#Bruno Basso
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sunraysandrunway · 4 months ago
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Basso & Brooke Spring 2006 Ready-to-Wear
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gasparodasalo · 7 months ago
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Jean-Baptiste Barrière (1704-47) - Sonata for Pardessus de viole and Basso continuo in f-minor, Livre V No. 6, II. Allegro. Performed by Guido Balestracci, pardessus de viole, and Bruno Cocset/Les Basses Réunies on period instruments.
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libriaco · 5 months ago
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Nel nome dei Padri
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Il Presidente De Nicola firma la Costituzione. Alla sinistra dell'immagine: De Gasperi, alla destra: Terracini.
Qui sotto l'elenco dei membri della Commissione per la Costituzione (o Commissione dei 75).
Gruppo democristiano (26 membri)
Gaspare Ambrosini
Giuseppe Maria Bettiol (sostituisce dal 10 aprile 1947 Giacinto Froggio, dimissionario, che il 6 febbraio 1947 aveva sostituito Ezio Vanoni, divenuto ministro)
Pietro Bulloni
Giuseppe Cappi
Giuseppe Caronia (sostituisce dal 22 febbraio 1947 Giuseppe Togni, divenuto sottosegretario di stato)
Giuseppe Codacci Pisanelli
Camillo Corsanego
Luigi De Michele
Francesco Dominedò
Giuseppe Dossetti
Maria Federici
Giacinto Froggio (sostituisce dal 2 luglio 1947 Umberto Tupini, divenuto ministro)
Giuseppe Fuschini
Angela Gotelli (sostituisce dal 6 febbraio 1947 Carmelo Caristia, dimissionario)
Giorgio La Pira
Giovanni Leone
Salvatore Mannironi
Giuseppe Micheli (sostituisce dal 22 febbraio 1947 Umberto Merlin, divenuto sottosegretario di stato)
Aldo Moro
Costantino Mortati
Attilio Piccioni
Giuseppe Rapelli
Ferdinando Storchi (sostituisce dal 2 luglio 1947 Amintore Fanfani, divenuto ministro)
Emilio Paolo Taviani
Egidio Tosato
Giovanni Uberti (sostituisce dal 24 luglio 1946 Giovanni Ponti, dimissionario)
Gruppo comunista (13 membri)
Giuseppe Di Vittorio (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Mario Assennato, dimissionario, che il 24 settembre 1946 aveva sostituito lo stesso Di Vittorio, dimissionario)
Edoardo D'Onofrio (sostituisce dal 27 febbraio 1947 Umberto Terracini)
Antonio Giolitti (sostituisce dal 29 maggio 1947 Riccardo Ravagnan, dimissionario)
Ruggero Grieco (Vice Presidente)
Nilde Iotti
Vincenzo La Rocca
Renzo Laconi (sostituisce dal 19 settembre 1946 Fabrizio Maffi, dimissionario)
Concetto Marchesi
Guido Molinelli (sostituisce dal 30 maggio 1947 Carlo Farini, dimissionario, che il 19 settembre aveva sostituito Giorgio Amendola, dimissionario)
Umberto Nobile
Teresa Noce
Antonio Pesenti (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Bruno Corbi, dimissionario, che il 24 settembre 1946 aveva sostituito lo stesso Pesenti, dimissionario)
Palmiro Togliatti
Partito Socialista Italiano (7 membri)
Leonetto Amadei (sostituisce dal 10 dicembre 1946 Giovanni Lombardi, deceduto, che il 25 luglio 1946 aveva sostituito Alessandro Pertini, dimissionario)
Lelio Basso
Michele Giua
Ivan Matteo Lombardo
Pietro Mancini
Angelina Merlin
Ferdinando Targetti
Partito Socialista Lavoratori Italiani (6 membri)
Alessandro Bocconi
Emilio Canevari
Eduardo Di Giovanni (sostituisce dall'11 settembre 1946 Alberto Simonini, dimissionario)
Gustavo Ghidini (Vice Presidente)
Edgardo Lami Starnuti
Paolo Rossi
Gruppo Repubblicano (4 membri)
Giovanni Conti
Francesco De Vita (decaduto perché sottosegretario dal 22 dicembre 1947)
Tomaso Perassi (Segretario)
Oliviero Zuccarini
Unione Democratica Nazionale (4 membri)
Aldo Bozzi
Giuseppe Paratore
Giovanni Porzio
Vito Reale (sostituisce dal 16 giugno 1947 Giuseppe Grassi, divenuto ministro)
Gruppo Autonomista (3 membri)
Giulio Bordon
Piero Calamandrei
Emilio Lussu
Fronte liberale democratico dell'Uomo Qualunque (3 membri)
Francesco Colitto
Francesco Marinaro (Segretario)
Ottavio Mastrojanni
Gruppo Liberale (3 membri)
Bartolomeo Cannizzo (sostituisce dal 14 dicembre 1946 Gennaro Patricolo, dimissionario, che il 24 luglio 1946 aveva sostituito Ottavia Penna Buscemi, dimissionaria)
Orazio Condorelli (sostituisce dal 17 ottobre 1947 Roberto Lucifero d'Aprigliano, dimissionario)
Guido Cortese (sostituisce dal 27 giugno 1947 Luigi Einaudi, divenuto ministro)
Gruppo Misto (3 membri)
Gustavo Fabbri
Andrea Finocchiaro Aprile
Meuccio Ruini (Presidente)
Democrazia del Lavoro (2 membri)
Mario Cevolotto
Enrico Molé
Unione Nazionale (1 membro)
Pietro Castiglia
Fonte: Wikipedia.
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abr · 5 months ago
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Gli europei hanno fatto della transizione ecologica uno dei pilastri della propria politica economica e della loro stessa identità politica. La Commissione uscente ha stabilito target di decarbonizzazione e installazione delle fonti rinnovabili sempre più ambiziosi. Gli Stati membri stanno cercando di perseguirli con i due strumenti più vecchi del mondo: gli obblighi e i sussidi, cioè, in una parola, la politica industriale statalista in tutta la sua potenza.
Siamo sicuri che sia la via migliore? La risposta è no e la conferma arriva dal Texas.
Alla fine di quest’anno, secondo quanto racconta un dettagliato articolo del Financial Times, nel corso del 2024 il Texas avrà installato più pannelli fotovoltaici (rapportati alla popolazione) non solo di qualunque altro Stato Usa, ma addirittura di qualunque Paese al mondo. Anche in termini di incidenza sulla generazione di energia elettrica, il fotovoltaico texano a marzo ha scavalcato il carbone e superato altre realtà, come la California, che spesso vengono enfatizzate come esempi da seguire. Non colpisce solo il livello raggiunto dalle rinnovabili, ma anche la rapidità con cui esse si sono imposte, sostanzialmente negli ultimi quattro o cinque anni.
Eppure, il Texas non è certo un luogo ospitale per i seguaci di Greta: non ha una legislazione particolarmente favorevole per le rinnovabili, non ha incentivi generosi e tanto meno ha obblighi paragonabili ai nostri. Sono invece due gli ingredienti del successo texano, e si trovano esattamente dalla parte opposta rispetto a quella verso cui si guarda quando si dibatte di questi temi.
Il primo ingrediente è la libertà economica: in Texas le rinnovabili non godono di privilegi, ma tutte le imprese possono contare su un sistema di regole pensato per valorizzarne il contributo, non per mettere loro i bastoni tra le ruote. In Texas non ci sono i lunghi iter burocratici che, in California come in Italia, soffocano le rinnovabili assieme alle altre imprese. Quindi, il punto non è disegnare corsie preferenziali per le tecnologie alla moda, ma costruire un quadro normativo affidabile e aperto per tutti. Non è distribuire il Nimby ai nemici e le agevolazioni agli amici, ma creare un ecosistema a misura d’impresa. Il secondo ingrediente è che i pannelli fotovoltaici sono diventati sempre più competitivi, anche rispetto alle fonti energetiche tradizionali.
E questo dipende principalmente dalla concorrenza internazionale e dal basso costo del fotovoltaico cinese. Se c’è quindi una vera minaccia che rischia di mettere a repentaglio il modello texano, quella deriva dai dazi pretesi dal presidente più ambientalista di sempre, Joe Biden, e dai requisiti di “local content”. Se le rinnovabili prosperano in Texas è perché, in quel contesto, convengono davvero. Ma senza istituzioni favorevoli alla libera impresa, esse sarebbero al centro di quella stessa rincorsa tra sussidi e regolamentazione che le sta mettendo in difficoltà altrove, come in California (e in molti Paesi europei): It’s the economic freedom, stupid.
ambientalismo ignorante passé bovino, non (solo) per le scuregge al metano, vs. sostenibilità quella vera, quella che non ha bisogno di aiutini, via https://opinione.it/economia/2024/05/29/istituto-bruno-leoni-texas-usa-pannelli-fotovoltaici-california-biden/
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smokingago · 2 years ago
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Perché la vita non è solo bianco e nero, abbiamo bisogno anche dei colori
Buongiorno
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Siate gentili, tornate umani.
Parlate piano, ridete molto
accarezzate con le stesse mani
l’anima e il volto.
Siate le rondini, volate alto.
E se da terra vi lanciano il sasso
siate gentili, giù con un salto.
Volate basso.
Siate il guerriero che veste corazza
fatta di pura carezza di drago
e che sa infliggere con gentilezza
anche il castigo.
Siate la pianta che non colpisce
ma cerca il sole per crescere forte
e se le tolgono il sole fiorisce
dall’altra parte.
Volgete l’anima a chi vi chiama
e rispondetegli con il suo nome
Siate gentili con chi non vi ama.
Scoprite come.
Crescete floridi come balene.
Spargete il miele che avete raccolto.
Siate gentili, vivete bene.
Vivete molto.
Bruno Tognolini - "Atti contrari di gentilezza"
Immagine Jonathan Green
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docescene · 3 months ago
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Brazilian surnames — part ii
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List of surnames to inspire your Brazilian characters. These surnames are common in Brazil and have Italian heritage, stemming from ancestry and immigration (source one and two).
More names!
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Barbieri
Basso
Bianchi
Bruno
Bueno
Caruso
Casagrande
Colombo
Conti
Costa
De Luca
Esposito / Espozito
Ferrara / Ferrari
Fontana / Fontaine
Gallo
Giordiano / Giordano
Greco
Lombardi
Mancini
Mariani
Marino
Martinelli / Martini
Mello / Melo
Morelli
Moreti / Moretti
Richi
Rinaldi
Rizzi
Romano
Rossi
Russo
Sartor / Sartori / Sartore / Sartoro
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valentina-lauricella · 8 months ago
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Che cosa è la mia vita senza amore?
[…] Ecco l'incauto volgo accusa amore Che non è reo, ma 'l fato Ed i codardi ingegni, onde t'avvenne Svegliar la dolce fiamma in basso core. Voi testimoni invoco, Spirti gentili: in voi, dite, per fiato Avverso è spento il foco? Dite, di voi pur uno È che non desse a le ferite il petto Per lo suo caro amor? Tu 'l vedi o solo Raggio del viver mio diserto e bruno, Tu 'l vedi, amor, che s'io Prendo mai cor, s'a non volgare affetto La mente innalzo, è tuo valor non mio. Che se da me ti storni, E se l'aura tua pura avvivatrice Cade o santa beltà, perchè non rompo Questi pallidi giorni. Perchè di propria man questo infelice Carco non pongo in terra? E in tanto mar di colpe e di sciaure Qual altr'aita estimo Avere a l'empia guerra, Se non la vostra infino al sommo passo? Altri amor biasmi, io no che se nel primo Fiorir del tempo giovanil, non sono Appien di viver lasso M'avveggio ben che di suo nume è dono.
(Da Nello strazio di una giovane fatta trucidare col suo portato dal corruttore per mano ed arte di un chirurgo)
(Dagli appunti preparatori) Ora il volgo accusa amore. No lo giuro, è colpa di anime scelerate, che non hanno ombra di sensibilità. Dunque finisce l'amore col diletto? No. Non è colpa di amore. Voi chiamo in testimonio… Amore, la più cara cosa del mondo, per lui morremmo, per le nostre amate, non che trucidarle per noi. E che cosa è la mia vita senza amore? Se tu non mi consoli, amore, del tuo riso, come posso io sopportar la vita, tanta malvagità, noia, ec. e se mi lasci, se tu mi sei tolto, perchè non ispengo io queste membra, perchè non le do alla morte?
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daimonclub · 2 years ago
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Il mistero della bellezza
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La pietà di Michelangelo Il mistero della bellezza, un articolo che cerca di indagare il fenomeno della bellezza attraverso alcuni brevi testi e diverse riflessioni di vari autori. Fair is foul, and foul is fair: Hover through the fog and filthy air. William Shakespeare È vero, è vero senza errore, è certo è verissimo: ciò che è in alto è come ciò che è in basso, e ciò che è in basso è come ciò che è in alto, per fare il miracolo della cosa unica. Ermete Trismegisto Beauty is truth, truth beauty, that is all Ye know on earth, and all ye need to know to be a perfect stupid. Carl William Brown Se tutte le nostre donne dovessero diventare belle come la Venere dei Medici, per un certo periodo noi ne saremmo incantati; ma presto cominceremmo a desiderare qualcosa di diverso e, ottenuto questo, vorremmo vedere accentuarsi certe caratteristiche che modifichino i criteri vigenti. Charles Darwin Chiedete a un rospo cos’è la bellezza, il bello assoluto, il kalòn. Vi risponderà che è la sua femmina, con i suoi due grossi occhi rotondi sporgenti dalla piccola testa, la gola larga e piatta, il ventre giallo, il dorso bruno. Interrogate un negro della Guinea: il bello è per lui una pelle nera, oleosa, gli occhi infossati, il naso schiacciato. Interrogate il diavolo: vi dirà che la bellezza è un paio di corna, quattro artigli e una coda. Consultate infine i filosofi: vi risponderanno con argomenti senza capo né coda; han bisogno di qualcosa conforme all’archetipo del bello in sé, al kalòn. Assistevo un giorno a una tragedia, seduto accanto a un filosofo. "Quant’è bella!", diceva. "Cosa ci trovate di bello?" domandai. "Il fatto," rispose, "che l’autore ha raggiunto il suo scopo." L’indomani egli prese una medicina che gli fece bene. "Essa ha raggiunto il suo scopo," gli dissi, "ecco una bella medicina!" Capì che non si può dire che una medicina è bella e che per attribuire a qualcosa il carattere della bellezza bisogna che susciti in noi ammirazione e piacere. Convenne che quella tragedia gli aveva ispirato questi due sentimenti e che in ciò stava il kalòn, il bello. Facemmo un viaggio in Inghilterra: vi si rappresentava la stessa tragedia, perfettamente tradotta, ma qua faceva sbadigliare gli spettatori. "Oh, oh," disse, "il kalòn non è lo stesso per gli inglesi e per i francesi." Concluse, dopo molte riflessioni, che il bello è assai relativo, così come quel che è decente in Giappone è indecente a Roma e quel che è di moda a Parigi non lo è a Pechino; e così si risparmiò la pena di comporre un lungo trattato sul bello. Voltaire, Dizionario Filosofico
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Volto di donna La bellezza non è una qualità delle cose stesse: essa esiste soltanto nella mente che le contempla, e ogni mente percepisce una diversa bellezza. È persino possibile che una persona percepisca una bruttezza là dove un'altra prova un senso di bellezza: ogni individuo dovrebbe accontentarsi del suo sentimento personale, senza pretendere di regolare quello degli altri. La ricerca della bellezza reale o della bruttezza reale è altrettanto feconda quanto la pretesa di determinare ciò che è realmente dolce o ciò che è realmente amaro. Secondo la disposizione degli organi lo stesso oggetto può essere tanto dolce che amaro; e la sentenza ha giustamente stabilito che è inutile disputare sui gusti. È naturalissimo, e persino necessario, l'estendere questo assioma al gusto dello spirito, oltre che al gusto corporeo. Così il senso comune, il quale così spesso è in disaccordo con la filosofia, e specialmente con la filosofia scettica, si è ritrovato, una volta tanto, in accordo con essa nel pronunciare la stessa sentenza. David Hume, Della regola del gusto. Quando dico che la bellezza sconvolge, lo dico letteralmente, cioè mi riferisco anche ad aspetti psicopatologici. Conoscerete senz’altro la sindrome di Stendhal, che consiste nel fatto che alcune persone, di fronte a opere d’arte, sono a tal punto sconvolte da avere attacchi di panico, cioè da essere in una condizione di non padronanza di sé. La bellezza quindi non è una cosa tranquilla, la bellezza è qualcosa che ti sorprende. Ma come definire la bellezza? Tommaso d’Aquino dice in latino «pulchrum est quod visum placet», cioè "bello è ciò che quando lo guardi ti piace": tutto qua. Kant, invece, scrive che la bellezza è qualcosa che è senza concetto e senza scopo: vale a dire che, secondo Kant, la bellezza non può essere soggetta ad alcuna forma di teorizzazione – si coglie solo "intuitivamente" – e che essa è (anche questo �� molto importante) “senza scopo” – perché la bellezza si inserisce nella categoria della inutilità. Thomas Mann per parlare di bellezza utilizza il verbo tedesco durchstechen, la bellezza "trafigge": qui si riconosce qualcosa di affine all’amore, infatti anche l’amore "trafigge". Bellezza e amore sono accomunati dall’avere la caratteristica di colpire.
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Bellezza della natura L’uomo si trova in una condizione di dipendenza dalla bellezza, in cui tu non sei soggetto ma sei colui che patisce. E anche l’amore, al pari della bellezza, si inserisce nella dimensione della inutilità. Perché quando ogni scopo funziona come anello per raggiungere un altro scopo forma una "cattiva infinità, ossia l’infinità negativa, non essendo che la negazione del finito il quale però torna a nascere di nuovo e quindi non è superato". E allora ci vuole qualcosa di inutile per dare un senso alla nostra vita – e cosa c’è di inutile nella nostra vita, che non ha bisogno di rimandare ad altro, che è significativo e pieno di senso? Io conosco solo l’amore e la bellezza, che sono due dimensioni inutili, ma proprio perché inutili sfuggono alla catena dell’utilità, entro cui ogni cosa rimanda ad altro per il suo significato. Umberto Galimberti, il Mistero della Bellezza Sintetizzando, secondo il filosofo Nicola Abbagnano si possono distinguere cinque concetti fondamentali del Bello, e precisamente: 1) il Bello come manifestazione del bene; 2) il Bello come manifestazione del vero; 3) il Bello come simmetria; 4) il Bello come perfezione sensibile; 5) il Bello come perfezione espressiva. La prima concezione è propria di Platone e poi di Plotino dove assume carattere teologico e mistico; la seconda è sviluppata nell'età romantica, per esempio in Hegel per il quale bellezza e verità sono la stessa cosa. Il concetto del Bello come simmetria è presente in Aristotele, che lo tramanda anche alla filosofia medioevale e al Rinascimento; la quarta concezione invece è quella con cui nasce e si afferma l'Estetica, per esempio in Baumgarten (Aesthetica, 1750), e l'ultima accezione rappresenta un completamento di questa in quanto si considera il Bello come espressione riuscita e quindi arte. Il bello richiama talvolta anche il concetto di bene. Se in generale Bene indica tutto ciò che ha valore, pregio e dignità, in filosofia tale concetto si presenta secondo due prospettive, una metafisico-oggettivistica, il Bene è la realtà perfetta e suprema, e una soggettivistica, secondo cui il Bene è ciò che si desidera e piace. La prima teoria è tipica del mondo antico e medioevale (Platone, Aristotele, Plotino e Tommaso), che parlano del Bene come fonte della verità, del bello, del conoscibile, Bene come Dio, etc.; la seconda del pensiero moderno e contemporaneo che definisce il bene solo in relazione al soggetto che lo vuole, e ciò sia in senso relativistico, sia come in Kant che parla del bene voluto da una volontà buona, cioè guidata da una legge universale. Alcune filosofie contemporanee infatti preferiscono parlare del valore anzichè del Bello, considerando il valore come una realtà assoluta ed ultima, e si inscrivono nella stessa concezione tradizionale del bene. Carl William Brown
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Bellezza del corpo Leggendo un libretto del filosofo Maurizio Ferraris sulla bellezza, scopriamo ancora varie cose interessanti. A Boston esiste, dal 1993, it MOBA (Museum of Bad Arts), un museo di "brutte arti" che organizza mostre, conferenze, sviluppando un'idea semplice ma efficace: prendi un po' di croste e le chiami con it loro nome. L'operazione non riesce sino in fondo, alcune opere non sono poi cosi male, e nel complesso si ha l'impressione che la percentuale di arte brutta non sia significativamente superiore a quella presente in molti musei di belle arti, antiche e moderne. Ma quello che importa e che il MOBA ironizza su un dogma verso cui il senso comune contemporaneo in materia d'arte tocca il massimo consenso. Cioe sulla tesi secondo cui la bellezza non e piu l'obiettivo fondamentale di quelle che una volta si chiamavano "belle arti", per distinguerle dalle arti utili. È un fenomeno che viene da lontano, e risale almeno al Romanticismo, caratterizzato da Hegel (al quale i romantici non piacevano affatto) come un predominio del contenuto sulla forma, come una disarmonia prestabilita e fortemente voluta. E non a caso nel 1853 un hegeliano, Rosenkranz, scrisse Estetica del brutto, cogliendo lo spirito dell'epoca (senza dimenticare poi che, in una tradizione che dai greci porta a Hume e a Voltaire, e viene contraddetta solo da teorie fortemente normative come il classicismo di Winckelmann, appare chiaro che la bellezza, in quanto qualità antropologica, reca in sé sempre un tratto ineliminabile di storicità e di relatività). Ovvio, per qualche decennio, tra Otto e Novecento, ci fu ancora qualche visitatore impreparato che di fronte a croste o a capolavori gridava "Brutto! Brutto!", ma oggi la verità è radicalmente diversa, e di fronte a quelle stesse croste o a capolavori si mormora "Bello! Bello!", non perché li si consideri belli, ma per far capire - in una maniera un po' contorta - che non si è di quelli che ritengono che un'opera d'arte debba essere bella. All'origine di tutto questo, sul piano dei costumi di massa, è ovviamente Duchamp: prendi un orinatoio, o uno scolabottiglie (curioso strumento, d'altra parte) o una ruota di bicicletta, lo esponi in un ambiente adatto (galleria, museo), gli dai un titolo e lo firmi, e lì realizzi la meravigliosa transustanziazione concettuale per cui un oggetto comune diventa un'opera d'arte. Da questo punto di vista, schivare la bellezza è centrale per evitare che qualche incompetente possa pensare che il miracolo dipenda dall'azione di proprietà estetiche, e non dall'invenzione concettuale. Già, le "proprietà estetiche", ossia, sempre nel parlar comune, le proprietà legate alla bellezza, nelle espressioni "chirurgia estetica", "istituto di estetica", "migliorare l'estetica" di un boiler (o magari di un orinatoio adibito a usi ordinari).
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Articolo sul bello e la bellezza Che fine fanno le proprietà estetiche, nel momento in cui l'arte sembra essere tutta concettuale, e infischiarsene della bellezza? E, questione subordinata e minore, che fine fa l'estetica, intesa come dottrina filosofica che si occupa del bello e dell'arte, nella convinzione, ormai non più garantita, che i due termini abbiano molto in comune? Il bello, se così possiamo dire, è però che l'estetica non è affatto morta, anzi, è in condizioni di salute molto migliori rispetto a qualche anno fa. Da una parte, trova nuovi campi di applicazione (per esempio l'universo dei consumi di massa e del web) e nuovi strumenti di indagine (come / nelle ricerche della neuroestetica). Dall'altra, ritrova significati che con il tempo si erano persi, per esempio l'idea che l'estetica non si occupi solo di arte ma anche di percezione (aísthesis, da cui il nome "estetica"). Come è possibile? Probabilmente, la diagnosi secondo cui la bellezza non conta sottovaluta due circostanze. La prima è che i discorsi sulla sparizione della bellezza vengono regolarmente costruiti su un tipo di arte, quella visiva, che è estremamente anomala. Perché proprio l'arte visiva ha subito più direttamente l'impatto della riproducibilità tecnica dell'arte, che ha sollevato gli artisti da obblighi rappresentativi che favorivano la maestria tecnica, anche se non necessariamente la bellezza. Poi, in modo crescente, c'è stata la producibilità tecnica delle opere, ossia il fatto che tra creare un'applicazione per un telefonino e produrre un'opera non c'è alcuna differenza di fondo. Il risultato è che la manualità non conta più niente in arti in cui, in precedenza, costituiva un elemento decisivo. E chiaro che qui abbiamo a che fare con un radicale cambio di registro, che viceversa non si è prodotto in altre arti, in cui la manualità non aveva sin dall'inizio alcuna importanza (per esempio, nella letteratura) o che sin dal loro sorgere sono state caratterizzate da una fortissima componente di riproducibilità e producibilità tecnica, come il cinema e le sue evoluzioni digitali. Questa trasformazione, però, non ha affatto comportato la scomparsa dell'estetica nel suo senso tradizionale di filosofia dell'arte, sia perché si tratta di spiegare la grandissima dose di concettualità delle arti visive, sia perché si tratta di fare i conti con gli sviluppi dell'opera d'arte nell'epoca della sua diffusione di massa e della sua producibilità tecnica. Ma accanto a questo c'è un secondo elemento forse anche più interessante, e cioè il fatto che non è per niente vero che la bellezza sia scomparsa. Se dal MOBA passiamo alla moda, nessuno si sentirebbe imbarazzato a dire che un abito è brutto, o bello, e d'altra parte non ci vuol molto per vedere quanto i giudizi estetici abbiano a che fare con una delle caratteristiche fondamentali dell'essere umano, il piacere e il dispiacere che viene provocato in noi dal semplice presentarsi sensibile di cose o di persone. Questo lo aveva visto bene Kant, e il ritorno a una estetica come aísthesis, come teoria della sensibilità, ha il merito di ricordarcelo.
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Sant'Agostino e il diavolo La bellezza ha lasciato alcune opere, ed è migrata altrove, trasferendosi, per così dire all'ambiente naturale (il paesaggio e la sua tutela) e culturale, incominciando dagli immediati dintorni dell'arte, come i musei, per venire ai vini, ai cibi, alla cura del corpo. E l'estetizzazione del mondo di cui tanto si è parlato ai tempi del postmoderno, ma è anche qualcosa di più, e cioè la consapevolezza del fatto che la sensibilità ci mette in contatto con una sfera reale e inemendabile (se il vino sa di tappo, sa di tappo, e non c'è sortilegio concettuale che tenga), insegnandoci che il mondo non è semplicemente come ce lo dipingiamo, o ce lo dipingono. Senza dimenticare poi che la bellezza può decidere della felicità delle persone come tutta una letteratura sull'amore e i sentimenti, che abbiamo cercato di antologizzare, dimostra con larghezza. Il nocciolo di questo aspetto lo ha colto bene Stendhal: "la bellezza è una promessa di felicità". Questa frase sposta il dibattito dalle sfere somme, e dai paragoni fuori luogo, al nocciolo della faccenda, dicendoci che la bellezza non è una entità magniloquente, bensì una proprietà terziaria (cioè espressiva) connessa a oggetti, opere, eventi e soprattutto persone: c'è qualcosa nel mondo che si stacca dalla nebulosa delle cose circostanti perché esprime qualcosa, e in particolare una promessa, quella di renderci felici. La promessa potrà non essere mantenuta per intero (ed è ciò che accade il più delle volte, il che spiega perché la bellezza ha una qualche parentela con l'inganno e addirittura con il pericolo, come in Rilke e in Fitzgerald), oppure potrà durare troppo poco (ed è per questo che la bellezza è legata alla malinconia e alla caducità, come nei versi di Baudelaire), ma intanto importa che in quel preciso punto del mondo ci sia una promessa di quel genere, che si rivolge proprio a noi. La bellezza, dunque, importa. Ma bisogna evitare l'eccesso inverso rispetto alla squalificazione novecentesca. L'idea di Dostoevskij secondo cui la bellezza salverà il mondo è in ultima analisi tutt'altro che benigna: non date né scienza né pane al mondo, dategli lustrini e veline, e che si accontenti. Insomma, si sente il vento, non tanto della follia, quanto piuttosto dello stupore a poco prezzo e del raggiro che pagheremo caro. Un rischio collaterale di questa frase così immodesta (perché veniva da uno scrittore, dunque da un professionista della bellezza) è inoltre di fare odiare la bellezza, e di farle preferire il brutto per il brutto. Il che, fra l'altro, è storicamente avvenuto. Non appena un artista, un critico, un filosofo, si sono infuriati con l'idea che la bellezza avesse la meglio sulla giustizia e sull'umanità, il primo gesto è stato per l'appunto teorizzare, o purtroppo anche realizzare, opere brutte, che non fornicassero con l'estetismo, che ci mettessero sotto gli occhi i dolori del mondo, senza redimerli, ossia lasciandoli brutti, anzi, aggiungendo bruttezza a bruttezza. E poi, già che ci siamo, si è provveduto a riempire il mondo di case brutte, di calzoni a zampa, di panini alla piastra, e ovviamente di opere che meriterebbero di finire al MOBA. Maurizio Ferraris, Bellezza Comunque possiamo aggiungere che sulle categorie estetiche del bello si è proprio detto tutto e il contrario di tutto, come sulle altre questioni del resto. Ad esempio, Edmund Burke, filosofo e politico irlandese del XVIII secolo, ha elaborato una particolare teoria del bello e del sublime nel suo saggio del 1757 intitolato: A Philosophical Enquiry into the Origin of Our Ideas of the Sublime and Beautiful ( Un'indagine filosofica sull'origine delle nostre idee del sublime e del bello). Secondo Burke, il bello e il sublime sono due concetti estetici distinti. Il bello si riferisce a ciò che è piacevole alla vista e all'udito, e che suscita una sensazione di armonia e proporzione. Burke ha descritto il bello come "ciò che è formato in modo tale da suscitare la semplice approvazione dello spirito". Egli ha sostenuto che il bello è un concetto universale, che può essere apprezzato da tutti gli esseri umani indipendentemente dalla loro cultura o dalla loro esperienza. Read the full article
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ilcercatoredicolori · 2 years ago
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Vorrei rincorrerti fin dentro I colori delle acque
E circumnavigarti eternamente il petto
Naufragare nel guanto di velluti del tuo basso ventre
Annebbiare di sorrisi le nebbie tristi della. 
Morte
Bruno Lugano 
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foto: @ Beatrice Orsini · Altrove 
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goalhofer · 3 days ago
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2024 olympics Uruguay roster
Athletics
Santiago Catrofe (Girona, Spain)
Emiliano Lasa (Montevideo)
María Fernández (Trinidad)
Canoeing
Matías Otero (Montevideo)
Cycling
Antonio Fagúndez (Vergara)
Judo
Alain Aprahamian (Montevideo)
Rowing
Bruno Cetraro (Montevideo)
Rugby
James McCubbin (Montevideo)
Valentin Grille (Montevideo)
Tomás Etcheverry (Montevideo)
Juan Tafernaberry (Montevideo)
Bautista Basso (Montevideo)
Diego Ardao (Montevideo)
Mateo Viñals (Montevideo)
Felipe Arcos-Pérez (Montevideo)
Guillermo Lijtenstein (Montevideo)
Baltazar Amaya (Montevideo)
Ignacio Facciolo (Montevideo)
Juan Gonzalez (Montevideo)
Koba Brazionis (Montevideo)
Dante Soto (Ciudad Paysandú)
Sailing
Hernán Umpierre (Montevideo)
Fernando Diz (Punta Del Este)
Dolores Moreira (Ciudad Paysandú)
Swimming
Leo Nolles (Maldonado)
Nicole Frank (Montevideo)
Taekwondo
María Grippoli (Montevideo)
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micro961 · 15 days ago
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UAILD: il rapper nella soundtrack di “U.S.PALMESE”
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Il rapper calabrese di adozione con 6 canzoni nella soundtrack del nuovo film dei Manetti Bros. "U.S. PALMESE” presentato in anteprima alla diciannovesima edizione della Festa del Cinema di Roma 
Una storia di riscatto che ha come protagonista la squadra dilettantistica della città di Palmi. Nel cast artistico, oltre a Rocco Papaleo, al belga Blaise Afonso, a Claudia Gerini ed ai cosentini Massimiliano Bruno e Max Mazzotta, ci sono tanti attori calabresi (tra cui Mario Russo, Antonio Oppedisano della Scuola di Recitazione della Calabria, Gianni Parrello nei panni del sindaco Ranuccio) e tra loro gli stessi giocatori della Palmese, come Luca Attadia attore e capitano della squadra. Calabrese di adozione, UAILD percorre la trama del film con 6 sue canzoni, ma è anche fiero di essere un giocatore della Palmese «Avere 6 brani nel film a dir poco mi onora; quando con i Manetti Bros. abbiamo cominciato a parlare di musica, di rap, di liriche in calabrese, non ci potevo credere. Poi io sono di Palmi, come loro. Miracoloso. Un trionfo, sono felicissimo» Uaild Alternative rapper sino nel midollo Uaild nasce a Isernia ma si trasferisce insieme alla sua famiglia in Calabria prestissimo, e questo bizzarro connubio geografico scatena la bomba, come Mentos e Coca Light. Approccia la musica alle scuole medie dove studia basso elettrico, muove i primi passi nel rap e nella produzione musicale dal primo anno di superiori, grazie alla sua prima crew “Dirty3”. Successivamente fonda il gruppo hip hop Kalandagruv composto di 3 elementi, tra cui Melo Zamo conosciuto per aver fatto parte della storica crew calabrese degli Stranimali. Negli anni della crew Adriano gira i palchi e le jam di tutta la Calabria, confrontandosi in gare di freestyle e esibendosi dal vivo durante le aperture di numerosi concerti tra cui Inoki Ness, Hyst e Mezzosangue. Finite le scuole si trasferisce a Bologna dove vive due anni di intensa ricerca musicale e si esibisce in moltissime occasioni, open mic e gare di freestyle, riscoprendo le venature classiche dell’hip hop e l’anima soul della musica, che si esterna con un canto funky che nessun altro rapper può vantare dai tempi del primo Neffa. Nell’estate del 2016 è uno degli organizzatori del festival “Body ‘n Soul- Ritmi Vitali”. Successivamente si sposta a Roma, i suoi testi sono una riscoperta del rap anni ‘90 in controtendenza con il resto della scena, ed è proprio questo che non li rende mai banali e gli consente anche di adeguarsi a nuove sonorità senza mai snaturare il suo percorso di scrittura.
Instagram: @oscar.uaild
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sunraysandrunway · 5 months ago
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Basso & Brooke Fall 2006 Ready-to-Wear
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gasparodasalo · 2 years ago
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Giovanni Battista Vitali (1632-92) - "Ruggiero" for Cello and Basso continuo. Performed by Bruno Cocset, cello & direction, and Les Basses Réunies on period instruments.
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motorsportverso · 3 months ago
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Resultados Rally Dos Sertoes etapa 2
UTVS CBM
1-102-Rodrigo Varela\Matheus Mazzei(BRA)-Can-am Maverick R-Varela Can-am Monster Energy-UTV1-6:13:16
2-110-Bruno Varela\Ari Fiuza(BRA)-Can-am Maverick R-Varela Can-am Monster Energy-UTV1-6:13:28
3-101-Denisio Nascimento\Gunnar Dums(BRA)-Can-am Maverick X3-UTV1-6:15:59
4-109-Thomas Luza\Flavio Franca(BRA)-Polaris RZR Pro R-6:18:26
5-169-Ricardo Basso\Welington Resende(BRA)-Can-am Maverick R-6:20:01
6-130-Leonardo Beleza\Salon Mendes(BRA)-Polaris RZR Pro R-Polaris ONE-UTV1-6:20:08
7-182-Conrado Matsumoto\André Munhoz(BRA)-Can-am Maverick X3-6:20:36
8-112-Denisio Casarini Filho\Breno Resende(BRA)-Can-am Maverick X3-Casarini-UTV1-06:20:43
9-119-Francisco Franciosi\Egon Fransciosi(BRA)-Polaris RZR Pro R-UTV2-6:21:15
10-104-Jean Azevedo\Idali Bosse(BRA)-Polaris RZR Pro R-T+A Rally Team-UTV1-6:21:21
Motos
1-2-Adrian Metge(FRA)-Yamaha WR450F-IMS Yamaha Rally Team-6:02:57
2-3-Martin Duplesis(ARG)-Honda CRF450RX-Honda Brasil-6:08:29
3-1-Mason Klein(EUA)-Honda CRF450RX-Honda Brasil-6:09:34
4-6-Ricardo Martins(BRA)-Yamaha WR450F-IMS Yamaha Rally Team-6:20:14
5-4-Gabriel Soares(BRA)-Honda CRF450RX-6:22:05
Carros\UTVS CBA
1-323-Lucas Moraes\Kaike Beventiculo-Toyota GR Hylux T1+-Toyota Gazzo Racing\Mem Motorsport-T1+-3:09:28
2-340-ADROALDO WEISHEIMER \Beco Andreotti-Toyota GR Hylux T1+-X Rally Team-T1+-3:10:40
3-301-Marcelo Gastaldi\Cadu Sachs-Century CR7 T1+-Bajatek-T1+-3:14:01
4-308-Marcos Moraes\Fabio Pedroso-Toyota GR Hylux T1+-Mem Motorsport-T1+-3:14:34
5-348-Carlos Ambrosio\Luiz Afonço Polli-Century CR6-Bajatek-T1.1-3:22:16
6-318-Luis Nacif\Erick Rocha-Ford Ranger-X Rally Team-T1.1-3:24:24
7-310-Guilherme Spinelli\Paulo Fiuza(PORT)-Mitsubishi Triton Ultimate Racing T1+-Mitsubishi Spinelli Racing -T1+-3:25:21
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mykingdommusic · 3 months ago
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PANTHEØN BAND: a life on the razor’s edge
È incredibile come la musica permetta alle persone di rimanere giovani. Lo dimostrano i PANTHEØN BAND veterani della scena Hard Rock romana, cinque rockers che con la loro voglia di creare e suonare musica originale e senza compromessi se non i propri gusti e le proprie passioni, hanno dato vita a "Upswing" nuovo album che uscirà il prossimo 27 Settembre. Tommy e Gilberto, rispettivamente basso e chitarra della band ci hanno permesso di entrare nel loro mondo.
1.     I PANTHEØN BAND sono un gruppo abbastanza giovane dal punto di vista delle uscite discografiche, il debutto "Five Lines" è solo del 2020, ma è composto da musicisti con molta esperienza sulle spalle. Ci vuoi presentare i componenti della band e quanto le esperienze passate hanno influito in questo gruppo?
Gilberto: Il gruppo è formato da Bruno Baudo alla voce, Marco Quagliozzi alle tastiere e Hammond, Gilberto Giangolini alla chitarra, Tommaso Conti al basso e Mario Quagliozzi alla batteria. Tutti i componenti del gruppo hanno una lunga esperienza in diversi gruppi con una vita di live. In particolare Marco Quagliozzi è stato ed è ancora turnista per artisti  importanti del panorama musicale italiano ed internazionale tra i quali Bobby Solo e Linda Gail Lewis (sorella di Jerry Lee Lewis) e tanti altri. Tutti hanno il blues e l’hard rock nel cuore. Da questo bagaglio di esperienza è nato spontaneamente questo album, frutto del nostro amore per la musica.
2.     Il sound della band è molto legato alla scena Hard Rock internazionale soprattutto inglese ed americana. Nella mia descrizione ho parlato di "un progetto capace di avere il cuore rivolto al passato ma con la mente e l'anima proiettate verso il futuro". Quanto vi ritrovate in questa descrizione e quanto è stato difficile inserire in questo contesto la vostra essenza e le vostre dinamiche tanto che alla fine il tutto risulta estremamente personale?
Tommy: Questa frase mi è piaciuta subito perché sono convinto che il passato non va dimenticato: è la nostra vita, il nostro vissuto, le nostre esperienze che ci hanno formato, ma non dobbiamo rimanerci incagliati; mentre per quanto riguarda il futuro è necessario avere sempre una buona progettualità. L’importante comunque è il presente e viverlo con equilibrio, cosa di cui, credo, siamo sempre tutti alla ricerca.
Gilberto: I brani che proponiamo risentono sicuramente della nostra storia musicale ma l’unione di musicisti con esperienze musicali diverse ci ha consentito di scrivere brani che, a nostro parere, sono attuali sia nei suoni sia a livello compositivo.
3.     "Upswing", è il vostro secondo album dopo il debutto "Five Lines" uscito nel 2020. In che modo questo nuovo lavoro si distacca dal precedente e quali sono secondo voi i punti che maggiormente vi rendono orgogliosi di esso?
Gilberto: Questo album ha visto il cambiamento del cantante e del chitarrista, due elementi che possono influenzare significativamente la composizione dei brani, in particolare per la musica che proponiamo. Rispetto al primo album i brani sono più elaborati ma nello stesso tempo spontanei, infatti sono stati composti in poco tempo con un’intesa tra i componenti che è difficile trovare. I brani dell’album ci rendono orgogliosi perché esprimono alla perfezione ciò che abbiamo nell’anima.
4.     A livello di testi cosa potete anticiparci? C'è un filo conduttore tra i brani?
Tommy: Assolutamente si, stiamo parlando di un concept album. Una storia a lieto fine che ci farà viaggiare al fianco del protagonista, che abbiamo chiamato Eddie ma potrebbe chiamarsi con qualsiasi altro nome perché potrebbe essere la storia di tanti di noi. La storia racconta appunto di Eddie, che vive una vita che gli va stretta, una vita fatta di compromessi opprimenti, quelli che paghi in ore di sonno mai dormite, in digestioni mal riuscite e voglia di fuggire via. Eddie che ha vissuto delusioni in amore, che si è sentito schiacciato dai falsi bisogni dettati da questa società consumistica dove anche l’aria che respiri è al servizio del dio denaro. Eddie alla fine comprende che la vita non è in quel cupo, scuro vortice di falsi bisogni indotti, ma nella luce della libertà di essere ciò che siamo nati per essere.
5.     Uno delle canzoni che maggiormente rappresentano questo nuovo lavoro è sicuramente "Man On The Run" tanto da esserne diventato il brano apripista e primo singolo estratto da esso. Quanto vi rappresenta in termini musicali o è solo un pezzo della vostra dimensione stilistica?
Gilberto: “Man On The Run” è il brano che forse più rappresenta la “storia” che vogliamo raccontare con questo album. In termini musicali ci rappresenta bene ma è sicuramente necessario ascoltare le altre composizioni, che riflettono i diversi stati d’animo del protagonista della storia e che mettono in risalto i diversi bagagli musicali dei musicisti che formano i Pantheon Band.
6.     PANTHEØN BAND sembra essere nato proprio per portare on stage la vostra musica, tanto che alcuni brani già te li immagini in quella dimensione. Cosa dobbiamo aspettarci da questo punto di vista?
Tommy: Vero! Nonostante il lavoro in studio sia diventato per me piacevolissimo (confort zone) continuo a ripetere da sempre che la nostra è una LIVE Band, cioè è proprio sul palco che riusciamo ad esprimere tutta la nostra forza.
7.     Molto bello è l'aspetto grafico dell'album nella sua versione fisica, ovvero il CD. Un libretto di 24 pagine, ogni canzone con una propria immagine di riferimento, un lavoro enorme che però chi avrà il CD potrà apprezzare sicuramente. Quanto questo aspetto è importante per voi con questo album?
Tommy: Ti ringrazio di queste parole. È sempre molto importante che in un lavoro discografico la musica venga accompagnato da immagini accattivanti e inerenti. Ho curato tutto l’Artwork dell’album e ne sono veramente orgoglioso, in particolare del booklet, del quale azzarderei a dire che da solo vale il prezzo del CD. Sto cercando di capire se sia possibile renderlo fruibile anche a chi usa solo le piattaforme digitali per ascoltare musica.
8.     Quali emozioni provate ad un paio di mesi dall'uscita dell'album e soprattutto cosa vi aspettate?
Tommy: Abbiamo lavorato duro, a volte in maniera maniacale e simo molto soddisfatti di UPSWING; al momento ci godiamo l’uscita del primo singolo Man On The Run che sta andando molto bene su Spotify e Youtube grazie all’ottimo lavoro di promozione che sta facendo la nostra nuova Label: Club Inferno Ent. costola della My Kingdom Music.
Gilberto: Ci siamo divertiti a comporre questo album e non vediamo l’ora di far conoscere gli altri brani al nostro pubblico. La cosa più bella per un musicista è condividere la propria musica per divertire e far sognare le persone.
9.    Un saluto finale a chi leggerà quest'intervista?
Tommy: Veniteci a trovare nei nostri canali ufficiali (Sito, Facebook, Instagram, YouTube) e scriveteci le vostre impressioni, i vostri commenti sono più importanti dei “Like” ma, soprattutto, speriamo di vedervi numerosi ai nostri live!
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schoje · 4 months ago
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Foto: Mauricio Vieira / Arquivo / Secom O Governo de Santa Catarina tem empenhado esforços para oferecer toda a assistência à população em meio ao avanço da pandemia de Covid-19 no estado. Como resultado, nos últimos dias, o Executivo estadual pactuou a ampliação de 110 novos leitos de terapia intensiva em diversas regiões catarinenses e abriu 165 novos leitos clínicos de retaguarda Covid-19 no Oeste. Para verificar as demandas das regiões, o secretário da Saúde, André Motta Ribeiro, visitou várias unidades hospitalares e municípios, entre eles Chapecó, São Miguel do Oeste, Jaraguá do Sul e Blumenau, na última semana. A pactuação dos 110 novos leitos de terapia intensiva no estado ocorreu em: Chapecó, com 29 leitos de UTI ampliados no Hospital Regional do Oeste Concórdia, com quatro leitos de UTI ampliados no Hospital São Francisco Florianópolis, com 10 leitos no Hospital Florianópolis, 12 leitos no Hospital Governador Celso Ramos e seis leitos de UTI no Hospital Nereu Ramos Jaraguá do Sul, com cinco leitos de UTI ampliados no Hospital São José Joinville, com 10 leitos no Hospital Municipal São José e oito leitos de UTI no Hospital Bethesda São José, com 12 leitos de UTI ampliados no Hospital Regional Homero de Miranda Gomes São Miguel do Oeste, com 10 leitos de UTI ampliados no Hospital Regional Terezinha Gaio Basso Xanxerê, com quatro leitos de UTI ampliados no Hospital Regional São Paulo. Já as ampliações dos leitos de retaguarda Covid-19 ocorreram nas seguintes unidades: Hospital Municipal de Dionísio Cerqueira (10 leitos) Associação Beneficente Hospital São Lucas, em Guaraciaba (10) Hospital de Iporã do Oeste (10) Hospital de Modelo (10) Hospital de Mondaí (20) Hospital Regional do Oeste, em Chapecó (50) Hospital de Cunha Porã (20) Associação Hospitalar Padre João Berthier, em São Carlos (10) Hospital São Cristóvão, em Faxinal dos Guedes (15) Hospital Frei Bruno, em Xaxim (10). Visitas no Oeste e unidades hospitalares O secretário da Saúde esteve no Hospital Regional Terezinha Gaio Basso, em São Miguel do Oeste, acompanhado do prefeito e do diretor do Hospital na tarde do último domingo, 21. Durante a visita, André Motta Ribeiro conheceu a estrutura e discutiu ações para reforçar o enfrentamento ao coronavírus na região. Foto: Luciano Encarnação / PMSMO Três dias antes, Motta Ribeiro esteve em Jaraguá do Sul, onde inaugurou ala nova na Maternidade Jaraguá e visitou o Hospital São José. No mesmo dia, cumpriu agenda em Blumenau – com visitas técnicas aos Hospitais Santo Antônio e Santa Isabel. Também se reuniu com o prefeito Mário Hildebrant, a fim de tratar da oferta de serviços de oncologia na região. Ainda na semana passada, no Oeste do Estado, o secretário da Saúde e o chefe da Casa Civil, Eron Giordani, formalizaram um grupo de trabalho para fortalecer o enfrentamento ao coronavírus na região, por determinação do governador Carlos Moisés. Também o novo secretário adjunto da SES, Alexandre Lencina Fagundes, e o superintendente dos Hospitais Públicos, Márcio Mesquita Judice, fizeram visitas ao Norte do Estado, especificamente em Joinville, no Hospital Hans Dieter Schmidt, nesta segunda-feira, 22. Mais informações para a imprensa: Fabrício Escandiuzzi Assessoria de Comunicação Secretaria de Estado da Saúde - SES Fone: (48) 3664-8820 / 99913-0316 E-mail: [email protected] Site: portalses.saude.sc.gov.br
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