#Alessandro Giuli
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ALESSANDRO GIULI NUOVO MINISTRO DELLA CULTURA – Perché mi avete convocato? – Senti, Alessandro, ti andrebbe di fare il ministro della cultura? – Ma certo. Quando comincio? – Prima vorremmo farti qualche domanda. Sai com'è… ci attaccano per qualsiasi cosa. – Naturalmente. Chiedete pure. – Hai un amante sospetta? – Cosa intendete per sospetta? – Una che potrebbe essere una spia cinese? – No, niente del genere. – Amante di sinistra? – No no. – Influencer? – No. – Stranezze gender? – Nessuna. – Hai mai usato droghe? – No, mai. – Hai qualche scheletro nell'armadio? – Nulla, dico sul serio. – Militanze politiche strane? – Forse qualcosa. – Tipo? – In gioventù sono stato militante di un gruppo razzista nazifascista così estremo che Fratelli d'Italia al confronto è la Democrazia Cristiana. – Ah, meno male, sei in regola. Abbiamo un'ultima domanda. – Prego. – La capitale del Belgio? – Bruxelles. – Grazie. Facciamo controllare la risposta su Wikipedia dal nostro team di esperti informatici e fra un'ora ti richiamiamo. In caso di risposta esatta, il posto è tuo. – Grazie!
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Il lonfo non vaterca né gluisce (sintassi labirintiche irte di polisillabi ermetici…)
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Roma / "Miti greci per principi dauni": rientrano in Italia i tesori trafugati. Ora in mostra al Museo Etrusco di Villa Giulia
Roma / "Miti greci per principi dauni": rientrano in Italia i tesori trafugati. Ora in mostra al Museo Etrusco di Villa Giulia
Mario Galloni Ieri a Roma, presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, è stata inaugurata la mostra “Miti greci per principi dauni”, un’esposizione che celebra il ritorno in Italia di 25 reperti archeologici trafugati. L’evento, alla presenza del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e di altre autorevoli figure, segna una tappa significativa nella tutela del patrimonio…
#Alessandro Giuli#Altes Museum#archeologia#Carabinieri#Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio culturale#Carabinieri TPC#Luana Toniolo#Luigi La Rocca#Ministero della Cultura#miti greci#Museo di Villa Giulia#principi dauni#restituzioni#TPC#vasi apuli#vasi attici
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Non l'ho visto girare qui su Tumblr, quindi ho pensato che però quanto a me quanto quel che non posso fare che io per me qualcosa da poter fare dovrebbe esserci.
#giuli#ministro della cultura#supercazzola#cannarsi#politica#italia#italy#tumblr italia#politica italiana#governo#alessandro giuli#neon genesis evangelion
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A distanza di giorni ho letto lo sproloquio reboante dell’attuale Ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Non è insignificante. È banale. Un vestito appariscente che nasconde il trito, il ritrito e il quasi niente.
«Di fronte a questo cambiamento di paradigma, la quarta rivoluzione epocale della storia delineante un’ontologia intonata alla rivoluzione permanente dell’infosfera globale, il rischio che si corre è duplice e speculare. L’entusiasmo passivo, che rimuove i pericoli della ipertecnologizzazione, e per converso l’apocalittismo difensivo che rimpiange un’immagine del mondo trascorsa, impugnando un’ideologia della crisi che si percepisce come processo alla tecnica e al futuro intese come una minaccia».
Provo a tradurre in italiano semplice. Dice più o meno che di fronte alla grande trasformazione della nostra epoca, con l’influenza della tecnologia e dell’informazione globale, ci sono due rischi opposti. Da un lato, l’entusiasmo eccessivo che ignora i pericoli della tecnologia avanzata. Dall’altro, la paura esagerata che vede il passato come migliore e considera la tecnologia e il futuro come una minaccia.
Un concetto che 60 anni fa aveva espresso molto meglio (e anche in modo più leggibile) Umberto Eco in “Apocalittici e integrati“.
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Carlo Greppi FB
“Dobbiamo riaffermare la centralità del pensiero solare, il punto d’incontro tra la rigidità delle ideologie, della battaglia delle idee che si discioglie nella luce meridiana dello spirito mediterraneo.”
Gli interventi del ministro della cultura Alessandro Giuli - come quello all’apertura della Fiera Internazionale del Libro di Francoforte, dove l’Italia è ospite d’onore - non dovrebbero far ridere: attinge a piene mani, e consapevolmente, al pensiero e al vocabolario di Julius Evola, fascista e teorico del razzismo; di quel brodo informe, peraltro, si nutrì lo stragismo nero negli anni Settanta.
Non cerca neanche di nasconderlo, il ministro nero. E intanto le loro radici “non gelano”, e l’albero cresce.
Per chi volesse approfondire, ne ha scritto il mese scorso il sempre brillante Luca Casarotti su Jacobin Italia:
https://jacobinitalia.it/un-evoliano-al-ministero/
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Peggio di così non si poteva fare a livello di comunicazione. La notizia ha scatenato le opposizioni, con Matteo Renzi, il Movimento 5 stelle e il Pd alla carica per chiedere spiegazioni di questo nuovo maldestro passo falso di Meloni, che da agosto non trova pace: prima con le dichiarazioni che avallavano una fantomatica cospirazione delle toghe a carico della sorella Arianna e ora con i dieci giorni di passione intorno all’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
A guardare bene, gli errori comunicativi hanno avuto un crescendo di confusione paragonabile solo alla débâcle dell’ormai famigerata conferenza stampa a Cutro. Tutto è cominciato con la decisione di Meloni di metterci la faccia, intervenendo in difesa del suo ministro alla trasmissione di Paolo Del Debbio per poi essere smentita in diretta da Boccia.
Poi la scelta di tenere nel limbo Sangiuliano anche davanti all’evidenza, rifiutando le sue prime dimissioni ma costringendolo a sottoporsi all’imbarazzante intervista al Tg1. Infine, la dimostrazione tangibile che Meloni si sente costretta in un fortino assediato, con l’allontanamento della polizia. Una sequela di errori, leggerezze e sottovalutazioni inaspettate da parte di una premier che, durante il Consiglio dei ministri di ripresa dei lavori, aveva parlato dell’importanza di comunicare «di più e meglio».
Archiviato il tentativo, fallito, di farsi consigliare da un giornalista esperto come Mario Sechi, la premier aveva deciso di riportare la gestione del dossier comunicazione “in famiglia” promuovendo nel ruolo di consigliere strategico l’amico e sottosegretario Giovanbattista Fazzolari. Ora, dopo questi giorni di fuoco, l’orientamento di Palazzo Chigi sarebbe quello di trovare un nuovo esperto esterno in grado di gestire la crisi. Fazzolari rimarrebbe al suo posto di regista della comunicazione politica, il nuovo profilo dovrebbe invece evitare che altri “casi Boccia” esplodano.
Più facile a dirsi che a farsi, perché il profilo di alto livello che Meloni sta cercando è difficile da identificare. Tra i nomi collaterali al partito (che sono sempre la scelta preferita della premier) non spuntano persone all’altezza di un ruolo del genere, e, al di fuori, nessuno si è mostrato disposto a caricarsi di un compito tanto gravoso. Reso ancora più complicato dalla necessità di districarsi nella fitta rete costituita dal “cerchio magico” della premier, composto, oltre che da Fazzolari, dalla sorella Arianna, dalla segretaria Patrizia Scurti, dalla storica portavoce Giovanna Ianniello e da pochi altri fedelissimi.
Dopotutto è anche questo uno dei motivi che ha convinto Sechi, mai davvero entrato in sintonia con il cordone sanitario meloniano, a traslocare alla direzione di Libero. Un riflesso di questo “effetto respingente” di Meloni & co. lo si vede anche in altre posizioni strategiche.
L’ex cognato e ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida fatica a trovare un capo dell’ufficio stampa dopo l’addio di Paolo Signorelli, costretto a lasciare per le sue chat con il defunto Fabrizio “Diabolik” Piscitelli. E anche in altri ministeri, come quello della Giustizia, si è assistito a un avvicendamento.
A oggi, dunque, a Roma si registra un fuggi fuggi di comunicatori e spin doctor avvicinati informalmente dallo staff presidenziale. Proprio questa penuria di figure all’altezza è ormai un’emergenza per il governo, soprattutto per le caselle appannaggio di Fratelli d’Italia. Anche per questo Meloni sarebbe intenzionata a tenere ad interim le deleghe del dimissionario Raffaele Fitto, affidandole ai suoi sottosegretari, e per sostituire Sangiuliano ha scelto la soluzione lampo di Alessandro Giuli, tra i profili più stimati provenienti dalla destra e già “bollinato” come fedele.
La lista di nomi presentabili, senza imbarazzanti rapporti col passato legato alla Fiamma e con curriculum all’altezza, è praticamente finita. Il criterio di selezione basato sulla fedeltà, anche ideologica, sta mostrando tutti i suoi limiti.
Dopo due anni di governo e mentre si comincia a discutere una Finanziaria che si preannuncia molto complicata, la fotografia è quella di una premier ossessionata dal timore di complotti e asserragliata a palazzo Chigi, circondata dai suoi fedelissimi e preoccupata che i poliziotti della sicurezza origlino alla sua porta e spifferino ai nemici i suoi segreti.
In realtà – se spifferi ci saranno – rischiano di provenire proprio dalle leggerezze inaccettabili commesse dal suo ministro della Cultura. Che ha permesso a Maria Rosaria Boccia di tenere sotto scacco la premier e, secondo alcune sue allusioni, anche le persone a lei più vicine.
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Nella stessa giornata di ieri, Meloni ha detto che la mancanza di lavoratori in Italia non si risolve “con i migranti, ma con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile”, e il suo ministro-cognato Lollobrigida ha detto che “va costruito un welfare per consentire di lavorare a chiunque e avere una famiglia. Non possiamo arrenderci al tema della sostituzione etnica”.
Il secondo, sempre entusiasta (si ricordi la sua travolgente infatuazione per quel macellaio criminale che fu il maresciallo Rodolfo Graziani), fa un passo di troppo e dice in chiaro anche il movente, che la cognata invece pudicamente tace: e quel movente è la lotta alla “sostituzione etnica”.
Solo pochi giorni fa Alessandro Giuli, a Otto e mezzo, aveva assicurato che nessuno, a destra, avrebbe più usato una simile categoria. E del resto io stesso sono stato coperto di insulti in diretta – stavolta ad Agorà, dalla deputata FdI Chiara Colosimo – solo per aver ricordato che Salvini e Meloni l’hanno propagata centinaia di volte nella loro propaganda fondata sulla paura del diverso.
Credere nella “sostituzione etnica” significa credere che qualcuno (Soros, gli ebrei, i poteri forti, i cinesi o chi volete voi…) voglia sostituire, attraverso le migrazioni, i bianchi cristiani d’Europa con i neri musulmani.
Adolf Hitler lo sostiene in Mein Kampf, e oggi questa mostruosità è una bandiera di tutte le destre razziste e xenofobe.
Ieri il ministro Lollobrigida, così vicino a Meloni, ha platealmente dimostrato l’ovvio: e cioè che, sì, anche Fratelli d’Italia si accanisce contro i migranti proprio per questo, per l’identità etnica.
Perché quelli (i migranti) sono musulmani e neri, e loro (i politici) sono xenofobi e razzisti.
Non che avessimo dubbi.
Tomaso Montanari - Fatto Quotidiano, 19 aprile
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PREVISIONI DEL TEMPO: IN ARRIVO GIORNATE FREDDE
Corriere della sera: «L'Italia nella morsa del ghiaccio».
La Verità: «Freddo a novembre. Scacco matto, Greta Thunberg!».
Matteo Renzi: «La sinistra del no può dire quello che vuole, ma nei prossimi giorni indosserò il mio cappotto Emporio Armani. Poi andrò alla ricerca di un clima più caldo nella simpatica cornice rinascimentale dell'Arabia Saudita».
Carlo Calenda: «Io invece vado a Dubai. Questo dimostra che esistono profonde differenze tra la mia visione e quella di Matteo Renzi».
Gennaro Sangiuliano: «Io me ne andrò nell'isola caraibica di Copenhagen (e non di "Helsinki", come erroneamente aveva scritto il mio social media manager. Ovviamente l'ho già licenziato».)
Diego Fusaro: «Con grande disappunto delle vestali che propalano turbodottrine climatiche globaliste di gretiniana ispirazione per fomentare la sostituzione etnica, l'oracolo meteorologico annuncia un'italica frescura novembrina che mal si concilia con la narrazione sorosiana».
Matteo Salvini: «Roba da matti! Alla faccia del surriscaldamento globale! Greta Thunberg non sarà d'accordo, ma io mi mangio una polenta con la salsiccia. Viva l'Italia, viva le nostre tradizioni. La carne sintetica la lascio ai buonisti».
Giorgia Meloni: «Il freddo a novembre è un'altra sfida vinta dal nostro governo nella sua battaglia contro gli scafisti».
Alessandro Giuli: «La profezia ipotermica impone un tecnocratico asservimento al calorifero, mitigato dalla nobile rapacità aritmetica delle nostre bollette. E non fatemelo ripetere perché non ci ho capito un c4zz0 neanche io».
[L'Ideota]
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Minister of Tourism participates in the celebration of the 200th anniversary of the Egyptian Museum in Italy
The Minister of Tourism and Antiquities, Sherif Fathy, was a guest honor in the gala ceremony planning on celebrating the 200th anniversary of the Egyptian Museum in Turin, Italy along with the President of Italy, Italian Minister of Culture Alessandro Giuli, and many international dignitaries, ministers, and museum directors.
"The event that signifies the ever-longer attachment of Egypt to Italy was graced by eminent figures such as Egypt's ambassador to Italy, Bassam Rady; Secretary General of the Supreme Council of Antiquities, Dr. Mohamed Ismail Khaled; and the president and director of the Egyptian museum in Turin, Evelina Cristalin and Dr. Christian Greco, respectively."
Tourism in Ismailia Governorate Cataracts begin from the village of Al-Mahsima and extends all the way to the village of Dhahria, the most famous cities in the Republic of Egypt.
I would like to mention in his speech that he had stated Egypt's historical ties with Italy, which were thousands of years old, and Egypt's commitment to further developing such ties.
Cultural projects in cooperation regarding archaeological activities are highly stressed by him, including reference to the necessity of culture, antiquities, and dialogue of civilizations as bridges between nations.
This is evident in collaborations such as preserving artifacts from the Bubastis Ancient City | Tell-Basta | Per-Bast and exploring advanced methodologies for sustainable tourism, a priority for both nations.
As part of the event, Fathy toured the museum's newly developed halls alongside the Italian Minister of Culture, Alessandro Giuli, and discussed strategic plans to deepen cooperation between the two countries.
Key topics included utilizing Italian expertise in antiquities restoration, preparing files for UNESCO World Heritage Site registration, and joint efforts to combat the illicit trafficking of cultural property.
Additionally, they explored opportunities for temporary archaeological exhibitions in Italian cities in 2025, showcasing themes like How the Great Pyramids Were Built? | Myth of the Pyramids and the Ancient Egyptian Mummification Process, which would promote Egypt’s heritage abroad.
The Egyptian government’s sustainability efforts were also highlighted during the meeting, with Fathy sharing that 32% of Egypt’s hotels now utilize clean energy, a testament to Egypt’s commitment to sustainable tourism development.
They also touched on the tourism potential of areas such as Egypt's Suez Governorate and the Suez Canal.
Marsa Matrouh resorts and the best beaches of Marsa Matrouh, which offer diverse attractions that blend ancient history with modern entertainment.
The Italian Minister of Culture expressed his enthusiasm for enhanced cooperation and revealed plans to begin his Mediterranean tour with an official visit to Egypt, making it his first international trip since assuming office.
This further highlights the robust partnership and mutual admiration between Giza City | Greater Cairo | Ancient History Encyclopedia and Italy in fostering cultural diplomacy and archaeological collaboration.
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Roma: al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia la mostra “Miti greci per principi dauni” Il 21 novembre, a Roma, al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, alla presenza del Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, è stata inaugurata la mostra “Miti greci per principi dauni”, che celebra la restituzione all’Italia di 25 reperti archeologici, tra cui un importante gruppo di vasi apuli e attici a figure rosse, recuperati nell’ambito di una riuscita operazione di diplomazia culturale condotta... 🔴 Leggi articolo completo su La Milano ➡️ Read the full article
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Passante chiede indicazioni al ministro Giuli e si ritrova su una luna di Giove
[[{“value”:” Roma (Infosfera) – Uno spiacevole episodio ha visto come protagonista il ministro della cultura Alessandro Giuli. Un passante, all’apparenza disorientato, stava chiedendo indicazioni per la Stazione Termini proprio davanti a Palazzo Chigi, dove si era appena concluso un Consiglio dei Ministri straordinario. Il ministro Giuli era appena uscito dalla riunione e stava per recarsi a un…
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C'è tensione al Ministero della Cultura, con il nuovo ministro Alessandro Giuli che minaccia di dimettersi a seguito delle dimissioni di Francesco Spano, ex capo di gabinetto. Spano ha annunciato le sue dimissioni tramite una lettera indirizzata a Giuli, citando insulti ricevuti in chat di Fratelli d'Italia e accuse da parte di Pro Vita e Famiglia. Le sue posizioni pro-LGBTQ+ e la sua omosessualità avrebbero alimentato le critiche nei suoi confronti. La minaccia delle dimissioni di Giuli è stata vista come una reazione diretta alla vicenda di Spano. Secondo fonti, è stata la premier Giorgia Meloni a intervenire per cercare di calmare la situazione, contattando Giuli per dissuaderlo dalle dimissioni e prevenire una crisi più grande all'interno del governo. Le dimissioni di Giuli potrebbero compromettere l'egemonia della destra nel settore culturale, cosa che mette ulteriormente pressione sulla già precaria stabilità del ministero. Tuttavia, la situazione sembra essere lontana dalla risoluzione definitiva. Durante un prossimo appuntamento settimanale, Sigfrido Ranucci di Report è atteso a rivelare dichiarazioni che potrebbero complicare ulteriormente le cose. Ranucci potrebbe riferirsi sia a Spano che a Giuli. Inoltre, si segnala un potenziale conflitto di interessi riguardante il marito di Spano, l'avvocato Marco Carnabuci, il quale avrebbe ricevuto incarichi dal Maxxi. Questi incarichi sono stati ottenuti quando Giuli ricopriva la carica di segretario generale del museo, mentre Spano aveva già avuto un ruolo simile in passato. Tuttavia, l'accusa di conflitto di interessi sembra indebolirsi, poiché Carnabuci aveva avviato una collaborazione con il museo prima che venissero conferiti i suddetti incarichi a Giuli e Spano. Questo scenario complesso evidenzia le fragilità interne al Ministero della Cultura e come le pressioni esterne possono influenzare la stabilità politica. La direzione che prenderanno gli eventi nei prossimi giorni rimane incerta, soprattutto in un contesto in cui gli interventi della premier potrebbero non bastare a contenere le tensioni.
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A colpire è anzitutto l’altissimo tasso di ipocrisia, di fronte all’indignazione selettiva di un governo a conduzione familiare, che in questi due anni ha nominato praticamente solo sodali, amichetti e compagni di scuola, in ogni angolo della pubblica amministrazione e delle società controllate. Una tendenza antica, che ben si concilia con la non meno antica abitudine all’uso politico dell’insinuazione, della spiata e della delazione, che alimenta a sua volta, in un tipico meccanismo di proiezione freudiana, la paranoia complottista, l’ossessione del «dossieraggio». Non per niente, diversi quotidiani danno conto del durissimo scontro tra il presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone, e Antonella Giuli, giornalista che lavora all’Ufficio stampa della Camera, sorella di Alessandro e intima amica di Arianna Meloni, con lei che gli chiede cosa si sarebbe detto Mollicone con un certo giornalista, lui che prima si giustifica e poi alza la voce, lei che dice «ne riparleremo» e lui che urla «mi stai minacciando?».
Notevole anche la difesa del coordinatore locale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Busnengo, dimessosi pure lui dopo che sono venute fuori le chat interne in cui definiva Spano «un pederasta». Respingendo l’accusa di omofobia, con un guizzo degno della migliore commedia all’italiana, Busnengo ha spiegato: «Ho semplicemente riportato il sentiment della base». Ma la verità è che si tratta dello stesso sentiment che attraversa anche larga parte dei vertici del partito, come sanno anche i sassi, da quando Giuli ha nominato Spano suo capo di gabinetto. È ovvio che se quella famosa consulenza Spano l’avesse rinnovata a sua moglie, anziché a suo marito, e soprattutto se in passato non avesse lavorato all’ufficio antidiscriminazione e non avesse avuto legami con il mondo lgbt, nulla di tutto questo gli sarebbe accaduto. Se poi, anziché a un’associazione lgbt, fosse stato iscritto a qualche gruppetto neonazista, ora sarebbe almeno sottosegretario.
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“Occorre riaffermare la centralità del pensiero solare”
(Alessandro Giuli, letta testuale alla Buchmesse di Francoforte).
Preparate il fotovoltaico!
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