#Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna
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marcogiovenale · 7 months ago
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oggi, 7 maggio, a bologna: june scialpi e silvia patrizio @ 'una come lei'
OGGI, martedì 7 maggio 2024, ore 17:30, Laboratorio di scrittura (previa iscrizione), segue – ore 18.30 – incontro pubblico con Silvia Patrizio e June Scialpi sui loro libri. June Scialpi e Silvia Patrizio sono ospiti della rassegna UNA COME LEI – presso la Biblioteca / Centro delle donne di Bologna (via del Piombo 5). Una come lei L’idea, sviluppata fin dal 2018 da Anna Franceschini e Roberta…
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lamilanomagazine · 1 year ago
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La Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna compie 40 anni: sabato 7 ottobre una giornata di festa e riflessione.
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La Biblioteca Italiana delle Donne di Bologna compie 40 anni: sabato 7 ottobre una giornata di festa e riflessione. La Biblioteca delle Donne di Bologna, la più importante biblioteca specializzata in cultura femminile, studi di genere e femminismo in Italia, festeggia il suo quarantesimo anniversario sabato 7 ottobre dalle 9.30 alle 18.30, nell’ex Convento di Santa Cristina. Le celebrazioni si svolgeranno sotto forma di una giornata di festa e riflessione aperta alla città, partendo dalle radici, dalla storia della biblioteca e dalle donne che l’hanno animata, per arrivare al presente. Sarà un sabato di condivisione, per ricordare un’esperienza unica in Italia che, da quarant’anni, è al centro della cultura, della creatività e della riflessione femminile e femminista. Un modello organizzativo ibrido e originale: le donne di Orlando come ente gestore, il Comune di Bologna da 40 anni sostenitore attivo con una convenzione attraverso cui vengono messi a disposizione personale e servizi. A partire dalle 9.30, dopo i saluti istituzionali di apertura affidati alla vicesindaca Emily Clancy, Elena di Gioia (delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana), Simona Lembi (Piano dell’uguaglianza di genere), Rosa Amorevole (presidente del Quartiere Santo Stefano), Cristina De Maria (Università di Bologna), Veronica Ceruti (direttrice del settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune) e Mauro Felicori (assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna), sarà affrontato il tema Segnare la mappa della città: i luoghi delle donne tra sguardo al passato e immaginazione del futuro, per richiamare il contesto dei primi anni ’80 quando furono inventati i Centri delle donne, e per guardare al presente, alle forme di visibilità di genere nelle mappe cittadine e alla rappresentazione della soggettività femminile. Parteciperanno al dibattito: Anna Pramstrahler (Biblioteca italiana delle donne), Aureliana Alberici (Università di Roma Tre, già assessora al Comune di Bologna e senatrice), Raffaella Lamberti (presidente fondatrice di Orlando), Giuliana Peyronel (Casa delle donne di Milano), Elena Petricola (Archivio delle donne in Piemonte), Elena Lolli (Associazione Orlando), Lucia Sardo (Università di Bologna) e Walter Vitali (già sindaco di Bologna e senatore). Coordina: Elda Guerra (Associazione Orlando). Alle 14:30 si terrà la visita alla biblioteca condotta dalla responsabile Anna Pramstrahler e alle 15:30 il chiostro del convento accoglierà Open-Mic – Microfono aperto per lasciare spazio alle testimonianze - dirette o videoregistrate, di molte di coloro che, negli anni, si sono attivate per rendere questo il progetto della Biblioteca Italiana delle Donne una realtà: autrici, lettrici, studiose, artiste di Bologna e non solo. Coordina Annamaria Tagliavini (Associazione Orlando). Per partecipare e prendere parola si possono inviare una email o un contributo video di massimo due minuti in formato orizzontale a: [email protected]. La giornata si concluderà alle 17:30 con un concerto del coro di donne Le Core & Le Chemin des Femmes e una torta da condividere. Nata per iniziativa di un'associazione culturale di donne, l'Associazione Orlando, che ancora oggi la gestisce in convenzione con il Comune di Bologna, la Biblioteca Italiana delle Donne ha un patrimonio multidisciplinare e multilingue di oltre 40.000 titoli: tra i principali ambiti tematici documentati vi sono la storia dei movimenti politici delle donne, gender and women's studies, diritti, corpo, cura, sessualità. La biblioteca offre una sala di lettura con 40 posti, la consultazione è a scaffale aperto ed è disponibile un archivio che contiene documenti e letteratura grigia relativi alla storia del movimento delle donne a Bologna e in Emilia-Romagna. Nella sua versione digitale, la Biblioteca digitale delle Donne, ospita digitalizzazioni di documentazione a stampa di diverse epoche relative alla memoria storica, culturale, politica e sociale delle donne e dei loro movimenti di emancipazione e liberazione dall’Ottocento a oggi. La giornata si svolge nell’ambito del Patto della lettura di Bologna.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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tarditardi · 4 years ago
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Il 16/9 a Verona va in scena Romeo&Juliet Wedding #nonsmettiamodisognare
Paola Guerra di Fenix Live vi invita alla Biblioteca Capitolare di Verona per l'incontro dal titolo "Romeo&Juliet Wedding #nonsmettiamodisognare", un progetto contraddistinto dall'imprenditoria e dalla solidarietà "al femminile", dalla volontà di riqualificazione del territorio veneto e dalla promozione di città e luoghi di arte e di cultura che diventano sedi ideali per il giorno più bello della vita, il matrimonio. Proprio a Verona, città dell'amore, il prossimo 16 settembre troveranno spazio alcune eccellenze del Made In Italy.
Durante la presentazione saranno lette alcune delle lettere scritte a Giulietta da ogni parte del mondo, testimonianza dell'energia femminile tra leggenda e letteratura. La famosa influencer Francesca Faustini di Millions of Butterflies, veronese e fashion blogger internazionale, indosserà poi in esclusiva un abito di Tiana Atelier ed un gioiello di Baisesmamain.
La giornalista Farian Sabahi leggerà la sua lettera inviata a Papa Francesco per combattere la violenza contro le donne, che racconta la storia di Ginevra, una donna madre di 4 figli, vittima di soprusi da parte del marito, che trova il coraggio di denunciare, spezzando così la spirale in cui è imprigionata. La lettera termina con un appello ai sacerdoti perché non assolvano gli uomini violenti- http://www.fariansabahi.com/lettera-papa-francesco/
Per la giornata del 16/9 e per il progetto Romeo&Juliet wedding sono state volutamente e fortemente scelte aziende con a capo una donna o che hanno un team prettamente al femminile, come:
DAPHNE' Sanremo di Barbara Borsotto-Cosmesi, profumi, alta moda sostenibile, profumazione d'ambiente-metterà a disposizione mascherine personalizzate a tema "Romeo&Juliet Wedding"
Albina Durante S_o_m_m_e_l_i_e_r_ _F_i_s_a_r_ _3_° _L_i_v_e_l_l_o_ _e_ _2_L_e_v_e_l_ _W_s_e_t_ _s_i_ _è _s_p_e_c_i_a_l_i_z_z_a_t_a_ _n_e_l_ _t_u_r_i_s_m_o_ _e_n_o_g_a_s_t_r_o_n_o_m_i_c_o_ _d_i_ _"A_m_a_T_e_r_r_a_ _T_o_u_r_s_" _Ama Terra Tours è una Wine Destination Management Company e Tour Operator con L'obiettivo di fare innamorare il turista per far si che diventi lui stesso ambasciatore del territorio.
Giulia Bolla Destination wedding planner wedding planner 56 anni sposata, madre di tre figli. Diplomata in lingue straniere, organizza gli eventi dell'azienda vinicola di famiglia e collabora con agenzie congressuali. Dopo un percorso di specializzazione nella organizzazione di matrimoni apre l'agenzia Giulia Bolla Wedding & Events
Serenella Mascherin Destination wedding planner friulana di origine e veronese di adozione, ha iniziato a lavorare nell'ambito degli eventi quando a Bologna aprì il suo prima negozio: dopo una meravigliosa esperienza di local manager presso un Relais della Valpolicella, sta collaborando con diversi professinisti del destination wedding.
Barbara Bortolotti "Sweet Dreams" Catering Dopo una consolidata esperienza in aziende di diversi settori, nell'ultimo decennio ha lavorato molto per trasformare la sua carriera lavorativa in ciò che ama fare, sviluppare le sue passioni e tutto quello che la rappresenta. Un obbiettivo ambizioso ma che, quando lo si raggiunge, la fa sentire centrata con sé stessa. C'è una matrice fondamentale con cui ha sempre agito nella vita: "Tratta gli altri come vorresti essere trattato tu". Oggi realizza un sogno più grande, nella ristorazione di eccellenza a domicilio, dando vita a SWEET DREAMS CATERING & ORGANIZZAZIONE EVENTI, il cui obiettivo è offrire emozioni e attenzione ai dettagli
Raffaella Faccioli Designer candele "Romeo e Giulietta" è interior designer e la creatrice delle candele profumate Romeo e Giulietta. Nel 2003 si trasferisce a Parigi per amore. La sua smisurata passione per i colori e i profumi la spingono a reinterpretare la storia di Romeo e Giulietta e di racchiuderla in una candela. Non una semplice candela ma vero e proprio un inno all'Amore, quello universale, quello che non ha genere, razza, religione. Perché l'amore basta a sé stesso
Claudia Sartori Designer di "Tiana Atelier" È un ' imprenditrice che ha creduto, crede e crederà sempre nel rincorrere i propri sogni. Il suo non è un lavoro, ma un esaudire desideri di altre donne. Gli abiti nascono a volte dalle emozioni che la futura sposa le trasmette, da sensazioni, da notti insonni a pensare a nuovi modelli, a nuovi tessuti. Il mio lavoro è di pura creatività in evoluzione e completamente hand made.
Cecilia Benetti Designer di gioielli di "Baisesmamain" un giorno ha deciso di rivoluzionare la sua vita, seguendo i suoi sogni ed ascoltando le sue passioni. Creò così il suo brand: "Baisesmamain" Una linea di iconici accessori di lusso, interamente realizzati a mano dall'eccellenza italiana su ordinazione. Pezzi unici in cui lo stile retrò si fonde nel design. Baisesmamain... è dove my heart becomes art…!
Monica Cordioli Florist-"Oltre il Giardino"-Sin da piccola la sua voglia di esprimermi era forte ed ha intrapreso un'arte fantastica con cui poter esprimere i suoi sentimenti, le sue emozioni ... la danza, energia vitale, creatività ed espressione completa della persona con il movimento del corpo. La danza per lei impegno, sudore, coraggio, sensibilità, bellezza, affrontare i dolori che ci dà, amare la vita. Oggi la sente ancora forte come passione e la voglia di esprimersi, per questo ha scelto un mestiere che possa liberare tutta la sua creatività con degli strumenti che sono un dono della natura, i fiori.
Elisa Carta Creatrice e produttrice del "Liquore delle Sirene" la creatrice dei magici Liquori, ha ereditato una grande passione da Carlina, la nonna materna, da cui ha appreso le tecniche di lavorazione delle botaniche per trasformarle in deliziosi infusi. Dalla nonna ha imparato la gratitudine per i prodotti meravigliosi della Terra e la conoscenza delle piante stesse. Elisa lavora in maniera artigianale le sue piante con grande amore, pazienza e passione ispirandosi al Lago di Garda, ai suoi colori e ai suoi profumi. Nei suoi prodotti lascia parlare la Natura senza nessun compromesso di artificio.
Livia Salviati Fotografa E' una fotografa che vive e lavora a Verona, ma sempre in giro per tutta Europa, alla ricerca di coppie che amino il suo stile e le permettano di fotografare i loro momenti più importanti. Il suo stile fotografico è romantico e raffinato, ama creare un rapporto con le persone che fotografa perchè nelle sue fotografie devono sapersi riconoscere. Cerca quell'amore che permette di vivere la vita in modo appassionato
Daniela Mengarelli di "Event and Flower design" - Fiori giganti
Francesca Faustini di "Millions of Butterflies" - fashion blogger
ILAIRE- Italian cosmeceutical essence- brand creato dalla Dottoressa Ilaria Prandelli, nato dall'unione di farmaceutica e cosmesi creato esclusivamente per la linea viso. Il suo claim "Una donna per le donne" Valentina di Halo Wedding - Filmaker
Alessandra Garavaldi di "Mugga Design" – Graphic Alessandra, emiliana nata sotto il segno del cancro in un caldo venerdì di Luglio, con una passione sfrenata per tutto ciò che mi sa emozionare e sempre alla ricerca della bellezza in ogni cosa. Si occupa di Stationery Design, proponendo grafica personalizzata ai futuri sposi e a chi organizza eventi. Debora Vena - Pastry chef Claudia e Giulia Benazzoli - Cantina Benazzoli
I giornalisti riceveranno il prestigioso volume Dear Juliet, raccolta delle lettere più belle indirizzate a Giulietta, edito da Chronicle Books, USA.
Saranno presenti: Oltre ad alcuni rappresentanti delle istituzioni: Paola Guerra di Fenix, organizzatrice dell'incontro e promotrice del connubio tra l'Associazione No Profit Juliet e Nonpossoparlare di Rosella Scalone Rosella Scalone di Nonpossoparlare Giovanna Tamassia Presidente del Juliet Club Cooperativa Agorà-Simona Binello Dirigente della Cooperativa Agorà e Alessandra Grasso, Responsabile Comunicazione Agorà
Introduce l'evento Francesca Lovatelli Caetani L'ingresso ai due incontri seguirà la normativa anti Covid 19 Per questo saranno previsti due turni di ingressi con numero limitato di persone-max 40 ogni turno-il primo alle 16,30 e il secondo alle 17,30.
Ringraziamo di cuore chi ha contribuito e chi contribuirà allo sviluppo di questo progetto: tutti i partner sopra menzionati, chi non ha potuto contribuire per ovvi motivi, ma in particolar modo Serenella Mascherin e Giulia Bolla per il prezioso sostegno umano, operativo e di condivisione di intenti.
Alle ore 21,00 , seguirà, alla Dogana d'acqua Corte dogana 6 37121 Verona, "Amori sdoganati"- Racconto interpretato da Margherita Sciarretta. Danza di Debora Scandolara. Liberamente tratto dal racconto di Carver "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore", evento dedicato all'amore e alle lettere inviate alla Posta di Giulietta-ingresso libero, necessario registrarsi, posti limitati.
PRESS OFFICE FRANCESCA LOVATELLI CAETANI [email protected]
Paola Guerra di Fenix Live, per esaudire le richieste di tutte le future coppie che decidono di sposarsi a Verona e coronare il loro sogno d'amore sotto il segno dell'eroina shakespeariana, si avvale della collaborazione del Juliet Club di Giovanna Tamassia, che cura dal 1972 la Posta di Giulietta, fenomeno epistolare e sentimentale di portata planetaria.
E l'amore inteso come amicizia e solidarietà al femminile ha spinto Paola Guerra di Fenix Live a coinvolgere Rosella Scalone, ideatrice con SPX Lab, di #nonpossoparlare, nuova applicazione digitale contro la violenza domestica, strumento di aiuto silenzioso, intelligente, sicuro per tutte le donne che sono impossibilitate a denunciare al telefono i maltrattamenti che subiscono vivendo con soggetti pericolosi e abusanti.
L'amore dichiarato, pensato, vissuto, sognato nelle lettere scritte a Giulietta si collega idealmente ai messaggi di aiuto di #nonpossoparlare, in un interscambio dialettico di messaggi di amore e messaggi di aiuto.
Lettere d'amore scritte a mano, scelte nella filigrana o nel colore dell'inchiostro, con una grafia lenta e pensata in ogni sua rotondità, contrapposte a messaggi fugaci, tratteggiati di nascosto nella fretta della paura: la comunicazione abbraccia le diverse circostanze verso un'evoluzione ugualmente intima e vitale. Il multiculturalismo del fenomeno sociale delle lettere a Giulietta si rispecchia nel progetto #nonpossoparlare dedicato a donne di ogni nazionalità e cultura.
Parte del ricavato dall'indotto proveniente dai matrimoni "Romeo&Juliet Wedding" andrà a sostegno del progetto #NONPOSSOPARLARE.
"Negli ultimi mesi ho avuto modo di viaggiare parecchio, per lavoro e formazione. Ho avuto modo di incontrare e conoscere molte donne con diverse personalità e vissuti particolarmente impegnativi. Nonostante ciò, ho notato che tutte indossano sempre un filo di rossetto rosso, un sorriso smagliante ed una forza interiore che difficilmente viene scalfita dalla opprimente quotidianità", dice Paola Guerra di Fenix Live  "e quando ti capita di incontrarle, il senso di solidarietà femminile che si innesca ti permette di instaurare un patto speciale, etico ed emotivo che non ha eguali, come accade tra sorelle. Il rapporto che si instaura è basato sulla complicità femminile che cerca soprattutto di generare un cambiamento per raggiungere obiettivi concreti, perché pur con mille difficoltà e non senza fatica molte di noi hanno riconosciuto la propria forza e si sono affermate grazie al coraggio e al talento. Dedico questo evento a tutte le Donne che ho incontrato fino ad ora, così come alla storica eroina del progetto "Juliet Club". Insieme si è più forti ed è solo creando significative alleanze che si progredisce".
Fenix Live (www.fenixlive.it), team di professionisti con esperienza pluriennale, è specializzato nell'organizzazione di matrimoni, per poter esaudire tutti i desideri delle coppie che intendono dirsi di sì a Verona all'insegna della storia d'amore di Romeo e Giulietta. Le wedding planners di Fenix Live comunicano principalmente in lingua inglese e tedesca, con la possibilità di interfacciarsi anche in lingua francese, spagnola e russa e, per poter rispondere al meglio a tutte le esigenze delle coppie estere, c'è la possibilità di richiedere referenti della lingua desiderata. Ma la mission di Fenix Live è molto di più, significa formazione e volontariato, con la possibilità di far svolgere un periodo di stage riconosciuto dall'università o dall'istituzione scolastica del settore eventi/turismo, fino alla volontà di introdurre nel progetto volontarie o donne disoccupate, dando loro la possibilità di far proprio un mestiere, una professione. Significa anche Artigianato Femminile, risorsa per il territorio, che aiuta ad incrementare l'occupazione abbinata alla creatività ed alla cultura. Significa no profit, per il coinvolgimento di Associazioni che sostengono la donna o che producono tramite il lavoro e l'ingegno delle loro "artigiane"oggetti o articoli personalizzati con funzione di cadeaux de mariage.
PAOLA GUERRA Dopo un'esperienza come arredatrice d'interni, parallelamente all'apertura del primo floral store, frequenta L'Ecole des Fleurs e si diploma nel 2007 come flower designer. A partire da questo momento si dedica alla progettazione di scenografie floreali per eventi e show room in genere e nel 2010 inizia una stretta collaborazione con una nota azienda di banqueting di Verona, durante la quale amplia la conoscenza nell'organizzazione di qualsiasi tipo di evento.  Nel 2018 consegue un ulteriore diploma di home stager e interior designer presso "NAD – Nuova Accademia del Design". La creatività e l'innovazione diventano il suo "modus operandi" che applica quotidianamente alle richieste del cliente. Nel 2019 un master presso IET in "Conference & Destination event manager" da ulteriore valenza al suo bagaglio formativo. Nel 2019 inizia anche la collaborazione con il "Club di Giulietta" per il quale segue organizzazione e la promozione del "Destination Wedding" in Verona volto anche ad uno sviluppo filantropico femminile.
#NONPOSSOPARLARE è il nuovo chatbot gratuito ideato in collaborazione con Dotvocal, i due centri antiviolenza Pandora di Genova, Insieme Senza Violenza di Imperia, la Cooperativa Agorà e specialisti di settore. Lo strumento digitale, sviluppato da questa straordinaria sinergia tra tecnologi e operatori del settore privato sociale, permette di ovviare all'isolamento che l'emergenza coronavirus impone, consentendo alle donne di poter chiedere e ricevere aiuto, senza la chiamata telefonica. Negli ultimi anni ci si è abituati ad interfacciarsi con "assistenti virtuali" su molti siti che spiegano, ad esempio, come interagire con un'azienda per l'acquisto di un prodotto o capire come funziona un servizio, chiamati chatbot. #NONPOSSOPARLARE è un chatbot speciale, utilizzabile con smartphone, tablet o computer, che risponde alle domande delle donne accedendo a un sito specializzato, simulando una conversazione con un assistente di un centro. "Dopo aver sentito alcune settimane fa l'allarme lanciato dall'OMS e dall'ONU sul rischio di violenze derivanti dall'isolamento a cui sono costrette le donne durante questa emergenza, mi sono chiesta se fossimo in grado di elaborare una soluzione digitale specifica", dice Rosella Scalone. "Mi sembrava inaccettabile non poter fare qualcosa. Ho pensato a una chatbot che potesse essere l'uovo di colombo: veloce, accessibile e discreta. Così, ho iniziato a parlarne internamente e con alcuni specialisti del settore. Nel giro di pochi giorni siamo riusciti a sviluppare un software che ha convinto anche loro! In questo periodo di emergenza, il regime di convivenza forzata scoraggia le donne a telefonare e a denunciare le violenze, quando oltre l'80 per cento dei femminicidi nel 2019 sono avvenuti entro le mura domestiche. Dal 2 marzo al 5 aprile sono state registrate 2867 richieste di aiuto con un aumento del 75% dovuto proprio al lockdown". #nonpossoparlare consente di rispondere efficacemente a un numero illimitato di persone contemporaneamente, fornisce agli utenti supporto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, non lasciando traccia sullo smartphone o il computer e restituisce importanti statistiche sul numero e comportamento delle donne che la utilizzano, nel pieno rispetto della privacy.  #nonpossoparlare non è uno strumento per denunciare ma di aiuto, semplice e che risponde in modo naturale opportunamente addestrato da un team di esperti". La fase pilota del progetto #NONPOSSOPARLARE è stata sviluppata da: SPX Lab (Rosella Scalone, Massimiliano Margarone) con il contributo professionale di: DotVocal (Paolo Carossino, Enrico Reboscio) per la parte tecnologica e di Mignanego Società Cooperativa Sociale Onlus - Centro Pandora (Paola Campi, Benedetta Carrosio), Agorà soc. coop. sociale (Simona Binello, Alessandra Grasso), Cooperativa Jobel – Insieme Senza Violenza di Imperia (Martina Gandolfo), Roberta Rota, Pedagogista Clinico, Laura Amoretti, Consigliera di Parità della Regione Liguria, Costanza Pireri, Assessore ai Servizi Sociali di Sanremo e Responsabile Centro Provinciale Antiviolenza Imperia.
Il Club di Giulietta è associazione culturale senza scopo di lucro, è presieduto da Giovanna Tamassia coadiuvata da un team di appassionati volontari che si dedicano con competenza e professionalità alle attività del Club. Negli anni, grazie alla collaborazione di associati, enti e istituzioni, Juliet Club ha curato l'organizzazione di numerosi eventi legati al mito di Romeo e Giulietta e, su incarico del Comune di Verona, Assessorato alla Cultura, gestisce la Posta di Giulietta, portando il fenomeno ai grandi numeri odierni con crescente entusiasmo e interesse anche da parte dei maggiori media internazionali. Oltre all'attività di raccolta e risposta delle lettere a Giulietta, il Club di Giulietta organizza il concorso "Cara Giulietta" che ogni anno premia le lettere più belle, il "Compleanno di Giulietta", una festa cittadina per celebrare la nascita di Giulietta Capuleti e il premio letterario internazionale "Scrivere per Amore" dedicato alla narrativa d'amore. E' inoltre promotore di altre numerose iniziative culturali. Da molti anni il Club di Giulietta si occupa delle lettere indirizzate a Giulietta, Verona. Questo fenomeno unico e suggestivo fa di Verona la città dell'amore: da ogni parte del mondo arrivano migliaia di messaggi indirizzati all'eroina shakespeariana e il nostro di team di volontarie risponde ad ognuna e ad ognuno nel nome di Giulietta.  La storia delle lettere a Giulietta risale al 1930, quando il custode della Tomba di Giulietta, Ettore Solimani, iniziò a raccogliere le prime missive che i turisti lasciavano in cerca di consiglio e, commosso dal fenomeno, ebbe l'idea di rispondere diventando così il primo "Segretario di Giulietta". Nel nostro tempo così tecnologico, dominato da messaggi simultanei che non hanno tempo né spazio (messaggi vocali, emails, whatsapp, post istantanei), le lettere scritte a mano continuano ad essere un mezzo privilegiato per esprimere i propri sentimenti. Ci sono ancora migliaia di persone in ogni continente che prendono carta e penna per scrivere a Giulietta: forse per contattare una persona reale usiamo il telefono o il computer, ma per raggiungere un personaggio mitico preferiamo carta e inchiostro. Grazie alle Segretarie di Giulietta ogni lettera viene letta, tradotta e risposta e poi conservata nell'archivio Club di Giulietta che contiene migliaia di storie d'amore.
I NUMERI DEL JULIET CLUB
Più di 200.000 lettere  negli archivi, 100 segretarie veronesi e  internazionali accolte ogni anno nella sede del Juliet Club e milioni di contatti in tutto il mondo testimoniano che la storia di Giulietta e Romeo non smette di incantare e ispira in tutto il mondo il desiderio e la ricerca dell'amore. Le lettere arrivano da ogni angolo del pianeta e sono scritte in tutte le lingue, arrivano per posta, email, molte vengono depositate personalmente nella cassetta alla Casa di Giulietta. Molti scrivono dagli Stati Uniti, Sud America, Oriente, ma anche da ogni parte d'Europa. Negli ultimi anni si è notato un forte incremento da Brasile, Russia, Giappone, anche per la nuova voglia e possibilità di viaggiare. Le lettere seguono quindi il moto del cuore ma anche ii trend turistici così come rispondono spesso al richiamo mediatico suscitato da servizi televisivi e giornalistici che negli ultimi anni hanno documentato in vari paesi l'attività del Club di Giulietta nella bella città di Verona. Con l'emergenza sanitaria di questi mesi l'attività in presenza ha subito un momentaneo arresto: molte volontarie aiutano a distanza, in attesa di tornare nella città di Romeo e Giulietta e vivere l'esperienza nella sede del Club di Giulietta. Durante il lockdown sono aumentate le email e molti hanno raccontato i problemi legati alla separazione, le difficoltà di vivere un amore a distanza, fino alle problematiche dovute invece alla convivenza forzata  in situazioni di disagio. Il Club di Giulietta continua la sua attività: la scrittura diventa strumento di riflessione e condivisione e Giulietta un ponte tra i più diversi  pensieri, culture e sentimenti.
Press Office Francesca Lovatelli Caetani [email protected]
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paoloxl · 6 years ago
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Riceviamo e diffondiamo: Invito a partecipare alla presentazione del libro " Rote Zora - Guerriglia urbana femminista"  nella biblioteca di Armonie, via Emilia Levante,138 a Bologna. Sabato 9 Febbraio inizio alle 18,30 con le curatrici dell'edizione italiana. Seguiranno una pausa e un bouffet, alle 20,30 il Workshop - laboratorio e dalle 22,30 la festa per concludere insieme la serata. L'iniziativa è per donne lesbiche e trans. Rote Zora è una rete di gruppi di donne e lesbiche che ha portato avanti azioni femministe di guerriglia urbana nella Repubblica Federale Tedesca dagli anni '70 agli anni '90. Le loro parole ci arrivano oggi con la stessa potenza del fuoco dei loro sabotaggi. E' questa un'occasione unica per conoscere le sorelle tedesche della donna elettrica, che in questo periodo nelle sale cinematografiche con la sua storia sta emozionando e interrogando migliaia e migliaia di persone. Sarà anche un'occasione per fare un aggiornamemento sulla resistenza curda e sullo sciopero della fame ad oltranza di Leyla Guven e dei e delle prigioniere politiche nelle carceri turche, che chiedono la fine dell'isolamento di Ocalan. SIAMO TUTTE DONNE ELETTRICHE Compagne femministe e lesbiche di Bologna  
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blogexperiences · 3 years ago
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Bologna, Padiglione de l'Esprit Nouveau: Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai - Main project ART CITY Bologna
Bologna, Padiglione de l’Esprit Nouveau: Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai – Main project ART CITY Bologna
Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai racconta la storia artistica della poetessa, traduttrice e artista Giulia Niccolai (1934-2021) ripercorrendo le tappe salienti della sua vita professionale tramite documenti, fotografie, testi, registrazioni e opere provenienti dall’archivio Maurizio Spatola, dalla Fondazione Echaurren-Salaris, dalla Biblioteca Italiana delle Donne di…
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cinquecolonnemagazine · 3 years ago
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Venere. Natura, ombra e bellezza
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Con Venere. Natura, ombra e bellezza a cura di Claudia Cieri Via, dal 12 settembre al 12 dicembre 2021 si apre la terza tappa del progetto espositivo Venere divina. Armonia sulla terra prodotto da Fondazione Palazzo Te. Una mostra che si avvale di un comitato scientifico composto da Stefano Baia Curioni, Francesca Cappelletti, Claudia Cieri Via e Stefano L’Occaso, e che attraverso importanti prestiti internazionali – dalla Biblioteca Apostolica Vaticana al Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles, dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid alle Gallerie degli Uffizi di Firenze, all’Akademie der bildenden Künste di Vienna e molti altri – è un’occasione unica per esplorare i diversi volti della dea che hanno popolato l’arte europea e italiana del Cinquecento, mostrandone le luci e le ombre, il fulgore e il furore, e ripercorrendo immaginari e rappresentazioni capaci di esercitare il loro fascino fino ai giorni nostri. Da Lucas Cranach a Peter Paul Rubens, dalle monete romane ai Libri d’ore, da Dosso Dossi a Guercino, da Paris Bordon al Veronese, l’esposizione Venere. Natura, ombra e bellezza restituisce la mutevolezza dell’immagine della dea lungo un arco temporale che va dal II secolo a. C. al Seicento. Venere è una figura prismatica: nasce dalle acque come Venere celeste, presiede alla rigenerazione della natura come Venere primavera; sposa di Vulcano, è amante di Marte e innamorata di Adone, ma soprattutto madre del pericoloso Cupido e con lui testimone di amori infelici, molteplici valenze che è possibile ripercorrere nelle sale di Palazzo Te. Il progetto espositivo, articolato in nove sezioni, si apre con esempi di statuaria antica, che rappresentano una Venere celeste e intangibile simbolo della perfetta bellezza e dell’amore virtuoso, insieme a un prezioso esemplare del De Rerum Natura di Lucrezio appartenuto a Papa Sisto IV. Il percorso prosegue con altri importanti manoscritti miniati in cui la dea è protagonista di favole e miti sulla natura in cui si materializzano i suoi poteri e le sue vicende. Il dipinto Venere e Mercurio presentano a Giove Eros e Anteros del Veronese (Gallerie degli Uffizi, Firenze) ritrae una Venere che presiede alla generazione e ai piaceri amorosi, un buon auspicio nuziale. La Venus genetrix, presente anche in due delle monete antiche esposte in mostra, sovrintende l’armonia con la natura, aspetto cruciale nella progettazione delle ville del Rinascimento. La mostra presenta anche opere che consacrano Venere dea della bellezza in cui Venere è la ninfa leggera caratteristica delle rappresentazioni del Rinascimento arrivate fino ai giorni nostri, nelle figure di Gradiva o nelle danze di Isadora Duncan. Ma se Venere è vitalità e movimento, può essere anche immagine del risveglio dei sensi e della natura come nell’opera di Dosso Dossi della Collezione Magnani di Bologna. La raffigurazione di Venere, nuda e perfetta, apre una finestra anche sul tema del modello: l’idea che si potesse prendere come soggetto una bellezza contemporanea, affiora all’inizio del Cinquecento, quando si teorizza l’esistenza delle Veneri viventi, muse ispiratrici degli artisti. La mostra prosegue nelle stanze di Palazzo Te, luoghi in cui Venere è costantemente raffigurata. Con lei si misurano le donne contemporanee – che il paragone letterario spinge verso il modello mitologico – le cui immagini vengono raggruppate, come quelle della dea e di eroine antiche, in camerini tematici, chiamate le stanze delle Belle da cui proviene anche l’olio su rame di Jacopo Zucchi La pesca del corallo. La natura complessa e inafferrabile della dea e delle sue raffigurazioni è testimoniata anche da uno sguardo alle forze magiche e irrazionali a cui attingono gli esseri umani quando si tratta di conquistare un amante riluttante; pozioni e incantesimi sono strumenti di Venere, ma di una Venere rovesciata, pericolosa, ingannevole che si ritrova nelle opere di Lucas Cranach, di Albrecht Dürer, di Dosso Dossi e velatamente nel dipinto di Paris Bordonproveniente dalla collezione Thyssen-Bornemisza di Madrid. La mostra si conclude con una sezione dedicata a Venere vincitrice dove, tra gli altri, troviamo Il giudizio di Paride di Peter Paul Rubens proveniente dalla Akademie der bildenden Künste di Vienna e Venere, Cupido e Marte di Guercino, capolavoro che richiama lo spettatore all’interno del quadro coinvolgendolo in un dialogo intimo con la divinità. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira (24 × 28 cm, 216 pagine 120 colori e b/n, brossura) con saggi di Claudia Cieri Via, Roberto Nicolai, Giuseppe Capriotti, Philippe Morel, Massimiliano Simone, Emilio Russo, Francesca Cappelletti, Stefano L’Occaso e un’introduzione di Stefano Baia Curioni. Con Venere. Natura, ombra e bellezza Fondazione Palazzo Te ribadisce un approccio culturale basato sulla cura della relazione con il patrimonio storico come atto di cultura contemporanea: metodologia che ha preso forma già nel 2019 con Tiziano/Gerhard Richter. Il cielo sulla terra e in seguito con Giulio Romano. Arte e Desiderio (2020), di cui il programma Venere Divina. Armonia sulla terra è l’ultimo capitolo. Il programmaVenere divina. Armonia sulla terra è stato inaugurato a marzo con Il mito di Venere a Palazzo Te, proseguito in estate con l'esposizione di Venere che benda amore di Tiziano, e, dopo la mostra Venere. Natura, ombra e bellezza, si concluderà a dicembre con l’esposizione in appendice del dipinto Venere con cupido di Moretto (1545-50ca) proveniente da una collezione privata mantovana. Il progetto è organizzato e prodotto da Fondazione Palazzo Te e Museo Civico di Palazzo Te, promosso dal Comune di Mantova con il patrocinio del MiC, il contributo di Regione Lombardia e Fondazione Banca Agricola Mantovana, il sostegno di Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani e il supporto tecnico di Glas Italia, Pilkington, iGuzzini. Il progetto espositivo è a cura di Lissoni Associati, il progetto grafico è sviluppato da Lissoni Graphx. Read the full article
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invisible-show · 7 years ago
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Nero Rosa è la gamma tra gli opposti, l’esattezza delle gradazioni, Espressione, per istinto coscienza, di urgenze e vibrazioni.
La rassegna NEROROSA ospita a Bergamo performer e musiciste dei circuiti indipendenti nazionali e internazionali. I progetti accolti si caratterizzano per l’irriverenza e la sperimentazione compositiva, per l’innovazione e l’azzardo artistico.
Un progetto nato in collaborazione con DLate, il gruppo femminile e femminista di agitazione culturale che dal 2008 in modo naturalmente intermittente organizza a Bergamo spazi di pubblica espressione per pratiche artistiche e di relazione tra donne. Nasce, sul palco di Ink Club, NeroRosa: sarà Il luogo in città che accoglierà nei prossimi mesi molte artiste della scena indipendente italiana e internazionale.
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17 Dicembre 2017, ore 18 Ink Club, via Carducci 4, Bergamo
Un reading con la voce di Eva Geatti (Comp. Teatrale Cosmesi) e la chitarra di Marcello Batelli (Il Teatro degli Orrori e Non voglio che Clara):
Contro è una caustica riflessione sull’esistenza dell’individuo e sulla decadenza ed i limiti culturali dell’attuale società; è un invito al risveglio dal torpore quotidiano, uno sguardo obliquo sul presente, un discorso costruito per essere detto. Un’incisiva onda d’urto per capire i limiti, gli eterni ritorni e le costrizioni che viviamo quotidianamente fuori e dentro di noi.
“Uscite dal coma, gli dicevo, e ritornate in voi, non siete dei vitelli. Era a me stessa che parlavo in verità ed era me stessa che in questo modo esortavo.”
“Inventariate le vostre forze. E siate devoti alle vostre collere, negligentemente, o nella rabbia a seconda dei giorni e dei vostri umori.”
Uscito per Gallimard nel 2002 “Contro” è un attacco frontale alla conformazione sociale e politica delle odierne società occidentali, ma soprattutto, sulla falsa riga di “Indignatevi” di Stéphane Hessel (2011), è un invito alla ribellione contro i sistemi repressivi e autoritari.
La responsabilità è solamente dell’uomo: la sua accondiscendenza, la sua vigliaccheria e la sua miseria, corrodono e riproducono ottusi meccanismi oppressivi. Un libro sempre nuovo, che fa riflettere senza consolazione e sprona le coscienze con una rabbia urgente e necessaria. Autrice vincitrice del Premio «Goncourt» 2014
Lydie Salvayre (1948). Premio Hermès per La Dichiarazione (Feltrinelli, 1991), Premio Novembre per La Compagnia degli Spettri (Ed. Guanda, 1999)» e, a novembre 2014, Premio Goncourt per Pas Paluer (Editions du Seuil, 2014). Nel 2002 con Contro inizia la collaborazione con il chitarrista Serge Teyssot Gay (Noir Désir).
Eva Geatti, performer ed artista visiva, nel 2001 con Nicola Toffolini fonda la compagnia teatrale Cosmesi; ha collaborato fra gli altri con Motus e Masque Teatro. Marcello Batelli, chitarrista del Teatro degli orrori e dei Non voglio che Clara
Durante la serata sarà presente il progetto LA CITTA’ DELLE MILLE il fondo librario di sole autrici che raccoglie libri in dono con l’obbiettivo di realizzare una biblioteca di 1000 testi a disposizione di tutta la città. I partecipanti alla serata potranno portare i loro libri in dono! Maggiori informazioni al link https://www.facebook.com/bergamodellemille/
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6 Marzo 2018, ore 21 Ink Club, via Carducci 4, Bergamo
Odd Beholder (Svizzera) Il duo è stato fondato in un rifugio antiaereo a Dietikon. Il loro EP di debutto "Lighting" presenta arrangiamenti per cori che spaziano oltre tre ottave e inquietanti registrazioni sul campo. Daniela Weinmann ha scritto le sue canzoni nell'appartamento dell'artista Curdin Tones ad Amsterdam. Le sessioni di registrazione finali si sono svolte a Berlino. Il loro suono dal vivo è caratterizzato da una programmazione di batteria minimalista e suoni di synth analogici. 
Il video per il loro singolo "Landscape Escape" è stato girato dal regista berlinese Grambow + Kirchknopf in collaborazione con l'Associazione di danza moderna e sociale dell'Azerbaigian. Odd Beholder firma con l’etichetta Mouthwatering Records nel 2016. Il duo di artisti Taiyo Oronato e Nico Krebs ha contribuito alla realizzazione del'EP. Patrizia Oliva (Italia) Cantante, autrice, improvvisatrice di musica sperimentale che attraversa l'elettronica, l'elettroacustica, il free jazz e le arti performative. La sua ricerca è finalizzata alla ridefinizione del cantante contemporaneo.
Ha suonato con molti musicisti, tra cui Gino Robair, Stefano Giust, Pamelia Kurstin, Edoardo Marraffa, Tommy Greenwood, Martin Mayes, Tristan Honsinger Linda Sharrock, Silvia Bolognesi, Alessandro Bosetti e molti altri. Ha fatto tournée in Italia, Stati Uniti, Scozia, Regno Unito, Paesi Bassi, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Svizzera, Slovenia, Croazia, Belgio, Austria e Vietnam.
Alcuni luoghi e festival in cui ha recitato: AngelicA (Bologna), Fondazione Mudima (Milano), Reggia Venaria (Torino), Limmitationes / Chilli Jazz Festival (Austria), Hanoi New Music Festival (Vietnam), Area Sismica (Forlì), Macao (Milano), Gallleriapiu (Bologna), Museum of Modern Art (Ohio, USA), Piccolo Teatro (Milano), ZDB (PT), ZXZW Festival (NL), Fusion Festival (D), The Empire Gallery Galvanized Festival (UK) , Spazio O (Milano), Postgarage (AT) e altro. Ha registrato un numero impressionante di album con diverse etichette sperimentali come Setola di Maiale, Afe Records, Sonoscopia e molti altri.
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4 aprile 2018 Ink Club, via Carducci 4, Bergamo Dalila Kayros (Sardegna) Musicista, ricercatrice vocale, compositrice, improvvisatrice. Una delle figure principali nella scena italiana della sperimentazione e della ricerca vocale. Pubblica "Nuhk" per dEN Records nel 2013, supportato da un tour italiano ed europeo raccoglie ottimi riscontri nella scena underground mondiale. Si è esibita in molti festival quali "Signal", "Inner_Spaces", "Muviments", "Novara Jazz" "Purci Dance Party2017 "(con POSSESSED), "Frantic" ecc.. Con la band "SYK" ha pubblicato il primo album "Atoma" per L'Inphantile Collective e ha recentemente firmato un contratto con " Housecore Records" di Philip H. Anselmo per l'album I-OPTIKON dei S Y K. Nel 2017 I-Optikon è seguitp da un tour italiano ed europeo con la band Child Bite.  Collabora con Combat Astronomy, Stefano Ferrian, carnenera, VULTUR, Francesco Zago, Yugen, Nu-Timbre, Claudio Milano, Mikołaj Trzaska e molti altri.  Con la composizione elettroacustica "Opera Macchina" di Filippo Mereu vince il premio "Tempo Reale Festival2013" Xover (USA/Italia) Xover è una performance elettronica sonora e visiva eseguita da Danilo Casti (Sardegna, Italia) e Travis McCoy Fuller (Boston, USA). Xover è l'incontro dei loro percorsi nella musica elettronica sperimentale; una miscela, tra suoni digitali e analogici. 
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3 maggio 2018 Ink Club, via Carducci 4, Bergamo
Amy Léon (Brooklyn, USA)
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Modena: per la festa della liberazione diversi eventi organizzati nella città
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Modena: per la festa della liberazione diversi eventi organizzati nella città. Le biblioteche decentrate propongono un ciclo di tre incontri in tre giorni, da mercoledì 19 a venerdì 21 aprile: alla biblioteca Rotonda, mercoledì 19 alle 17, la presentazione del libro “Il coraggio dei vinti”, di Francesco Bianchi, che racconta la storia vera di una famiglia toscana di mezzadri che, durante la guerra, fatica a portare avanti le coltivazioni mentre due dei tre figli sono al fronte. Giovedì 20, alle 17, alla biblioteca Giardino, appuntamento per bambini dai 6 ai 10 anni con il gioco della liberazione di Modena, un gioco da tavolo che permette di “vivere” resistenza, lotta e atti di coraggio della popolazione modenese nei venti mesi dal settembre 1943 all’aprile 1945. Venerdì 21, alle 17, alla biblioteca Crocetta, la presentazione del libro “Non tutti i tedeschi erano nemici”, di Iara Meloni e Mirco Carrattieri, che racconta dei molti soldati delle forze armate del Reich che, dopo l’8 settembre, si unirono ai partigiani italiani rischiando la pena di morte in caso di cattura. Sabato 22 aprile, insieme alle cerimonie istituzionali, sono in programma anche la biciclettata che parte alle 11.30 dal Salumificio Granterre, dove si conclude la mostra “Sui pedali”, e, nel pomeriggio alle 15.30, al parco della Resistenza, la passeggiata storica e ambientale “Paesaggi partigiani” alla scoperta della Resistenza e del suo territorio con una guida storica e una naturalistica. Iniziative anche al parco XXII Aprile dove sono previsti un talk su comunità Lgbtqia+ e mondo della notte e, dalle 19, i racconti della Biblioteca vivente dei giovani del Centro Happen sulla narrazione come strumento per abbattere stereotipi e pregiudizi. La giornata si chiude alla Polisportiva Villa d’oro con il concertino Serata resistente, a partire dalle 21. Domenica 23 aprile si apre con l’intitolazione a Bruno Tirabassi della sala di Via Terranova 71. A seguire, alla polisportiva Sacca sono in programma il pranzo della Liberazione (alle 12.30) e “Train de vie”, spettacolo con il gruppo Indie Folk e letture da Italo Calvino. Alle 15.30, con partenza dall’Accademia militare, si svolge “Guerra e giustizia”, camminata storica attraverso la storia di Modena, la Resistenza e i processi ai collaborazionisti. Trekking storico anche lunedì 24 aprile, con partenza da piazza Dante. Gli appuntamenti più numerosi si concentrano, come di consueto, nella giornata di lunedì 25 aprile, che si apre con la 17ª Camminata della libertà e il passaggio ai cippi commemorativi. Dalle 10, la Messa in Duomo, l’omaggio al Sacrario della Ghirlandina e la consueta manifestazione conclusiva in piazza Grande a cui segue il pranzo. Nel pomeriggio, percorso tematico sui luoghi della Resistenza che, dopo aver attraversato piazza Grande si concluderà al parco XXII Aprile dove, dalle 17, avrà luogo la grande festa “Resisdance. Liberi di ballare!”. Iniziative sono in programma anche nel Quartiere 3, dove nel pomeriggio, dalle 15 al Monumento del Tricolore, si esibisce la banda cittadina “Ferri” e si ricorda la resistenza delle donne. Mercoledì 26, alle 18, alla Casa delle donne, canzoni e letture con “Lelia, una donna del Novecento”, a cura di Centro documentazione donna, Udi di Modena e Anpi. Domenica 30 aprile, lo spettacolo itinerante a cura di Mo’ Better Football “90 minuti di libertà”, il campionato di calcio del 1944, tra bombardamenti e ricerca di normalità, con partenza alle 10 da Ago-Fabbriche culturali, a cui segue un incontro con Lorenzo Longhi, giornalista e membro della Società italiana di storia dello sport, e Nicola Sbetti, dell’Università di Bologna. L’ultimo appuntamento in programma è sabato 6 maggio, nella sala Ulivi di viale Ciro Menotti, con “Le nostre prigioni. Storie di dissidenti nelle carceri fasciste”, raccontato dall’autore Giovanni Taurasi con la partecipazione del sociologo Massimiliano Panarari.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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marcogiovenale · 3 years ago
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bologna, 7 maggio - 5 giugno: "perché lo faccio perché. la vita poetica di giulia niccolai"
bologna, 7 maggio – 5 giugno: “perché lo faccio perché. la vita poetica di giulia niccolai”
Giulia Niccolai presso Galleria dell’Oca, Roma 1979 | Foto Andrea Mantovani | Collezione Mara Cini La mostra Perché lo faccio perché. La vita poetica di Giulia Niccolai, a cura di Allison Grimaldi Donahue e Caterina Molteni, è allestita presso il Padiglione de l’Esprit Nouveau, a Bologna (Piazza della Costituzione 11) dal 7 maggio al 5 giugno 2022, come Main Project della decima edizione di ART…
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paoloxl · 8 years ago
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Il Comune di Bologna non sarà presente in via Mascarella, domani mattina, in occasione del 40esimo anniversario della morte di Francesco Lorusso, lo studente e militante di Lotta continua che l’11 marzo 1977 fu colpito dagli spari dei Carabinieri.  “Ci sono collettivi che continuano a pensare che la città è loro e che loro siano gli addetti a stabilire confini invalicabili di quel posto o di quell’altro”, ha affermato il sindaco: “Semplicemente noi non ci saremo, perchè al giochino di militarizzare tutto perchè siano repressi e quindi di strumentalizzare una nostra presenza per qualche scontro, non ci cadremo”. Se l’approccio dei collettivi è “con te non parlo, faccio iniziative che implicano l’intervento delle forze dell’ordine”, allora “se le facciano da soli nel loro piccolo ghetto”, ha aggiunto Merola.
Il riferimento ai collettivi riguarda le posizioni assunte nei giorni scorsi da Cua e Hobo. Il recente intervento della polizia in Ateneo per sgomberare la biblioteca di via Zamboni 36 porta a “ritenere inammissibile e a considerare grave provocazione politica la presenza di rappresentanti istituzionali nei pressi della lapide a memoria dell’omicidio di stato di Francesco Lorusso per l’intera giornata”, ha scritto il Cua: “L’11 marzo sarà giornata di lotta e invitiamo i compagni e le compagne, gli studenti e le studentesse, a presidiare con noi la lapide in memoria di Francesco in via Mascarella dalle 9 per respingere eventuali provocazioni e a partecipare al corteo pomeridiano con concentramento in piazza Verdi alle 16 caratterizzato dalla rabbia e dal coraggio studentesco e aperto a tutti i percorsi di lotta e conflitto sociale della città”. Con l’appuntamento in via Mascarella “non si tratta solo di rendere tributo a Francesco e ai tanti Francesco che fanno parte della nostra storia”, si legge nel comunicato di Hobo: “Si tratta di continuare quella storia, che oggi vive nelle lotte contro la polizia al 36 e a Scienze politiche, dentro la mobilitazione degli studenti e delle studentesse e nel rifiuto dell’università-azienda, in ogni gesto di ribellione di una generazione che non vuole più pagare i costi della loro crisi e vuole cacciare il Pd dalle nostre vite. Ecco perché siamo pronti a cacciare di nuovo qualsiasi rappresentante delle istituzioni cittadine. Ecco perché non ci può essere nessuna memoria condivisa: perché con voi non condividiamo nessun presente”.
Circolata le dichiarazioni di Merola sul fatto che il Comune non invierà propri rappresentanti domani mattina, il Cua ha commentato: “Valutando positivamente la rinuncia della giunta Merola, confermiamo il presidio dell’11 marzo dalle 9 in via Mascarella (angolo via Irnerio) per iniziare fin dalla mattina la giornata di lotta collettiva”. Anche Hobo conferma l’appuntamento e scrive: “Ecco come il Pd considera via Mascarella e la lapide di un giovane militante e studente ucciso dai carabinieri: un ghetto. Ecco l’odio e il disprezzo che da decenni le istituzioni di questa città hanno per chi si ribella allo stato di cose presente”.
Anche Vag61 sarà in via Mascarella. Sulla giornata di domani, scrive lo spazio libero autogestito di via Paolo Fabbri: “In queste settimane, dai palazzi delle istituzioni hanno provato a sciacquarsi la bocca tessendo lodi, non richieste e non volute, sul movimento del ’77. Contrapponendo le ragioni di quel movimento alle lotte di questi giorni degli studenti contro il caro mensa o il libero accesso a via Zamboni 36. Il movimento del ’77 non aveva mai voluto saperne di ‘padri’, di ‘fratelli maggiori’, di ‘tradizioni storiche’, figuriamoci se, oggi, sentiamo il bisogno di qualche nipotino che, da Palazzo d’Accursio, fuori tempo massimo, prova a ripassare la lezione del sindaco Zangheri, quando diceva: ‘Non si può giustificare il fatto che una minoranza, il 5%, poco più poco meno, paralizzi l’attività didattica e politica di alcune facoltà’. Allora, dal palazzo comunale, diedero l’assenso a che i carrarmati entrassero nelle strade della cittadella universitaria, per riportare ‘l’ordine democratico’, dopo l’assassinio di Francesco Lorusso commesso dai carabinieri di Kossiga e la rivolta di giovani che ne era seguita. Oggi, il rettore e il sindaco, chiamano e applaudono i poliziotti che assaltano una biblioteca universitaria per riportare la ‘legalità’. Allora ci fu chi parlò di due società: quella dei ‘non garantiti’ contrapposta a quella dei ‘garantiti’, con i bisogni dei primi che, come unica risposta, ricevettero repressione ed esecuzioni di strada perpetrate da uomini in divisa. Oggi, che il processo di precarizzazione si è diffuso a tutto l’universo lavorativo e la precarietà è diventata la costante della vita di milioni di persone, manganelli, denunce, provvedimenti di polizia e arresti vengono equamente distribuiti a studenti, lavoratori della logistica, giovani precari e a chi è sfrattato o è senza casa. Sono passati 40 anni dall’uccisione di Francesco in via Mascarella e dai giorni della rivolta di marzo. Anche se tanto tempo è trascorso e l’evoluzione delle problematiche sociali ha prodotto approcci diversi alla lotta e al conflitto sociale, riteniamo che molte questioni che originarono il movimento ’77 e molti dei suoi obiettivi siano ancora tremendamente attuali”.
Continua Vag61: “Non si tratta di fare confronti ed equiparazioni improponibili. Ma a chi ci vuole parlare di un ’77 ‘buono’ da contrapporre a un 2017 ‘cattivo’, noi vogliamo ricordare che il ’77 continua a significare ben altro. Ad esempio… Vuol dire riduzione generale del tempo di lavoro salariato nel corso della vita. E non rinvio dell’età pensionistica a centocinquant’anni. Vuol dire libera circolazione delle idee, delle tecnologie e delle sostanze psicoattive. E non proibizionismo e carcere per chi fa quello che gli pare con il suo proprio corpo. Vuol dire comporsi e ricomporsi della comunità (o della singolarità) desiderante, libera circolazione del piacere e rispetto della sofferenza. E non santificazione della ‘zombie-famiglia’. Vuol dire proliferazione di circuiti connettivi di comunicazione orizzontale. E non potere del danaro e della pubblicità sulla comunicazione. Vuol dire nomadismo virtuale e fisico, abolizione di ogni barriera nazionale al libero movimento degli uomini e delle donne. E non perimetrazione dell’Europa. Oggi sentiamo spesso parlare di ��riforme istituzionali’, a chi non lo sa ricordiamo che il movimento del settantasette elaborò una sua originale ‘riforma istituzionale’, proponendo una rettifica essenziale della carta costituzionale: ‘La Repubblica Italiana è una repubblica fondata sulla fine del lavoro salariato’. Se questa fosse la riforma istituzionale della quale si parla, forse cominceremmo a parlare di cose intelligenti. Ma così non è. Dopo avere respirato, nella straordinaria e bellissima giornata del ‘Lotto Marzo’, tantissima aria buona e fresca, ci viene da ricordare che che l’8 marzo 1977 un corteo di compagne femministe si concluse con l’occupazione di una palazzina a Porta Saragozza (vuota da anni) per farne uno spazio delle donne. I carabinieri attaccarono con una violenza inaudita e, con il calcio del fucile, a una compagna furono spaccati tutti i denti. In tanti pensarono che quello fosse il preludio a quello che poi avvenne tre giorni dopo. Per questo l’11 marzo, alle 9,30, saremo, come ogni anno, in via Mascarella, davanti alla lapide che testimonia l’assassinio di Francesco. Alle 16 saremo al corteo che partirà da piazza Verdi. Alla sera a Vag61 per il concerto acustico dei Gang e la presentazione del loro ultimo lavoro ‘Calibro 77’. Oggi come allora… ribelli senza tempo!”.
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pangeanews · 5 years ago
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“Da bambina leggevo Pinocchio e Piccole donne… i miei preferiti di sempre sono Rimbaud, William Blake, Melville e Burroughs, il mio maestro”: la biblioteca ideale di Patti Smith
Lo scorso venerdì 7 giugno Patti Smith è passata da Taranto, sul palco del Medimex. Chi l’ha sentita in quell’estremo punto sul mare si ricorderà dell’evento – Patti accanto alle cozze e ai pescatori, qualcosa di eccitante oggi che le abitudini americane ci sbattono ogni sera in faccia la pubblicità della cocacola da assortire con gli spaghetti.
Patti è un’americana di un’altra generazione, di diversa stoffa. Non è quella che cerca i suoi feticci americani in giro per il mondo. Quindi se arriva nella nostra docile periferia italiana, sia essa Bologna, Firenze o Taranto, si lascia travolgere da quel che vede. Una sola parola per lei: artista, poeta.
*
Patti Smith è come quei santoni che giravano nel mondo pagano quando i suoi abitanti non sapevano se passare al cristianesimo. Ogni volta che lei appare, poi, sbuca la lista delle sue letture consigliate: così si crea una lista affastellata ed è meglio non soffrire di vertigini perché i cantanti modaioli ci fanno scordare che ci sono eccezioni come Patti Smith: una lettrice onnivora. Poeta. Di nuovo. C’è solo questa parola per chi stila un elenco come quello che trovate qui e che rimane invariato da un decennio.
Davanti al profluvio d’arte che incrocia la vita e si scatena in una lista errabonda è inutile tentare di arrivare al cuore del labirinto classificando gli autori selezionati, pesando chi compare due volte e chi una sola e quanti autori parlano la stessa lingua. Meglio lasciarsi travolgere, farsi attraversare dalla preghiera di parole per cercare scampo negli autori amati.
La playlist di Patti Smith è quindi composta da Il Maestro e Margherita, da una doppietta di Herman Hesse e di Melville, dai sacri Burroughs, Ginsberg, Blake e Rimbaud. Poi, dalla meno scontata Charlotte Brontë, dalle preziosità di Wilde (Il principe felice) e di certo Gerard Nerval (Donne del Cairo). E ancora: dal potente Sotto il vulcano, dall’inquietudine di Pessoa, dalle bizzarrie di Daumal (La gran bevuta), di Lovecraft e Sebald. La scelta di Patti Smith si orienta poi verso libri più celebrali e saggistici come Huntley (The divine proportion) e si fionda in salvo in un angolino (Poeta a New York di Lorca e L’onore perduto di Katharina Blum di Böll).
*
Questi elenchi. È come se chi li inventa componesse un romanzo, più che un mosaico. Prendete un bibliotecario coraggioso come Borges, di lui rimane l’elenco formulato per Maria Ricci con La biblioteca di Babele (che palle quei caratteri elegantini, quelle copertine blu! per rubare l’opinione di Carmelo Bene al riguardo…). Del resto, chiedere un elenco è come cercare un medicamento: servirà? E quanto? Pensate un po’ che le ultime parole in USA sono un genere letterario-editoriale.
Ora miscelate le due cose: passione per le ultime volontà e lista dei libri imperdibili, e con Borges il risultato è tremendo, irriconoscibile, come quando si fa dire l’impossibile al destinatario delle nostre preoccupazioni.
Così, per la gioia dei folli, l’ultimo elenco stilato da Borges per Hyspamerica e tranciato, incompiuto, dalla morte dell’autore, si compone certo di libretti che da noi si chiamano ‘adelphine’. Ma spuntano poi ovunque certi autori impensabili per Borges, per come lo conosciamo dalle pagine scritte. Si trovano elencati Wilkie Collins (un Dickens fallito), Buzzati coi suoi tartari (come dire: Borges che si plagia), Ibsen (la noia astrofisica), Nobel improbabili (O’Neill) e scelte, appunto, da bibliotecario che ti volta le spalle e si fa i fatti suoi (Ariwara no Narihara).
Ecco perché oggi gli argentini veri sono scettici verso questo Borges mistificato, di maniera, reliquia pop e virtuale tirata su con elenchi postumi come quello per Hyspamerica.
*
Va sempre così, l’elenco è quello, si stratifica ma poi cambia poco. Ecco spiegato perché Patti Smith lo mantiene negli anni. Ed è comunque una lista più avventurosa di quella che girava da noi con le Centopagine, un ritrovato grazioso di Italo Calvino che ebbe vita postuma (la dannazione degli elenchi!) come supplemento de l’Unità.
Per dire, Calvino voleva rifilare al pubblico italiano questi filetti indigesti: Iginio Ugo Tarchetti, Fosca; Henry James, Daisy Miller; Edmondo De Amicis, Amore e ginnastica; Gaetano Chelli, L’eredità Ferramonti; Marchesa Colombi, Un matrimonio in provincia; Angelo Costantini, La vita di Scaramuccia; Guido Nobili, Memorie lontane;  Nyta Jasmar, Ricordi di una telegrafista… insomma, su 77 titoli il tremebondo languore italico sfondava, nei desideri di Calvino. Pensate che incluse anche questo lavoro di Giovanni Cena, Gli ammonitori, che leggete qui.
Conclusione lapalissiana: non si sbaglia mai così tanto, per gusti ed azzardi, come quando si redige un elenco. In questo contesto dove i sommi Borges e Calvino ci inducono a perplessità per le loro scelte di libri, è un toccasana dare uno sguardo all’America, alla sua poesia, alla sua musica. Meno male che Patti Smith ha toccato le coste italiane. Per capirla ancora meglio, eccovi una delle sue ultime interviste per Rolling stone. È stata rilasciata lo scorso dicembre prima del concerto al Greenwich Village di New York. Per il genere di domande gli yankee, quali gli asciutti puritani che sono, si tratta di un’intervista “ingenua”. Evviva le ingenuità allora, se vanno più a fondo degli alambicchi editoriali di Italo Calvino.
Andrea Bianchi
***
Libri favoriti da bambina.
Tra i primi, Pinocchio, non la versione Disney ma quella di Collodi. Ho ancora la mia copia sbrindellata di Un giardino di versi per bambini di Stevenson e Uncle Wiggily che andava di moda un secolo fa. E poi Piccole donne!
Tra Piccole donne e un personaggio inventato per le sognatrici come Jo March, ti sembra che ogni generazione cada nel mal d’amore per le stesse cose?
Sai che io mi vedo in lei, era un po’ mascolina quando si arrampica sugli alberi e lassù leggeva libri, scriveva. Sono cresciuta negli anni Cinquanta, il genere era molto definito, come devo dirti? Ero molto stranita davanti a quel che mi si chiedeva in quanto ragazza, così incontro Jo ed è davvero come me: un’epifania, lei era responsabile e amava la famiglia ma si manteneva riservata e non si lasciava fasciare dalle aspettative del genere “come devo vestire e comportare?”. E questo è accettatissimo, oggi. Se guardi il retro di Horses, è del ’75, era una copertina fatta per provocare e resistere, diceva “oltre il genere”. Non volevo essere identificata in termini di genere – la mia identità doveva essere quella dell’artista.
Hai eseguito Horses recentemente, dall’inizio alla fine. Quel vinile resiste al tempo, che dici?
Se le persone vogliono ascoltare Because the night dopo, diciamo, 2000 volte che l’hanno sentita, io lo farò per loro finché gliela posso restituire con reale entusiasmo. Non farò un falso: se rientro in quell’impulso iniziale che me la fece scrivere, la canto ancora. (…)
Film o serie tv che guardi ogni settimana.  
Guardo tutte le serie di detective UK: non lo facevo mai, poi vent’anni fa mi è saltato il matto e ho cominciato a guardare i detective di ogni paese europeo. (…)
La musica che ti scuote. 
Amo troppo l’opera, da Wagner a Puccini, ma quando scrivo mi piace la musica senza parole, quindi potrei sentire Glenn Gould o – proprio ora – la mia colonna sonora ideale è quella di Ghost in the Shell, ma non il film, proprio il manga su schermo, l’ho fatto arrivare dal Giappone.
Le tue letture, oggi. 
Murakami ha un libro in arrivo che sembra buono, ho avuto occasione di leggerlo, mi piace molto l’autore. Roberto Bolaño: amore. Perché l’amore espande le cose come fa lui coi libri, quando li lega l’uno all’altro, ha proprio stabilito un nuovo calco entro il quale colare libri, paesaggi, esperienze con maestria di linguaggio. Inteso che amo allo stesso modo Modiano, sai che mi piace l’invenzione nei libri anche se per la maggior parte i libri che leggo sono in traduzione, per fortuna qui i traduttori lavorano bene. Quand’ero ragazza gravitavo verso la Francia letteratura e ora dedico più tempo alla Germania, al Giappone. Se sei lettore non cambi né cambierai: quando viaggio, dimentico calzini, spazzolini, intimo. Posso vivere senza. Se dimentico un libro non riesco a stare seduta tranquilla.
Alla mostra su Bowie è stata esposta una sua biblioteca portatile, stava in una valigia che si portava in giro. L’hai vista? 
No, ma penso che anche Bob Dylan vada in giro con pile di libri, io invece ne prendo un paio perché voglio essere leggera, almeno il mio bagaglio è il più leggero tra quelli della band e ho solo una piccola Rimowa: in aereo me lo metto ai piedi, altrimenti niente. Comunque l’idea di Bowie era carina: anche se in viaggio puoi fare scoutismo libresco e trovare quel che ti va ovunque tu vada.
Il miglior consiglio ricevuto. 
Ero abbastanza giovane, 1970 o 1971, mi era offerto molto denaro per fare un film e poi incidere un album ma quella proposta voleva mettermi in una forma che non era la mia. Non avevo soldi, lavoravo in libreria. E stavo seduta a parlarne con William Burroughs e mi dice “La cosa migliore che tu possa fare come artista è mantenere lindo il tuo nome”. Divenne il mio amuleto. Ti associano agli anni Settanta.
Cosa ti manca di quel periodo? 
Bene, la struttura economica, e la sua architettura, e poi la pizza! la pizza costava 25 centesimi a fetta ed era fatta in modo naturale, ovunque andassi, era squisita. Ora viene 4 dollari a fetta e non sembra nemmeno una cosa reale al palato. So che è un dettaglio, ma è indicativo di molte altre cose.
Essere madre – come si ripercuote sul lavoro? 
Da giovane artista, diventi il centro dell’universo o qualcosa di simile. Sei molto… compiaciuta. Anzi no, preoccupata solo per te stessa. Fa solo parte dell’orgoglio mitologico dell’artista. E poi per una volta hai una famiglia, intuisci che quel centro non c’è più, è stata una buona lezione da apprendere perché sono ancora in grado di svolgere il mio lavoro – solo con maggior disciplina che da giovane.
Spesso sali sul palco coi tuoi figli. Dicci. 
Mi piace, siamo famiglia. Abbiamo tutti responsabilità professionali, ma sono sempre la loro mamma, vedi, e loro i miei bambini, a volte è divertente, altre volte confortevole. Ma dico sempre ai miei figli “non vi preoccupate se qualcosa va male a causa vostra o mia – fate il vostro meglio e rimanete in collegamento”. Amo lavorare con loro perché hanno qualcosa di loro padre [Fred Smith, già chitarrista degli MC5] ed era in gamba come musicista. Entrambi gli fanno onore. Uno di loro ha un tono con la chitarra uguale a suo padre e mia figlia un modo di comporre al piano come lui, e quindi ne sento la compagnia quando suoniamo insieme.
La morte ti spaventa? 
No, voglio dire che vorrei vivere a lungo perché ho tanto da fare. Vorrei vedere crescere ancora i miei figli, ho moltissime idee. Così spero soltanto di sapermi prendere cura di me stessa e avrò tempo per il resto. Mai avuto problemi coi vizi, unica dipendenza il caffè: e poi anche amare è un’altra dipendenza. Non state a preoccuparvi per me.
* le traduzioni sono di Andrea Bianchi
L'articolo “Da bambina leggevo Pinocchio e Piccole donne… i miei preferiti di sempre sono Rimbaud, William Blake, Melville e Burroughs, il mio maestro”: la biblioteca ideale di Patti Smith proviene da Pangea.
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