#Biblioteca delle donne di Bologna
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oggi, 7 maggio, a bologna: june scialpi e silvia patrizio @ 'una come lei'
OGGI, martedì 7 maggio 2024, ore 17:30, Laboratorio di scrittura (previa iscrizione), segue – ore 18.30 – incontro pubblico con Silvia Patrizio e June Scialpi sui loro libri. June Scialpi e Silvia Patrizio sono ospiti della rassegna UNA COME LEI – presso la Biblioteca / Centro delle donne di Bologna (via del Piombo 5). Una come lei L’idea, sviluppata fin dal 2018 da Anna Franceschini e Roberta…
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#Anna Franceschini#Biblioteca delle donne di Bologna#Biblioteca Italiana delle Donne#Centro delle donne di Bologn#June Scialpi#lettura#poesia#presentazione#reading#Roberta Sireno#Silvia Patrizio#Una come lei
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" Un pensiero o idea di trasferimento [del popolo palestinese risale] ai primi tempi del movimento sionista, come mostrerebbe un'annotazione del diario di Theodor Herzl: «Dobbiamo espropriare con delicatezza. […] Cercheremo di indurre la popolazione in miseria ad attraversare il confine procurandole un'occupazione nei paesi di transito; negandogliela, però, nel nostro. […] Il processo di espropriazione e di sgombero dei poveri deve avvenire con discrezione e circospezione.»¹ A distanza di quarant'anni, Ben-Gurion ribadiva il concetto: «Il trasferimento di popolazione è già avvenuto nella valle di Jezreel, nella piana del Sharon e in altri luoghi. Siete a conoscenza del lavoro del Fondo nazionale ebraico in proposito. Ora occorre realizzare un trasferimento di ben altre dimensioni.»² Durante la guerra del 1948, Ben-Gurion mise in pratica le sue raccomandazioni. In una campagna nota come "Operazione Hiram" fu realizzato un trasferimento indiscriminato di popolazione dalla Galilea. Durante questa campagna, ha scritto Morris, le forze armate sioniste eseguirono "un numero insolitamente elevato di esecuzioni di popolazione civile contro muri o nei pressi di un pozzo con notevole metodicità". Molto scrupolosamente, Morris cita ventiquattro episodi di terrorismo o di massacro, di cui i più efferati ebbero luogo a Saliha (78 uccisi), Lod (250), Dawayima (centinaia) e, ovviamente, nel già citato villaggio di Deir Yassin. Alcuni di questi massacri furono probabilmente perpetrati per ragioni tattiche: a Dawayima, nei pressi di Hebron, per esempio, "una colonna entrò nel villaggio sparando all'impazzata e uccise qualsiasi cosa si muovesse". Altri massacri rispondevano, invece, all'intento strategico di terrorizzare la popolazione affinché fuggisse. Questi massacri non furono certo tenuti nascosti dalla popolazione palestinese. Dopotutto, come ebbe a dire una volta Lenin, l'intento del terrorismo è terrorizzare. (Morris, ricordiamo per inciso, ha giustificato i sionisti richiamandosi alla logica del ben noto aforisma di Lenin: "Per fare la frittata occorre rompere le uova").
Secondo un testimone oculare di Deir Yassin: «Deir Yassin era un villaggio che fu attaccato dagli israeliani, o dai sionisti, il 9 aprile 1948. […] Incontrerà delle persone che le diranno: "Questo è quello che successe a Deir Yassin", perché loro erano là. Ho incontrato una donna che mi ha detto che le portarono suo figlio e le dissero di prenderlo in grembo e poi lo uccisero. Usavano coltelli, baionette. Un macello; non un combattimento. Non c'era nessuno da combattere. Erano prevalentemente donne e bambini. Molte, moltissime persone furono massacrate in quel villaggio. Questo massacro terrorizzò l'intera Palestina. Tutti parlavano del massacro di Deir Yassin.» Complessivamente, furono cancellati oltre cinquecento villaggi palestinesi. La maggior parte dei palestinesi che fuggì fini in Cisgiordania, nella striscia di Gaza, nei paesi arabi limitrofi. Quelli con un certo grado di istruzione, con specializzazioni o disponibilità economica cercarono di rifarsi una vita meglio che poterono, talvolta in luoghi lontani come il Golfo persico, l'Europa, le Americhe. Quelli che non furono altrettanto fortunati finirono nei campi profughi, organizzati, inizialmente, dallo United Nations Releif for Palestine (Unrp). "
¹ B. MORRIS, Revisiting the Palestinian Exodus of 1948, in E. L. ROGAN e A. SHLAIM (a cura di), The War of Palestine, Rewriting the History of 1948, Cambridge University Press, Cambridge, 2001, p. 41 [trad. it. La guerra per la Palestina: riscrivere la storia del 1948, Il Ponte, Bologna, 2004]. ² Ibidem, p. 43.
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James L. Gelvin, Il conflitto israelo-palestinese. Cent'anni di guerra, traduzione di Piero Arlorio, Einaudi (collana Piccola Biblioteca Einaudi n° 357), 2007¹; pp. 179-181.
[Edizione originale: The Israel-Palestine Conflict, Cambridge University Press, 2005]
#James L. Gelvin#Palestina#Israele#Il conflitto israelo-palestinese#saggi#saggistica#libri#letture#leggere#Medio Oriente#questione palestinese#Gaza#Cisgiordania#Territori occupati#sionismo#nazionalismi#resistenza#Giordania#citazioni#Theodor Herzl#David Ben Gurion#Fondo nazionale ebraico#deportazioni#Operazione Hiram#Benny Morris#Nuova storiografia israeliana#crimini di guerra#pulizia etnica#genocidio#diaspora palestinese
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ciao aurora, scusa il disturbo, hai qualche consiglio per un'aspirante fuori sede a bologna? 🙏🏻
Non comprare la bicicletta, te la inculano in tre secondi
Goditi Bologna perché quando te ne andrai ti mancherà come l'aria
Vai spesso alla Cineteca
Non salire sulla torre degli asinelli prima di esserti laureata altrimenti non ti laurei
Vatti a fare un bel giro per i colli
Siediti almeno una volta in piazza verdi con la birra di sera, poi da fuoco ai vestiti perché rischi l'inizio di una nuova pandemia
Il kebab del Babilonia per me è al primo posto nella lista dei migliori kebab
La biblioteca delle donne al complesso di santa Cristina miglior luogo dove studiare
non ti mettere con i tossichelli indie di Bologna, ti spezzano il cuore
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La biblioteca delle donne
Passata la sbornia di Parigi, cerco di andare a trovare di nuovo in rete pillole interessanti che possano suscitare la mia curiosità e l’altro giorno ho scoperto che a Bologna esiste una biblioteca interamente dedicata alle donne. L’informazione viene a proposito perché i consuntivi post olimpici parlano di una partecipazione femminile quasi – 48,8 contro 51,2 – paritaria per genere, inoltre per…
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A Bologna la mostra fotografica “Gli uomini che piantavano alberi”
A Bologna la mostra fotografica “Gli uomini che piantavano alberi”. Alle ore 18 del 16 gennaio, all’interno della Piazza Coperta di Sala Borsa, in Piazza del Nettuno, a Bologna, verrà presentata la mostra fotografica “Gli uomini che piantavano alberi”, nel nuovo allestimento realizzato per gli spazi della Biblioteca di Sala Borsa dove la mostra potrà essere visitata fino al 27 gennaio. Ai saluti degli organizzatori e delle Autorità seguiranno le interessanti relazioni del Prof. Pierangelo Bellettini, già direttore della Biblioteca comunale dell’Archiginnasio e relatore della mostra insieme al Col. Aldo Terzi, Comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Bologna e di Ferrara e del Prof. Federico Magnani, ordinario della cattedra di Assestamento forestale e Selvicoltura dell’Università di Bologna. La mostra fotografica, realizzata dal Comando Regione Carabinieri Forestale “Emilia Romagna” e dall’ Accademia Nazionale di Agricoltura prende spunto, nella sua denominazione, dal racconto dello scrittore francese Jean Giono, che, nel libro “L’uomo che piantava gli alberi” narra la storia d’invenzione del pastore Elzéard Bouffier che, con la sola forza del suo impegno, riesce a far nascere una foresta in un’arida vallata ai piedi delle Alpi francesi cambiandone e migliorandone il destino. Il territorio montano italiano e in particolare quello appenninico è stato realmente trasformato dall’azione delle popolazioni montane nel corso della storia della Repubblica così come nel racconto dello scrittore francese. Il paesaggio che possiamo gustare oggi, quando camminiamo o visitiamo il nostro appenninico, ricco di verde e di foreste, è molto diverso da quello che vedevano all’inizio del novecento i nostri avi, molto più simile ad un paesaggio lunare, desolato e spoglio. L’obiettivo del progetto espositivo è quello di far conoscere, attraverso le fotografie tratte dagli archivi storici dell’Arma Forestale e da altri archivi cittadini, l’imponente lavoro di sistemazione del territorio e delle foreste realizzato dagli uomini e dalle le donne delle popolazioni dei territori appenninici insieme ai Forestali, prima nel Corpo Forestale e oggi nell’Arma dei Carabinieri; una sorta di “epopea forestale” che ha visto la città di Bologna al centro di un progetto di sistemazione del territorio nazionale che lo ha profondamente modificato grazie al ritorno del bosco e che oggi, nonostante i cambiamenti climatici, continua ad assicurare i suoi benefici. La gestione di questo immenso patrimonio è argomento di grande attualità come è emerso in maniera palese già lo scorso anno con le conseguenze dell’emergenza climatica che ha colpito la Regione Emilia Romagna. La mostra è stata resa possibile grazie alla collaborazione del Comune di Bologna e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e di Genus Bononiae.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il 16/9 a Verona va in scena Romeo&Juliet Wedding #nonsmettiamodisognare
Paola Guerra di Fenix Live vi invita alla Biblioteca Capitolare di Verona per l'incontro dal titolo "Romeo&Juliet Wedding #nonsmettiamodisognare", un progetto contraddistinto dall'imprenditoria e dalla solidarietà "al femminile", dalla volontà di riqualificazione del territorio veneto e dalla promozione di città e luoghi di arte e di cultura che diventano sedi ideali per il giorno più bello della vita, il matrimonio. Proprio a Verona, città dell'amore, il prossimo 16 settembre troveranno spazio alcune eccellenze del Made In Italy.
Durante la presentazione saranno lette alcune delle lettere scritte a Giulietta da ogni parte del mondo, testimonianza dell'energia femminile tra leggenda e letteratura. La famosa influencer Francesca Faustini di Millions of Butterflies, veronese e fashion blogger internazionale, indosserà poi in esclusiva un abito di Tiana Atelier ed un gioiello di Baisesmamain.
La giornalista Farian Sabahi leggerà la sua lettera inviata a Papa Francesco per combattere la violenza contro le donne, che racconta la storia di Ginevra, una donna madre di 4 figli, vittima di soprusi da parte del marito, che trova il coraggio di denunciare, spezzando così la spirale in cui è imprigionata. La lettera termina con un appello ai sacerdoti perché non assolvano gli uomini violenti- http://www.fariansabahi.com/lettera-papa-francesco/
Per la giornata del 16/9 e per il progetto Romeo&Juliet wedding sono state volutamente e fortemente scelte aziende con a capo una donna o che hanno un team prettamente al femminile, come:
DAPHNE' Sanremo di Barbara Borsotto-Cosmesi, profumi, alta moda sostenibile, profumazione d'ambiente-metterà a disposizione mascherine personalizzate a tema "Romeo&Juliet Wedding"
Albina Durante S_o_m_m_e_l_i_e_r_ _F_i_s_a_r_ _3_° _L_i_v_e_l_l_o_ _e_ _2_L_e_v_e_l_ _W_s_e_t_ _s_i_ _è _s_p_e_c_i_a_l_i_z_z_a_t_a_ _n_e_l_ _t_u_r_i_s_m_o_ _e_n_o_g_a_s_t_r_o_n_o_m_i_c_o_ _d_i_ _"A_m_a_T_e_r_r_a_ _T_o_u_r_s_" _Ama Terra Tours è una Wine Destination Management Company e Tour Operator con L'obiettivo di fare innamorare il turista per far si che diventi lui stesso ambasciatore del territorio.
Giulia Bolla Destination wedding planner wedding planner 56 anni sposata, madre di tre figli. Diplomata in lingue straniere, organizza gli eventi dell'azienda vinicola di famiglia e collabora con agenzie congressuali. Dopo un percorso di specializzazione nella organizzazione di matrimoni apre l'agenzia Giulia Bolla Wedding & Events
Serenella Mascherin Destination wedding planner friulana di origine e veronese di adozione, ha iniziato a lavorare nell'ambito degli eventi quando a Bologna aprì il suo prima negozio: dopo una meravigliosa esperienza di local manager presso un Relais della Valpolicella, sta collaborando con diversi professinisti del destination wedding.
Barbara Bortolotti "Sweet Dreams" Catering Dopo una consolidata esperienza in aziende di diversi settori, nell'ultimo decennio ha lavorato molto per trasformare la sua carriera lavorativa in ciò che ama fare, sviluppare le sue passioni e tutto quello che la rappresenta. Un obbiettivo ambizioso ma che, quando lo si raggiunge, la fa sentire centrata con sé stessa. C'è una matrice fondamentale con cui ha sempre agito nella vita: "Tratta gli altri come vorresti essere trattato tu". Oggi realizza un sogno più grande, nella ristorazione di eccellenza a domicilio, dando vita a SWEET DREAMS CATERING & ORGANIZZAZIONE EVENTI, il cui obiettivo è offrire emozioni e attenzione ai dettagli
Raffaella Faccioli Designer candele "Romeo e Giulietta" è interior designer e la creatrice delle candele profumate Romeo e Giulietta. Nel 2003 si trasferisce a Parigi per amore. La sua smisurata passione per i colori e i profumi la spingono a reinterpretare la storia di Romeo e Giulietta e di racchiuderla in una candela. Non una semplice candela ma vero e proprio un inno all'Amore, quello universale, quello che non ha genere, razza, religione. Perché l'amore basta a sé stesso
Claudia Sartori Designer di "Tiana Atelier" È un ' imprenditrice che ha creduto, crede e crederà sempre nel rincorrere i propri sogni. Il suo non è un lavoro, ma un esaudire desideri di altre donne. Gli abiti nascono a volte dalle emozioni che la futura sposa le trasmette, da sensazioni, da notti insonni a pensare a nuovi modelli, a nuovi tessuti. Il mio lavoro è di pura creatività in evoluzione e completamente hand made.
Cecilia Benetti Designer di gioielli di "Baisesmamain" un giorno ha deciso di rivoluzionare la sua vita, seguendo i suoi sogni ed ascoltando le sue passioni. Creò così il suo brand: "Baisesmamain" Una linea di iconici accessori di lusso, interamente realizzati a mano dall'eccellenza italiana su ordinazione. Pezzi unici in cui lo stile retrò si fonde nel design. Baisesmamain... è dove my heart becomes art…!
Monica Cordioli Florist-"Oltre il Giardino"-Sin da piccola la sua voglia di esprimermi era forte ed ha intrapreso un'arte fantastica con cui poter esprimere i suoi sentimenti, le sue emozioni ... la danza, energia vitale, creatività ed espressione completa della persona con il movimento del corpo. La danza per lei impegno, sudore, coraggio, sensibilità, bellezza, affrontare i dolori che ci dà, amare la vita. Oggi la sente ancora forte come passione e la voglia di esprimersi, per questo ha scelto un mestiere che possa liberare tutta la sua creatività con degli strumenti che sono un dono della natura, i fiori.
Elisa Carta Creatrice e produttrice del "Liquore delle Sirene" la creatrice dei magici Liquori, ha ereditato una grande passione da Carlina, la nonna materna, da cui ha appreso le tecniche di lavorazione delle botaniche per trasformarle in deliziosi infusi. Dalla nonna ha imparato la gratitudine per i prodotti meravigliosi della Terra e la conoscenza delle piante stesse. Elisa lavora in maniera artigianale le sue piante con grande amore, pazienza e passione ispirandosi al Lago di Garda, ai suoi colori e ai suoi profumi. Nei suoi prodotti lascia parlare la Natura senza nessun compromesso di artificio.
Livia Salviati Fotografa E' una fotografa che vive e lavora a Verona, ma sempre in giro per tutta Europa, alla ricerca di coppie che amino il suo stile e le permettano di fotografare i loro momenti più importanti. Il suo stile fotografico è romantico e raffinato, ama creare un rapporto con le persone che fotografa perchè nelle sue fotografie devono sapersi riconoscere. Cerca quell'amore che permette di vivere la vita in modo appassionato
Daniela Mengarelli di "Event and Flower design" - Fiori giganti
Francesca Faustini di "Millions of Butterflies" - fashion blogger
ILAIRE- Italian cosmeceutical essence- brand creato dalla Dottoressa Ilaria Prandelli, nato dall'unione di farmaceutica e cosmesi creato esclusivamente per la linea viso. Il suo claim "Una donna per le donne" Valentina di Halo Wedding - Filmaker
Alessandra Garavaldi di "Mugga Design" – Graphic Alessandra, emiliana nata sotto il segno del cancro in un caldo venerdì di Luglio, con una passione sfrenata per tutto ciò che mi sa emozionare e sempre alla ricerca della bellezza in ogni cosa. Si occupa di Stationery Design, proponendo grafica personalizzata ai futuri sposi e a chi organizza eventi. Debora Vena - Pastry chef Claudia e Giulia Benazzoli - Cantina Benazzoli
I giornalisti riceveranno il prestigioso volume Dear Juliet, raccolta delle lettere più belle indirizzate a Giulietta, edito da Chronicle Books, USA.
Saranno presenti: Oltre ad alcuni rappresentanti delle istituzioni: Paola Guerra di Fenix, organizzatrice dell'incontro e promotrice del connubio tra l'Associazione No Profit Juliet e Nonpossoparlare di Rosella Scalone Rosella Scalone di Nonpossoparlare Giovanna Tamassia Presidente del Juliet Club Cooperativa Agorà-Simona Binello Dirigente della Cooperativa Agorà e Alessandra Grasso, Responsabile Comunicazione Agorà
Introduce l'evento Francesca Lovatelli Caetani L'ingresso ai due incontri seguirà la normativa anti Covid 19 Per questo saranno previsti due turni di ingressi con numero limitato di persone-max 40 ogni turno-il primo alle 16,30 e il secondo alle 17,30.
Ringraziamo di cuore chi ha contribuito e chi contribuirà allo sviluppo di questo progetto: tutti i partner sopra menzionati, chi non ha potuto contribuire per ovvi motivi, ma in particolar modo Serenella Mascherin e Giulia Bolla per il prezioso sostegno umano, operativo e di condivisione di intenti.
Alle ore 21,00 , seguirà, alla Dogana d'acqua Corte dogana 6 37121 Verona, "Amori sdoganati"- Racconto interpretato da Margherita Sciarretta. Danza di Debora Scandolara. Liberamente tratto dal racconto di Carver "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore", evento dedicato all'amore e alle lettere inviate alla Posta di Giulietta-ingresso libero, necessario registrarsi, posti limitati.
PRESS OFFICE FRANCESCA LOVATELLI CAETANI [email protected]
Paola Guerra di Fenix Live, per esaudire le richieste di tutte le future coppie che decidono di sposarsi a Verona e coronare il loro sogno d'amore sotto il segno dell'eroina shakespeariana, si avvale della collaborazione del Juliet Club di Giovanna Tamassia, che cura dal 1972 la Posta di Giulietta, fenomeno epistolare e sentimentale di portata planetaria.
E l'amore inteso come amicizia e solidarietà al femminile ha spinto Paola Guerra di Fenix Live a coinvolgere Rosella Scalone, ideatrice con SPX Lab, di #nonpossoparlare, nuova applicazione digitale contro la violenza domestica, strumento di aiuto silenzioso, intelligente, sicuro per tutte le donne che sono impossibilitate a denunciare al telefono i maltrattamenti che subiscono vivendo con soggetti pericolosi e abusanti.
L'amore dichiarato, pensato, vissuto, sognato nelle lettere scritte a Giulietta si collega idealmente ai messaggi di aiuto di #nonpossoparlare, in un interscambio dialettico di messaggi di amore e messaggi di aiuto.
Lettere d'amore scritte a mano, scelte nella filigrana o nel colore dell'inchiostro, con una grafia lenta e pensata in ogni sua rotondità, contrapposte a messaggi fugaci, tratteggiati di nascosto nella fretta della paura: la comunicazione abbraccia le diverse circostanze verso un'evoluzione ugualmente intima e vitale. Il multiculturalismo del fenomeno sociale delle lettere a Giulietta si rispecchia nel progetto #nonpossoparlare dedicato a donne di ogni nazionalità e cultura.
Parte del ricavato dall'indotto proveniente dai matrimoni "Romeo&Juliet Wedding" andrà a sostegno del progetto #NONPOSSOPARLARE.
"Negli ultimi mesi ho avuto modo di viaggiare parecchio, per lavoro e formazione. Ho avuto modo di incontrare e conoscere molte donne con diverse personalità e vissuti particolarmente impegnativi. Nonostante ciò, ho notato che tutte indossano sempre un filo di rossetto rosso, un sorriso smagliante ed una forza interiore che difficilmente viene scalfita dalla opprimente quotidianità", dice Paola Guerra di Fenix Live "e quando ti capita di incontrarle, il senso di solidarietà femminile che si innesca ti permette di instaurare un patto speciale, etico ed emotivo che non ha eguali, come accade tra sorelle. Il rapporto che si instaura è basato sulla complicità femminile che cerca soprattutto di generare un cambiamento per raggiungere obiettivi concreti, perché pur con mille difficoltà e non senza fatica molte di noi hanno riconosciuto la propria forza e si sono affermate grazie al coraggio e al talento. Dedico questo evento a tutte le Donne che ho incontrato fino ad ora, così come alla storica eroina del progetto "Juliet Club". Insieme si è più forti ed è solo creando significative alleanze che si progredisce".
Fenix Live (www.fenixlive.it), team di professionisti con esperienza pluriennale, è specializzato nell'organizzazione di matrimoni, per poter esaudire tutti i desideri delle coppie che intendono dirsi di sì a Verona all'insegna della storia d'amore di Romeo e Giulietta. Le wedding planners di Fenix Live comunicano principalmente in lingua inglese e tedesca, con la possibilità di interfacciarsi anche in lingua francese, spagnola e russa e, per poter rispondere al meglio a tutte le esigenze delle coppie estere, c'è la possibilità di richiedere referenti della lingua desiderata. Ma la mission di Fenix Live è molto di più, significa formazione e volontariato, con la possibilità di far svolgere un periodo di stage riconosciuto dall'università o dall'istituzione scolastica del settore eventi/turismo, fino alla volontà di introdurre nel progetto volontarie o donne disoccupate, dando loro la possibilità di far proprio un mestiere, una professione. Significa anche Artigianato Femminile, risorsa per il territorio, che aiuta ad incrementare l'occupazione abbinata alla creatività ed alla cultura. Significa no profit, per il coinvolgimento di Associazioni che sostengono la donna o che producono tramite il lavoro e l'ingegno delle loro "artigiane"oggetti o articoli personalizzati con funzione di cadeaux de mariage.
PAOLA GUERRA Dopo un'esperienza come arredatrice d'interni, parallelamente all'apertura del primo floral store, frequenta L'Ecole des Fleurs e si diploma nel 2007 come flower designer. A partire da questo momento si dedica alla progettazione di scenografie floreali per eventi e show room in genere e nel 2010 inizia una stretta collaborazione con una nota azienda di banqueting di Verona, durante la quale amplia la conoscenza nell'organizzazione di qualsiasi tipo di evento. Nel 2018 consegue un ulteriore diploma di home stager e interior designer presso "NAD – Nuova Accademia del Design". La creatività e l'innovazione diventano il suo "modus operandi" che applica quotidianamente alle richieste del cliente. Nel 2019 un master presso IET in "Conference & Destination event manager" da ulteriore valenza al suo bagaglio formativo. Nel 2019 inizia anche la collaborazione con il "Club di Giulietta" per il quale segue organizzazione e la promozione del "Destination Wedding" in Verona volto anche ad uno sviluppo filantropico femminile.
#NONPOSSOPARLARE è il nuovo chatbot gratuito ideato in collaborazione con Dotvocal, i due centri antiviolenza Pandora di Genova, Insieme Senza Violenza di Imperia, la Cooperativa Agorà e specialisti di settore. Lo strumento digitale, sviluppato da questa straordinaria sinergia tra tecnologi e operatori del settore privato sociale, permette di ovviare all'isolamento che l'emergenza coronavirus impone, consentendo alle donne di poter chiedere e ricevere aiuto, senza la chiamata telefonica. Negli ultimi anni ci si è abituati ad interfacciarsi con "assistenti virtuali" su molti siti che spiegano, ad esempio, come interagire con un'azienda per l'acquisto di un prodotto o capire come funziona un servizio, chiamati chatbot. #NONPOSSOPARLARE è un chatbot speciale, utilizzabile con smartphone, tablet o computer, che risponde alle domande delle donne accedendo a un sito specializzato, simulando una conversazione con un assistente di un centro. "Dopo aver sentito alcune settimane fa l'allarme lanciato dall'OMS e dall'ONU sul rischio di violenze derivanti dall'isolamento a cui sono costrette le donne durante questa emergenza, mi sono chiesta se fossimo in grado di elaborare una soluzione digitale specifica", dice Rosella Scalone. "Mi sembrava inaccettabile non poter fare qualcosa. Ho pensato a una chatbot che potesse essere l'uovo di colombo: veloce, accessibile e discreta. Così, ho iniziato a parlarne internamente e con alcuni specialisti del settore. Nel giro di pochi giorni siamo riusciti a sviluppare un software che ha convinto anche loro! In questo periodo di emergenza, il regime di convivenza forzata scoraggia le donne a telefonare e a denunciare le violenze, quando oltre l'80 per cento dei femminicidi nel 2019 sono avvenuti entro le mura domestiche. Dal 2 marzo al 5 aprile sono state registrate 2867 richieste di aiuto con un aumento del 75% dovuto proprio al lockdown". #nonpossoparlare consente di rispondere efficacemente a un numero illimitato di persone contemporaneamente, fornisce agli utenti supporto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, non lasciando traccia sullo smartphone o il computer e restituisce importanti statistiche sul numero e comportamento delle donne che la utilizzano, nel pieno rispetto della privacy. #nonpossoparlare non è uno strumento per denunciare ma di aiuto, semplice e che risponde in modo naturale opportunamente addestrato da un team di esperti". La fase pilota del progetto #NONPOSSOPARLARE è stata sviluppata da: SPX Lab (Rosella Scalone, Massimiliano Margarone) con il contributo professionale di: DotVocal (Paolo Carossino, Enrico Reboscio) per la parte tecnologica e di Mignanego Società Cooperativa Sociale Onlus - Centro Pandora (Paola Campi, Benedetta Carrosio), Agorà soc. coop. sociale (Simona Binello, Alessandra Grasso), Cooperativa Jobel – Insieme Senza Violenza di Imperia (Martina Gandolfo), Roberta Rota, Pedagogista Clinico, Laura Amoretti, Consigliera di Parità della Regione Liguria, Costanza Pireri, Assessore ai Servizi Sociali di Sanremo e Responsabile Centro Provinciale Antiviolenza Imperia.
Il Club di Giulietta è associazione culturale senza scopo di lucro, è presieduto da Giovanna Tamassia coadiuvata da un team di appassionati volontari che si dedicano con competenza e professionalità alle attività del Club. Negli anni, grazie alla collaborazione di associati, enti e istituzioni, Juliet Club ha curato l'organizzazione di numerosi eventi legati al mito di Romeo e Giulietta e, su incarico del Comune di Verona, Assessorato alla Cultura, gestisce la Posta di Giulietta, portando il fenomeno ai grandi numeri odierni con crescente entusiasmo e interesse anche da parte dei maggiori media internazionali. Oltre all'attività di raccolta e risposta delle lettere a Giulietta, il Club di Giulietta organizza il concorso "Cara Giulietta" che ogni anno premia le lettere più belle, il "Compleanno di Giulietta", una festa cittadina per celebrare la nascita di Giulietta Capuleti e il premio letterario internazionale "Scrivere per Amore" dedicato alla narrativa d'amore. E' inoltre promotore di altre numerose iniziative culturali. Da molti anni il Club di Giulietta si occupa delle lettere indirizzate a Giulietta, Verona. Questo fenomeno unico e suggestivo fa di Verona la città dell'amore: da ogni parte del mondo arrivano migliaia di messaggi indirizzati all'eroina shakespeariana e il nostro di team di volontarie risponde ad ognuna e ad ognuno nel nome di Giulietta. La storia delle lettere a Giulietta risale al 1930, quando il custode della Tomba di Giulietta, Ettore Solimani, iniziò a raccogliere le prime missive che i turisti lasciavano in cerca di consiglio e, commosso dal fenomeno, ebbe l'idea di rispondere diventando così il primo "Segretario di Giulietta". Nel nostro tempo così tecnologico, dominato da messaggi simultanei che non hanno tempo né spazio (messaggi vocali, emails, whatsapp, post istantanei), le lettere scritte a mano continuano ad essere un mezzo privilegiato per esprimere i propri sentimenti. Ci sono ancora migliaia di persone in ogni continente che prendono carta e penna per scrivere a Giulietta: forse per contattare una persona reale usiamo il telefono o il computer, ma per raggiungere un personaggio mitico preferiamo carta e inchiostro. Grazie alle Segretarie di Giulietta ogni lettera viene letta, tradotta e risposta e poi conservata nell'archivio Club di Giulietta che contiene migliaia di storie d'amore.
I NUMERI DEL JULIET CLUB
Più di 200.000 lettere negli archivi, 100 segretarie veronesi e internazionali accolte ogni anno nella sede del Juliet Club e milioni di contatti in tutto il mondo testimoniano che la storia di Giulietta e Romeo non smette di incantare e ispira in tutto il mondo il desiderio e la ricerca dell'amore. Le lettere arrivano da ogni angolo del pianeta e sono scritte in tutte le lingue, arrivano per posta, email, molte vengono depositate personalmente nella cassetta alla Casa di Giulietta. Molti scrivono dagli Stati Uniti, Sud America, Oriente, ma anche da ogni parte d'Europa. Negli ultimi anni si è notato un forte incremento da Brasile, Russia, Giappone, anche per la nuova voglia e possibilità di viaggiare. Le lettere seguono quindi il moto del cuore ma anche ii trend turistici così come rispondono spesso al richiamo mediatico suscitato da servizi televisivi e giornalistici che negli ultimi anni hanno documentato in vari paesi l'attività del Club di Giulietta nella bella città di Verona. Con l'emergenza sanitaria di questi mesi l'attività in presenza ha subito un momentaneo arresto: molte volontarie aiutano a distanza, in attesa di tornare nella città di Romeo e Giulietta e vivere l'esperienza nella sede del Club di Giulietta. Durante il lockdown sono aumentate le email e molti hanno raccontato i problemi legati alla separazione, le difficoltà di vivere un amore a distanza, fino alle problematiche dovute invece alla convivenza forzata in situazioni di disagio. Il Club di Giulietta continua la sua attività: la scrittura diventa strumento di riflessione e condivisione e Giulietta un ponte tra i più diversi pensieri, culture e sentimenti.
Press Office Francesca Lovatelli Caetani [email protected]
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Riceviamo e diffondiamo: Invito a partecipare alla presentazione del libro " Rote Zora - Guerriglia urbana femminista" nella biblioteca di Armonie, via Emilia Levante,138 a Bologna. Sabato 9 Febbraio inizio alle 18,30 con le curatrici dell'edizione italiana. Seguiranno una pausa e un bouffet, alle 20,30 il Workshop - laboratorio e dalle 22,30 la festa per concludere insieme la serata. L'iniziativa è per donne lesbiche e trans. Rote Zora è una rete di gruppi di donne e lesbiche che ha portato avanti azioni femministe di guerriglia urbana nella Repubblica Federale Tedesca dagli anni '70 agli anni '90. Le loro parole ci arrivano oggi con la stessa potenza del fuoco dei loro sabotaggi. E' questa un'occasione unica per conoscere le sorelle tedesche della donna elettrica, che in questo periodo nelle sale cinematografiche con la sua storia sta emozionando e interrogando migliaia e migliaia di persone. Sarà anche un'occasione per fare un aggiornamemento sulla resistenza curda e sullo sciopero della fame ad oltranza di Leyla Guven e dei e delle prigioniere politiche nelle carceri turche, che chiedono la fine dell'isolamento di Ocalan. SIAMO TUTTE DONNE ELETTRICHE Compagne femministe e lesbiche di Bologna
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Bologna, Padiglione de l'Esprit Nouveau: Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai - Main project ART CITY Bologna
Bologna, Padiglione de l’Esprit Nouveau: Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai – Main project ART CITY Bologna
Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai racconta la storia artistica della poetessa, traduttrice e artista Giulia Niccolai (1934-2021) ripercorrendo le tappe salienti della sua vita professionale tramite documenti, fotografie, testi, registrazioni e opere provenienti dall’archivio Maurizio Spatola, dalla Fondazione Echaurren-Salaris, dalla Biblioteca Italiana delle Donne di…
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Venere. Natura, ombra e bellezza
Con Venere. Natura, ombra e bellezza a cura di Claudia Cieri Via, dal 12 settembre al 12 dicembre 2021 si apre la terza tappa del progetto espositivo Venere divina. Armonia sulla terra prodotto da Fondazione Palazzo Te. Una mostra che si avvale di un comitato scientifico composto da Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Cieri Via e Stefano L’Occaso, e che attraverso importanti prestiti internazionali – dalla Biblioteca Apostolica Vaticana al Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles, dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid alle Gallerie degli Uffizi di Firenze, all’Akademie der bildenden Künste di Vienna e molti altri – è un’occasione unica per esplorare i diversi volti della dea che hanno popolato l’arte europea e italiana del Cinquecento, mostrandone le luci e le ombre, il fulgore e il furore, e ripercorrendo immaginari e rappresentazioni capaci di esercitare il loro fascino fino ai giorni nostri. Da Lucas Cranach a Peter Paul Rubens, dalle monete romane ai Libri d’ore, da Dosso Dossi a Guercino, da Paris Bordon al Veronese, l’esposizione Venere. Natura, ombra e bellezza restituisce la mutevolezza dell’immagine della dea lungo un arco temporale che va dal II secolo a. C. al Seicento. Venere è una figura prismatica: nasce dalle acque come Venere celeste, presiede alla rigenerazione della natura come Venere primavera; sposa di Vulcano, è amante di Marte e innamorata di Adone, ma soprattutto madre del pericoloso Cupido e con lui testimone di amori infelici, molteplici valenze che è possibile ripercorrere nelle sale di Palazzo Te. Il progetto espositivo, articolato in nove sezioni, si apre con esempi di statuaria antica, che rappresentano una Venere celeste e intangibile simbolo della perfetta bellezza e dell’amore virtuoso, insieme a un prezioso esemplare del De Rerum Natura di Lucrezio appartenuto a Papa Sisto IV. Il percorso prosegue con altri importanti manoscritti miniati in cui la dea è protagonista di favole e miti sulla natura in cui si materializzano i suoi poteri e le sue vicende. Il dipinto Venere e Mercurio presentano a Giove Eros e Anteros del Veronese (Gallerie degli Uffizi, Firenze) ritrae una Venere che presiede alla generazione e ai piaceri amorosi, un buon auspicio nuziale. La Venus genetrix, presente anche in due delle monete antiche esposte in mostra, sovrintende l’armonia con la natura, aspetto cruciale nella progettazione delle ville del Rinascimento. La mostra presenta anche opere che consacrano Venere dea della bellezza in cui Venere è la ninfa leggera caratteristica delle rappresentazioni del Rinascimento arrivate fino ai giorni nostri, nelle figure di Gradiva o nelle danze di Isadora Duncan. Ma se Venere è vitalità e movimento, può essere anche immagine del risveglio dei sensi e della natura come nell’opera di Dosso Dossi della Collezione Magnani di Bologna. La raffigurazione di Venere, nuda e perfetta, apre una finestra anche sul tema del modello: l’idea che si potesse prendere come soggetto una bellezza contemporanea, affiora all’inizio del Cinquecento, quando si teorizza l’esistenza delle Veneri viventi, muse ispiratrici degli artisti. La mostra prosegue nelle stanze di Palazzo Te, luoghi in cui Venere è costantemente raffigurata. Con lei si misurano le donne contemporanee – che il paragone letterario spinge verso il modello mitologico – le cui immagini vengono raggruppate, come quelle della dea e di eroine antiche, in camerini tematici, chiamate le stanze delle Belle da cui proviene anche l’olio su rame di Jacopo Zucchi La pesca del corallo. La natura complessa e inafferrabile della dea e delle sue raffigurazioni è testimoniata anche da uno sguardo alle forze magiche e irrazionali a cui attingono gli esseri umani quando si tratta di conquistare un amante riluttante; pozioni e incantesimi sono strumenti di Venere, ma di una Venere rovesciata, pericolosa, ingannevole che si ritrova nelle opere di Lucas Cranach, di Albrecht Dürer, di Dosso Dossi e velatamente nel dipinto di Paris Bordonproveniente dalla collezione Thyssen-Bornemisza di Madrid. La mostra si conclude con una sezione dedicata a Venere vincitrice dove, tra gli altri, troviamo Il giudizio di Paride di Peter Paul Rubens proveniente dalla Akademie der bildenden Künste di Vienna e Venere, Cupido e Marte di Guercino, capolavoro che richiama lo spettatore all’interno del quadro coinvolgendolo in un dialogo intimo con la divinità. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira (24 × 28 cm, 216 pagine 120 colori e b/n, brossura) con saggi di Claudia Cieri Via, Roberto Nicolai, Giuseppe Capriotti, Philippe Morel, Massimiliano Simone, Emilio Russo, Francesca Cappelletti, Stefano L’Occaso e un’introduzione di Stefano Baia Curioni. Con Venere. Natura, ombra e bellezza Fondazione Palazzo Te ribadisce un approccio culturale basato sulla cura della relazione con il patrimonio storico come atto di cultura contemporanea: metodologia che ha preso forma già nel 2019 con Tiziano/Gerhard Richter. Il cielo sulla terra e in seguito con Giulio Romano. Arte e Desiderio (2020), di cui il programma Venere Divina. Armonia sulla terra è l’ultimo capitolo. Il programmaVenere divina. Armonia sulla terra è stato inaugurato a marzo con Il mito di Venere a Palazzo Te, proseguito in estate con l'esposizione di Venere che benda amore di Tiziano, e, dopo la mostra Venere. Natura, ombra e bellezza, si concluderà a dicembre con l’esposizione in appendice del dipinto Venere con cupido di Moretto (1545-50ca) proveniente da una collezione privata mantovana. Il progetto è organizzato e prodotto da Fondazione Palazzo Te e Museo Civico di Palazzo Te, promosso dal Comune di Mantova con il patrocinio del MiC, il contributo di Regione Lombardia e Fondazione Banca Agricola Mantovana, il sostegno di Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e il supporto tecnico di Glas Italia, Pilkington, iGuzzini. Il progetto espositivo è a cura di Lissoni Associati, il progetto grafico è sviluppato da Lissoni Graphx. Read the full article
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bologna, 7 maggio - 5 giugno: "perché lo faccio perché. la vita poetica di giulia niccolai"
bologna, 7 maggio – 5 giugno: “perché lo faccio perché. la vita poetica di giulia niccolai”
Giulia Niccolai presso Galleria dell’Oca, Roma 1979 | Foto Andrea Mantovani | Collezione Mara Cini La mostra Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai, a cura di Allison Grimaldi Donahue e Caterina Molteni, è allestita presso il Padiglione de l’Esprit Nouveau, a Bologna (Piazza della Costituzione 11) dal 7 maggio al 5 giugno 2022, come Main Project della decima edizione di ART…
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#Allison Grimaldi Donahue#Andrea Mantovani#Archivio Maurizio Spatola#art#Art City#Art City Bologna#arte#Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna#Caterina Molteni#Fondazione Echaurren-Salaris#fotografia#Galleria dell’Oca#Giulia Niccolai#Mara Cini#mostra#Padiglione de l&039;Esprit Nouveau#poesia
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Christine de Pizan prima scrittrice professionista d’Europa
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Christine de Pizan è una delle personalità più affascinanti del tardo Medioevo.
È stata la prima scrittrice professionista in Europa e la prima storica laica di Francia, fu anche poeta, editrice e filosofa.
Nacque col nome di Cristina da Pizzano a Venezia nel 1365. Trascorse tutta la vita a Parigi, dove si era trasferita da bambina seguendo alla corte di re Carlo V il padre, Thomas de Pizan, laureato all’Università di Bologna, prima consigliere della Repubblica e poi medico, astrologo e consigliere personale del re.
Crebbe nell’ambiente agiato e vivace di corte, dove ebbe modo di formarsi e istruirsi alla Biblioteca Reale del Louvre.
Rimasta vedova a venticinque anni, con tre bambini piccoli e una madre di cui doversi occupare, si assunse responsabilità e obblighi considerati a quel tempo prerogativa maschile. Si rafforzò e cominciò a districarsi negli affari maschili, anche in cause legali, e avviò la sua attività letteraria, inizialmente solo come copista e poi anche come scrittrice.
Della metamorfosi da essere femminile a essere maschile lasciò traccia nel suo Livre de Mutacion de Fortune.
Ben presto le sue opere cominciarono a riscuotere successo a corte dove ebbe illustri committenti come i fratelli di Carlo V e la regina Isabella di Baviera.
Nei suoi scritti attingeva dalle esperienze personali e non da religione o mitologia, come era usanza ai suoi tempi.
Nel 1404 ha redatto una biografia di Carlo V che riportava eventi di cui era stata testimone.
La sua opera si compone di ballate, scritti politici e biografie, che dimostrano la sua grande cultura, assolutamente inedita per una donna della sua epoca.
I suoi lavori più importanti sono La città delle dame, del 1405, in cui rovesciava i luoghi comuni dell’inferiorità femminile che risalivano all’autorità di Aristotele, e il Dettato dedicato a Giovanna d’Arco scritto poco prima di morire, nel 1430.
La città delle dame è la testimonianza delle sue profonde intuizioni e riflessioni sulla disparità culturale fra uomo e donna, e sull’esclusione femminile dal sapere. Vi traccia i profili delle più interessanti figure femminili dell’antichità, regine, sante, guerriere, poetesse, scienziate, indovine, come Minerva, Medea, Saffo, Didone, Giuditta, abitatrici di un’immaginaria città fortificata dove imperano esclusivamente Ragione, Rettitudine e Giustizia.
Numerose le sue critiche e argomentazioni contro chi ostacolava l’istruzione delle donne, estromettendole dalla cultura e impedendo loro un naturale arricchimento, così come alla misoginia di molti autori: sarebbero molto irritati se le donne ne sapessero più di loro.
In tutto il libro traspare il suo orgoglio di donna, che la porta a ribaltare completamente le convinzioni del tempo, attaccando con decisione la tradizione letteraria maschile, impostasi solo per l’assenza di una corrispondente tradizione letteraria femminile.
«Che onore per il sesso femminile quando questo nostro regno interamente devastato, fu risollevato e salvato da una donna, cosa che cinquemila uomini non hanno fatto» ha scritto a proposito della Pulzella d’Orleans.
Christine de Pizan è stata la prima scrittrice della storia a documentare e difendere le gesta di altre donne, è riuscita a fare della sua cultura uno strumento di auto affermazione.
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Torri gemelle: 11/9/2001. Notre Dame: 15/4/2019. Se non fosse un caso… • Unoeditori

Se la mente torna alle Torri Gemelle…
Appena ho visto le immagini che venivano trasmesse in diretta da Parigi, mi sono immediatamente rivista come in un film, mentre guardavo attonita, sempre provenienti dallo stesso televisore, scene analoghe l’undici settembre del 2001.
Molti hanno intuito che c’era qualcosa di deja vu in quelle fiamme altissime che avvolgevano la Cattedrale di Nostra Signora di Parigi.
Com’è ormai assodato, le intuizioni sono in grado di fare collegamenti inusitati, che mai avremmo fatto in modo razionale.
Mi sono balzati subito alla mente dei collegamenti evidenti, ma forse non troppo facili da decodificare.
Le Torri Gemelle di New York erano dei simboli molto potenti: altissime, erette a sfidare la forza di gravità, si ponevano al mondo intero come simbolo della forza del potere e del denaro.
Due enormi simboli fallici, che incutevano paura e ammirazione allo stesso tempo, e che testimoniavano come, in quella terra di frontiera, in quel “ Nuovo Mondo” l’unico simbolo dominante era stato e rimaneva quello maschile.
Un impero costruito sulla dominanza maschile
Gli Stati Uniti sono stati frutto di un crudele e ingiustificato genocidio che ha insanguinato tutto il territorio americano, da Est a Ovest. Milioni di nativi sono stati ingannati, uccisi, stuprati e violentemente messi a tacere per sempre… Armi, fucili, pistole hanno fatto strada ai pionieri che penetravano e rubavano la sacra terra dei pellerossa.
Un impero costruito sul Potere della dominanza maschile e patriarcale, che riesce a conquistare il mondo intero o tramite uccisione o tramite uso di patrimonio.
Sul patrimonio, parola che etimologicamente deriva dalla parola pater, si fonda il potere, e le Torri Gemelle erano il paradiso dell’alta finanza mondiale. Lo stesso Presidente Trump incarna perfettamente gli ideali patriarcali rappresentati nel mondo dagli Stati Uniti.
Quando i Plutocrati occulti decisero di minare il simbolo del loro stesso potere, non so se fossero consapevoli di stare minando anche il potere del Patriarcato tutto.
La crisi del patriarcato
Infatti, tutte le istituzioni mondiali collegate ad esso, dal 2001 ad oggi, stanno man mano andando in crisi : le varie Chiese (Cristiana, Cattolica, Ortodossa), i monoteismi in generale (Islam, Giudaismo), le borse della Finanza Internazionale e i soldi stessi, che stanno scomparendo a favore della moneta virtuale.
Da quella fatidica data in avanti sono risorti interessi profondi per le antiche sapienze, per la cultura matrilineare, per le visioni alternative sulla vita e sulla morte.
Le persone, quasi come se fossero state liberate dall’immagine di questi opprimenti simboli, hanno cercato strade alternative, subito represse con atti di forza e violenza inaudita.
Quando il mostro si sente minacciato, inarca la coda e dà fendenti a destra e a manca, come impazzito.
Probabilmente qualcuno, nei piani alti, si è accorto di questi fenomeni e ha capito che bisognava agire anche sull’altro fronte.
Qual era l’altro fronte? Quello della Madre, quello che cominciava di nuovo, dopo millenni, a tornare alla luce.
Quale miglior simbolo che Notre Dame?
Quale miglior simbolo che Notre Dame?
Per gli americani, la culla della civiltà risiede in Francia, anche se è storicamente inesatto.
Per tutti gli americani vedere Parigi equivale a vedere tutta Europa.
Le cattedrali gotiche sono dei poemi in pietra e rappresentano, anche visivamente, la culla della cultura.
La Cattedrale che brucia è un simbolo molto potente, come lo era vedere bruciare le due Torri.
In questo modo sono stati bruciati sia gli uomini sia le donne, in uno spaventoso monito universale.
Con questo feroce e barbaro incendio, sono andati in fumo millenni di storia europea.
Diciotto anni dopo le Torri Gemelle, ecco bruciare la culla europea. Che l’Europa sia la culla di una delle più importanti civiltà del mondo, è cosa acclarata.
Anche il nome “Notre Dame” è significativo: è la Nostra signora, la Dea Iside, ritornata in vita grazie al camuffamento operato dai costruttori della Cattedrale più famosa del mondo.
Nella Cattedrale erano custoditi tutti i simboli massonici, sapienziali e esoterici europei. Il fenomeno è equiparabile al il rogo che colpì la Biblioteca di Alessandria d’Egitto ai tempi dei Teodosio, dove erano custodite tutte le conoscenze antiche. Ed è anche come se una nuova Giovanna d’Arco venisse immolata sull’altare perverso della Dominazione.
Distruzione globale
Entrambi i simboli, maschile e femminile, sono stati colpiti, a distanza di 18 anni uno dall’altro. La distruzione globale prevede, infatti, che muoiano tutti, uomini e donne indifferentemente.
A 18 anni si raggiunge la maggior età… che sia un monito per tutti noi che il Potere Occulto abbia raggiunto il tempo della maturazione finale? Mi auguro di no, e che queste siano solo congetture di una mente troppo abituata a pensare…

Autore: Mirella Santamato
Laureata presso l’Università di Bologna, iscritta all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, ha collaborato per anni con alcuni settimanali e mensili a diffusione nazionale. Ha vinto numerosi premi di poesia, ha partecipato a vari programmi Rai e Mediaset. Conduce seminari di riequilibrio tra le energie maschili e femminili e di ricerca della felicità. Tiene conferenze ed incontri in tutta Italia. Autrice di "Quando Troia era solo una città" e "Iniziazione segreta alla felicità". In pubblicazione per Uno Editori "Origini delle narrazioni del mondo".
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La Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna compie 40 anni: sabato 7 ottobre una giornata di festa e riflessione.
La Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna compie 40 anni: sabato 7 ottobre una giornata di festa e riflessione. La Biblioteca delle Donne di Bologna, la più importante biblioteca specializzata in cultura femminile, studi di genere e femminismo in Italia, festeggia il suo quarantesimo anniversario sabato 7 ottobre dalle 9.30 alle 18.30, nell’ex Convento di Santa Cristina. Le celebrazioni si svolgeranno sotto forma di una giornata di festa e riflessione aperta alla città, partendo dalle radici, dalla storia della biblioteca e dalle donne che l’hanno animata, per arrivare al presente. Sarà un sabato di condivisione, per ricordare un’esperienza unica in Italia che, da quarant’anni, è al centro della cultura, della creatività e della riflessione femminile e femminista. Un modello organizzativo ibrido e originale: le donne di Orlando come ente gestore, il Comune di Bologna da 40 anni sostenitore attivo con una convenzione attraverso cui vengono messi a disposizione personale e servizi. A partire dalle 9.30, dopo i saluti istituzionali di apertura affidati alla vicesindaca Emily Clancy, Elena di Gioia (delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana), Simona Lembi (Piano dell’uguaglianza di genere), Rosa Amorevole (presidente del Quartiere Santo Stefano), Cristina De Maria (Università di Bologna), Veronica Ceruti (direttrice del settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune) e Mauro Felicori (assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna), sarà affrontato il tema Segnare la mappa della città: i luoghi delle donne tra sguardo al passato e immaginazione del futuro, per richiamare il contesto dei primi anni ’80 quando furono inventati i Centri delle donne, e per guardare al presente, alle forme di visibilità di genere nelle mappe cittadine e alla rappresentazione della soggettività femminile. Parteciperanno al dibattito: Anna Pramstrahler (Biblioteca italiana delle donne), Aureliana Alberici (Università di Roma Tre, già assessora al Comune di Bologna e senatrice), Raffaella Lamberti (presidente fondatrice di Orlando), Giuliana Peyronel (Casa delle donne di Milano), Elena Petricola (Archivio delle donne in Piemonte), Elena Lolli (Associazione Orlando), Lucia Sardo (Università di Bologna) e Walter Vitali (già sindaco di Bologna e senatore). Coordina: Elda Guerra (Associazione Orlando). Alle 14:30 si terrà la visita alla biblioteca condotta dalla responsabile Anna Pramstrahler e alle 15:30 il chiostro del convento accoglierà Open-Mic – Microfono aperto per lasciare spazio alle testimonianze - dirette o videoregistrate, di molte di coloro che, negli anni, si sono attivate per rendere questo il progetto della Biblioteca Italiana delle Donne una realtà: autrici, lettrici, studiose, artiste di Bologna e non solo. Coordina Annamaria Tagliavini (Associazione Orlando). Per partecipare e prendere parola si possono inviare una email o un contributo video di massimo due minuti in formato orizzontale a: [email protected]. La giornata si concluderà alle 17:30 con un concerto del coro di donne Le Core & Le Chemin des Femmes e una torta da condividere. Nata per iniziativa di un'associazione culturale di donne, l'Associazione Orlando, che ancora oggi la gestisce in convenzione con il Comune di Bologna, la Biblioteca Italiana delle Donne ha un patrimonio multidisciplinare e multilingue di oltre 40.000 titoli: tra i principali ambiti tematici documentati vi sono la storia dei movimenti politici delle donne, gender and women's studies, diritti, corpo, cura, sessualità. La biblioteca offre una sala di lettura con 40 posti, la consultazione è a scaffale aperto ed è disponibile un archivio che contiene documenti e letteratura grigia relativi alla storia del movimento delle donne a Bologna e in Emilia-Romagna. Nella sua versione digitale, la Biblioteca digitale delle Donne, ospita digitalizzazioni di documentazione a stampa di diverse epoche relative alla memoria storica, culturale, politica e sociale delle donne e dei loro movimenti di emancipazione e liberazione dall’Ottocento a oggi. La giornata si svolge nell’ambito del Patto della lettura di Bologna. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Femminicidio Olga Matei. Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale UDIPALERMO onlus: "Sentenza ulteriore violenza contro donna assassinata"
Femminicidio Olga Matei. Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale UDIPALERMO onlus: “Sentenza ulteriore violenza contro donna assassinata”
Femminicidio Olga Matei. Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale UDIPALERMO onlus: “Sentenza ulteriore violenza contro donna assassinata”
(Palermo, 03/03/2019) – La Corte d’appello di Bologna ha ridotto da 30 a 16 anni la condanna inflitta in primo grado a Michele Castaldo per l’uccisione di Olga Matei in quanto il femminicidio sarebbe stato determinato dalla “tempesta emotiva”…
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Vincitori 2018 - Alessia De Montis - LAYERS-Fabbri
Fotografia Giclée su carta baritata Giclée photograph on Baryta paper cm 86 x 123 2018
De Montis spazia dal linguaggio fotografico a quello audiovisivo e installativo. Sviluppa progetti multimediali tramite l’utilizzo di foto, video e installazioni. L’opera che presenta, LAYERS-Fabbri, è il primo di una serie che l’autrice sta portando avanti. È partita da una lunga riflessione sulla natura della fotografia digitale, rappresentazione numerica di un’immagine bidimensionale. Alessia ne interroga la massima risoluzione e compressione ed evoca, nel perfetto mondo digitale, l’imperfezione della superficie analogica, portando allo scoperto i diversi strati. Convinta che non tutto combaci perfettamente e che proprio nei diversi strati dell’immagine si annidi la vita. Nascosta nell’ombra alberga una sottile emozione. L’autrice ha voluto realizzare un’immagine distante dall’apparenza spettacolare, opta quindi per la sottile evocazione poetica dei ricordi. Sulla decorazione iconica del vaso Fabbri applica lettere di carta ritagliate. La scritta “Ricorda me da piccola” assume diversi significati: è un intervento manuale che allude al lavoro femminile ed è un’immagine metonimica. La decorazione, un’icona dal forte impatto estetico, simboleggia il prodotto. La scritta è uno spazio aperto, un messaggio nascosto, offerto allo spettatore indotto a interrogare l’emozione del proprio ricordo.
Nasce nel 1976 a Livorno. Vive e lavora a Bologna. Mostre personali 2014 “To be apple, not to be apple”, a cura di / edited by E. Abbiatici, (galleria +) oltredimore, Bologna 2012 “Odissea Contemporanea”, a cura di / edited by D. Alonso, Galeria Rita Castellote, Madrid 2011 “ConcertAzione 4”, a cura di / edited by O. Spatola, Museo internazionale e biblioteca della musica, Bologna 2010 “ConcertAzione 3”, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, Milano “ConcertAzione 2”, a cura di / edited by N.D. Angerame, ex chiesa Anglicana, Alassio “ConcertAzione”, a cura di / edited by O. Spatola, Contemporary Concept, Bologna 2007 Premio Internazionale di Pittura Scultura e Arte Elettronica “Guglielmo Marconi”, Bologna 2005 “Sirene”, Teatro Container Viabizzuno, Milano “Odissea Contemporanea”, a cura di / edited by D. Del Moro, Chiostro dell’Umanitaria, Milano “La Fotografia dentro”, a cura di / edited by D. Curti e A. Locatelli, Fabbrica Eos, Milano 2004 “Corpore”, a cura di / edited by D. Del Moro e F. Gallo, Galleria Paolo Nanni, Bologna.
Mostre collettive / Group Exhibitions 2014 “Figura Aqua. La forma dell’Acqua”, a cura di / edited by P. Diecidue, A. Locatelli e M.R. Pividori, Spazio Ex Fornace, Milano 2013 “Ab Origine”, Z2O Galleria Sara Zanin, Roma “L’Arte del tempo di mezzo”, a cura di / edited by D. Del Moro, Galleria civica d’arte contemporanea Montevergini, Siracusa “Arte in terapia”, a cura di / edited by A. D’Attanasio e N. Miele, ex chiesa di Sant’Agata, Spoleto 2012 “#piccoledonneCRESCONO”, a cura di / edited by S. Raffaghello, Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea, Alessandria “Natura Anfibia. Incontro tra Arte Magia e Scienza”, a cura di / edited by C. Composti e M. Rizzardini, mc2gallery, Milano “Thirteen light movies... di luce propria”, a cura di / edited by A. Trabucco, Nur Gallery di arsprima, Milano “EAT, emerging artists trans-mediterranean”, a cura di / edited by M. Meneguzzo e M. Corgnati, Palazzo Lombardia, Milano “Dalla parte delle donne. Tra azione e partecipazione”, a cura di / edited by F. Bianconi e C. Canali, Galleria Parmeggiani, Reggio Emilia “Cherchez la femme”, Costantini Art Gallery, Milano 2011 “Il Soggetto Sconosciuto”, a cura di / edited by E. Beluffi e M. Aion Mangani, BT’F Art Gallery, Bologna “La Casa di Ulisse”, a cura di / edited by C. Calicelli e Figure Blu, Fabbrica del Vapore, Milano “(Un)dressed - La donna e il nudo nella fotografia d’autore dal ‘900 a oggi”, Palazzo Borromeo, Milano “AAM - Arte Accessibile Milano”, a cura di / edited by C. Canali, Spazio Eventiquattro - Gruppo 24 Ore, Milano “In corpo. Dalla performance al video”, a cura di / edited by E. Beluffi, BT’F Art Gallery, Bologna 2010 “Frames Italian Style in contemporary video art”, a cura di / edited by N.D. Angerame, Silpakorn University, Bangkok “Il filo del pensiero. L’arte sotto il segno della bellezza”, a cura di / edited by D. Del Moro, Palazzo del Governo, Siracusa “Still aLive”, a cura di / edited by U. Pastorini e G. Maraniello, Fondazione Arnaldo Pomodoro, Milano “Alla gloria Militar”, Aircraft Gallery, Bratislava “Bad Girls: good girls go to heaven, bad girls go everywhere”, a cura di / edited by V. Conti, VisionQuesT gallery, Genova 2009 “Colleziona”, Forma - Centro Internazionale di Fotografia, Milano “Box Shock - Mind Cube”, a cura di / edited by R. Facchinetti, Watt 13 Hotel, Milano “Interessi personali”, a cura di / edited by G. Marziani, Romberg Arte Contemporanea, Roma 2008 Biennale di Alessandria Videofotografia contemporanea, Alessandria 2007 “Acqua”, a cura di / edited by P. Donini e D. Del Moro, Palazzo Ducale, Pavullo nel Frignano “Viva 3”, a cura di / edited by M. Mojana, Arena Civica, Milano “Curve Pericolose”, a cura di / edited by M. Sciaccaluga, Casa del Pane, Milano 2006 “Oltre Lilith. Il femminino sacro”, a cura di / edited by R. Gozzini, Scuderie Aldobrandini, Frascati “Ars in fabula”, a cura di / edited by M. Sciaccaluga, Palazzo Pretorio, Certaldo 2005 “13X17: 1000 artisti per un’indagine eccentrica sull’arte in Italia”, a cura di / edited by P. Daverio e J. Blanchaert, chiesa di San Gallo, Venezia; Galleria Zaion - Lanificio Pria, Biella; Showroom Gruppo Franco Ziche, Milano 2004 “Dinamiche del volto”, a cura di / edited by P. Donini e D. Del Moro, Gallerie di Palazzo Ducale, Pavullo nel Frignano
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Io Natalia Ginzburg non la sopporto. Eppure, continuo a leggerla, perché come ammazza gli uomini lei, su carta, come gli spara e li odia, nessuna mai…
Io Natalia Ginzburg non la sopporto. Niente mi piace di lei, come pensa, come scrive, come veste, come è. La sua prosa a cantilena mi innervosisce, le sue parole mi intristiscono, il suo giornalistico dare un colpo al cerchio e uno alla botte mi scatena piani omicidi. Per non parlare delle sue ‘idee’ politiche, la summa del sentito dire, del nulla da dire ben dissimulato da pacifismo, a schermo di un credo comunista morto stecchito.
*
Eppure, la leggo. Dimmi se non è potere questo. La leggo, e se devo dire con quali pagine ho passato ore fattive, devo in tutta onestà includerci anche le sue. È come diceva Sartre, come mi ha insegnato lui, bisogna leggere chi ti è agli antipodi, ti è ostile, e non ci andresti mai a cena. Così in biblioteca, invece di studiare, stavo a leggere lei, che mi aveva legato, con quel suo È stato così, e qui è vero, e le va riconosciuto: come su carta, con l’inchiostro, ammazza gli uomini la Ginzburg, nessuna mai. Gli spara, li uccide e li odia, come odia la famiglia, e la fa a pezzi dopo averla processata, e non lasciarti incantare da Lessico Famigliare, ma quale agiografia, è libro di vendetta, di furente protagonismo, è Natalia che nella sua storia ti fa credere che quasi non c’è, si nasconde, e invece è lei la luce, la star, non sulla scena ma dietro, è lei la regista di personaggi ridotti a manichini, sgonfi, appiattiti alla dimensione di un tic, di un modo di esprimersi, o di muoversi. E io, quanto ho odiato Lessico Famigliare? Tanto, l’ho odiato, ma fino a gettarlo al muro, te lo giuro, e per quel suo “diceva” ripetuto ossessivo, da presa in giro, lessico che a tratti ti fa temere la lallazione, insopportabile, e quei detti idioti, che ti intasano la testa, “tutta di lana Lidia!”, ma che caz*o frega a me di quei proverbi lì, e poi, fammela dire tutta, quando tra quelle pagine qualcosa di grosso accade, arriva la Storia, arriva Turati, Leone Ginzburg, allora Natalia non scrive più, si ferma, dove ti interessa non va oltre, per sapere dell’agonia di Leone bisogna aspettar la Fallaci, recuperare quell’intervista alla Ginzburg del 1963, per imparare cosa può essere il buio ma quello violento, e l’esser soli, dimenticati, e cosa sia la lealtà a un Paese che quasi non è il tuo e non ti merita, e ti scorda e ti tradisce il giorno dopo che gli hai sacrificato la vita.
*
E però: l’ho ripreso in mano, quel Lessico maledetto, tempo dopo, superando la nausea di quella nenia scritta, interminabile: ne ho compreso d’un tratto la paura, immagini di terrore che mi sono rimaste addosso, sul corpo, come graffi, frasi che ti si inchiodano in mente: quella scena dei panni stesi, a Roma, Piazza Bologna, panni che volano giù, e lei scende a riprenderli, e in quel volo, tra quelle scale, capire, respirare quell’angoscia, come fosse la tua, e la mancanza di dignità di donna che segue, il chiedere aiuto a chi non conosci, e scappare, dormire, per strada, nell’assenza di ogni pudore, intimità, decenza. La paura che ti vengano a prendere e portarti via, che ti rimane dentro, per sempre, negli occhi allo spioncino di chiunque venga a suonare alla tua porta, anche di chi aspetti, di chi sei tu che hai invitato.
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Natalia Ginzburg non sapeva cucinare, guidare, tenere chissà che conversazione, si addormentava nel bel mezzo di un discorso. Credeva nei tarocchi, vendeva copie a caterve, e se la fermavano per strada per salutarla si stupiva che la riconoscessero. Usava – e male – la macchina da scrivere e solo per gli articoli, ma ogni suo libro lo scriveva a mano, seduta in poltrona, a penna biro per una grafia enorme e infantile su fogli di carta bianca. Appena le scoppiava in mente e tra le dita una storia, caffè e una sigaretta dopo l’altra, rigorosamente senza filtro, dalle 4 di mattina fino a sera tardi, “strappando in fretta quel che c’è da strappare prima di essere stritolati”. Quando scriveva, Natalia Ginzburg era come posseduta, in stato di trance, e i personaggi non li inventava, non li creava, erano loro che le si affollavano intorno, la assediavano, a rivelarle parole che lei raccoglieva come foglie cadute lungo la strada: è tutto in La Corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg, la biografia di Sandra Petrignani. L’ho appena letta e non cambio idea, mi riconfermo nell’abisso che separa me e Natalia Ginzburg politicamente e nelle faccende di letto e di testa più importanti: io non do fiducia a chi non capisce Philip Roth, o si permette di rompere l’anima a Moravia perché scrive di sesso, lo rimprovera di scrivere di sesso, e di dare pensiero, voce e anima al suo pene, come fa appunto Moravia in Io e Lui. Io do zero fiducia a chi non piace la Nutella, a chi scrive che i film di Bertolucci sono “falsi morti vuoti”, e che Ultimo Tango a Parigi è “ciarpame di bassa letteratura”: perché, cara Natalia, se non ti si contorce nel sesso Brando in Ultimo Tango, mi sa che qualcosa che non va ce l’hai..!
Però: con stupore ho scoperto che in certi punti Natalia Ginzburg mi sta vicino, e non solo nel rifiutare ogni femminismo, ma pure nel nascondere il dolore, lei che diceva che la sofferenza è simile a una vergogna, non è fertile, non va divisa con gli altri, ma che appartiene a noi, solo a noi, e deve morire con noi. E poi, quel suo Discorso sulle donne, quel nostro cadere ogni tanto in un pozzo, ovvero soffrire di un dolore solo nostro, ancestrale, dolore che ci portiamo generazione dopo generazione, dolore che hanno tutte, in modo diverso ma tutte, dolore figlio di secoli di tradizione, soggezione, schiavitù, e dolore “che non sarà facile vincere, e che sarà difficile liberarmene mai. Un essere libero non casca mai nel pozzo ma si occupa di tutte le cose importanti e serie che ci sono al mondo e si occupa di se stesso solo per sforzarsi di essere ogni giorno più libero. Così dovrò imparare a fare anch’io per prima perché se no certo non potrò combinare niente di serio”.
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(Senti: ma tu lo sapevi che Natalia Ginzburg ha avuto una storia di sesso con Quasimodo? Io no. Hai capito, la suorina! Lei era vedova ma lui sposato e si incontravano negli alberghi di Genova i più infimi, si scrivevano di nascosto, e la Ginzburg ci ha pure pianto, per lui, perché credeva d’essere importante, non una tra le tante, quando lo sanno tutti e non oggi ma già al tempo, che per Quasimodo valeva il motto ‘ogni lasciata è persa’, lui che se le faceva tutte, sempre, e sempre più d’una per volta).
Barbara Costa
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