Tumgik
#è sempre carta bianca
u-more · 10 months
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«Va’ crisci figghi…» (cit.)
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vintagebiker43 · 8 months
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Devo dire che da qualche secolo non incontravo Sallusti in tv, è successo ieri a È sempre Carta Bianca. È riuscito a dire che “Il patriarcato non esiste, la verità è che Adamo ed Eva hanno fatto un gran casino”. Poi parlava di femminicidi dicendo che il record è nell’emancipato nord Europa dove il patriarcato non esiste, ma confondeva i paesi baltici (che detengono il record dei femminicidi in effetti, ma che non sono un modello di emancipazione femminile) con la Scandinavia. Quando ho detto che il libro di Amadori “La guerra due sessi” era autopubblicato mi urlava che non era vero, lo sapeva perché era un libro che aveva presentato lui e aveva un grosso editore. Falso, non sapeva neppure di quale libro stesse parlando tutta la stampa dalla mattina, lo ha confuso con “L’Italia che vogliamo”, sempre di Amadori (e Valditara), che in effetti ha presentato lui. Poi è riuscito a dire, con serenità, “Io sono incensurato”. Seriamente. A ogni mia precisazione ridacchiava e mi chiamava maestrina. Il patriarcato spiegato semplice. E il giornalismo de Il Giornale spiegato semplice. #EsemprecartaBianca
Selvaggia Lucarelli
@stanzaselvaggia
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chouncazzodicasino · 8 months
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Un mio pensiero felice.
I pensieri felici sono quelli che ti fanno cambiare delicatamente l'umore, che ti fanno fare un accenno di sorriso senza che te ne accorgi, che ti tolgono ragnatele dagli occhi e massaggiano un po' il petto. Il mio pensiero felice del momento è il ricordo di una sera d'estate di credo otto anni fa, metà agosto, è il compleanno di zio e come al solito per i grandi compleanni viene organizzata una festa nella "piazzetta" tra la casa e la legnaia, vengono messi dei tavoli da osteria, si tirano fuori tutte le sedie e le panche, zia cucina le fettuccine al sugo di fianchetto, l'altra zia porta tre quattro casatielli, zio apre la sua riserva di vino che millanta ogni anno come il più buono di sempre e tutti parlano, ridono ad alto volume, i bambini giocano e c'è una bella atmosfera da inizio festa, l'aria è tiepida nonostante sia metà agosto, non fa tanto caldo. Sul gradone sul fondo della piazzetta ci sono i fratelli di mia zia che suonano, sono bravissimi, la batteria, il sax, le chitarre, le voci, sono cresciuta con loro che suonano rock, blues, canzoni napoletane, rock progressivo e non mi stancherei mai di sentirli. Ad un certo punto succede, parte zio Augusto alla batteria e cominciano a suonare lei. Io sono da un lato della piazzetta con il mio bicchiere di carta con un po' di vino dentro e, come ci fosse una calamita, incrocio lo sguardo di mio cugino, appoggiato al muro dalla parte opposta alla mia con la sua camicia bianca di lino da artista, i capelli arruffati in tanti riccioli ribelli e una sigaretta in bocca, che con un sorriso complice e cretino mi guarda. E' una sorta di richiamo il nostro: inevitabile e naturale. Cominciamo a muoverci, spalle lui, fianchi io, ogni movimento è un passo l'uno verso l'altro. Ed è così che in pochi secondi siamo al centro della piazzetta a ballare, sinuosi, buffi e seducenti, un ballo di quelli che ti vengono spontanei quando segui la musica e vuoi solo divertirti, è viscerale, è bellissimo. Mentre ballo scendo lenta sulle ginocchia come fosse un passo di danza, poso il bicchiere a terra, mi alzo e gli rubo la sigaretta, lui apre le braccia e canta. Dietro le sue spalle vedo mia cugina che si avvicina ballando, si tiene la gonna ampia arrotolata con una mano alla vita, è bellissima, poi arriva mia madre col suo modo buffissimo di ballare che le scompiglia i capelli, mio zio con i suoi passi avanti e indietro veloci con le braccia aperte, si aggiunge anche Barba (è il suo battesimo di fuoco), tutti cantiamo e balliamo. E' una serata come tante ed è unica allo stesso tempo, gli zii suonano tutte le nostre canzoni preferite e noi facciamo i cretini, c'è tanto casino ma anche tanta calma.
Il mio pensiero felice del momento.
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tergestin · 3 months
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Sono veramente arrabbiato. Quanto alla querela, la superficialità di certi commenti è inaccettabile. Vorrei chiarire alcune cose prima di partecipare questa sera a “è sempre carta bianca" alle ore 22:30. Pensate che sia così facile dire cose querelabili su Israele? Io ho dovuto ingaggiare una squadra di professionisti che mi ossessiona tutti i giorni: “Professor Orsini, non dica questa cosa su Israele a Rete 4 ché non è querelabile!”. “Non dica quest’altra cosa su Netanyahu ché nemmeno questa frase è querelabile!”. Il problema è che quando parli di uno Stato terrorista come Israele - tale è secondo la letteratura scientifica sul terrorismo - dire cose peggiori di ciò che Israele fa ai palestinesi è quasi impossibile. Ad esempio, se io dico che Netanyahu è un criminale di guerra; se dico che è un terrorista di Stato sullo stesso piano morale dei terroristi dell’Isis che hanno appena realizzato la strage di Mosca; se dico che è un massacratore di bambini musulmani, come diavolo faccio a beccarmi una querela se queste frasi corrispondono a verità in base all’osservazione scientifica? E allora che cosa posso dire di così grave a Rete 4 per superare l’orrore del genocidio che Israele sta compiendo a Gaza? Che cosa posso dire a Rete 4 per insultare uno Stato che ha sterminato 14000 bambini palestinesi e ne va pure fiero? Il vero problema è che Israele non è diffamabile perché quello che sta facendo è un orrore talmente grande che nessuna locuzione potrà mai rappresentare fedelmente. Quindi io devo spendere un sacco di soldi per pagare una squadra di esperti che inventi delle frasi che io possa dire a Rete 4 per descrivere l’orrore che l’esercito israeliano, la più grande vergogna del mondo occidentale, rappresenta oggi per noi tutti. Israele fronteggia un processo all’Aja per genocidio. L'ex premier israeliano, Olmert, ha detto testualmente che: "Netanyahu è un criminale, un macellaio, un ladro, un mascalzone".
Questo post è querelabile? Vi prego, ditemi di sì, altrimenti avrò buttato i miei soldi.
Orsini
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manozingara · 1 year
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SOGNO: 9 luglio 2023 festa, piscina o mare, porto, vari gruppi, gente, studenti e conoscenti mischiati San Cosimato, cado nell'acqua, sono tranquillo, passo su una tavola che galleggia, tipo porta bianca, una ragazza mi aiuta a risalire, perdo il mio gruppo, trovo in un ristorante stanza interna a vari tavoli delle persone sono ricce e canute, un gruppo di toscani sono tutti invecchiati, mi notano in silenzio, vecchie coppie magri, fanno sempre le stesse cose in ricordo; torno fuori al tavolo dove stavo con degli studenti. Suppongo che il mio gruppo sia andato a mangiare in un posto, ma non so quale non sono certo, e neanche sono certo che mi stiano aspettando, mi prenderanno in giro per il ritardo e la caduta in acqua. Ma c'è una parte di sogno prima più divertente. Torno al tavolo e scopro che mi è sparito il telefono, c'è la cover vuota con le cuffie; inizialmente sono tranquillo c'è il codice e l'impronta, ma dentro ho un sacco di miei autoscatto osé vabbè al solito: se pubblicano è violazione della mia privacy. Mi sveglio col pensiero che dentro c'è banca nelle app, patente e carta d'identità; non ero preoccupato do così poca importanza al mio telefono e ai suoi contenuti. mi sveglio preoccupato. Ma prima c'erano state danze giochi e giovani ragazze e studenti, poi si era andati in piazza e c'era tanta altra gente e gruppi che si costituivano lì casualmente, col porto in piazza; e giovani colleghe che mi danno una mano, e colleghi che mi porgono una mano per uscire dall'acqua.
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schizografia · 1 year
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- I tuoi genitori ti sostenevano nelle tue prime opere?
- Sì, mi davano molto appoggio. Probabilmente fu mia madre a salvarmi, rifiutandosi di comprarmi libri da colorare. Cosa interessante, perché all’epoca ti facevano sempre colorare, e con quei libri l’idea è di non uscire dai contorni. Invece per me non c’erano quelle limitazioni, e avevo carta a volontà! Mio padre lavorava per il governo, e mi portava a casa tantissima carta millimetrata, bianca da un lato e con dati ormai vecchi dall’altro. Quindi potevo disegnare quel che mi pareva, sempre.
David Lynch
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deathshallbenomore · 2 years
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per carità di dio, dimmi che questa campagna elettorale è tutto uno scherzo fatto dal circo che ci ritroviamo al posto del governo; la leva obbligatoria?? ma dove siamo finiti?? dimmi che anche se salirà un governo di destra, non succederà nulla di brutto ti prego 🥲🥲🥲 mi vengono i brividi e da piangere ogni volta che leggo una notizia nuova
GUARDA, risposi già a un* collega anon con delle simili preoccupazioni qualche tempo fa. siamo tutti preoccupati, anche perché purtroppo questa campagna elettorale È uno scherzone MA È, di fatto, anche la nostra politica, quella (ahimè) vera. e di questo chi dobbiamo ringraziare? parzialmente anche noi stessi - con le dovute distinzioni, ovviamente, ma al "gioco" democratico (quando è effettivamente democratico e la costituzione viene rispettata, si intende) partecipa anche il popolo, che quindi non è sempre e solo una vittima innocente.
con quasi ogni probabilità ci sarà un governo di destra, con delle politiche di destra, supportate/osteggiate da maggioranza/opposizione(i) diverse - nel senso che vedremo quanto la nuova composizione delle camere (post rev. costituzionale) impatterà su questo tipo di dinamiche [... argomento molto ampio, mi taccio qui]. vorrei tanto rassicurarti, ma ahimè, probabilmente mentirei perché quasi sicuramente tante cose non ci andranno giù. io, tra le moltissime cose per cui sono preoccupata, temo soprattutto dei passi indietro sui diritti già "esistenti" (figuriamoci quelli che ancora non sono riconosciuti e garantiti), e poi mi preoccupa l'idea di una riforma costituzionale volta al semi-presidenzialismo: che finora è propaganda (MI RACCOMANDO), assolutamente propaganda, e comporterebbe un processo gigantesco di revisione costituzionale che non succede dall'oggi al domani, ANZI (per la procedura, -> art. 138 cost.; la domanda che poi mi pongo da persona con due umili dita dei piedi nel settore è se non si possa addirittura ipotizzare, a fronte di un esame più approfondito di una proposta del genere, testo alla mano intendo, una violazione di qualche limite implicito alla revisione tra quelli individuati dalla giurisprudenza costituzionale a partire dagli anni '80 - ma questa è più che altro speculazione sportiva per quasi-giuristi che procrastinano cose più importanti. un divertissement). quindi calmi un attimo. ma spero che questa proposta faccia giusto parte di quella serie di elementi prettamente propagandistici su cui la destra (tutti i partiti ovviamente, ma visto che parliamo di destra,) punta per attrarre ancora più consensi popolari - di coloro che si considerano stanchi di questi governi non eletti da nessuno!1!1 [lol amareggiato assai]. cioè, vorrei tanto essere rassicurata della scarsa serietà effettiva di questa proposta, ecco
quello che ti posso dire di positivo è: ricordati che tante cose che vengono dette finiscono per essere pura, semplice e non troppo squisita propaganda elettorale. fa parte del gioco, seppure di un brutto gioco: il liceo del made in italy, le pensioni da 89364486€ al mese, la leva, e tante altre proposte bizzarre, non è detto che non diventeranno proposte "serie", ma spesso fanno parte del pacchetto propagandistico, fine.
e, in secondo luogo abbiamo pur sempre delle garanzie costituzionali, fornite dalla costituzione stessa in primis, dalle figure del capo dello stato e della corte costituzionale, e in generale dall'ordinamento nel suo complesso equilibrio. prima che il governo possa fare letteralmente quello che vuole, avere carta bianca sempre e in ogni caso, ci sono dei paletti.
certo, quello che una buona opposizione e una buona cultura politica diffusa dovrebbero fare è rafforzare questi paletti, questa resistenza alla degenerazione della democrazia, così come realizzare un ambiente politico, certo, pluralista, perché il pluralismo è alla base del convivere democratico nello stato contemporaneo, ma pur sempre rispettoso delle basi del vivere civile e costituzionale.
DETTO CIÒ votate e votate responsabilmente, ché solo dopo aver fatto esercizio del proprio diritto e dovere civico si può rompere il cazzo lamentandosi per tutta la durata della legislatura <3
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~ Il pianista e la bambina ~
Primo pomeriggio d'estate. Di quelli che si suda da fermi ed a trovare la forza di stare fuori, correndo nella calura dell'asfalto tremolante, ci possono riuscire solo i bambini.
In quel complesso di palazzine popolari, l'eco di un pianoforte, proveniente da uno degli appartamenti al piano rialzato, si fa strada tra gli schiamazzi infantili ed i rimbombi delle pallonate. Sotto la finestra mezza aperta di quell'appartamento, una bambina è seduta spalle al muro, sul suo super-santos, testa inclinata sulla spalla, lunghi capelli raccolti di lato, occhi socchiusi, sembra che dorma. In effetti sta sognando, trasportata da quelle note, a tratti incerte, di Chopin.
Per lei quella musica è un richiamo più forte di quello dei giochi con le sue amiche. Le fa battere il cuore. Ed il pensiero che a creare quella melodia siano le mani di quel ragazzo delicato e sfuggente, glielo accelera al galoppo. Lo immagina col capo chino, il ciuffo biondo scomposto che ondeggia, le dita veloci tra i tasti bianchi e neri, l'aria concentrata e mesta, la maglietta bianca. Non scende mai a giocare con gli altri ragazzini, raramente lo ha visto affacciarsi. Lei sa che lui è lì in casa soltanto quando inizia a suonare e, sedendosi sotto la sua finestra, gli fa segretamente compagnia mentre studia.
Mentre segue mentalmente i passaggi che stanno per portare al punto più struggente della composizione, lui smette di colpo di suonare. Le ci vuole un po' prima di realizzare che forse la musica non avrebbe ripreso, così alza di riflesso la testa verso la finestra, quasi a voler capire perché, trovandolo lì che guarda in basso verso di lei. Le mani del ragazzo stringono forte l'inferriata, le labbra socchiuse come in procinto di dirle qualcosa. Sembra un angelo in gabbia. Quegli occhi chiari, i più belli mai visti, che fissano proprio lei, sono un tuffo al cuore troppo grande per una bambina di dodici anni e, senza aspettare che parli, corre via col cuore in gola e la faccia sudata e paonazza di imbarazzo.
Rimane immobile e quello che non aveva trovato il coraggio di dirle gli muore in gola mentre fissa il pallone della ragazzina rotolare sul marciapiede. Un filo di voce sarebbe bastato a richiamarla, a dirle "resta ancora per favore", ma ha solo quattordici anni e, con essi, tutte le insicurezze ed i turbamenti del mondo. Aspetta a lungo sperando di rivedere quei grandi occhi nocciola tornare a recuperare il pallone ma alla fine si arrende e scende lui a prenderlo. Sul pallone c'è scritto in stampatello perfetto "di Stefy", con la bic blu calcata e ricalcata più volte. Di lei in giro nessuna traccia, così non gli resta che lasciarlo nel portone del palazzo dove sa che lei abita.
Lei continuò ad ascoltarlo suonare ma, da quel giorno, si sedeva qualche metro più in là, dove la musica arrivava ancora forte e chiara, forse ingenuamente convinta di non essere più vista così. Lui tra un esercizio e l'altro, suonò sempre un pezzo di quel brano di Chopin, guardandola attraverso il riflesso dell'anta della finestra mezza aperta, come aveva sempre fatto. Era un modo per salutarla, per farle capire che lui sapeva della sua presenza anche se non stava più sotto la sua finestra. Crescendo lei tornò un passo alla volta alla sua vecchia postazione, fermandosi lì sotto al ritorno da scuola, restava un po' appoggiata al muro, occhi socchiusi, zaino in spalla e vocabolario abbracciato e, quando lui smetteva e si affacciava, non scappava più. Anzi divenne quasi un appuntamento, solo per guardarsi appena e dirsi timidamente "ciao". C'era tanto in quel sospiratissimo "ciao".
Passò così qualche primavera e venne il tempo del conservatorio, "quello prestigioso a cui mica vengono ammessi tutti" andava vantandosi la madre. E la finestra si chiuse.
Anni dopo, in una freddissima mattina di gennaio in cui non ci si aspetta niente dalla vita, nella cassetta della posta le venne recapitato un invito per un concerto al Teatro San Carlo. L'azzurro della carta di quell'elegante invito le ricordava già quegli occhi, rimasti tatuati nella mente, prima ancora di aprirlo. Tra i vari titoli in programma c'era scritto "Chopin Studio Opera 10 n. 3 esegue il maestro Gennaro De Paola".
"È lei... È venuta davvero?" Quella sera si sentí mancare la terra sotto i piedi quando la vide seduta al posto riservato. Quella che gli sorrideva era una stupenda, elegante, giovane donna. Quei grandi occhi nocciola scintillavano sotto le luci del teatro. "Ciao" lesse sulle sue labbra. Le sorrise timidamente di rimando mentre si accomodava al pianoforte mantenendo più contegno possibile. Le luci si abbassarono e le mani sudate smisero di tremare solo quando toccarono i tasti.
Le note che conosceva a memoria riempirono il silenzio e coprirono il rumore del tamburo impazzito che era il suo cuore. Ed anche se la sala era gremita di gente suonó per lei, solo per lei, tra mille brividi, guardandola finalmente negli occhi come aveva sempre sognato.
Le note che conosceva a memoria riempirono il silenzio della sala ma, dopo tanto tempo, fu come sentirle per la prima volta mentre a stento conteneva l'emozione che le affannava il respiro. Finalmente, tra mille brividi, poteva guardarlo suonare senza nascondersi più.
@conilsolenegliocchi 🐞
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only-darknesss · 1 year
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Mi son fatta silenzio
quando avevi bisogno
di ascoltare i tuoi mostri urlare.
Mi son fatta arte
quando i tuoi occhi
bramavano meraviglia.
Mi son fatta piccola
quando non c’era spazio per me,
e mi son fatta enorme
quando da solo
non riuscivi a riempire
i contorni del tuo corpo.
Mi faccio
leggero foglio di carta,
ora
per farti scrivere
ciò che sarà di noi.
Ti sono lieve
per non darti il peso
della responsabilità.
Così, bianca
puoi riempire ogni spazio.
Non avere paura
accartocciami
incendiami.
La magia dell’amore
è che non sarò mai cenere.
Tornerò sempre
a essere me stessa
e mi ritroverai
sorridente, ad aspettarti.
Perché tra tutte le forme
quella che s’incastra meglio
tra le braccia tue
sono io.
La signorina nessuno - Giorgia Soleri
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Un azzurro scalzo in cielo
Il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro
Al centro tu poggiata sui ginocchi
E il vento ed i capelli sui tuoi occhi
Qui l'ombra cade giù dalla tua mano
Un orizzonte di cani abbaia da lontano
Tu aggrappata alla ringhiera
Di una tenera e distratta primavera
Pomeriggio lento e un po' svogliato
Maggio è andato via, un dito sotto il mento
E gli uccelli fuggono infilando il verde
Dove la città si perde
Sopra un foglio di carta vetrata
Luglio e tu sdraiata
Tu sporca di baci e sabbia
A cercar le labbra smisurate dell'estate sulle mie
In quest'altra stiamo insieme
E come ridi di gusto e fino a soffocarti
Io stringevo agosto e te
Bevendoti con gli occhi miei per non scordarti
E ancora tu tra file di alberi
Che cuciono colline d'uva bianca
E tu sei stata un giorno intero a bere vino
E un contadino col bicchiere in mano lì vicino
Foglie arrugginite in fondo al viale
E nuove voglie e tu qui sei venuta male
La tua faccia un po' tirata
E una risata senza più allegria e incoscienza
L'aria acerba della domenica mattina
Sopra l'erba tu e lacrime di brina
Guance colorate mentre sbucci
Arance e stupide bugie
Resta lì
Non muoverti
Sorridi un po'
Adesso voltati
Fai così
Appoggiati
Non dire no
Amore guarda qui
Gennaio e il fiato grosso scalda le parole
Il sole andava giù, cielo di marmo rosso
Tu un po' nera contro quella sera
Che scavava il nostro addio e scappava
La pioggia fina salta sopra i marciapiedi
Noia meschina e tu, tu guardi ma non vedi
Che è finita e tra le dita
Non ci sono che fotografie
Un azzurro scalzo in cielo
Il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro
Al centro tu poggiata sui ginocchi
E gli occhi tuoi per sempre nei miei occhi.
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Vima scriveva metodicamente segni sulla carta. Fuori il tempo era clemente, la finestra chiusa, la scrivania vicino al letto, i libri contro il muro: vite di santi, versi in latino, storia antica.
Vima ha cinque anni, le sue bambole sono assiepate sul bordo del cuscino, un quadro di Jeronimus Bosch il cristo con la croce, sta sopra il letto. Tutto è calmo, tranne il cane che abbaia, vicino a lei.
Vima non smette di segnare sul suo foglio forme e segni, metodicamente e con cura: una rosa orna il centro del disegno, simile alla rosa che sta sulla sua scrivania di legno leggero, posata in un piccolo vaso in vetro.
I genitori non pensano che una ragazza debba avere un tavolo più prezioso dei libri che legge, e Vima non pensa disegna. Il cane di fianco a lei di stazza piccola e a pelo lungo e biancastro, forse sporco, abbaia sempre più forte. Le si avvicina e latra ferocemente, come se volesse avvertire Vima, come se il fuoco divampasse in casa.
Vima continua a disegnare senza scomporsi, senza sentire, senza percepire il latrato scomposto.
Il cane è irritato si avvicina sempre più, con più foga.
Vima per disegnare meglio sul foglio, si aggiusta la sedia che si muove e colpisce inavvertitamente il muso del cane: il cane indietreggia guaisce ma torna subito ad abbaiare, sempre più irritato, sempre più aggressivo.
Vima sta per disegnare qualcosa di difficile, la sedia si torce di qualche centimetro, il cane aggira la sedia si avvicina sempre più. Sembra frustrato di non essere inteso. Finchè a un certo punto morde la caviglia di Vima.
Vima sente il dolore alla caviglia, il cane afferra forte, il sangue macchia la calzetta bianca di Vima. La penna cade, Vima fa una smorfia di dolore e di orrore, cerca di divincolarsi dalla morsa.
In quel momento esatto si spalanca la porta della camera e una figura femminile entra.
La mamma di Vima ferma e alta dice con voce calma. Vuoi dei biscotti col te, tesoro? Il cane non c'è più.
Il sole entra dalla finestra, una nuvola fa capolino tra gli olmi secolari del giardino, un libro sui mosaici bizantini fa bella vista su uno scaffale, il volto di Teodolinda irradia un calma ieratica e composta ed è serio e quieto come ogni cosa nella stanza.
Il calzino bianco è ordinato e al suo posto sulla caviglia. Niente sangue.
"Sto servendo in cucina", aggiunge mamma Iris.
Vima raccoglie la penna caduta, la posa di fianco al disegno, la lascia lì sulla scrivania bianca coperta da un vetro. Scende dalla sedia, e si avvia verso il corridoio.
Entra nella piccola cucina confortevole e dai toni verdi e siede davanti alla tazza di tè.Iris, la mamma, chiede con cortesia, hai fatto i compiti? Il suo tono è neutro.Vima risponde "sì", e immerge metodicamente i biscotti nella tazza.Iris aggiunge, "ricordati che dobbiamo andare a prendere Nonna alle 17:30 oggi , quindi fatti trovare pronta per cortesia".
Vima non risponde, fissa l'acqua del tè incuriosita dal suo colore.Hai visto il libro che papà ha comprato per te? 
"Quello sulla storia del ducato di Milano?", risponde Vima.
Sì, ci sono anche descritte e indicate le ville nobili della nostra zona, tra cui quella su cui ho preparato la mia tesi di Laurea. E' molto interessante,
"Sì, molto"
E' un bel regalo. Che cosa carina ha fatto papà per te.
Vima non risponde a parole, guarda e sorride come di un sorriso pieno, ma in qualche modo giustapposto, vero ma strano e diverso.
Immerge il suo biscotto di nuovo nella tazza aprendo la piccola bocca per non fare cadere il biscotto e lasciare intatto il colore chiaro del tè. I pensieri fuggono altrove.
Iris afferra una piccola borsa sciapa e priva di personalità ed esce dalla stanza.
(al tempo gli occhi di Vima mostravano una dolcezza profonda mista a una verità impossibile da leggere.)
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m2024a · 13 days
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PREMARIACCO - Dopo ventiquattro giorni il Natisone restituisce anche il corpo di Cristian Molnar, il ragazzo di 25 anni ultimo disperso della strage. «Il corpo di Cristian era sott'acqua in una zona che era stata battuta diverse volte in queste settimane» dichiara il sindaco di Premariacco Michele De Sabata. È stato individuato a circa 500 metri dal ponte Romano, non molto lontano da dove lo scorso 2 giugno sono stati trovati i corpi delle due ragazze Patrizia Cormos e Bianca Doros.
Il corpo sommerso, incastrato tra le rocce
Ritrovato in una pozza d'acqua, sommerso e incastrato tra rocce e ramaglie. «Era sotto un enorme sasso, all'interno di una galleria - ha aggiunto il primo cittadino - coperto anche da legname: finalmente questi straordinari pompieri sono riusciti a notare qualcosa sott'acqua, dov'è sempre rimasto fino ad oggi». Lunghe e difficili le operazioni di recupero, che hanno visto l'intervento dei Vigili del fuoco con la squadra di sommozzatori, il nucleo speleo alpino fluviale e le forze dell'ordine. Dopo il recupero, la salma è stata imbarellata ed elitrasportata al campo, dove nel frattempo era già arrivato Petru Radu, il fratello di Cristian, che nelle ultime settimane aveva deciso di prendere parte alle ricerche, andando a cercarlo nelle zone meno impervie.
Pubblicato da Michele De Sabata su Domenica 23 giugno 2024
  Ventiquattro giorni di ricerche
Nell'ultima settimana le ricerche si erano concentrate sulle sponde del fiume con il supporto dei cani molecolari. Una rimodulazione dell'unità di soccorso intrapresa dopo il vertice in Prefettura dei giorni scorsi, che aveva stabilito di adottare questo protocollo almeno fino a giovedì, quando una nuova riunione alla presenza del prefetto e delle persone preposte alle ricerche avrebbe fatto il punto su come procedere. Sempre nel corso dell'ultimo incontro era stata fissata anche la zona nella quale si sarebbero concentrate le ricerche. Un'area compresa tra il ponte Leproso di Orsaria e la confluenza con il fiume Torre.
Il post del sindaco
"Abbiamo trovato un corpo nel fiume.....". Così il sindaco Michele De Sabata aveva annunciato sulla bacheca del suo profilo Facebook la notizia del ritrovamento. In pochi minuti sotto il post si è raccolta una lunga fila di commenti di una comunità che in questi giorni non ha mai smesso di perdere le speranze, all’inizio di trovare il ragazzo in vita poi di restituire alla famiglia il corpo. Alle 15 le campane della chiesa del paese e delle frazioni hanno suonato a morto. Rintocchi che hanno rotto un silenzio lungo ventiquattro giorni.
La squadra dei soccorritori
L'abbassamento del livello delle acque, tornate quasi cristalline, ha consentito il ritrovamento. Le ricerche in acqua, da parte dei sommozzatori, erano state così capillari da permettere di ritrovare persino la carta di credito di una delle due ragazze. Inizialmente le operazioni avevano visto in azione circa una sessantina di uomini tra vigili del fuoco e protezione civile. Solo nelle ultime settimane il numero dei soccorritori era stato ridotto a quaranta. Meno uomini, ma sempre alta l'attenzione così come la specializzazione delle squadre d'intervento. Messe in campo anche diverse strumentazioni, come i droni che avevano sondato più volte la zona dall'alto.
  Il giorno della tragedia
I tre ragazzi erano andati sul greto del Natisone per scattare alcune foto il 31 maggio scorso quando, a causa delle intense precipitazioni dei giorni precedenti, il livello del fiume è rapidamente salito. Fino ad avvolgere i ragazzi stretti in un abbraccio e poi trascinarli via. Disperati i tentativi di salvare i tre. Prima delle corde lanciate dall'autoscala, un pompiere aveva anche sfidato la corrente per cercare di raggiungerli, ma l'irruenza dell'acqua non gli aveva permesso di avvicinarsi ai ragazzi, poco dopo trascinati e sommersi dalla piena.
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enkeynetwork · 23 days
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lamilanomagazine · 1 month
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Gravina di Catania: si disfa di una vecchia auto, poi usa le targhe e i documenti su una nuova rubata
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Gravina di Catania: si disfa di una vecchia auto, poi usa le targhe e i documenti su una nuova rubata. Nell’ambito del piano straordinario di controllo del territorio dell’Arma di Catania, i Carabinieri del Comando Provinciale stanno continuando a mettere in campo, in tutto il capoluogo etneo, mirati ed articolati servizi per la prevenzione e il contrasto all’illegalità diffusa, al fine di incrementare il livello di sicurezza, reale e percepita. In tale contesto, i Carabinieri della Sezione Operativa di Gravina di Catania hanno denunciato un operaio 43 enne catanese, incensurato, per riciclaggio di un’autovettura. Il crimine è stato scoperto proprio grazie alla profonda conoscenza del territorio e del tessuto sociale dei militari, ben consapevoli che l’uomo era solito adoperare un’utilitaria bianca intestata ad un parente, e, grazie ad alcuni controlli, avevano accertato che quel veicolo era stato immatricolato nel 2013. Da qualche settimana, però, all’occhio attento degli investigatori non era sfuggito che l’auto, apparentemente sempre la solita Fiat Panda, in realtà appariva rimodernata; un lavoro fatto fin troppo bene su un veicolo in circolazione da più di 10 anni. Insospettiti, i Carabinieri hanno quindi deciso di organizzare approfondire la situazione, chiedendo anche l’ausilio dei militari della Sezione Investigazioni Scientifiche (S.I.S.) del Nucleo Investigativo di Catania. Il blitz è scattato quando il 43, uscito di casa per andare a lavorare, stava percorrendo la via Don Minzoni del quartiere San Giovanni Galermo. I Carabinieri hanno, quindi, predisposto un posto di controllo, durante il quale lo hanno fermato, chiedendogli di esibire i documenti del mezzo. Nel frangente, già da un primo esame del numero del telaio, è apparso loro chiaro che “qualcosa non quadrava”, poiché l’ordine delle lettere e dei numeri impressi sul telaio non era corrispondente a quello previsto dalla casa costruttrice. Per procedere ad ulteriori accertamenti tecnici, l’auto è stata così portata presso la caserma di Gravina, dove i militari della S.I.S. si sono messi all’opera. Mediante l’impiego di una particolare strumentazione, i Carabinieri hanno pertanto accertato che il telaio dell’auto era stato “ribattuto” e che alcune lettere erano state trasformate in numeri e viceversa. Scopo della contraffazione, far sì che il telaio dell’auto nuova corrispondesse a quello riportato sulla carta di circolazione del veicolo precedentemente utilizzato. Analogamente e per lo stesso motivo, l’uomo aveva anche sostituito le targhe. Grazie, però, all’acquisizione dei dati della centralina, i Carabinieri sono riusciti a risalire al telaio e alle targhe originali del mezzo, svelando che si trattava di un’auto del 2018, rubata lo scorso aprile ad una signora di Forza d’Agrò, in provincia di Messina. Ormai scoperto, il 43 enne non ha potuto non ammettere le modifiche effettuate al veicolo, confessando di averlo acquistato al “mercato nero” per risparmiare, in quanto non più in possesso della sua precedente utilitaria che, avendo fuso il motore, aveva autonomamente distrutto per non pagare la rottamazione. Alla luce di quanto scoperto dai Carabinieri, l’automobile è stata sequestrata, mentre l’uomo è stato denunciato per “riciclaggio”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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dilebe06 · 2 months
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Little Women e Kurosagi
Gli imbroglioni hanno sempre saputo… che il loro mestiere non è quello di convincere gli scettici, ma di permettere ai creduloni di continuare a credere quello che vogliono credere. (Thomas Sowell)
Ohhhh... oggi si parla di truffe.
Imbrogli, complotti, inganni... chiamateli come vi pare ma il concetto quello rimane.
E siccome "tutto il mondo è paese" e la fraudolenza non conosce confini, queste due serie sono un ottimo modo per confrontare il tema - seppur da punti di vista diversi - in diversi paesi.
Iniziamo dal Giappone con Kurosagi.
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Questo drama in realtà dovrebbe essere un remake dell'originale del 2006 con Yamapi e di cui non conoscevo nemmeno l'esistenza.
La storia ruota intorno a Kurosaki Koshiro che quando aveva 15 anni rimase l'unico sopravvissuto della sua famiglia ad una strage perpetrata dal suo stesso padre per colpa di una truffa in cui era caduto. Il papà non avendo modo di ripagare i debiti e completamente fuori di testa, accoltellò la famiglia sotto lo sguardo terrorizzato del nostro lead.
Rimasto orfano, il buon Kurosaki diventa Kurosagi, un truffatore che inganna i truffatori, vendicandosi di loro e fottendogli tutti i soldi. Sì, è una sorta di Robin Hood
E' un giovane molto intelligente ma solitario e poco incline alla fiducia poiché la sua intera dolorosa vita ruota attorno alla vendetta per ciò che è successo allo sua famiglia.
Accanto a lui, c'è la sua vicina di casa, ragazza che sogna di diventare Procuratrice e che crede che debba essere la giustizia ad occuparsi dei truffatori, non le azioni personali. Motivo per il quale cercherà di far cambiare idea a Kurosagi, aiutandolo anche ad affrontare il suo difficile passato. Tuttavia, si scontrerà con la realtà dei fatti: i truffatori conoscono la legge e sanno come scavalcarla. Ed i poliziotti spesso hanno le mani legate e non possono intervenire. Questa è anche una tematica della serie e trovo che il drama l'abbia portata in scena molto bene.
Ora, la serie può essere un po' ripetitiva: Kurosagi riesce a fregare i truffatori sempre nello stesso modo e al quinto modus operandi identico, potrei annoiarmi. Che per carità: ogni raggiro del nostro lead ha un retroscena economico/bancario che davvero mi sfugge ed è quindi interessante scoprire come funzioni l'economia ed i rapporti che la gestiscono.
Kurosagi, memore del dolore portato alla sua famiglia dalle truffe, cercherà di aiutare altre vittime, mentendo, manipolando, falsificando ecc ecc i truffatori che nel giro di poco, si renderanno conto di aver perso tutti i loro guadagli. chi di truffa ferisce...di truffa perisce
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Kurosagi è pure un bel figliuolo, l'attore recita da Dio e la serie è stata brava nel tratteggiare tutti i suoi personaggi.
Due cose in particolare mi sono rimaste impresse e mi hanno quindi spinta a scriverci qualche parola:
La protagonista femminile che per quanto testarda e idealista, almeno non è un personaggio che balbetta e rimane muta davanti agli altri. Sa parlare e sa tenere fuori la voce. E già la amo solo per questo. Inoltre, pur non approvando il comportamento di Kurosagi, non gli ha mai messo i bastoni tra le ruote, lasciandogli carta bianca ed allo stesso tempo proponendosi come spalla di conforto e aiuto.
L'altra cosa è il conflitto interiore. I giapponesi sono maestri nel creare introspezione e riflessione e Kurosagi non fa eccezione. Oltre al lavoro del lead, al tema della polizia e della giustizia, questa serie introduce un altro elemento interessante:
Kurosagi infatti, prende le informazioni sui truffatori da ingannare da un uomo che lo ha cresciuto come un padre ma che è allo stesso tempo l'uomo che ha inventato la truffa che ha portato alla fine della sua famiglia. Per tutta la serie assistiamo al conflitto del protagonista tra l'affetto che prova per quest'uomo e la necessità di sconfiggere anche lui per completare la sua vendetta. Un combattimento profondo che è presente anche nell'uomo che pensa a Kurosagi come ad un figlio, che gli vuole bene ma che sa che vuole la sua sconfitta. Questa relazione è ciò che ho trovato più interessante, complicato e intenso.
In conclusione una bella serie che riesce a mitigare la ripetitività di certe scene con una forte introspezione, bei personaggi ben caratterizzati e degli elementi più conflittuali che danno un tono profondo al drama. Inoltre, credo che con questa serie io abbia preso una Laurea in Economia.
Voto: 7.9
Little Women
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Chi invece è un truffa, a partire dal nome, è Little Women. Dal titolo pare di star vedendo la versione dei giorni nostri di Piccole Donne della Alcott ambientato in Korea.
Certo, suona difficile trasportare l'opera in un contesto moderno visto che:
proviene dalla seconda metà dell'Ottocento
riguarda le vicende di una famiglia
L'ambientazione ed il contesto
La parte che più mi preoccupava era il creare una serie accattivante e che potesse tenere il pubblico dei giorni nostri incollato allo schermo, mentendo la storia, i personaggi e le vicende che segnano la famiglia March senza snaturarne il messaggio ed il suo essere un caposaldo della letteratura.
Le prime due puntate devo ammettere che sono intriganti e mi è piaciuto come hanno deciso di partire: il drama infatti ha delle similitudini con Piccole Donne, delle cose che lo ricordano, ma allo stesso tempo presenta profonde modifiche:
La madre ad esempio, che nel romanzo è presente e punto di riferimento per la famiglia, nel drama è una stronza senza cuore. Un' egoista che sparisce nel nulla rubando i soldi delle figlie e non si fa più vedere.
Al contrario le ragazze hanno degli elementi che le accostano alle loro controparti cartacee: Oh In Kyung possiamo ricondurla a Jo vista la sua passione per la scrittura, il suo essere maschiaccio, la sua relazione con un amico di famiglia, il suo legame difficile con la prozia ecc ecc...
Una cosa che ho adorato è come hanno reso il tema della povertà. Nel romanzo la famiglia March è povera ma vivono la cosa nel modo più dignitoso possibile ed anzi sono sempre pronti a cedere il loro cibo a chi è più sfortunato di loro. Nel drama, poiché tale atteggiamento sarebbe stato un po' anacronistico, la povertà viene vissuta come un peso insopportabile, soprattutto per due sorelle.
Ed anzi, sarà proprio la scarsità di liquidi che darà il via alla storia e trasformerà questo drama da Piccole Donne ad una serie thriller/investigativa. Per questo dico che è una truffa: perché chiamarlo Piccole Donne se poi più di metà drama è una corsa a sventare complotti, sparatorie, omicidi, allucinazioni, psicopatia ecc ecc?
La storia non ha più nulla a che fare con il romanzo della Alcott e racconta una storia a sè ed ho trovato difficoltà nel ricollegarmi con il romanzo:
La sorella maggiore (Meg) scopre che la sua collega e unica amica è morta e le ha lasciato di nascosto una fraccata di soldi. Ovviamente la donzella se li vuole tenere e spendere, soprattutto per il bene delle sorelle. Ma questi soldi sono di qualcuno che giustamente li rivuole indietro. Inizia così una caccia al denaro, una guerra contro la famiglia più ricca di Seoul che metterà in campo di tutto.
A far compagnia a Meg c'è ovviamente Jo che dei soldi non gliene frega nulla e che vuole solo scoprire la verità a tutti costi, aiutando certe volte e mettendosi nei casini in altre.
Ed infine c'è Amy che oberata dall'affetto delle sorelle che farebbero di tutto per lei ma con cui lei si sente in eterno debito, decide di andare a vivere con la famiglia ricca e sembra che per gran parte della serie, abbia voltato le spalle alla sua vera famiglia.
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E' una storia di tensione, suspance e mistero ed è divertente da guardare pur avendo un po' di buchi di trama. Soprattutto nel finale che ho trovato frettoloso e poco soddisfacente.
In fin dei conti, Little Women non è un brutto drama. Mi ha intrattenuto ed è riuscito a mantenere la mia attenzione fino alla fine anche se appunto, poco ci azzecca con il romanzo da cui prende il nome.
Ottima la caratterizzazione delle sorelle, ognuna diversa dalle altre e che la serie approfondisce, permettendoci di conoscerle e comprendere il perché dei loro comportamenti. La cosa positiva di loro è che sono personaggi reali, ossia fallaci ed imperfette. Non sono eroine cazzute o badass ma ragazze perfettamente normali. Certo, avrei gradito un po' più del loro sviluppo ma con 12 episodi ci dobbiamo accontentare.
Nota a margine per due personaggi:
Choi Do Il. È stato il mio personaggio preferito: intelligente e calcolatore, porta avanti la sua vendetta dietro le quinte ed è stato spesso risolutivo per la storia. Non ho ben capito perché non abbiano sviluppato la love story con Meg visto che la chimica e l'affetto era palese...ma comunque ho adorato il suo acume e abilità di ribaltare la partita.
Park Hyo Rin anche mi è piaciuta. Figlia della famiglia ricca, pare sottomessa ed invisibile, non calcolata dai genitori troppo presi con le loro vite. In realtà è sveglia ed intelligente ed ho amato quando molla i genitori e scappa via in giro per il mondo, con Amy.
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In conclusione Little Women è una drama godevole se chiudi gli occhi sui buchi di trame e sul finale. Se non cerchi di ricordarne il titolo ed i suoi collegamenti con il romanzo della Alcott e ti godi solamente la storia. Ha un alto valore produttivo e molto bel recitato con un grande cast che a parer mio ha fatto un buon lavoro. Peccato per il finale e la storia che a metà è diventata davvero complicata da seguire, tra complotti, segreti, tradimenti e collegamenti tra i vari personaggi.
Voto: 7.8
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sounds-right · 4 months
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Sammy Love remixa "One and One" di Robert Miles... E ci racconta la sua musica
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Abbiamo incontrato Sammy Love, che ha da poco pubblicato un remix di un brano davvero importante, "One and One" di Robert Miles. L'ha remixato con Enea Marchesini e la voce è quella di Maria Nayler.
Che stai facendo di bello in questo momento dal punto di vista musicale e personale? Serate, produzioni quello che vuoi...
Oltre ad essere A&R della D:SIDE, label che ho creato 4 anni fa grazie a Luca Facchini e Luca Peruzzi, sto lavorando a nuovi progetti musicali sia per per me che per altri artisti. Ho puoi curato la nuova compilation D:SIDE DREAM PARADE VOL 3. E' uscita il 15 marzo. E poi la radio, radio con la nuova stagione del programma radiofonico  "CHIHUAHUA" che conduco con Ronnie Milani...
Cosa significa rielaborare un brano storico come "One and One "di Robert Miles?
Semplicemente, è un sogno che si avvera. Per me ed Enea Marchesini è stato toccare il cielo con un dito, ma  anche un grande senso di responsabilità e rispetto verso una canzone che abbiamo sempre amato. E' soprattutto verso un artista che è stato per entrambi la fonte d'ispirazione della nostra carriera musicale.
Ci racconti quali sono le tue radici musicali? 
Sono cresciuto con musica a 360 gradi, ho sempre ascoltato di tutto, perché in ogni genere musicale ho sempre trovato una o più canzoni che mi hanno accompagnato nella vita. Questa "varietà di ascolto", me la sono poi portata anche nella creazione delle mie produzioni.
Come ti presenteresti come artista a chi non ti conosce? 
Amo definirmi un artigiano della musica. Fare ciò che amo con grande passione e serietà.A chi non conosce e vuole capire chi sono, dico sempre di ascoltare ciò che faccio, le mie canzoni, perché io sono esattamente quella canzoni e la musica che creo.
Come vedi l'attuale panorama discografico e musicale? 
A dire il vero è un momento un po' confuso. Sembrano tutti più preoccupati ad attirare follower che a proporre e promuovere ciò che è il loro "prodotto musicale". A mio modesto parere, questa 'strategia' tenderà sempre più ad abbassare la qualità dei brani. C'è una continua corsa a fare più musica di quantità che di qualità. 
 Come hai conosciuto Jaywork Music Group? Come ti trovi con questa realtà?
Ho avuto la fortuna di conoscere Luca Facchini e Luca Peruzzi e di entrare a far parte del mondo Jaywork, molti anni fa, quando ho iniziato a proporli i miei brani. Da subito ho riscontrato grande professionalità e serietà. Sono inoltre grato a entrambi per avermi dato fiducia e carta bianca nella creazione di D:SIDE.
A che punto ti senti della tua carriera?
Cerco sempre nuove sfide, per me ciò che conta è avere sempre delle motivazioni, Dopo quasi 30 anni che mi dedico alla musica, mi sento ad un punto della mia carriera in cui non mi sento affatto appagato. Anzi, ho voglia di raggiungere ancora molti obiettivi che mi sono prefissato e che voglio raggiungere
Ci dici quali sono gli artisti musicali più importanti per te e perché?
Sicuramente nel campo della musica elettronica i Kraftwerk e Giorgio Moroder. Perché senza le loro intuizioni e sperimentazioni, tutto ciò che è diventata la Dance e le sue varianti, dall'house fino alla techno,(ma anche la musica Pop ) non sarebbe mai esistita..
Che consigli daresti a un giovane che sogna di fare il dj e/o il produttore?
Avere passione per la musica e di non intraprendere l'arte del djing per moda. Se si ha passione si possono creare le basi per fare qualcosa bello. Fare gavetta e lavorare sodo per realizzare i propri sogni, perché niente arriva dal nulla. 
Sammy Love 
Dj/producer/A&R D:SIDE label
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