#Bambin Gesu`
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Giuseppe Nasini, Apparizione della Madonna col Bambino a San Filippo Neri e Santa Giuliana Falconieri
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twobrothersatwork · 1 month ago
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Carl Rahl, A Wreath Of Flowers For The Baby Jesus
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love-michael4ever · 4 months ago
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🌹💌 This Man was just unbelievably genres, he wouldn't forget to give his time to visit children sick in hospitals or donate money or gifts, the fact that when i see these types of memories i love to learn great things from Michael Jackson it makes me want to be just like him
📸 Michael Jackson Bambin Gesu Hospital Rome, Italy (May 22nd 1988) - MJ signed Autographs for the hospital staff and donates £ 100,000
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sakrumverum · 2 years ago
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Vatican-Cup: Bambin Gesù und Dombauhütte stehen im Finale
In den beiden Halbfinal-Spiele des vatikanischen Fußballcups haben die Favoriten die Partien klar gewonnen: Bambin Gesù gewann mit 9:2 gegen den FC Santos und Fabbrica di San Pietro gewann 5:1 gegen Gendarmeria. Im zweiten Halbfinale für den „Freundschafts-Cup“ siegten Archivio und Musei. Alles lesen https://www.vaticannews.va/de/vatikan/news/2022-12/vatican-cup-bambin-gesu-dombauhuette-fabbrica-finale-fussball.html
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santagatamilitelloblog · 5 years ago
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Sant’Agata Militello - sono arrivati a Roma i bambini intossicati in Croazia
Sant’Agata Militello – sono arrivati a Roma i bambini intossicati in Croazia
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Sono appena atterrati a Roma e subito presi in cura dall’ospedale pediatrico Bambin Gesù i due bambini di 11 e 4 anni rimasti intossicati dal monossido di carbonio in Croazia e ricoverati nell’ultima settimana a Spalato. Con loro la mamma Manuela ed i familiari. All’arrivo anche una pattuglia della Polizia italiana ad attenderli e scortarli. Intanto il sindaco di Sant’Agata Militello Bruno…
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covercyano · 2 years ago
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Players of Italy pose for a photo with children from the Bambin Gesu hospital before the training session at Centro Tecnico Federale di Coverciano on September 19, 2022 in Florence, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)
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poso-polu · 5 years ago
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Σήμερα ένα παιδί με ρώτησε: "Η καρδιά μένει πάντα στην ίδια θέση ή μια στο τόσο αλλάζει θέση; μετακινείται δεξιά κι αριστερά;"
Του απάντησα: "Όχι, η καρδιά μένει πάντα στην ίδια θέση. Αριστερά". Και αρχίζουν οι σκέψεις...
Κάποια μέρα θα μεγαλώσεις.
Και τότε θα καταλάβεις ότι η καρδιά ζει σε χιλιάδες διαφορετικά μέρη, χωρίς πραγματικά να κατοικεί πουθενά.
Ανεβαίνει μέχρι το λαιμό σου, όταν είσαι φορτισμένο
Κατεβαίνει ως το στομάχι σου, όταν φοβάσαι ή πληγώνεσαι.
Υπάρχουν φορές που επιταχύνει τους χτύπους της και νιώθεις σα να θέλει να βγει από το στήθος σου.
Άλλες φορές πάλι, αλλάζει θέση με το μυαλό.
Μεγαλώνοντας, θα μάθεις να παίρνεις στα χέρια την καρδιά σου και να την αποθέτεις σε ξένα χέρια.
Τις περισσότερες φορές θα γυρίσει πίσω πληγωμένη.
Μην ανησυχείς.
Θα είναι όμορφο κι αυτό ή μάλλον, αυτό θα είναι το πιο όμορφο.
Αλλά θα το καταλάβεις μετά από πάρα πολύ καιρό.
Θα υπάρξουν μέρ��ς που θα νομίζεις ότι δεν έχεις καρδιά.
Ότι την έχεις χάσει.
Και θα την ψάχνεις, με αγωνία σε ένα άρωμα, στο βλέμμα ενός περαστικού, στις άδειες τσέπες ενός κουρελιασμένου παλτού.
Έπειτα, θα υπάρξει μια άλλη ημέρα.
Μια ημέρα λίγο διαφορετική.
Κάπως ξεχωριστή.
Αρκετά σημαντική.
Η ημέρα που θα καταλάβεις πως δεν έχουν όλοι καρδιά
[Από έναν καρδιολόγο στο παιδιατρικό τμήμα του νοσοκομείου Bambin Gesu Roma].
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ifreakingloveroyals · 6 years ago
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Through the Years → Mary, Crown Princess of Denmark (536/∞)
8 November 2018 | Crown Princess Mary of Denmark visits 'Bambin Gesu' Pediatric Hospital in Rome, Italy. (Photo by Vatican Pool/Getty Images)
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lucasmasala86 · 3 years ago
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Lotta tra la vita e la morte la bimba sarda di 2 anni ricoverata al Bambin Gesù
Lotta tra la vita e la morte la bimba sarda di 2 anni ricoverata al Bambin Gesù
https://www.castedduonline.it/category/apertura1/ https://www.castedduonline.it/lotta-tra-la-vita-e-la-morte-la-bimba-sarda-di-2-anni-ricoverata-al-bambin-gesu/ Leggi la notizia su Vivereinsardegna.it
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Anonymous, Sacra Conversazione Mary with the Child, St Felicity of Carthage and St Perpetua
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sakrum1 · 3 years ago
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Schewtschuk: Eucharistie ist Mittel gegen den Tod
An die Bedeutung der Eucharistie für das kriegsgeplagte Volk der Ukraine hat der Kiewer griechisch-katholische Großerzbischof Swjatoslaw Schewtschuk an diesem Sonntag erinnert. In seiner täglichen Videobotschaft dankte er auch dem Papst für seinen Besuch am Krankenbett kleiner ukrainischer Patienten, die im Vatikan-Kinderkrankenhaus Bambin Gesu behandelt werden.
Alles lesen
  https://ift.tt/jC4qNVz
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sakrumverum · 3 years ago
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Papst besucht ukrainische Patienten im Vatikan-Kinderkrankenhaus
Papst Franziskus hat an diesem Nachmittag das vatikanische Kinderkrankenhaus Bambin Gesu besucht, um die Kinder zu begrüßen, die in den vergangenen Tagen mit verschiedenen Krankheitsbildern aus der Ukraine dorthin verlegt wurden. Das gab der vatikanische Pressesaal am Samstagabend bekannt. Alles lesen https://www.vaticannews.va/de/papst/news/2022-03/papst-franziskus-kinder-patienten-ukraine-bambin-gesu-besuch.html
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discoveryapulia · 4 years ago
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🧿Massafra, Apulia Italy The happiest place is inside yourself, even though my eyes don’t stop look at you. ................................................ . . . . . . . . . . . . . #hiking #apulia #puglia #massafra #italy #weareinpuglia #trekking #happiness #love #borghipiubelliditalia #italia #uk #picoftheday #walking #soul #followforfollowback #iconic #rustichome #ravine #believeinyourself #sunnyday #travel #travelphotography #travelblogger (at Quartiere Bambin Gesu Massafra) https://www.instagram.com/p/CN6zrptAoKN/?igshid=y6zo1740j3vc
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itscayenna591 · 4 years ago
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LA VERGINE MARIA E IL BAMBIN GESU' STATUA (presso Crazy Lake 2.0 asd c/o Lago Antille) https://www.instagram.com/p/CL71bzvLqpZ/?igshid=ws6g175je4xq
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sciatu · 7 years ago
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RACCONTO DI NATALE : IONA
Iona entrò in casa tutta arrabbiata. Sua nonna, che come sempre aspettava con ansia il suo arrivo sulla porta di casa, se ne accorse subito. Appena entrata Iona butto lo zaino per terra con un plateale gesto di stizza come fanno i bambini quando vogliono attenzione e a passi pesanti e con la faccia rabbiosa attraversò il salotto diretta nella sua stanza. ”Iona, cori i to nonna chi ti succidiu?” la nonna chiese mentre la vedeva passare davanti con il muso lungo lungo ad evidenziare una terribile rabbia. La piccola fece ancora qualche passo poi si girò di scatto facendo oscillare tutti i suoi capelli ricci da destra a sinistra, quando si fermò, con la voce stridula e gli occhi quasi pieni di lacrime grido “io non ci torno più in quella scuola di stronzi! Non ci torno più neanche se mi ammazzano” e girandosi di scatto se ne uscì dal salotto singhiozzando in modo ancor più plateale e sbattendo la porta. Entrò nello stesso momento la madre di Iona, carica di sacchetti pieni di frutta e verdura sbuffando per la fatica. “Catina, ma chi ci succidiu a to figghia?” chiese la nonna angosciata dal pianto della nipote. La madre di Iona sbuffò mettendo sul tavolo della cucina la spesa. “nenti Mà, u sai chi è esagerata” “na visti mai accussi ncazzata…” insiste la nonna preoccupata. “nenti Mà: cosi i carusi. Oggi in classe sceglievano chi doveva iniziare la recita di Natale, ed erano rimasti lei e Ginu, u figghiu du pisciaru…” “beddu chiddu…” commentò la nonna che quando insegnava aveva avuto il padre come scolaro. “...allura Iona ha recitato la poesia meglio di lui e la maestra ha scelto lei; Gino si è arrabbiato e si è alzato in classe e ha detto che non si poteva far recitare la poesia ad una che ha le orecchie come a quattara ill’assu i coppi; tua nipote che è permalosa gli ha risposto e ne è venuto fuori un putiferio perché Gino la voleva picchiare, ma figurati si Iona si potta i coppi a casa (figurati se non li restituisce) “ “fici bonu - rispose la nonna seria seria - non le doveva dire quello che ha detto, lo sai quanto Iona si vergogni delle sue orecchie, se ne è fatta un complesso” “si deve abituare all’ idea, non e che da grande le orecchie scompaiono – rispose la madre che aveva fretta, ed aggiunse per chiudere la discussione -  Ha detto la sua  maestra se poi l’aiuti a fare le ali degli angioletti della recita, io vado che ho la riunione, prepara qualcosa per stasera” bevve un sorso d’acqua e usci di corsa. La nonna restò dietro la porta di Iona e dopo un minuto bussò “Iona, vuoi qualcosa? Posso entrare? “ “NO! – urlo rabbiosa Iona – non voglio vedere nessuno, malanova a quannu me matri mi fici sto ricchi i Dumbo” “Iona cori da nonna nun fari accussi, chiddu.. Ginu… è bastasi nun ta pigghiari..” “iddu u dici, ma l’otri u pensanu: si misiru tutti a ridiri quannu dissi chi haiu i ricchi come l’asu i coppi…” “non ta piggjiari sciatu mei, tu si bedda, intelligenti….”  “ e chi ricchi i n’elefanti” grido ancora più rabbiosa Iona. 
Si mise a piangere abbracciata al suo cavallino bianco e nascosta sotto le coperte nel suo letto. Aveva chiuso anche le persiane, così tutta la stanza era nella penombra, ma a lei, nel buio delle coperte, non le interessava essere vista o vedere qualcuno. Era arrabbiatissima, ma ancor di più era disperata. Si ricordò la prima volta quando, mentre stavano guardando il film Dumbo all'asilo, tutti i suoi compagni si misero a ridere girandosi vero di lei; o di quando si doveva comprare gli orecchini e tutti quelli che provava erano orribili tanto da sembrare, da come pendevano, i piccoli babbi natale di cioccolata che appendeva all’albero di Natale. Inoltre ogni volta che litigava con qualcuno ecco che subito venivano fuori le sue orecchie che a seconda dei casi erano o “i ricchi d’elefanti”, o “i manici da quattara”, o “u radar ill’aerupottu”, “i ricchi du scimpanzè”, o le chiedevano se sentiva le formiche camminare nel Sahara. Nessuno dei suoi compagni di classe la guardava come i maschi guardano le bambine e se prendeva qualche bel voto tutti a dire che il bel voto dipendeva dal fatto che chi aveva le orecchie grandi aveva più spazio per il cervello…. Non ne poteva più! Più lei si impegnava per essere brava, per essere la migliore ed essere apprezzata, più tutti a tirare fuori le sue maledette orecchie per farla sentire una scimmia. Perché le avevano dato quelle orecchie? lei non era diversa dalle altre bambine, perché tutti la giudicavano per come era fuori e non per quello che era veramente? Erano tutti stronzi! Gesù bambino non doveva portare regali a nessuno, perché erano tutti cattivi con lei!
  Non c’era niente da fare, si disse la nonna, Iona era più testarda di suo padre e non avrebbe ragionato per un bel po'. La nonna si intristì. Le orecchie erano state per Iona sempre un problema. Avevano cercato di farle superare questa sua fobia, ma lei era invece diventata sempre più sensibile a quello che lei pensava fosse un suo irrimediabile difetto. Era arrivata a farsi crescere i capelli e a cotonarli per nascondere le orecchie o anche d”estate quando il caldo era troppo per tenere la folta capigliatura libera sulle spalle, portava tutti i generi di cappelli che le permettessero di nascondere le grandi orecchie. La nonna era demoralizzata se a questa età era così sensibile, figurarsi a vent’anni quando la bellezza per una ragazza in cerca d’amore diventava una questione di vita o di morte. Senti un tonfo venire dal salotto. Andò a vedere, ma non trovò nulla di strano, solo quando guardò il presepe capi che l’angelo sopra la capanna era caduto. Andò a prenderlo accanto all’asino. Lo girò per aggiustare il filo che lo teneva in alto sulla capanna. “Signuri mei, ci vurria nu miraculu pi Iona…” penso amareggiata. Rimise l’angelo a posto e lo guardò. L’angelo ruotava mostrando ora il volto ora le ali con l’aureola, ora il volto, ora le ali con l’aureola. “un miracolo…” si disse di nuovo la nonna e sorrise. Andò al telefono e compose un numero, quando la maestra di Iona rispose la salutò e continuò “Senti na cosa Lucia, avemu fari nu miraculu……”
“forza, ca mettiti l’ ali” Iona allargo le braccia mentre la nonna le sistemava sulla schiena due ali dorate. Le mise poi un cerchietto in testa da cui partiva un’aureola dorata. Le acconciò i capelli in modo che il cerchietto non si vedesse e nel fare questo lascio scoperte le grandi orecchie. “no nonna si vedono le orecchie “ disse Iona spaventata. “No, devono andare cosi per l’aureola, se no si vede il cerchietto…” Iona cercò uno specchio per guardarsi ma nello sgabuzzino della sacrestia della chiesa dove si trovavano, non ce n’era. Non capiva perché lei si dovesse vestire li dentro mentre i suoi compagni di classe erano nello stanzone in fondo alla sacrestia. Le avevano spiegato che lei doveva uscire per prima e recitare la poesia con una candela in mano nel buio della chiesa e poi sarebbero arrivati i compagni su due file vestiti da angioletti cantando Tu scendi dalle stelle. “le orecchie si devono vedere – fece la nonna seria – cosa ti ho detto?’” “che Gesù ci deve fare un miracolo – rispose Iona automaticamente - deve..” “non lo dire - fece sottovoce la nonna – devi dirlo a mezzanotte dopo la poesia, chiudi gli occhi e lo chiedi a Gesù, è il suo compleanno non potrà negartelo e poi sarà tutto buio, non ti vedrà nessuno” quest’ultimo argomento convinse Iona più della possibilità del miracolo a cui non sapeva se credere o meno. Quando fu il momento le luci si spensero e lei lentamente uscì dalla sacrestia camminando nella chiesa buia fino al centro della navata con una candela accesa in mano. Una volta nel mezzo della chiesa si guardò intorno, ma nel buio non riusciva a scorgere nessuno e si sentì meglio perché forse, anche gli spettatori della recita non avrebbero notato le sue orecchie; la maestra Lucia le porse il microfono e lei incomincio a recitare.
Oggi è una notte molto speciale Perché è la santa notte di Natale In questa notte stellata e bella Gli angeli portano la lieta novella Oggi è nato il nostro salvatore Figlio di Dio e del suo amore Da un bue e un asinello è scaldato Da tutti i pastori è qui adorato Venite a guardare tutti quanti il piccolo bambino qua davanti Venite adoriamo il pargolo divino Venite preghiamo Gesù bambino L’amore di Dio guarda i nostri cuori non gli importa come siamo fuori E in questa notte di pace e bontà Gridiamo al mondo la gran novità Che anche se non hanno le ali Tutti i bambini son tra loro uguali Non conta il colore o dove son nati Non conta se ricchi oppure affamati agli occhi dell’amore non c’è differenza nel cuore di Dio nessuna preferenza Tutti i bimbi del mondo sono fratelli perchè Dio li vede tutti quanti belli
Finita la poesia Iona chiuse gli occhi e dentro di se incomincio a pregare “Gesu bambino sono stata brava, ho sempre fatto i compiti e ho aiutato la mamma, ti prego fammi di diventare le orecchie come quelle dei miei compagni, non voglio più essere diversa da loro.” Intanto sentiva i compagni che entravano cantando, quando furono vicini a lei piano piano le passavano davanti e la baciavano su una guancia. Le luci si alzavano e lentamente la chiesa si illuminava.  Sentì che i genitori ridevano ed apri gli occhi e li vide che tutti battevano le mani o che facevano le foto con i telefonini. Lei si guardo intorno disorientata da tanto clamore e si girò a vedere i suoi compagni che erano sui gradini che portavano all’altare. Restò a bocca aperta: avevano tutti delle orecchie uguali alle sue, che uscivano dalla testa larghe e tonde. “mamma mia che ho fatto?” Pensò e si toccò le sue per vedere se Gesù bambino nel fare il miracolo le avesse dato delle orecchie normali rendendola ancora una volta diversa, ma le sue orecchie erano rimaste come erano. Penso che nel passare tutti i suoi compagni l‘avevano baciata, anche quel runzuni di Gino gli aveva stampato un bacio sulla guancia, forse per dirle che le volevano bene e che se avevano le stesse orecchie, non era per prenderla in giro, ma perché non la pensavano diversa da loro. Iona era felice, si girò sorridendo a guardare il pubblico: anche se le orecchie dei suoi compagni sembravano di gesso colorato, Gesù era stato bravo, aveva fatto un miracolo e poi, come diceva la nonna, tutti hanno delle orecchie di cui si vergognano, alcune si vedono ed alcune sono nascoste, ma è quando tutti le possono vedere senza farci caso e noi non ci vergogniamo più di averle, che incomincia il Natale.
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giuliocavalli · 7 years ago
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È la cultura l'antitodo alla dissoluzione civile
È la cultura l'antitodo alla dissoluzione civile Oggi su Il Messaggero è uscito un appello che condivido completamente e che ritengo sia uno degli aspetti più urgenti nei prossimi anni. L'hanno sottoscritto molti personaggi della cultura italiana (quelli che ultimamente dalle parti del Parlamento vengono trattati con uno sbuffo) e centra in pieno la crisi culturale italiana. Le bufale, l'odio, la disperazione incontrollata, le reazioni violente e tutto quello che a cui stiamo assistendo in questi bassissimi giorni di bassa propaganda sono figli di un vuoto culturale che va curato con uno sguardo lungo non condizionato dalle prossime elezioni, dal prossimo congresso o dalle beghe delle correnti di partito ed è uno sforzo che dobbiamo a noi ma soprattutto ai nostri figli.  Ieri iscrivevo del piano nazionale per la lettura (qui) proprio per questo: è tempo di seminare cultura anche se non porta voti immediati. È tempo di prendersi la responsabilità di una funzione pedagogica della politica senza tentennamenti. Ecco l'articolo di Huffington Post: La cultura è la "grande assente della campagna elettorale, proprio quando servirebbe un "impegno a tutto campo per puntare sulla cultura" che è "il motore della crescita civile", per questo dopo il 4 marzo i partiti "fra i primi compiti" devono darsi quello di "puntare sulla cultura" con l'obiettivo di restituire all'Italia "il suo ruolo di culla della cultura e della civiltà", attingendo "anche alla competenza e all'energia delle migliori risorse del paese". Lo chiedono, in un appello-manifesto pubblicato dal quotidiano 'Il Messaggero', 50 appunto fra le "migliori risorse del paese", cinquanta intellettuali e artisti capitanati da Marina Valensise, fondatrice di Vale, ovvero Valorizziamo aziende artisti lavoro esperienze. Tra i firmatari anche la psicoterapeuta Vera Slepoj, lo scrittore Raffaele La Capria, il regista Carlo Verdone, l'antichista Maurizio Bettini, il musicista Paolo Fresu e lo storico della lingua italiana Luca Serianni.  "A scuola - inizia il testo dell'appello, cui si può aderire all'indirizzo mail [email protected] - gli allievi prendono a coltellate i professori e i loro genitori li prendono a calci. Nei musei, si oscurano i nudi di Schiele e le bambine di Balthus. Nelle università si riscrive la storia, e nei teatri si riadattano i classici ai pregiudizi contemporanei. Per le strade, il pestaggio sostituisce il confronto delle idee, mentre sul web spopolano l'insulto e la condanna preventiva. In tutto il mondo, negare la cultura genera nuova violenza, ma in Italia si aggiunge il rischio della dissoluzione civile". "Urge perciò - prosegue il testo - un impegno a tutto campo per puntare sulla cultura, purtroppo grande assente della campagna elettorale. Restituiamo all'Italia il suo ruolo di culla della cultura e della civiltà. Rilanceremo l'Europa guidandone la rifondazione, restituendo non solo dignità ai cittadini, ma futuro a chi sente di esserne privo. Cultura è aver cura, è il motore della crescita civile, è coscienza del patrimonio inestimabile di cui siamo depositari, a cominciare dalla lingua che parliamo, dai monumenti fra i quali viviamo, dai centri storici e dal paesaggio che ci circondano". E ancora: "Puntare sulla cultura significa valorizzare i tesori ricevuti in dono dal passato e farli rivivere per consegnarli alle nuove generazioni, col senso pieno di comunità che accompagna chi ne è consapevole. Ritornare alla cultura vuol dire, dunque, pensare nuove strategie per educare e ispirare i più deboli, grazie ai prodigiosi strumenti che abbiamo a disposizione. E' questo uno fra i primi compiti che spettano a chiunque, dopo il 4 marzo, avrà responsabilità al governo o all'opposizione. Abbia cura della cultura e dei diritti dei cittadini, attinga anche alla competenza e all'energia delle migliori risorse del paese, e valorizzi nell'interesse di tutti un immenso capitale da preservare con passione", conclude il manifesto. Ecco l'elenco completo dei firmatari, insieme a Marina Valensise: Vera Slepoj, psicoterapeuta; Raffaele La Capria, scrittore; Carlo Verdone, regista; Maurizio Bettini, antichista; Paolo Fresu, musicista, compositore; Luca Serianni, storico della lingua italiana; Quirino Principe, filosofo della musica; Toto Bergamo Rossi, restauratore; Patrizia Asproni, Presidente Confcultura; Pina Amarelli Mengano, imprenditrice; Paolo Portoghesi, architetto; Enrico Vanzina, sceneggiatore e scrittore; Carlo Olmo, storico dell'architettura; Massimo Bottura, cuoco; Enrico Rava, musicista; Eva Cantarella, grecista; Elio Pecora, poeta; Raffaele Casarano, musicista, compositore; Marco Filoni, filosofo; Marco Giammona, ingegnere; Emanuele Trevi, scrittore; Stefano Gervasoni, musicista, compositore; Paola Gribaudo, editore; Vittorio Montalti, musicista, compositore; Marco Tullio Giordana, regista; Daria Galateria, saggista; E, ancora, Dino Rubino, musicista, compositore; Marcello Smarrelli, storico dell'arte e curatore; Paolo Gori, editore; Alessandro Campi, storico e politologo; Alberto Saravalle, professore, avvocato; Elena Loewenthal, traduttrice; Antonio Forcellino, restauratore; Emanuele Torquati, pianista; Massimo Alvisi, architetto; Giuseppe Caccavale, artista; William Greco, musicista, compositore; Luca Campigotto, fotografo; Francesco Filidei, musicista, compositore; Giorgio Sasso, violinista; Enzo Restagno, saggista; Francesco Mario Corrao, arabista; Cristian Comencini, scrittrice e regista; Brunello Tirozzi, fisico; Noemi Paolini Giachery, saggista; Emerico Giacheri, italianista; Roberto Deidier, comparatista; Bianca Maria Frabotta, italianista; Silvia Ronchey, bizantinista; Massimo Di Gesu, compositore; Ennio Pouchard, critico d'arte.
Oggi su Il Messaggero è uscito un appello che condivido completamente e che ritengo sia uno degli aspetti più urgenti nei prossimi anni. L’hanno sottoscritto molti personaggi della cultura italiana (quelli che ultimamente dalle parti del Parlamento vengono trattati con uno sbuffo) e centra in pieno la crisi culturale italiana. Le bufale, l’odio, la disperazione incontrollata, le reazioni violente…
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