#27 Settembre 2017
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undiscoperlapausapranzo · 7 months ago
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Un Disco per la Pausa Pranzo no. 9 - 27 Settembre 2017 - Dave Matthews Band - Crash - 1996
Canzoni:
So much to say
Two step
Crash into me
Too much
#41
Say goodbye
Drive in, drive out
Let you down
Lie in our graves
Cry freedom
Tripping billies
Proudest monkey
Canzone preferita: Too much
Musicisti:
Carter Beauford: Batteria - Percussioni - Cori (1, 7, 10, 11 e 12)
Stefan Lessard: Basso elettrico - Pianoforte a puntine
Dave Matthews: Voce - Chitarra acustica
LeRoi Moore: Sassofoni - Flauto traverso - Tin whistle
Boyd Tinsley: Violini elettrici e acustici
Tim Reynolds: Chitarre elettriche e acustiche
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cristina-sassola · 1 year ago
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27 settembre 2017
Ringrazio Daniele #Bossari per aver ricordato me e #Mistero durante la diretta del #GFVIP dove sta dimostrando la sua sensibilità. Ricordo con nostalgia le nostre chiacchierate. La stima è reciproca. Un abbraccio a Lui, Mistero e Voi. Segue sua intervista
https://twitter.com/AdamKadmon7777/status/913066347659186176
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oltrearcobaleno · 1 month ago
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Sudha Chandran: Una Leggenda del Cinema e della Danza Bharatanatyam
Sudha Chandran è una delle personalità più iconiche del cinema indiano e della danza Bharatanatyam, conosciuta per la sua resilienza, il talento artistico e i contributi indimenticabili al grande e piccolo schermo. Nata il 27 settembre 1965 a Mumbai, Chandran ha lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema hindi, tamil e telugu, diventando un simbolo di forza e determinazione.
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Una Vita Dedicata all’Arte e al Cinema
Cresciuta a Mumbai, Sudha Chandran ha mostrato fin dalla giovane età un amore per la danza Bharatanatyam, una delle forme di danza classica più apprezzate in India. Tuttavia, la sua vita cambiò radicalmente nel maggio del 1981, quando fu coinvolta in un incidente stradale che portò all’amputazione della sua gamba destra a causa della cancrena. Nonostante questa tragedia, Chandran tornò a danzare con una protesi al piede di Jaipur, dimostrando al mondo che il talento e la passione possono superare qualsiasi ostacolo.
Il suo ritorno alla danza la portò a esibirsi in numerosi paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Arabia Saudita, guadagnandosi il plauso del pubblico e il rispetto della critica. Ma il vero trampolino di lancio per la sua carriera fu il cinema, dove Chandran trovò un’altra piattaforma per esprimere la sua arte.
Un’Icona del Cinema: I Ruoli Indimenticabili di Sudha Chandran
Il debutto cinematografico di Sudha Chandran avvenne con il film telugu Mayuri (1985), un’opera basata sulla sua vita. Il film fu un successo straordinario, e la sua interpretazione emozionante le valse il prestigioso National Film Award – Premio Speciale della Giuria. Questo film non solo raccontava la sua storia, ma ispirava milioni di persone con il messaggio che le avversità possono essere superate con coraggio e determinazione.
Nel corso della sua carriera, Chandran ha lavorato in numerosi film e serie televisive in lingua hindi, tamil e telugu. Tra i suoi ruoli più celebri spiccano:
Ramola Sikand nella serie Kaahin Kissii Roz (2001), dove il suo personaggio è diventato un’icona della televisione indiana.
Yamini Singh e Seema Gujral nella popolare serie Naagin, dove ha interpretato ruoli complessi e carismatici che hanno catturato il cuore del pubblico.
Chitradevi in Deivam Thandha Veedu (2013), una serie che ha consolidato ulteriormente la sua fama nell’industria dell’intrattenimento.
Con ogni progetto, Sudha Chandran ha dimostrato di essere una forza creativa nel cinema, portando profondità e intensità ai suoi personaggi.
Riconoscimenti e Onorificenze nel Cinema
Sudha Chandran ha ricevuto numerosi premi per il suo contributo al cinema e alla televisione. Tra questi, il più significativo è il National Film Award – Premio Speciale della Giuria per Mayuri. Questo riconoscimento, insieme al Premio Speciale della Giuria Nandi, ha sottolineato il suo impatto non solo come attrice, ma anche come esempio di resilienza.
Nel 2017, Chandran ha vinto il Colors Golden Petal Award per il miglior attore in un ruolo comico nella serie Naagin, dimostrando la sua versatilità nel gestire ruoli di generi diversi.
Il Ruolo del Cinema nella Vita di Sudha Chandran
Per Sudha Chandran, il cinema non è stato solo una carriera, ma un mezzo per raccontare storie, superare sfide personali e ispirare milioni di persone. I suoi ruoli nel cinema e nella televisione hanno avuto un impatto profondo sul pubblico, rappresentando temi di forza, resilienza e empowerment femminile.
Anche la sua dedizione alla danza Bharatanatyam è strettamente legata al suo contributo artistico. La combinazione unica di danza e recitazione l’ha resa una figura straordinaria nell’industria cinematografica indiana.
Un’Eredità nel Cinema e Oltre
Oltre al suo impatto sul cinema, Sudha Chandran ha ricevuto un dottorato onorario dall’Università Invertis a Bareilly, riconoscimento del suo contributo alla cultura e all’arte. La sua storia personale, raccontata in Mayuri, rimane una delle narrazioni più potenti di resilienza mai portate sul grande schermo.
Sudha Chandran continua a essere un modello per tutti coloro che affrontano sfide nella vita. Il cinema è stato il veicolo che le ha permesso di trasmettere il suo messaggio al mondo, e il suo viaggio artistico rimane un capitolo significativo nella storia dell’industria cinematografica indiana.
Conclusione: Sudha Chandran, il Cinema e l’Ispirazione
Sudha Chandran è un nome che risuona nel cuore degli amanti del cinema e della danza. Con il suo talento, la sua forza e il suo impegno, ha trasformato le sue avversità in opportunità, diventando una leggenda vivente. Il cinema, per lei, è stato non solo una professione, ma una missione per ispirare e elevare lo spirito umano.
Che si tratti di ruoli iconici in serie televisive come Naagin o di film come Mayuri, Sudha Chandran ha dimostrato che il cinema è uno strumento potente per raccontare storie di speranza e determinazione. La sua eredità nel cinema rimarrà per sempre un faro di ispirazione per le generazioni future.
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aurumale · 4 months ago
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Bookland - UTOPIA di Tommaso Moro (Thomas More) - edizioni Universale economica Feltrinelli classici -
pagine 79 / facciate 158 – Traduttore: Ugo Dotti – wikipedia ” (Cremona, 1933 – Roma, 27 settembre 2017) è stato un critico letterario italiano. Studioso di letteratura italiana, è stato professore di tale materia all’Università degli Studi di Perugia e successivamente, all’Università di Salerno. Si è occupato vastamente delle opere di Francesco Petrarca, curandone alcune edizioni e scrivendovi…
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gabriellaargentonotizia · 5 years ago
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Russiagate, l’avvocato di Mifsud, Stephan Roh, tira in ballo Gentiloni e Migliore
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Con una lunghissima e dettagliatissima inchiesta giornalistica esclusiva – un clamoroso scoop – l’Adnkronos alza il velo sul Russiagate. E racconta, dopo aver ascoltato le due versioni contrapposte, quella del legale svizzero di Mifsud docente alla Link Campus University e protagonista centrale dello scandalo e quella dei vertici dell’Università romana degli 007,  cosa c’è dietro la vicenda. Che vede impelagati tre paesi: Italia, Usa e Russia. E un esercito di accademici, diplomatici, spie, legali e politici. Un cocktail che neanche John le Carré avrebbe saputo preparare meglio, quello sul Russiagate.
L’inviato di Adnkronos, Marco Liconti, ha incontrato, a Zurigo, Stephan Roh. Roh è l’avvocato del docente statunitense Joseph Mifsud. Che da mesi è oramai scomparso. E non si sa che fine abbia fatto. «Credo che Mifsud sia ancora vivo, lo era almeno fino alla scorsa primavera», dice Roh all’Adnkronos. E aggiunge: «So che si nascondeva perché temeva per la propria vita. So anche che qualcuno l’ha obbligato a nascondersi. Mifsud doveva sparire. Perché poteva compromettere tutta l’indagine di Mueller contro Trump…».
Roh tratteggia così la figura del suo assistito. Che è una figura centrale del Russiagate: Mifsud non è un agente russo, ma è – o è stato – un «serviceman» dei Servizi di intelligence occidentali.
«Era impegnato in “missioni”», sostiene Roh. Che cita esplicitamente il Servizio segreto inglese MI6 al quale Mifsud era direttamente legato. Attraverso il Lcipl, il London Centre of International Law Practice, con il quale lavorava, secondo Roh.
Ma sia Roh che Mifsud sono anche altro in questo scenario complicatissimo. Dove falso e vero si sovrappongono in continuazione. Tanto è vero che Adnkronos ha sottoposto ai vertici di Link Campus University, dove insegnava Mifsud, ciò che ha raccontato Roh. E le versioni non solo non coincidono ma sono contrapposte. Vediamole.
Intanto chi sono Roh e Mifsud? Mifsud, come abbiamo visto, era ufficialmente, un docente della Link, l’Università, guidata da Vincenzo Scotti. E che è considerata il bacino formativo da cui attingono i Servizi segreti italiani. Ma sarebbe, appunto, anche un uomo dei Servizi d’intelligence britannici. E’ il suo legale, Stephan Roh, a consegnare al procuratore John Durham, – incaricato dall’Attorney General, William Barr di “indagare sull’indagine” del Russiagate – il famoso nastro nel quale sarebbe contenuta la «deposizione» di Mifsud e nella quale il professore maltese direbbe “molte cose”.
Una parte della trascrizione di quel lungo colloquio durato 3 giorni e avvenuto nello studio legale di Roh a maggio 2019, l’avvocato di Mifsud l’ha consegnata all’Adnkronos. Che, poi, ha cercato conferme alla Link Campus University. Il nastro e la relativa trascrizione, secondo Roh, lui le ha consegnate anche, il 30 luglio scorso al Senato Usa. E il 1 agosto alla Camera dei Rappresentanti, in particolare al deputato repubblicano David Nunes.
Quattordici giorni dopo, il 15 agosto 2019 e, poi, anche il 27 settembre, l’Attorney general, William Barr, e il procuratore del Connecticut volano in Italia. E qui le versioni, quella di Roh e quella degli 007 italiani, iniziano a divergere. «Durham ha fatto ascoltare quella registrazione in Italia. La registrazione richiedeva spiegazioni da parte degli italiani», sostiene Roh. Ma l’intelligence italiana nega proprio all’Adnkronos la circostanza: «Gli americani non ci hanno fatto sentire nulla».
Se Mifsud è un docente vicino agli 007 britannici che sembra sapere moltissimo del Russiagate, chi è Roh? Anche la sua figura appare controversa. C’è chi lo accusa di essere legato a oligarchi e a interessi russi. Ma lui se la ride: «le mie connessioni intime con la Russia? solo con mia moglie, che è russa».
Roh è stato anche interrogato “per ore”, nell’ottobre del 2017, in occasione di un viaggio negli Stati Uniti, dagli investigatori. Che facevano parte del team del procuratore speciale Robert Mueller, a capo dell’indagine sul Russiagate.
«Ma – assicura Roh – non mi hanno fatto nessuna domanda su Mifsud». Sulla vicenda Roh ha, anche, pubblicato un libro a sue spese. Per raccontare la sua versione del Russiagate. Il titolo è eloquente: “The faking of Russiagate – the Papadopoulos case“, la bufala del Russiagate – il caso Papadopoulos.
George Papadopoulos è l’allora consulente della campagna presidenziale di Trump al quale, secondo il Rapporto Mueller sul Russiagate,  proprio Mifsud consegnò, dopo averlo “agganciato” presso la Link Campus University, il materiale “sporco” su Hillary Clinton, sotto forma di migliaia di email hackerate in possesso dei russi.
Nel suo volume Roh scrive: «Questo libro parla del più grande scandalo politico dei nostri tempi. Questo libro racconta la storia della lotta del presidente Usa Barack Obama e della campagna presidenziale democratica di Hillary Clinton contro Donald Trump. E’ la storia di come il governo Usa abbia manipolato il processo elettorale democratico».
A chi lo indica come legato agli oligarchi russi, Roh replica così parlando di sè: «a capo di ILS Energy, IILS Publishing, dello Studio legale Roh, di R&B Investment Group». Ma la cosa più interessante del profilo del legale è il possesso del 5 per cento della Gem, la Global Education Management srl, società di gestione, guarda caso, della Link Campus University. E qui si apre qualche interrogativo. Secondo qualcuno il nocciolo della questione sarebbe una sorta di lotta di potere per scalare la Link. E per prenderne il controllo.
Interpellati da Adnkronos, i vertici della Link – era presente anche Vincenzo Scotti agli incontri – sostengono che Roh ha ottenuto il 5 per cento della Gem, attraverso un accordo. Che scadeva alla fine del 2016. E di cui ad Adnkronos è stata mostrata copia. Cosa prevedeva l’accordo? Gem ha ceduto a Roh il 5 per cento delle quote al prezzo di favore di 250mila euro. E, in cambio Roh avrebbe dovuto trovare investitori internazionali per l’ateneo. Ma non l’ho ha fatto. E quindi la Gem ha chiesto le quote indietro. Cosa che Roh ha rifiutato di fare. Ma andiamo avanti. E vediamo come nasce il rapporto fra Roh e Mifsud.
Secondo Roh, lui e Mifsud si incontrano per «la prima volta diversi anni fa, in Bahrein, in occasione di una conferenza». «Ci hanno descritto come soci, ma non è vero», assicura il legale svizzero. «Nel 2006 – continua Roh – mi invitò a Roma per partecipare ad un convegno del Senato italiano, ma non andai». C’è, tuttavia, un’occasione successiva. Nel 2014 «lo incontrai ad una conferenza alla London Academy of Diplomacy (dove Mifsud insegnava, ndr) . E lì incontrai anche diverse personalità dell’intelligence britannica».
E dove si trova ora Mifsud? Dove è finito il personaggio principale del Russiagate? Roh sostiene di averlo chiesto al procuratore americano Durham.. «Gli ho chiesto se lo avesse incontrato, in Italia. Mi ha risposto che anche se lo avesse incontrato, non me lo avrebbe detto. Ma – aggiunge Roh all’Adnkronos – parlando con Durham ho ricavato l’idea che Joseph (Mifsud ndr) sia ancora vivo. Lo spero davvero. Credo che i suoi movimenti siano ora più ristretti. Non può comunicare come prima. E poi credo che anche lui (Durham, ndr) sia dell’idea che Joseph Mifsud, l’introvabile Mifsud, non sia un agente russo…».
Una cosa è sicura, secondo il legale svizzero: Mifsud era certamente vivo nella primavera di quest’anno. «Ho avuto contatti indiretti con lui tramite la sua famiglia. Sempre in primavera, una sua amica ha avuto un contatto diretto con lui. E mi ha detto che era in Italia, a Roma. Personalmente, l’ultimo contatto diretto che ho avuto con lui è stato alla fine dello scorso anno».
Il racconto di Roh non trovano completi riscontri in ciò che dicono dalla Link, interpellata dall’Adnkronos. Anzi. In qualche caso divergono.
Pasquale Russo, direttore generale della Link, conferma che, nel 2014, Roh, su invito di Mifsud, fa la sua prima visita alla Link, nella vecchia sede di via Nomentana.
«A fine 2015 Mifsud mi disse di venire alla Link University, dove mi aveva già invitato in precedenza. Mi mostrarono il Casale (l’attuale sede dell’ateneo, in via del Casale di S. Pio V a Roma, ndr)». Anche questa circostanza è confermata dalla Link.
«C’era un grande potenziale di sviluppo – sostiene Roh – loro avevano bisogno di soldi, ma anche di entrature a Mosca. Volevano stipulare un accordo con l’Università statale Lomonosov di Mosca, pensai che era un’idea brillante».
Adnkronos ha chiesto conferma alla Link. «Il professor Mifsud faceva viaggi per conto suo in cui provava a proporci accordi con altre Università. Perché era nostro interesse portare qui altri studenti stranieri, come è interesse di tutte le Università – spiega il direttore generale della Link Russo – in quel periodo lui ci propose l’accordo con la London School of Economics. Quello con la Stirling University, dove lui lavorava. E altri accordi, tra cui anche quello con la Lomonosov. Accordi tutti stipulati. Mifsud faceva gli stessi accordi anche per altre Università con cui lavorava. Perché Mifsud lavorava per tantissime altre Università».
Ed è così, che «tra il 2016 e il 2017», racconta ancora Roh, «su istruzioni e supervisione di Scotti», l’avvocato svizzero e il professore maltese hanno «effettuato alcuni viaggi in Russia». Per lavorare all’accordo di collaborazione con la Lomonosov e «altre istituzioni».
A Mosca, osserva Roh, Mifsud “«era perso, non aveva alcun vero contatto di alto livello». Che i contatti con l’Università Lomonosov di Mosca e altre istituzioni internazionali siano avvenuti «su istruzioni e supervisione di Scotti», l’avvocato si dice certo. E, come riscontro, fornisce all’Adnkronos diverse email che stampa direttamente dal suo pc.
Un carteggio tra lo stesso Scotti, Mifsud, Roh e altri dirigenti della Link che, a detta dell’avvocato elvetic, non lascerebbero dubbi, rispetto alla totale presa di distanze dal professore maltese, assunta dall’ateneo romano dopo lo scoppio del Russiagate-Spygate.
L’avvocato Roh si sofferma in particolare, in una mail datata 20 dicembre 2016. E inviata da Scotti a Mifsud e allo stesso Roh, dove il presidente della Link scrive: «Carissimi, ieri sera ho incontrato a Roma l’ambasciatore italiano a Mosca, Ragaglini, già rappresentante italiano alle Nazioni Unite. Abbiamo parlato dell’accordo tra Link e Lomonosov. Mi ha confermato il suo vivo interesse e quello dell’Italia. Mi ha invitato suo ospite a Mosca. E sarebbe interessato a parlare con voi perché vorrebbe, tra l’altro, organizzare un incontro (cena) in ambasciata con i rappresentanti Lomonosov, autorità russe e noi quando voi sarete a Mosca. Ragaglini è persona di grande esperienza, personalità e prestigio. E’ anche mio amico e della Università. Ha operato, in tutte le sedi, per il dialogo con Mosca. Fatemi sapere cosa ne pensate. Enzo».
Anche di questa circostanza l’Adnkronos ha chiesto conto alla Link.
«Mifsud in questa sua attività faceva riferimento a più soggetti. Ma Roh non è mai stato un nostro “ambasciatore”. – dice ancora Russo – Era Mifsud che aveva rapporti accademici. Non ci risulta che Roh ne avesse».
Se Mifsud a Mosca era “perso” e non aveva alcun contatto di livello, come sostiene Roh, negli ambienti italiani sarebbe stato invece «molto ben connesso». L’avvocato svizzero racconta un episodio. «Una cena all’ambasciata italiana di Londra, per una presentazione di Finmeccanica, forse fu quando cambiarono il nome in Leonardo».
Due, a questo punto, le domande che restano nell’aria. Primo: chi è veramente Joseph Mifsud? Un «agente russo», come lo ha definito l’ex-direttore dell’Fbi James Comey in un articolo sul Washington Post? O una “pedina” di una macchinazione ai danni di Donald Trump (le elezioni del 2016 furono “corrotte” ha detto lo stesso presidente Usa, aggiungendo che la corruzione potrebbe portare «fino a Obama» e che l’Italia «potrebbe» essere coinvolta).
La seconda domanda è: perché Mifsud si nasconde? Ecco cosa sostiene il suo legale svizzero parlando di lui come di un «serviceman» dei Servizi di intelligence occidentali. Attraverso il Lcipl, il London Centre of International Law Practice, con il quale lavorava.
Cos’era questo “Centro”, per il quale lavorò anche un altro protagonista del Russiagate, George Papadopoulos, citato nel Rapporto Mueller? Vediamo cosa dice Papadopoulos, nel suo libro “Deep State Target”: «Il 12 marzo 2016, arrivai alla Link Campus con un gruppo di colleghi della London Centre of International Law Practice, tra cui Donald Lewis. Che è membro della Stanford University, Rebecca Peters e Nagi Idris».
Per Roh, il “Centro” era “semplicemente una copertura per operazioni di intelligence».
Alla Link, invece, ritengono «poco probabile» che il primo incontro tra Mifsud e Papadopoulos sia proprio quello avvenuto a Roma. Questo perché dal sito della società Lcilp risulta che già da tempo Mifusd era dirigente del board e successivamente (comunque prima dell’incontro a Roma) Papadopolus appariva come direttore delle questionei energetiche della Lcil. Società che, a detta della compagna di Papadopolus, Simona Mangiante, «occupava lo spazio di una stanza in un palazzo di una zona chic di Londra, con un tavolo ovale al centro». Difficile, dunque, non incontrarsi.
Quanto alla seconda domanda, ovvero sul perché Mifsud è sparito dalla circolazione, l’avvocato Roh sostiene che il professore maltese, almeno all’inizio del suo coinvolgimento pubblico nel Russiagate, «non si è nascosto di sua iniziativa, ma gli è stato “imposto’ di nascondersi».
Cronologicamente siamo alla fine di ottobre del 2017. Quando viene resa pubblica l’ammissione di colpevolezza di Papadopoulos agli investigatori del team del procuratore Mueller. Che lo avevano arrestato pochi mesi prima, a luglio, all’aeroporto di Chicago.
In quell’occasione, gli uomini di Mueller contestano a Papadopoulos di aver mentito all’Fbi in un precedente interrogatorio, il 27 gennaio, sui suoi rapporti con un “professore straniero” e le sue connessioni con la Russi.
I ‘rumours’ che provengono da Washington, lasciano trapelare il nome del “professore straniero”: Joseph Mifsud. Anche lui, il professore maltese, ricorda Roh, «era stato interrogato negli Usa, nel febbraio del 2017, mentre si trovava a Washington per una conferenza organizzata dal Dipartimento di Stato. In quell’occasione, però, a fargli le domande, erano stati gli agenti dell’Fbi ancora guidata da James Comey», poi ‘licenziato’ da Trump pochi mesi dopo, a maggio.
Ma il vero succo del racconto di Roh arriva ora. Pochi giorni dopo l’interrogatorio di Mifsud a Washington, «il 25 febbraio 2017, Paolo Gentiloni (allora premier, ndr) e Gennaro Migliore (allora sottosegretario alla Giustizia, ndr) vanno nella sede della Link per un incontro strategico privato. Russo è testimone. Questo è stato il momento in cui la Link è entrata in gioco e la vita di Mifsud è cambiata».
Una “bomba” che Roh ha raccontato anche al quotidiano La Verità. Fonti vicine all’ex-premier Gentiloni, ora commissario europeo, hanno smentito categoricamente la circostanza: «Mai stato alla Link il 25 febbraio 2017». Quanto a Migliore, anche lui all’Adnkronos ha smentito di essere stato alla Link in compagnia di Gentiloni.
«Io Gentiloni non l’ho mai visto», dice Russo all’Adnkronos, mentre Migliore è un frequentatore dell’ateneo, dove partecipa a conferenze e altri eventi. «Gennaro (Migliore, ndr) lo conosco da 15 anni, siamo amici», dice ancora Russo. Scotti invece afferma sempre all’Adnkronos; «non ho mai incontrato Gentiloni quando era premier, né dentro né fuori la Link».
Il 31 ottobre, è l’ultimo giorno che Mifsud viene visto alla Link University, secondo quanto riferito anche da Scotti in varie interviste e confermato adesso, nuovamente, all’Adnkronos.
C’è un giallo anche sull’alloggio, pagato dalla Link in una palazzina a Roma, nel quale viveva Mifsud. «Dopo l’intervista a Repubblica, Roh scompare – ricordano i vertici della Link – per 2 mesi non abbiamo più notizie, non veniva, non si faceva sentire, gli abbiamo inviato mail su mail ai suoi indirizzi di posta elettronica. Dopodiché, nei termini resi obbligatori dal contratto di locazione, abbiamo inviato la lettera di rescissione. Passati 6 mesi abbiamo restituito le chiavi al proprietario».
Secondo la ricostruzione di Roh all’Adnkronos – e secondo quanto l’avvocato dice che Mifsud avrebbe riferito nella sua “deposizione” registrata ora in mano al procuratore Durham – lo stesso giorno il professore viene quasi prelevato di peso e spedito in un paesino delle Marche, Matelica. A sincerarsi della sua partenza, mentre Mifsud viene fatto salire su un’auto, Roh fa riferimento a quanto gli disse il suo assistito: «c’era il numero due dei Servizi segreti italiani».
«Mifsud mi ha confermato – dice Roh alla Verità – che uno dei capi di una agenzia italiana di servizi segreti contattò Scotti nel periodo in cui scoppiò lo scandalo e si raccomandò che Mifsud sparisse».
A Matelica, prosegue Roh, Mifsud «si è nascosto fino a fine dicembre 2017. Chi ha organizzato questa cosa andrebbe sentito come testimone chiave dell’indagine Durham».
L’avvocato tira in ballo altri due nomi, «Vanna Fadini e Pasquale Russo». Si tratta, rispettivamente, della presidente della Global Education Management srl (Gem), la società di gestione della Link, e del direttore generale della Link Campus University.
La casa di Matelica nella quale si sarebbe nascosto Mifsud tra novembre e dicembre del 2017, dice Roh, «appartiene a un amico della Fadini, un dentista». I diretti interessati, chiamati a chiarire la circostanza, smentiscono categoricamente. Specie la Fadini. Che all’Adnkronos nega decisamente: «Mai ospitato nessuno a Matelica. Non ho nessuna casa a Matelica, nessun amico dentista, nessuno. Se proprio devo pensare a qualcuno di Matelica mi viene in mente un direttore d’orchestra…».
Roh ha fornito all’Adnkronos anche alcune email nelle quali chiede conto alla Link, della quale è socio ed era membro del consiglio di amministrazione – («ma sono stato estromesso», dice) – di fornire una serie di spiegazioni in merito a questioni finanziarie, al presunto coinvolgimento dell’Università nel Russiagate e alla vicenda di Mifsud.
Roh chiede ancora ai suoi interlocutori della Link di «dare spiegazioni» su presunti finanziamenti all’università provenienti dalla maltese Suite Finance e dalla famiglia Obaid lasciando intendere che potrebbero essere in qualche modo connessi al ruolo di Mifsud nel Russiagate e alla sua sparizione.
Secondo Roh, una volta lasciato il paesino delle Marche, Matelica, Mifsud a fine 2017 va a Malta «a trovare i genitori, che avevano problemi di salute». All’inizio del 2018, Mifsud è «di nuovo in Italia, principalmente a Roma». Dove avrebbe alloggiato in un appartamento-foresteria della Link. Lo confermano anche  gli estratti conto della sua carta di credito, ottenuti dall’Adnkronos. Come una carta britannica del circuito Mastercard emessa da Debenhams, con la quale Mifsud, tra l’altro, il 24 agosto ha anche ricaricato una sim Tim.
Secondo l’avvocato Roh, Mifsud girava abbastanza liberamente. E «usava una carta di identità italiana a nome Joseph Di Gabriele, credo fosse il cognome della madre. Me la mostrò, l’ho vista con i miei occhi». Era convinto di poter tornare presto alla normalità. Confessa Roh:«Mi disse, appena esce il Rapporto Mueller sarò fuori da questa storia». Perché «tutti erano convinti che il Rapporto avrebbe portato all’impeachment di Trump».
Invece, il Rapporto Mueller, reso pubblico il 18 aprile di quest’anno, anche se con vari omissis, non ha dimostrato con «sufficienti evidenze» che la campagna presidenziale di Donald Trump» si sia coordinata o abbia cospirato con il governo russo nelle attività di interferenza nelle elezioni». A ine mese è in arrivo il rapporto Barr. E, a quel punto, si dovrebbe capire la verità. O forse ancora no.
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scienza-magia · 9 months ago
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20.000 euro con il Premio Daphne Caruana Galizia in giornalismo
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Il 3 maggio, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, il Parlamento europeo ha annunciato una nuova edizione del Premio Daphne Caruana Galizia per il giornalismo, aprendo le candidature fino al 31 luglio 2024.
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Daphne Caruana Galizia Questo premio, istituito nel 2020 dal Parlamento europeo in memoria della giornalista e blogger maltese Daphne Caruana Galizia, assassinata il 16 ottobre 2017 per il suo impegno contro la corruzione, intende celebrare annualmente il giornalismo di eccellenza che sostiene e difende i principi e i valori fondamentali dell'UE, come la dignità umana, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza, lo Stato di diritto e i diritti umani. Possono partecipare al Premio giornalisti individuali o team di giornalisti di qualsiasi nazionalità, a condizione che le loro inchieste approfondite siano state pubblicate e/o trasmesse da media (stampa, audiovisivi o online) con sede in uno dei 27 Paesi UE, nel periodo dal 1° settembre 2023 al 31 luglio 2024. Le opere possono essere realizzate da uno o più autori. Le candidature possono essere presentate direttamente dagli autori o da organizzazioni e associazioni professionali del settore dei media a loro nome. Un giornalista o un team di giornalisti possono presentare più di un lavoro, ma ciascun contributo deve essere sottoposto con una candidatura separata. Una giuria indipendente, composta da rappresentanti della stampa e della società civile dei 27 Paesi UE e delle principali associazioni giornalistiche europee, sceglierà il vincitore del Premio, che riceverà un premio in denaro di 20mila euro. La cerimonia di premiazione si terrà presso il Parlamento europeo a Bruxelles, nell'ottobre 2024, in occasione dell'anniversario dell'omicidio di Daphne Caruana Galizia. Per visualizzare questa discussione sul Web, visita https://groups.google.com/d/msgid/culturestampa/JmhxAhByj90bbP-9r4XrxXbFE9uOds-QImEPeST9CRu9SGjoHDqd5p0vgUO0t_IPks6M7gYY49gXwtbEdkybF8Lz7WhYAxeI4lqMud-L9xwpm.me. Tutte le informazioni sono su  https://daphnejournalismprize.eu/ Read the full article
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demonecelestiale · 1 year ago
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under the cut all the albums i listened to in 2023 (the list is in italian but i think it's still understandable)
GENNAIO (21 album ascoltati su 31gg, -10)
• Ritorno al Futuro/Back To The Future - Elisa (2022)
• Querencia - Chung Ha (2021)
• Stamp On It - GOT The Beat (2023)
• Doublast - Kep1er (2022)
• Rush - Måneskin (2023)
• Moss - Maya Hawke (2022)
• I Am Me. - Weki Meki (2021)
• Hold The Girl - Rina Sawayama (2022)
• Confetti - Little Mix (2020)
• Plastic Hearts - Miley Cyrus (2020)
• Am I A Girl? - Poppy (2018)
• Currents - Time Impala (2015)
• Crash - Charli XCX (2022)
• Diamond & Dancefloors - Ava Max (2023)
• Loose - Nelly Furtado (2006)
• Hounds Of Love - Kate Bush (1985)
• Panorama - Hayley Kiyoko (2022)
• The Gods We Can Touch - Aurora (2022)
• The Loneliest Time - Carly Rae Jepsen (2022)
• Campi Elasi - Elasi (2020)
• Oasi Elasi - Elasi (2022)
FEBBRAIO (36 ascoltati su 28gg, +8)
• Happier Than Ever - Billie Eilish (2021)
• Taste Of Love - Twice (2021)
• Traumazine - Megan Thee Stallion (2022)
• Numeri Primi - Hu (2022)
• Only Love, L - Lena (2019)
• Disco - Kylie Minogue (2020)
• Impera - Ghost (2022)
• Fanmail - TLC (1999)
• If I Can't Have Love, I Want Power - Halsey (2022)
• Between 1&2 - Twice (2022)
• Youngblood - 5 Seconds Of Summer (2018)
• Fetch The Bolt Cutters - Fiona Apple (2020)
• Gaslighter - The Chicks (2020)
• Ok. Respira - Elodie (2023)
• Spice - Spice Girls (1996)
• Confessions on a Dance Floor - Madonna (2005)
• Dreamland - Glass Animals (2020)
• Arrival - ABBA (1976)
• Cause Perse - Sethu & Jiz (2023)
• The Electric Lady - Janelle Monáe (2013)
• Cabin Fever - Purple Kiss (2023)
• Nel Caos Di Stanze Stupefacenti - Levante (2017)
• Planet Her (piratato) - Doja Cat (2022)
• Blu¹ - Giorgia (2023)
• This Is... Icona Pop - Icona Pop (2013)
• True Romance - Charli XCX (2013)
• Gloria - Sam Smith (2023)
• Diamond Life - Sade (1984)
• She Wolf - Shakira (2009)
• Blu Celeste - Blanco (2021)
• Opera Futura - Levante (2023)
• Assemble - tripleS (2023)
• Cani Sciolti - Francesca Michielin (2023)
• My 21st Century Blues - Raye (2023)
• Pipes and Flowers - Elisa (1997)
• Sheer Heart Attack - Queen (1974)
MARZO (16 ascoltati su 31gg, -15)
• seOul cOllectiOn - OnlyOneOf (2023)
• Magellano - Francesco Gabbani (2017)
• Motomami - Rosalía (2022)
• Heal - Loreen (2013)
• Amelia - Mimi Webb (2023)
• Un Meraviglioso Modo Di Salvarsi - Coma_Cose (2022)
• Solar Power - Lorde (2021)
• I'm Your Baby Tonight - Whitney Houston (1991)
• Club Topperia - MYSS KETA
• Laurel Hell - Mitski (2022)
• Ready To Be - Twice (2023)
• Lowlife Princess: Noir - BIBI (2022)
• the Billage of perception: chapter three - Billlie (2023)
• Rausch - Helene Fischer (2021)
• Whitney - Whitney Houston (1987)
• Desire, I Want To Turn Into You - Caroline Polachek (2023)
APRILE (0 ascoltati su 30gg, -30)
:(
MAGGIO (4 ascoltati su 31gg, -27)
• Unforgiven - Le Sserafim (2023)
• My World - aespa (2023)
• I Feel - (G)I-DLE (2023)
• The Fifty - Fifty Fifty (2022)
GIUGNO (0 ascoltati su 30gg, -30)
:(
LUGLIO (19 ascoltati su 31gg, -12)
• Magic Still Exists - Agnes (2021)
• Spiceworld - Spice Girls (1997)
• La Tigre Assenza - Maria Antonietta (2023)
• Bu Bu Sad - La rappresentante di lista (2018)
• Reboot - Wonder Girls (2015)
• The Age Of Pleasure - Janelle Monáe (2023)
• Voglia di vivere - Angelina Mango (2023)
• Rockabilly Carter - Colla Zio (2023)
• I've IVE - IVE (2023)
• Daydream - Mariah Carey (1995)
• In Pieces - Chlöe (2023)
• Impossible Princess - Kylie Minogue (1997)
• bellodrama - Ana Mena (2023)
• 777 - Latto (2022)
• Elephant - The White Stripes (2003)
• Fever - Kylie Minogue (2001)
• Endless Summer Vacation - Miley Cyrus (2023)
• Dietro le apparenze - Giorgia (2011)
• Version Up - Odd Eye Circle (2023)
AGOSTO (6 ascoltati su 31gg, -25)
• Game Plan - Jeon Somi (2023)
• Teenfresh - STAYC (2023)
• MUHAN - tripleS (2023)
• Barbie The Album - Artisti Vari (2023)
• AR - Addison Rae (2023)
• That! Feels Good! - Jessie Ware (2023)
SETTEMBRE (3 ascoltati su 30gg, -27)
• Loossemble - Loossemble (2023)
• Endless Fantasy - Anamanaguchi (2013)
• E poi siamo finiti nel vortice - Annalisa (2023)
OTTOBRE (16 ascoltati su 31gg, -15)
• Bewitched - Laufey (2023)
• Popstars - Lollipop (2001)
• Welcome To The Doll House - Danity Kane (2008)
• Poster Girl (Summer Edition) - Zara Larsson (2021)
• Tension - Kylie Minogue (2023)
• Sorry I'm Late - Mae Muller (2023)
• Heat - (G)I-DLE (2023)
• Silence Between Songs - Madison Beer (2023)
• Red Light - Elodie (2023)
• MUJUK - tripleS (2023)
• Howl - Chuu (2023)
• 1989 (Taylor's Version) - Taylor Swift (2023)
• Takin' It Back - Meghan Trainor (2023)
• Access - tripleS (2022)
• Aestetic - tripleS (2023)
• K - Heejin (2023)
NOVEMBRE (3 ascoltati su 30gg, -27)
• Drama - aespa (2023)
• Heaven knows - PinkPantheress (2023)
• The Loveliest Time - Carly Rae Jepsen (2023)
DICEMBRE (11 ascoltati su 31gg, -20)
• i may be an actress, but i cant fake how i feel - Laura Marano (2023)
• I've Mine - IVE (2023)
• Amici Come Prima - Colla Zio (2023)
• LoveSexDrugs - Michael Medrano (2023)
• Va' e Torna - Napoleone (2023)
• Kiss Of Life - Kiss Of Life (2023)
• Born to be XX - Kiss Of Life (2023)
• Unlock My World - fromis_9 (2023)
• i used to think i could fly - Tate McRae (2022)
• CLIQUE - Citizen Queen (2023)
• Così Speciale - Diodato (2023)
RIASCOLTATI: 4
• Sweetener - Ariana Grande (2018)
• Ok. Respira - Elodie (2023)
• Pink Tape - f(x) (2013)
• E poi siamo finiti nel vortice - Annalisa (2023) (in ordine diverso però)
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tempi-dispari · 1 year ago
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Rising Star: Enemynside
La band si forma nel 1994 per volontà del chitarrista cantante Francesco Cremisini con il nome di Scapegoat e, dopo aver realizzato il demo-tape Scars (“Top Demo” del mese sui principali metal magazines italiani), la band nel 1999 decide di cambiare nome in Enemynside.
Con il nuovo nome viene pubblicato il primo demo-cd ufficiale intitolato From The Cradle To The Way, anch’esso accolto su tutte le riviste specializzate del settore come “Top Demo” del mese. Grazie a questo demo la band guadagna un contratto con la Modern Music (sottoetichetta della Noise Records) per il progetto discografico denominato Sonickattack.
Nel 2001 esce il promo-cd Violent Beats, destinato agli addetti ai lavori, che permette alla band di firmare per la neonata Temple Of Noise Records di Christian Ice: con questa etichetta pubblica nel 2003 il primo album ufficiale dal titolo Let The Madness Begin… distribuito da Frontiers Records sia in Italia che all’estero. Nell’estate 2005 il pezzo Hatestone, presente nel debut album viene incluso nel CD-compilation allegato al numero di luglio di Rock Hard tedesco.
Sempre nel 2005 la band produce, insieme alla Actually Negative, il primo videoclip ufficiale per la canzone Your Enemy Inside, che viene presentato all’interno del programma Database su Rock TV, al quale vengono invitati a partecipare nel dicembre 2005.
Nel 2006 viene registrato il secondo album ufficiale intitolato In The Middle Of Nowhere, pubblicato in Europa nei primi mesi del 2008 dall’etichetta Sleaszy Rider Records.
Nel 2008 la band rescinde il contratto con la Sleaszy Rider e pubblica nuovamente l’album tramite New Model Label. “In The Middle Of Nowhere” è così disponibile attraverso i principali distributori digitali come I-Tunes, Amazon, Cd-baby ed è presente anche sulla piattaforma streaming digitale Spotify (per ora funzionante solo in Scandinavia, UK, Francia e Spagna)
Durante questi 10 anni di attività gli Enemynside hanno avuto l’opportunità di suonare sia in Italia che all’estero insieme a gruppi della scena metal europea quali Dismember, Konkhra, Tankard, Behemoth, Ancient, Extrema, Paul Di Anno, ed altri. Per promuovere “In The Middle Of Nowhere” la band ha avuto modo di suonare spesso in Scandinavia.
Fra i vari concerti spicca la partecipazione all’edizione 2008 del Tivolirock a Kristianstad (Svezia) insieme a bands come Evergrey, Sabaton, All Ends e il tour di supporto a Blaze Bayley (ex-Wolfsbane/Iron Maiden) nella primavera del 2009 in Finlandia e Svezia. A gennaio 2012 la band vola in U.S.A. per partecipare all’edizione invernale del NAMM a Los Angeles e per suonare a San Marcos (San Diego) in un mini festival di gruppi locali.
Il terzo album ufficiale della band registrato nel 2011 ai Temple Of Noise Studios di Christian Ice si intitola “Whatever Comes” ed è uscito in tutta Europa il 10 settembre 2012 per l’etichetta danese Mighty Music/Target Distribution. Come special guest internazionale nella canzone dal titolo “Too Many Times” figura con un solo di chitarra il chitarrista statunitense Richie Kotzen.
Per “Withering”, canzone di apertura del disco, è stato girato un videoclip che è possibile vedere sul canale YouTube della band. La location è un ex ospedale psichiatrico alla periferia di Roma.
Nel marzo del 2013 Francesco Cremisini dopo 15 anni decide di lasciare gli Enemynside seguito dal chitarrista Francesco De Honestis. La band si prenderà un periodo di riflessione per valutare se continuare con una line-up rinnovata o chiudere definitivamente il progetto.
Nel 2017 la band torna con una line-up rinnovata e un singolo intitolato “For All The Jerks“. Nei mesi successivi alla pubblicazione del video la band suona in alcuni eventi sia in Italia che all’estero in compagnia, fra gli altri, di nomi internazionali del calibro di Behemoth e Destruction. Il 23 Gennaio 2018 insieme al nuovo video per il pezzo “Devil In Disguise” esce l’EP dal titolo “Dead Nation Army“ disponibile su tutte le principali piattaforme di musica digitale.
Tra il 2018 e il 2019 l’attività promozionale dal vivo porta la band a suonare, oltre che in Italia, anche in Spagna, Francia, Germania e Belgio in compagnia di bands come Flotsam And Jetsam, Extrema, Angelus Apatrida, Necrodeath e Cripple Bastards.
A Febbraio 2019 gli Enemynside entrano ai 16th Cellar Studio per registrare il nuovo album dal titolo „Chaos Machine“ che esce il 26 Ottobre per Rockshots Records anticipato dal singolo „Frozen Prison Cell“ per cui è stato girato anche il videoclip promozionale.
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personal-reporter · 2 years ago
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Il cartellone 2023 – 24 di Opera Lombardia
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Tutto è pronto per la Stagione 2023/2024 di Opera Lombardia, un cartellone che premia l’ottimizzazione dei costi e la condivisione di idee, risorse, progetti, palinsesti, un fiore all’occhiello da non perdere, grazie al prezioso sostegno di Regione Lombardia e Fondazione Cariplo e  la collaborazione del Teatro Donizetti di Bergamo, il Teatro Grande di Brescia, il Teatro Sociale di Como / AsLiCo, il Teatro Ponchielli di Cremona e il Teatro Fraschini di Pavia. I nuovi allestimenti, pensati per la stagione 2023/2024, sono partiti a giugno con L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi, coprodotta con Teatro Verdi di Pisa e Teatro Alighieri di Ravenna. Il 28 settembre ci sarà  al Teatro Sociale di Como un classico del repertorio mozartiano Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart, con vincitori e finalisti delle ultime edizioni del Concorso AsLiCo che saranno diretti dal Maestro James Meena, che guiderà la compagnia anche in alcune recite in programma al Teatro di Opera Carolina di Charlotte nell’aprile 2024, con cui è coprodotta l’opera, insieme alla Fondazione Teatro Verdi di Trieste. Titolo assente per anni dai palcoscenici lombardi, Luisa Miller di Giuseppe Verdi farà il suo debutto il 27 ottobre a Como in un nuovo allestimento, coprodotto dai Teatri di OperaLombardia insieme a Opéra Grand Avignon, Opéra de Tours, Teatr Wielki Poznan e Opera Slaska Bytom. Infine ancora Verdi sarà a Pavia con Don Carlo col nuovo allestimento dal Teatro Fraschini previsto per il 17 novembre. Si conferma anche in questa stagione la collaborazione con I Pomeriggi Musicali, diventata negli anni partner del Circuito e un eccellente accompagnamento musicale delle diverse produzioni. Ma Opera Lombardia si conferma un progetto attento anche alle tematiche dell’inclusione e dell’accessibilità, grazie al progetto OPEN dedicato a persone con disabilità sensoriali, ideato dalla Fondazione del Teatro Grande nel 2017,  dallo scorso anno coinvolge anche il Teatro Sociale di Como e il Teatro Ponchielli di Cremona. Per la Stagione 2023/2024 il progetto OPEN renderà accessibili Don Carlo e Madama Butterfly, attraverso sovratitoli, audiodescrizioni e percorsi multisensoriali che verranno organizzati nelle città aderenti, inoltre al Teatro Grande di Brescia saranno accessibili anche gli altri titoli della Stagione rappresentati. Oltre ai numerosi cantanti che sono diventati famosi, Opera Lombardia ha dato l’opportunità a direttori d’orchestra, registi, scenografi e costumisti di farsi apprezzare nelle produzioni del circuito. Sono state diverse le possibilità che negli anni l’evento ha dato a giovani team creativi di rivelare professionalità e creatività, ed ora ci sarà l bando per la selezione di un progetto di regia per la coproduzione de La bohème di Giacomo Puccini per OperaLombardia nell’ambito della Stagione d’Opera 2024-2025, in coproduzione con la Fondazione Teatro Regio di Parma e in collaborazione con Opera Europa. Tra le novità di questa stagione, gli eventi organizzati per il World Opera Day,  dove i Teatri del circuito venerdì 20 ottobre, alle 20.30, al Belvedere del 39° piano di Palazzo Lombardia, proporranno una selezione di arie tratte dai titoli coprodotti dal circuito. Lo stesso giorno, alle 17.30, vi sarà un laboratorio, a ingresso gratuito, per bambini dai 6 ai 12 anni, che sarà un’anteprima dei progetti di Opera Education che per l’anno 2023/24 presenterà l’opera Turandot di Giacomo Puccini in occasione delle celebrazioni per il centenario della morte del compositore. Il laboratorio proporrà racconto, ascolto, gioco musicale e canto, permettendo la scoperta di una delle favole in musica più conosciute e affascinanti. Tutte le iniziative avranno il sostegno di Regione Lombardia, Fondazione Cariplo e Ministero della Cultura. Read the full article
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giancarlonicoli · 2 years ago
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12 giu 2023 10:33
IL CAV È MORTO, VIVA IL CAV! – VITA, IMPRESE, AMORI, MIRACOLI, OPERE E OMISSIONI DI SILVIO BERLUSCONI, CHE SE NE VA A 86 ANNI – PADRONE DI MEDIASET, DELLA MONDADORI, DEL MILAN, HA STRAVOLTO E POLARIZZATO LA POLITICA ITALIANA CON LA DISCESA IN CAMPO DEL 1994 – DI LUI ENZO BIAGI DICEVA: “SE AVESSE UN PUNTINO DI TETTE FAREBBE ANCHE L’ANNUNCIATRICE”. LA BATTUTA A UNA BAMBINA, NEL 2007: “QUANTI ANNI HAI, PICCOLINA?” “SETTE”. “SAI, IO ALLA TUA ETÀ NE AVEVO GIÀ NOVE” – AD ARCORE HA GIÀ PRONTO IL MAUSOLEO CHE LO ATTENDE...
DAGO: “BERLUSCONI HA CAPITO CHE IN POLITICA CONTA SOLO L'IMMAGINE. ANDAVA IN GIRO CON I TACCHETTI, HA RINCOGLIONITO QUESTO PAESE CON I QUIZ... MA BISOGNA PARTIRE DALLA SUPERFICIE PER ARRIVARE AL MASSIMO DELLA PROFONDITÀ. LUI SAPEVA BENE DI REGALARE AL POPOLO ITALIANO UNA PROIEZIONE. CI HA VENDUTO IL BERLUSCONI CHE È DENTRO DI NOI. ECCO PERCHÉ IL BERLUSCONISMO È DIFFICILE DA SRADICARE”
BIOGRAFIA DI SILVIO BERLUSCONI
Da www.cinquantamila.it - la storia raccontata da Giorgio Dell'Arti
Silvio Berlusconi, nato a Milano il 29 settembre 1936. Politico. Imprenditore • «Il Cavaliere» • «B» • Padrone di Mediaset. Padrone della Mondadori. Già padrone del Milan, venduto nel 2017 all’imprenditore cinese Li Yonghong • Patrimonio personale stimato in 6 miliardi e 300 milioni di dollari (nel 2020, secondo la rivista Forbes). Sesto uomo più ricco d’Italia. Numero 308 nella lista dei più ricchi al mondo
• Nel novembre 2006, chiacchierando nel salotto di Daniela Santanché, Berlusconi stesso ha fatto il punto sulle sue ricchezze: 13 case, 14 piscine (perché una è coperta), quattro jet di cui uno rotto, sei panfili, duemila conti in banca, 56 mila collaboratori, una squadra di calcio, una di pallavolo (campioni d’Italia e d’Europa), una di hockey (idem). Aveva prodotto fino a quel momento 110 film (e sostiene di essersi fidanzato con il 60 per cento delle attrici). Le case, cioè le ville, possedute sono in realtà 14: Macherio (Villa Belvedere), Arcore (Villa San Martino), Portofino, Porto Rotondo (La Certosa), Cernobbio, due alle Bermuda, sette ad Antigua (Piccole Antille)
• Quattro volte presidente del Consiglio: nel 1994 (Berlusconi I), per tutta la XIV legislatura, dal 2001 al 2006 (Berlusconi II e III), poi di nuovo dal 2008 al 2011 (Berlusconi IV) • Eletto alla Camera nel 1994, 1996, 2001, 2006, 2008; fu eletto al Senato nel 2013, ma il 27 novembre di quello stesso anno, dopo che la Corte di Cassazione lo condannò in via definitiva per frode fiscale, e dopo che la Corte d’appello di Milano gli comminò due anni di interdizione dai pubblici uffici, l’aula votò la sua decadenza
• Tornato candidabile nel 2018, è stato eletto europarlamentare alle europee del 2019. È stato il più anziano degli eurodeputati
• «Un uomo di gomma laddove Mussolini si atteggiava a uomo di ferro» (Eugenio Scalfari) • «Se avesse un puntino di tette farebbe anche l’annunciatrice» (Enzo Biagi) • «Come tutti i grandi imprenditori, Berlusconi non ha la purezza di San Francesco» (Bruno Vespa)
• «La Standa è mia / Il Milan è mio / e la Marini / la Cuccarini / le cucco io / Mentana, Fede / Paolo Liguori / La Fininvest, Publitalia, Mondadori / Vittorio Feltri / i due Vianelli / e se obbediva, forse, Indro Montanelli / c’ho Panorama / assicurazioni/ Milano 2, Milano 3, Sorrisi e canzoni» (Roberto Benigni, a Tuttobenigni 1995)
• «Venne allo Sporting di Montecarlo per la serata di gala di Publitalia. Mi disse che ero bravo, che avrei fatto tanta strada se avessi tenuto la testa sulle spalle. Mi disse: impara da Mike. Poi si bloccò, stava passando una bellissima ragazza e mi disse: chi è quella bella gnocca?» (Fiorello)
• A una bambina, nel 2007: «“Quanti anni hai, piccolina?” “Sette”. “Sai, io alla tua età ne avevo già nove”».
Titoli di testa «Hanno fatto un sondaggio tra le ragazze italiane tra i 20 e i 30 anni. La domanda era: vorresti fare sesso con Silvio Berlusconi? Il 30 per cento ha risposto: magari! E il 70 per cento: ancora?!».
Vita «Sono uno che è stato povero, che si è costruito da solo, che ama il calcio, ama la vita, ama divertirsi» • Primo dei tre figli di Luigi Berlusconi (Saronno 1908 - Milano 1989), funzionario e poi direttore della Banca Rasini; e di Rosa Bossi, già stenografa-dattilografa alla Pirelli (defunta nel 2008). I due fratelli si chiamano Paolo e Maria Antonietta. Infanzia qualunque a Milano, medie e liceo al Sant’Ambrogio dei salesiani di via Copernico 9, laurea alla Statale con una tesi intitolata Il contratto di pubblicità per inserzione (lode e premio di due milioni come primo classificato al concorso indetto dalla Manzoni).
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Ha 25 anni e parecchie esperienze lavorative alle spalle: a 14 anni tre mesi di barista a Clusone, durante l’università fotografo di matrimoni e funerali (Time), agente immobiliare, rappresentante di elettrodomestici, cantante nel complessino di Fedele Confalonieri con cui andava anche in crociera. Appena laureato si dà all’edilizia, partendo da un terreno in via Alciati a Milano, 190 milioni garantiti dal padre. La madre Rosa su questo inizio che i suoi avversari qualificano come oscuro: «Carlo Rasini, proprietario della banca dove lavorava mio marito, gli concesse un prestito. Noi gli demmo tutto quello che avevamo da parte. “Però ricòrdati che di figli ne ho tre”, gli disse suo padre, “perciò un giorno dovrai aiutare la Maria Antonietta e il Paolo”. Alla fine mio marito lasciò la banca per seguire le imprese di Silvio. In casa avevamo valigie piene di cambiali. Ogni tanto el me Gino diseva: “Rosella, me buti giò de la finestra”» (Stefano Lorenzetto)
• Costruisce a Brugherio e poi a Segrate Est il complesso oggi noto come Milano 2 (Alexander Stille: «un bizzarro mix tra la città ideale del Rinascimento italiano e una versione sterilizzata e un po’ kitsch del sogno suburbano americano»). Entra poi nel business della tv per offrire agli abitanti di Milano 2 un servizio in più, una televisione via cavo riservata. La chiama Telemilano e comincia a trasmettere il 24 settembre 1974
• Guido Medail, che partecipa all’impresa: «La prima trasmissione fu un’intervista fatta in francese e senza traduzione al capo della resistenza curda. Trasmettevamo soprattutto dibattiti politici. Accettarono di venire anche Eugenio Scalfari (che non aveva ancora fondato Repubblica), Giorgio Bocca, Massimo Fini. Qualche film che piratavamo ai preti delle edizioni San Paolo. Berlusconi si faceva sentire di rado» (Maurizio Caverzan)
• Nel 1976 la Corte Costituzionale sentenzia che in Italia l’emittenza privata è ammessa, ma solo in ambito locale. Medail racconta di aver sentito Berlusconi calcolare ad alta voce che a quel punto Telemilano avrebbe potuto produrre programmi da vendere alle altre tv private (in quel momento erano 434) finanziandosi con la pubblicità da inserire nelle trasmissioni. “Telemilano via cavo” fu perciò trasformata in “Telemilano 58”, rete locale via etere, ed ebbe inizio l’escalation televisiva le cui tappe fondamentali furono: 1) assunzione di Mike Bongiorno; 2) assunzione di Adriano Galliani; 3) inter-connesione funzionale, un grimaldello giuridico che consente a Telemilano, ribattezzata intanto Canale 5 al Nord e Canale 10 al Centro e al Sud, di trasmettere in tutta Italia: in pratica si trattava di registrare una cassetta del programma e di farla avere subito alle altre emittenti, in modo che la trasmissione, sia pure distanziata di qualche minuto o di qualche secondo, venisse di fatto irradiata su tutto il territorio nazionale; 4) acquisizione dei diritti del Mundialito; 5) acquisto di Italiauno da Rusconi; 6) acquisto di Retequattro da Mondadori
• Racconta Mike Bongiorno: «In Rai guadagnavo 20 milioni l’anno e mi dovevo fare il mazzo con le serate per racimolare qualche lira. Lui mi ha offerto 600 milioni ed è stata la svolta»
• Racconta Raimondo Vianello: «Un giorno si presenta a casa nostra. Ci dice che è pronto a darci un programma, che ci aspetta a braccia aperte. Ha uno stile asciutto, convincente. È un venditore. In quegli anni la Rai è un ministero, non si capisce con chi parlare di nuovi progetti, nuove idee. Avremmo dovuto realizzare un unico programma a Canale 5 e poi tornare a Viale Mazzini. Berlusconi offre patti chiari. E soldi. Insomma, ha argomenti convincenti. A un certo punto gli chiedo se vuole bere qualcosa. Lui mi risponde: “Non avrebbe un panino?”. Mi assale un dubbio: ma questo è davvero miliardario?»
• Nell’ottobre 1984 i pretori di Roma, Torino e Pescara gli oscurano le reti, sostenendo che l’interconnessione funzionale sia fuori legge. Berlusconi allora chiede aiuto al suo grande protettore
• Bettino Craxi, in quel momento è a Londra in visita ufficiale. Torna di corsa a Roma ed emana un decreto che consente a Berlusconi di trasmettere in attesa della legge che avrebbe regolamentato il settore e che il parlamento italiano approverà poi solo nel 1990 (la legge Mammì)
• Il ruolo di Craxi, segretario del Partito socialista italiano dal 1976, è fondamentale nell’ascesa di Berlusconi per almeno tre ragioni: 1) gli consente di operare in regime di “deregulation”, cioè senza norme che ne limitassero l’attività (fino al 1990); 2) opera attraverso il presidente socialista della Rai, Enrico Manca, affinché l’azienda di Stato tenga un profilo concorrenziale basso (pax televisiva); 3) gli procura un vasto credito bancario, imperniato soprattutto sulla Banca Nazionale del Lavoro, di cui il Psi era il referente politico
• Nel 1986 acquista il Milan da Giussi Farina, dopo una formidabile opera di potenziamento la rende una delle squadre più vincenti della storia del calcio. Acquista il pacchetto di maggioranza assoluta del quotidiano di Indro Montanelli, Il Giornale, di cui aveva preso il 12 per cento nel 1977 e il 37,5 nel 1979 (passato poi al fratello Paolo quando la legge Mammì proibisce ai proprietari di televisioni di possedere anche quotidiani). Acquista la casa editrice Mondadori al termine di un’aspra battaglia legale e finanziaria con Carlo De Benedetti (l’erede Luca Formenton s’era impegnato a vendere la sua quota a De Benedetti e cambiò idea, cedendola a Berlusconi, poco prima che il patto sottoscritto venisse a scadenza). Entra nel mondo della finanza (Mediolanum con Ennio Doris) e della distribuzione (Standa)
• Comincia a operare attraverso un’imponente rete di società, le principali delle quali sono la capogruppo Fininvest, posseduta inizialmente da 20 lussemburghesi (oggi dismesse), la Mediaset, dove furono raggruppate le reti televisive, e Publitalia, incaricata di vendere gli spot da mandare in onda su Canale 5, Italiauno e Retequattro (in ordine di importanza). L’esplodere di Tangentopoli – l’inchiesta che a partire dal 1992-93 mette in luce un vasto giro di corruzione politica – e la conseguente scomparsa dalla scena di Craxi inducono Berlusconi a intraprendere l’attività politica («scendere in campo», secondo la sua espressione).
Esordio vero il 24 novembre 1993 quando, interrogato da un cronista sulle imminenti elezioni per il sindaco di Roma, dice che tra Francesco Rutelli, candidato delle sinistre, e Gianfranco Fini, candidato della destra e soprattutto segretario del “partito fascista”, voterebbe senz’altro per Fini (battuta che di fatto sdoganò il Msi). E infatti, quando si presenta alle elezioni del 1994, Berlusconi guida un cartello formato dal partito Forza Italia, da lui fondato nel 1993, dal Msi-An, dalla Lega Nord – la formazione di Umberto Bossi che predicava la secessione dall’Italia della Padania – dal Centro cristiano democratico e dall’Unione del centro democratico (due formazioni di risulta della Dc scomparsa causa Tangentopoli)
• Come mai Berlusconi, che pare diventato un imprenditore molto ricco e potente, sente il bisogno di entrare in politica dopo la caduta di Craxi? Bruno Vespa: «Nel 1993 la Fininvest aveva 3.500 miliardi di debiti e si può immaginare che se le elezioni del 1994 avessero spazzato via Berlusconi come un fuscello, non tutti i banchieri sarebbero stati generosi con lui. Il Cavaliere restò spiazzato quando la Banca Nazionale del Lavoro, sul cui appoggio contava, gli chiese di rientrare. Enrico Cuccia voleva affondarlo»
• L’annuncio della discesa in campo provoca una eco enorme. Berlusconi registra un discorso su una cassetta e la manda a tutti i telegiornali. Si fa riprendere in una luce morbida, dietro una scrivania, circondato dai libri e con le foto dei cari, incorniciate, bene in vista. Sorridente, rassicurante, inappuntabile: «Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a un passato politicamente ed economicamente fallimentare. Affinché il nuovo sistema funzioni, è indispensabile che alla sinistra si opponga un Polo delle Libertà capace di attrarre a sé il meglio di un paese pulito, ragionevole, moderno».
Processi Contro Berlusconi, specialmente da quando annunciò la decisione di entrare in politica, si è scatenata una pubblicistica di mole impressionante. I processi che gli sono stati intentati dalla magistratura non si contano. Diamo qui la lista delle imputazioni principali:
• Le origini della ricchezza di Berlusconi sono misteriose e si sa comunque che, ai tempi in cui faceva il costruttore, ha pagato un mucchio di tangenti per costruire in deroga ai piani regolatori, per piazzare appartamenti altrimenti invendibili, per far spostare le rotte degli aerei che davano fastidio agli inquilini di Milano 2 ecc.;
• Ha assunto come stalliere nella sua villa di Arcore un mafioso, Vittorio Mangano, e questo - insieme con altri indizi - dimostra che è sempre stato alleato con la mafia. I contatti con la mafia li teneva il palermitano Marcello Dell’Utri, suo braccio destro, che ha fatto per molto tempo la spola tra Milano e Palermo;
• Ha corrotto i parlamentari per farsi approvare la legge Mammì che, nel 1990, rese legali le sue reti televisive;
• Ha corrotto i giudici che, nella vertenza contro Carlo De Benedetti, gli assegnarono la Mondadori;
• Ha partecipato all’opera di corruzione relativa alla mancata vendita della Sme da parte dell’Iri di Romano Prodi a Carlo De Benedetti (1985-86: Berlusconi intervenne sostenendo l’offerta di una cordata concorrente per fare un piacere a Craxi che non voleva far prendere la Sme a De Benedetti, nel 2007 fu assolto dall’accusa di concorso in corruzione);
youtube
• Ha corrotto la Guardia di Finanza e ha pagato in nero, con complessi giri estero su estero, molti diritti su film, soap opera ecc;
• Si è iscritto alla loggia massonica P2 (26 gennaio 1978, tessera 1816) e ha poi fatto lavorare per sé il faccendiere Flavio Carboni, coinvolto anche nell’affare Roberto Calvi;
• Nel 2010 telefonò alla questura di Milano per chiedere che tale Karima El Mahroug, detta Ruby Rubacuori, allora minorenne, in arresto per furto, fosse liberata. «È la nipote di Mubarak». Quando si scoprì che la El Mahroug era stata più volte ospite ad Arcore e aveva ricevuto somme di denaro, fu accusato, oltre che di concussione, di favoreggiamento della prostituzione minorile;
• Da quando si è dedicato alla politica, è in perenne conflitto di interessi: controlla il 50 per cento dell’informazione televisiva e, quando occupa Palazzo Chigi, anche l’altro 50 per cento, attraverso la Rai. Essendo poi presente come imprenditore in tutti i settori dell’economia, qualunque legge va a suo beneficio.
L’unica sentenza di condanna passata in giudicato è quella sul processo Mediaset, in cui era accusato di frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita e creazione di fondi neri nella gestione dei diritti tivù Mediaset.
Il 1° agosto 2013 la Corte di Cassazione lo condannò a quattro anni di reclusione, di cui tre condonati grazie all’indulto del 2006. Il 15 aprile 2014 il Tribunale di sorveglianza di Milano dispose per lui l’affidamento in prova ai servizi sociali. Andò ad aiutare gli anziani di una casa di riposo di Cesano Boscone, in provincia di Milano. Raccontò. «Sono soddisfatto. Ce ne sono alcuni che mangiano solo se ci sono io. È venuto da me un anziano dicendo di essere comunista ma di aver deciso di votare Forza Italia». L’8 marzo 2015 riacquisì la piena libertà.
Amori «Ho la fila di donne che mi vogliono sposare. Punto primo: sono simpatico. Punto secondo: ho un po’ di grano, si sa. Punto terzo: la leggenda dice che ci so fare. Punto terzo: loro dicono: lui è vecchio, muore subito, io eredito tutto»
• Prima moglie: «Berlusconi, una mattina, passa davanti alla Stazione Centrale. Lo attende l’imprevisto. Si chiama Carla Elvira Lucia Dall’Oglio (La Spezia 12 settembre 1940). Sta aspettando l’autobus. Improvvisamente Berlusconi dimentica tutto. Si presenta, scherza, si offre di accompagnarla a casa. Lei tergiversa e infine accetta» (da Storia di un italiano). Si sposarono il 6 marzo 1965. Due figli: Marina e Piersilvio
• Seconda moglie, l’attrice bolognese Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario: «Il caso volle che mi trovassi a Milano. Una persona, che lavorava nella compagnia di Alberto Lionello e di cui ero amica, mi invitò a partecipare a una cena in casa del giovane imprenditore che da poco aveva comprato il teatro Manzoni... Il padrone di casa ci accolse “scompagnato” e mi sembrò single nel modo di porsi ai presenti. Era la prima volta che lui entrava nella mia vita e col tempo imparai che quel suo modo di voler apparire “solitario” era una costante della sua personalità. Imparai che già era accaduto prima e negli anni sarebbe accaduto anche dopo... Anch’io, come le altre e numerose giovani ospiti della serata, ottenni un poco della sua svolazzante e onnipresente attenzione. Nel suo sforzo appassionato non fu ingeneroso di sorrisi... A parte i sorrisi, quella sera finì lì»
• Berlusconi e Veronica si frequentarono benché lui fosse ancora sposato. La sistemò, con la madre, in un appartamento vicino al suo ufficio. Nel 1984 nacque Barbara. L’anno dopo divorziò dalla Dall’Oglio che si trasferì poi nel Dorset, in Inghilterra. Nel 1986, sempre dalla sua relazione con Veronica, nacque Eleonora, nel 1988 Luigi. Si sposarono il 15 dicembre 1990, testimoni i coniugi Craxi (Bettino aveva già fatto il padrino di battesimo a Barbara), Fedele Confalonieri, Gianni Letta
• «L’ossessione femminile, ben nota in azienda e poi nel mondo politico romano, è diventata di pubblico dominio nel 2009, dopo l’apparizione al compleanno della diciottenne Noemi Letizia e le testimonianze sulle feste a Villa Certosa e a Palazzo Grazioli. B. dapprima ha negato, poi ha abbozzato (“Sono fedele? Frequentemente”), alla fine ha accettato la reputazione (“Non sono un santo”). Le rivelazioni non l’hanno danneggiato: ha perso la moglie, ma non i voti. Molti italiani preferiscono l’autoindulgenza all’autodisciplina; e non negano che lui, in fondo, fa ciò che loro sognano» (Beppe Severgnini, Corriere della Sera, 27/10/2010)
• Dal 2012 legato sentimentalmente a Francesca Pascale, napoletana, ex valletta, tra le fondatrici dei club «Silvio ci manchi», 49 anni più giovane di lui • Dal 2020, finita la relazione con la Pascale, sta con l’onorevole Marta Fascina, deputata di Forza Italia, 54 anni meno di lui.
Religione «Quando, nel 1994, mi disse che credeva nei valori cristiani, mi prendo un tempo comico di silenzio e domando: quali? Mi voleva ammazzare» (Giovanni Minoli).
Curiosità Dorme poco di notte. Legge i giornali alle due del mattino. Guarda i dossier col «dottor Letta» alle due e mezza. Qualche volta, la notte, compra oggetti alle televendite, qualificandosi
• «I venditori di Berlusconi erano fortemente disincentivati dal fumare, portare la barba, i baffi o i capelli lunghi e disordinati, veniva detto loro di avere sempre l’alito fresco, di stare attenti alla forfora e di non avere mai, cascasse il mondo, le mani sudate» (Stille)
• Detesta l’aglio
• Passione assoluta per il giardinaggio, di cui è grande intenditore: a Villa Certosa in Sardegna ha realizzato, senza badare a spese, un parco di grande bellezza (per esempio un agrumeto contenente 140 specie di aranci, cioè tutti quelli esistenti, ecc.)
• Pur possedendo tre cellulari le cui suonerie sono segrete, non ne tiene in tasca neanche uno: risponde il caposcorta e glieli passa (di recente, però, avrebbe imparato a scrivere gli sms e durante le riunioni noiose si divertirebbe a fare scherzi coi messaggini)
• Il suo cruccio è l’altezza. Ad Augusto Minzolini disse: «Lei quanto è alto? Un metro e 78? Non esageri. Venga qui allo specchio, vede, io sono alto un metro e 71. Ma le pare che un uomo alto un metro e 71 possa essere definito un nano?» • Nel 2020 contrasse il coronavirus • Ad Arcore ha un mausoleo dove intende essere sepolto.
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micro961 · 2 years ago
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Edoardo Cerea - La lunga strada
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La Title Track del quarto album del cantautore piacentino
Le domande della vita, o meglio di una vita, che si affastellano nella mente lungo l’autostrada
«Ero in viaggio sull’autostrada del sole, sotto una fitta nevicata in direzione Ferrara dove avrei suonato la sera. Durante quel viaggio vengo assalito da un vortice di domande che mi hanno portato a fare una serie di riflessioni sui desideri, sulle passioni, sulla loro effettiva opportunità e possibilità di realizzazione e sulle energie che ancora mi andava di spendere in alcuni percorsi, in primis la musica.  Lì, su quel tratto di autostrada, ho iniziato a domandarmi se tutto questo avesse ancora un senso per me: ore ed ore di macchina, scendere, scaricare, attaccare, fare i suoni, salire su un palco e prepararmi a fare ascoltare, o almeno provare a fare ascoltare, la mia musica a quelle persone che, presumibilmente, erano lì per tutt’altro» Edoardo Cerea Tutte le frasi di questa canzone finiscono con il punto di domanda. La vita reale, sul palco e giù dal palco, darà le risposte a queste domande.
Autoproduzione Radio date: 4 aprile 2023 Release album: 27 ottobre 2022
Edoardo Cerea, cantautore piacentino, debutta come autore nel 2004, dopo una lunga esperienza da interprete, con l’album “Come se fosse normale“, edito dalla BMG RICORDI e arrangiato dal musicista e produttore torinese Mario Congiu. Contemporaneamente, è anche la voce del fortunato tributo a Luigi Tenco “L’aria triste che tu amavi tanto”, spettacolo allestito da Assemblea Teatro (Teatro Stabile di Innovazione di Torino). Da questo spettacolo, sono stati tratti due CD ed è stato realizzato un tour, che per due stagioni è stato presente nei teatri di tutta Italia. Il 29 gennaio 2008 esce “Disperanza“, il secondo disco, edito dall’etichetta indipendente “La Locomotiva”. Nel giugno 2010 prende vita l’idea di realizzare un mini-album, dal titolo: “Edoardo Cerea acoustic trio“. Il disco contiene sei brani già editi nei due cd precedenti-totalmente rivisitati. Il 18 ottobre 2015, esce il terzo album dal titolo “E’ meglio se continuo a cantare”, prodotto da Fabrizio Naniz Barale (Ivano Fossati, Yo Yo Mundi): tra le tracce, anche un duetto con Francesco Di Bella (24 Grana). 
Nel mese di ottobre 2017 sbarca in Uruguay la tournée che  rende omaggio a Luigi Tenco, con le serate al Teatro “Maccio” di San Josè de Mayo e al Teatro “Verdi” di Montevideo, nell’ambito del festival internazionale FIDAE.   Nel mese di ottobre del 2018, Assemblea Teatro è di nuovo chiamata a ricordare il talento di Luigi Tenco in ambito internazionale: il cantautore è ricordato in un concerto a La Valletta (Malta), in occasione della Settimana della lingua Italiana nel mondo/La Valletta capitale Europea della Cultura. Nel dicembre del 2020 pubblica il singolo “I ragazzi del 2020”, un omaggio alla coraggiosa generazione di giovani e giovanissimi ad alla loro vitale reazione alla pandemia. Il 30 giugno 2022 esce “Meno male che ci sei” il primo singolo (con videoclip) del nuovo album previsto invece per l’autunno. Il 15 settembre esce il secondo singolo, (con videoclip) “Incallito Sognatore”. Il 27 ottobre 2022 “La Lunga Strada” nuovo album di inediti contenente 10 brani e  una bonus track.
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criptovalutait · 2 months ago
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Criptovaluta.it® è una testata giornalistica online specializzata iscritta al Tribunale di Milano (iscrizione numero 12776/2022 del 10/10/2022 - Num. Reg. Stampa 143 - qui il certificato) di proprietà della ALESSIO IPPOLITO S.R.L., editore iscritto nel Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) al numero 38686, esclusivamente dedicata al mondo di Bitcoin e delle criptovalute e sulla quale ogni giorno è possibile trovare decine di news esclusive per l'Italia. Criptovaluta.it® è marchio registrato - depositato il 15/12/2021 n° 302021000203789 – Scarica il PDF della certificazione da parte del MiSE (Ministero per lo Sviluppo Economico), avvenuta il 5 settembre 2022. Criptovaluta.it è un marchio registrato. Criptovaluta.it® offre un'ampia panoramica su ciò che accade in Europa e oltreoceano in relazione al mondo crypto e della blockchain. Criptovaluta.it® è dal 2018 fonte di Google News. 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Come riportato da Adnkronos: ....Il sito, complice una crescita che sa dell’incredibile (parliamo del 2100% per ciò che riguarda i visitatori unici e quasi il 5000% per quel che concerne le visualizzazioni di pagina), ha collezionato, nel 2021, oltre 2,8 milioni di utenti unici, di cui più di 1,6 milioni provenienti da ricerche effettuate sui motori di ricerca, e circa 12 milioni di pagine viste. Numeri ancor più sorprendenti se consideriamo che il traffico è per il 97% dall’Italia e che non sono molti i siti capaci di generare tali volumi di traffico, ancor meno in un settore come quello finanziario che è uno dei più complessi... Adnkronos su Criptovaluta.it *Fonte dati: Google Analitycs Una redazione organizzata lavora con la massima professionalità e mettendo in campo tutta la propria competenza ed esperienza, per fornire gratuitamente al lettore di Criptovaluta.it contenuti di valore esclusivamente dedicati all'affascinante mondo delle criptovalute. Data di fondazione: Il dominio Criptovaluta.it - quindi solo il nome - è stato acquistato a maggio del 2017 dalla Alessio Ippolito srl, con in testa un obiettivo: portare in Italia un giornale specializzato esclusivamente sulle criptivalute. Dopo diversi mesi di lavoro, il portale Criptovaluta.it ha fatto il suo debutto ufficiale su internet in data 27 gennaio 2018*. Registrazione marchio Criptovaluta.it® Il 15 dicembre 2021 la società proprietaria di criptovaluta.it, la ALESSIO IPPOLITO S.R.L., ha depositato il marchio presso il Ministero dello Sviluppo Economico, al fine di registrarlo. La registrazione è avvenuta il 5 settembre 2022, data dalla quale Criptovaluta.it® è marchio registrato. I dettagli che attestano la certificazione di Criptovaluta.it marchio registrato dal Ministero dello Sviluppo Economico Criptovaluta.it® è testata giornalistica online specializzata iscritta al Tribunale di Milano Il sito Criptovaluta.it è stato realizzato da zero da Alessio Ippolito, founder e proprietario della Alessio Ippolito S.R.L. Editore - ed è nato come semplice blog amatoriale nel lontano 2018. Dal 10 ottobre 2022 è diventato testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Milano col numero 12776/2022 - Num. Reg. Stampa: 143. Di seguito lo screen del provvedimento emesso dal Tribunale Ordinario che ne attesta l'avvenuta registrazione. Ordine da parte del Presidente del Tribunale di Milano che certifica Criptovaluta.it testata giornalistica iscritta come quotidiano. La proprietà e l'editore di Criptovaluta.it è l'ALESSIO IPPOLITO S.R.L., e il direttore responsabile è il giornalista Alessio Ippolito. Obiettivo dichiarato da Criptovaluta.it nel giorno della sua messa online:  Il nostro sito si pone come obiettivo quello di diventare la prima community e la più letta fonte divulgativa italiana su Bitcoin, blockchain e criptovalute, offrendo news ed approfondimenti scritti da esperti con comprovata esperienza nel campo. Il direttore Alessio Ippolito Il punto chiave del nostro oriento editoriale è principalmente uno: la coerenza. Ai "più" sembrerà anche assurdo ed addirittura banale, parlare di coerenza, ma chi si informa su diversi giornali online, comprenderà bene che la coerenza stenti dall'esserne degna rappresentante delle rispettive redazioni. Criptovaluta.it scombina completamente le regole dell'editoria tradizionale, dove spesso ogni giornalista tira acqua al suo mulino divulgativo: da noi il lettore viene prima dell'ascesa professionale del giornalista, prima della scalata sociale della proprietà. Troviamo totalmente inutile, e persino controproducente, dare diversi chiavi di lettura su una specifica news. Qualcuno dirà che così facendo viene meno uno dei diritti fondamentali dell'uomo: la liberà d'opinione e il diritto del giornalista ad esprimere la propria opinione, rispetto a quella del suo giornale. Nulla di più sbagliato! Il nostro team è formato e selezionato in modo tale che tutti abbiano la stessa visione d'insieme, parliamo di argomenti tecnici quindi, come per la matematica, l'opinione lascia il tempo che trova. L'utente ha bisogno di coerenza editoriale, e noi, senza mai nascondere la faccia sotto la sabbia, il nostro viso sempre lo mettiamo. Registrazione ROC Criptovaluta.it di Alessio Ippolito S.R.L. In data 27 ottobre 2022 la società proprietaria di Criptovaluta.it, è registrata al ROC della Lombardia, con numero di registrazione 38686. 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Agcom La registrazione presso gli operatori della comunicazione ROC Link utili: - Elenco pubblico degli Operatori della Comunicazione Le recensioni di Criptovaluta.it su Google Codice LEI: Alessio Ippolito SRL Editore La ALESSIO IPPOLITO SRL Editore, proprietaria della testata giornalistica Criptovaluta.it, è munita di CODICE LEI. Visualizza qui sotto o scarica qui il certificato in versione PDF: Codice LEI Riprendiamo la definizione di Infocamere: Il codice LEI serve ad identificare in modo semplice, veloce e standardizzato gli interlocutori nelle transazioni finanziarie soggette ad obblighi di reporting. È associato in maniera univoca a ciascun soggetto richiedente e non può essere trasferito da un soggetto giuridico ad un altro. Il codice LEI è obbligatorio per le entità giuridiche che effettuano transazioni di strumenti finanziari (come compravendita di azioni, obbligazioni, warrant, titoli di stato e derivati). In caso di operazioni nei mercati finanziari il codice LEI è obbligatorio per: soggetti iscritti al Registro Imprese, filiali italiane di società estere, fondi di investimento gestiti da società iscritte al Registro Imprese, fondi pensione italiani, altri enti (come Pubbliche Amministrazioni, Associazioni, Fondazioni). Infocamere.it Per agevolare l'immediato processo di verifica da parte dei nostri lettori, abbiamo installato un tag LEI nel footer del sito, conforme agli standard legislativi. Il tag LEI è un'origine dati informativa che è possibile visualizzare sul proprio sito Web al fine di indicare l’entità giuridica alla base del sito Web. I visitatori del sito Web possono fare clic sul tag LEI, aprirlo e visualizzare le informazioni di base come il nome e l'indirizzo completo dell’entità giuridica.  Registrolei.it Fonte: https://www.registrolei.it/leicert/98450055C12DDBF13778/ Recensioni Criptovaluta.it: La nostra trasparenza su TrustPilot Siamo ben consci che il mondo legato a "Bitcoin e criptovalute" sia un settore altamente a rischio e soggetto a imbrogli e truffe online di ogni tipologia e per tali ragioni essere trasparenti al 101% è impegno insindacabile sin dalla nostra nascita. Il nostro direttore responsabile si impegna ogni giorno a combattere la disinformazione e il fenomeno inarrestabile dei comunicati stampa che promuovono truffe crypto. Le recensioni verificate su TrustPilot sono un indice di reputazione aziendale atto a garantire l'integrità etico-morale e una risposta efficace a quanto si professa a parole. Trustpilot Analisi della crescita di Criptovaluta.it®: Il boom del 2021 Il boom di Criptovaluta.it nel 2021 è stato evidente. Siamo il sito sulle criptovalute più seguito in Italia. Marzo 2021: Sessioni del mese 542.000 Aprile 2021: Circa 1.000.000 di sessioni, quindi il doppio rispetto al mese precedente. Totale 1° QUADRIMESTRE: 2.000.000 sessioni circa Confronto 1° QUADRIMESTRE 2021 con 1° QUADRIMESTRE 2020: 2.000.0000 sessioni circa VS 72.200 per una crescita complessiva di sessioni pari a 2.451,51%. Nel maggio del 2021 Criptovaluta.it raggiunge il suo record storico di visite: 1.400.000+ accessi in un mese, diventando così il primo sito tematico sulle criptovalute più letto in Italia. Tradotto in termini percentuali, la crescita del sito è stata di +50% rispetto al mese di Aprile 2021, e addirittura del 8.157,34% rispetto ad un anno fa (Maggio 2020). Secondo semestre 2021: 9 milioni di accessi complessivi. In termini di percentuali, significa una crescita dell'8.400% rispetto al semestre del 2020. Postilla sulle sessioni: sono le entrate effettive al giorno ricevute dal sito, e non dipendono dall'indirizzo IP del visitatore in quanto un utente può entrare più di una volta al giorno sul sito - parametro molto importante perchè se ne evince quanto il sito risulti attendibile, seguito e stimato da molta gente. Similarweb conferma Criptovaluta.it® leader italiano nel mondo informativo legato a Bitcoin e criptovalute Similarweb è una società con sede a Londra che offre servizi di web Analitycs a privati ed aziende multinazionali, ed i dati di audience pubblicati su Similarweb, sono riconosciuti a livello internazionale. Similarweb conferma ancora una volta, a novembre 2022, Criptovaluta.it prima testata giornalistica a tema Bitcoin e crypto più letta in Italia. Fonte dati: https://www.similarweb.com/it/website/criptovaluta.it/ Criptovaluta.it® è un prodotto della ALESSIO IPPOLITO S.R.L. 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Alessio Ippolito è giornalista iscritto all'Albo dell'OdG Roma (Ordine dei Giornalisti di Roma) dal 22 febbraio 2022. Per saperne di più su chi è Alessio Ippolito, puoi consultare il sito www.alessioippolito.com. Account Twitter ufficiale: @AlessioIppolit Ruolo ricoperto: Direttore responsabile e legale rappresentante Gianluca Grossi Gianluca Grossi | Analista per Criptovaluta.it - divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Collabora in modo sinergico e ben coordinato con il direttore Alessio Ippolito. A G. Grossi è affidato il compito di analizzare le principale chain, sviluppare crypto news per la testata, realizzare inchieste ed esclusive, effettuare approfondimenti di economia, nonchè curare le pubblicazioni del prodotto Criptovaluta.it® Magazine. Ruolo ricoperto: Capo redattore Alessandro Lavarello Alessandro Lavarello | Alessandro Lavarello è analista tecnico, socio Ordinario SIAT(Società Italiana Analisti Tecnici) e trader professionista dal 2007. Ha incontrato il mondo delle cryptovalute e delle prime ICO nel 2016 e da allora si è appassionato al settore seguendolo costantemente. Autore per alcune testate web, su Criptovaluta.it cura realizza analisi sulle principali coin, cura la rubrica Educational di analisi tecnica, nonchè la rubrica dedicata prettamente alle analisi on chain. Ruolo ricoperto: analista Redazione mista Redazione | La redazione mista di Criptovaluta.it®: tutti i contenuti di notizie su Bitcoin, blockchain e mercato delle crypto validati attraverso il metodo fact checking realizzati da professionisti operanti nella nostra sede principale in Via Pola 11, 20124 a Milano. 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cristina-sassola · 1 year ago
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27 settembre 2017
30 Rivolte civili, terrorismo e poteri disonesti che le pilotano a cura di Adam Kadmon: http://youtu.be/zwBCwxrSmPQ?a tramite
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https://twitter.com/AdamKadmon7777/status/912971313257558016
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tuttotv · 7 years ago
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Stasera in tv, mercoledì 27 settembre 2017
Stasera in tv, mercoledì 27 settembre 2017
Guida tv ai programmi di prima serata di mercoledì 20 settembre 2017. Su Canale 5 torna Giorgio Tirabassi, nei panni di Roberto Ardenzi, per la terza puntata della seconda stagione di Squadra Mobile – Operazione Mafia Capitale. Rai1 punta sul film tv Nozze Romane. (more…)
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paoloxl · 4 years ago
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Morti in carcere: almeno tre decessi alla settimana - Osservatorio Repressione
Nelle statistiche pubblicate online dal ministero della Giustizia i dati ufficiali (e parziali) dell’ecatombe dietro le sbarre: 154 vittime nel 2020, contando solo suicidi e decessi per presunte cause naturali
Decessi per Covid e altre malattie, in cella, in infermeria e nei reparti detentivi ospedalieri. Suicidi. Overdosi da stupefacenti e psicofarmaci, inalazione del gas delle bombolette da campeggio usate per cucinare. Infortuni accidentali. Mancata liberazione di persone malate con pochi giorni da vivere. La fine per vecchiaia, dietro le sbarre. Un delitto, probabilmente.
Casi non chiari o non chiariti. Per il 2020, l’anno della pandemia fuori controllo e della strage post rivolte, il ministero della Giustizia conta e dichiara 154 decessi di persone sotto la custodia dello Stato: 61 detenuti si sono tolti la vita (stando alle apparenze iniziali) e altri 93 sono stati stroncati da «cause naturali» (voce che include i decessi per abuso di droghe).
Ragazzi e uomini, nella quasi totalità dei casi. Una media di tre morti la settimana, almeno. L’avverbio è d’obbligo. Dal prospetto degli «eventi critici» sul portale di via Arenula mancano gli omicidi, i decessiaccidentali e quelli per cause da accertare, pochi o tanti che siano.
Morti in carcere 2021: suicidi e casi da chiarire
Di carcere, in carcere, si continua a morire. Anche quest’anno le storie tragiche si contano già a decine. Per esempio. Yassine Missri stava alla Dozza, il penitenziario alla periferia di Bologna. Aveva 28 anni, faceva il barbiere. È stato trovato senza vita il 27 gennaio 2021.
Ambra Berti era della stessa età. Veniva da esperienze personali pesanti, soffriva la lontananza dai due figli piccoli e dagli altri affetti. È spirata nella casa circondariale Spini di Gardolo, a Trento, il 14 marzo 2021.
Alberto Pastore, rinchiuso a Novara, non è arrivato a 25 anni. Ha scelto di congedarsi dalla vita il 14 maggio 2021 con un gesto irreparabile, annunciato da tempo.
A  Genova-Marassi sembrava che Emanuele Polizzi, il 28 maggio 2021, si fosse suicidato. Poi due compagni di detenzione del 41enne sono stati indagati per omicidio volontario.
Detenuti morti: nomi e dati nel dossier 2021 di Ristretti Orizzonti
Per il 2021 il ministero di Giustizia per ora in rete non fornisce informazioni né sui singoli decessi né sulla conta parziale, lasciando fuori omicidi e eventi accidentali o da approfondire. Pubblicherà statistiche aggregate l’anno prossimo.
Numeri ufficiosi e provvisori e notizie arrivano dal prezioso dossier “Morire di carcere“. A curarlo sono i volontari di Ristretti orizzonti, il giornale fondato nella casa di reclusione Due Palazzi di Padova. Da gennaio a fine luglio di quest’anno, scandagliando pagine e siti di cronaca e vagliando denunce e segnalazioni, i redattori della rivista e del rapporto hanno individuato e censito 78 vittime, restituendo loro la dignità del nome (dove possibile). Per svariate vittime le cause di morte sono da ricostruire, per 28 è stato suicidio.
Situazione carceri italiane: sui decessi manca trasparenza
Di molti carcerati morti si conoscono i dati anagrafici minimi, di alcuni nemmeno quelli. Via Arenula, il dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, i provveditorati regionali, i singoli istituti, le procure e le regioni (con la competenza sulla medicina penitenziaria e sulla medicina d’urgenza) non rendono noti i singoli decessi in tempo reale (se non in casi eccezionali), né informazioni di base sulle vite perse e sulle circostanze.
A far filtrare all’esterno le notizie delle morti in cella in genere sono fonti sindacali, avvocati e associazioni, familiari, operatori. Il dovere di informazione dello Stato, dicono dall’ufficio stampa di via Arenula, è ritenuto assolto con la pubblicazione dei riepiloghi annuali degli «eventi critici segnalati alla sala situazioni del Dap», cioè notificati dai singoli istituti ai referenti romani.
Suidici nelle carceri italiane e morti per cause naturali
Nel  2019 i suicidi “ufficiali” sono stati 53 e i decessi per cause naturali 90, con un solo omicidio dichiarato ad integrazione delle tabelle online. Per il  2018  i funzionari  ministeriali censiscono 61 suicidi, 100 morti naturali, nessun omicidio,
Dal 1992 al 2020 il totale dei decessi in carcere per cause note (o presunte tali) supera abbondantemente quota 4.000 e senza contare poliziotti penitenziari e altri operatori : 1.514 i ristretti suicidi e 2.623 i reclusi stroncati da malanni e problemi di salute, più un numero imprecisato di vittime di uccisioni o omissioni.
Morti in carcere Modena: Antigone, la strage del Sant’Anna e altri casi
Antigone sta seguendo una serie di storie al vaglio alla magistratura e la strage del Sant’Anna di Modena (cinque vittime nella struttura emiliana e quattro durante e dopo i trasferimenti in altri penitenziari).
Per quest’ultimo procedimento, archiviato dal giudice, l’associazione ha presentato reclamo contro l’estromissione dal ruolo di persona offesa. E sta studiando possibili contromosse.
Omicidio colposo, ma c’è rischio prescrizione
Alfredo Liotta morì il 26 luglio 2012 in una cella del carcere di Siracusa. Aveva 41 anni e l’ergastolo da scontare. Una vicenda di «abbandono terapeutico», a detta di Antigone.
«ll personale medico e infermieristico non ha saputo individuare e comprendere i sintomi né il decorso clinico dell’uomo e le carenze conoscitive hanno portato al decesso Gli operatori succedutisi nella cella di Liotta, negli ultimi 20 giorni di vita, sono rimasti completamente passivi davanti alle sue patologie. Alfredo soffriva di epilessia, anoressia e depressione. Aveva smesso di bere e di mangiare».
In primo grado, il 13 ottobre 2020, cinque dei nove camici bianchi alla sbarra sono stati condannati per omicidio colposo. La sentenza è stata impugnata in appello. Sulla vicenda però incombe la prescrizione del reato, l’esito di svariate inchieste simili.
Morti sospette in carcere: mancano diagnosi e cure
Stefano Borriello, 29 anni, il 7 agosto 2015 venne stroncato da una infezione polmonare durante il tardivo trasporto dal carcere di Pordenone all’ospedale. Secondo la madre, stava male da giorni ma non era stato curato. Antigone, opponendosi alle richiesta di archiviazione, è riuscita a far portare in aula la vicenda. A giudizio è stato mandato il medico curante del carcere.
«Gli viene contestato  di non aver diagnosticato l’infezione polmonare letale. Non fece alcun rilevamento dei parametri vitali, non dispose un esame clinico-toracico». La mancata diagnosi portò a non «somministrare  antibiotici, quelli  che avrebbe evitato il peggiorare delle condizioni di salute e portato alla guarigione». Il processo è in corso, prossima udienza a settembre 2021.
Il ragazzo che non doveva essere in prigione
Valerio Guerrieri aveva 21  anni e problemi conclamati. Il 24 febbraio 2017 si tolse la vita a Regina Coeli. Non avrebbe dovuto essere in carcere. Un giudice, 10 giorni prima, aveva revocato la custodia cautelare in cella e disposto il ricovero in Rems, una delle strutture che hanno sostituito gli ospedali psichiatrici giudiziari.
Dopo un doppio giro di richieste di archiviazione, e di opposizione, è stata disposta l’imputazione coatta per l’allora direttrice del penitenziario romano e un’altra dipendente ministeriale. Si ipotizzano i reati di rifiuto di atti di ufficio, indebita limitazione della libertà personale e morte o lesioni come conseguenza di un altro reato.
Jhonny il rapper, impiccato nel carcere di Salerno
Il 26 luglio 2020, a 23 anni, il giovane rapper Jhonny Cirillo si è tolto la vita impiccandosi con un lenzuolo alla finestra del bagno di una cella della casa circondariale di Salerno. Avrebbe dovuto esser sottoposto ad un livello di sorveglianza elevatissimo, perché si era fatto dei tagli a un braccio.
Non solo. Era in condizioni mentali preoccupanti, manifestava scoramento, minacciava lo sciopero della fame e della sete, aveva chiesto il trasferimento in una struttura esterna specializzata. Il 22 aprile 2021 Antigone ha depositato un esposto-denuncia, chiedendo verità e giustizia anche per lui.
Torture, percosse, abusi e altri decessi da chiarire
Video, esposti e denunce di torture e pestaggi hanno riportato l’attenzione investigativa, e ministeriale, su altri casi che interrogano e inquietano: un detenuto morto nel carcere della mattanza di Santa Maria Capua Vetere (Lamine Hakimi di 27 anni, inizialmente considerato un sucida ) e i tre trovati senza vita a Rieti, dopo la sommossa di marzo 2020 (Marco Boattini di 40 anni, Carlo Samir Perez Alvarez di 28 e Ante Culic di 41, per cui si ipotizzò l’overdose).
«Ad oggi – asserisce l’ufficio stampa di via Arenula – non risultano episodi di decessi di detenuti all’interno degli istituti riconducibili a personale penitenziario».
Lorenza Pleuteri
da Osservatorio Diritti
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corallorosso · 4 years ago
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La condanna a morte di cui si discute in Giappone Il tribunale di Tokyo ha condannato a morte Takahiro Shiraishi, l’uomo soprannominato dai giornali giapponesi “il killer di Twitter”, per aver ucciso e fatto a pezzi nove persone, otto delle quali conosciute e adescate sui social network. Tra l’agosto e l’ottobre del 2017 Shiraishi aveva contattato alcune persone che avevano espresso pensieri suicidi su internet e le aveva attirate nel suo appartamento a Zama – una cinquantina di chilometri a sud di Tokyo – con il pretesto di aiutarle a morire. Il caso di Shiraishi sta facendo discutere per la crudezza dei suoi omicidi e il ruolo che hanno avuto i social media nella vicenda, ma ha anche aperto un dibattito rispetto agli spazi in cui si può chiedere aiuto se si sta pensando al suicidio, che in Giappone è un problema diffuso. Shiraishi era stato arrestato dalla polizia il 31 ottobre del 2017, a 27 anni, dopo che nel piccolo appartamento dove viveva da pochi mesi erano state trovate due teste umane e pezzi di cadaveri in stato di decomposizione, conservati in vari frigo portatili o dentro delle scatole. Nel loft di 13,5 metri quadrati vennero trovate in totale 240 ossa appartenenti a otto donne e un uomo, tra i 15 e i 26 anni, che Shiraishi aveva drogato, violentato, strangolato e fatto a pezzi. Shiraishi era stato accusato formalmente nel settembre del 2018 e la condanna a morte è arrivata dopo 23 udienze. Shiraishi disse poi alla polizia di aver ucciso le altre persone, contattate su internet, per paura che lo avrebbero denunciato per le violenze sessuali subite, e di aver «fatto a pezzi i cadaveri nel bagno per distruggere le prove». Aggiunse di aver «gettato la carne e gli organi nella spazzatura» ma di aver «conservato le ossa per paura di essere scoperto». (...) Durante il processo, iniziato il 30 settembre, Shiraishi si è sempre dichiarato colpevole: aveva confessato gli omicidi e spiegato agli investigatori di aver ucciso le nove persone «per motivi di denaro» e «per soddisfare i suoi desideri sessuali, senza alcun consenso», aggiungendo che nessuna di loro voleva davvero morire. (...) Martedì i giudici hanno stabilito che le persone non potevano in alcun modo aver dato il loro consenso a essere uccise, anche perché durante gli interrogatori Shiraishi aveva detto che mentre lui le strangolava loro opponevano resistenza (secondo la difesa, erano «riflessi condizionati»). Secondo i giudici, che hanno descritto gli omicidi come «estremamente violenti», mentre uccideva le persone Shiraishi era inoltre pienamente lucido, come avevano dimostrato cinque mesi di perizie psichiatriche.(...) Il Post
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