#Agente Patogeno
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megachirottera · 2 years ago
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Da quanto tempo consumi carne di maiale con terapia genica?
Se hai gustato uno dei prodotti a base di carne preferiti in America, hai mangiato carne gene… Source: April 10, 2023; Analysis by Dr. Joseph Mercola [>Fact Checked<] (more…) “”
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anchesetuttinoino · 2 months ago
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DISCOTECA BILL GATES: «L'UMANITÀ HA DUE SCELTE: LA TERZA GUERRA MONDIALE O UN'ALTRA PANDEMIA»
Il miliardario sarcopenico eugenetico più odiato del pianeta terra avverte che nei prossimi anni l'umanità dovrà affrontare o una Terza Guerra Mondiale o un'altra pandemia mortale. In un'intervista con CNBC, Gates cita "molta instabilità" nel mondo, che potrebbe scatenare "una guerra importante". Ma anche se questo conflitto venisse evitato, "allora sì, ci sarà un'altra pandemia, molto probabilmente nei prossimi 25 anni".
Questi messaggi binari suonano come quelli del climatizzatore o dei contagiati e morti di draghiana memoria. Perché non dire che pure una guerra INSIEME a numerose pandemie è un fenomeno altrettanto probabile? Si tratta di triggers formulati per generare un temporaneo effetto di consenso, funzionano particolarmente bene con il bestiame.
Nonostante tutto la risposta molle alla pandemia deve aver indispettito non poco l'uomo più detestato del pianeta. Critico della risposta americana alla crisi, Gates ha infatti dichiarato:
«Il paese che il mondo si aspettava guidasse e fosse un modello non è stato all'altezza di tali aspettative. Sebbene alcune delle lezioni della pandemia siano state apprese, sono state molto meno di quanto mi sarei aspettato».
La delusione di Gates non è isolata; molti altri attivisti globali per la salute stanno spingendo il mondo occidentale per ottenere risposte migliori alle nuove epidemie.
Questo tema ricorrente è emerso anche durante la panfuffa, secondo il professor Paul Hunter dell'Università di East Anglia, esperto in epidemiologia delle malattie emergenti:
«Nell'Occidente ci interessiamo veramente solo a una malattia quando inizia a rappresentare una minaccia diretta per noi stessi. Il problema è che molte di queste malattie avrebbero potuto essere impedite, se i paesi sul campo avessero avuto le risorse necessarie».
Gates ha ribadito la speranza che gli enti sanitari comincino a pensare a lungo termine nei prossimi anni, aggiungendo:
«Stiamo ancora mettendo insieme le nostre idee su cosa abbiamo fatto bene e cosa non abbiamo fatto bene... Forse, nei prossimi cinque anni, miglioreremo. Ma finora la situazione è abbastanza deludente».
GLI STATI COME DELLE PARROCCHIE DI UN'UNICA, GRANDE CHIESA DEL MALE
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta veicolando questo messaggio dall'alto delle gerarchie. Quest'anno, l'OMS ha condiviso un avviso sulla diffusione del virus dell'influenza attraverso il bestiame, gli uccelli e gli esseri umani e ha esortato le nazioni a lavorare insieme per essere meglio preparate a fronteggiare una pandemia.
«C'è una certezza: ci sarà un'altra pandemia influenzale in futuro»
Lo ha dichiarato Nicola Lewis, direttrice del Worldwide Influenza Centre. Lewis ha aggiunto:
«Il mio messaggio alle comunità internazionali è che dobbiamo accantonare le nostre reticenze. Dobbiamo mettere da parte i nostri interessi parocchiali e ricordarci degli impatti e delle conseguenze devastanti di una pandemia globale causata da qualsiasi agente patogeno».
I "TIMORI" DI UNA GUERRA MONDIALE
Il Dr Morte Bill - che vale 157 miliardi di dollari secondo il Bloomberg Billionaires Index, quindi al netto degli ovvi fondi neri in suo possesso ed in sua gestione - non è l'unico nome influente a mettere in guardia da un potenziale conflitto globale.
Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, ha precedentemente affermato che le tensioni geopolitiche rappresentano la più grande minaccia per l'economia globale.
«Abbiamo già affrontato l'inflazione, abbiamo già affrontato i deficit, abbiamo già affrontato le recessioni e non abbiamo mai visto qualcosa del genere dall'epoca della Seconda Guerra Mondiale»
Lo ha riferito all'emittente indiana CNBC TV-18 lo scorso settembre riferendosi all'invasione della Russia in Ucraina.
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felix-dario-ruggeri · 10 months ago
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In occasione di Artefiera 2024, nella notte di Art City White Night promossa dal Comune di Bologna e da Bologna Fiere, negli spazi dello studio erAArte, Micro Gallery Space One e Micro Gallery Space Two, in via Nazario Sauro 7/a, inauguriamo 5EXHIBITIONS.
studio erAArte
Felix Dario Ruggeri
Unlikely Landscapes // 2
studio erAArte
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
studio erAArte
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Micro Gallery Space One
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Micro Gallery Space Two
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
_ADNG_ (evolution)
Opening sabato 3 febbraio 2024 dalle 20 alle 24
Orari di apertura: venerdì 15:00 – 19:00 / sabato 15:00 – 19:00
Dal 3 febbraio al 15 luglio 2024
Felix Dario Ruggeri
Unlikely Landscapes // 2 (Paesaggi Improbabili)
Il paesaggio è una componente costante nel mio lavoro artistico. Nel mio nuovo progetto Unlikely Landscapes, le installazioni esposte sono note che accompagnano verso mete non definite ma di cui si percepisce la presenza, un percorso che vuole suggerire luoghi per stimolare la nostra curiosità estetica.
Unlikely Landscapes può essere anche assimilata come esperienza dinamica, quasi fisica, alcune opere ci predispongono al viaggio interiore alla ricerca di archetipi che alludono alla carne, in altre la meta finale è l'Incanto fisico e mentale dove tutto diventa reale.
In Unlikely Landscapes le opere si contaminano, interagiscono e non sempre la loro visione ha un punto di osservazione definito, sono presenti molteplici linguaggi e medium che in sinergia danno origine a un contesto dove etica, immaginazione e concettualità si supportano reciprocamente.
Alcuni punti chiave di questa ricerca possono essere così sintetizzati: ricerca minimalista sulle sinergie estetiche, convergenze e nuove tecnologie applicate all'arte tradizionale. Punti di osservazione e slittamento della percezione, interazioni tra medium, design, fotografia, antropologia del fantastico e nuove espressioni del surrealismo. Futuri possibili, dialogo tra spazialità, arte, sentimento poetico tradotto in segno, ritmo e musicalità delle strutture compositive. Realtà oggettiva e realtà fantastica/onirica. Estetica del tutto è concesso e ricostruzione di valori connessi e rielaborati nella tradizione dell'arte.
In questo momento Unlikely Landscapes è composto da 75 opere con caratteristiche e percorsi tematici differenti: Animals, Big Boobs, Fangs, Landscapes, Shining Lake, Structures, Tornados, Abstract caramelized.
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
In un passato non troppo remoto, i contorni delle cose erano sfumati. Astrologia e magia erano considerate discipline scientifiche: Tycho Brahe, l’illustre esploratore del firmamento, fu nominato da Rodolfo II d’Asburgo astronomo & astrologo di corte.
Il famoso medico svizzero Paracelso ci sembra nostro contemporaneo quando sostiene che le malattie sono causate da un agente patogeno e non da uno squilibrio degli umori come pensavano i medici della sua epoca, ma è la stessa persona che scrive un trattato su ninfe, silfi, pigmei e giganti che condividono il mondo degli esseri umani.
Georg Agricola, nato a fine Quattrocento, è considerato il padre della mineralogia. Nel suo libro De re metallica, dove ha descritto l'attività mineraria, tra il metodo per la separazione dell'argento dal rame e la descrizione dell'arte del geometra, esamina le creature che vivono sottoterra come conigli, marmotte, furetti, gnomi e coboldi, avvisando il lettore che alcune sono amichevoli mentre altre sono pericolose per i minatori.
Lo zero non esisteva. A noi moderni questo sembra più incredibile degli gnomi, eppure è proprio così: prima non c’era e poi c’è. Ma com’è possibile? Lo zero non è un’invenzione che si può costruire. Forse non ne avevamo bisogno, poi ci siamo accorti che lo zero era già lì, nascosto tra il nove e l’uno, solo che prima non lo avevamo visto.
Per quasi duemila anni la Terra è rimasta ferma e tranquilla al centro di un cosmo fatto di sette perfette sfere girevoli, con pianeti e stelle incastonati come gioielli che le ruotavano intorno. Andava tutto bene finché gli astronomi, a furia di cercare di adattare l’armonia delle sfere ai capricciosi movimenti dei corpi celesti, sono stati costretti a spostare la Terra in periferia.  Non è stato semplice convincerla a traslocare.
Oggi è diverso, abitiamo lo stesso pianeta che ospitò le generazioni umane che ci precedono, ma è come se queste persone, del tutto simili a noi nell’aspetto, fossero alieni incomprensibili. Come potevano credere all’esistenza di gnomi, unicorni, sirene e antipodi? Noi possiamo anche studiare la storia ma non riusciamo a immaginare davvero un mondo senza zeri e con gli gnomi. Siamo certi di sapere ciò che esiste e ciò che non esiste, quello che non rientra nella sfera della realtà concreta è considerato immaginario, simbolo, metafora, allucinazione collettiva… ma non è più solo se stesso.
Attribuiamo le certezze dei nostri antenati alla credulità o all’ignoranza, non pensiamo che forse, se nel Cinquecento queste creature erano ritenute vere, magari erano vere davvero. Nel nostro mondo nuovo c’è sovrabbondanza di dati e scarsa compagnia, quasi nessuno crede di condividere il pianeta con altre creature non approvate dalla scienza.
Magari quando lo zero non esisteva un mago guardando nella sua sfera di cristallo ha detto tra sé e sé: “Che fantasia questi umani del futuro, non so come fanno a credere a una cosa assurda come lo zero… forse è un simbolo, una metafora, un’allucinazione collettiva…”.
Ora è così, prima era cosà, dopo chi lo sa.
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
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Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Abbiamo scritto queste storie con una impostazione classica anche se l’opera nel suo insieme è piuttosto eclettica.
Lo stile è mutevole e diverso per ogni racconto, i temi variano: gotico, surreale, umoristico, poetico, religioso, viaggiando inoltre nei territori della science-fiction. Un universo di diversità che trae origine dalla frammentazione del tempo che ci circonda. In alcuni casi il significato sembra restare nascosto, ma va bene così, sono storie, non è necessario chiarire sempre tutto. A volte si avverte un significato criptico nel messaggio che viene comunque completato e rivelato nelle illustrazioni, così che testo e illustrazioni si integrano.
Ciò che desideriamo è attrarre e sensibilizzare la partecipazione del lettore. Non vogliamo distrarvi con un modo di scrivere insolito o stravagante, ma suscitare interesse e attenzione attraverso le idee espresse (o non espresse) nella narrazione. E’ nostro auspicio che il lettore sia complice, per questo cerchiamo di favorire la sua attenzione con immagini per proporre un modo di leggere più attraente, intimo, partecipativo, che non richieda fatica, momenti di tempo sospesi dove analizzare e scoprire indizi anche nelle immagini.
Ci auguriamo che alla fine delle storie permanga nel lettore una sensazione di piacevoli ricordi, anche se con un retrogusto amaro.
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Riuniti nella Micro Gallery Space One, Shrimpcat, Dama e PAL 432 sono lieti di accogliere i visitatori umani. Benvenuti anche cani, gatti e chimere.
Instagram Felix Dario Ruggeri https://www.instagram.com/felix_dario_ruggeri/
Instagram Simona Ruggeri https://www.instagram.com/simona_ruggeri_/
Sito web: www.studioeraarte.it
Contatto email: [email protected]
Cell. 348 4751267
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multiverseofseries · 7 months ago
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The Last of Us: Un viaggio sofferto ma che vale la pena compiere
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The Last of Us è risultata essere la serie più attesa del 2023 e inevitabilmente quella che rientra tra i titoli più gettonati nel prossimo futuro, uno di quei titoli di cui si è parlato e si parlerà con ancora più passione e insistenza per diversi motivi: prima di tutto perché il videogioco a cui si ispira è uno di quelli che ha lasciato il segno, sia nel suo settore che nell'immaginario popolare, diventando uno dei titoli più noti e apprezzati da parte del pubblico, videogiocatori e non; in secondo luogo perché rappresenta il tipo di gioco a cui si presta sempre attenzione, essendo formato da una componente narrativa e cinematografica molto marcata e costruita in modo magistrale; infine, ma non per ultimo ma non meno importante, si tratta di una produzione HBO, che è da sempre sinonimo di qualità e di un certo tipo di televisione che sa coniugare alla perfezione autorialità e appetibilità per il pubblico.
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The Last of Us: un'immagine dal teaser trailer della serie HBO
Mi sono approcciata alla serie di The Last of Us, carica di speranze, curiosità, ma anche timori, perché è facile disattendere le aspettative quando sono molto alte, ma anche per la difficoltà intrinseca di un progetto del genere che deve necessariamente parlare a due tipi diversi di pubblico: quello televisivo che può essere a digiuno del materiale di partenza e quello che ha già vissuto questa storia pad alla mano, a cui è più difficile proporre le stesse suggestioni senza il valore aggiunto dato dal partecipare in prima persona all'azione. A conti fatti, e dopo aver guardato tutti i 9 episodi che compongono la prima stagione che adatta il primo dei due giochi, posso dirmi soddisfatta del risultato.
Di che parla The Last of Us?
Ma da che spunto prende il via la trama di The Last of Us? Cercando di non fare spoiler ma accenando giusto qualcosina per chi non ha avuto modo di provare il video gioco di Naughty Dog del 2013 o nel più recente remake per nextgen del 2022: ci muoviamo in un mondo post-apocalittico, in cui la razza umana ha già perso la sua battaglia contro un agente patogeno, che proviene dai funghi e rende gli infetti simili a zombie, è stata decimata e vive in piccole comunità che cercano di riorganizzarsi. Un contesto oramai già consolidato, perché dall'esplosione della pandemia e dal prologo della serie sono passati ormai vent'anni, e sullo sfondo di questa nuova umanità seguiamo Joel, cinquantenne ormai disilluso e con una forte ferita emotiva alle spalle, che si ritrova a dover fare una consegna particolare: Ellie, una ragazzina di quattordici anni.
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The Last of Us: Pedro Pascal e Bella Ramsey in una scena della serie
I due si trovano a dover viaggiare lungo gli Stati Uniti per raggiungere la destinazione, mettendo alla prova il loro rapporto interpersonale che si andrà definendo lungo il cammino, per superare quelle inevitabili diffidenze che albergano nel cuore di entrambi, in quello di Joel ferito da una grave perdita vent'anni prima così come in quello di Ellie, adolescente che ha avuto la sua dose di dolore e non ha mai lasciato il recinto (relativamente) sicuro della zona di quarantena. Un viaggio lungo, duro e denso di pericoli e incontri di ogni sorta che metterà alla prova e segnerà entrambi per sempre.
Da un media all'altro, gli inevitabili cambiamenti
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The Last of Us: un momento di tensione della serie HBO
Questa in sintesi la storia del gioco The Last of Us che la serie HBO riprende non senza le dovute modifiche e riscritture nel passaggio da un media all'altro: quello che funziona quando è lo spettatore, ovvero il giocatore, ad agire in prima persona non è detto che funzioni nell'essere solo osservatore passivo dell'azione ed è uno dei motivi che hanno portato a non eccedere sul fronte action, perché avrebbe snaturato l'approccio character driven del gioco. Alcuni di questi cambiamenti riguardano svolte narrative, altri sono fatti a monte, in fase di ridefinizione della storia a dieci anni dal debutto, e uno di questi, per esempio, è il mezzo con cui l'infezione si trasmette, non più veicolata attraverso le spore che costringevano i personaggi del gioco a indossare in determinati luoghi chiusi delle maschere, che avrebbero costretto a nascondere in alcune situazioni i volti degli attori, ma attraverso dei viticci e, in modo più tradizionale per il genere, il morso. Si rinuncia quindi all'originalità e le potenzialità narrative di un espediente fuori dal comune per trasmettere ed evocare il pericolo, ma se ne introduce un altro ugualmente interessante. In definitiva non cambia molto ai fini pratici nella costruzione ed evoluzione del racconto.
Raggiungere un nuovo pubblico, espandere un mondo
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The Last of Us: una scena
Quello menzionato sopra è solo un esempio del modo in cui The Last of Us nella sua versione seriale diverge da quanto già vissuto dai videogiocatori, in una costruzione narrativa che vive della necessità e difficoltà di evocare e rispettare l'originale, ma propone anche elementi che possano stupire e stimolare gli spettatori già a conoscenza della storia. Una difficoltà comune a questo tipo di adattamenti, che ad esempio gli autori di The Walking Dead avevano aggirato con efficacia nel passare dalla carta allo schermo, mantenendo dinamiche simili ma non sempre relative ai medesimi personaggi. Nel caso dell'adattamento di The Last of Us si è scelta una via differente che passa anche per un approfondimento della mitologia della serie: si dà più spazio al passato, come si può intuire già dalla primissima sequenza del primo episodio, dando allo spettatore qualche informazione in più su come si è arrivati alla situazione che fa da sfondo al viaggio di Joel ed Ellie, ma si aggiunge anche qualche deviazione dal flusso principale della storia per dar più profondità alle figure che i protagonisti si trovano a incrociare sul loro cammino, che diventano piccoli spaccati di vita vissuta nel mondo pandemico della serie.
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The Last of Us: Pedro Pascal e Anna Torv in una scena
Si snellisce così il viaggio nel suo complesso per evitare di girare narrativamente a vuoto e proporre troppi episodi in cui la storia progredisce poco dal punto di vista pratico: già così, dopo un inizio di grande impatto. Si è scelta, quindi, la strada della linearità e sintesi per quanto riguarda la costruzione della storyline principale, evitando di proporre una sequenza di scontri tra i protagonisti e gli antagonisti di turno al solo scopo di mettere in scena ulteriori sequenze d'azione e allungare il brodo.
Joel ed Ellie
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Ti possono tradire solo quelli di cui ti fidi
Una scelta che sulla lunga distanza abbiamo apprezzato, ma che avrebbe rischiato di spostare troppo l'equilibrio della serie rispetto al gioco, il cui cuore narrativo e tematico sono Joel ed Ellie, vero punto di riferimento per i giocatori: The Last of Us era la loro storia e riducendo il tempo in loro compagnia, anche a fronte di inserti mirati a raccontare e dar spazio a ciò che li circonda e che incrociano, rischiava di far perdere il focus del racconto. Un rischio evitato da uno dei principali meriti della produzione HBO guidata da Craig Mazin (già autore di Chernobyl per lo stesso canale cable americano) e lo stesso Neil Druckmann: Pedro Pascal e Bella Ramsey, gli interpreti dei due protagonisti nella serie. Se la storia del The Last of Us seriale resta così viva ed emozionante anche in questo adattamento è perché i due interpreti regalano una prova di grande efficacia. Pedro Pascal è un Joel smarrito nel suo dolore, ma solido e deciso dove serve; Bella Ramsey propone invece una Ellie differente da quella a cui ci siamo legati nel gioco Naughty Dog ma ugualmente autentica e viva. Soprattutto, funzionano insieme nel mettere in scena le dinamiche interpersonali che poco per volta si sviluppano tra i rispettivi personaggi, quella fiducia da conquistare per dar vita al legame che vediamo nascere e consolidarsi in modo graduale ma inequivocabile. Il viaggio in loro compagnia è così coinvolgente ed emozionante, capace di guidarci con partecipazione d'animo verso la loro destinazione e un riuscito finale di stagione, anche laddove l'azione latita e ci si limita a seguirli nei loro spostamenti e le loro chiacchierate, anche quando non si va oltre lo star seduti attorno a un falò.
Il livello produttivo HBO si conferma per The Last of Us
Si nota, come sempre, l'elevato livello produttivo di casa HBO, nella (ri)costruzione di un mondo post-apocalittico in grado di risultare d'impatto oltre che coerente con quanto già noto a chi ha giocato l'originale: Joel ed Ellie attraversano sì luoghi desolati e desolanti, fatti per lo più di ampi spazi e poche reliquie della nostra umanità, ma anche città abbandonate a loro stesse che, soprattutto in alcuni scorci dei primi episodi, colpiscono per dettaglio e portata. Il rischio di già visto è dietro l'angolo, perché non è la prima serie che ricalca questo tipo di ambientazione, ma è bilanciato da alcune location particolarmente riuscite e ricche di dettagli in termini di scenografie, come il centro commerciale che fa da sfondo a una delle sequenze più riuscite.
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The Last of Us: una scena della serie
La differenza, però, la fa ancora una volta l'accompagnamento musicale, quella splendida colonna sonora firmata da Gustavo Santaolalla che già avevo amato nella controparte videoludica e che si mantiene ugualmente efficace e toccante nel fungere da filo conduttore e contrappunto emotivo per la traduzione targata HBO di quel mondo allo sbando in cui i protagonisti si trovano a dover sopravvivere.
In conclusione The Last of Us nella sua incarnazione seriale funziona ed emoziona. Le poche perplessità che avevo sono state bilanciate da due importanti elementi: da una parte le interpretazioni dei due protagonisti, con Pedro Pascal e Bella Ramsey che danno vita a dei Joel ed Ellie vivi e vissuti, coerenti con gli originali seppur personali; dall’altra la conferma del valore aggiunto della colonna sonora di Gustavo Santaolalla, efficace a supporto delle immagini della serie quanto lo era stata per l’azione e le emozioni del videogioco.
Perché mi piace 👍🏻
Pedro Pascal e Bella Ramsey, vero punto di forza della serie, che riescono a dar vita a Joel ed Ellie e alle loro dinamiche in modo coerente eppur personale.
La colonna sonora di Gustavo Santaolalla, vero e proprio valore aggiunto del videogioco ed ora anche della serie HBO.
Il livello produttivo HBO, che si conferma elevato anche in questo caso e cerca di aggirare la sensazione di già visto, inevitabile per un’ambientazione post-apocalittica.
L’approccio al racconto, che sceglie di approfondire il mondo in cui ci si muove guardando oltre Joel ed Ellie senza perdere l’importante focus narrativo sulla coppia di protagonisti…
Cosa non va 👎🏻
… ma riduce di molto l’azione rispetto a quanto accadeva nel videogioco, prestando il fianco alle critiche di una parte di spettatori.
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newsnoshonline · 8 months ago
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L'antico genoma della malaria dallo scheletro romano suggerisce la storia della malattia Un genoma antico svela la storia della malaria Un recente studio ha sequenziato il genoma mitocondriale della forma più mortale di malaria da uno scheletro romano antico, offrendo nuove prospettive sulla storia della malattia in Europa. Un’analisi genetica senza precedenti La malaria è stata a lungo una delle principali cause di decessi umani. Sequenziare il genoma di Plasmodium falciparum da reperti antichi potrebbe rivelare come il parassita si sia adattato nel corso dei secoli a trattamenti come il chinino. Un antico agente patogeno alla luce Esistono cinque specie di malaria Plasmodio, risalenti a migliaia di anni fa. Si ritiene che
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notiziariofinanziario · 9 months ago
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Avviso per rischio microbiologico che riguarda un lotto di mozzarella venduta nei supermercati Lidl
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La mozzarella del Lidl riportatava sulla confezione un'errata data di scadenza. Secondo quanto si legge nell'avviso diffuso sul portale del Ministero, il lotto di mozzarella soggetto a richiamo è il numero LN4050C a marchio Merivio, con denominazione di vendita "Mozzarella 125g Merivio Ita". Il marchio di identificazione dello stabilimento e del produttore è IT 03 144 E. Nello specifico, il lotto è stato prodotto per Lidl da Granarolo Spa, con sede nello stabilimento in via San Giovanni Bosco, 37/39, 20865, Usmate Velate (MB). L'allerta sanitaria è scattata perché da alcuni controlli effettuati dalle autorità sanitarie è emerso che sulla confezione è stata riportata una data di scadenza errata. Nel motivo del richiamo si legge: "Il prodotto riporta le seguenti date di scadenza errate, 15/03/2023 e 15/03/2025; la scadenza corretta è 15/03/2024". A scopo precauzionale, il consiglio delle autorità sanitarie per le persone che eventualmente siano in possesso del prodotto interessato dal richiamo è quello di non consumare le confezioni con il numero di lotto segnalato oltre la data di scadenza corretta, ovvero quella del 15/03/2024. Tra i rischi più comuni legati alla consumazione di mozzarella scaduta, c'è quello di contrarre la listeriosi, malattia causata dal batterio Listeria monocytogenes con sintomi simili a quelli di un'influenza gastrointestinale: dalla febbre ai dolori addominali, dalla nausea al vomito. In alcuni casi, però, anche se raramente, possono svilupparsi sintomi e malattie più gravi, per questo è sempre bene rispettare le scadenze e fare attenzioni alle segnalazioni del Ministero. Inoltre, si parla di rischio microbiologico anche quando si segnala la contaminazione di un prodotto da parte di un batterio, un virus o un altro agente patogeno. Read the full article
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sebastiandrogo · 11 months ago
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Agente patogeno
La vita si allunga
stende i piedi allarga le braccia
rotea la testa tira fuori la lingua
nel 2050 perché bisogna pensare
al 2050 non al 2024
saremo 5 milioni in meno
forse avremo più spazio per respirare
gli agenti patogeni che madre natura
ci avrà regalato o forse mangeremo la
solita mela col verme dentro
blocchi di carne avvolti in plastica per alimenti
un lento scivolare verso la notte dei tempi
un annichilire il bagaglio genetico
un ululare alla luna che si fa beffe di noi
che uriniamo su questa zolla di terra
come cani al guinzaglio alziamo la gamba
spruzziamo il nostro liquido giallo
ci grattiamo e abbaiamo ma senza costrutto
poi andiamo a dormire col nostro orsetto di pezza
prima però affiliamo la lama del coltello
poi andiamo a cozzare contro un'auto e ne
uccidiamo il conducente e non finiamo neppure
in prigione perché compriamo l'assenso dell'ufficiale
giudicante dei parenti in lutto di tutto il mondo
poi magari invadiamo un paese a caso
droni che bombardano case piene di civili
o inseguiamo tre ladri con la pistola in pugno
e li abbattiamo per legittima difesa
poi li prendiamo a calci e giustizia è fatta
poi devastiamo la barriera corallina per fare
un'olimpiade di surf o uccidiamo un gattino
per mero divertimento tanto bisogna pure
passare la giornata senza annoiarsi troppo
quindi andiamo a dormire e il nostro orsetto
di pezza ci guarda allibito e ci fa le smorfie
ci culla attraverso il buio nella terra incantata
dei sogni dove gli agenti patogeni trovano riposo
prima di ricominciare la mattina dopo.
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La Ue a caccia di nuovi virus per avere già pronti i vaccini
Individuare i virus più pericolosi, per lavorare in anticipo su vaccini efficaci nella drammatica eventualità che arrivi un’altra pandemia. Cioè che si verifichi un nuovo, temutissimo, “spillover” di un agente patogeno aggressivo. Si chiama “preparedness” e senza scomodare la un po’ utopistica presa di posizione del G7, che ha parlato di fiale pronte in 100 giorni dai primi casi, serve a…
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storiearcheostorie · 2 years ago
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ARCHEOSTUDI / Non di sifilide ma per un agente patogeno ancora sconosciuto: così morì, nel Settecento, una donna di Basilea. A dircelo, lo studio sulla sua mummia
#ARCHEOSTUDI / Non di sifilide ma per un agente patogeno ancora sconosciuto: così morì, nel Settecento, una donna di #Basilea. A dircelo, lo studio sulla sua mummia I dettagli nell'articolo di @elenapercivaldi su Storie & Archeostorie @eurac
La mummia di Basilea (© Gregor Brändli) Non di sifilide, ma a causa di un batterio ancora sconosciuto: così morì all’età di 68 anni, nel 1787, Anna Catharina Bischoff, la cui mummia fu ritrovata nel 1975 a Basilea, in Svizzera, durante i lavori di ristrutturazione della chiesa francescana nota come “Barfüsserkirche”. All’epoca la sifilide fu diagnosticata sulla base della presenza di evidenti…
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relaxbeach1 · 3 years ago
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E’ Essenziale essere coscienti e definire una data situazione così da avere chiare le idee di dove siamo e che strada dobbiamo prendere per dove vogliamo arrivare.
Dunque, è chiaro che vi è una crisi sanitaria, chiamatela come volete. L’agente che agisce sugli esseri Umani chiamatelo come volete esiste ed è ineluttabile, dire il contrario non è assurdo vuol dire che si è proprio (scusate l’espressione “proprio coglioni”) questo agente è mutevole, e nessuno può sapere come si evolverà.
Non sono uno scienziato ma mi sembra logico che se qualcosa muta bisogna fermarla.
Io non ho la sfera magica per dire cosa è giusto o sbagliato, ma so che se il patogeno ha il campo libero per moltiplicarsi, questo si moltiplica, per cui senza ombra di dubbio bisogna impedire con appositi mezzi che  questo  entrando dentro di noi non possa che trovare la morte e non un campo fiorito dove fare quello che vuole, e moltiplicarsi e cambiare.
Per cui bisogna ucciderlo e bloccarne la moltiplicazione, questo non accade pregando, ma creando un qualcosa che lo fermi, ed abbiamo la scienza a nostro favore che è frutto della nostra intelligenza e della nostra evoluzione.
La tristezza e che molti non lo hanno capito e che pensino che non esista o che si ritengano immuni, ma prima o poi una variante li becca e se gli va bene non li secca.
Ma ancora più triste e che molta parte del mondo qualora si trovi il modo di fermarlo non avrà i mezzi per mettersi al sicuro, per cui ci sarà una ulteriore ghettizzazione del mondo da parte di quel mondo Civile e Democratico e Vessatorio anche se apparentemente solidale di quella parte del mondo che di Democratico ha ben poco e molto di Dittatoriale.
Al Buon Intenditore.
RelaxBeach©  (Tutti i Diritti  Riservati.) 09/01/2022
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megachirottera · 2 years ago
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La storia completa dei vaccini per la depopolazione
Sono molto più comuni di quanto si possa pensare Source: Apr 6, 2022; by A Midwestern Doctor on The Forgotten Side of Medicine (more…) “”
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kon-igi · 5 years ago
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IN CULO ALL’INCUBO DELL’INCUBAZIONE
Nella foga di trasformarmi nello splendido ed eroico condottiero di popoli stremati che vi guida fuori dall’orrore biologico di questi tempi contaminati verso una terra sterile e priva di qualsiasi parassita infettato da un micete infettato da un batterio infettato da un virus infettato da un prione che al mercato nero del dark web mio padre comprò, dicevo, nella foga di divulgare duro sono stato impreciso nel trasmettervi il concetto di 
PERIODO DI INCUBAZIONE DEL CORONAVIRUS
Dunque, per farvi capire cosa sia il periodo di incubazione (dal latino in+cubo, essere disteso dentro) di un determinato patogeno - parassita, fungo, batterio o virus - vi faccio un esempio della conosciuta quotidiana vita di ogni essere vivente.
Gianfoibo esce di casa in una fredda mattina d’inverno e nella fretta di salire sulla sua macchina e non fare tardi a lavoro pesta un enorme stronzo di cane mezzo congelato dalle rigide temperature notturne, appartenente a un alano a cui il padrone ha dato il nome di Enola Gay, in onore del cacciabombardiere B-29 Superfortress che il 6 Agosto del 1945 sganciò la bomba atomica su Hiroshima. Gianfoibo non si è accorto che il carraramato della suola dei suoi scarponi ha sguisciato un mazzo di guizzanti tagliolini marroni sul risvolto dei suoi pantaloni bianchi e quindi sale in macchina, infreddolito nel corpo e nell’anima. La prima cosa che fa dopo aver avviato il motore è sparare dell’aria calda sul parabrezza per disappannarlo e subito dopo immettersi nel traffico cittadino. Qualche neurone in fondo all’area piriforme della corteccia olfattiva vorrebbe avvertire ippocampo e amigdala che forse qualcosa non sta andando per il verso giusto ma Gianfoibo sta pensando alle tette di Scoliandra, la tizia che lavora in amministrazione, e quindi con un sorrisetto tra l’ebete e il salivoso devia il flusso dell’aria calda dal parabrezza ai piedi mezzi congelati. Gianfoibo si trova così a 10 secondi circa dallo scordarsi delle tette di Scoliandra e dal passare tre ore a bestemmiare in un autolavaggio per cercare di togliere la merda di cane spalmata su pedali e tappetini.
Avrete capito che la merda di cane è il patogeno infettivo e il periodo di incubazione è il tempo che intercorre tra il momento in cui esso vi si infila dentro ai calzini penetra nel vostro organismo e quello in cui si manifesta con un tanfo annichilente sintomi patologici.
ORA STATE MOLTO BENE ATTENTI 
perché a fronte di un vostro giusto desiderio smodato di informazioni precise, sicure e scientifiche che ognuno di voi esige dagli addetti ai lavori, questi ultimi per essere puntigliosi ed esaustivi devono aspettare di avere
TEMPO CONGRUO DI OSSERVAZIONE
NUMERI GRANDI DA ANALIZZARE
Le giuste critiche che sono state mosse a Burioni sono che lui, tecnicamente, ha fornito dati e previsioni esatti ma estrapolati da un contesto temporale troppo breve e limitato.
Se 10 ballerini novantenni di liscio vanno a mangiare il pesce in una trattoria romagnola, si beccano l’epatite A e muoiono in 9, tecnicamente è corretto dire che c’è stata una mortalità del 90% ma non è corretto dire che l’Epatite A ha una mortalità del 90% perché per potere estrapolare il dato avremmo dovuto far mangiare il pesce guasto a migliaia di uomini e donne, con età e patologie differenti e poi fare un confronto con il numero di morti di persone simili ma che non avevano mangiato il pesce guasto.
Questo è il motivo per cui non ha senso chiedere il tasso di mortalità, anzi, di letalità del Covid-19 a soli due mesi dall’inizio dell’epidemia, come non ha senso fare il paragone col tasso di letalità dell’influenza comune stagionale, poiché i dati precisi su quest’ultima li avremo, forse, a Maggio/Giugno.
Ritornando al PERIODO DI INCUBAZIONE DEL CORONAVIRUS - importantissimo per capire quando una persona comincia a diventare contagiosa - anche qua dovete tenere conto che dobbiamo fare una media tra 
Le narrazioni sui presunti primi contatti cioè quando una persona crede di aver preso il virus da qualcun’altro. Mica facile.
Le rilevazioni della concentrazione di virus nel rino-oro-faringe tramite tampone sulla persona infettata (10% di falso positivo, 20-30% falso negativo)
Differenziazione tra sindrome prodromica (sintomi e segni leggeri) e sintomatologia schietta (febbre e tosse)
Siccome i pazienti sono stati solo 80.000, di cui pochissimi esaminati accuratamente e secondo tutti i crismi, in linea di massima la persona può essere infetta dopo
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dal primo contatto, con un periodo medio di incubazione di 5,2 giorni (intervallo di confidenza al 95% da 4,1 a 7,0) con il 95° percentile della distribuzione a 12,5 giorni.
Anche se poi, leggendo i dati, vi renderete conto che sono numeri di massima che devono essere confermati con più precisione a livello statistico, discernendo i pazienti per inoculo di agente infettivo, via di inoculazione, tasso di replicazione dell'agente, suscettibilità dell'ospite, età, patologie pregresse o attive e risposta immunitaria. E per questo ci vuole tempo... mesi... ANNI, se si vuole essere seri.
Il PERIODO FINESTRA non è ancora chiaro, quindi non si sa dopo quanti giorni dal contagio il tampone faringeo può rilevare le concentrazioni di virus ma è ovvio che l’augurio migliore che ci possiamo fare è che quella forbice 2-14 possa diventare più precisa e fornire quindi una strategia di contenimento epidemico più efficace... visto che tanto gli italiani nessuno riesce a tenerli in casa per più di due giorni senza che debbano per forza uscire di nascosto a giocare la schedina.
Ora tornate pure a cancellare i messaggi che vi hanno inoltrato su whatsapp in cui vi spiegano come fare prove di respirazione per testare l’elasticità dei vostri polmoni e sapere se siete viruscoronati, il metodo per costruire mascherine di emergenza con carta igienica usata e come non prendere il virus dall’alluminio cancerogeno del deodorante ascellare che vi lascia in eredità il principe Nigeriano amico di donna russa calda vogliosa vicino a voi.
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felix-dario-ruggeri · 10 months ago
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In occasione di Artefiera 2024, nella notte di Art City White Night promossa dal Comune di Bologna e da Bologna Fiere, negli spazi dello studio erAArte, Micro Gallery Space One e Micro Gallery Space Two, in via Nazario Sauro 7/a, inauguriamo 5EXHIBITIONS.
studio erAArte
Felix Dario Ruggeri
Unlikely Landscapes // 2
studio erAArte
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
studio erAArte
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Micro Gallery Space One
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Micro Gallery Space Two
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
_ADNG_ (evolution)
Opening sabato 3 febbraio 2024 dalle 20 alle 24
Orari di apertura: venerdì 15:00 – 19:00 / sabato 15:00 – 19:00
Dal 3 febbraio al 15 luglio 2024
Felix Dario Ruggeri
Unlikely Landscapes // 2 (Paesaggi Improbabili)
Il paesaggio è una componente costante nel mio lavoro artistico. Nel mio nuovo progetto Unlikely Landscapes, le installazioni esposte sono note che accompagnano verso mete non definite ma di cui si percepisce la presenza, un percorso che vuole suggerire luoghi per stimolare la nostra curiosità estetica.
Unlikely Landscapes può essere anche assimilata come esperienza dinamica, quasi fisica, alcune opere ci predispongono al viaggio interiore alla ricerca di archetipi che alludono alla carne, in altre la meta finale è l'Incanto fisico e mentale dove tutto diventa reale.
In Unlikely Landscapes le opere si contaminano, interagiscono e non sempre la loro visione ha un punto di osservazione definito, sono presenti molteplici linguaggi e medium che in sinergia danno origine a un contesto dove etica, immaginazione e concettualità si supportano reciprocamente.
Alcuni punti chiave di questa ricerca possono essere così sintetizzati: ricerca minimalista sulle sinergie estetiche, convergenze e nuove tecnologie applicate all'arte tradizionale. Punti di osservazione e slittamento della percezione, interazioni tra medium, design, fotografia, antropologia del fantastico e nuove espressioni del surrealismo. Futuri possibili, dialogo tra spazialità, arte, sentimento poetico tradotto in segno, ritmo e musicalità delle strutture compositive. Realtà oggettiva e realtà fantastica/onirica. Estetica del tutto è concesso e ricostruzione di valori connessi e rielaborati nella tradizione dell'arte.
In questo momento Unlikely Landscapes è composto da 75 opere con caratteristiche e percorsi tematici differenti: Animals, Big Boobs, Fangs, Landscapes, Shining Lake, Structures, Tornados, Abstract caramelized.
Simona Ruggeri
Maiden with Black Cat & PAL 432 new entry
In un passato non troppo remoto, i contorni delle cose erano sfumati. Astrologia e magia erano considerate discipline scientifiche: Tycho Brahe, l’illustre esploratore del firmamento, fu nominato da Rodolfo II d’Asburgo astronomo & astrologo di corte.
Il famoso medico svizzero Paracelso ci sembra nostro contemporaneo quando sostiene che le malattie sono causate da un agente patogeno e non da uno squilibrio degli umori come pensavano i medici della sua epoca, ma è la stessa persona che scrive un trattato su ninfe, silfi, pigmei e giganti che condividono il mondo degli esseri umani.
Georg Agricola, nato a fine Quattrocento, è considerato il padre della mineralogia. Nel suo libro De re metallica, dove ha descritto l'attività mineraria, tra il metodo per la separazione dell'argento dal rame e la descrizione dell'arte del geometra, esamina le creature che vivono sottoterra come conigli, marmotte, furetti, gnomi e coboldi, avvisando il lettore che alcune sono amichevoli mentre altre sono pericolose per i minatori.
Lo zero non esisteva. A noi moderni questo sembra più incredibile degli gnomi, eppure è proprio così: prima non c’era e poi c’è. Ma com’è possibile? Lo zero non è un’invenzione che si può costruire. Forse non ne avevamo bisogno, poi ci siamo accorti che lo zero era già lì, nascosto tra il nove e l’uno, solo che prima non lo avevamo visto.
Per quasi duemila anni la Terra è rimasta ferma e tranquilla al centro di un cosmo fatto di sette perfette sfere girevoli, con pianeti e stelle incastonati come gioielli che le ruotavano intorno. Andava tutto bene finché gli astronomi, a furia di cercare di adattare l’armonia delle sfere ai capricciosi movimenti dei corpi celesti, sono stati costretti a spostare la Terra in periferia.  Non è stato semplice convincerla a traslocare.
Oggi è diverso, abitiamo lo stesso pianeta che ospitò le generazioni umane che ci precedono, ma è come se queste persone, del tutto simili a noi nell’aspetto, fossero alieni incomprensibili. Come potevano credere all’esistenza di gnomi, unicorni, sirene e antipodi? Noi possiamo anche studiare la storia ma non riusciamo a immaginare davvero un mondo senza zeri e con gli gnomi. Siamo certi di sapere ciò che esiste e ciò che non esiste, quello che non rientra nella sfera della realtà concreta è considerato immaginario, simbolo, metafora, allucinazione collettiva… ma non è più solo se stesso.
Attribuiamo le certezze dei nostri antenati alla credulità o all’ignoranza, non pensiamo che forse, se nel Cinquecento queste creature erano ritenute vere, magari erano vere davvero. Nel nostro mondo nuovo c’è sovrabbondanza di dati e scarsa compagnia, quasi nessuno crede di condividere il pianeta con altre creature non approvate dalla scienza.
Magari quando lo zero non esisteva un mago guardando nella sua sfera di cristallo ha detto tra sé e sé: “Che fantasia questi umani del futuro, non so come fanno a credere a una cosa assurda come lo zero… forse è un simbolo, una metafora, un’allucinazione collettiva…”.
Ora è così, prima era cosà, dopo chi lo sa.
Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
_ADNG_ (evolution)
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Felix Dario Ruggeri e Simona Ruggeri
RaccontiMiniati
Abbiamo scritto queste storie con una impostazione classica anche se l’opera nel suo insieme è piuttosto eclettica.
Lo stile è mutevole e diverso per ogni racconto, i temi variano: gotico, surreale, umoristico, poetico, religioso, viaggiando inoltre nei territori della science-fiction. Un universo di diversità che trae origine dalla frammentazione del tempo che ci circonda. In alcuni casi il significato sembra restare nascosto, ma va bene così, sono storie, non è necessario chiarire sempre tutto. A volte si avverte un significato criptico nel messaggio che viene comunque completato e rivelato nelle illustrazioni, così che testo e illustrazioni si integrano.
Ciò che desideriamo è attrarre e sensibilizzare la partecipazione del lettore. Non vogliamo distrarvi con un modo di scrivere insolito o stravagante, ma suscitare interesse e attenzione attraverso le idee espresse (o non espresse) nella narrazione. E’ nostro auspicio che il lettore sia complice, per questo cerchiamo di favorire la sua attenzione con immagini per proporre un modo di leggere più attraente, intimo, partecipativo, che non richieda fatica, momenti di tempo sospesi dove analizzare e scoprire indizi anche nelle immagini.
Ci auguriamo che alla fine delle storie permanga nel lettore una sensazione di piacevoli ricordi, anche se con un retrogusto amaro.
Simona Ruggeri
Shrimpcat, Dama & Friends
Riuniti nella Micro Gallery Space One, Shrimpcat, Dama e PAL 432 sono lieti di accogliere i visitatori umani. Benvenuti anche cani, gatti e chimere.
Instagram Felix Dario Ruggeri https://www.instagram.com/felix_dario_ruggeri/
Instagram Simona Ruggeri https://www.instagram.com/simona_ruggeri_/
Sito web: www.studioeraarte.it
Contatto email: [email protected]
Cell. 348 4751267
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ilfascinodelvago · 5 years ago
Quote
Le zoonosi per definizione implicano eventi oltre l'ordinario e anche la portata delle loro conseguenze può essere straordinaria. Ogni spillover è come un biglietto della lotteria, acquistato dal patogeno, che ha come premio una nuova e più grandiosa esistenza. È una possibilità a lungo termine di trascendere il vicolo cieco. Per andare dove non è andato ed essere ciò che non è stato. E a volte il giocatore fa saltare il banco.
David Quammen, Spillover: L’evoluzione delle pandemie
[Zoonosi: quando un agente patogeno si trasmette dall’animale all’uomo]
[Spillover: momento esatto del passaggio del virus da una specie all’altra]
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semidoro76 · 4 years ago
Video
youtube
Video da parte della Semidoro Officina Ortopedica dal 1950 a Perugia 
 Leader nel Settore Ortopedico e per le Sanificazioni Certificate 
La nostra esperienza in campo sanitario e aziendale diventa estremamente utile per sanificare i vostri ambienti seguendo il rigido Protocollo Semidoro per l'eliminazione di qualsiasi agente patogeno (virus, muffe, funghi, batteri ecc) che fosse ancora presente nei vostri uffici, case o altri locali frequentati da persone. (Per vostra informazione abbiamo gli appalti con gli ospedali per le sanificazioni ad alto livello sia dei locali, ausili che mezzi di trasporto).
Fissiamo un appuntamento telefonico o presso la Vostra sede in Umbria per attivare il  nostro Protocollo di Sanificazione e per la vostra garanzia abbiamo professionisti interni che controllano il rispetto delle normative vigenti  per il rispetto massimo dell'ambiente (senza residui chimici dopo l'intervento).
Siamo operativi 24 ore su 24 - 365 giorni all'anno con una risposta entro 3 ore in caso di contagio da covid per poter intervenire prontamente per sanificare l'area ed eliminare qualsiasi agente patogeno (muffa, batteri, funghi e virus) nel locale/spazio domestico , aziendale, RSA, Hotel, Scuole e ovviamente Ospedaliero dove siamo presenti 24 ore su 24 per sanificare aree e mezzi di soccorso.
 Il numero per informazioni è il seguente: 075-5729129 Il numero per le chiamate di emergenza 24/24 365gg annui : T. 331-8267020 email: [email protected] https://www.officinaortopedicasemidoro.it 
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razionalitabastarda · 5 years ago
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Ragazzi miei, le misure drastiche sono necessarie ogniqualvolta il singolo individuo sceglie di ignorare le linee guida basilari.
Basterebbe il buon senso per ascoltare e comprendere medici e scienziati, tralasciando social ed arroganza.
Un nuovo agente patogeno, qualsiasi esso sia, va osservato, analizzato e studiato, per capirne l'azione, lo sviluppo, ed eventuali mutazioni cui va incontro e conseguenze che potrebbe comportare. È così difficile?
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