette isole che formano l’arcipelago di Moléne e Ouessant, il vero Finistere, continuamente battuto dalle onde e dal vento. Scandita da scogli di granito e dalla meravigliosa Côte Sauvage nella parte settentrionale, nei mesi estivi è illuminata da un sole lucente che fa risplendere l’isola e le sue spiagge, in particolare attorno a Lampoul, dove si trovano le migliori. Un’infinità di sentieri che permettono di percorrere tutta l’isola. Nei mesi invernali l’aspetto è abbastanza tetro in quanto sferzata dai venti e spesso coperta di nebbia, se a questo aggiungiamo gli ululati delle sirene e il fischio del vento è facile comprendere l’atmosfera che si respira. In alcuni periodi dell’anno è il luogo ideale per il birdwatching, tra le specie: i cormorani, le pulcinelle d’acqua e una piccola colonia di foche. L’isola infatti è Parco naturale Regionale dell’Armorica, dal 1969. Il detto che riguarda l’isola dice “Qui voit Ouessant voit son sang” tradotto “chi vede Ouessant vede il suo sangue” e starebbe a significare “che non bisogna avvicinarsi troppo all’isola per non rischiare di incagliarsi nelle scogliere tutte intorno”. L’isola ha una pessima reputazione, considerata un’isola a forma di granchio è conosciuta per la violenza delle tempeste, per le scogliere temute dai mariani, anche i più preparati. Da visitare (in bicicletta) i suoi cinque fari: il faro di Keréon; il faro di Stiff, il faro di Creac’h; il faro di Nividic il faro di Jument, quest’ultimo come i fari di Nividic e di Kéreon, non è situato sulla terraferma, bensì su una punta rocciosa. Si trova al largo di Le Conquet e si raggiunge tutto l’anno in battello da Brest, in due ore e mezza e da Le Conquet, in poco più di un’ora. Voli giornalieri da Brest in 15 minuti. 
ÎLE DE MOLÉNE (Finistére)
Situata sulla rotta per Ouessant, l’isola di Molene è uno sperone di roccia che emerge dal mar d’Iroise. Molène fa parte di un arcipelago con una stringa di isolette verdeggianti, circondate da sabbia bianca e da scogliere selvagge, un paradiso della natura nel Mare d’Iroise. L’isola è piatta, senza alberi, in nome infatti deriva da moal enez in bretone “isola calva”. Nel piccolo borgo di case grigie dominato dal campanile della chiesa di Saint-Ronan, vivono circa 200 anime, per la maggior parte pescatori, eredi dei primi abitanti le cui origini si perdono nel neolitico, periodo cui risalgono i ritrovamenti più antichi. Arrivare qui non è facilissimo, i traghetti non sono giornalieri. Raggiungibile tutto l’anno da Brest in un’ora e mezza e da Conquet in mezz’ora. Prenotazione obbligatoria.
ÎLE DE SEIN (Finistére)
L’île-de-Sein, in bretone Enez Sun è un’isola piatta e dall’aspetto selvaggio, nel corso del tempo, è stata più volte completamente ricoperta dal mare, ha un unico borgo che racchiude le sue case intorno a stradine molto strette per esporsi il meno possibile alle raffiche di vento. I suoi abitanti, che fino al secolo scorso vivevano nel più completo isolamento, oggi vivono di pesca e sono fieri dei numerosi salvataggi che effettuano in mare. L’area di mare dell’isola è infatti detta Chaussée de Sein, ed è nota per la sua pericolosità e per i frequenti naufragi, per contrastare i quali sono stati installati numerosi fari e boe. A largo dell’isola c’è il faro d’Ar-Men, prende il nome dello scoglio su cui è eretto. “Qui voit Sein, voit sa fin” cioè “Chi vede Sein vede la sua fine”, dicevano un tempo i marinai, che temevano i numerosi scogli dei dintorni e le violente correnti, che hanno fatto numerose vittime Si trova di fronte alla Pointe du Raz ed è circondata da alcuni isolotti che formano il comune amministrativo. È raggiungibile, in un’oretta, tutto l’anno con partenza da Brest e Audierne.
ÎLE D’ARZ (Morbihan)
Una piccola isola con meravigliose spiagge non cuore del Golfo del Morbihan. Un’isola di gran carattere, come quello dei marinai che venivano a vivere qui e che hanno contribuito a darle il soprannome “l’Isola dei Capitani”. L’isola ha un’importante scuola di vela di Glénans, fondata su questa terra per offrire le migliori condizioni per l’apprendimento della vela. Per le attività sportive: nell’isola c’è una montagnola di ben 13 metri che, anche che non siete sportivi, potrete scalare, il dislivello non rischia di affaticarvi. Altra attività è fare il giro dell’isola attraverso diversi affascinanti sentieri costieri che vi faranno scoprire il carattere selvaggio e ben conservato di questa terra, rifugio di numerose specie locali e residenza secondaria delle oche bianche siberiane e, se avete fortuna, potrete assistere al loro decollo al tramonto. Nonostante la dimensione limitata dell’isola, appena 3 chilometri, le attività da fare sono numerose: passeggiate in bicicletta, camminate alla scoperta del paesaggio, nuotate in acque meravigliose e la traversata della diga del mulino di Berno. Questo peculiare mulino mosso dalle maree ricorda oggi l’attività dei mugnai dell’isola nel Medio Evo. Infine rilassatevi nelle numerose spiagge che segnano la costa dell’isola e godetevi le meravigliose acque con un bagno. Ci si imbarca a Vannes e la traversata dura un quarto d’ora.
ÎLE DE GROIX (Morbihan)
L’isola di Groix ha uno stile originale e particolarissimo, è calorosa, selvaggia e ricca di storia. Il miglior modo per girare per l’isola è in bicicletta e pedalando sarete attirati dalla bellezza dell’isola con le sue valli verdeggianti, i borghi con viottoli stretti e ben conservati, le facciate colorate delle case dei marinai, l’originale cima del campanile con la banderuola a forma di tonno che rende omaggio alla storia dell’isola di Groix, primo porto tonniero della Francia nella prima metà del XX secolo. Un sentiero costiero che permette di fare il giro dell’isola a piedi in 2 giorni. Di buon mattino a Port-Tudy, potrete assistere allo spettacolo che regala il viavai delle barche, in un andirivieni di merci e passeggeri. A Groix troverete l’unica spiaggia convessa d’Europa, la spiaggia delle Sabbie Bianche, dove la peculiarità spinge la spiaggia a spostarsi di 10 metri ogni anno, lasciando senza parole gli scienziati. Partendo da Lorient si arriva a Port Tudy in tre quarti d’ora. 
BELLE ÎLE EN MER (Morbihan)
È la più grande, con una superficie 84 km² (lunghezza 20 km per 5-9 km di larghezza) e forse la più bella delle isole bretoni. Lo dice il suo nome ed è verità! L’isola è nota per le sue bellissime e vaste spiagge dalla sabbia fine e per l’atmosfera autentica e selvaggia che ha conquistato anche artisti come Jaques Prévert e Claude Monet. Offre porti naturali, baie bagnate da acque limpide e turchesi e pareti rocciose con grotte marine. L’isola conta quattro comuni: Le Palais, il capoluogo con la sua impressionante cittadella; Sauzon, un affascinante porticciolo dai colori pastello; Locmaria, il cui borgo circonda una chiesetta ricca di leggende; Bangor con il grande faro di Gouphar, che domina tutta la costa selvaggia. Raggiungibile in 45 minuti, tutto l’anno, da Quiberon, attraverso i traghetti della Compagnie Mobihannaise et Nantaise de Navigation con trasporto anche di autovetture (serve prenotare). In estate c’è un collegamento, solo passeggeri, Lorient- Sauzon. In alta stagione anche da altre città.
ÎLE DE HOUAT (Morbihan)
Un’isola dall’aspetto sinuoso, lunga e stretta (lunga 5 km per 1 km di larghezza per una superficie di 228 ettari), con la sorella minore Hoëdic, fa notare tutta la sua indipendenza con l’allontanamento dal continente al quale era originariamente attaccata, si trova 14 km al largo di Quiberon. Ci vivono appena 250 anime per la maggior parte occupate dall’attività della pesca, fate un giro al porto di Saint Gildas, dove batte il cuore dell’isola, al ritorno dalla pesca, quando sbarcano sul molo cassette di astici, granceole, granchi, quando si impilano le nasse, il risultato del duro lavoro degli abitanti dell’isola. Vi ammalierà quell’isola bagnata da un mare limpido e turchese dove si alternano baie da sabbia calda e dorata e falesie che confermano il carattere forte e selvaggio dell’isola, dove la natura è prevaricatrice e si cerca di preservarla in ogni modo. Una vacanza fantastica in un paradiso terrestre. Raggiungibile tutto l’anno con partenza da Quiberon (45 min). Prenotazione obbligatoria. 
ÎLE DE HOËDIC (Morbihan)
Hoëdic è ancora meno popolata di Houat, ci vivono all’incirca un centinaio di persone e una decina di barche da pesca sostentano la maggior parte delle famiglie dell’isola, qui tutti si conoscono. Una mezza giornata è sufficiente per visitare quest’isolotto granitico con incantevoli baie di sabbia finissima. Si trova a 22 chilometri dal continente sul prolungamento della penisola del Quiberon. Raggiungibile tutto l’anno con partenza da Quimper via Houat in un’ora circa.
ÎLE AUX MOINES (Morbihan)
L’isola nel Golfo del Morbihan è separata dal continente da soli 500 metri. Questo angolo di mondo dove la natura regna sovrana è bagnato dalla corrente della Giumenta, considerata la più forte in Europa. L’isola si visita solo a piedi o in bicicletta. A passeggio per l’Isola dei Monaci, tra stradine strette che attraversano dolci colline, minuscole valli e boschi incantati che sembrano usciti da una fiaba dei fratelli Grimm, nugoli di casette bianche di pescatori con fantastici giardini con affaccio sul mare, sarete colti da una pace interiore e respirerete un’atmosfera unica. Potrete consumare un aperitivo o uno spuntino a base di ostriche ai tavolini sistemati in mezzo al cantiere di ostricoltura, un’esperienza da fare in Bretagna e proverete la sensazione descritta da Manuel Vázquez Montalbán: «Mangiare ostriche è come baciare il mare!» Raggiungibile tutto l’anno, in cinque minuti, con partenza da Port-Blanc-en-Baden.
ÎLE DE GAVRINIS (Morbihan)
L’isola il cui nome bretone significa “isola delle capre”, ha sul suo suolo un sito megalitico del neolitico tra i più belli del mondo. Questa piccola isola travolta dalle onde esprime un carattere forte che contrasta con l’armonia degli elementi, a volte dolce e fragile con le sue spiagge di sabbia fine bagnata dalle acque turchesi, altre forte e tempestosa, con la roccia frastagliata e le fortificazioni presenti. L’isola è caratterizzata da una rara varietà botanica: giglio marittimo e centaurea colorano le dune al ritmo delle stagioni. Ci si arriva in un quarto d’ora con un traghetto che parte ogni mezz’ora da Larmor-Baden ma anche da Port-Navalo o Locmariaquer.
  Bretagna: le isole bretoni da non perdere Al largo delle coste bretoni, ci sono tutta una serie di isole e isolette davvero affascinanti che in alcuni casi, anzi in molti casi, sembrano essere il paradiso terrestre.
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retegenova · 7 years ago
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Assoluti Salvamento: Sportiva Sturla grande protagonista a Riccione
  A Riccione, la Sportiva Sturla si distingue, come da pronostico, confermandosi in serie A al sesto posto assoluto, a soli 9 punti dai quarti. Da dieci anni consecutivi la località romagnola ospita gli assoluti primaverili di nuoto e da cinque riceve le principali manifestazioni nazionali ed internazionali di nuoto per salvamento, a cominciare dagli europei junior di settembre 2013. Sei giorni di gare, dal 28 maggio al 2 giugno 2018, divisi tra piscina e mare, con 408 atleti iscritti agli assoluti (1369 presenze gara e 356 staffette), 826 iscritti alle prove oceaniche di categoria (2459 presenze gara) e 16 qualificati alla finale del Grand Prix esordienti A. Il 28 e 29 maggio nella piscina coperta dello Stadio del Nuoto le 11 gare  tradizionali e dal 30 maggio al 2 giugno spazio alle gare senza cronometro al Bagno 7, sul lungomare che porta a Misano.
  In piscina Martina Repetto ottiene la finale assoluta nei 100 m trasporto manichino con pinne, centrando la sua miglior prestazione, e non è da meno Andrea Negrotto Cambiaso con due finali giovanili nei 200 m ostacoli e nei 100 m percorso mx. Brillano le staffette, con il titolo assoluto vinto nella line throw da Andrea Ponte e Simone Marangon, e numerosi i piazzamenti nelle prime 8 posizioni assolute ottenuti dalle staffette composte da  Martina Repetto, Matilde Piatti, Carlotta Tortello, Gloria Balestrero, Andrea Negrotto Cambiaso, Simone Marangon, Andrea Ponte, Enrico Guidi, Noah Mattia Erba e Giorgio Santucci.
  In mare la Sportiva Sturla non si ferma e centra tutte le finali assolute a sua disposizione con i suoi mattatori:  Martina Repetto, Matilde Piatti, Carlotta Tortello, Gloria Balestrero, Marta Brichetto, Andrea Negrotto Cambiaso, Simone Marangon, Andrea Ponte, Enrico Guidi, Noah Mattia Erba, Alberto Comunetti, Gianluca Bellan, Guido Parodi, Adeshola Ayotade e Giorgio Santucci.
  Titolo vinto nella 4×90 sprint da Martina Repetto, Matilde Piatti, Carlotta Tortello e Marta Brichetto. Gli uomini si laureano invece vice campioni assoluti con Gianluca Bellan, Guido Parodi, Adeshola Ayotade e Simone Marangon. Terzo gradino del podio per la staffetta torpedo uomini con Enrico Guidi, Andrea Negrotto Cambiaso, Simone Marangon e Gianluca Bellan. Medaglia d’argento assoluta per Martina Repetto nei 90 m sprint e per la giovanissima Carlotta Tortello nella gara di bandierine: la stessa Carlotta sfiora il bronzo nella gara regina del salvamento oceanico, l’oceanwoman Adeshola Ayotade conquista un ottimo bronzo nei 90 m sprint.
  La Sportiva Sturla chiude al quarto posto assoluto i Campionati di Surfalifesaving e si prepara ad affrontare gli ultimi due giorni di gare ai Campionati Italiani di Categoria di Surflifesaving, aspettando l’arrivo del resto della squadra. Scatta il campionato nazionale di categoria delle oceaniche. Due giorni di prove in mare e sulla spiaggia del Bagno 7, sul lungomare che da Riccione porta a Misano. Grandi numeri: 826 atleti, 416 maschi e 410 femmine, 53 società e 2459 presenze gara. La Sportiva Sturla si fa trovare pronta, con tutti i suoi atleti.
  Mattatrici dei campionati le giovanissime Matilde Piatti e Carlotta Tortello, accompagnate da una più esperta Martina Repetto. Matilde Piatti conquista 2 ori, nella gara con tavola e nella gare bandierine, 1 argento nello sprint ed un ottimo 4 posto nell’oceanwoman, riconfermandosi al 3 posto nella finale giovanile della gara con tavola. Carlotta Tortello si laurea campionessa di categoria e nella finale giovanile della gara bandierine, conquista un ottimo terzo posto nella gara con tavola e nell’oceanwoman, un secondo posto nei 90 m sprint ed un sesto posto nel frangente. Martina Repetto, non al meglio delle sue possibilità a causa di un infortunio,  conquista un oro nei 90 m sprint, un argento nella gara bandierine ed un ottimo quarto posto nella gara con tavola. Medaglie individuali per Andrea Ponte campione iridato nella gara con tavola; bronzi per Adeshola Ayotade e Marta Brichetto nei 90 m sprint, Enrico Guidi nella gara dell’oceanman e Guido Parodi nella gara bandierine;
  A ridosso del podio con degli ottimi 4 posti Andrea Negrotto Cambiaso nella finale giovanile della gara con tavola e Noah Mattia Erba nella gara bandierine e nella finale giovanile della stessa specialità. Numerose le finali centrate anche dai giovanissimi Lorenzo Omero, Lorenzo Taffone, Pietro Cotrozzi, Kevin Angeli e Valeria Massa.
  Gli sforzi e la dedizione di tutta la squadra hanno portato la Sportiva Sturla a conquistare l’argento tricolore nella categoria Juniores con Carlotta Tortello, Andrea Negrotto Cambiaso, Noah Mattia Erba, Valeria Massa, Irene Massa, Lorenzo Taffone, Pietro Cotrozzi, Kevin Angeli, Simone Capitani, Emanuele Dufour e Silvia Verrinea, nella categoria Cadetti con Matilde Piatti, Enrico Guidi, Andrea Ponte, Marta Brichetto, Guido Parodi, Ginevra Gualco, Viviana Di Giorgio, Beatrice Mantelli e Margherita Manni. La Sportiva Sturla conquista invece il terzo posto nella categoria Seniores con: Martina Repetto, Adeshola Ayotade, Simone Marangon, Gloria Balestrero, Gianluca Bellan, Giorgio Santucci e Giulia Verrini.
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Assoluti Salvamento: Sportiva Sturla grande protagonista a Riccione Assoluti Salvamento: Sportiva Sturla grande protagonista a Riccione   A Riccione, la Sportiva Sturla si distingue, come da pronostico, confermandosi in serie A al sesto posto assoluto, a soli 9 punti dai quarti.
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