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Cento domeniche
Cento domeniche (2023) #AntonioAlbanese #LilianaBottone #BeboStorti #SandraCeccarelli #MaurizioDonadoni #ElioDeCapitani Mehr auf:
Jahr: 2023 (November) Genre: Drama Regie: Antonio Albanese Hauptrollen: Antonio Albanese, Liliana Bottone, Bebo Storti, Sandra Ceccarelli, Maurizio Donadoni, Elio De Capitani, Sandra Toffolatti, Martin Chishimba, Giulia Lazzarini … Filmbeschreibung: Antonio, ein ehemaliger Werftarbeiter, führt ein ruhiges und bescheidenes Leben: Er spielt Boule mit Freunden, kümmert sich um seine gealterte…
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CENTO DOMENICHE, di Antonio Albanese, con Antonio Albanese, Liliana Bottone, Bebo Storti, Sandra Ceccarelli, Maurizio Donadoni, 2023. Recensione di Pietro Berra, in la Provincia 25 marzo 2024
CENTO DOMENICHE, di Antonio Albanese, con Antonio Albanese, Liliana Bottone, Bebo Storti, Sandra Ceccarelli, Maurizio Donadoni, 2023. Recensione di Pietro Berra, in la Provincia 25 marzo 2024
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3 set 2023 11:00
“GINO E MICHELE? SONO SPREGIUDICATI. DA FLAVIO BRIATORE TE LO ASPETTI, NON DA CHI FINGE DI ESSERE UN “COMPAGNO” – MAURIZIO MILANI, UNO DEI FONDATORI DELLO STORICO ZELIG, ATTACCA: “NON MI HANNO PIÙ CHIAMATO, MA POSSO CAPIRLI PERCHÉ HANNO DATO ALLO 'ZELIG' UN TAGLIO DA VILLAGGIO TURISTICO - CON FABIO FAZIO HO LAVORATO IN SEI EDIZIONI DI 'CHE TEMPO CHE FA' MA PER LA COLLABORAZIONE CON 'IL FOGLIO' MI SONO ACCORTO CHE MI FACEVANO MOBBING. NON VOLEVO RIMANERE DI FIANCO A FILIPPA LAGERBÄCK COME UN FIGURANTE" - "PAOLO ROSSI? UN FURBO. BEBO STORTI? ARRIVAVA ALLA CAZZO DI CANE MEZZ’ORA PRIMA DI SALIRE SUL PALCO" - E SU VALERIO AIRO’ SPIEGA CHE… - VIDEO -
Gianmarco Aimi per www.rollingstone.it
Qualche tempo fa circolava sui social una foto, in bianco e nero, dov’erano ritratti alcuni dei comici più significativi della scorsa generazione: Aldo, Giovanni e Giacomo, Antonio Albanese, Antonio Cornacchione e… “l’ultimo a destra”. Era Maurizio Milani, che con quel manipolo di cabarettisti è stato uno dei fondatori dello storico Zelig, il locale milanese che ha sfornato i migliori talenti dell’umorismo a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90 ma che, a differenza degli altri, ha raccolto – almeno a livello di notorietà – molto meno di quello che in tanti si sarebbero aspettati. Surreale, caustico, disincantato, il collega Daniele Luttazzi, di certo non tenero nei giudizi, lo ha incensato: «Fra noi comici ci sono come delle gerarchie, e lui in questo momento è Dio».
(...)
Ormai il tuo “posto fisso” è a Il Foglio, dove collabori da anni.
Devo ringraziare della segnalazione Mariarosa Mancuso, che mi ha fatto conoscere all’allora direttore Giuliano Ferrara. Lui mi dedicò anche una puntata monografica su La7. Finché c’è stato il produttore Paolo Guerra ho sempre lavorato (è venuto a mancare nel 2020, nda), oggi faccio un po’ più fatica. I produttori più potenti sono Beppe Caschetto e Lucio Presta, che vendono programmi alle tv a scatola chiusa. Anche se poi in Rai si lamentano le maestranze.
(...) A Bolzano con Paolo Rossi inciampai per davvero in una cassa acustica e le persone cominciarono a ridere. La sera dopo l’abbiamo inserito nel copione e hanno riso in due. Si percepiva che era finto. Anche se mangi le parole o sbagli i congiuntivi va bene, ma risulti fresco e arrivi. Poi c’è chi esagera, come Bebo Storti.
È famoso per il personaggio del Conte Uguccione. Che cosa faceva?
Lui non preparava nulla, una roba da pazzi. Almeno un canovaccio su un’ora e mezza di spettacolo dovresti averlo, lui niente. A Forlì il direttore del teatro alla fine ci ha detto: «Una roba così non l’ho mai vista, non so neanche dire se è bella o è brutta». Un’altra volta al Ciak di Roma, arriviamo in camerino e la moglie di Bebo ci fa: «Non si viene qui a fare queste figure…». È come se io e te adesso salissimo sul palco a improvvisare per un’ora.
Dopo ci avete riso sopra o è qualcosa su cui si recrimina?
Bebo aveva questa caratteristica: se ingranava subito l’improvvisazione andava alla grande, ma se non succedeva era facile prendere i fischi. Come a Livorno, siamo andati davanti alla gente ma si capiva che non avevamo voglia di lavorare. Al teatro Goldoni a Venezia altra situazione imbarazzante con me e Dario Vergassola, non rideva nessuno. Ma proprio perché non rideva nessuno, paradossalmente, c’era una signora in prima fila che rideva come una matta. Una scena talmente parossistica che si è trasformata in un successo.
È anche per questa vena da improvvisatore che non ti abbiamo mai visto al cinema?
Può essere, eppure Bebo Storti lo ha fatto. Anche Paolo Rossi, che è furbo, improvvisa ma ha sempre un canovaccio al quale aggrapparsi. Bebo invece saliva sul palco alla garibaldina. Ma un conto è andare in discoteca con tutti ubriachi, un altro nei teatri importanti con il tuo spettacolo in abbonamento. E lui arrivava alla cazzo di cane mezz’ora prima. Intanto che camminiamo per le strade e nel parco pubblico della cittadina lombarda, ogni passante lo saluta con un sorriso, tanto che a un certo punto ci appartiamo in un angolo.
(...)
Dopo sei anni, dal 2003 al 2009, non ti abbiamo più visto anche a Che tempo che fa condotto da Fabio Fazio. Come mai?
Perché Fazio è bravo, però è molle. Quando ho accettato di collaborare a Il Foglio di Giuliano Ferrara, mi chiamò l’allora capo struttura di Rai3 in quota Pd, Loris Mazzetti, che mi disse: «Guarda che la linea editoriale qui è chiara e tu vai a scrivere su un giornale di Berlusconi?». Da quel momento i miei spazi sono stati ridotti e spostati nella zona meno nobile. Poi sono passato a una settimana sì e una no, a seguire solo il sabato finché una volta non mi hanno mandato in onda dicendo di aver sforato con i tempi. Così gli ho detto che non ci sarei più andato. Quando ti fanno mobbing lo capisci. Non volevo rimanere di fianco a Filippa Lagerbäck come un figurante. Fazio poteva dire qualcosa a Mazzetti, ma non lo fece.
(...)
C’è qualcuno che ti ha deluso nel mondo dello spettacolo?
Direi Gino e Michele. Non mi hanno più chiamato, ma posso capirli perché hanno dato allo Zelig un taglio da villaggio turistico. Io sono un monologhista che non ha bisogno di travestirsi con le pinne o come una drag queen. La comicità di situazione è un’altra cosa.
Insomma, con Gino e Michele sembri avere un conto aperto.
Sono stato a casa di Michele Mozzati sul lago di Varese, ha una villa della madonna. A un certo punto vado in bagno e vedo che c’è una vasca lunghissima molto strana. Così quando esco chiedo a cosa serve a Diego Parasole, un collega che era con me. E lui: «Ah non lo sai? Quella vasca fa le onde al contrario, così nuoti e intanto fai esercizio». Ed era vent’anni fa. Sai, Flavio Briatore è Flavio Briatore ed è coerente, non va a far finta di essere un “compagno” che gli spiace per il salario minimo. Così come non ti aspetti che un calciatore vada a rompere le vetrine per protestare insieme a quelli dei centri sociali.
C’è ancora chi, come hai raccontato in passato, rimane spiazzato alle tue battute?
Alcuni mi dicono: «Scusi, ma sa che lei non mi fa ridere?». La gente è ormai abituata al comico che deve avere il naso rosso tipo clown. Ma come nella musica ci sono vari generi. A me piacciono, oltre a Nino Frassica, Valerio Lundini, Nicola Vicidomini e Rocco Tanica.
Sai che c’è un giovane comico che alcuni dicono ti somigli?
Se ti riferisci a Valerio Airò, vai a vedere su Youtube i commenti ai suoi filmati. In moltissimi scrivono: “Milani come sei invecchiato bene” oppure “ma chi è il figlio di Milani?”. Mentre sotto ai miei video: “Sei uguale a Valerio Airò”. Lì però gli ho risposto: “Questo è stato girato nel 1993 a Cielito Lindo”. Lui avrà 30 anni, forse non era neanche nato. Non c’è problema, però non ditemi che sono io a copiare lui. Ma sai che ho avuto una soffiata?
Su Valerio Airò?
Mi hanno detto che lui si è messo su quella strada imbeccato da Gino e Michele e da Giancarlo Bozzo, che sono spregiudicati. Lo so perché ho ancora conoscenze all’interno di Zelig. Pare gli abbiano fatto vedere le videocassette dei miei vecchi sketch consigliandogli di prendere spunto. Pensa che quando fece un’apparizione a Sky e c’era Rocco Tanica gli disse: «Assomigli a Maurizio Milani». Lui può fare quello che vuole, ma i pezzi si sovrappongono. Mi pare stia succedendo quello che era accaduto tra Giorgio Porcaro e Diego Abatantuono.
Ti riferisci alla paternità del personaggio del “Terrunciello”?
Lo inventò Giorgio Porcaro, ma i benefici se li prese tutti Diego Abatantuono. Diego non aveva voglia di andare a scuola e la mamma, che faceva la guardarobiera al Derby, lo portava con sé. Non aveva la patente e andava in giro con i I Gatti di Vicolo Miracoli ad aggiustare le luci. Un giorno ha visto Giorgio Porcaro che interpretava il ‘Terrunciello’ e l’ha rifatto avendo successo. Un po’ come sta succedendo tra me e Airò.
Maurizio Milani ce l’ha ancora un sogno che vorrebbe realizzare?
Se ci penso, di tutti i colleghi della mia generazione sono l’unico che non ha mai fatto neanche una posa al cinema. Con Aldo Giovanni e Giacomo una volta gliel’ho detto: «Ma con tutti i film che avete fatto, cosa vi costa mettermi lì a fare il barista?». A 62 anni non sono mai stato su un set per lavorare. Non spero mi chiami Marco Bellocchio, basterebbe un regista underground. Ho fatto la tv, il teatro, i libri e i giornali, ma il cinema non è capitato.
In effetti, guardando quella foto degli inizi allo Zelig sei l’unico che manca all’appello.
E la gente sui social si chiede “chi è il primo a destra?”. Sono cose che fanno rimanere male.
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Zelig a rischio fallimento
La notizia ha destato grande preoccupazione tra gli appassionati di spettacoli dal vivo e tra i fan della storica struttura. Il celebre cabaret Zelig, situato in viale Monza a Milano e considerato l'erede ideale del Derby, uno dei primi locali di cabaret in Italia, potrebbe chiudere i battenti se non arriva un sostegno economico. I fondatori del locale, Michele Mozzati e Gino Vignali con Giancarlo Bozzo, hanno fondato una nuova società, Le-Zgo Studio, dando vita a una boccata di ossigeno, ma necessitano di supporto economico per non far calare il sipario definitivamente. Gli stessi fondatori si sono appellati ai comici italiani, molti dei quali hanno lanciato le proprie carriere sul palcoscenico di Zelig. Tra questi i nomi di Paolo Rossi, Claudio Bisio, Bebo Storti, Silvio Orlando, Antonio Catania, Gigio Alberti, Lella Costa, Angela Finocchiaro e i musicisti Elio e le Storie Tese. Il sostegno dei comici è essenziale per salvare lo storico cabaret. La situazione economica del gruppo è critica: i debiti ammontano a diversi milioni di euro e a inizio del 2022 la perdita sarebbe stata di almeno un milione. Non è bastato il fatto di aver venduto il marchio Zelig a Rti per 6 milioni di euro nel novembre 2022, e neppure il concordato è andato bene. Nel frattempo, la nuova società Le-Zgo Studio ha preso in affitto l'azienda di Zelig per 3.000 euro al mese. Il loro obiettivo primario è assicurarsi la produzione esecutiva della trasmissione televisiva per aiutare la società a sostenere i suoi costi di gestione. Fonte primaria ANSA Fonti articolo Il Giorno https://www.ilgiorno.it/milano/cultura/zelig-fallimento-plv3d4va Open https://www.open.online/2023/03/24/milano-zelig-rischio-fallimento-cosa-succede/ SkyTG4 https://tg24.sky.it/cronaca/2023/03/24/teatro-zelig-fallimento-rischio Mitomorrow https://www.mitomorrow.it/cambiamilano/zelig-milano-fallimento-chiuderemo/ La Repubblica https://milano.repubblica.it/cronaca/2023/03/24/news/zelig_teatro_fallimento_milano_comici-393436482/ Milano Today https://www.milanotoday.it/attualita/fallimento-chiusura-zelig.html Il Fatto Quotidiano https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/03/24/il-teatro-zelig-e-sullorlo-del-fallimento-o-arrivano-entrate-straordinarie-o-si-chiude-per-sempre-costi-di-gestione-troppo-alti/7107610/ Virgilio https://initalia.virgilio.it/storico-teatro-zelig-rischio-fallimento-70336Business Business 24 https://business24tv.it/2023/03/24/smemoranda-zelig-fallimento/ ANSA https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2023/03/24/zelig-appello-ai-comici-per-non-chiudere-storico-cabaret_255df183-c6e2-489b-a597-2d25d863a7a9.html Calcio e Finanza https://www.calcioefinanza.it/2023/03/24/zelig-milano-rischio-fallimento/ La Gazzetta https://www.gazzetta.it/attualita/24-03-2023/zelig-rischia-di-chiudere-gino-e-michele-cercano-di-salvare-il-teatro.shtml Read the full article
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The first to start, never loses.
The Traitor (Il traditore), Marco Bellocchio (2019)
#Marco Bellocchio#Valia Santella#Ludovica Rampoldi#Francesco Piccolo#Pierfrancesco Favino#Luigi Lo Cascio#Fausto Russo Alesi#Maria Fernanda Cândido#Fabrizio Ferracane#Nicola Calì#Giovanni Calcagno#Bruno Cariello#Bebo Storti#Vincenzo Pirrotta#Goffredo Maria Bruno#Vladan Radovic#Nicola Piovani#Francesca Calvelli#2019
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Mentalisti genovesi
Venerdì mi son visto i primi due episodi della nuova serie italiana Masantonio. Debbo dire che mi ha piacevolmente sorpreso. Mischia con una certa abilità ironia e dramma. E gli interpreti sono tutti bravissimi. Compreso Bebo Storti, che forse ricorderete nei panni del Conte Uguccione a Mai dire Gol. La storia è semplice: dopo aver mollato la famiglia, Masantonio torna a Genova. Hanno creato la Sezione scomparsi, il cui compito è ritrovare persone scomparse, vive o morte che siano. A dirigerla, sebbene a modo suo, c'è questo Masantonio, appunto, interpretato da Alessandro Preziosi. Le mie uniche perplessità circa la serie riguardano proprio il protagonista. Perché temo lo abbiano fatto un po' troppo somigliante al Patrick Jane di The Mentalist. Infatti hanno parecchie cose in comune. Entrambi sono bravissimi nel loro lavoro (entrare nella testa della gente), hanno una certa sgradevolezza nel confrontarsi con gli altri e nel porre le domande, hanno manie alimentari (Jane è fissato con il tè e Masantonio con la schiacciata genovese), indossano gli stessi abiti tutti i giorni, abitano in un posto "provvisorio" e infine tengono in ufficio un divano sul quale dormono e riflettono. Nonostante ciò, il prodotto mi piace. E quello che mi ha più sorpreso è la bravura del cast. Vedremo come va con le prossime puntate.
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I fascisti li capisco, son carogne. Mi fanno forse più schifo gli afacsisti, i non schierati, i sofisti dei distinguo, gli ipocriti equidistanti. Qui un grande Bebo Storti restituisce l’anima nera di questo paese ... Bebo Storti - "Mai morti" https://t.co/2nxIGe0eID via @YouTube
— Zbarskij (@Zbarskij) January 13, 2020
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Granma. Metales de Cuba / Contemporanea
Granma. Metales de Cuba / Contemporanea
Contemporanea, edizione XIX, porta sul palcoscenico del Metastasio il nuovo lavoro dei Rimini Protokoll con tutte le luci e le ombre di sessant’anni di rivoluzione cubana, ma soprattutto di una nuova generazione che, come quella europea, cerca nuovi ideali. (more…)
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#Agrupación Señor Serrano#Aristotele#Bebo Storti#Brecht#Christian Paneque Moreda#Contemporanea#Contemporanea Festival#Contemporanea Teatro#Daniel Cruces-Pérez#Daniel Wetzel#Diana Sainz Mena#Fulgencio Batista#Gabriele Vacis#Helgard Kim Haug#Marco Paolini#Marlene Monteiro Freitas#Milagro Álvarez Leliebre#Recensione Bacchae#Recensione Birdie#Renato Sarti#Ricardo Sarmiento#Rimini Protokoll#Rivoluzione cubana#Stefan Kaegi#Yohayna Hernández
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Come salvarsi dal cinepanettone. Le uscite del 14 dicembre
Si avvicinano le feste e tutti vogliono andare al cinema, noi vi consigliamo quattro valide alternative per salvarsi dal cinepanettone!
La ruota delle meraviglie
(USA, 2017) un film di Woody Allen. Con Kate Winslet, Justin Timberlake, Juno Temple, James Belushi, Max Casella. Commedia. Durata 100 minuti.
1950, le vite di quattro…
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#Antonio Tibaldi#Bebo Storti#Claudia Veronesi#Fabio Martina#Federica Fracassi#Francesca Tripaldi#Gil Giuliani#James Belushi#Juno Temple#Justin Timberlake#Kate Winslet#Marco Foschi#Max Casella#Pappi Corsicato#Umberto Galimberti#woody allen#Yuri Casagrande
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Guarda Quasi orfano (2022) : Streaming ITA La storia ruota intorno a Valentino e Costanza che hanno fondato una famosissima griffe nel mondo del design. Lei è la donna che ha fatto sbocciare e conoscere nel jet set milanese il talento del ragazzo dal passato strappalacrime, rimasto solo al mondo fin dalla più tenera età. Valentino Tarocco, di origine pugliese, ha progressivamente tagliato i ponti con la sua famiglia, al punto di dichiararsi orfano e cambiare cognome. La famiglia Tarocco, colorita e numerosa, gestisce una masseria agriturismo con il voto più basso su TripAdvisor a causa delle intemperanze del patriarca. In occasione del compleanno della madre, Nicola, il fratello maggiore tenta di riallacciare i contatti sperando in un aiuto economico di Valentino alla disastrata attività economica di famiglia.
Oct 06, 2022 TRADUZIONE: Italian GENERE: Commedia ATTORI: Riccardo Scamarcio, Vittoria Puccini, Antonio Gerardi, Grazia Schiavo, Adriano Pappalardo, Chiara Di Benedetto, Manuela Zero, Paolo Sassanelli, Ema Stokholma, Aiello, Bebo Storti
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Quasi orfano 2022) Film completo italiano, Un film è una serie di immagini che, Quasi orfano streaming ita dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l illusione di un immagine in moviTop Gun: Maverickto Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un moviTop Gun: Maverickto continuo
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Villetta con ospiti
Cinema: Villetta con ospiti
I sette vizi capitali incarnati dai sette protagonisti
(mymonetro: 2,30)
Regia di Ivano De Matteo.
Con Marco Giallini, Michela Cescon, Massimiliano Gallo, Erika Blanc, Cristina Flutur, Ioan Tiberiu Dobrica, Bebo Storti, Vinicio Marchioni. Genere Drammatico
– Italia,
2020. Durata 88 minuti circa.
In un paese non meglio identificato del Nordest…
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CENTO DOMENICHE, di Antonio Albanese, con Antonio Albanese, Liliana Bottone, Bebo Storti, Sandra Ceccarelli, Maurizio Donadoni, 2023. Recensione di Pietro Berra, in la Provincia 25 marzo 2024
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Behind The Scenes With Directors Of Fashion-Focused 'Made In Italy' TV Series
Anyone looking for quality clothing today knows to look for the “Made in Italy” label. And now the story behind the label is getting the serial treatment in a new television series from Mediaset, co-produced by Taodue Film and The Family. Created by Camilla Nesbitt, the show will map out the rise of Italy as a global fashion player.
Fashion has always been a key part of Italian heritage since the Middle Ages and Renaissance, when the country produced extravagant textiles that became popular across Europe. Michelangelo, Leonardo da Vinci and Raphael influenced the fashions of the time in paintings that showcased the country’s wealthy set, draped in decadent velvet, silk and jewels.
Greta Ferro (right) as Irene at Appeal Magazine.
Italy became a key player once again in the '50s and '60s as celebrities from Jackie Kennedy to Audrey Hepburn sought out bespoke work from Gucci and Valentino. But it wasn’t until the '70s that the industry became ingrained in every corner of the world as the everyday consumer craved high-end fashion and street wear that waltzed into stores right off the runway. Milan exploded as the global fashion capital, specializing in ready-to-wear, as brands including Versace, Armani and Dolce & Gabbana opened up shop.
Made in Italy, directed by Luca Lucini and Ago Panini, tells the story through the eyes of Irene Mastrangelo (Greta Ferro), a young journalist who embarks upon a life-changing career at the prestigious fashion magazine Appeal under editor-in-chief Rita Pasini (Margherita Buy).
In the series, Mastrangelo is a firsthand witness to the shift of Italian fashion from haute couture to pret-a-porter as designers including Giorgio Armani (Raoul Bova), Walter Albini (Gaetano Bruno), Krizia’s Mariuccia Mandelli (Stefania Rocca), Gianni Versace (Achille Marciano), Miuccia Prada (Caterina Carpio), Rosita and Ottavio Missoni (Claudia Pandolfi, Enrico Loverso), Elio Fiorucci (Stefano Fregni), Gianfranco Ferre (Silvio Cavallo), Valentino Garavani and more attempt to build their empires.
Greta Ferro as Irene at Appeal Magazine on Made in Italy
The show zeroes in on the personalities, the inspirations and the imaginations of the creative giants, and, of course, the photographers, including Richard Avedon (Wayne Maser). As business grows, visionary manager Beppe Modenese (Bebo Storti) reconciles the quarrelsome Italian brands into an economic powerhouse that could rival France’s dominance over the industry.
The Federation is handling international sales for the eight-episode series, which will premiere this spring in Italy on Canale 5. A U.S. distributor has not yet been announced.
The Hollywood Reporter spoke with Lucini and Panini about the appeal behind Made in Italy, a universal story that changed the country forever.
Margherita Buy with directors Luca Lucini and Ago Panini
What is most misunderstood about the world of Italian fashion?
Everybody knows Italian fashion today. But very few know the artists behind well-known worldwide brands like Krizia, Armani, Ferre and so on. So, especially for new generations, we think it is important to know the origins, which took place mostly in Milan in the mid-'70s.
What do you hope this story conveys to audiences?
A lot of the series that are coming out of Italy these days are crime stories. They show a violent and crude side of our country, which, unfortunately, exists, but it is not the only story to tell. The history of fashion in Italy is a great one, and a 100 percent real one. It’s a story of passion, a unique marriage between taste, ideas, craziness and the great ability of designers to read the times.
What is the drama at the center of this story?
We can certainly describe Made in Italy as a personal journey of a young girl, Irene (our protagonist), unable to live within the female parameters of her time. But by meeting incredible fashion talents, as well as a group of unique and unforgettable persons, she is able to make a life of her own. She becomes an independent woman — tough, intense, passionate and constantly in love with fashion and its creators.
Models at Krizia fashion show
What kind of audience do you think this show will appeal to?
We think this show is addressed to anyone who loves good stories, the kinds of stories where a young person overcomes difficulties with a lot of energy, passion and humor. On top of that, we hope to be able to tell the “big story” behind this one: the history of the fashion industry in Milan. And we also hope to be able to talk to young people who need to start dreaming big again, as our characters do. Because nothing is impossible if you are really motivated.
How challenging was it to cast the designers?
Some of the designers are alive (like Giorgio Armani and Rosita Missoni). Some others have left us. We decided to consider the designers as “special guests” in Irene’s life. And we wanted to give the audience the same feeling. That’s why we decided to cast big Italian names to play the designers, such as Raoul Bova, Stefania Rocca, Gaetano Bruno and Claudia Pandolfi. It was really fun to challenge these big actors to envision the original designers.
How much of the wardrobe is authentic and how much was recreated?
We decided to use only real vintage pieces for the designers’ atelier pieces. We reproduced some of the everyday clothes. Probably 70 to 80 percent of the wardrobe is authentic. We flew dresses from collections from all over the world. Some of the Krizia clothes came from Japan!
Greta Ferro (right) as Irene, at Appeal Magazine on Made in Italy
What was the best and most challenging part of going through the fashion archives of each house?
The best part was, of course, becoming sort of “intimate” with these great people. It was incredibly inspiring to have conversations with living witnesses of that incredible time. Everyone we talked to had shiny and watery eyes just remembering a time when everything was possible, and dreams were so close to reality, that you could touch them with a finger. Of course. the fashion world is very protective of opening its secret archives, so it was a hard job to gain these people’s trust. But we did it.
Which archives were opened for the first time for this series?
Some of Walter Albini’s [the influential and largely forgotten stylist was considered the forefather of Italian fashion] objects and clothes, such as the “Klimt” look, are shown almost for the first time and definitely for the first time in a TV show. Most of the jewels that we had on set came with armed security, straight out of designers' archives. There was a huge research phase, made by a very determined team of fashion journalists, to create the right connection between the show and the design houses.
Behind-the-Scenes at Milan's Castello Sforzesco.
What was a personal highlight of shooting the show for you?
The two days we spent shooting at the real Missoni factory were truly touching. To be able to breathe and share Rosita’s memories, in her house, it is really something hard to forget.
Are there any particular pieces shown that really represent the history of Italian fashion?
In our first season, we focused on the roots of what then became the “Italian fashion system,” so the audience will witness, for instance, the birth of the world-famous unstructured jacket by Armani, even if the most iconic pieces would come in the early ‘80s.
https://fashion--gallery.com/beauty-insider-experts-weigh-in-on-their-top-tips-this-season/
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MAI MORTI in streaming per il 25 aprile
MAI MORTI in streaming per il 25 aprile
Foto di scena: Mai Morti, Bebo Storti © Teatro della Cooperativa
Il 25 aprile per l’intera giornata il Teatro della Cooperativa e il Teatro Elfo Puccini renderanno disponibile lo spettacolo Mai Morti scritto e diretto da Renato Sarti e interpretato da Bebo Storti.
“Mai morti” era previsto nella stagione del Teatro Out Off insieme a “Nome di battaglia Lia”. Tutti e due gli spettacoli sono…
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CIVITANOVA MARCHE – Grande appuntamento domani 6 febbraio al cinema Rossini con la diretta via satellite dall’Opéra de Paris. Alle 19.15 va in scena Giselle, uno dei grandi balletti classici, su musica di Adolphe Adam e libretto di Théophile Gautier e Jules‑Henri Vernoy de Saint‑Georges, proposto dal corpo di ballo del prestigioso teatro francese nella coreografia di Jean Coralli e Jules Perrot, e la direzione musicale di Koen Kessels.
Il balletto è presentato da Aurélie Dupont, direttrice della danza dell’Opera Nazionale di Parigi. Biglietto unico ridotto a 10 euro.
Dal giorno seguente, 7 febbraio, prosegue la programmazione di Odio l’estate, diretto da Massimo Venier, con Aldo, Giovanni e Giacomo. Orario: venerdì 20.30-22.30; sabato 18.30-20.30-22.30; domenica 16.30-18.30-20.30.
Al Cecchetti, invece, da domani c’è Villetta con ospiti, film diretto da Ivano De Matteo, con Marco Giallini, Michela Cescon, Massimiliano Gallo, Erika Blanc, Cristina Flutur, Bebo Storti, Vinicio Marchioni, Monica Billiani, Tiberiu Dobrica. Si svolge tutto in 24 ore, in un paesino del nord Italia, dove nulla sembra turbato la tranquillità: i sette protagonisti, in realtà, si macchieranno dei sette peccati capitali, incarnandoli a perfezione e cadendo quasi innocentemente in un vortice di perdizione e violenza. Orario: giovedì 21.15; venerdì e sabato 20.30-22.30; domenica 16.30-18.30.
Nella giornate di sabato alle 18.30 e domenica alle 20.30 la pellicola si alterna con 1917, di Sam Mendes, sull’anno cruciale per la prima Guerra Mondiale.
Il prezzo di ingresso di Odio l’estate, Villetta con ospiti e 1917 è 5 €, ridotto 4 (fino a 18 anni, oltre i 65 e studenti universitari fino a 24 anni).
Per informazioni è attivo il numero TDiC informa: 351/5715757, dalle 11 alle 23, tutti i giorni ci sarà sempre un operatore a disposizione.
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Villetta con ospiti: il nuovo film di Ivano De Matteo
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Villetta con ospiti: il nuovo film di Ivano De Matteo
Villetta con ospiti: il nuovo film di Ivano De Matteo
Villetta con ospiti: il nuovo film di Ivano De Matteo
Arriverà al cinema il 30 Gennaio dal Villetta con ospiti, il nuovo film di Ivano De Matteo con protagonisti Marco Giallini e Michela Cescon.
Il primo è tratto da un soggetto e sceneggiatura di IVANO DE MATTEO e VALENTINA FERLAN ed è prodotto da MARCO POCCIONI, MARCO VALSANIA, una coproduzione italo-francese RODEO DRIVE con RAI CINEMA e LES FILMS D’ICI, ed è distribuzione da ACADEMY TWO
Nel cast oltre ai due citati ci sono anche MASSIMILIANO GALLO, ERICA BLANC, CRISTINA FLUTUR, MONICA BILLIANI, TIBERIU DOBRICA e con BEBO STORTI e con la partecipazione di VINICIO MARCHIONI.t
Di giorno le nostre signore e i loro mariti ostentano pubblica virtù ai tavolini dei caffè. Poi, di notte, la commedia scivola nel noir ed esplode il lato oscuro della provincia in un susseguirsi di meschinità e violenze.
La trama del film Villetta con ospiti
Ventiquattr’ore per raccontare una splendida famiglia borghese e una ricca cittadina del nord Italia. Di giorno le nostre signore e i loro mariti ostentano pubblica virtù ai tavolini dei caffè. Poi, di notte, la commedia scivola nel noir ed esplode il lato oscuro della provincia in un susseguirsi di meschinità e violenze.
I sette vizi capitali incarnati dai sette protagonisti si palesano ai nostri occhi quasi con innocenza. Nessuno è accusabile di nulla anche se, tutti insieme, si macchieranno del peggiore dei peccati.
Cinefilos.it – Da chi il cinema lo ama.
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Redazione
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