#4 is on Ghetty.
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identifying-f1-in-posts · 5 months ago
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[1] 1st February 2015 Pre-season Jerez Testing Ferrari Press Conference
[2] 6th June 2021 Azerbaijan Grand Prix Podium
[3] 14th April 2019 Chinese Grand Prix Post-race Parc Ferme
[4] 6th November 2013 Red Bull World Championship Conference
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happy sebastian vettel day to all of you who celebrate
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vintagebiker43 · 22 days ago
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“Cosa salveresti della scuola italiana?” Nulla. La rivoluzione si fa in un solo modo: decapitando il re.
Farò imbestialire una marea di persone con questo scritto. Così sia. Qualcuno deve dirlo.
Questi sono i dati, le statistiche e le fonti che dimostrano perché la scuola italiana debba crollare - e crollerà - prima di poter rinascere.
SALUTE MENTALE:
1. La scuola italiana è infelice. Solo il 26% delle ragazze e il 17% dei ragazzi si dice contento di andare a scuola, contro una media europea del 56%. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è impopolare. A 15 anni, il 92% dei ragazzi e il 90% delle ragazze risponde: “No” alla domanda “Ti piace la scuola?” (Fonte: OMS)
3. La scuola italiana è insalubre. Il 51,4% dei ragazzi soffre in modo ricorrente di stati di ansia o tristezza prolungati. Il 49,8% lamenta un eccesso di stanchezza. (Fonte: Agia)
4. La scuola italiana è la più stressante del mondo. Il 46,5% degli studenti dichiara di provare nervosismo costante sui banchi di scuola. La media mondiale è del 37%. (Fonte: WeWorld)
5. La scuola italiana mette a rischio la stabilità psichica degli insegnanti. Quasi la metà degli educatori è a rischio di burnout, o stress lavorativo cronico. (Fonte: Osservatorio sul Benessere dei Docenti dell’Università di Milano-Bicocca)
6. La scuola italiana è insoddisfacente. Meno del 50% degli insegnanti, degli alunni e dei genitori si dice soddisfatto della scuola italiana. È la terzultima in Europa. (Fonte: Save the Children)
INCLUSIONE:
1. La scuola italiana è esclusiva. È al terzo posto in Europa per tasso di dispersione scolastica (9,4%), dietro solo a Germania (12,8%) e Spagna (13,7%). Uno studente su dieci non si diploma. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è discriminatoria. Il 32,5% - uno su tre - degli studenti stranieri non completa il percorso di studi, contro una media europea del 22,2%. (Fonte: MIUR)
3. La scuola italiana è iniqua. Solo sei su dieci tra gli studenti considerati “eccellenti” ma aventi difficoltà socioeconomiche riportano di ambire alla laurea, contro nove su dieci dai contesti più privilegiati. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana è classista. Ancora oggi i licei, in particolare il classico, rimangono appannaggio dei ceti benestanti. Chi li frequenta proviene da famiglie i cui genitori sono laureati o diplomati e tendenzialmente ottiene i risultati scolastici migliori. Gli altri, spesso provenienti da realtà socioeconomiche più depresse, sono relegati agli istituiti tecnici o professionali, costituendo dei veri e propri “ghetti educativi”. (Fonte: AlmaDiploma)
INSEGNANTI:
1. La scuola italiana è inaccessibile. Il 90% degli insegnanti che hanno partecipato al concorso per l’abilitazione alla docenza di scuola secondaria ha fallito. (Fonte: La Stampa)
2. La scuola italiana è sotto organico. Secondo le stime elaborate da ANIEF, nell’anno scolastico 2024/2025 gli insegnati precari saranno circa 250 mila.
3. La scuola italiana è imprevedibile. Sono solo lo 2,99% gli insegnanti a tempo indeterminato con meno di 35 anni. (Fonte: Openpolis)
4. La scuola italiana è vetusta. Più del 53% degli insegnanti ha superato i 50 anni, contro una media europea del 37%. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana è datata. Solo il 50,4% degli insegnanti under-35 in Italia ha svolto una formazione completa, contro una media UE del 75%. Inoltre, il 75% dei docenti italiani non ha frequentato corsi di formazione nella scuola in cui insegna dopo l’abilitazione. La media europea è del 58%. (Fonte: OCSE)
6. La scuola italiana è irriconoscente. Gli insegnanti italiani sono i più sottopagati dell’area OCSE e hanno visto una perdita del 6% del potere d’acquisto tra il 2015 e il 2023. (Fonte: OCSE)
7. La scuola italiana non è meritocratica. In molti Paesi europei, se dalla valutazione emerge che un insegnante registra un rendimento insoddisfacente, si applicano misure correttive. Solo in Spagna, Italia e Slovacchia non sono previsti interventi. (Fonte: la Repubblica)
INVESTIMENTI:
1. La scuola italiana è sottofinanziata. La spesa pubblica per l’istruzione è pari al 4% del PIL, contro una media europea del 4,9%. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è inadeguata. Sei strutture su dieci sono prive di agibilità. Ogni tre giorni in una scuola italiana si verifica un crollo di calcinacci da soffitti e pareti di aule, laboratori e palestre. L’80% delle scuole è ubicato in edifici non adeguati. Il Ministro Valditara ha dichiarato l’edilizia scolastica “un’emergenza nazionale”. (Fonte: Avvenire)
3. La scuola italiana è sovraffollata. Più di 5000 aule, le cosiddette “classi pollaio”, ospitano oltre 27 alunni ciascuna su base giornaliera, per un totale di 165 mila studenti costretti a trascorrere l’anno in condizioni di sovraffollamento. (Fonte: MIUR)
RISULTATI:
1. La scuola italiana non aiuta a capire. Un quindicenne italiano su quattro fatica a comprendere testi di complessità elementare, e solo uno su venti riesce a distinguere i fatti dalle opinioni leggendo un testo su un argomento sconosciuto. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è insufficiente. La metà dei maturandi non raggiunge il livello minimo accettabile di competenze in matematica (oltre il 50%) o in italiano (sotto il 50%). (Fonte: Il Sole 24 Ore)
3. La scuola italiana è nozionistica. Gli studenti italiani hanno totalizzato 31 punti su 60 nella risoluzione di problemi in maniera innovativa con il pensiero laterale e divergente. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana insegna l’individualismo, a scapito del lavoro di gruppo. Gli studenti italiani hanno totalizzato 478 punti contro una media OCSE di 500 punti nella “risoluzione collaborativa dei problemi”, ovvero la capacità di interagire con altri, condividendo sforzi e conoscenze per raggiungere la soluzione. L'Italia si classifica al 26° posto su 32 Paesi. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana causa avversione al rischio. L’85% dei quindicenni italiani ha paura di prendere brutti voti, contro una media europea del 66%. (Fonte: OCSE)
FUTURO:
1. La scuola italiana è incostante. Mentre alle elementari gli studenti registrano risultati pari, se non superiori, a quelli dei coetanei europei, alle medie e alle superiori le metriche crollano.
2. La scuola italiana non orienta. Solo il 35,8% dei quindicenni italiani ha accesso a servizi di orientamento professionale nel contesto scolastico, contro una media dell’80-90% in Paesi come la Danimarca e Finlandia, per esempio. (Fonte: OCSE)
3. La scuola italiana non prepara al mondo del lavoro. L’Italia registra il periodo più lungo tra i Paesi del Nord Globale in quanto a transizione dalla scuola al lavoro, un attesa di 5,9 anni nel 50% dei casi. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana produce analfabeti funzionali. L’Italia è in cima alle classifiche mondiali per analfabetismo funzionale. Il 27% delle persone tra i 16 e i 65 anni non è in grado di leggere un testo e rielaborarlo, capirlo a fondo e usare il proprio pensiero critico per distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana non combatte la disoccupazione. L’Italia è il primo Paese di giovani che non studiano né lavorano (NEET) con un tasso del 27,4% contro la media europea del 14%. (Fonte: ISTAT)
La scuola italiana va smantellata fino al suo nucleo e ricostruita da zero.
E credo che accadrà, che ti piaccia oppure no.
Non perché un bel giorno la politica si sveglierà capace e disposta a fare il proprio lavoro in modo adeguato. Ma perché l’intero sistema scolastico collasserà entro il 2050. La natalità in Italia parla chiaro: di questo passo, metà delle scuole in funzione oggi - circa 20.000 - chiuderà entro il 2030. E da lì si è in caduta libera. La disoccupazione e il precariato tra gli insegnanti sarà dilagante. I sistemi a cui ci siamo strenuamente aggrappati verranno abbandonati, e non per scelta, ma per obbligo. Non sarà piacevole. Ma è inevitabile. E questo darà inizio a un’era più prospera per la scuola e i suoi abitanti. E noi saremo lì a raccogliere i cocci. Saremo anche lì a crearli, appena prima.
Siamo in tanti ad aspettare quel giorno. Milioni di insegnanti, genitori, presidi e alunni che, come me, non criticano la scuola perché la odiano, ma perché la amano troppo per accettare il suo disfacimento standosene impalati a guardare.
Saranno proprio queste persone a ricostruirla. Saranno gli insegnanti che rifiutano i suoi limiti. Saranno gli insegnanti che non si danno per vinti. Saranno gli insegnati che ci credono, nonostante tutto. E sono tanti. Siamo tanti. Siamo molti di più noi che la critichiamo amandola di chi, magari difendendola a parole, poi se ne frega. Siamo la maggioranza silenziosa di chi non ne può più ma, nonostante tutto, continua a credere in un domani migliore.
Un domani possibile.
Sogno un domani non lontano in cui tutti noi, insegnanti e cittadini, ci riuniremo attorno al tavolo da disegno e congegneremo la Scuola dei Sogni: una Scuola più umana, felice e migliore.
Dunque, mi correggo: della scuola italiana salvo chi resiste.
P.s. Non critico MAI i singoli individui o le singole realtà. So bene che ce ne sono a migliaia, di insegnanti e Scuole che già incarnano la nostra rivoluzione nella loro esistenza quotidiana. Sono i nostri più grandi alleati sul territorio, infatti. La mia critica è rivolta solo ed esclusivamente al SISTEMA. Un sistema che, anziché valorizzare l’innovazione, la creatività e l’amore per la professione, nel migliore dei casi li ignora, e nel peggiore li penalizza, li sminuisce e li svilisce. Ma il suo tempo è scaduto.
Nicolò Govoni - Fondatore di "Still I rise"
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alemicheli76 · 6 months ago
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QUANTI ROMANCE PUOI VIVERE IN 4 SETTIMANE? Dal romance classico al dark, dal romantasy al paranormal, passando per le storie spicy: Feltrinelli dedica un intero mese, in libreria e online, alle sfumature del genere più in voga del momento
Tra gli appuntamenti imperdibili: speciali Romance Reading Party nelle principali Feltrinelli d’Italia, per trasformare la lettura in un’occasione di festa Tra gli autori protagonisti dell’iniziativa, tante stelle del BookTok: Valentina Ghetti, Victor Diamandis, Rokia, Rita Nardi, Selene Piromallo e tanti altri. Comunicato stampa – “La gente dice che ciò che conta è vivere, ma io preferisco…
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sempreilmeglio · 8 months ago
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FIESTA ALBA
presentano il singolo e video BURKINA PHASE..
elettronica e arabeschi di chitarra..
e tra le trame musicali ammalianti, la voce di Thomas Sankara, il leader africano assassinato per aver lottato contro le logiche spietate del neo colonialismo
Guarda il video
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Presentazione band
I Fiesta Alba sono 4 lottatori che condividono una passione: lottano una vita intera contro la banalità del male declinata secondo il conformismo musicale, lo strapotere dei signori della discografia, il declino del rock, la dittatura dell’heavy rotation. Abbattono le frontiere tra il nord e il sud del pianeta, tra la musica colta e quella del popolo, tra l'acustico l'elettrico e l'elettronica. Salgono sul ring delle piattaforme digitali rivelando le loro vere maschere, e alzando il pugno gridano "Lucha libre!" Gli incontri sono truccati, gli avversari insostenibili, sanno di essere perdenti in una moltitudine immensa, in un pianeta in cui nessuno vince davvero, con una sola, quieta certezza nel cuore: non può perdere chi non ha nulla da perdere.
Fiesta Alba viene alla luce con un primo lavoro omonimo costituito da 5 brani eterogenei nella forma ma omogenei nella sostanza. Ispirato dal math rock di matrice anglosassone e spogliato di inutili virtuosismi il lavoro subisce le influenze dell’afrobeat minimalista, dell’elettronica ispirata agli anni ‘90, del post-punk chitarristico, del dub e del rap per arrivare a una formula contemporanea e originale. I 5 brani possiedono un respiro internazionale che dall’Europa arriva in Africa attraverso i ghetti di New York. Gli intarsi chitarristici sono supportati dal groove ritmico e digitale, disegnando geometrie colorate e traiettorie geografiche negli emisferi musicali di questo scorcio di millennio.
Riferimenti musicali:
Talking Heads - King Crimson - Fela Kuti - Steve Reich - Battles - Tera Melos
Da questo primo lavoro viene tratto il secondo video della band:
Burkina phase
Un’elettronica minimalista abbraccia arabeschi di chitarre. Steve Reich sonnecchia all’ombra di un baobab, mentre la voce di un fiero leader di un mondo scomparso grida inconfessabili verità ai mostri del nostro millennio.
Il videomaker Guido Ballatori interpreta il brano in una cifra stilistica che richiama da vicino la Videoarte. Attraverso l’utilizzo della grafica digitale si manifestano i concetti di contaminazione e colonizzazione, elementi naturali e artificiali si interfacciano senza alcuna soluzione logica.
Tra l’arcaico e il contemporaneo viene evocato Thomas Sankara, il leader africano assassinato, che diventa icona nella sua trasfigurazione elettronica, mentre denuncia l’occidente e le sue relazioni aggressive.
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identifying-f1-in-posts · 5 months ago
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[1] 22nd September 2013 World KZ Championship End of Season Trophy Ceremony
[2] 27th April 2023 Azerbaijan Grand Prix Thursday
[3] 29th May 2022 Monaco Grand Prix Pre-race Drivers Parade
[4] 1st May 2016 Russian Grand Prix Podium
[5] 31st August 2019 Belgian Grand Prix Post-qualifying
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bethereorbedquare · 8 months ago
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FIESTA ALBA
presentano il singolo e video BURKINA PHASE..
elettronica e arabeschi di chitarra..
e tra le trame musicali ammalianti, la voce di Thomas Sankara, il leader africano assassinato per aver lottato contro le logiche spietate del neo colonialismo
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Presentazione band
I Fiesta Alba sono 4 lottatori che condividono una passione: lottano una vita intera contro la banalità del male declinata secondo il conformismo musicale, lo strapotere dei signori della discografia, il declino del rock, la dittatura dell’heavy rotation. Abbattono le frontiere tra il nord e il sud del pianeta, tra la musica colta e quella del popolo, tra l'acustico l'elettrico e l'elettronica. Salgono sul ring delle piattaforme digitali rivelando le loro vere maschere, e alzando il pugno gridano "Lucha libre!" Gli incontri sono truccati, gli avversari insostenibili, sanno di essere perdenti in una moltitudine immensa, in un pianeta in cui nessuno vince davvero, con una sola, quieta certezza nel cuore: non può perdere chi non ha nulla da perdere.
Fiesta Alba viene alla luce con un primo lavoro omonimo costituito da 5 brani eterogenei nella forma ma omogenei nella sostanza. Ispirato dal math rock di matrice anglosassone e spogliato di inutili virtuosismi il lavoro subisce le influenze dell’afrobeat minimalista, dell’elettronica ispirata agli anni ‘90, del post-punk chitarristico, del dub e del rap per arrivare a una formula contemporanea e originale. I 5 brani possiedono un respiro internazionale che dall’Europa arriva in Africa attraverso i ghetti di New York. Gli intarsi chitarristici sono supportati dal groove ritmico e digitale, disegnando geometrie colorate e traiettorie geografiche negli emisferi musicali di questo scorcio di millennio.
Riferimenti musicali:
Talking Heads - King Crimson - Fela Kuti - Steve Reich - Battles - Tera Melos
Da questo primo lavoro viene tratto il secondo video della band:
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Un’elettronica minimalista abbraccia arabeschi di chitarre. Steve Reich sonnecchia all’ombra di un baobab, mentre la voce di un fiero leader di un mondo scomparso grida inconfessabili verità ai mostri del nostro millennio.
Il videomaker Guido Ballatori interpreta il brano in una cifra stilistica che richiama da vicino la Videoarte. Attraverso l’utilizzo della grafica digitale si manifestano i concetti di contaminazione e colonizzazione, elementi naturali e artificiali si interfacciano senza alcuna soluzione logica.
Tra l’arcaico e il contemporaneo viene evocato Thomas Sankara, il leader africano assassinato, che diventa icona nella sua trasfigurazione elettronica, mentre denuncia l’occidente e le sue relazioni aggressive.
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tagomago-ita · 8 months ago
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FIESTA ALBA
presentano il singolo e video BURKINA PHASE..
elettronica e arabeschi di chitarra..
e tra le trame musicali ammalianti, la voce di Thomas Sankara, il leader africano assassinato per aver lottato contro le logiche spietate del neo colonialismo
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Presentazione band
I Fiesta Alba sono 4 lottatori che condividono una passione: lottano una vita intera contro la banalità del male declinata secondo il conformismo musicale, lo strapotere dei signori della discografia, il declino del rock, la dittatura dell’heavy rotation. Abbattono le frontiere tra il nord e il sud del pianeta, tra la musica colta e quella del popolo, tra l'acustico l'elettrico e l'elettronica. Salgono sul ring delle piattaforme digitali rivelando le loro vere maschere, e alzando il pugno gridano "Lucha libre!" Gli incontri sono truccati, gli avversari insostenibili, sanno di essere perdenti in una moltitudine immensa, in un pianeta in cui nessuno vince davvero, con una sola, quieta certezza nel cuore: non può perdere chi non ha nulla da perdere.
Fiesta Alba viene alla luce con un primo lavoro omonimo costituito da 5 brani eterogenei nella forma ma omogenei nella sostanza. Ispirato dal math rock di matrice anglosassone e spogliato di inutili virtuosismi il lavoro subisce le influenze dell’afrobeat minimalista, dell’elettronica ispirata agli anni ‘90, del post-punk chitarristico, del dub e del rap per arrivare a una formula contemporanea e originale. I 5 brani possiedono un respiro internazionale che dall’Europa arriva in Africa attraverso i ghetti di New York. Gli intarsi chitarristici sono supportati dal groove ritmico e digitale, disegnando geometrie colorate e traiettorie geografiche negli emisferi musicali di questo scorcio di millennio.
Riferimenti musicali:
Talking Heads - King Crimson - Fela Kuti - Steve Reich - Battles - Tera Melos
Da questo primo lavoro viene tratto il secondo video della band:
Burkina phase
Un’elettronica minimalista abbraccia arabeschi di chitarre. Steve Reich sonnecchia all’ombra di un baobab, mentre la voce di un fiero leader di un mondo scomparso grida inconfessabili verità ai mostri del nostro millennio.
Il videomaker Guido Ballatori interpreta il brano in una cifra stilistica che richiama da vicino la Videoarte. Attraverso l’utilizzo della grafica digitale si manifestano i concetti di contaminazione e colonizzazione, elementi naturali e artificiali si interfacciano senza alcuna soluzione logica.
Tra l’arcaico e il contemporaneo viene evocato Thomas Sankara, il leader africano assassinato, che diventa icona nella sua trasfigurazione elettronica, mentre denuncia l’occidente e le sue relazioni aggressive.
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Si arricchisce “L’estate da Capitale” di Pesaro: tre nuovi appuntamenti con i musicisti di fama nazionale della Aldemaro Moltedo Jazz Band
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Si arricchisce “L’estate da Capitale” di Pesaro: tre nuovi appuntamenti con i musicisti di fama nazionale della Aldemaro Moltedo Jazz Band. Raddoppia “L'estate da Capitale” di Pesaro2024 alla Palla di Pomodoro. Ai “Concerti del lunedì”, Comune di Pesaro e APA Hotels aggiungono altri tre imperdibili eventi in musica, che si terranno in piazzale della Libertà, alle ore 21:15, per tre giovedì consecutivi: 20, 27 luglio e 3 agosto. Protagonista sarà la Aldemaro Moltedo Jazz Band e i pezzi ‘evergreen’ più amati del panorama americano e italiano. «Si rafforza ulteriormente la collaborazione con APA Hotels – spiega Daniele Vimini, vicesindaco assessore alla Bellezza -, in particolare per la programmazione degli eventi estivi (dal martedì in Baia Flaminia, alla “Notte delle Candele” del 10 agosto) che hanno il loro clou nei momenti musicali di piazzale della Libertà. I “Concerti del Lunedì” stanno andando fortissimo: ogni volta fanno il “tutto esaurito” di pubblico e sono tra i più amati elementi d’accoglienza dell’“Estate da Capitale” di Pesaro2024. Uniscono i pesaresi ai cittadini “temporanei”, i turisti che solitamente raggiungono la città, proprio di lunedì. A loro, così come ai residenti, offriamo questa ulteriore proposta - in un giorno “deputato” da anni alla musica - che non potrà non piacere per la qualità artistica dei musicisti, diretti dal maestro Manzi (tra i migliori batteristi al mondo) e per i brani che proporranno». Sul palco, il 20 e 27 luglio e il 3 agosto, salirà la Moltedo Jazz Band, guidata da Aldemaro Moltedo (pianoforte e voce) e composta da musicisti di fama nazionale e internazionale nel campo del jazz: Fabio Petretti al sax ed arrangiamenti, Massimo Morganti al trombone, Riccardo Catria, musicista emergente dell’Umbria Jazz, alla tromba; Paolo Ghetti, pietra miliare del jazz italiano, al contrabbasso; Massimo Manzi, conosciutissimo jazzista italiano, alla batteria; Paola Lorenzi, vocalist che vanta collaborazioni con tantissimi artisti italiani, Anna Ghetti, cantante emergente dalle grandi capacità. «Altri tre eventi importanti che rafforzano l’offerta turistica dell’estate pesarese e rendono la vacanza dei nostri ospiti ancora più gradevole - commenta il presidente di APA Hotels Paolo Costantini – Comune ed Apa stanno mettendo in campo un proficuo gioco di squadra per realizzare iniziative di qualità che sappiano regalare momenti indimenticabili a turisti e cittadini. E dopo la rassegna dei concerti del lunedì (13 appuntamenti musicali dal 19 giugno al 4 settembre), siamo riusciti ad organizzare una mini-rassegna insieme all’apprezzata Aldemaro Moltedo Jazz Band in uno dei periodi clou della stagione».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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identifying-f1-in-posts · 4 months ago
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[1] 5th June 2021 Azerbaijan Grand Prix Pole Position Award Photo
[2] 5th May 2022 Miami Grand Prix Thursday
[3] 4th June 2023 Spanish Grand Prix Pre-race
[4] 28th May 2023 Monaco Grand Prix Post-race Podium Press Conference
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pratleskitties · 2 years ago
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Pakabar bayik2 yoyen hasil rescue-an mamang tukang sampah dari tempat bakaran sampah?
Hamdallah so far sehat tanpa drama.
Bayik2 ini datang tanggal 17 November 2022 (foto) dengan perkiraan umur 3 minggu. Kalau dihitung2, ndilalah koq lahirnya sama dengan abang sy (25 Oct) atau ponakan laki (26 Oct). Yuk, lah, baby2 oyen scorpio.
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Koq yakin?
Ya nggak 100% yakin, lah, 'kan gw jg ga bisa nanya emaknya si baby2 oyen. 😑
Sekarang mereka sudah lepas botol, walaupun tadinya mereka semua berencana bawa botolnya sampai kuliah. Taglia (baca: 'tah-lia') yg creamsicle (dominan putih) yang duluan menolak botol, sampai meowmmy hampir panik karena dia ga mau botol samsek. Untungnya begitu ditawarin yayam kukus suwir, dia semangat dan makan hampir 40gr. Kalau ditanya, mungkin dia bisa makan 1/4 dada ayam. Tapi berhubung meowmmy pelit dan 100% ga pingin menghadapi mencri karena overfeeding, jadi dibatasi hanya 40gr. Besok2nya juga hanya dikasih 25gr per makan. Bukan karena meowmmy pelit, tapi kalau dikasih lebih, malah pada malu2 & ga habis.
Berat mereka sudah di kisaran 550 (yg cewek2, Taglia dan Penne), sampai 635 (yg cowok2, Ghetti dan Ronni). Meowmmy sudah bikin janji sama Bubu Drh untuk vaksin minggu depan - pakai taruhan pulak, Bubu bilang minggu depan ga bakal sampai 800gr (berat minimal vaksin), meowmmy bilang pasti sampai. Taruhannya 1 vaksin gratis 😜 . Jadi meowmmy berjibaku untuk kasih makan, dengan tetap mem-balance jangan sampai overfeeding. Karena kalau mereka mencri karena overfeeding -- ya... beratnya ga naik2, dong. 
Koq gampang ya, ngurus kitten? 
Nggak. Nggak gampang samsek. Diluar harus kasih susu setiap 3 jam sekali di minggu pertama dan ke-2, mereka sempat mencri selama 2 minggu, sampai dehidrasi dan diinfus subkutan 4-5 kali, dan akhirnya makan antibiotik perut. Tiga hari antibiotik, baru mencri-nya berhenti. 
Waktu pertama2 kasih susu juga mereka ga mau, padahal sudah pakai miracle nipple. Akhirnya 'dipaksa' - dot dipasang di spet & didorong pelan2 dari samping mulut. Mulai dari 5 menit untuk masukkin 5ml, sampai akhirnya mereka fasih & cuma perlu 10-15 detik untuk nyedot 30ml. 
(Disclaimer: JANGAN sekali2 memaksa bayi kucing minum susu dengan spet 1 ml. Spet yg terlalu kecil susah dikontrol dan kucing bisa tersedak. Kalau tersedak, bahaya yang bisa terjadi adalah pneumonia aspirasi - radang paru2 karena kemasukan air.) 
Sy baru bisa tidur lempeng 7-8 jam dalam dua hari belakangan ini, begitu mereka sudah mau makan wf lancar (karena bisa dibantu nyokap untuk pemberian makan). Obat maag yg biasanya 1 strip bisa buat sebulan, jadi terpaksa beli sekotak 10 strip. 😛 
Sekarang sudah lega, dong? 
Oh belum, baru 75% bernapas lega. Nanti kalau mereka sudah kena vaksin, baru bisa 100% lega. Sekarang, pada bersin sekali aja asam lambung masih langsung naik.. 😑 
Jadi, buat orang2 yang masih kebanyakan alasan soal steril - apalagi yg mikir kucing bakal punah kalau di steril2in, sini yuk, urus ini bayik2! Awas ya, kalau sampai matik! 
Ga perlu jumawa kalau kalian pikir kalian "sanggup kasih makan" banyak kucing, karena belum tentu kalian bisa merawat bayik kucing - dengan atau tanpa induk - sampai usia vaksin (minimal) atau sampai usia steril. Makan tanpa pengetahuan cara pengurusan yang baik juga ga akan membuat mereka sehat. 
Ga perlu nyinyir mikir sy horang kayah, punya bff dokter hewan, rumah 2 hektar, dll - hanya 1 dari pernyataan di atas yang benar. Sy ga kasih makan mereka RC, tapi sy kasih makan mereka pakan yg konstan, kontinyu, dan disesuaikan jumlah dengan kebutuhan. 
Sy suka sedih lihat rescue2 (dan/atau reskuker) yang hidup dari opdon dan masih ngotot kasih pakan merek, giliran bajet tiris & terpaksa ditukar ke pakan merek lain, kittennya mencri. 
Ya iya laaah! Ga usah kitten, Kidcat yg segede truk tronton aja kalau diganti pakannya pasti mencri. 
Simpulan: Kalau mereka ber-4 survive sampai vaksin, record FKSR (foster kitten survival rate) meowmmy bisa naik ke 80% dari kemarin turun ke 70% gegara ada litter 4 ekor hanya 1 yg survive).
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enniewritesathing · 6 years ago
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Cat nap
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[1] 14th November 2010 Abu Dhabi Post-race
[2] 4th October 2018 Japanese Grand Prix Thursday
[3] 27th March 2015 Malaysian Grand Prix Friday Pre-practice
[4] 17th September 2023 Singapore Grand Prix Post-race Press Conference
[5] 5th May 2022 Miami Grand Prix Thursday
[6] 5th June 1977 Belgian Grand Prix Pre-race
[7] 3rd July 2008 British Grand Prix Thursday Press Conference
[8] 1st February 1990 Pre-season Testing
[9] 3rd July 2022 British Grand Prix Drivers Parade
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soldan56 · 5 years ago
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Pubblichiamo di seguito l'intervento di Moriba alla conferenza stampa che si è tenuta questa mattina dopo il taglio del nastro. Che mille Case don Gallo nascano! Che mille resistenze e alternative avanzino!
👇🏿👇🏿 Un saluto a tutti e a tutte, mi chiamo Moriba e sono un ex abitante di casa Don Gallo, uno dei primi occupanti di Casa Madiba, oggi sono un operatore sociale di questo spazio che inauguriamo ufficialmente ma dentro il quale abbiamo vissuto dal 24 dicembre 2015 fino all'11 marzo 2019 ed essere ritornati, il 15 ottobre scorso, dopo la fine deii lavori di ristrutturazione. Oggi prima di tutto il nostro pensiero va a Bafode, il piccolo Bafode, abitante di casa Don Gallo deceduto all’età di 22 anni insieme ad altri 11 braccianti, nella strage del 6 agosto 2018 a Foggia, strage e vittime che abbiamo ricordato durante la Dalle radici alle stelle.Marcia per i diritti contro lo sfruttamento Rimini di questa estate nell'anniversario della strage attraverso la testimonianza di Alagie uno dei due superstiti. "Mi chiamo Alagie Saho e ho vissuto nei campi di Lesina un anno e cinque mesi. In camera mia eravamo 3: Alagie Cisse, io e Romanus. In casa con me abitavano anche Bafode, Ebere, Moussa Toure, Alieu e Pap. Abitavamo tutti insieme, mangiavamo insieme, lavoravamo insieme, dormivamo insieme. Nella casa non c’era elettricità ne acqua corrente. Se volevamo fare la doccia, dovevamo camminare fino alla casa più vicina e chiedere di darci l’acqua del pozzo. Per mangiare facevamo una colletta di soldi, e a turni ogni settimana andavamo a comprare da mangiare. Sempre tutti insieme. E il tetto, il tetto era un problema. Quando pioveva, la casa si riempiva di acqua. Ogni mattina ci veniva a prendere un caporale. Di solito alle 4 di mattina, perché i campi da raggiungere sono molto lontani. Ogni giorno caricavano 10 o 15 di noi, non importava quanto grande fosse la macchina. E’ difficile dire quanto si guadagna, il guadagno va a cassone. Ogni cassone è 3,50 euro. Se raccogli i pomodori grandi il cassone si riempie presto e allora puoi farne anche 10. Se invece i pomodori sono piccoli, non riesci a farne più di 5. La sera si lavora fino alle 18, a volte tornavamo a casa che era già buio. La mattina dell’incidente sono venuti a prenderci, e in una macchina che poteva tenere 7 persone ne hanno messe 14. Della mia casa su quel camion eravamo 6: io, Bafode, Romanus, Ebere, Alagie Cisse e Moussa Toure. Le altre persone erano delle case vicine, ci conoscevamo tutti. Quella mattina, sono salito in macchina davanti con l’autista. Stavo stretto stretto, e allora gli ho chiesto se potessi cambiare posto. Mi ha mandato dietro negli ultimi posti e davanti a me c’era Khadim. Mi sono messo le cuffie nelle orecchie e mi sono addormentato ascoltando musica. Non mi ricordo niente dell’incidente, forse sono svenuto. Mi ricordo che quando mi sono svegliato, ero sul ciglio della strada. Ho aperto gli occhi e ho sentito che stavano contando i morti. Ho sentito dire “Sei morti” e così ho capito che erano morte sei persone. Solo in ospedale ho saputo che tutti erano morti, tranne me e Khadim. Ci siamo salvati perché eravamo gli ultimi. Sono stato 14 giorni in ospedale. Il mio corpo è guarito dopo molti mesi, ma quando dormo la notte ancora mi sveglio con i ricordi di quel giorno. Erano i miei fratelli. Erano i miei amici. Mangiavamo insieme, dormivamo insieme, la domenica, quando non andavamo al lavoro, stavamo seduti insieme a bere l’ataya. Io non posso dimenticare. Non voglio".
Casa don Andrea Gallo è nata anche per contrastare queste forme di grave sfruttamento lavorativo e precarietà di vita, ad aiutare le potenziali vittime di queste forme di sfruttamento a prendere coscienza della propria condizione perché queste condizioni sono piuttosto generalizzate e presenti anche in svariati settori del nostro territorio, in particolare quello turistico e i recenti dati dei controlli dell’ispettorato, della ausl, della guardia di finanza nonché le recenti azioni repressive nel contrasto alle forme di infiltrazioni della malavita organizzata, sono li a ricordarcelo. Il problema abitativo e della crescita del numero di homeless che colpisce la nostra come le altre città è strettamente connesso al tema dei working poors, del lavoro povero. Senza un lavoro degno, una salario degno, senza dignità nei luoghi di lavoro non può esserci il diritto alla casa, il diritto alla vita. Oggi è anche la giornata di sciopero generale di svariati settori produttivi, ci uniamo ai lavoratori e alle lavoratrici in sciopero in particolare con quelli del sociale: educatori, operatrici dell’accoglienza che lavorano per 8 euro lordi allora, con una laurea!! Circa due terzi degli attuali abitanti presenti nella casa hanno lavorato questa estate ma nessuno è in grado di andare in autonomia abitativa, molti difficilmente avranno accesso agli ammortizzatori sociali e alla disoccupazione, alcuni di loro si sono rivolti alle istituzioni preposte per denunciare situazione di sfruttamento lavorativo in questo caso parliamo di 2, 3 euro all’ora. Casa don Gallo è allora un approdo sicuro non solo perché da un tetto a chi non ce l’ha, ma anche per imparare a vivere in contesti spesso ostili esacerbati da un razzismo e da forme di sfruttamento feroce ma anche per attivare la città degna che intorno a questo progetto si è organizzata: dal vicinato al centro anziani, da casa madiba alla casa dell’intercultura. Questo perché casa don gallo è molto più di un progetto di accoglienza abitativa innovativo basato sull’autogestione realizzata dagli stessi abitanti che sono così responsabilizzati nella gestione della casa rompendo con modalità gerarchizzanti della relazione di aiuto ma anche perché rappresenta  un progetto politico di città da costruire, a misura dei bisogni di tutti e tutte, dove al centro ci sono prima le persone e non gli interessi di una parte. Dove la sicurezza per essere tale deve produrre diritti e condivisione della nostra vita in comune e non paura e clandestinità, ghetti e stigma sociale. A differenza di quanto sta accadendo con le recenti  leggi sulla sicurezza, i cui effetti, visibili anche in questo quartiere  ci   preoccupano molto per i conflitti che potrebbero produrre e per la manovalanza a basso costo che cresce sia per arricchire la malavita organizzata che le filiere del lavoro sfruttato. Invece che guardare al  passato, oggi vogliamo guardare al futuro e siamo convinti che di tutte le opere realizzate, l’apertura di questo spazio rimarrà nella storia di RIMINI. Abbiamo una casa, che mille case don Gallo nascano a Rimini come altrove. A tutti e tutte quelli che per svariati motivi, impegni, incarichi, tempo dedicato, si sono attivati per Casa Don Andrea Gallo dobbiamo dei ringraziamenti collettivi per aver riconosciuto, sostenuto, incoraggiato questo progetto e aver ridato a questi luoghi la dignità che meritavano. Una casa per tutt* Avanti Rimini! Che mille case Don Gallo aprano! che mille resistenze e alternative conquistino spazi e vincano la battaglia. ABBIAMO UNA CASA!
Una Casa Per Tutt*
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paoloxl · 5 years ago
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4 aprile 1968: un proietille calibro 30-60 sparato da un fucile di precisione colpisce alla testa il leader nero Martin Luther King, uccidendolo sul colpo.
Nella stanza dell'albergo Lorrain Motel di Menphis, Tenessee, veniva così ucciso uno dei leader storici del movimento contro la segregazione e per i diritti dei neri.
King ,attivista e pastore protestante, dedicò la sua intera vita alla causa dei diritti civili della popolazione di colorei. Rappresentò e fu di fatto la guida di tutta quella l'area del movimento nero che abbracciava il metodo della non violenza e del riformismo, che da sempre si era opposta al resto del movimento che si poneva l'obbiettivo di una rivoluzione armata per la liberazione del popolo afro-americano contro il razzismo.
Nonostante la sua apparteneza all'area più moderata e istituzionale del movimento, collaborò con le organizzazioni comuniste giovanili statunitensi, e con il resto del movimento afro-americano.
Di fatto king e tutta l'area pacifista rappresentarono e furono una sponda per le istituzioni bianche del governo degli Stati Uniti: l'appoggio dei Kennedy e dei riformisti bianchi consacravano l'appartenenza di king alla piccola borghesia nera e tutta qualla parte di afroamericani che non avevano interessi in un'insurrezione armata dei neri e delle altre minoranze.
Il rifiuto della violenza, contestualizzato nel movimento di quegli anni, fu uno strumento uitilizzato dai riformisti per arginare la lotta messa in atto dalla stragrande maggioranza dei neri. Infatti negli anni '50, '60 e '70 furono numerosissime le esperienze di difesa armata dei ghetti neri, di attacco ai commissariati e alla polizia, il saccheggio dei negozi dei bianchi e gli attacchi ai quartieri benstanti.
 
Criticare la scelta storica della nonviolenza da parte di King, vuol dire restituire la giusta dignità spesso rubata dal revisionismo storico, alla lotta dei rivoluzionari neri che si offrirono in prima persona per riscattare la loro gente da più di quattrocento anni di sfruttamento e violenze da parte della borghesia bianca statunitense. Il governo americano, in particolare l'amministrazione Kennedy, sfruttarono King e l'area pacifista del movimento per controllare indirettamente il movimento insurrezionale nero.
 
Nei giorni seguiti all'assassinio il presidente degli Stati Uniti si appellò al buon senso delle persone di colore, perchè non fosse la violenza la risposta all'omicidio compiuto dal razzista James Earl Ray. Di tutta risposta il movimento afro rispose con duri scontri nei ghetti, assalti ai quartieri benestanti bianchi, e attacchi alla polizia.
 
La rielaborazione storica della figura di King è stata strumentale a far apparire tutta la lotta afro-americana come pacifica e fatta di marce e sit-in, per cercare di relegare l'uso diffuso dello scontro e della violenza ad un'area minoritaria e "deviata" del movimento. Aldilà delle rivisitazioni di comodo di chi è rimasto di fatto al potere e della borghesia nera che negli anni si è integrata bene nel sistema capitalista e consumista degli USA, quello che è sicuro è che il movimento nero e l'insurrezione degli afroamericani sono stati attraversati da una potente scossa di violenza manifestatasi in varie forme, e molte volte capace di essere strumento fondamentale per la lotta.
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sciatu · 6 years ago
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L’ INCENDIO NELLA FABBRICA DELLE DONNE
Nel pomeriggio del 25 marzo 1911 alle 16:30, dall’ottavo piano di un palazzo vicino a Washington Square, a New York, i passanti notano del fumo che esce dalle ampie vetrate. Presto il fuoco divampa lungo tutto l’ottavo piano che con il nono ed il decimo costituivano gli uffici e la zona di produzione della Triangle Shirtwhite Co, una società che produceva camicie per donna. Alla Triangle lavoravano in quel momento circa 500 persone quasi tutte donne. Il fuoco presto raggiunge il nono ed il decimo piano dell’edificio. Sebbene le uscite fossero chiuse perché le lavoranti non potevano allontanarsi dal posto di lavoro, buona parte delle persone presenti nei due piani riesce a fuggire, aiutati in questo dagli addetti agli ascensori i signori Zito e Mortillalo che salgono e scendono fino a quando il fuoco non brucia i cavi bloccandoli. Tra i primi a salvarsi è il padrone della società Isaac Harris. Le scale antincendio intanto vengono prese d’assalto e presto, a causa del gran numero di persone, collassano facendo precipitare nel vuoto chi stava cercando su di loro la salvezza. A questo punto gli ultimi piani sono isolati e le persone rimaste restano intrappolare lassù, molte di loro si affacciano alle finestre e non avendo altra scelta saltano nel vuoto. William Sheppard, un cronista giunto sul posto scrive “ho imparato quel giorno un nuovo suono, un suono più terribile di quanto una fotografia possa descrivere: il tonfo di un corpo vivo sull’asfalto” le donne intrappolate al nono piano non hanno scelta, alcune di loro esitano troppo e si lanciano con i vestiti già in fiamme nel vuoto e come stelle cadenti si schiantano su marciapiede. Due sorelle giovanissime si prendono per le mani e si lanciano nel vuoto, una donna bacia un uomo prima di lanciarsi e viene seguita dall’uomo subito dopo; la folla grida “Non lanciatevi” ma sul marciapiede più tardi vengono contati 62 corpi. I pompieri non riescono ad avvicinarsi per via dei corpi che cadono e possono arrivare agli ultimi piani solo alle 17:15, quarantacinque minuti dopo il suo inizio, quando ormai gli ultimi tre piani sono completamente bruciati. Si contano 146 morti, di questi 126 sono tutte donne emigrate da poco tempo a New York. Circa 88 erano ebree austriache, ungheresi, tedesche e russe scampate ai ghetti e alle persecuzioni nei loro paesi, 38 donne erano italiane, di queste 24 erano siciliane.
Tra quest’ultime la più giovane era Rosaria Maltese di 14 anni trovata abbracciata alla sorella Lucia di 20 anni in uno sgabuzzino. I resti della loro madre, Caterina Maltese di 39 anni, che anche lei lavorava alla Triangle furono riconosciuti alcuni mesi più tardi dal marito per degli oggetti metallici che abitualmente portava con se. Le tre donne venivano da Marsala dove erano partite due anni prima. La più vecchia delle siciliane era Provvidenza Panno di 43 anni che con Vincenza Pinelli di 30 anni, morta con lei, veniva da Casteldaccia. Le altre siciliane erano tutte giovanissime; Clotilde Terranova aveva 22 anni e veniva da Licata, Vincenza Bellotto da Sciacca aveva 16 anni, Rosina Cerrito aveva 18 anni e con Maria Del Castillo di 21 anni e Maria Salemi di 24 veniva da Cerda. Di Sambuca di Sicilia invece era Rosa Bassino di 31 anni e Caterina Giannattasio di 22. Michela Nicolosi di 21 anni e Maria Anna Coletti di 30 erano di Bisciacquino. Le sorelle Elisabetta e Francesca Maiale di 18 e 21 anni venivano da Marsala, Da Noto Gaetana Midolo di 16 anni, mentre da Cerami, Concetta Prestifilippo di 22 e Rosa Grasso di 16 anni. Giuseppa Buscemi di 31 anni e Grazia Gullo di 26 venivano dalla piccola Sperlinga. Caterina Uzzo di 22 anni era di Palermo e Giuseppina Cammerata di 17 anni veniva da Enna. Erano tutte da poco tempo in America e quello per loro era uno dei primi lavori che facevano.
Il proprietario, Mr. Isaac Harris, venne portato in tribunale ma fu assolto perché i suoi avvocati trovarono dei testimoni che confermarono che quel giorno lui non sapeva che le porte erano chiuse, anche era stato lui a dare l’ordine di far lavorare le donne con le porte serrate. Ai suoi dipendenti Mr. Harris dava dai 7 ai 12 dollari a settimana, facendole lavorare 60 ore la settimana in condizioni molto dure. Ogni sette donne vi era un “Caporale” a cui Mr. Harris aveva subappaltato il lavoro e che pagava le donne a sua discrezione. Il tribunale condannò Mr. Harris a pagare alle famiglie dei dipendenti morti 75 dollari, mentre dall'assicurazione lui ricevette una somma equivalente a 400 dollari per ogni dipendente morto. L’indignazione per la strage e per lo sfruttamento delle giovani donne emigranti venne utilizzato dal movimento per l’emancipazione delle donne per richiedere nuovi diritti per le donne lavoratrici, l’incendio della Triangle diventò l’emblema della lotta per l’emancipazione delle donne. La strage comunque fu per molto tempo dimenticata o, per come avvenne, non tutto fu chiaro. Solo in seguito, grazie a ricerche dettagliate se ne capì la tragedia ed i protagonisti. I nomi di tutte le donne morte li puoi trovare in questa lista che è stata completata solo nel 2011. Nello stesso sito gli avvenimenti dettagliati della vicenda. 
http://trianglefire.ilr.cornell.edu/victimsWitnesses/victimsList.html
Sulla vicenda numerosi sono i libri, ad esempio “The Triangle fire” di Leon Stein, o “Triangle, the Fire that Changed America” di David Von Drehle . Uno degli ultimi è “Camicette Bianche” di Ester Rizzo,
In the afternoon of March 25, 1911, at 4:30 pm, from the eighth floor of a building near Washington Square, in New York, passersby noticed smoke coming out of the large windows. Soon the fire burned along the eighth floor, which together with the ninth and tenth were the offices and production area of ​​the Triangle Shirtwhite Co, a company that produced shirts for women. Around 500 people almost all women were working at the Triangle. The fire soon reaches the ninth and tenth floors of the building. Although the exits were closed because the workers could not get away from the workplace, most of the people on the two floors managed to escape, helped by the employees of the elevators Zito and Mortillalo who go up and down until the fire burn the cables by blocking them. Among the first to survive is the owner of the company Isaac Harris. The fire escapes meanwhile are stormed and soon, because of the large number of people, they collapse making those who were looking for salvation fall on deaf ears. At this point the last floors are isolated and the people remained trapped up there, many of them overlook the windows and having no other choice jump into space. William Sheppard, a reporter on the spot writes "I learned that day a new sound, a sound more terrible than a photograph can describe: the thud of a living body on the asphalt" the women trapped on the ninth floor have no choice, some they hesitate too much and fling themselves with clothes already burning in the air and like falling stars crashing onto the sidewalk. Two very young sisters take each other's hands and throw themselves into the void, a woman kisses a man before throwing herself up and is followed by the man immediately after; the crowd shouts "Do not throw yourself" but on the sidewalk later 62 bodies are counted. Firefighters can not get close because of falling bodies and can only reach the top floors at 5:15 pm, forty-five minutes after its beginning, when the last three floors are completely burnt. There are 146 dead, of these 126 are all recently emigrated women in New York. About 88 were Austrian, Hungarian, German and Russian Jews who survived the ghettos and persecutions in their countries, 38 women were Italian, of whom 24 were Sicilian.
Among the latter, the youngest was 14-year-old Rosaria Maltese, who was embraced by her 20-year-old sister Lucia in a closet. The remains of their mother, Caterina Maltese, 39, who also worked at the Triangle were recognized a few months later by her husband for some metal objects that she usually carried with her. The three women came from Marsala where they had left two years earlier. The oldest of the Sicilians was Providenza Panno, 43, who with 30-year-old Vincenza Pinelli, who died with her, came from Casteldaccia. The other Sicilians were all very young; Clotilde Terranova was 22 years old and came from Licata, Vincenza Bellotto da Sciacca was 16 years old, Rosina Cerrito was 18 years old and with Maria Del Castillo aged 21 and Maria Salemi of 24 came from Cerda. Di Sambuca di Sicilia instead was Rosa Bassino aged 31 and Caterina Giannattasio of 22. Michela Nicolosi of 21 years and Maria Anna Coletti of 30 were from Bisciacquino. The sisters Elisabetta and Francesca Maiale, aged 18 and 21, came from Marsala, from Noto Gaetana Midolo of 16 years, while from Cerami, Concetta Prestifilippo of 22 and Rosa Grasso of 16 years. Giuseppa Buscemi, 31, and Grazia Gullo, 26, came from the little Sperlinga. Caterina Uzzo aged 22 was from Palermo and Giuseppina Cammerata, aged 17, came from Enna. They were all recently in America, and that was one of their first jobs for them.
The owner, Mr. Isaac Harris, was brought to court but was acquitted because his lawyers found witnesses who confirmed that he did not know that the doors were closed that day, even he was the one who gave the order to let the women work. with the doors locked. Mr. Harris gave his employees $ 7 to $ 12 a week, working them 60 hours a week in very harsh conditions. Every seven women there was a "Corporal" to whom Mr. Harris had subcontracted work and who paid women at his discretion. The court ordered Mr. Harris to pay 75 dollars to the families of the employees, while he received an amount equivalent to $ 400 for each dead employee from the insurance. The indignation for the massacre and exploitation of young women emigrants was used by the women's emancipation movement to demand new rights for working women, the Triangle fire became the emblem of the struggle for the emancipation of women . However, the massacre was forgotten for a long time or, as it happened, not everything was clear. Only later, thanks to detailed research, he understood the tragedy and the protagonists. The names of all the dead women can be found in this list that was completed only in 2011. On the same site the detailed events of the story.
http://trianglefire.ilr.cornell.edu/victimsWitnesses/victimsList.html
On the case there are numerous books, such as "The Triangle fire" by Leon Stein, or "Triangle, the Fire that Changed America" by David Von Drehle. One of the last is "White Shirts" by Ester Rizzo,
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fingerkisses · 7 years ago
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hi i’m dom i have so many ice cream parlo- so sorry ugh! kEep it, keep recording uhhhhh i’m-i’m-we’re wasting light... and money. i’m dom and i have so many shave ice parlours you won’t eVEN believe! they’re all across new jersey such as delaware and... outside of delaware! we have so many flavours from inside your town that you won’t even believe. we got... tiGer blood. we got chicken, spa-(oooOwWEeoOWE)-ghetti we got... this guy’s hAIr! agH just your favourite flavours,,,
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