#Caino e Abele
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giuseppepiredda · 4 months ago
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L’invidia si può trasformare in odio e portare all'omicidio
L’invidia si può trasformare in odio e portare all’omicidio L’esempio più conosciuto dell’invidia che è scaturita in odio mortale è il fatto che è accaduto tra i fratelli Caino e Abele. È avvenuto che le opere giuste di Abele spinsero Caino ad invidiarlo, e quel sentimento malvagio che albergava nel profondo del suo cuore, trasformatosi poi in odio mortale, lo spinse ad ucciderlo. Ecco, dunque,…
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zillyeah · 6 months ago
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La valle dell’Eden - John Steinbeck
Incredibile, son dispiaciuto si , perché l’ho appena finito di leggere, e non volevo che finisse no non volevo proprio, 762 pagine non bastano, un mondo pieno di tutto e di più, mi ha tenuto un sacco di compagnia con la sua saga familiare, sono due famiglie che si incroceranno con il tempo, la valle, splendida, per come descrive e scrive, john steinbeck, sei lì in questa valle piena di natura,di…
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la1parola3 · 1 year ago
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1 Giovanni 3:11 Poiché questo è il messaggio che avete udito fin dal principio: che ci amiamo gli uni gli altri.
 12 Non come Caino, che era dal maligno e uccise il proprio fratello. Perché l'uccise? Perché le sue opere erano malvagie e quelle di suo fratello erano giuste. 
13 Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. 
14 Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. 
15 Chiunque odia suo fratello è omicida; e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna.
16 Da questo abbiamo conosciuto l'amore: egli ha dato la sua vita per noi; anche noi dobbiamo dare la nostra vita per i fratelli. 
17 Ma se qualcuno possiede dei beni di questo mondo e vede suo fratello nel bisogno e non ha pietà di lui, come potrebbe l'amore di Dio essere in lui?
18 Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e in verità.
 19 Da questo conosceremo che siamo della verità e renderemo sicuro il nostro cuore davanti a lui.
 20 Poiché se il nostro cuore ci condanna, Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. 
21 Carissimi, se il nostro cuore non ci condanna, abbiamo fiducia davanti a Dio;
 22 e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui, perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo ciò che gli è gradito. 
23 Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo, Gesù Cristo, e ci amiamo gli uni gli altri secondo il comandamento che ci ha dato. 
24 Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. Da questo conosciamo che egli rimane in noi: dallo Spirito che ci ha dato.
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vir7ues · 2 years ago
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declan and ronan, undeniably brothers
you are jeff - richard siken / the raven boys - maggie stiefvater / the sun and her flowers - rupi kaur / caino e abele - giovanni lanfranco / the carrying - ada limon / the sun and her flowers - rupi kaur / all my friends are turning blue - løren / call down the hawk - maggie stiefvater / matthew 5:23-24
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abr · 2 years ago
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Dalla manipolazione delle nascite siamo alla gestione "pol.corr." del momento un tempo più ignoto, quello della morte. No non non sono miracoli della tecnologia, è la mentalità provincial servile.
Tipo la dipartita di un tizio davvero malvagio, un vero Caino, ritardata mediante macchine abbastanza da non coincidere, macchiandola, con la morte di un Abele benefattore, uno sia comunista che "liberale" - secondo la Neolingua - cui nessuno potrà negare viali e piazze.
Dalla mie parti c'è una antiquata "Via Martiri d'Ungheria", è ora di passare oltre a cotanta smaccata divisività, giusto?
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elperegrinodedios · 1 year ago
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Il mio dolore più grande, è quello che dopo aver studiato per 25 anni le scritture conosciuto tutta la storia di questo popolo fino dalle origini, dopo aver calpestato questa terra e dopo aver visitato questi luoghi durante i miei tre cammini in Terra Santa da Nazareth, Gerusalemme, Betlemme le terre dove è nato, vissuto, testimoniato e morto Gesù, ancora oggi si sparge sangue d'innocenti. E questo purtroppo, non finirà mai fino alla fine dei tempi. Religione certo, ma anche dittatura e bramosia, egoismo, ricchezza e vanità. Pensare che ormai quasi tutta la Palestina è musulmana e cosi è insieme agli ebrei per Israele. Io lo so, io l'ho visto con i miei occhi e ho toccato con mani che ormai i cristiani rimasti, sono soltanto i frati che gestiscono i luoghi sacri o parte di essi cosi come la Basilica del Santo Sepolcro.
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Tra una bomba ed un'altra, un'attentato e l'altro, tra una strage di innocenti ed un'altra, alla fine rimane sempre il fatto che, un solo popolo, con lo stesso sangue, combatte contro i suoi fratelli.
No, non è soltanto una disputa e una guerra tra Israele e Palestina bensì, una situazione che di fatto coinvolge l'intera umanità ed il silenzio o il non prendere posizione in merito, ci rende tutti complici. Da parte mia l'uomo, cosi come fa fin dal principio (Caino con Abele) potrebbe anche continuare ad uccidersi l'un l'altro tanto è la sua natura, ma che a pagarne le spese e a versare il sangue siano bambini innocenti e le loro madri, questo no, questo è l'abominio che toccherà la pupilla di Dio che a suo tempo farà giustizia. 💧
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Queste sono due foto che scattai durante il mio ultimo cammino in Terra Santa. Basta quella in alto, per capire quanto loro stessi sappiano che stanno combattendo una guerra fratricida. Una guerra non religiosa dicono loro, ma politica nel nome d'una propria indipendenza e di una reale autonomia. Due muli che vogliono andare per la loro via in direzioni diverse ma che non possono perchè legati dalla loro stessa natura e origine e dallo stesso sangue. Questa foto del murales, si trova sulla parete di un edificio, diviso in due dal muro di confine dalla parte di Gerusalemme e in pratica divide Israele e Palestina. Tale murales è stato di grande impatto su di me. Mentre l'altro in basso invece si trova (come si può vedere) sul muro stesso alto sette metri che segna proprio il confine tra Betlemme e Gerusalemme che dista nove km. Il leone che divora la colomba e siamo sempre all'interno della Palestina. Un anziano di quei luoghi mi raccontò che il muro al momento della costruzione, non ha avuto nessun riguardo e ha di fatto separato intere famiglie che si sono ritrovate già dal giorno dopo, ad essere cittadini palestinesi se erano nativi israeliani e, viceversa.
Uno scempio!!! Come possiamo girarci dall'altra parte? Come può questo mondo infame restare a guardare, senza almeno restarne indignato?!?!
Si spacciano dittature per democrazie contando sull'ignoranza e, sul menefreghismo del popolo, basti vedere chi tiene e tira i fili in queste guerre più conosciute, come Israele e Palestina, Russia e Ucraina o anche nel Congo. Noi non possiamo fare nulla, ma sappiamo scrivere e spargere foto e lamenti e preghiere e lacrime di condanna e di orrore. Abbiamo potere, lasciamo le cose futili e condividiamo le sofferenze ed il dolore, di quelle madri e di quelle povere anime innocenti, che la sola colpa che hanno è quella di essere nati. 💔
lan ✍️🙏
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massimogilardi · 2 years ago
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Vincent Feugere des Forts (1825-1889), scultore francese
Opera: La morte di Abel
Materiale : Marmo
Musée d'Orsay (Parigi)
Discepolo di François-Joseph Heim e dello scultore Jehan Du Seigneur, debuttò nella Sala del 1849 presentò lì il gesso del Denier de la veuve, il cui marmo espose nel 1852
Nel 1853 ha scolpito due bassorilievi raffiguranti San Juan e San Mathieu, per la cappella dell'ospedale Lariboisière di Parigi, e ha realizzato il gruppo Calvario per la cappella del Calvario nella chiesa di Saint-Jacques-Saint-Christophe a la Villette. Ha trionfato nel Salone del 1864 presentando il gesso del suo Abel morto (una copia a Chartres, Musée des Beaux-Arts), per il quale ha ricevuto una medaglia, prima di presentare il marmo nel Salone del 1866 (Parigi, Musée d'Orsay).
Una fonderia di bronzo dell'Abel si trovava alla fine del XIX secolo nello Château des Forts, vicino ad Illiers. (Eure-et-Loir). Ha vinto di nuovo medaglie nei saloni del 1865 e del 1867 (per il gesso e poi il marmo della sua Chevrier)
L'OPERA :
Rende omaggio ad Abel, protagonista assoluto, che appare sdraiato a terra, immobile. Darei l'impressione che si tratti di un giovane che sta dormendo se non fosse per la ferita che si può vedere sulla sua fronte, che traduce che si è verificato un atto violento.
Secondo la Bibbia, Caino e Abele erano figli di Adamo ed Eva. Caino era il fratello maggiore. Sono cresciuti insieme, Abele si dedicò al pascolo mentre Caino all'agricoltura. Un giorno fanno un'offerta a Dio: Caino dà i prodotti della terra e Abele dà alcuni dei primi neonati del suo gregge. Dio accetta l'offerta di Abele, ma non quella di Caino. Pieno di grande rabbia e gelosia Caino uccide Abele. E' il primo omicidio della storia.
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susieporta · 1 year ago
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(AL FUNERALE CON CAINO) - L’avviso di un sms arrivato: “Mi accompagneresti tu?” mi scrive l'altro giorno un signore che, nel tempo lungo della galera, mi è diventato un po’ amico. “Dove devi andare?” gli chiedo via sms. “Vorrei andare al funerale di Giulia. Ma da solo non ho il coraggio”. Lui è un signore ancora giovane che, anni fa, quand'era ragazzo, ha commesso la stessa mattanza che ha commesso Filippo. Oggi, dopo aver scontato tutta la pena che la giustizia gli ha inflitto, è un libero cittadino che si sta rimettendo faticosamente in piedi.
“Certo che ti accompagno, così andiamo assieme!” gli rispondo. “Non voglio entrare in chiesa, però: stiamo fuori, in Prato della Valle. Poi ti riconoscono e io non voglio le telecamere addosso. Mi bastano ancora quelle di quella volta”. Colgo la più bella delle occasioni inaspettate: partecipare al funerale di Giulia con Alessio (nome di fantasia) che è come fosse Filippo. Una cerimonia da brividi: guardavo il volto di lui, il volto di quelli vicini a lui, respiravo il silenzio freddo delle esequie funebri. Il silenzio della piazza attonita.
Al momento della comunione, un signore vicino a noi due, vedendolo così preso dalla cerimonia, gli chiede: “Ma se ti capitasse una cosa del genere, tu cosa faresti?” Non sa che quest'uomo, accanto a me, ha ucciso anche lui una donna. Quella che avrebbe voluto fosse "sua". Il mio amico scrolla la testa, tace, la abbassa. Io capisco tutta la sua fatica, l'altro capisce che anche il mio amico, in un'occasione simile, non saprebbe come comportarsi. Dall'altare parla il papà di Giulia: Alessio mi stringe la mano e da come me la stringe percepisco che le parole di Gino Cecchettin stanno incidendo la sua memoria come fossero un punteruolo. Aspettando il tram, mi dice: “Oggi, per me, è finita la galera: dovevo vedere coi miei occhi, respirare, le conseguenze di un gesto simile a quello che ho fatto io, visto che quella volta il funerale di lei io non l'ho visto nemmeno per televisione. Mi sono sempre chiesto cosa si provasse”. Colgo la palla al balzo: "Cosa si prova, Alessio?" Mi allontana dolcemente con la mano.
Siamo andati via dopo le parole di Gino, attaccate addosso come fango e diamanti: “Io non so pregare, ma voglio sperare”. Ha messo i soldi nella macchinetta, ha comprato il biglietto del tram, anche per me: “Prossima fermata: stazione”.
Anche oggi, per l'ennesima volta, Dio mi ha rieducato: mi ha fatto partecipare al funerale di Abelegiulia accompagnato (e invitato) da Cainoalessiofilippo. Ci sono giorni, questo è uno di quelli, che il Vangelo ti scotta in mano. Ma non lo puoi passare come se stessimo giocando in oratorio a “palla avvelenata”: devi accettare di tornare a casa con le tue ustioni.
Seduto accanto a Caino che non parla più.
E ad Abele che, nel frattempo, potrebbe essersi messo in moto per andare a recuperare il suo Caino personalizzato.
Cosi sia #sullastradadiemmaus
Don Marco Pozza
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giuseppearagno · 7 days ago
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Anima  e coscienza
Di Gaza non si parla.ma il silenzio, che ha vita e coscienza,si ribella e racconta.È uno dei momenti della storianel quale ciò che di noi più esaltiamo,grandi valori e crescita civile,sono maschere dell’istinto ferino, ch’è radice della vicenda umana,dei miti e dei numi che l’hanno creata:Cronos e Zeus, Caino e Abele, Romoloe Remo, lo stupro sulle Sabine.Tutto ti spinge alla resa, peròtu la resa…
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giuseppepiredda · 8 months ago
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Gli Apostoli si mossero per andare in Macedonia ad annunziare l’Evangelo, ed il Signore aprì il cuore di Lidia
Gli Apostoli si mossero per andare in Macedonia ad annunziare l’Evangelo, ed il Signore aprì il cuore di Lidia Gli Apostoli Paolo e Silvano, dopo che Dio diede una visione per dire loro di andare in Macedonia ad annunziare l’Evangelo di Gesù Cristo, giunsero nella città di Filippi, e nel giorno di sabato andarono fuori dalla porta e parlavano a delle donne, tra le quali vi era Lidia, ed a lei…
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evolia7 · 13 days ago
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Il Lamento di Adamo
di Padre Silvano del Monte Athos
Adamo, padre dell’umanità, in paradiso conobbe la dolcezza dell’amore di Dio; così, dopo esser stato cacciato dal paradiso a causa del suo peccato e aver perso l’amore di Dio, soffriva amaramente e levava profondi gemiti.
Il deserto intero riecheggiava dei suoi singhiozzi.
La sua anima era tormentata da un unico pensiero: "Ho amareggiato il Dio che amo".
Non l’Eden, non la sua bellezza rimpiangeva, ma la perdita dell’amore di Dio che a ogni istante attrae insaziabilmente l’anima a Dio.
Così ogni anima, che ha conosciuto Dio nello Spirito santo e ha poi smarrito la grazia, prova lo stesso dolore di Adamo.
L’anima soffre e si tormenta per aver amareggiato il Signore che ama.
Adamo gemeva, sperduto su una terra che non gli procurava gioia; aveva nostalgia di Dio e gridava:
"L’anima mia ha sete del Signore, in lacrime lo cerco. Come potrei non cercarlo?
"Quando ero con Dio, l’anima mia si rallegrava nella pace e l’avversario non poteva farmi alcun male. Ora invece lo spirito malvagio si è impadronito di me e tormenta l’anima mia. Ecco perché l’anima mia si strugge per il Signore fino a morire e non accetta conforto alcuno; il mio spirito anela a Dio e nulla di terreno lo consola; ho desiderio ardente di rivedere Dio (cf. Sal 42,2 ss.), di goderlo fino a saziarmene.
"Nemmeno per un attimo posso dimenticarmi di lui, l’anima mia langue per lui, gemo dal grande dolore. Abbi pietà di me, o Dio, pietà della tua creatura caduta".
Così gemeva Adamo, e un fiume di lacrime gli solcava il volto, scorreva sul petto e cadeva a terra. Il deserto intero riecheggiava dei suoi singhiozzi.
Bestie e uccelli erano ammutoliti di dolore.
E Adamo gemeva: per il suo peccato tutti avevano perduto la pace e l’amore.
Grande fu il dolore di Adamo dopo la cacciata dal paradiso, ma più grande ancora quando vide il figlio Abele ucciso da Caino. Per l’immane sofferenza piangeva, pensando: "Allora da me usciranno popoli, si moltiplicheranno sulla terra, ma solo per soffrire tutti, per vivere nell’inimicizia e uccidersi a vicenda".
Come oceano immenso era il suo dolore: solo le anime che hanno conosciuto il Signore e il suo ineffabile amore possono capirlo.
Io pure ho perso la grazia, e con Adamo imploro: "Abbi pietà di me, Signore. Donami lo spirito di umiltà e di amore".
Come è grande l’amore del Signore! Chi ti ha conosciuto non si stanca di cercarti, e giorno e notte grida: "Desidero te, Signore, in lacrime ti cerco. Come potrei non cercarti? Sei tu che mi hai permesso di conoscerti nello Spirito santo e ora questa divina conoscenza attira incessantemente la mia anima a te".
Adamo piangeva:
"Il silenzio del deserto,
non mi rallegra.
La bellezza di boschi e prati,
non mi dà riposo.
Il canto degli uccelli,
non lenisce il mio dolore.
Nulla, più nulla mi dà gioia.
L’anima mia è affranta
da un dolore troppo grande.
Ho offeso Dio, il mio amato.
E se ancora il Signore
mi accogliesse in paradiso,
anche là piangerei e soffrirei.
Perché ho amareggiato il Dio che amo".
Adamo, cacciato dal paradiso, sentiva sgorgare dal cuore trafitto fiumi di lacrime. Così piange ogni anima che ha conosciuto Dio e gli dice:
"Dove sei, Signore?
Dove sei, mia luce?
Dove si è nascosta la bellezza del tuo volto?
Da troppo tempo l’anima mia
non vede la tua luce,
afflitta ti cerca.
Nell’anima mia non lo vedo. Perché?
In me non dimora. Cosa glielo impedisce?
In me non c’è l’umiltà di Cristo
né l’amore per i nemici".
Sconfinato, indescrivibile amore: questo è Dio.
Adamo andava errando sulla terra: nel cuore lacrime amare, la mente continuamente in Dio. E quando il corpo esausto non aveva più lacrime da piangere, era lo spirito ad ardere per Dio, non potendo dimenticare il paradiso e la sua bellezza. Ma l’anima di Adamo amava Dio più di ogni altra cosa e, forte di questo amore, a lui incessantemente anelava.
Adamo, di te io scrivo; ma tu vedi che troppo debole è la mia mente per capire l’ardore del tuo desiderio di Dio e il peso della tua penitenza.
Adamo, tu vedi quanto io, tuo figlio, soffro sulla terra. In me non c’è più fuoco ormai, la fiamma del mio amore si sta spegnendo.
Adamo, canta per noi il cantico del Signore: l’anima mia esulti di gioia nel Signore (cf. Lc 1,47), si levi a cantarlo e glorificarlo, come nei cieli lo lodano i cherubini, i serafini e tutte le potenze celesti.
Adamo, nostro padre, canta per noi il cantico del Signore: tutta la terra lo senta, tutti i tuoi figli levino i loro cuori a Dio, gioiscano al dolce suono dell’inno del cielo, dimentichino le sofferenze della terra.
Adamo, nostro padre, narra il Signore a noi, tuoi figli! L’anima tua conosceva Dio, conosceva la dolcezza e la gioia del paradiso. E ora tu dimori nei cieli e contempli la gloria del Signore.
Narraci come il Signore nostro è glorificato per la sua passione, come vengono cantati i cantici in cielo, come sono dolci gli inni proclamati nello Spirito santo.
Narraci la gloria di Dio, quanto è misericordioso, quanto ama la sua creatura.
Narraci della santa Madre di Dio, quanto è esaltata nei cieli, quali inni la proclamano beata.
Narraci come gioiscono i santi lassù, come risplendono di grazia, come amano il Signore, con quale santa umiltà stanno davanti al suo trono.
Adamo, consola e rallegra le nostre anime affrante.
Narraci: cosa vedi nei cieli?
Non rispondi?
Perché questo silenzio?
Eppure, la terra intera è avvolta di sofferenza.
Tanto ti assorbe l’amore divino da non poterti ricordare di noi?
Oppure vedi la Madre di Dio nella gloria e non puoi distogliere gli occhi da quella celeste visione e per questo lasci i tuoi figli nella desolazione, orfani di una parola di affetto? È per questo che non ci consoli e non ci permetti di scordare le amarezze della nostra vita terrena?
Adamo, nostro padre, non rispondi?
Il dolore dei tuoi figli sulla terra tu lo vedi.
Perché dunque questo silenzio? Perché?
Adamo risponde:
"Figli miei, amati, non turbate la mia pace. Non posso distogliermi dalla visione di Dio. L’anima mia, ferita dall’amore del Signore, si delizia della sua bontà. Chi vive nella luce del volto del Signore non può ricordarsi delle cose terrene".
Adamo, nostro padre, hai forse abbandonato noi, tuoi figli ormai orfani? Ci hai lasciati immersi nell’abisso dei mali della terra?
Narraci: come piacere a Dio?
Ascolta i tuoi figli dispersi sulla terra: il loro spirito si disperde nei pensieri del loro cuore (cf. Lc 1,5 1) e non può accogliere la divinità. Molti si sono allontanati da Dio, vivono nelle tenebre e camminano verso gli abissi dell’inferno.
"Non turbate la mia estasi. Contemplo la Madre di Dio nella gloria e non posso distrarre la mente da questa visione per parlare con voi. Contemplo anche i santi profeti e apostoli e sono pervaso di stupore perché li vedo in tutto simili al Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio.
"Cammino nell’Eden e ovunque contemplo la gloria del Signore: egli vive in me e mi ha reso simile a lui. A tal punto il Signore glorifica l’uomo!".
Adamo, parla con noi! Siamo tuoi figli e qui sulla terra soffriamo.
Narraci come ereditare il paradiso, affinché noi pure, come te, possiamo contemplare la gloria del Signore. Le anime nostre soffrono per la lontananza dal Signore, mentre tu nei cieli ti rallegri ed esulti nella gloria divina.
Ti supplichiamo: consolaci!
"Figli miei, perché gridate a me?
"Il Signore vi ama e vi ha dato i comandamenti della salvezza. Osservateli, soprattutto amatevi gli uni gli altri (cf. Gv 13,34): così troverete riposo in Dio. In ogni istante pentitevi dei vostri peccati: così sarete ritenuti degni di andarvene incontro a Cristo. Il Signore ha detto: ‘Amo quelli che mi amano’ (cf. Gv 14,21) e ‘glorificherò quelli che mi glorificano’ (1Sam 2,30)".
Adamo, prega per noi, tuoi figli!
L’anima nostra è oppressa da molti mali.
Adamo, nostro padre, nei cieli tu contempli il Signore che è seduto nella gloria alla destra del Padre; vedi i cherubini, i serafini e i santi tutti; ascolti canti celesti e l’anima tua è rapita da tanta dolcezza. Ma noi, quaggiù, esclusi dalla grazia, siamo costantemente afflitti e abbiamo sete di Dio.
Si estingue in noi il fuoco dell’amore del Signore, siamo oppressi dal peso delle nostre colpe. Una tua parola ci sia di conforto; canta a noi un canto che ascolti nei cieli: lo senta la terra intera e gli uomini tutti dimentichino le loro miserie.
Adamo, la tristezza ci opprime!
"Figli miei, non turbate la mia pace. Passato è il tempo delle mie sofferenze. Nella dolcezza dello Spirito santo e nelle delizie del paradiso, come ricordarmi della terra?
"Questo solo vi dirò: Il Signore vi ama: vivete nell’amore! ‘Obbedite ai vostri superiori’ (Eb 13,17), umiliate i vostri cuori.
"Lo Spirito di Dio allora porrà la sua tenda in voi (cf . Gv 1,14). Viene nella quiete e all’anima dona pace; muto (cf. Sal 19,4), testimonia la sua salvezza.
"Cantate a Dio con amore e umiltà di spirito: di questo si rallegra il Signore".
Adamo, nostro padre, che fare?
Cantare, cantiamo. Ma in noi né amore né umiltà.
"Pentitevi davanti al Signore, e pregate. Concederà ogni cosa agli uomini che tanto ama (cf. Gv 3,16). Anch’io mi sono pentito e ho sofferto per aver amareggiato il Signore, perché per i miei peccati la pace e la gioia erano state tolte dalla faccia della terra. Un fiume di lacrime solcava il mio volto, mi scorreva sul petto e cadeva a terra; il deserto intero riecheggiava dei miei singhiozzi. Non potete penetrare l’abisso della mia afflizione, né il mio pianto a causa di Dio e del paradiso. In paradiso ero felice: lo Spirito di Dio mi colmava di gioia, mi preservava libero da sofferenze.
"Ma, cacciato dal paradiso,
fiere e uccelli, che prima mi amavano,
presero a temermi e a fuggire lontano;
pensieri malvagi mi laceravano il cuore;
freddo e fame mi tormentavano;
il sole mi bruciava,
il vento mi sferzava,
la pioggia mi inzuppava:
ero sfinito dalle malattie
e da tutte le disgrazie della terra.
Ma tutto sopportavo, sperando in Dio
contro ogni speranza (cf. Rm 4,18).
"Figli miei, sopportate anche voi le fatiche della penitenza; amate le afflizioni; sottomettete il corpo con l’ascesi e la sobrietà; umiliatevi e amate i nemici (cf. Mt 5,44): lo Spirito santo dimorerà in voi. Allora conoscerete e troverete il regno di Dio.
"Ma non turbate la mia pace. Per l’amore di Dio non posso ricordarmi della terra. Ho dimenticato tutte le cose terrene, persino lo stesso paradiso da me perduto, perché contemplo la gloria eterna del Signore e la gloria dei santi che risplendono della stessa luce del volto di Dio".
Adamo, canta per noi, cantaci il canto celeste: la terra intera lo ascolti e goda della pace di Dio. Sono inni soavi, cantati nello Spirito santo e noi desideriamo ascoltarli.
Adamo aveva perduto il paradiso terrestre. In lacrime lo cercava:
"Paradiso mio, paradiso mio, paradiso meraviglioso!".
Ma il Signore nel suo amore gli fece dono, sulla croce (cf. Lc 23,43), di un paradiso migliore di quello perduto, un paradiso celeste dove rifulge la luce increata della Santa Trinità.
Come contraccambiare l’amore del Signore per noi (cf. Sal 116,12)?
🌟
{Il Verbo di Dio, che abita i Cieli altissimi è fonte di sapienza}
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rexaofwrath · 1 month ago
Note
Oto opowieść o początku
Skąd powinienem zacząć, hm?
Nazywam się Seth Twiright
Najlepszy naukowiec w tym kraju
„Cain” i „Abel” byli porażką
Adam i Ewa zniknęli.
Muszę szukać Następnej „Mem Aleph”
Dla spełnienia moich ambicji
La storia dell' origine di tutto
Da dove inizierò a raccontar?
Il mio nome è Seth Twiright
Lo scienziato migliore che si può trovar
Caino e Abele, morti nel progetto,
Adam e Eve, ormai sfuggiti via,
Un'altra Mem Aleph dovrò trovare per
Portare a compimento il piano che ho nella mente mia…
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frateclaudio · 2 months ago
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Sconfitti dai conflitti
La prima lettura di oggi ci mette di fronte a un gesto che, per contrasto, fonda la storia dell’umanità: «Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise» (Gn 4,8). Il famoso film di Kubrik – Odissea nello spazio – la grande storia dell’umanità, che porta fino alla conquista delle galassie, comincia proprio con questo gesto: un ominide che si serve di un osso come di una clava contro i…
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michelangelob · 5 months ago
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Vincent Feugere e la Morte di Abele che ricorda quella di Dupré
La scultura del giorno che vi propongo oggi è la Morte d’Abele, scolpita nel marmo di Carrara nel 1865 da Vincent Feugere des Forts e custodita nel Museo d’Orsay, a Parigi. Lo scultore raffigurò Abele nudo, con i pube coperto da una pelliccia. Disteso a terra oramai è privo di vita e sulla fronte porta a favore di spettatore si vede la ferita inferta dal fratello Caino. Vicino a lui si nota la…
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alephsblog · 5 months ago
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Il 29 settembre 1938 Hitler incontrò a Monaco il premier inglese Neville Chamberlain, il Primo ministro francese Édouard Daladier e Benito Mussolini. Il mattino seguente firmarono un accordo che permetteva all’esercito tedesco di completare l’occupazione della regione dei Sudeti. Gran Bretagna e Francia comunicarono al governo cecoslovacco che poteva resistere da solo all’invasione nazista o arrendersi e accettare l’accordo. Abbandonata dai suoi alleati, la Cecoslovacchia gettò la spugna rapidamente. Al loro ritorno in patria, Chamberlain e Daladier furono accolti da folle esultanti, convinte che era stato evitato un conflitto militare disastroso con il Terzo Reich e di avere placato le sue ambizioni egemoniche in Europa. Nel marzo del 1939 Hitler ruppe l’accordo annettendosi l’intera Boemia e la Moravia.
Con una palese allusione al “tradimento di Monaco”, il filosofo cattolico scrive: “Questo pacifismo, nel settembre del 1938 non aveva a cuore la giustizia dei Sudeti, né quella dei Cechi, né quella dei Trattati, né quella delle loro vittime, né l’ingiustizia della guerra, ma aveva una sola ossessione: che non si interrompessero i suoi sogni di pensionato. […] La pace è compromessa non solo dai guerrafondai ma anche dagli imbelli […]. E ’forse questo il comportamento che si addice ai fedeli di una religione la cui pietra angolare è costituita da un Dio fattosi uomo sulla terra?”. Sono parole nobili, espressione di un “realismo cristiano” sideralmente distante da quello esibito dai cattolici della “pace come bene assoluto” e della “guerra come male assoluto”.
Non per caso personalità di rilievo del mondo cattolico, penso a Rosy Bindi, Andrea Riccardi e, ovviamente, Marco Tarquinio, hanno espresso grande soddisfazione per il voto di tanti europarlamentari italiani contrario all’uso delle delle armi occidentali nel territorio russo. Pacifisti radicali, per loro il ricorso alle armi è sempre un crimine e non esistono guerre giuste. Beninteso, la maledizione della guerra e dei suoi orrori risale al paleolitico superiore. Viene cavalcata anche da due leader politici, entrambi devotissimi -oltre che a Putin- uno alla Vergine e l’altro a Padre Pio, per il consenso che riscuote tra gli elettori, poiché accantona il dilemma “burro o cannoni”.
Ha scritto Norberto Bobbio: “Pacifismo non è soltanto invocare la pace, pregare per la pace, dare testimonianza di volere la pace […]. Opporre la nonviolenza assoluta in ogni forma, anche la più piccola, di violenza. Offrire l’altra guancia. Meglio morire come Abele che vivere come Caino. Ma non è forse vero che l’impotenza dell’uomo mite finisce per favorire il prepotente?” (“Il problema della guerra e le vie della pace”, il Mulino, 1997). Certo, Bobbio è un filosofo laico, e non fa testo per chi ha fede. Una fede talmente smisurata da dimenticare sistematicamente che il principio “Vim vi repellere licet” (“È lecito respingere la violenza con la violenza”), già presente nel Digesto di Giustiniano (533) e accettato da ogni ordinamento giuridico e da ogni dottrina morale, con una sua interpretazione perfino estensiva è stato accolto nel Catechismo della Chiesa Cattolica: “La legittima difesa, oltre che un diritto, può essere anche un grave dovere per chi è responsabile della vita di altri. La difesa del bene comune esige che si ponga l’ingiusto aggressore in stato di non nuocere” (n.2265).
Purtroppo, quanto afferma il Catechismo viene incredibilmente ignorato da papa Francesco. Un pontefice che dal febbraio 2022 non ha trovato il tempo per visitare la “martoriata Ucraina”, pur essendo stato in Canada, Malta, Kazakistan, Bahrein, Congo, Sudan del Sud, Ungheria, Portogallo, Mongolia, Francia, Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est, Singapore e Belgio. Un pontefice il quale non si stanca di ripetere che “la pace non si costruisce con le armi, ma attraverso l’ascolto paziente, il dialogo e la cooperazione, che rimangono gli unici mezzi degni della persona umana per risolvere i conflitti”. Chiss��, forse si rivolgeva anzitutto all’autocrate del Cremlino, ma non ne sono molto sicuro.
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siciliatv · 6 months ago
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A grande richiesta: aggiunta una terza replica di Caino e Abele al teatro Pirandello
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A grande richiesta: aggiunta una terza replica di Caino e Abele al teatro Pirandello A grande richiesta, è stata aggiunta una terza replica del musical Caino e Abele dell'agrigentino... #SiciliaTV #SiciliaTvNotiziario Read the full article
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