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#Basso Fedele e Figli
lamilanomagazine · 1 year
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Silvio Berlusconi è morto oggi, aveva 86 anni
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Silvio Berlusconi è morto oggi, aveva 86 anni. Silvio Berlusconi è morto oggi 12 giugno 2023 all’ospedale San Raffaele di Milano. Il leader di Forza Italia e fondatore di Mediaset aveva 86 anni. Silvio Berlusconi era tornato al San Raffaele venerdì scorso dopo un ricovero di 45 giorni a causa di una polmonite e di una forma di leucemia, poi era tornato a casa. In mattinata, il fratello Paolo e i figli erano accorsi in ospedale. Silvio Berlusconi, un politico, un imprenditore, quattro volte Presidente del Consiglio. Dopo aver iniziato la sua attività imprenditoriale nel campo dell'edilizia, nel 1975 ha costituito la società finanziaria Fininvest e nel 1993 la società di produzione multimediale Mediaset, nelle quali convergono altre società come Arnoldo Mondadori Editore e Silvio Berlusconi Communications, rimanendo figura simbolo della sua famiglia. Nell'ottobre 1993 entra in politica e nel gennaio 1994 fonda Forza Italia, nel 2008 confluito ne Il Popolo della Libertà e poi rifondato nel 2013. Le sue politiche hanno segnato la vita pubblica italiana dalla metà degli anni novanta in poi, ampiamente sostenuto dai suoi seguaci politici e dai suoi elettori, entrando fortemente anche nella cultura di massa e nell'immaginario collettivo italiano ed estero. Berlusconi fu eletto alla Camera dei deputati nel 1994, è stato confermato nelle successive quattro legislature, mentre nel 2013 è stato eletto per la prima volta senatore. Ha ottenuto quattro incarichi da Presidente del Consiglio: il primo nella XII legislatura (1994-1995), due consecutivi nella XIV (2001-2005 e 2005-2006) e, infine, nella XVI (2008-2011). Con 3339 giorni complessivi, è il politico che è rimasto in carica più a lungo nel ruolo di presidente del Consiglio dell'Italia repubblicana, inoltre, ha presieduto i due governi più duraturi dalla proclamazione della Repubblica. Secondo la rivista americana Forbes, Berlusconi nel 2021, era il sesto uomo più ricco d'Italia e il 318º più ricco del mondo. Nel 2009 Forbes lo ha classificato 12º nella sua lista delle persone più potenti del mondo. Primogenito di una famiglia della piccola borghesia milanese, trascorre la sua infanzia nel Basso Varesotto, dapprima a Saronno e poi, durante l'occupazione tedesca, a Lomazzo, mentre il padre si era rifugiato in Svizzera. Il padre Luigi era impiegato alla Banca Rasini, della quale, nel 1957, divenne procuratore generale; la madre Rosa Bossi era casalinga e in precedenza aveva lavorato come segretaria alla Pirelli. Oltre a Silvio, dal loro matrimonio nacquero Maria Antonietta  e Paolo. Cresciuto nel quartiere Isola, in via Volturno, al numero 34, nel 1954 conseguì la maturità classica al liceo salesiano Sant'Ambrogio di Milano. Si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Milano dove, nel 1961, si laureò con 110/110 e lode, discutendo una tesi in diritto commerciale. La tesi, intitolata Il contratto di pubblicità per inserzione, fu premiata con 500 lire dall'agenzia pubblicitaria Manzoni di Milano. Nel 1964 conobbe Carla Elvira Lucia Dall'Oglio, che sposò a Milano, nella parrocchia di viale San Gimignano, il 6 marzo 1965 e dalla quale ebbe in seguito i due figli: Maria Elvira, detta Marina e Pier Silvio. Una storia di successo: dopo le prime saltuarie esperienze lavorative giovanili come cantante e intrattenitore sulle navi da crociera insieme all'amico Fedele Confalonieri e come venditore porta a porta di scope elettriche insieme all'amico Guido Possa, iniziò l'attività di agente immobiliare e, nel 1961, fondò la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Il primo acquisto immobiliare fu un terreno in via Alciati a Milano, per 190 milioni di lire, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Silvio). Nel 1963 fonda la Edilnord Sas, in cui è socio d'opera accomandatario. Nel 1964, l'azienda di Berlusconi apre un cantiere a Brugherio per edificare una città modello da 4000 abitanti. I primi condomìni sono pronti già nel 1965, ma non si vendono con facilità. Berlusconi riceve l'onorificenza di cavaliere del lavoro dal presidente della Repubblica Giovanni Leone. Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C. (la Borsani è cugina di Berlusconi), generalmente chiamata Edilnord 2, che acquista da Leonardo Bonzi 712000 m² di terreni nel comune di Segrate, per i quali questi aveva già ottenuto tra il 1962 ed il 1965 dal comune l'autorizzazione a costruire per 2,5 milioni di metri cubi in cambio dell'impegno a provvedere alle opere di urbanizzazione. Nel 1969 il comune rilascia una prima licenza edilizia ma i lavori sono rallentati da una serie di ostacoli posti da vari organi di controllo, in particolare la Giunta provinciale amministrativa. Solamente nel 1972 la situazione si sblocca, in seguito all'insediamento di una nuova giunta nel comune di Segrate e al parere favorevole della Commissione regionale di controllo, investita delle funzioni precedentemente attribuite alla Giunta provinciale amministrativa. Nell'area sorgerà Milano 2. Nel 1972 viene liquidata la Edilnord e creata la Edilnord Centri Residenziali Sas di Lidia Borsani, Nel 1973 viene fondata la Italcantieri Srl, trasformata poi in SpA nel 1975, con Silvio Berlusconi quale presidente. Il 2 giugno 1977, a coronamento di questa ampia e riuscita attività edilizia, Silvio Berlusconi viene nominato cavaliere del lavoro dal presidente della repubblica Giovanni Leone. Nel gennaio 1978, viene liquidata la Edilnord per dare vita alla Milano 2 Spa, costituita a Segrate dalla fusione con l'Immobiliare San Martino Spa. Dopo l'esperienza in campo edilizio, Silvio Berlusconi allarga il proprio raggio d'affari anche al settore della comunicazione e dei media. Nel 1976, infatti, la sentenza n. 202 della Corte costituzionale apre la strada all'esercizio dell'editoria televisiva, fino ad allora appannaggio esclusivo dello Stato. Nel 1976, Berlusconi rileva Telemilano dal fondatore Giacomo Properzj. Si tratta di una televisione via cavo, operante dall'autunno del 1974 nella zona residenziale di Milano 2. A tale società due anni dopo viene dato il nome di Canale 5 e assume la forma di rete televisiva a livello nazionale, comprendente più emittenti. Sempre nel 1978, Berlusconi fonda Fininvest, una holding che coordina tutte le varie attività dell'imprenditore. Per il canale ha acquistato, nel 1980, i diritti televisivi del Mundialito, un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa quella italiana, solitamente trasmesso dalle reti RAI. Per tale evento, nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri del governo Forlani, ottiene dalla Rai l'uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia, mentre nel resto d'Italia l'evento viene trasmesso in differita utilizzando un consorzio di emittenti locali come se fosse un'unica emittente nazionale. Nel 1982 il gruppo si allarga con l'acquisto di Italia 1 dall'editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore. stabilendo di fatto un vero e proprio duopolio televisivo con la televisione di stato, la RAI. Negli anni seguenti il gruppo si diffonde in Europa: in Francia fonda, nel 1986, La Cinq (poi parzialmente ceduta a soggetti terzi e chiusa nel 1992), in Germania, nel 1987, Tele 5 (Telefünf; ceduta a Leo Kirch, chiude nel 1992, per poi riaprire nel 2002 ad opera di Tele München), in Spagna Telecinco (fondata nel 1990 e ancora oggi attiva). Nel campo editoriale diventa, ed è, il principale editore italiano nel settore libri e periodici; nel gennaio 1990 acquisisce la maggioranza azionaria di Mondadori. Nel 1977 entrò nella società del quotidiano il Giornale con una quota del 12% e nel 1979 aumentò la sua quota al 37,5%, diventando azionista di riferimento. Nel campo della distribuzione audiovisiva, Berlusconi è stato socio dal 1994 al 2002, attraverso Fininvest, di Blockbuster Italia. Berlusconi effettua anche investimenti nel settore delle grandi distribuzioni, acquisendo il gruppo Standa dalla Montedison nel 1988 e i Supermercati Brianzoli dalla famiglia Franchini nel 1991. Nel 1995 il gruppo Standa vende Euromercato al gruppo Promodès-GS. Nel 1998 scorpora e vende il gruppo Standa; la parte "non alimentare" al gruppo Coin e la parte "alimentare" a Gianfelice Franchini, ex proprietario dei Supermercati Brianzoli. Il Gruppo Fininvest, con le partecipazioni nelle società Mediolanum e Programma Italia, ha una forte presenza anche nel settore delle assicurazioni e della vendita di prodotti finanziari. Il 20 febbraio 1986 Berlusconi divenne proprietario del Milan, club calcistico di cui è stato presidente dal 24 marzo 1986 al 13 aprile 2017. Il 13 aprile 2017 la holding della famiglia Berlusconi, la Fininvest, comunicò di aver ceduto la totalità delle quote del Milan in suo possesso all'imprenditore cinese Li Yonghong. Durante il periodo in cui Berlusconi deteneva la maggioranza azionaria, il Milan ha vinto 8 campionati italiani, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 UEFA Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 5 Supercoppe UEFA e una Coppa del mondo per club FIFA, per un totale di 29 trofei ufficiali in 31 anni. Nei primi anni 1990 Berlusconi aveva esteso l'attività sportiva del Milan, trasformandolo in una società polisportiva, costituita comprando i titoli sportivi di società lombarde di varie discipline quali baseball, rugby, hockey su ghiaccio, pallavolo. La polisportiva si sciolse nel 1994, dopo la vittoria elettorale: le squadre in essa confluite (Amatori Milano di rugby, Gonzaga Milano, già Mantova, di pallavolo, Devils Milano di hockey e Milano Baseball) seguirono destini diversi. Il 28 settembre 2018, tramite la Fininvest, è divenuto proprietario del Monza, club calcistico allora militante in Serie C. Nel 2020 ha ottenuto la promozione in Serie B e nel 2022 in Serie A.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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quentinsadler · 5 years
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Some beautiful olive oils
Some beautiful olive oils
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Recently I was sent some olive oils to taste and I must say that I found the experience really interesting. I do not know a huge amount about olive oil, but it is a fascinating subject and has much in common with wine – and chocolate, coffee, tea and I expect many other things that make life better.
The similarities of course are that olive oil, like wine, is an agricultural product. Therefore…
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« Devi rinchiuderci il cane che hai portato alla mia festa senza avvisarmi? » 
- Pensavo il tuo momento preferito fosse essere libero nei boschi. - Io odio essere un mannaro, Seb. Quindi l'unica cosa bella sono le tue attenzioni dopo.      - E se trovassimo un modo per renderlo più bello? Potrei studiare per diventare un Animagus. O mandarti il mio patronus nelle notti di Luna Piena. -  E’ pericoloso. Non esiste.                              - Diventare Animagus? E tutte le maledizioni che ho subito? Almeno questo è un pericolo che scelgo di correre io. (per te)
« Non ci ho pensato, scusami. » E lo pronuncia con strana innocenza, per essere lui. « Non ci ho davvero pensato. » Piega il capo verso il basso, mordicchiandosi poco dopo le labbra e gonfiando il petto d’aria poco dopo, lasciandosi andare ad un respiro abbastanza sonoro, che vorrebbe rilassarlo, alla fine dei conti. « Dentro di me faccio un po’ il tifo che possiate diventare amici e fare branco »
« Quella che hai salutato non poteva essere Anne » spiccio, « premettendo che fosse l'unica come me alla festa, è comparsa per un attimo e poi improvvisamente è svanita nel nulla. Io posso avvertirla, come lei può avvertire me e chiunque sia un "essere" » provando a dargli una spiegazione sulla vicenda. « Una persona che sparisce nel nulla non è una persona che ha buone intenzioni, ero preoccupato per te » 
«Branco?» riprende poi, ora deridendolo apertamente. «Smetti di parlare di cose che non sai, ti rendi solo ancora più ridicolo. O sei davvero convinto che dividere il giaciglio con un cane faccia di te un esperto in materia?» i branchi non si creano a tavolino perché quando succede, come ad Hogwarts, le cose non possono che finire male. «Non esiste un Beda per i Mannari, Waleystock.»
« E come ha fatto a sparire nel nulla? » Sospira « Forse voleva nascondersi da te pensando io non ti abbia detto di lei? Si può fare? Magari stava soltanto proteggendo se stessa e allora è fuggita appena ti ha sentito. » 
« So che c'era, c'era qualcuno e poi si è dileguato e se c'era solo Anne come me lì dentro...mi viene da pensare che l'abbia fatto di proposito » tutto lì, congetture le sue. « Non abbiamo facoltà di questo tipo, forse ha usato la magia » perché è l'unica opzione. Il labbro che continua ad essere torturato. 
«Non è della generalità dei miei simili che parlo. Parlo di me» quella che voi stupidi Grifondoro mettete sempre in secondo piano, nell`egoismo delle vostre scelte che non definireste mai come tali, perché i figli di Godric non fanno certe cose. «E se mi conoscessi anche solo un briciolo sapresti come sono fatta» non in quanto Mannara, Seb, ma in quanto Occlumante. Spia. Membro segreto della Lega. Niente della sua vita è pubblico se non lo decide lei, neppure una stupida adozione. 
« Anne non mi farebbe mai niente. Vive dandomi fastidio, ma mi vuole bene a suo modo. E poi non avrebbe corso il rischio di rovinare la sua stessa festa. A casa sua, poi. » 
« E se tu conoscessi me, Anne » ma lo conosce, lo sa che è così « sapresti che ti proteggerei sempre, anche se non hai bisogno di certo di protezione da me. Ma ti sono sempre stato fedele sempre. » un piccolo broncio curva le labbra verso il basso, in una smorfia a dir poco triste. « E’ per questo che mi dispiace. Perché non è mai voluto essere un attacco a te. Volevo solo fartelo conoscere e non ho visto che la mia enfasi poteva recarti danno. »
« Non mi fiderei, fossi in te, a prescindere »
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isaachagen · 4 years
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La nascita di Gesù Cristo è stato il più grande drub Enlil (Jehowa) fedeli mai affrontati nella storia. Prima lo negarono, ma poco dopo dovettero accettarlo come Messia. Ma ancora gli Israeliti non convertiti, il popolo prescelto di Yahweh (Enlil) non lo hanno accettato.
Poco dopo la crocifissione le storie su Gesù si diffusero in tutto il Medio Oriente e molte caste, furono attratte dalla sua divinità e lo accettarono come previsto Messia. La maggior parte di loro ha abbracciato il cristianesimo. Anche se Gesù non ha mai formato la chiesa stava vincendo il mondo diventando il più amato della storia in un certo senso. Gesù il figlio di Enki, un Enkiite è stato conquistato le terre Enlilite !
Il copione di 33 anni fu la risposta di Enki ai nemici di suo figlio che mettevano in pericolo, catturavano, scavavano l'occhio destro e lo seppellivano per stabilire il loro dominio sulla terra.
Questa fu una vendetta silenziosa del tempo per conto di Enki verso i suoi rivali attraverso il suo primo figlio nato. Non ha mai voluto attaccare o conquistare nessuna terra e uccidere le persone come tutta l'umanità è la sua prole. Ma ha mandato il figlio assassinato Marduk in un corpo umano. Era Gesù di Nazaret.
L'angelo che visitò Mariam non era Gabriele, ma Samael, un fedele Enki, lo stesso angelo liberò i figli di Enki Adamo ed Eva dal giardino dell'Eden insegnando loro come accoppiarsi. Enlil, che li coltivava come suoi animali da compagnia, odiava questo atto e li abbandonò.
Enki era sempre appassionato della pretesa di suo figlio Marduk, del suo scontro con i suoi rivali e stava sapendo cosa sarebbe successo. Ma il misericordioso Gran Signore non lo sostenne mai per la battaglia ed era molto triste nel vedere che suo altro figlio Nergal sosteneva i nemici di Marduk e si alleò con loro in battaglia. Dopo la morte di Marduk per tradimento, si crede che sia sepolto da qualche parte in Africa.
Gli enliliti bombardarono i luoghi e il porto spaziale di Maduk nel Sinai. L'attentato nel Sinai è stato il più terribile. Ma essi stessi hanno affrontato le sue conseguenze molto male. Nubi chimiche nere volarono ad est sopra le città sumerriane dove gli anunaki governavano. Le loro città Nippur, Kish, Lagash, il tuo, Urook tutti sono stati rovinati nel vento nero e la gente (umana) è morta. Gli anunaki andarono nel panico e fuggirono dalle città in Libano. Nannar è stato trattenuto in un motivo e si è lamentato con suo padre per salvarlo. Alla fine è fuggito come uno zoppo. Dea Nintinugga aka Bau soggiornato nella città in rovina. Non voleva salvarsi lasciando la sua gente in pericolo. È morta a Lagash. Marduk pregò suo padre per un consiglio, come salvare il suo popolo. Enki gli consigliò di viaggiare verso est e di non guardare indietro. Marduk potrebbe salvare la sua gente. Tutti i suoi nemici hanno lasciato il loro posto come effetto dopo i propri atti. Si è unto come sovrano del mondo. Nemici disperati mormorò in Libano " falso unto" (Masih Addajjal). Questo è accaduto in BCE 560.
Lord Marduk, figlio di Lord Enki, Mahadeva conosciuto come Lord Muruga/ Subrahmanya/Karthikeya/Skand in India, Baal in mediterania, Namrud in Arabia e più tardi conosciuto come Dajjal.
Lord Marduk conosciuto come Baal/ Bel in Medetteranian Amon- Ra in Egitto e ha governato il Basso Egitto, Namrod/ Nimrod in Sumer e conosciuto con lo stesso nome in Arabia, e concezione in sei luoghi, colline Palani, Thirupparamkunram, Tiruchendur, Swamimalai, Pazhamudircholai e Thiruthani in Tamilnadu, India meridionale.
Nella mitologia egizia la storia è stata raccontata in modo poco deviato. Il figlio di Amon Ra, Osiris, viene ucciso dal fratello Set. La moglie di Osiride generò il figlio di Osiride, Horus, anche dopo la sua morte, attraverso la tecnologia genetica di Thoth. Horus incontra suo zio e l'assassino di suo padre Set. Anche se Horus vince perde un occhio. L'occhio sulla piramide raffigurato sul simbolo dei massoni è riconosciuto come l'occhio di Horus ed è considerato come simbolo di Dajjal da alcuni. Riconosciamo Amon Ra come Marduk. Ma la storia va con suo nipote. La mitologia in tutto il mondo va in questo modo, ma tra quelli dovremmo essere in grado di leggere in mezzo. In Egitto la famiglia Enlil non era popolare. La rivalità tra loro e Marduk potrebbe essere stata scritta come la terza generazione fusa tra gli Enkiiti dai narratori come Fece Omero in Grecia. La storia di Dajjal porta alla verità che Nannar ha rotto l'occhio destro di Marduk (l'occhio tutto visto) prima di ucciderlo
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sandnerd · 4 years
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L’attacco dei giganti - Ep 61 - Il treno di mezzanotte
IN ITALIA L’ANIME E’ VISIBILE GRATUITAMENTE SU VVVVID, SUPPORTIAMO LA PIATTAFORMA! ------->
https://www.vvvvid.it/show/1414/l-attacco-dei-giganti-la-stagione-finale/1538/693727/il-treno-di-mezzanotte
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Secondo episodio della Final Season, il consiglio di guerra marleyano discute su quanto accaduto nello scorso episodio, che okay che è difficile scordarlo ma qualche smemorato tra la platea devi sempre metterlo in conto. Il problema di questi figli di buona donna è che sì, hanno vinto la guerra contro le forze mediorientali, ma è chiaro a tutti che hanno rischiato seriamente, e se Zeke non avesse dato manforte a Reiner l'esercito marleyano si sarebbe ritrovato col sederino a strisce. I giganti non sono più un'arma infallibile e temuta come in passato, l'umanità si è evoluta, e le nazioni nemiche a Marley hanno cominciato a inventare tecnologie innovative e superiori. Il capo del consiglio invece di dire che hanno fatto una gran fesseria ad adagiarsi sugli allori e relegare tutto il lavoro ai giganti, si chiede se non può esistere un gigante con le ali; ma allora sei deficiente! Abbiamo appena detto che la tecnologia sta superando i giganti e tu te ne esci così, io veramente boh. Comunque Zeke chiede la parola, e spiega la sua idea, cioè quella di riprendere l'operazione sull'isola Paradis e reimpossessarsi del gigante fondatore; certo non chiuderanno la questione per la supremazia sulle altre nazioni, ma ecco sbandierare ai quattro venti che Marley ha tutti e nove i giganti nel breve periodo inibirà la voglia delle altre nazioni di attaccar briga e darà a Marley il tempo di avanzare tecnologicamente e militarmente. Zeke ti odio ma il tuo discorso fila, ed anche il capo del consiglio se ne rende conto, e gli ricorda che dovrà riuscire nell'impresa in un anno, poichè quello è il tempo che a Zeke è rimasto. 
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Finita la riunione, Zeke e Colt parlano di come sia possibile che Zeke abbia tutto questo potere e riesca ad usare così bene il suo gigante, è strano visto che non ha sangue reale; ceeeerto, risponde quello, è proprio strano. E qui capiamo, noi pubblico che sa bene che Zeke ha sangue reale da parte di madre, che comunque ha un asso nella manica, un piano segreto che gli impedisce di rivelare a Marley, a cui professa piena lealtà, quanto in realtà il suo sangue sia potente. Arriva Magath a parlare coi due, e riflette su quanto possa riuscire un'impresa a Paradis, dopo che tutte le navi inviate lì non sono più tornate e tipo la flotta è decimata per questo motivo. Un applauso ai capi di Marley, che vedendo che le prime decine di navi non tornavano ne inviavano altre, avevano inflazione di navi a quanto pare. Ma poi non è venuto in mente a nessuno, che ne so, di fornire una scorta di piccioni viaggiatori all'equipaggio, così quelli appena prima di morire potevano annotare di cosa stavano morendo ed inviavano il messaggio a Marley, informando la nazione? Ma qualcuno che ragiona tra questi farabutti c'è? Vabbè torniamo a noi. E' opinione di Zeke che debbano esserci almeno due giganti sull'isola, che fanno uso dei loro giganti poteri (eheheh battutona) per sterminare le risorse di Marley. Inoltre c'è un'altra minaccia oltre ai giganti, ricorda Zeke con un brivido, una ben più grossa, sebbene non si direbbe visto che Levi è basso: e vediamo un frame di Levi e Mikasa, che da soli potrebbero distruggere tipo tutta Marley.
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E gli Ackermann sono anche un incubo di Reiner, che si sveglia di soprassalto e si ritrova ad essere rimproverato da Galliard, finalmente vediamo la forma umana del gigante mascella, che non è troppo simpatico ma ci rivela la fine di Ymir, anche se già sapevamo quasi tutto; rivela anche che tramite i ricordi di Yimir ha visto gli anni di Reiner nel corpo di ricerca e gli chiede cosa abbia concluso visto che è sempre stato salvato dagli altri. Pieck (ciau Pieck!) arriva a rimproverare Galliard, che tenera lei, e dice a Reiner che dovrebbe andare a far visita ai mocciosetti. Dopo un breve scambio, capiamo anche quanto Reiner soffra di disturbo post-traumatico, e dategli torto poveretto, tutti i suoi compagni sono morti e soffre pure di sdoppiamento della personalità, povero Reiner. 
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Il treno riporta tutti i soldati eldiani nel loro ghetto, a Liberio, e sul treno Gabi viene osannata per aver salvato 800 soldati, si vabbe chi se ne frega (scusate la odio), più importante è lo scambio tra Reiner e Falco, dove prima Falco si lamenta che ereditanto il corazzato Gabi vivrà fino a 27 anni, e Reiner pensa bene di terrorizzarlo dicendogli che dovrebbe denunciare lui e tutta la sua famiglia visto che non considera un onore morire sulla soglia dei 30 anni per la PaTrIa!!1!!; Falco torna sui suoi passi balbettando, ma Reiner gli dice che in questo caso sarebbe meglio che lo ereditasse lui il corazzato, per salvare Gabi. Reiner insegna quindi una cosa importante a Falco: puoi odiare tutta Marley, ma all'apparenza devi essere il suo più fedele sostenitore. Gli eldiani tornano a casa, e qui il mio applauso va ancora una volta allo studio d'animazione, che ha reso i familiari dei cadetti e dei soldati molto somiglianti ai loro parenti, mi è piaciuto vedere questo livello di dettaglio e attenzione. A casa di Reiner assistiamo a quella che sembra una cena in famiglia assieme ai parenti di Gabi, ma ben presto questi vedono bene di rovinare l'atmosfera chiedendo a Reiner com'è andata la sua vacanza a Paradis, e quel poveretto di Reiner risponde che c'erano persone di ogni tipo...beh che può dire, che ha trovato gente buona e gentile e che è Marley che ha fatto loro il lavaggio del cervello con la storia dei demoni? No che non può, poveretto, capiamolo.  
L'ultima scena ci mostra un incontro tra i guerrieri portatori dei giganti. Partendo dalla premessa che se Marley venisse superata dalle altre nazioni anche la razza eldiana affonderebbe con lei, e che hanno bisogno delle risorse e del fondatore che si trovano a Paradis, Zeke spiega il piano di coinvolgere la famiglia nobile dei Tybur, detentori del gigante martello, l'ultimo gigante che mancava all'appello, i quali, forti della loro fama anche all'estero, all'imminente sagra della porchetta del paese dichiareranno la conquista di Paradis tra non più di un anno. Ciò destabilizzerà le altre nazioni che vedranno Marley come ancora potente e capace di conquiste anche oltremare, e magari ci penseranno due volte prima di attaccare di nuovo. Reiner si mostra subito entusiasta, per il bene della PaTrIa!!!11, ma successivamente lo vediamo molto riluttante a tornare sull'isola, Reiner ha capito benissimo che in nessuna stanza esiste la possibilità di non essere ascoltati da Marley e si comporta di conseguenza, bravo Reiner. Rimaniamo con l'ansia per questa imminente sagra di paese, e non pochi dubbi su Zeke che da una parte lavora per Marley ma dall'altra gli nasconde segreti; e chi si è accorto di quel capellone bendato? eheheh. Al prossimo episodio! -sand-
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mmmarmara · 3 years
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Lavoro a scuola
Nel mio IC le classi stanno facendo una preparazione specifica per l’INVALSI un’ora a settimana, da novembre, sfruttando l'organico del potenziamento - una professorona autoproclamatasi esperta informatica che già mi aveva fatto cringiare tempo fa cercando di far vedere un film in classe pescandolo su ALTADEFINIZIONE (da noi il tutto si è limitato a una simpatica cascata di pop-up porno sulla LIM, ma un'altra classe ha avuto il browser hijackato, e quindi il pc in assistenza per un mese).
Oltre alle esercitazioni settimanali sti disgraziati si beccano, suppongo per motivi di pura malvagità, una prova INVALSI non-ufficiale ufficiale. Vale a dire che fa media. Così di botto senza senso.
Stamattina c'era matematica. Vado con la potenziatrice a sistemare i PC del laboratorio, confidando che abbia predisposto per l’occasione un form google o qualcosa del genere. E invece mi dice di aprire un url random con scritto "INVALSI" in mezzo. Esce fuori una roba con grafiche orribili ingolfato di banner pubblicitari e messaggi di errore di php. Fedele al mio principio di tenere un basso profilo, non dico niente. La collega saprà il fatto suo, no?
Col cazzo. I ragazzi cominciano ad accusare una serie di problemi: prof perché passa dalla domanda 7 direttamente alla 9? Perché si è bloccato? Ah, ora si è sbloccato ma ha perso tutte le risposte. I grafici sono troppo sfocati, non si leggono (grafici e immagini = FOTOGRAFIE ancestrali da libri e schede). Prof posso cliccare la pubblicità di una signorina in mutande? No Marco clicca sulle domande, le signorine sono transeunti, la matematica è per sempre. 
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E così via. La collega la prende sul personale, zittendoli brutalmente dando la colpa alle loro scarse competenze digitali. Quando cerco di farle notare che c'hanno ragione, e che la piattaforma su cui li ha mandati è un'enorme trappola per scuole sprovviste di adblocker, lei replica decisa: "guarda che questo è il SITO UFFICIALE INVALSI."
cioè
'sta scema coordina un progetto inutile di allenamento specifico alle prove (cosa assolutamente scoraggiata da INVALSI stesso, NDR) e non sa riconoscere il sito istituzionale della roba su cui lavora (da anni).
Ciliegina sulla torta, la raccolta dei risultati: dato che, chiaramente, il sito non li inoltra da nessuna parte, se li è segnati lei a penna su un foglio
Io ve lo dico, se avete figli fate l'istruzione domiciliare dai 10 anni in poi
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VIOLA
Capitolo 1
Se si era cacciata in quel casino non era certo colpa sua, di questo ne era certa. Nessuno l'aveva preparata a tutto questo. Trovati un buon lavoro, sposati e fai figli, questa è la ricetta per una vita sana, lunga e felice. Felice? Davvero questa monotonia è la felicità? Ecco. Da qui è cominciato tutto, da quel senso di disagio, di inadeguatezza che le attanagliava lo stomaco giorno dopo giorno. Non riusciva a ricordare nulla in particolare di quella mattinata, più ci pensava e più le venivano in mente solo brevi flash; lui che la raggiungeva mentre passava da un ufficio all'altro e le metteva il suo telefono in mano. <Così magari chiacchieriamo un po' senza impiccioni> le aveva detto con un sorriso. Quel sorriso lo avrebbe pagato caro, ne era certa. Con la scusa di un'amica in crisi era riuscita ad ottenere una serata fuori, forse un'intera notte. Sergio, suo marito, non aveva avuto obiezioni. D'altronde, lei era sempre stata una compagna se non proprio fedele, quantomeno attenta, affettuosa e presente. Questi erano i pensieri che le affollavano la mente mentre si dirigeva a casa di un quasi estraneo di dieci anni più giovane. La lusingava che un ragazzo di soli 23 anni le dimostrasse così tanto interesse. La lusingava e la innervosiva. Sapeva di essere in forma, non era perfetta ma aveva un bel fisico slanciato, un portamento sicuro, lunghi capelli rossi e grandi occhi che spaziavano dal castano al miele sino al verde chiaro, in base ad umore e meteo. Vedeva come la guardavano i colleghi, da quando era sbocciata dopo il tremendo periodo delle superiori, non aveva mai avuto difficoltà ad ottenere le attenzioni di un uomo. Lui però era diverso. Innanzitutto dieci anni di differenza non erano cosa da poco, in passato aveva rifiutato ragazzi anche solo di un paio di anni più giovani, e poi c'era il suo aspetto. Era quel tipo di ragazzo per il quale avrebbe perso la testa da adolescente; era alto, moro con quello sguardo scaltro che ti dà l'impressione che stia sempre escogitando qualcosa. Era magro ma non come quei tipi che ti fanno l'impressione di reggersi in piedi per miracolo, era asciutto, con spalle larghe ed una carnagione olivastra che la tentava immensamente.
Ovviamente lei sapeva esattamente cosa voleva. Quel brivido che sentiva nel basso ventre era ciò che voleva. Da troppo non si sentiva viva...e al diavolo qualche rischio. Prima di andare si era depilata e truccata con cura, aveva indossato abiti che mettevano in risalto le sue forme ma non troppo appariscenti, non voleva rendergli la vita troppo facile. La biancheria lo avrebbe lasciato senza fiato; era quel tipo di completino che metti per assicurarti la totale e completa attenzione. Il reggiseno di pizzo nero lasciava intravedere la pelle rossa ed era tempestato di minuscoli diamantini neri, il più grande si posava proprio sul capezzolo, rendendolo ancora più turgido ed invitante. Si, sapeva esattamente cosa voleva e lo avrebbe ottenuto.
Una volta arrivata spense la vettura e gli inviò un messaggio, sarebbe venuto a prenderla lui.
Un sorriso spuntò dal finestrino. Aveva dei jeans neri ed una camicia bianca leggermente sbottonata così da intravedere il petto tonico e glabro. Sembrava che non ci fosse alcun imbarazzo, solo un'amichevole interesse con un retrogusto di aspettativa. La birra che aveva comprato per lei era amara, forte e ghiacciata. Un altro punto per il bimbo, non amava chi dava per scontata la predilezione per le cose dolci delle donne.
Erano ormai le 2 del mattino, si era rivelato arguto e divertente, non solo un bel faccino, era giunto il momento di prendere in mano la situazione, aveva la sensazione che lui stesse attendendo una sua mossa. Con una scusa Viola si andò a sedere su un divano e lui non la deluse, la seguì. Si sedette abbastanza vicino da sfiorarla mentre osservava distrattamente che erano più di tre ore che stavano parlando. All'improvviso l'atmosfera si fece più silenziosa, carica di elettricità, lui si voltò e la baciò.
Le sue labbra erano morbide ed i suoi baci da prima esitanti divennero pian piano più sicuri. Ancora non l'aveva toccata. Lei si staccò e lo prese per mano, lo aiutò ad alzarsi ed iniziò a slacciargli la camicia. Lui provò ad aiutarla ma lei lo fermò. <Tu fa il bravo bambino e lascia fare a me> L'espressione di lui era incerta e divertita. Il respiro divenne più pesante quando Viola posò le labbra sul petto. La pelle di lui era liscia, profumava di sapone e tremava sotto i suoi denti e le sue unghie. Con un unico gesto gli tirò giù pantaloni e boxer ed indicò il divano. <Tu cuccia>. L'espressione di lui era un misto di sorpresa ed eccitazione, evidentemente non era abituato a chi prendeva l'iniziativa e pretendeva obbedienza. Ottimo, si sarebbe divertita ancora di più. Lui era sul divano con indosso solo la camicia slacciata mentre lei era ancora completamente vestita. Era totalmente rapito e questo potere aumentava l'eccitazione ed il divertimento di lei. Gli aprì le gambe e si inginocchiò davanti a lui, il membro era lungo e duro, forse il più lungo con il quale avesse mai avuto a che fare. I testicoli erano depilati, adorava gli uomini senza peli. Senza indugiare ai inumidì le labbra e lo prese in bocca. Non fu delicata, iniziò immediatamente a leccare e succhiare la grossa verga, massaggiandola contemporaneamente con una mano. Era grande e forte, doveva sforzarsi per prenderà tutta in gola. Lui gemeva ed ansimava aggrappato al divano. All'improvviso Viola si staccò provocando in lui un verso di disappunto. Inarcò il bacino verso l'alto quando lei prese a succhiargli e leccargli i testicoli, prima uno e poi l'altro. Sembrava stesse assaporando un cibo delizioso, massaggiava con le labbra e la lingua le palle, provocandogli brividi in tutto il corpo. Riprese tutto il pene in bocca sino all'attaccatura salendo e scendendo ad un ritmo sempre più intenso. Gli unici rumori che si sentivano erano gli animi di lui ed i rumori del succhiare di lei. Viola sentì sotto le labbra le vene gonfiarsi e si staccò, non voleva ancora farlo venire. Lo guardò negli occhi e con l'indice gli fece segno di non parlare. Chissà se era sempre così sottomesso. Lo avrebbe scoperto, aveva tempo. Si alzò in piedi ed iniziò a spogliarsi. Aveva indossato un abito semplice, rosso scuro con motivi geometrici neri, lungo sino a metà coscia che si apriva con una serie di bottoncini sul davanti. Mano a mano che i bottoni si aprivano lui si faceva più impaziente ma lei voleva gustarsi quello sguardo sulla sua pelle e quel momento. Sfilato il vestito si inginocchiò e lo raggiunse gattonando. <Non pensavo fossi così. Ti voglio, adesso. Subito.> Lei sorrise <pazienza bimbo, ho appena cominciato con te>
Lo riprese in bocca con voracità. Una mano che massaggiava i testicoli, l'altra che lavorava il membro in comunione con le bocca. Lui le mise entrambe le mani sulla testa e spingeva col bacino verso l'alto, voleva possederla, non avrebbe resistito ancora a lungo. Viola lo scansò, si rimise in piedi e si tolse la biancheria. Adesso era rimasta con le autoreggenti ed i tacchi, niente altro. Si sentiva eccitata, pronta, calda e bagnata. Gli si mise sopra. Aderiva perfettamente alle sue pareti, era caldo e le provocava forti brividi nel ventre che si propagavano per tutto il corpo. Lo cavalcava sempre più velocemente, sentiva un orgasmo potente crescere. Vennero contemporaneamente, lui aggrappato alle sue natiche e lei gemendo così forte da trasformare in strilli ogni respiro. Si staccò e lo riprese in bocca, mentre era ancora duro. Ciò scatenò in lui una nuova ondata di desiderio. La staccò dal suo pene e la baciò. La prese in braccio e la portò sul letto.<i tuoi strilli sono musica per me. Canta ancora, canta tutta la notte> Le prese un capezzolo tra i denti delicatamente, senza stringere. <Non sono fatta di vetro, fammi vedere di cosa sei capace> A questa sfida non si sarebbe tirato indietro. Strinse più forte con i denti e contemporaneamente le infilò due dita nella vagina bagnata iniziando a muoversi dentro di lei. <Di più> lei voleva ancora di più e non esitava a chiederlo. Aggiunse un altro sito e cominciò a muoversi sempre più velocemente, voleva vederla venire. Voleva prenderla mentre ancora stava venendo. Non le avrebbe dato tregua. Viola sentiva crescere dentro di sé un orgasmo intenso, iniziò a tremare mentre lui ancora mordeva e succhiava i suoi capezzoli. Le mani di lui si tolsero dalle sue gambe e subito la presero per i fianchi e la girarono così da farle sentire quanto lui la desiderasse. La penetrò con un unico lungo colpo spezzando ad entrambi il respiro. Lei appoggiò il viso sul letto e mise le mani dietro la schiena mostrandosi così, completamente esposta.lui colse al volo il suggerimento e chiuse entrambi i polsi di lei in una delle sue mani. Lo stava invitando a dare il massimo, a fare di lei quello che voleva. Con la mano libera le agguantò una natica ed iniziò a pompare sempre più velocemente in lei. Ne aveva avute di ragazze, una così però no. Non era assolutamente come si aspettava e la cosa lo eccitava immensamente. Lei sotto di lui continuava a strillare e a dirgli di fare più forte. Lui non ne aveva mai abbastanza. Dopo minuti o forse ore vennero entrambi. D'istinto le liberò le mani e lei si girò per prendere il suo orgasmo in bocca. Mentre gli ultimi spasmi dell'orgasmo lo scuotevano, lui la vide masturbarsi e continuare a venire col suo pene in bocca. Non avrebbe mai dimenticato quell'immagine.
Qualche ora dopo, seduta in macchina per andare al lavoro, Viola sorrideva pensando a quante altre cose avrebbe ancora potuto fare col bimbo. Si sarebbe divertita, questo è certo.
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Libri| Quannu te cunta ‘u core
Sabato 12 gennaio 2019, alle ore 18.00, a Lecce, presso la sede dell’associazione Cecyntè (Piazza Duca d’Atene, 6), si terrà la prima presentazione di “Quannu te cunta ‘u core”, la nuova raccolta poetica di Ada Garofalo, edita da Musicaos Editore.
Interverranno il dott. Ilio Torre, psicologo e esperto di Psicologia Quantistica e l’editore, Luciano Pagano, che dialogheranno con l’autrice. Un inedito connubio inedito di “dialetto e jazz”, nel quale i versi letti dall’autrice e da Franco Manni (attore, autore e regista), si uniranno alla musica del sassofono di Fulvio Palese.
L’evento inaugura gli incontri de “Il Salotto di Cecyntè” dove gli artisti, nello spirito proprio del luogo, avranno modo di incontrarsi, arricchirsi, scambiare e nutrire esperienze. La lingua dialettale è materna, identitaria, ricchezza di suoni che nascono dall’anima, con lo stesso spirito con cui nasce la musica jazz; da qui l’incontro, anzi, gli incontri con il sassofono di Fulvio Palese e con le letture di Franco Manni, scrittore e regista di opere in vernacolo, attore e collaboratore storico di Ada Garofalo, sul palcoscenico. Parte del ricavato sarà destinata al Progetto Shala-tribalosophy in Kenya.
La poesia di Ada Garofalo dipinge con il dialetto salentino ciò che accade nel mondo, in una trasposizione fedele dei paesaggi e dei luoghi del ricordo. La realtà che l’autrice racconta è tangibile, e racchiude un invito a riconoscersi per fare ritorno a sé. Il dettato del cuore, che erompe senza avviso, non può esprimersi senza che prima non si sia creato, in noi, il silenzio. È il silenzio di una notte scura, rischiarato dalla luce della luna, capace di descrivere il momento in cui le forze sembrano mancare, svanito il desiderio stesso di raccontare; un viaggio, quello del lettore, che al suo terrmine lo ritroverà mutato, faccia a faccia con la propria anima, “cu’ l’anima/ ca chiama,/ ca sta tantu vicina/ … e me parìa luntana” (E me parìa luntana). Il punto di partenza e quello di arrivo coincidono, per chi avrà la consapevolezza che tutto è vita, il principio e la fine, lo spazio e il tempo, i ricordi, la tenebra del buio e la luce fioca, gli affetti più cari e i legami che si frantumano. L’autrice ci avrà dimostrato che il silenzio, anche quello più sottile e prezioso, non merita di essere scalfito, a meno che le parole non provengano dall’intimità del proprio cuore.
“Cecyntè” è una Dimensione fatta di accudimento, gentilezza, inclusione, assenza di giudizio, espansione, amore nelle piccole cose (prima che nelle grandi) e che pertanto potrebbe avere sede ‘reale’ nello Spazio del Cuore. “Cecyntè”, attraverso le sue attività, vuole semplicemente diffondere un messaggio ai suoi compagni di viaggio: l’augurio che ognuno di noi possa riscoprire dentro di sé, per poi condividerla con il resto dei mondi, questa Dimensione (Ceci-in-te).
Fulvio Palese è saxofonista, compositore, arrangiatore. Musicista poliedrico, ha studiato saxofono presso il Conservatorio di Lecce ed è dottore di ricerca in filosofia presso l’Università del Salento. Suona indifferentemente tutti i saxofoni dal sopranino al basso ed il clarinetto basso.
Ha approfondito lo studio del jazz fra gli altri con Roberto Ottaviano, Jimmy Owens, George Cables, Cameron Brown, Javier Girotto ed ha seguito masterclass di saxofono classico con Federico Mondelci, Antonio Jimenez Alba, Maurice Moretti, Mario Marzi.
Organizzatore e direttore artistico del festival “Il Jazz Sale” (Torre Suda – LE). Direttore artistico per la parte musicale del Mercatino del Gusto dal 2002 al 2007. Attualmente è ideatore e direttore artistico dell’Hypogeum Jazz Festival. Ha svolto e svolge un’intensa attività orchestrale in veste di sax solista con l’Orchestra Sinfonica di Lecce, l’Orchestra di Terra d’Otranto, l’Orchestra della Magna Grecia (Taranto), l’Orchestra Nazionale dei Conservatori, l’Orchestra Filarmonica “Nino Rota”, l’Orchestra fiati del Conservatorio di Lecce, la Swing Orchestra del Conservatorio di Lecce, la Small Jazz Orchestra del Conservatorio di Lecce. Molte le collaborazioni cinematografiche e teatrali in veste di compositore ed esecutore, fra cui: Cristina Comencini “Liberate i pesci”, Giovanni Veronesi “Manuale d’amore 2”, Andrea Coppola “2×2”, Michele Placido “Salento viaggio di poesia”, Vincenzo Bocciarelli “Mozart cocholate” e “Volo fra musica e parole”, Astragali Teatro, “Le vie dei canti”, Nanni Moretti,”Concerto Moretti”.
Attualmente è docente di saxofono jazz presso il Conservatorio “T. Schipa” di Lecce, docente di saxofono presso il Liceo Musicale “G. Palmieri” di Lecce, docente di saxofono presso l’Accademia DAMUS di Lecce e l’Istituto comprensivo “I. Calvino” di Alliste e docente di Improvvisazione e musica d’insieme jazz presso l’Associazione “Amici della musica” di Presicce. Tiene regolarmente seminari e masterclass di armonia e improvvisazione jazz.
L’autrice.
Ada Garofalo nasce il 18 maggio 1955 a Racale, in provincia di Lecce, dove attualmente vive. Dopo gli studi classici frequenta la Facoltà di Farmacia a Napoli, percorso che nel ’78 interrompe, sposandosi e trasferendosi a Milano, e laureandosi poi in Servizio Sociale presso l’Università degli Studi di Trieste. È madre di tre figli. Dipendente dell’Azienda Sanitaria Locale di Lecce, lavora da sempre nel campo della neuropsichiatria infantile.
Nel privato, fin dai primi anni novanta, si occupa di teatro e si appassiona alla lingua salentina, ricoprendo attualmente, e ormai da tempo, il ruolo di Presidente dell’Associazione Teatrale “Sinonimi e Contrarie” (ex Teatr’Insieme di Racale). È interprete e coautrice, insieme ai suoi storici compagni di viaggio (Maristella Gaetani, Gerardo De Marco, Franco Manni e, fino al 1996, Francesco Causo e Giampaolo Viva) di eccellenti lavori teatrali in vernacolo (a volte inediti, a volte liberissimi riadattamenti di opere già note), lavori rappresentati, con grande successo di pubblico e di critica, nei migliori teatri salentini: ‘A lingua t’‘a gente (1993); A ci tantu… a ci nenzi (1995); Gelosia … cci malatia (1996); Cchiù niuru te cusì… nu’ putia vanire (1998); T’aggiu spusata, sì… ma sapia ca eri murire (2000); Pelo e contropelo… e permanente per signora (2003); Quannu ‘u tiaulu ‘mpizza ‘a cuta (2004); Salvatore e i suoi fratelli. Lecce, Charleroi, Parigi, Toronto e ritorno (2010).
L’Associazione “Teatr’Insieme”, poi “Sinonimi e… contrarie”, dal 1996 fa parte e partecipa alle iniziative organizzate dal “Centro Studi R. Protopapa per la difesa e la promozione del Teatro e della Cultura popolare Salentina”.
Nel 2004, come componente del Centro Studi, Ada Garofalo partecipa insieme a Maristella Gaetani, ai lavori teatrali allestiti e rappresentati dai detenuti nella Casa Circondariale Borgo San Nicola di Lecce (“Pe’ nu piezzu te pane” e “Il figlio dell’Altissimo” di Giacomo Profilo); successivamente è tra gli interpreti, con alcuni detenuti, del lavoro “Secondo Qoèlet, dialogo tra gli uomini e Dio”, di Luciano Violante, per la regia di Giacomo Profilo, rappresentato nel Comune di Campi Salentino e al Teatro Politeama Greco di Lecce.
Nel 2005 partecipa al lavoro teatrale “Quannu foi ca muriu lu Pietru Lau”, liberamente tratto dai “Canti te l’autra vita” di G. De Dominicis, rappresentato al Teatro Politeama Greco di Lecce.
Nel 2014 pubblica, per i tipi di Grauseditore, “Gallinelle e nodi. Sabbia e poesia”, una raccolta di testi in versi e prosa, definita come “un viaggio che si snoda tra le pagine per esplorare la vita” (Valeria Naviglio), o come “un volo pindarico… un viaggio tra i pensieri… particolarmente intenso e profondo… uno stile letterario raro e prezioso” (Paola Bisconti), o ancora “La rivoluzione della semplicità… una raccolta di liriche che trasudano vita… anche quando dall’italiano si passa a quel sanguigno pugliese, ritmato al punto da ricordare i grandi maestri greci” (Sabatino Di Maio), o infine “Una preghiera laica, insonne, sommessa, moderna, di una donna del XXI secolo… un libro che si regge sulla parola… delicato, intimista… intrigante” (Francesco Greco).
Informazioni: Cecyntè, 3381218128 [email protected]
Musicaos Editore [email protected] www.musicaos.org tel. 0836.618232 / 3288258358
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I FUNERALI DI JUNIO VALERIO BORGHESE . Roma 02/09/1974 Il 27/08/1974 muore a Cadice il Comandante Junio Valerio Borghese. Con lui finisce un’epoca: l’Uomo che aveva rappresentato per noi giovani un riferimento certo, sicuro ed affidabile in un’epoca di pressappochismo, vigliaccheria e relativismo non c’è più. Il mito vivente, colui che aveva, per amore dell’Italia, rimesso in gioco la sua persona anche in età avanzata, che aveva combattuto eroicamente la guerra del mare sui barchini e sul sommergibile Scirè, che aveva violato i porti inglesi di Malta, Suda e Gibilterra, che aveva gloriosamente difeso le fabbriche italiane del nord dalla distruzione dei Tedeschi prima e degli americani poi, che aveva frenato la criminale avanzata dei partigiani titini nell’Istria, non poteva più rappresentare una speranza per il futuro. Ci sentivamo orfani! La notizia rimbalza in Italia con fragore, non ci vogliamo credere. I soliti provocatori iniziano a mettere in giro strane illazioni sul come è avvenuto il decesso: sono queste le ore in cui nascono le leggende metropolitane. La realtà è che non ci vogliono far sapere quando la salma arriverà in Italia per timore di incidenti, non vogliono concedere gli onori militari ad un’eroica medaglia d’oro, vogliono che tutto si svolga alla chetichella e senza i dovuti riconoscimenti. Il funerale viene fissato per il giorno 2 settembre senza nemmeno sapere se la salma sarà disponibile. Il giorno 1 settembre veniamo a sapere che il feretro è rientrato, che il rito funebre sarà officiato nella Basilica di Santa Maria Maggiore all’interno della cappella privata della famiglia Borghese, che non vi saranno gli onori militari dovuti per legge, che gli unici eventi di contorno saranno la lettura della preghiera del marinaio da parte dell’ammiraglio Birindelli e i tre fischi da parte di un nostromo. Il 2 settembre la piazza antistante la Basilica di Santa Maria Maggiore è presidiata massicciamente dalle Forze dell’ordine. Sin dalla sera precedente cecchini forniti di giubbotti antiproiettile sono piazzati sui tetti di tutti i palazzi nei dintorni. Blindati e mezzi cingolati stazionano nelle vicinanze. Nonostante il silenzio stampa, la mancanza di informazioni e questo schieramento preventivo e dissuasivo, nella piazza e nella Basilica arrivano a migliaia da tutta Italia i cittadini, richiamati dal “tam tam” d’ambiente, per l’ultimo saluto al Comandante. Chi ha sperato che fosse una cerimonia sottotono rimane deluso: la folla è tanta e la tensione pure. Il risentimento che aleggia nella Chiesa e nella piazza cresce sempre più man mano che si apprendono le assurde prese di posizione del Prefetto e del Governo: il Comandante fa paura anche da morto. Controllati, squadrati, presi di mira dai cecchini ci sentiamo di essere privati del nostro sacrosanto diritto di onorare un nostro morto: il migliore di tutti noi. Il rito può essere seguito da poche centinaia di persone perché la Cappella laterale è troppo piccola, la bara non c’è, il prete officiante non cita una volta il Comandante, nessuno fa riferimento alle sue leggendarie gesta, che dovrebbero essere di esempio e riferimento per gli Italiani tutti. Niente di tutto quello che speravamo! Alla fine prende la parola l’amm. Birindelli, ma anche lui, ligio agli ordini ricevuti, legge solo la preghiera del marinaio. Concludono la cerimonia i tre fischi del nostromo. Delusione, frustrazione, rabbia sono i sentimenti che si percepiscono nella folla. Un vecchio combattente della RSI inizia ad intonare la preghiera del legionario, con voce sommessa e commossa la gente lo segue: “ Iddio che accendi ogni fiamma e fermi ogni cuore, rinnova ogni giorno la passione mia per l’Italia.” La folla si accalca per accedere nella cripta sotterranea dove giace il Comandante. “Rendimi sempre più degno dei nostri morti affinchè loro stessi i più forti rispondano ai vivi: presente.” Lo spazio è angusto, il percorso è lungo e disagiato, pieno di scalette che scendono in basso.”Quando il futuro soldato mi marcia accanto nei ranghi, fa che io senta battere il suo cuore fedele” La ressa è tanta, la fila lunghissima, le persone più anziane iniziano a sentirsi male. “Quando passano i gagliardetti e le bandiere che tutti i volti si riconoscano in quello della Patria.” Devono intervenire medici e paramedici ; beffa si aggiunge a beffa. “La Patria che noi faremo più grande portando ognuno la sua pietra al cantiere.” La situazione si fa insostenibile, la misura è colma. “O Signore, fa della tua croce l’insegna che precede il labaro della mia legione” Decidiamo di intervenire. “E salva l’Italia, l’Italia del Duce sempre e nell’ora di nostra bella morte.” Insieme ad altri sei militanti di Avangurdia Nazionale mi faccio largo tra la folla, scendiamo verso la cripta. Sergio, il più mingherlino fra noi, arriva per primo all’altezza della chiostrina che precede l’ultima scaletta prima della bara del Comandante; la folla rumoreggia, il malessere e la rabbia aumentano. Le guardie che controllano la discesa nella cripta cercano di chiudere il cancello. Non c’è tempo da perdere, dobbiamo impedirlo, ma la folla ci rende difficile proseguire celermente. Stiamo sulla scalinata che immette nella chiostrina, io e Carmelo afferriamo “gnappetta”, la nostra mascotte, e lo lanciamo letteralmente sul cancello. Il nostro militante mette le mani sullo stipite della porta e resiste ai pugni, calci e morsi che le guardie gli rifilano per fargli mollare la presa e poter così chiudere il cancello, finchè giungiamo noi, cacciamo le guardie e ci chiudiamo all’interno. Ora siamo al buio, in sei , solo delle luci votive illuminano la scena: la bara del Comandante è adagiata spoglia su un basamento. La strada percorsa per arrivare non si può percorrere nuovamente perché fuori gli agenti sono aumentati, il cancello è chiuso e c’è troppa gente. Decidiamo di procedere attraverso uno stretto ed oscuro cunicolo sulla destra, quindi solleviamo il feretro e ci addentriamo nello stretto budello: il peso è notevole e lo spazio talmente angusto che non possiamo tenere la bara sulle spalle perché la testa non passa. In alcuni tratti addirittura son le mani che corrono il rischio di rimanere stritolate. Dopo varie contorsioni e funamboliche manovre ci arrestiamo davanti ad un portoncino. Lo apriamo ed usciamo all’esterno. Siamo in cima alla scalinata di Santa Maria Maggiore, dalla parte opposta, in Piazza Esquilino. Siamo stanchi ed anche preoccupati: la piazza è deserta, la folla è tutta nella Basilica e nella piazza dall’altra parte. Basta una carica di qualche “solerte” funzionario o tenente e la bara con dentro il Comandante può finire per terra. Iniziamo la discesa e giriamo sulla destra per raggiungere la parte anteriore di Santa Maria Maggiore. Da alcuni autobus di linea che passano si iniziano a sentire le prime grida di sostegno ed a vedere i primi saluti romani. Dalla piazza qualcuno ci vede, ci vengono incontro i nostri, qualcuno ci dà il cambio. Inizia a formarsi un corteo; mando a chiamare Sandro Saccucci, perché si metta alla testa; mi sembra giusto dato che è stato in prigione con l’accusa di aver partecipato al cosiddetto “golpe Borghese”. Quando giungiamo sulla piazza la folla esulta: inni, cori, grida, saluti. L’eccitazione è alle stelle. I carabinieri non sanno che fare: devono caricare? Ma si tratta sempre di un corteo funebre. Devono lasciar perdere? Ma hanno il divieto di far fare cose diverse da una semplice ed anonima messa. Nella loro indecisione riusciamo ad arrivare davanti alla Basilica in zona extraterritoriale dove non potrebbero intervenire. Il portone è chiuso, vorrebbero farci entrare da una porticina laterale: non lo riteniamo dignitoso per il Comandante. Il corteo si ferma andiamo a prelevare il prete che ha le chiavi, oppone un po’ di resistenza, ma alla fine lo convinciamo, ci consegna le chiavi che gli saranno restituite, ed apriamo il portone centrale. La folla che è ancora accalcata nella grande Basilica non capisce, perché non sa ancora nulla, anche se ascolta le grida ed il trambusto all’esterno. Forse proprio per questo non è ancora uscita. Quando si apre il portale centrale ed entra il feretro un boato rimbomba nelle volte della grande Chiesa. Tutti capiscono al volo. L’emozione mista ad eccitazione assale tutti. Le spoglie del Comandante vengono adagiate nella navata centrale davanti all’altare maggiore. Qualcuno mette sulla bara un gagliardetto della X ed una bandiera di Avanguardia Nazionale. Il figlio Livio fa un’appassionata commemorazione del padre con voce stentorea: sono le parole che tutti volevamo sentire, sono la vita, le opere e le azioni che hanno fatto grande il Comandante, che gli hanno fatto avere la medaglia d’oro in vita e la stima dei nemici, anche degli Inglesi, cui ha arrecato tanti danni e tanti lutti. Lo spostiamo sempre a braccia nella cappella Borghese; qui si schiera un drappello di uomini di Avanguardia con le braccia conserte; attorno si pongono i figli per ricevere le condoglianze dei numerosi amici, parenti, ma soprattutto seguaci ed ammiratori del padre. Mi chiedono di stare al loro fianco per ricevere anch’io il ringraziamento da parte di tutti per aver reso possibile l’omaggio al padre. Finalmente abbiamo onorato il Comandante e spero che tutto questo gli abbia fatto piacere. Il 12 settembre su tutti i quotidiani di Roma esce un necrologio:” Livio Giuseppe ed Andrea Scirè, figli di Junio Valerio Borghese, Medaglia d’Oro al Valor Militare e Comandante la X flottiglia Mas, desiderano che giunga un ringraziamento particolare ai giovani che con la loro coraggiosa indisciplina hanno inteso condannare l’ingiustizia e la codardia di alcuni ed hanno dimostrato la gratitudine del Popolo Italiano verso Chi sempre si è battuto per l’Onore d’Italia.”
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13 teste. Sommamente impuro.
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Ho rapito dodici persone condannandole a morte, le teste senza vita sono disposte a cerchio fissando il nulla, prive del corpo che per anni è stato un compagno fedele. Pallidi, il poco sangue che è rimasto attaccato dalla decapitazione è diventato nero, bruciato dai nostri peccati. Comincia a scorrere l’odore di morte. Puttane, tassisti, ubriaconi, puttane. Non mi ci è voluto molto per pensare come rapire tredici persone, mi basta ricordare i miei studi di criminologia per sapere chi siano i bersagli più facili, soggetti che sono vittime dei serial killer, di rapine, di stupri. Scolpisco il mio corpo per cambiare i miei lineamenti, la mia voce: sono Yuri Zajcev, innamorato di mia moglie venuto a Roma come ingegnere minerario, ci divertiamo a fare robe a tre. Non è difficile caricarle in macchina. Stordirle. Legarle. Portarle al Verano. Non sono io, non sono le mie mani. Sono Aleksandr Ramos, un insegnante di origine origine ucraina che difende sua sorella da un mal intenzionato. Sono Ivan Serghejevich, pittore, aspetto mia moglie arrivi col suo taxi per andare in una casa in campagna che abbiamo preso in affitto. Lei fa il veterinario, ci siamo conosciuti in un pub a Londra cinque anni fa durante una jam session, non abbiamo figli ma ne vorremmo. Quanto il tassista carica  la valigia lo stordisco. Uno dopo l’altro cadono tutti, uno prova a scappare, devo stare attento a non ucciderlo. Ma non sono stato io, è stato Serghejevich. Erano le sue mani grandi e sporche di pittura. La Bestia si eccita nella caccia, l’attesa aspettando che la mosca si impigli e si dimeni sapendo che ormai è finita, ma nonostante questo continua a disperarsi e a sperare. La Bestia si nutre della sua paura e io con lei. Io o Serghejevich? Non riesco a guardami allo specchio da notti, in casa li ho coperti tutti, all’hotel li evito quasi potessero risucchiarmi, non voglio vedermi. Il clan comanda, io eseguo, ma è la prima volta che manipolo la mia carne e la mia mente in questo modo; pezzetti di Ivan su Nikolaj, Yuri che se la ride, i confini si sono allentati e non so quanto ci metteranno a tornare alla loro forma iniziale. Ho scatenato tutto il mio lato sociopatico per immergermi in vite sociopatiche, cercando di rimanere me, per eseguire un ordine. L’ho fatto al meglio che potevo coi mezzi che avevo. Nemmeno una parola in risposta. Nemmeno un bravo. Smetto di pensarci, c’è silenzio, marmo nero e pietre secolari lisciate da tacchi e suole, da piedi squarciati e sangue dirompente. Ogni pietra, ogni frammento ha la tonalità delle urla che si son sentite nella cripta che ora ospita noi. Nuove urla, nuovo sangue. Il momento è solenne, il palco apparecchiato con cura, Lucilla e le commensali procedono nel rito affettando una volontaria, un coltellaccio ad aprire quello che per natura dovrebbe essere chiuso. Il corpo vomita l’intestino, le interiora si devastano invadendo l’aria, piove il sangue scendendo lungo le gambe e accumulandosi in terra. La cripta riecheggia nel silenzio, le torce sono le uniche che hanno il coraggio di borbottare qualcosa mentre Lucilla avanza, lei e le sue ancelle. Lucilla. È così particolare. Lucilla la Koldun. Potrei essere uno di loro. Sussurra qualcosa, punta di trapano che mi entra nelle tempie, sfonda carne e ossa fino ad arrivare all’inconscio, la urlano sempre più forte, anche dopo che pugnala la donna, anche dopo che la trascina in basso. C’è profumo di sangue caldo nell’aria, è così buono e invitante, diapason che accorda l’anima della Bestia. La mia Bestia. Comincio  a trovare queste scene parzialmente eccitanti, sto cambiando, e non è merito di Yuri o Ivan, sono proprio io. Occhi bianchi come nubi osservano cieli morti, cortine di futuro e verità tuonano in risposta alle domande di Grace e Zoe battibeccando tra loro, ma è la mia domanda che le lascia mute. Mi guardano. Tutte. Silenzio. Lucilla urla fino a strapparsi la pelle, afferra la carne facendola a pezzi, le ossa luccicano di liquidi interni e di terrore, poi un bagliore. Cazzo. La pelle mi si incendia addosso,  fuoco di forma sferica, il sospiro stesso di Dio che in tutta la sua grandezza mi condanna a morte per l’essere un dannato. La pelle esplode, si bruciano le terminazioni nervose fino a diventare carbone, sopra i 500 gradi non dovrei più sentire niente. È così che si sta soli nello spazio davanti al sole, il vuoto e il silenzio rotto solo dal rumore dell’incendio, la palla infuocata che lancia lingue lunghe centinaia di chilometri nel cosmo; comincio a vedere una macchia scura al centro della sfera, i miei nervi ottici cominciano ad abbandonarmi, tra poco ogni informazione proveniente dai miei sensi cesserà di esistere e io brucerò cadendo in un vuoto senza tempo. Senza suoni. Senza luce. Su le Mani Stigia, sto arrivando. Puzzo di maiale arrosto, ma non muoio. Non è Dio e non è il sole. La macchia prende forma e compare Lui in carne e ossa, lui nelle sue otto ali, un viso che somiglia a Leone, uno che sembra un bue, uno che non… Lucilla muore accartocciandosi sotto di lui, un ammasso fuso di ossa buttate in ordine sparso. È morta, così, in un attimo. Dragoni e Necho partono all’attacco, ma muoiono per un solo e semplice gesto della mano, esplosi, maciullati, non esistono più. Dio mio. Con alcuni di loro ho combattuto  contro la PPI, con altri ho cenato, uno era un mio vicino di branda. Ci sta massacrando e io continuo a bruciare. Lucifero. Figlio della Perdizione. Piccolo corno. Sommamente impuro. Solo in quel momento Zoe sente l’irrefrenabile bisogno di essere colta dall’illuminazione: i nomi dei demoni non vanno detti nei riti. Grande sorellina, ma saperlo prima, tipo mentre discutevamo delle domande, sarebbe stato meglio. Così, eh. Sovrasta la cripta che gli sta stretta, Grace è volata via da qualche parte, Zoe continua a blaterare, io continuo a sapere di arrosto di natale. Satana parla. Parla con me. Sto parlando con Lucifero. Lulù per gli amici. Ci prende allegramente per il culo, chiede se ci sono trappole, la sua è una fine ironia, ma rispondo comunque «No, niente trappole». Ho appena confermato a Lulù che per lui non ci sono trappole. Cazzo, non ha senso. Però ho appena evocato Lucifero nella Cripta del Sabbat e gli sto parlando. Lo metterò nei buoni propositi del prossimo anno tra le cose da non fare. Il terrore ha preso forma dentro al mio corpo, l’inconscio ha il viso di Satana e mi esplode in petto; vorrei scappare, urlare, le lacrime di una vita a correre tutte assieme, a spintonarsi. Un silenzio per ogni dubbio inespresso, per ogni incubo che mi ha sopraffatto, il terrore che mi ha bloccato. È tutto. I sogni infranti. Gli incubi da bambino. I mostri nel buio. Le lacrime che mi son tenuto dentro per anni. La vergogna. La paura di essere abbandonato. Il terrore. L’eccitazione quando uccido. L’orrore di Stigia. Eva abbandonata immobile. Cassandra e Steph divorate da mastini. La prima persona che ho ucciso in frenesia. Lo zombie che mi ha morso il braccio. La prima vomitata quando ho scoperto dei vampiri. I miei sensi di colpa. Scolpiamo la carne con cura, ci esercitiamo per elevarci sugli uomini e sugli altri vampiri, trattandoli come fossero oggetti di passaggio, soprammobili., lui ha scolpito ogni granello andato in frantumi delle mie paure, ci gioca per il solo gusto di farlo. Forse lo farei pure io se avessi tutto quel potere. Sento che sto impazzendo. Vorrei proporgli un accordo, fare domande, schierarsi con noi, ma effettivamente non darei molto credito a uno che sa di kebabbo. E senza scalogno. Uno con tutto, scesciap e maiones? Lancia un terremoto su Roma, Lulù può scagliare terremoti, forse tempeste, nel tempo può muoversi avanti e indietro. Forse anche di lato. Un vento a raggelare le ossa e il sangue già morto, proviene dal centro della terra, forse profuma di zolfo. Penso che abbia aperto le porte degli inferi, tornerò nuovamente a Stigia da Yama che potrà tagliarmi le mani, cucirmi gli occhi, strapparmi la bocca, screpolarmi l’anima, invece si limita a minacciare di distruggere la Cripta. Cerchiamo di scappare, con Zoe sproniamo Grace ad alzarsi, ma è muta, immobile. Cadono i primi pezzi di pavimento, esco come posso con mia sorella, ma Grace sta dentro, sotto tonnellate di pietra secolare. I pavimenti, le pietre nere, non esistono più. Grace. Oh, Grace. Non so dopo quante ore sono tornato in Hotel, ustioni e polvere di cripta, chiedo del Voivoda ma non lo trovo, posso solo scrivere un rapporto con le ultime forze, aspettando che mi trucidi. Sento le sue urla, la disperazione per la morte della figlia, i proiettili dei miei fratelli che cercano di fermarlo. Un tempo i soldati, per essere puniti, venivano mandati in prima linea. Spero che lo faccia il prima possibile. Ho bisogno di morire.        
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Golden Goose Outlet Online Archimede.
Perché è diventato così il Golden Goose Sneakers Outlet atto che Bass sembra Golden Goose Superstar Sneakers Outlet Online iccolo che aiuterà ad afferrare tutta l'immaginazione molto più di qualche altro basso a strisce per la stragrande maggioranza dei federali? Sicuramente saranno abbondanti in tutto il mare in una grande quantità di regioni, quindi tutti noi dobbiamo essere consapevoli di averli collegati, e per loro pescare come esempio che non abbiamo assolutamente fatto qualche anno fa. # # # # Il Dalai Lama sta portando il detto: 'La bella signora occidentale ridurrà la sfera'. So che è fedele. Le donne capita di essere collaborative, intuitive e la nostra azienda piace per condividere davvero con gli altri. Mia moglie vede che si tratta semplicemente di coinvolgere molte donne che si lanciano a tutti i meno fortunati, come far sì che le donne inizino a costruire imprese con carte di credito 'micro'. Il frequente prestito a qualcuno a cui tieni in un importante Golden Goose Outlet Online aese straniero ha bisogno di iniziare il nuovo lavoro che cambia la vita è essenziale per nutrire i loro figli è solo $ 27! Le donne specifiche nei villaggi circostanti condizionano gli altri quando la comune come in modo che tu gestisca un altro business, di conseguenza gli effetti su sono piuttosto ampi e così ingranditi. Un obiettivo molto personale potrebbe essere di assistenza 10.000 donne e uomini iniziano le attività includendo profitti utilizzando l'Istituto transnazionale per la ricchezza quando si tratta di donne. Segreto 2: la maggior parte delle ricchezze ha un numero di buona qualità in comune: il funzionamento. Probabilmente sono onesti. Sono tutte le persone con cui le famiglie vogliono lavorare o lavorare con. L'onestà si regola davvero. Si è scoperto che si dice che tracce di Metadone (gli stessi rimedi trovati in tutto il figlio, il flusso sanguigno di Daniel) fossero anche qui nel sistema di Anna Nicole quando ha presentato la nascita verso la sua semplice principessa. Questo gossip non è stato affatto testato. È il problema perché tutte le persone lo mettono in campagna come un pesce piccolo o nessun altro - Veramente non la penso così. Specie complementari come lo scombro, il muggine, il merluzzo bianco hanno consumato un particolare inferno in combattimento, vero? Una delle caratteristiche rilevabili da fare con i milionari è sempre stata che usano una grande stima e / o credono nel pagamento reciproco. Quanto hai dovuto investire su tutta la Golden Goose Sneakers Outlet Shop rogrammazione personale e sulla formazione aziendale? Le migliori finanze sono per investire su te stesso, che questa superstar d'oro d'oca | to |; | e | since |> | 1 | as | room) | 1)} la macchina per fare soldi! quand'è stata l'ultima energia che hai sprecato in un buon libro, VCD o posto di lavoro per farti strada? Non giocare specificamente a poker, prenditi il ​​tempo per studiare tipicamente il gioco. quando esci per la prima volta per aggiornare il tuo gioco, dovresti studiare il passatempo almeno due volte, per il motivo che molto di solito stai giocando. Nel caso in cui non seguissi questo particolare consiglio, quella volta che indubbiamente stai solo facendo inciampare nella tua possibilità di iniziare come un giocatore sensazionale, ci vorrà molto più tempo per riuscire. La comprensione dei progetti chiave di spostamento può costituire una mossa distintamente vantaggiosa se sei a corto di tempo e tendi a desiderare le sue sfide che arrivano offrendo beni di gestione. Quello potrebbe godere di un altro che un personale degli investitori può includere per quanto riguarda te. La situazione è lontana dagli acquisti di lucchetti; il ha flessibilità. Comprenderai che ti porterà a opportunità di business a casa che potresti non vedere per nessun motivo e nemmeno percepire il fatto di provenire da una maggiore convenienza e altri tipi di valore con un programma di vacanze a termine stabile e senza fine.
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pangeanews · 6 years
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Il Paese è devastato dal maltempo e il “Corriere della Sera” si occupa degli incidenti di Pier Silvio Berlusconi. Quando il giornalismo d’inchiesta diventa romanzo rosa
Urbano Cairo sa fare il suo mestiere. Con La 7 ha fatto un capolavoro spingendo sugli approfondimenti giornalistici. Fare (bene) “La prova del cuoco” (Rai Uno) vuol dire pagare la Clerici 13 milioni di euro all’anno (o quello che è, milione più, milione meno, fin quando lei ne ha avuto voglia). Invece con gli stessi soldi (anzi, molti meno), puoi stipendiare tutti i giornalisti che ti vengono in mente e fare la miglior tv di informazione non a pagamento (con Mentana su tutti).
Certo, direte voi, la Clerici – brava e simpatica – sposta decine di milioni di spettatori, però La 7 ha una sua nicchia fedele e tanto basta. È una questione di target e budget, va bene così. Poi, certo, siccome Cairo è uno che ottimizza, Il Corriere della Sera e La 7 hanno sempre la stessa compagnia di giro. E ti trovi Severgnini che commenta qualsiasi roba, come la sera di lunedì 5 novembre che ha farfugliato qualcosa sul figlio che ci è rimasto male per non so cos’altro di fronte alla Gruber che borbottava Mmmmhhh. Però va bene uguale perché poi arriva Travaglio che a Severgnini, sempre dalla Gruber, ribadisce quello che gli ha scritto in un noto editoriale, ossia che lui nell’informazione svolge “il ruolo delle nonne e delle zie… vai piano, sii prudente, non fare tardi, non calpestare le aiuole…”.
Alle volte, però, arriva il corto circuito dell’ottimizzazione e sembra che Il Corriere della Sera diventi Diva e Donna o Dipiutv, come il primo novembre, con mezzo Paese sotto scacco del maltempo e della nostra atavica incapacità di gestire, programmare, salvaguardare, tutelare e punire chi rovina l’Italia e gli italiani. Ed ecco che in parallelo al tragico dei danni e, soprattutto, dei morti, il taglio basso a tutta pagina (la 17), ci informa che la “La villa è isolata, Pier Silvio sistema la famiglia in hotel”. Il sottotitolo non ci ha ingannati, è proprio lui: “Portofino, Berlusconi lascia la dimora a piedi con la compagna e i figli. Poi trasferiti a Santa Margherita”.
La giornalista Maria Volpe ci racconta tutta la vicenda, compreso un indimenticabile incipit da narratrice di romanzi rosa, infilandosi direttamente nella testa del protagonista: “Un po’ se lo sentiva Pier Silvio Berlusconi. Il vicepresidente Mediaset aveva come sempre trascorso il week end nella sua villa di Portofino, ma lunedì mattina quando si è trattato di tornare a Milano per lavorare, ha preferito non partire considerato l’allerta meteo. E ha avuto ragione a restare nel castello Bonomi-Bolchini con la compagna Silvia Toffanin, i loro due figli; la sorella di Silvia con i suoi due bambini piccoli.
Per fortuna nessun grande spavento per nessuno dei familiari, ma quando si sono resi conto del disastro attorno a loro, della strada totalmente interrotta, un po’ si sono preoccupati. E si sono detti: e ora che siamo isolati, che facciamo? La villa infatti si trova proprio a metà tra Portofino e Santa Margherita e il crollo del tratto di strada vicino a casa loro impedisce di andare sia in una località che in un’altra. A quel punto non è rimasto altro da fare che incamminarsi a piedi fino a Portofino. Giunti lì, come tante famiglie e persone nelle loro condizioni, come gli abitanti di Portofino (circa 500 pare), come i residenti nelle ville lì attorno, sono riusciti a salire su uno dei tanti mezzi di soccorso messi a disposizione dalla Guardia Costiera di Portofino e hanno potuto raggiungere Santa Margherita via mare”.
E Maria Volpe, in piena trance narrativa, sull’onda emotiva di predecessori del calibro di Calvino, D’Annunzio e Pirandello, prosegue imperterrita sulla pagina del Corriere-Diva-Dipiutv-della-Sera: “Giunti nella località ligure, martedì pomeriggio, hanno deciso di alloggiare, almeno temporaneamente, all’Hotel Miramare dove hanno preso alcune camere. Sono arrivati anche i genitori di Silvia Toffanin a dare manforte alle due figlie. Per la famiglia del vicepresidente Mediaset, la casa di Portofino non è una casa di vacanza, ma una vera abitazione. Il primogenito di Piersilvio e Silvia, infatti, frequenta la scuola elementare di Santa Margherita e dunque si renderà necessario trovare una sistemazione definitiva nei prossimi mesi, considerato che il castello è a questo punto isolato e che sarebbe impossibile per il piccolo Lorenzo Mattia, 8 anni, tutte le mattine andare a scuola via mare. Per ora dunque la famiglia resterà lì: la puntata di Verissimo di sabato è già stata registrata e Toffanin non dovrà correre a Cologno, mentre Pier Silvio dovrà fare avanti e indietro”.
Quest’articolo è uscito così, parola per parola, finale compreso, sul giornale che ha visto le firme di Enzo Biagi, Oriana Fallaci, Ennio Flaiano, Indro Montanelli e Pier Paolo Pasolini.
Adesso smettete di ridere perché questa roba, nonostante tutto il male che facciamo ogni giorno all’Italia, non ce la meritiamo. Non se la meritano gli italiani coinvolti nei disastri causati dal maltempo. Non se la merita la famiglia di Pier Silvio Berlusconi e soprattutto non se la merita il piccolo Lorenzo Mattia, che adesso tutta Italia sa di preciso dove va a scuola. Non se la merita nemmeno Maria Volpe che il pezzo lo ha scritto (tanto qualcuno glielo ha fatto scrivere e dopo ha addirittura concesso il “visto si stampi” – e immagino Travaglio che stia sussurrando: Magari è stato Severgnini). Non se la meritano i tanti che come me amano il Corriere. E non se la merita nemmeno Cairo, che ci mette i soldi perché qualcuno dei suoi possa immaginare di confezionare una pagina simile. Urbano, per favore, mentre Pier Silvio fa avanti e indietro, rimetti le cose in ordine.
Michele Mengoli
www.mengoli.it
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marelelucy98 · 6 years
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Che la Guerra tra Blocchi abbia inizio…
Benvenuti alla recensione degli episodi 5,6 e 7 della sesta stagione di Orange is the new black. Entriamo finalmente nel vivo della trama e viene preparato il terreno per gli episodi finali. Molte sono le storyline che si intrecciano tra loro e mentre alcune lasciano un po’ a desiderare,la maggior parte sono ben strutturate e raccontate. Insomma la stagione procede egregiamente…andiamo ad analizzare ora ogni situazione nello specifico.
NICKY&LORNA
Mi è sempre piaciuto il rapporto tra le Nichorello: un rapporto vero, sincero, che si confonde spesso tra amore e amicizia, ma che rende speciale la loro relazione (non nascondo che le shippo abbastanza). Da quando si sono riunite nel blocco D sono inseparabili e meno male aggiungerei…Infatti Lorna si fa coinvolgere dalla guerra tra i blocchi: parla di lealtà a persone che conosce da 2 minuti e difende il blocco D. Nicky allora cerca di farle mantenere un profilo basso, ricordandole che dall’altra parte ci sono le loro amiche. E’ ammirevole l’evoluzione negli anni della Nichols che in questi 7 episodi si è dimostrata la più fedele alla sua “famiglia bianca”.  Una delle scene che più mi è piaciuta è il dialogo con Blanca e l’idea di come, anche se per poco tempo al giorno, in quel cortile, l’atmosfera della minima sicurezza è sempre la stessa.
BLANCA E GLORIA
Le 2 latinas risentono il passare degli anni e il peso della loro condanna: entrambe in età non più giovanissima, temono ciò che avverrà. Blanca teme che quando uscirà non sarà più in grado di avere figli ( ma potrebbe aver trovato una soluzione grazie all’appoggio di Nicky); Gloria invece sta entrando in menopausa e riceve parole di conforto e comprensione da Sophia(collocata nel blocco B). Dopo i contrasti delle scorse stagioni, Sophia, che da sempre ha avuto un cattivo rapporto con il suo corpo, percependolo come una gabbia per anni, sa in un certo senso cosa sta affrontando Gloria e le da’ il suo completo supporto.
Saranno colpevoli del tentato omicidio di Maria? Io non credo, anche perchè Gloria aveva già chiarito che i conti erano stati regolati.
MARIA RUIZ
Maria raccoglie quello che ha seminato: si ritrova completamente sola e viene presa di mira dalle ragazze dei vari blocchi, ora più agguerrite che mai; subisce inoltre la “vendetta” di McCollough. In 50 min ho provato sentimenti contrastanti nei suoi confronti: ho provato molta pena per la sua condizione, perè è anche vero che se l’è cercata continuando ad avere un atteggiamento presuntuoso e autoritario. Il suo destino è sicuramente stato influenzato dalle guardie e dal loro FANTADETENUTA, i quali si dimostrano sempre più insensibili,trattando le ragazze come un semplice gioco. L’unica cosa per cui la comprendo è l’amore sconfinato per sua figlia che spero la guidi a non commetterre più passi falsi. Sicuramente ora concentrerà tutte le sue energie per identificare chil’ha aggredita.
PENNSATUCKY
Tiffany è tornata..in tutti i sensi. Si è finalmente resa conto del vero volto di Charlie, dell’idea che un uomo non può cambiare e decide di costituirsi. Sono molto soddisfatta della svolta che ha preso la sua sl: non avevo condiviso la sua decisione di dare una seconda possibilità a Charlie e vederla tornare alla realtà è un bene per la trama stessa. Ora vedremo come si inserisce nelle dinamiche del blocco B, che pian piano si sta popolando.
PIPER&ALEX-BADISON
Le Vauseman, ora più unite che mai, devono fare i conti con la terribile Badison. Piper subisce passivamente i suoi scherzi,mentre Alex cerca di proteggere la sua fidanzata facendo un accordo con la Murphy, accordo che le si ritorcerà contro…
Nel settimo episodio conosciamo la gioventù di Madison: sin da piccola era una ragazza ribelle che vuole farsi accettare dagli altri ad ogni costo. Da giovane così come da adulta, ricorre a stupidi scherzetti per farsi rispettare e attirare l’attenzione ma in max non funziona così e Carol, la quale vuole una vera e propria guerra tra blocchi (con sangue e violenza), allontana Badison dalla sua combriccola. Per rientare nelle sue grazie, Badison cerca l’aiuto inconsapevole di Alex, che si ritrova così al centro di nuovi guai. Come preannunciavano i primi episodi, Badison è il personaggio cardine della stagione: al centro della trama principale, smuove qualsiasi dinamica e  grazie a questo flashback, trovano giustificazione molte sue azioni…
Alex ha sempre cercato di rimanere fuori da ogni dinamica, spingendo anche Piper a non farlo, ma in un modo o nell’altro, subisce tutto ciò che le sta intorno. Mi è piaciuto molto quando a cercato di riunire la famiglia e chiarire la situazione con Red. Alex è da sempre stata il mio personaggio preferito:razionale, coerente con se stessa e leale.
Piper…un’imbranata, non ne fa una giusta. Anzi forse una si:  ha avuto la brillante idea di sposare Alex in prigione. In queste puntate si da’ al sociale: vuole riportare il gioco del pallone e iniziare a tenere un diario. Questo ci fa presagire che la fine è vicina: la serie è infatti ispirata alle memorie di Piper Kerman e probabilmente la settima tagione sarà l’ultima. Nonostante la adori in compagnia di Alex, vorrei vedela interagire di più con le altre: Nicky, Red… altra nota positiva sono state le sue sincere e imbarazzate scuse alla russa.
RED
La nostra russa preferita è sempre più alla deriva: delusa e tradita decide di patteggiare…assistiamo ad una scena che mi ha commosso moltissimo e il merito è della brillante interpretazione di Kate Mulgrew. E’ impossibile non empatizzare con lei, soffrire per lei…Trasferitasi nel blocco C, decide di riavvicinarsi alla sua Vera famiglia e in particolare al figlio.
Molto bella anche la scena con Taystee: i 2 capri espiatori reagiscono in modo diverso. Entrambe tradite ma una rassegnata e amareggiata; l’altra decisa ad avere giustizia. In particolare ho trovato eccezionale la fotografia in questa sequenza.
SUZENNE
Crazy Eyes si sente sempre più sola nel blocco B e cerca più volte di avvicinarsi a Frida. Suzenne è il personaggio più puro, una bambina da proteggere e ogni sua scena suscita molta tenerezza. Nonostante le manchino Cindy e T. decide di allontanarle per mantenere il “segreto dello sgabuzzino”.
Ora diventerà il braccio destro di Frida?Suzenne la aiuterà a capire chi è che la vuole morta?
TAYSTEE
Dopo il vano tentativo di aiuto da parte di Caputo, Taystee decide di andare a processo.E’ infatti l’unica a combattere e a cercare di far trionfare la giustizia. La incoraggiano le piccole ribellioni che avvengono in altri carceri femminili, ma di base, Taystee è sempre stata un personaggio “giusto”, che combatte per i suoi diritti e ha l’appoggio dei movimenti BLACK LIVES MATTER e delle altre detenute.
DAYA
Daya diventa sempre più dipendente dai farmaci, e ciò la porta ad agire in maniera sconsiderata. Tutto ciò porta anche all’avvicinamento finale con Daddy.
Questa è un personaggio che abbiamo iniziato a capire meglio nelle ultime puntate: gestisce la droga all’interno del braccio D, ma quando la perde a causa di uno scherzo di Badison, genera una crisi di astinenza che ,come abbiamo già iniziato a vedere, porterà a temibili conseguenze.
Il legame tra le due sembra essere sincero: Daddy è una persona che ha sempre cercato di gestire le situazioni di difficoltà a testa alta e Daya le potrebbe dare una mano,considerando cosa ha passato, Daya in questo momento ha invece bisogno di qualcuno che la protegga e forse ha trovato la persona giusta. Credo che la storia della droga sarà centrale nelle prossime puntate e vedremo come si evolverà il rapporto tra Daddy e Daya.
Menzione particolare al nuovo duo Flaca-Cindy e alla nascente storia d’amore tra Fig e Caputo…entrambe le situzioni promettono scintille.
CONSIDERAZIONI FINALI
In questa stagione si sono completamente annullate le divisioni tra i vari gruppi etnici: ormai le ragazze si confrontano e si confidano con chi, in passato, veniva considerato un nemico. Stagione ormai giunta nel pieno del suo svolgimento che per ora mi ha coinvolto molto e incuriosita a vedere ciò che riservano i restanti episodi…
Alla prossima recensione!
  Recensione OITNB 6×05/06/07 Che la Guerra tra Blocchi abbia inizio... Benvenuti alla recensione degli episodi 5,6 e 7 della sesta stagione di Orange is the new black.
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allmadamevrath-blog · 6 years
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La tortura. La donna. il corpo, la strega. Gli antichi
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LA TORTURA
La donna, il corpo, la strega
Il luogo di azione della tortura è il corpo. Esaminando i processi per stregoneria nei quali è stato fatto uso di tortura si evince che una grande parte delle torture alle presunte adepte di satana sono di tipo sessuale. La carne delle donne diviene il terreno ideale nel quale sfogare una misoginia antica, che ha le sue radici nel disprezzo per il corpo femminile. Quando si parla di universo femminile è opportuno comprendere l'origine della visione negativa della donna da parte dell'<<altra metà del cielo>>, visione che ha la sua origine nel disprezzo per il corpo femminile. Questo disprezzo ha radici antiche, non cristiane, ma mentre per i cristiani è riportabile alla caduta genesiaca e al peccato originale, con conseguente punizione, per gli antichi ha motivazioni di carattere medico-fisico. Tracciare anche solo pochi cenni sulla visione del corpo femminile significa imbattersi in una storia di emarginazione negativa progressiva di alcune parti anatomiche e di alcune funzioni fisiologiche, in particolare tutto quanto ottiene alla zona genitale. La zona sessuale, risulta essere uno dei principali campi di denigrazione da parte maschile, e che sarà in ambito cristiano, il bersaglio di teologi, Padri della Chiesa e, infine, inquisitori.
Gli antichi
Il maitre à penser di questa storia, come di tutto quello che viene definito il <<pensiero moderno>>, Aristotele, nel De Generatione animalium per primo sostiene: <<Come i figli dei padri mutilati a volte nascono mutilati e altre no, così i figli nati dalle donne a volte femmine e altre, invece, maschi. La donna è, e sempre stata, un maschio mutilato, e la catatemia, è seme, ma non allo stato puro; c'è un sola cosa che in lei non può essere trovata: il principio dell'anima>>. Platone ritiene che i desideri e i piaceri, specialmente quellidi tipo sessuale, siano mezzi per macchiare, contaminare l'anima. Se consideriamo la polemica atiepicurea, notiamo che molti autori, quali Dioegene Laerzio, Plutarco e persino Cicerone considerano la carne sempre più specificatamente fonte di una sensualità sfrenata che impedisce la libertà dell'anima. Secondo Diogene Laerzio l'uomo ha rapporti sessuali <<quando vuole debilitarsi>>. Il sesso sarebbe quindi nocivo per la salute degli uomini in quanto provocherebbe una perdita di energia. Ippocrate, nell'Epidemia parla di un giovane morto in seguito a una eccessiva attività sessuale, poiché la eprdita di massicce quantità di sperma porta alla tabe dorsale e al decesso. <<Nel LXX ha inizio la divisione del cosmo in due sfere, quella degli spiriti e quella della carne. Questo dualismo cosmico non è il contrasto greco tra nous divino e soma materiale. Si avicina all'idea persiana secondo la quale vi è un mondo spirituale che si celebra sopra a quello terreno. Ma qui l'unica essenziale linea di distinzione, passa attraverso entrambi, e si può quindi parlare di dualismo etico. Invece, nell'ulteriore sviluppo del dualismo cosmico nel giudaismo, acquista sempre più rilievo la distinzione veterotestamentaria tra creatore e creatura peccatrice>>. Nel III secolo d.C. s'impone la scuola filosofica della Stoà, che rivoluziona la positiva visione greca del corpo e del piacere come naturale inclinazione della vita umana. Gli stoici mettono in discussione anche il matrimonio, una concessione da farsi a coloro che non riescono a sopportare la castità. Girolamo, cita Seneca: <<L'amore per la moglie di un altro è sempre turpe, ma vergognoso è anche amare la propria moglie in modo eccessivo. Il saggio, nell'amare la propria moglie fa valere la ragione e non la passione. Egli si oppone all'assalto delle passioni e non si lascia trasportare in un rapporto passionale con la propria moglie. Non vi è nulla di più turpe che amare la propria moglie come si amerebbe un'adultera>>. Nella Prima Lettera a Timoteo acnche Paolo prende posizione contro i rigori della gnosi: <<O Timoteo evita le chiacchiere profane e le obiezioni della cosiddetta scienza, professando la quae taluni hanno deviato la fede>>. Per gli gnostici il corpo è un cadavere dotato di sensibilità, un sepolcro che ci portiamo dietro. L'anima dell'uomo viene da Dio, è una scintilla di luce prigioniera; il corpo, che ne è la prigione è un prodotto dei demoni. Già Platone aveva parlato del corpo come prigione dell'anima, ma questo concetto è esapserato dalla gnosi, che per prima demonizza ogni realtà corporea e materiale, determinando la fine del pensiero antico, e influenzando la filosofia a venire, plasmando sui suoi concetti il neoplatonismo. Porfirio (Vita di Plotino) dice del fondatore del neoplatonismo: <<Sembrava vergognarsi di avere un corpo>>. La gnosi s'impone, basandosi anche sui concetti elaborati, nel mondo ebraico, ad esempio la setta di Qumran. La carne è vista come fattore essenziale della caducità dell'uomo e bassezza di ogni cosa creata. Vi è un pessimismo di fondo: <<Chi è carne, ne è degno e quale formato di fango è in grado di compiere questi prodigi, se fin dal seno materno vive nel peccato?>>. Giuseppe Flavio (La guerra giudaica) scrive a proposito degli Esseni: <<Giudei di nascita si astengono dai piaceri come da un male, e praticano la temperanza come una virtù. Disprezzano il matrimonio, adottano perciò i figli degli altri quando sono ancora malleabili allo studio; si difendono dalla lascivia delle donne perché sono convinti che nessuna di esse rimanga fedele a uno solo. Né grida né bisticci disturbano la quiete della casa. Il silenzio che regna là dentro dà l'impressione a quelli che sono fuori di un mistro che merita timore. Questo silenzio è fatto di una sobrietà costante e dell'esercizio di prendere cibo e bevande solo nella misura necessaria. Sono fortemente persuasi che i corpi si corrompono e che non durano gli elementi dei quali sono composti, mentre le anime sono immortali e vivono sempre; a riguardo delle anime pensano che discendano da un etere molto leggero; quando sono liberate dai ceppi della carne si sentono come rimesse in libertà da lunga prigionia e volano verso l'alto con grande gioia. <<Ma vi è anche un altro gruppo di Esseni convinti che chi non si sposa è come se amputasse la parte principale della vita. Essi ritengono che se tutti la pensassero a questo modo presto il genere umano scomparirebbe. Essi pertanto sottopongono le loro future spose a una prova che dura tre anni, e quando queste hanno dimostrato la loro fecondità, si conclude il matrimonio. Con la moglie rimasta incinta si astengono dall'avere rapporti sessuali. Giuseppe Flavio dà una valutazione negativa del corpo, e ritiene che <<il piacere corporale suscitato dalla donna ha portato al peccato>>. Filone, ritiene che le radici del male sono nelle orge del ventre, quindi nel consumo smodato di cibo e nella libidine del sesso. Paolo è ben cosciente dei limiti umani, in ultima istanza, la salvezza non sta nella fuga dalla sessualità e nel rifugiarsi nell'ascesi. <<E' cosa buona per l'uomo non toccare donna; tuttavia per il pericolo dell'incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi tornare a stare assieme, perché Satana non vi tenti nei momenti di passione>>. Bibbis di Gerusalemme: <<Polo riconosce la validità di quest'opinione per i celibi, ma ne contesta l'applicazione alle persone sposate, a cui viene sconsigliata la continenza>>. I pensatori cristiani hanno sviluppato una congerie di teorie per spiegare teologicamente paure irrazionali e tabù, nascondendosi dietro a presupposte varietà di fede e dogmi. Si possono però riscontrare alcuni grossi filoni di pensiero: 1) L'ossessiva paura del peccato di origine sessulae e la conseguente avversione del piacere. 2) La demonizzazione della donna, essere inferiore per natura, creatura lasciva e tentatrice, naturalmente portata al sesso. 3) Il disprezzo per il matrimonio, considerato remedium concupiscentiae, e l'esaltazione del celibato come modello di verginità vicina a quella divina. 4) La mortificazione della carne come mezzo per onorare Cristo, tipico ad esempio della setta dei flagellanti medievali e degli asceti e mistici di periodi più tardi. La mentalità dualistica di netta separazione di spirito e corpo, identificati sommariamente con bene e male, che ha ossessionato a lungo la storia del pensiero cristiano, in particolare cattolico. Nella sfera religosa, la percezione del corporeo ha assunto toni drammatici di sofferenza, violenza, furore autolesionistico, che ha spinto autorevoli personaggi a macerare la propria carne in un estremo tentativo di liberarsi dalla fisicità per avvicinarsi alla perfezione divina. Il processo di autotortura e di progeressiva scarnificazione, ottenuto con discipline rogorossisime, ha portato a considerare il corpo come campo di battaglia nella lotta contro il demoniaco e luogo di santificazione in terra. Martirizzando ogni facoltà sensoriale, si arriva alla purificazione: vengono eliminate le scorie di umanità che trascinano verso il basso l'anima e si accede così ad un mondo di piaceri paradisiaci, dove ogni aspetto della vita materiale, in particolare il sesso, è sublimato. E' evidente la stretta analogia che vi è tra tortura e automortificazione: in ambedue questi istituti il corpo è il veicolo attraverso il quale purgare le colpe, reali o immaginate.
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Quella fredda mattinata aveva scatenato una irrefrenabile voglia di cioccolata calda e mashmallow. La credenza sprigionava odore di infusi e tisane floreali. Era iniziato il periodo che amava più di ogni altro, aveva desiderato fortemente che arrivasse, fuori dalla finestra i colori erano in tumulto confuso, gli alberi si erano svegliati con un fogliame decisamente vivo e colorato. Il rosso stava trasformandosi in marrone scuro e il verde stava lasciando il passo al giallo. L’autunno era entrato dalla porta senza bussare, tutti l’avevano accolto con grandi pile di legna pigramente scoppiettante nei camini e piumoni caldi come un abbraccio. Avrebbe passato la mattinata a leggere riviste di gossip di cui non le importava nulla, gettate a caso sul tavolino della sala dalla sua invadente ed esageratamente teatrale amica, Claudia. Si erano conosciute in una sala di attesa di uno studio dentistico e Claudia aveva subito attaccato briga con la segretaria per una questione di accenti e nomi propri. Erano diventate confidenti immediatamente, dopo aver scoperto di abitare a poca distanza l’una dall’altra. Il cioccolato era pronto e aveva invaso la casa di un tiepido calore, aveva cercato i mashmallow e li aveva trovati in fondo ad uno scaffale, anche quelli spostati da Claudia. Era arrivata un giorno di mezza estate con libri di ogni sorta, giornali e riviste per neo-mamme e aveva cambiato ogni ripiano, riorganizzando l’intera disposizione della casa.
<<Devi avete tutto a portata di mano così da non essere costretta per forza a salire ogni volta sulla sedia, Dio ti ha fatta bassa mia cara e non puoi rischiare di cadere per delle stupide noccioline!>>
<<Perché dovrei cadere ?>>
<<Perché abiti da sola, non c’è nessuno che lo faccia al posto tuo e tra qualche mese non riuscirai a guardarti i piedi, figurati salire su una sedia per prendere qualcosa>>
La conversazione era terminata con una clamorosa ed inevitabile sconfitta. Mentre i mashmallow affondavano lentamente nel denso liquido color pece Alisia stava perdendosi nei suoi pensieri vagando con lo sguardo fuori dalla finestra verso la casa del vicino che stava uscendo per potare le rose. Ignorò come al solito l’accenno di salito di Alisia, la quale stava pensando perché mai un uomo così aveva deciso di distruggere la propria vita, rompendo quella serenità che lo aveva sempre accompagnato per sposare una donna arida come il deserto. In realtà Alisia conosceva già la risposta, tuttavia le sarebbe sembrato troppo per chiunque. “Gli uomini fanno cose stupide quando vengono feriti. Puoi colpire un uomo al volto ma non lo scalfiggerai mai come un farebbe un rifiuto con la sua anima”. Le parole di sua madre le risuonavano ogni volta in testa come tamburi. Antoine, il vicino, si era presentato tempo addietro alla sua porta con un mazzo di splendide rose del suo amato e curato giardino, trafelato e intimorito. Le aveva proposto di sposarlo e accompagnarlo nel suo imminente viaggio nella Repubblica cecoslovacca. <<Quali luoghi migliori per ispirare il tuo genio creativo e poter scrivere le pagine che ti mancano, Praga è una città magica, vieni con me, ti prego>>. Alisia si era trovata a dover scegliere tra la menzogna è il perdere un amico fedele che l’aveva accolta dal primo giorno nella nuova casa fino ad allora. Optò per la verità, che ferisce come una spada e spiegó gli ultimi avvenimenti ad Antoin che da allora non le rivolse mai più parola. Partì dopo una settimana e stette via per circa due mesi, abbastanza per contrarre matrimonio e tornare felicemente maritato a casa. La felicità era durata poco però perché appena trascorsa una brevissima luna di miele il caos si era abbattuto sulle loro teste. La coppia aveva cominciato a litigare e presto tutto il quartiere assistette al triste epilogo di una storia finita male. Andrea, che sicuramente era stata una modella nel suo paese natale, parti una mattina senza avvisare nessuno con appena due valigie e una piccola pochette. Di lei non si era saputo più nulla. La cosa positiva era che erano cessate le grida di rabbia e i pianti isterici in piena notte, era calato improvvisamente il silenzio. Prese la tazza bollente e andò a sedersi sul divano, scolio di malavoglia qualche rivista e sospirò pensando a quanto avrebbe voluto avere una ispirazione per tornare a lavoro e finire quel benedetto libro ormai in pausa da mesi. Squilló il telefono e la voce era famigliare e gentile <<Ciao Alisia, come procede la gravidanza ? Volevo avvisarti che sto per partire, pare ci sia un nuovo talento emergente e sto andando ad accettarmi che non sia una bufala. Torno tra due settimane, spero tu riesca a finire di scrivere il libro... devo scappare, hai due settimane e non serve che tu dica niente ora, ciao ciao>>.
Alisia stava per dire qualcosa ma era tardi, la sua logorroica editor aveva buttato giù la cornetta. Tipico. Telefonava e lasciava messaggi istantanei senza che dall’altro capo del filo si avesse tempo di mettere un suono. La fortuna era stata clemente e aveva guadagnato un po’ di tempo per riflettere sul da farsi. Nel frattempo aveva appuntamento nel pomeriggio con la ginecologa che la stava seguendo in gravidanza alle 15:00 e non avrebbe dovuto tardare se non voleva che il buio la cogliesse al ritorno. Doveva indossare grossi occhiali da vista per guidare ma la notte non vedere nulla anche con le lenti, la miopia era peggiorata e l’astigmatismp faceva il resto. Avrebbe potuto cogliete l’occasione per riallacciare i rapporti con Antoine ma decise che non era quello il momento e che quando sarebbe stata pronta avrebbe fatto il primo passo. La cioccolata si stava lentamente intiepidendo e si appisolò un attimo, sognó in una fase di dormiveglia di essere in sala parto e di sentire che dal suo ventre stava per emergere una creatura con occhi grandi e luminosi. Furono pochi secondi perché un sobbalzo la fece risvegliare, si portò una mano al ventre e sorride debolmente, -si sentiva stanca quel giorno- la bimba aveva scalciato timidamente, un piccolo calcio che era servito a ridestarla da un sogno poco gradevole. Ancora non era nata ma Alisia aveva la sensazione che quella creatura le era stata dotata per motivi benefici. Era stata un vero miracolo già solo averla concepita, sentiva dentro di lei che c’era una ragione molto più profonda e seria per cui quella creatura si era incarnata proprio nel suo grembo, dichiarato clinicamente sterile e inadatto alla procreazione già quando era appena una bambina.
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La luce fredda della sala d’aspetto dell’ospedale era vuota e odorava di antisettici ed alcool. Le mani si intrecciavano in modo frenetico sulle ginocchia tremanti. Si strinsero in un abbraccio senza riuscire a guardarsi negli occhi gonfi e violacei per il troppo piangere. Quando uscì il medico e si tolse la mascherina sobbalzarono dalle sedie all’unisono, le mani ancora tra mani l’una dell’altra. <<Finito, siamo riusciti ad eliminare il male senza toccare gli organi interessati, tuttavia....>> un brivido attraversò le loro colonne vertebrali dal basso verso l’alto << la possibilità di poter avere figli è quasi nulla, cioè in realtà ...>>
<<lo dica e basta, la prego>>
<<vostra figlia non potrà mai avere figli, mi dispiace>>
<<ha salvato la nostra bambina, non importa altro dottore, grazie>>.
Rimase ricoverata un mese per la riabilitazione, aveva la pelle delicata e diafana, gli occhi enormi e le codine con le nocchette colorate. A nove anni Alisia era una bambina felice, salvata da morte certa a causa di un male che appena qualche anno prima non le avrebbe lasciato scampo. La certezza di non poter procreare non era importante per nessuno. Almeno in quel momento di gioia.
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Erano le 15:00 in punto ed era seduta da un minuto quando la dottoressa chiamò il suo turno. Non aveva una segretaria, faceva tutto da sola. Una donna alta dai capelli rossi mogano, sempre ben pettinati ed ordinata, un filo di trucco esaltava la dolcezza dei lineamenti di una bellezza sempre viva. Aveva una quarantina di anni, gli occhi verdissimi e buoni.
-Come state? Procede tutto bene ?
-Si, sto prendendo le vitamine e sto attenta a ciò che mangio.
-Ottimo
Il gel era sempre freddissimo come il lettino, la bambina stava bene, si poteva vedere bene il piedino e la testa, sorrisero guardandosi negli occhi.
-Va tutto bene, la pupa sta una favola, la stai trattando bene.
-Lieta di essere un albergo a cinque stelle!
Risero e passarono un’ora a parlare di tutt’altro. All ‘arrivo della successiva paziente dovettero salutarsi e accordarsi per il prossimo appuntamento.
La strada di casa era ormai buia, non avevano ancora aggiustato le luci dei lampioni, era da un po’ che il quartiere intero si era ritrovato al buio all’improvviso. Nessuno faceva nulla. Antoine era fuori, stava accendendo delle lampade, la guardo sottecchi e rientró velocemente a casa. Mise a cuocere la vellutata, zucca e carote (la sua preferita ) e accese il pc, lesse le nuove mail -tutte relative al lavoro è una dalla banca che la invitava a passare per aprire un nuovo libretto di risparmio- se solo avesse avuto abbastanza denaro lo avrebbe nascosto sotto al cuscino piuttosto. La zuppa inondava la stanza di un profumo invernale, il caminetto acceso al rientro scoppiettava allegro, mangiò in silenzio e si appisoló sul divano. Sognò di essere ancora in sala parto, tutti erano lì attorno a lei ma nessuno la sentiva, chiedeva aiuto e gridava di dolore ma nessuno la stava ascoltando, anche la ginecologa che stava entrando ora chiacchierava amabilmente coi colleghi senza prestarle il minimo aiuto. Si sveglió è un’ansia le assali la gola. Un nodo la cinse e andò in cucina a prendere un bicchiere d’acqua. Affacciato alla solita finestra, Antoine guardava fuori assorto in chissà quale pensiero. Fu un attimo di coraggio, prese lo scialle dal divano, se lo avvolse addosso e uscì. Bussò alla sua porta poi volte finché lui non le aprì.
-Cosa fai..?
-Adesso basta con questo comportamento, brutto bastardo figlio di puttana non volevo ferire il tuo schifoap orgoglio
Stava gridando e sbattendo i pugni sul suo petto senza rendersi conto di ciò che faceva, sembrava non avere coscienza di se stessa mentre lo insultava.
Fu in un attimo fu buio, cadde svenuta e infreddolita. Antoine l afferrò giusto in tempo prima che cadesse a terra.
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Stava camminando da sola lungo un viale deserto. Non c’era nessuno e la vegetazione era assente. Chiamava in cerca di qualcuno ma l’eco le tornava indietro sempre più forte.
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Quando si riprese non si rese conto di cosa fosse accaduto, Antoine, la stava accarezzando la testa e le porgeva una tazza di tè.
-Mi hai fatto prendere un colpo.
Non ricordava assolutamente nulla, non aveva idea di cosa ci facesse in casa di Antoine e tanto meno come vi fosse arrivata.
-Rilassati, ho chiamato il medico che sta arrivando di corsa, non vorrei che il bambino avesse qualche problema, meglio torgliersi ogni scrupolo nella tua situazione.
-Bambina, è una femmina.
Il tepore la fece riappisolare, questa volta solo il buio.
Aprì gli occhi e il medico era curvo su di lei è la stava studiando. Le aveva guardato le cornee, palpato le guarde, dentro la bocca e sentito i battiti.
-Alisia, stai avendo un esaurimento nervoso, sei debole e se non ti prendi cura di te stessa e della creatura la tua testa schiopperà e non ci saranno medicine che tengano. Cosa ti è capitato?
- Niente, sono stata dalla ginecologa, la quale mi ha assicurato che la bambina sta bene. Abbiamo chiacchierato e poi sono tornata a casa. Ho cenato, non mi ricordo altro.
-Antoine, ascolta, puoi prenderti cura di lei per un po’? Dovrebbe chiamare sua madre. Non può stare sola.
-Ci penso io- disse Antoine -grazie mille, dottore.
Il medico andò via, non dimenticando di dare le ultime disposizioni ad Antoine, il quale l’aiutó a salire le scale e ad adagiarsi sul letto nella camera degli ospiti.
-Domani ti riporto a casa, chiamerò tua madre e ti terremo d’occhio, adesso riposa e se hai bisogno chiama, sono dietro il muro. Buona notte Alisia.
Il mattino era limpido e fresco, Alisia si sveglió come da un lungo sonno, si stiracchio e si girò verso il comodino come suo solito per guardare l’ora, quando si accorse che non era nel suo letto e sentiva da basso l’armeggiare di stoviglie è un irresistibile odore di caffè salire con nella sua camera. Nel giro di un nano secondo stava ricordando tutto, lei in cucina a rimpire un bicchiere d’acqua guardare fuori e prendere la coperta, uscire di casa ... le urla, tutto, non riusciva a spiegarsi cosa le fosse accaduto. Antoine si materializzò sulla porta della camera con un vassoio pieno di delizie ed una tazza fumante di caffè nero bollente. -Non si dovrebbe bere caffeina durante la gravidanza credo, ma il dottore ha detto che un po’ non ti farà male, servirà a darvi un po’ la carica per attraversare il giardino e tornare a casa-.
-Mi dispiace, non so cosa sia successo e perché io abbia... ti giuro...
-Lascia stare, mi sono comportato da stupisco, volevo punirti, ma non hai fatto niente di male e ti ho lasciata sola nella tua condizione senza badare ai tuoi comportamenti ....
-Quali comportamenti? Di che parli?
-Allie sei strana da parecchio, per esempio: hai detto al dottore ieri di essere stata dalla ginecologa ma non è affatto così, ho pensato stessi sparlando a causa dello svenimento e che fossi confusa così ho taciuto. Ieri non ti sei minimamente mossa di casa, sei rimasta lì, la tua auto è rimasta nel vialetto tutto il giorno, lo so perché non ho lavorato e sono stato in giardino a sistemare le rose.
Lo sguardo confuso di Alisia fece preoccupare Antoine, che le poggiò una mano sulla spalla.
-Alisia, so che sei sola nel mezzo di una gravidanza e che non vuoi troppa gente che ti giri intorno ma almeno i tuoi genitori, soprattutto ora che Dana .... - smise di parlare lasciando le ultime vocali al vuoto -Cosa c’entra Dana, scusa ? - Alisia era sempre più confusa, era impallidita e le mani presero a tremare.
-Dana ha avuto un incidente due giorni fa Allie, è stata ricoverata di urgenza, e si trova in coma farmacologico. Ti hanno avvisata quelli della tua squadra di scrittori le lo ha riferito la vicina, non ti ricordi? Ti ha sentita rispondere al telefono e poi scoppiare in pianto... Capisco che tu non sia andata a trovarla nelle tue condizioni.
-Antoine ma cosa dici? Ieri mi ha chiamata dicendomi che sarebbe stata fuori due settimane e che al ritorno avrebbe voluto trovare il libro finito. Ci ho parlato ieri stava bene!
- Non è possibile, la telefonata ti è arrivata l’altro ieri e tu da allora non hai messo piede fuori casa.
-Che diavolo...?- scoppio in singhiozzi e Antoine l’abbracció stretta, seriamente preoccupato.
Antoine lasciò Alisia in camera a riposare stremata dalle lacrime e dai singhiozzi, non volendo lasciarla sola decise di chiamare la madre di Alisia (con n cui aveva stretto amicizia quando aveva aiutato la figlia col trasloco tempo addietro) per dirle cosa fosse accaduto e chiedendole di passe in farmacia prima di metterI in viaggio per prendere i ricostituenti prescritti dal medico la sarà prima -Andrei io stesso ma non mi sento di lasciarla da sola, è a casa mia e sta risposando, la terrò d’occhio-
-non so come ringraziarti -
-non devi-.
Quando sua madre arrivò era già buio. Saluto Antoine e sali in camera dalla figlia. -Bambina mia-, -mamma! Dana.... io.... io giuro che...- shhh, calmati adesso tesoro, lo so-.
Quella sera Alisia venne ricoverata presso l’ospedale psichiatrico a qualche distanza dal paese. Sua madre, Madlen conosceva il medico responsabile e mise una parola affinché la tenessero in osservazione.
-Madlen, la situazione non è grave tanto da ricoverarla, è solo stremata e stanca, debole certo, ma non tanto da camicia di forza
-Ti chiedo solo di tenerla sotto osservazione, di aiutarmi a farla stare meglio, ho bisogno del tuo aiuto, Patrick è in Florida da nostro figlio Stephan e tornerà non prima della prossima settimana, io e Antoine il suo vicino siamo i soli a starle accanto in questo momento, le sono successe troppe cose e la ragazza non riesce a restare lucida, tempo possa fare qualunque azione sconsiderata. In nome della nostra amicizia.
-Va bene Madlen, la terremo a riposo, ora va a casa, dormi un po’. Domattina torna alle nove e porta dei dolci, per me ovviamente.
-Grazie
-Sei il tipo di donna che trasforma gli uomini in burattini Madlen, è da sempre una tua prerogativa.
Madlen lo guardò come una mattina che abbatte il rivale.
-A domani Donald.
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È notte fonda e Alisia sta camminando da sola su un sentiero oscuro, sente dei rumori provenire da un luogo indefinito. Non riesce a vedere a causa dell’oscurità. Antoine? Mamma? Dana ? C’è qualcuno? Tutto tace e si trasforma in nebbia.
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Alle nove, come sentinelle, Madlen ed Antoine entrarono in clinica, uno con dei caffè e l’altra coi dolci promessi la sera prima al primario. Ad accoglierli una infermiera assonnata, stana e sottopagata li fece accomodare in sala d’aspetto in attesa del dottore. Arrivò trasognante e spaesato, aveva sicuramente passato la notte in bianco come ogni notte in quel posto di demoni invadenti.
-Donald, caffè e zucchero pastellato. La mia Allie?
-Sta bene, ha dormito tutta la notte e non ha dato segni di delirio durante il sonno, ciambelle, grazie ne avevo bisogno.
Si accasciò su una sedia con la tazza di caffè intiepidito dall’attesa e il cartone di ciambelle tra le mani.
-La stanza è la prima a destra lungo il corridoio, se dorme non svegliatela, ha sicuramente bisogno di riposo, come tutti qui dentro
-Amen- rispose come un fantasma da dietro il bancone l’infermiera che stava avvicinandosi per prendere un dolce dalla scatola che le tendeva il medico
Allie dormiva ancora e cercando di non fare rumore si sedettero ai l’agi del letto, guardandosi tra loro, meno preoccupati della sera prima ma non del tutto tranquilli. Il sonno sembrava profondo il suono del respiro era lieve come un accenno. Madlen posò una mano sul ventre della figlia e sussurró un saluto alla sua futura nipotina. Allie apri gli occhi e chiese cosa ci facessero lì impalati come mummie a guardarla mentre lei lpriva di fame e sete. Antoine uscì a comprare qualcosa per la colazione mentre Madlen testava a guardarla seduta accanto a lei.
-Papà ti saluta. È con Stephan. Ci sono buone notizie Bambina, si sposerà a breve e ha trovato un nuovo lavoro.
-Sono felice mamma se lo merita, è un bravo ragazzo
-I miei figli sono perle rare
- Mamma, cosa mi è successo? Perché non mi ricordo niente di quello che mi è successo nelle scorse settimane ?
-Amore, hai avuto un esaurimento nervoso dovuto allo stress e alla condizione fisica in cui ti trovi. Ti rimetterai presto. Devi riposare, prendere le vitamine e stare tranquilla. Dana è uscita dal coma, o medico sono fiduciosi, si rimetterà
-Non le ho fatto visita quando....- le lacrime le riempirono gli occhi in un baleno e la madre le accarezzò dolcemente il volto spostandole i capelli dietro l’orecchio come faceva sempre. Nel frattempo Antoine aveva fatto ritorno armato di ogni genere di leccornia, pasticcini glassati, cornetti, cioccolatino ripieni e due tazze enormi di tè verde. -Non sapevo cosa volessi e ho preso tutto quello che c’era-
- Hai svaligiato il bar non ti sembra un po’ esagerato ?
-Madlen, era una pasticceria e no perché non sapevo cosa mangiate di solito a colazione!
-Caffè!- esclamarono all’unisono guardandosi ridendo complici le due donne.
Rimase nella clinica per una settimana circa. Durante il giorno le facevano compagnia il vicino, con il quale ormai era pace fatta e sua madre. Prendeva vitamine ed integratori e non sognava più. I suoi sonni erano profondi e privi di simbolismi. Quando la dimisero salutó tutti soprattutto le infermiere con le quali aveva instaurato un bel rapporto e tornó a casa. Tutto era in ordine, c’erano fiori ovunque e bigliettini di pronta guarigione provenienti dalla sua casa editrice, dai colleghi e anche da Dana anch’essa uscita dall’ospedale e di nuovo operativa. A casa veniva coccolata e oh quel clima riuscì a trovare il giusto finale pe il suo libro. Decide di mandarlo tramite posta raccomandata. Usciva poche ore al giorno, quelle più calde e faceva un giro del vicinato, salutava i vicini e rientrava nel caldo abbraccio familiare. Con Antoine avevano ritrovato la complicità, passavano le serate a giocare a carte e a ridere. Il tempo della gravidanza stava scadendo e presto una nuova luce avrebbe invaso la sua vita, rendendola finalmente utile e reale.
Accadde, una mattina di primavera, a marzo inoltrato. Venne al mondo tra l’amore di tutti, addirittura il padre e il fratello, con consorte al seguito, accorsero per non perdersi il lieto evento. Una bambina stupenda di due chili e mezzo. Con gli occhi cangianti tipico dei neonati e le manine piccolissime. Non poteva essere poi felice. Come aveva previsto quella creatura aveva portato serenità e cose belle nella vita di tutti. Quando tornarono a casa che n la nuova arrivata e tutti ripartirono per le proprie destinazioni, Antoine prese coraggio e chiese ad Alisia di sposarlo. Lei, in modo inaspettato e felice rispose di si. Due settimane dopo si promisero amore eterno nella chiesetta del paese, in un caldo giorno di sole. Cominciarono la convivenza a casa di Antoine e misero in vendita quella di Alisia. Il libro stava andando a ruba e la vita prometteva una sana e Florida solidità.
Tuttavia un giorno di mezza estate durante un temporale avvenne qualcosa di strano nel quartiere, tutte le luci di colpo si spensero e Alisia si ritrovò sola a cercare candele e qualcuno che le rispondesse. Le vennero alla mente i ripetuti sogni che avevano infastidito i suoi sogni durante la gravidanza e cominciò a spaventarsi quando affacciata alla finestra cominciò a sgretolarsi il paesaggio di fronte a lei. Tutto si staccava piano come pezzi di puzzle. Ogni cosa si frantumava divenendo polvere. Io mondo stava sparendo sotto ai suoi piedi mentre una luce bianca e fredda le bruciava gli occhi e ingoiava tuffo. Qualcuno potrebbe pensare ad un rapimento alieno ed era esattamente ciò che era passato per la sua testa in quel momento, sebbene non avesse mai ceduto alla fantascienza.
Un mormorio soffuso di voci e rumori metallici le offuscavano la mente e le riempivano le orecchie. Il naso prese a sanguinare copiosamente e non riusciva a bloccarlo. Si guardò le mani intrise di un sangue scuro, i suoi vestiti strappati e un brivido di freddo la attraversó all’improvviso. Prese un respiro profondo e espiró così forte che io torace le si aprì in due dal dolore. Un incubo da cui non riusciva a svegliarsi. Una scossa elettrica le bloccò ok petto ed ebbe un sobbalzo poi il vuoto più oscuro.
-uno due tre... libera!
-ancora ! Coraggio! Sere Un voltaggio più forte ! Dottore !
-1..2..3 libera !
Venne al mondo. Come uscita dall’acqua riprese fiato. Il battito tornó regolare. I medici tirarono un sospiro di e cominciarono a battersi le mani ridendo e complimentandosi a vicenda.
-Corra a dare la lieta notizia, dottore ! Lei è un eroe ! La stavamo perdendo -
-Nessuna bambina muore sul mio tavolo chirurgico, non l’avrei mai permesso ragazzo
-Lei è eccezionale.
[continua...]
#LaStregaDiPortoBello
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jamariyanews · 7 years
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Il Giuramento dei Gesuiti, Ecco cosa giurò Papa Francesco entrando nell’Ordine
di L.M.P.I 23 settembre 2017 Il Giuramento dei Gesuiti non è un testo di fantasia, questo testo è riportato in diversi libri scritti non solo in anni diversi, ma anche in secoli diversi, ed è rimasto sempre lo stesso dalla nascita dell’Ordine. Su internet poi, è possibile scaricarlo in PDF. Non mi ero mai interessato più di tanto all’ordine dei Gesuiti ma mentre mi documentavo su tutt’altro sono finito a leggere questo giuramento. Il nostro attuale Papa è proprio un Gesuita, dunque lui stesso ha firmato questo giuramento che personalmente ritengo più che un giuramento di fede, un giuramento criminale, di tipo massonico, del tutto paragonabile per alcuni termini utilizzati come il Pugnale, al giuramento arcaico della ‘ndrangheta. Voglio comunque ricordare che quando Papa Clemente (Citato anche in un brano di Rino Gaetano) scomunicò la Massoneria, decise che l’ordine dei Gesuiti doveva essere cancellato, ma delle cellule riuscirono comunque a nascondersi in Russia, morto il Papa ritornano a esercitare la loro funzione normalmente. Non aggiungo altro, lo riporto qui sotto e lascio a voi trarre delle conclusioni: Il Giuramento dei Gesuiti  Quando un Gesuita sta per passare ai livelli più elevati l’Ordine, si inginocchia su una croce rossa davanti al Superiore. Davanti a lui ci sono due bandiere, quella ben nota gialla e bianca del papato, e la bandiera nera recante una spada e una croce rossa sopra a un cranio, con due tibie incrociate, quella dell’Ordine dei Gesuiti, conformemente al simbolismo massonico del grado di maestro. Il significato delle «due bandiere» è altamente iniziatico.  Sulla bandiera gesuita è scritto: IUSTUM, NECAR, REGES, IMPIOS – lo sterminio dei re, dei governi e dei dirigenti empi, secondo le lettere INRI apposte sulla croce di Cristo.  Il Superiore dell’Ordine tende al novizio, eletto tra decine di candidati, un crocifisso nero che preme sul suo cuore. Gli presenta in seguito una spada che il novizio afferra dalla lama nuda premendone la punta contro il suo cuore. Quindi il Superiore, sempre tenendo la spada per l’impugnatura, gli rivolge le seguenti parole:  Figlio mio, finora vi è stato insegnato ad assumere il ruolo di dissimulatore: ad essere un cattolico romano fra i cattolici romani, vigilando perfino sul vostro confratello; a non credere né a fare affidamento a nessuno; ad essere un ugonotto fra gli ugonotti, un calvinista fra i calvinisti, un protestante fra i protestanti ottenendone la fiducia per cercare di predicare anche dai loro pulpiti e denunciare con tutta la veemenza della vostra natura la nostra santa religione e il Papa; a scendere in basso se necessario, ad essere ebreo con gli Ebrei, per poter essere in grado, in quanto fedele soldato del Papa, di raccogliere qualsiasi informazione da fornire al nostro Ordine. Vi è stato insegnato a piantare insidiosamente i semi della gelosia e dell’odio tra le comunità, le province e gli stati che erano in pace, a incitarli ad atti di sangue, coinvolgendoli reciprocamente nella guerra, e a creare rivoluzioni e guerre civili in paesi indipendenti e prosperi, coltivando le arti e le scienze e godendo dei benefici della pace. A mettervi dalla parte dei combattenti e ad agire segretamente di concerto con il vostro fratello gesuita che potrebbe essere stato inviato nell’altro campo, pur opponendovi apertamente a colui che potrebbe essere vostro alleato. Alla fine solo la Chiesa dovrà essere vincitrice, alle condizioni fissate nei trattati di pace e il cui fine giustifica i mezzi. Vi è stato insegnato a compiere il vostro dovere di spia, a raccogliere qualsiasi statistica, fatto e informazione in vostro potere proveniente da qualsiasi fonte; a integrarvi nella confidenza della cerchia familiare di protestanti ed eretici di qualsiasi classe e carattere, che si tratti di un mercante, un banchiere, un avvocato, nelle scuole o nelle università, nei parlamenti, nelle magistrature e nei consigli giudiziari dello Stato, e di essere «qualsiasi cosa per tutti gli uomini», per riguardo verso il Papa di cui siamo i servitori fino alla morte. Finora avete ricevuto tutte le istruzioni in quanto novizio e neofita, e avete servito come coadiutore, confessore e sacerdote, ma non avete ricevuto tutto il necessario per comandare nell’esercito di Loyola al servizio del Papa. Al momento giusto dovete servire come strumento ed esecutore dei vostri superiori; poiché nessuno qui può comandare se non ha consacrato le sue fatiche con il sangue dell’eretico: «senza effusione di sangue, nessuno può essere salvato». Tuttavia, per adattarvi al vostro compito e assicurare la vostra salvezza, oltre al precedente giuramento di fedeltà al vostro Ordine e la vostra devozione al papa, dovete ora ripetere con me: «Io, —–, in questo momento e in presenza di Dio Onnipotente, di Maria Vergine Benedetta, di Michele l’Arcangelo Benedetto, di San Giovanni il Battista Benedetto, dei santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i santi e ospiti sacri del Cielo, e a te, mio Padre spirituale, Superiore Generale della Società di Gesù, fondata da Sant’Ignazio da Loyola durante il Pontificato di Paolo III, che prosegue a tutt’oggi, di fare mediante l’utero di Maria, la matrice di Dio e, attraverso la verga di Gesù Cristo, di dichiarare e giurare che Sua Santità il Papa è il vice-reggente del Cristo e il vero e unico dirigente sulla Terra della Chiesa Cattolica Universale; e che in virtù delle chiavi che aprono e chiudono, date dal mio Salvatore Gesù Cristo, ha il potere di detronizzare re, principi, stati, governi eretici, essendo tutti illegali senza la sua conferma sacra, e devono essere sicuramente distrutti. Di conseguenza, al sommo del mio potere, difenderò questa dottrina nonché il diritto e l’uso di Sua Santità contro tutti gli usurpatori dell’autorità eretica o protestante e tutti i loro aderenti per il fatto che sono impostori ed eretici, opponendosi alla Madre Sacra della Chiesa di Roma. In questo momento mi impegno a rinunciare e a sconfessare qualsiasi devozione dovuta a un qualche re, principe o stato eretico che si nomini protestante o liberale, a rifiutare l’obbedienza a una qualsiasi delle loro leggi, dei loro magistrati e funzionari. Dichiaro inoltre che le dottrine delle chiese di Inghilterra e Scozia, dei calvinisti, degli ugonotti e di altre della stessa risma dei protestanti e liberali sono dannabili, essendosi dannate esse stesse e che siano dannati coloro che non le abbandoneranno. Dichiaro inoltre che aiuterò, assisterò e consiglierò tutti gli agenti di Sua Santità ovunque mi trovi, in qualsiasi altro regno o territorio in cui andrò, di fare del mio meglio per estirpare tutte le dottrine eretiche, protestanti o liberali, e di distruggere tutti i loro pretesi poteri reali o di altro tipo. Inoltre prometto e dichiaro, nonostante ciò di cui sono dispensato, di assumere qualsiasi religione eretica, per propagare l’interesse della Madre Chiesa, di mantenere in segreto e in privato tutti i consigli di agenti, a seconda del tempo e secondo ciò che possono confidarmi, e di non divulgare, direttamente o indirettamente, mediante parole, scritti o altre circostanze; ma di eseguire tutto ciò che mi proporranno, tutto ciò di cui mi incaricheranno o ciò che scopriranno, in tuo nome, mio Padre Spirituale o per una qualche assemblea sacra. Prometto e dichiaro altresì che non avrò alcuna volontà propria, e neppure una qualsivoglia riserva intellettuale, sarò morto come un cadavere, ma obbedirò senza esitazione a ognuno e a qualsiasi ordine che possa ricevere dai miei superiori della Milizia del Papa e di Gesù Cristo; che andrò in qualsiasi luogo del mondo in cui possa essere inviato, senza mormorare o recalcitrare, e che mi sottoporrò a qualsiasi cosa mi sia ordinata. Prometto e dichiaro inoltre che, non appena mi si presenterà l’opportunità, farò una guerra implacabile, segretamente o apertamente, contro tutti gli eretici, protestanti o liberali, così come sono istruito per farlo, che li estirperò e sterminerò dalla faccia di tutta la Terra, senza risparmiare nessuno, qualunque ne sia l’età, il sesso o la condizione, che impiccherò, brucerò, farò deperire, rovinerò, scorticherò, strangolerò e seppellirò vivi questi eretici infami; che estrarrò i ventri e le matrici delle loro donne, schiaccerò le teste dei loro figli contro i muri, al fine di annientare una volta per tutte la loro razza esecrabile. Che nel caso in cui tutto questo non possa essere fatto apertamente, utilizzerò segretamente il recipiente con il veleno, la corda per strangolare, il ferro del pugnale o il piombo del proiettile, senza riguardo per il rango, l’onore, la dignità o l’autorità di una o delle persone, qualsiasi possa esserne la condizione di vita, pubblica o privata, giacché un qualsiasi agente del Papa o un superiore della Fraternità della Santa Fede, della Società di Gesù, potrebbe intimarmi di farlo. A conferma di ciò, dedico con la presente la mia esistenza, la mia anima e tutti i miei poteri corporei, e che con questa spada che ricevo ora, firmo con il mio nome scritto con il mio stesso sangue, per attestazione; e se si avverasse che vengo meno alla mia determinazione per falsità o debolezza, che i miei fratelli e soldati della Milizia del Papa mi trancino le mani e i piedi, e la gola da un orecchio all’altro, che il mio ventre sia aperto e che vi si bruci dello zolfo, con tutte le punizioni che possano essermi inflitte sulla Terra, e che la mia anima sia torturata dai demoni in un inferno eterno. Per tutto questo, io —-, giuro sulla Santa Trinità e il Santo Sacramento, che sono in procinto di ricevere, di celebrare, per quanto mi riguarda, invariabilmente; che devo fare appello a tutti gli ospiti celesti e gloriosi del Cielo affinché siano testimoni delle mie reali intenzioni di conservare questo in qualità di giuramento. A testimonianza di ciò, prendo questo alto e santo sacramento dell’Eucaristia, e per di più me ne porto testimone, mediante il mio nome scritto con la punta di questo pugnale intinta nel mio sangue e suggellato davanti a questa santa assemblea. Il Superiore: «Ora alzati in piedi e io ti insegnerò il catechismo necessario affinché tu possa farlo conoscere a qualsiasi membro della Società di Gesù appartenente a questo grado. In primo luogo, in quanto Fratello Gesuita, farai con un altro Fratello, il segno ordinario della croce come lo farebbe qualsiasi cattolico romano; poi uno di voi incrocia i polsi, con i palmi delle mani aperti, l’altro incrocia i piedi l’uno sopra l’altro; il primo punta con l’indice destro il centro del suo palmo sinistro, mentre l’altro punta col suo indice sinistro il centro del suo palmo destro, poi il primo fa con la sua mano destra un cerchio intorno alla sua testa, toccandola; in seguito l’altro con l’indice della sua mano sinistra tocca il lato sinistro del suo corpo proprio sotto il cuore, poi il primo mima con la mano destra il gesto di tagliare la gola dell’altro, poi l’altro con la mano destra fa il gesto di tagliare con la spada lo stomaco e l’addome del primo. Il primo dice quindi IUSTUM; l’altro risponde NECAR; poi il primo dice REGES, e l’altro risponde IMPIOS. Il primo presenta in seguito un pezzettino di carta piegata quattro volte in un modo particolare, che l’altro taglierà longitudinalmente aprendolo, vi si troverà il nome IESU scritto tre volte sulla testa e sulle braccia. Poi risponderete come segue alle domande che vi saranno poste.» D: Da dove venite? R: Dalle rive del Giordano, dal calvario, dal Santo Sepolcro e per finire da Roma. D: Chi servite? R: Il santo Padre di Roma, il Papa, e la Chiesa Cattolica Romana Universale ovunque nel mondo. D: Chi vi comanda? R: Il successore di Sant’Ignazio da Loyola, il Fondatore della Società della Chiesa o Soldati di Gesù Cristo. D: Chi vi ha ricevuto? R: Un venerabile uomo dai capelli bianchi. D: Come? R: Con una spada nuda, e me in ginocchio su una croce sotto le bandiere del Papa e del nostro Ordine Sacro. D: Avete prestato giuramento? R: Sì, di distruggere gli eretici e i loro governi e dirigenti, e di non risparmiare nessuno, qualunque ne sia l’età, il sesso o la condizione. Di essere come un cadavere senza opinione o volontà propria, ma di ubbidire implicitamente ai miei superiori per qualsiasi cosa senza esitazione e senza replica. D: Lo farete? R: Sì. D: Come viaggiate? R: Nella barca di Pietro il pescatore. D: Dove viaggiate? R: Ai quattro angoli del globo. D: A che scopo? R: Per ubbidire agli ordini del mio Generale e dei miei superiori, eseguire la volontà del Papa e adempiere fedelmente le condizioni del mio giuramento. Allora va’ ovunque nel mondo e prendi possesso di tutte le terre in nome del Papa. Colui che non l’accetterà in quanto Vicario di Gesù e del suo Vice-Reggente sulla Terra, che sia maledetto e sterminato.» (Il santo Padre inteso come il Papa che tutti conosciamo, mentre quando dice il Papa si riferisce al Papa nero capo dei Gesuiti) La mia parte intollerante Preso da: http://ift.tt/2yxF9da http://ift.tt/2yN0ArB
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