#è sempre carta bianca
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u-more · 1 year ago
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«Va’ crisci figghi…» (cit.)
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finestradifronte · 5 months ago
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Mi manca...
Lo zoccolare fino in spiaggia con mia madre che mi diceva "cammina bene alza quei piedi"...pinoli per terra da schiacciare con i sassi...
l'odore della siepe di caprifoglio dalla pensione trieste al bagno emilio e quello dei giornali dell'edicola, misto a quello del mare e degli abbronzanti e della piadina...
la cuffietta bianca della piadinara...quella anziana, la prima ..che faceva le piade tirate a mattarello con il bordo frastagliato e il pezzetto di carta marroncina per portarle via ...
la luce bianca del mattino e la bassa marea con le righe della sabbia sotto i piedi, i buchini dei cannolicchi e schivare i granchi 
fare capannella con il tettuccio del lettino e il telo, il caldo sulla pelle...l'odore dell'abbronzante e il libro con sabbia tra le pagine...
e aspettare le 11 che non arrivavano mai per il bagno... il freddo dell'acqua al primo tuffo  o l'andare giù piano piano con tutta la pelle d'oca... i rumori attutiti quando si è sott'acqua.... il cretino di turno che ti slaccia il bikini...le spalle di mio padre per salirci a fare i tuffi...
correre sulla sabbia bollente saltellando tra un'ombra e l'altra...  stendersi al sole senza fare la doccia e sentire la pelle tirare con il sale che brucia appena sulla pelle un po' scottata sulle spalle ...
il fastidio della sabbia tra le dita e lavarsi i piedi nel rubinetto sotto le docce aspettando con il costume in mano per sciacquare anche quello...il profumo dello shampoo e il rigagnolo di schiuma e acqua sulla sabbia...
il cemento rigato e rosso e bollente della banchina del porto con le barche che partivano da Milano Marittima per la gita a Rimini e la voglia di tuffarsi lì ma la mamma non voleva...e stare in equilibrio sul muretto tra la banchina  e gli scogli ad aspettare gli schizzi delle onde,
il mare grosso i rari giorni che faceva temporale e a fare il bagno tuffandosi dentro le onde e ci si riempiva il costume di sabbia..
la pizza che faceva la sorella della vedova di Emilio alle cinque...e io le confondevo poi sempre quelle due...la Maria e l'Anna
Il rullo per tirare il campo da bocce e il barattolo bucato con il talco per fare le righe...e le premiazioni delle gare al  pomeriggio e se le coppie erano miste io ero un po' gelosa se mio padre giocava con la mamma della cecilia perchè era così bella...
e guardarti da lontano mentre giocavi a calcio sporco di sabbia dappertutto e cominciare a scoprire  quell'emozione nuova quell'attrazione mai provata... ecco cosa vuol dire innamorasi...il dondolo dell'Hotel Miramare dove per la prima volta ho capito che potevo anche godere del mio corpo...
I giardini del tennis con la terra rossa e la giostra e l'odore dei pini...
le tonde alla sera su e giù per viale Roma e baci infiniti sulle panchine, le feste al Giardino D'Estate con Gianni Togni che cantava Luna..e le puntate all'ippodromo di Cesena e le gite al Parco Naturale che mi sembrava così lontano...
Gli amici che poi non avresti rivisto più,  quelli che rivedi solo lì...e quelli che sono ancora con me ......il primo primissimo bacio sul dondolo della casa in affitto ...
il rumore degli aerei con la pubblicità...la pizzeria da Duilio e il cinema Italia all'aperto ...le lacrime  quando era ora di tornare e il grano nei campi era già mietuto e le arature portavano l'autunno...
Mi manca la felicità pura e spensierata di quel periodo quando ancora tutto poteva essere e ogni cosa era nuova e da scoprire ...e che non è stata mai più.
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iimsc · 2 months ago
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ho un'età che mi permette di assistere alla forma adulta di chi ho visto essere bambino e questo vuol dire che questa fase per me è passata, ma riesco a prenderne coscienza soltanto attraverso l'evoluzione di altri perché io mi sento sempre la stessa, neanche un centimetro spirituale in più. ancora più straziante è guardare invecchiare le giovani figure adulte che hanno costellato la mia infanzia o adolescenza. zia si è fatta la tinta bianca ai capelli, li ha sempre avuti scuri, soltanto dodici mesi fa era mora. in un anno li ha schiariti sempre di più fino al bianco. dice che è stanca di fare la tinta ogni mese, lascerà che i suoi bianchi naturali crescano confondendosi con il nuovo colore. e poi forse non metterà più lo smalto e neppure il trucco il sabato sera. la vecchiaia quindi è l'abbandono del superfluo? o è l'abbandono di sè stessi? la tinta è davvero così superficiale oppure è un atto di resistenza? forse non sempre, forse qualche volta. questi movimenti viscidi del tempo che striscia lungo i pilastri solidi della mia esistenza mi mettono a disagio. probabilmente perché li sento anche addosso. probabilmente perché senza accorgermene sono diventata un pilastro della mia stessa vita anche io. probabilmente perché mi sento violata, impotente, non come uno stupro, è una violenza diversa, una violenza dolce, subdola, ingannevole, inesorabile. forse sono in ritardo, forse è troppo tardi per tante cose, forse gli altri sono in anticipo, forse si sentono in ritardo anche loro. da giovane la mia bisnonna aveva sempre uno zigomo gonfio, o un occhio nero, o una frattura da qualche parte. poi suo marito è morto e lei ha iniziato a mettere il rossetto, i gioielli e il profumo. io ero bambina, molto bambina, la ricordo come una delle donne anziane più eleganti che io abbia mai visto. è morta sulla soglia dei cent'anni con le labbra rosse, non è mai stata in ritardo. credo che la resistenza si manifesti sempre di rosso. vorrei passare lo stesso colore sulle mie labbra, per firmare queste parole con un bacio stampato sul foglio, ma il tempo della carta è passato
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tizianacerralovetrainer · 22 days ago
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L’avevano fermata, le avevano detto che il suo velo era fuori posto, che doveva sistemarlo meglio, che coprisse come si deve. Uno sguardo di ammonizione, una regola ripetuta, e un comando che pesava come catene invisibili.
Ma invece di abbassare lo sguardo, di tirare quel velo come le avevano detto, si toglie il velo. Poi la giacca, la camicia. Strato dopo strato, libera la pelle, si scrolla di dosso le catene.
Nel cuore pulsante di Teheran, nel cortile dell’università, rimane in biancheria intima, ma rivestita di un coraggio e una dignità che superano ogni stoffa.
Gli sguardi si accalcano su di lei: alcuni pesanti, di giudizio; altri increduli, come se stessero respirando libertà per la prima volta. Lei è una nota stonata in un coro di silenzi, un punto esclamativo in un libro di regole immutabili.
La terra sotto i suoi piedi è sempre la stessa, ma il cielo sembra abbassarsi per accoglierla. Si domanda se il vento senta il peso di tutte le parole che non si sono mai osate.
Gli occhi degli altri si posano come pietre sul suo corpo, mentre le voci si sussurrano contro di lei, tempeste di giudizi. Ma nel suo silenzio c’è un grido che sfida il mondo.
Arrivano per spegnere la sua fiamma, ricoperti di divise che trasudano conformità. La afferrano con forza, la trascinano via, mentre lei resta muta, forte come una roccia. La portano in un luogo dove sperano di spezzarla, di soffocare quel fuoco indomabile. La trasferiscono in un ospedale psichiatrico, dove tentano di etichettare come “follia” il suo desiderio di libertà. Ma non capiscono che le idee non si possono ammanettare, né chiudere in una stanza bianca.
Donna. Libera. Rivoluzione che cammina a piedi nudi sul selciato della storia.
Il suo corpo è un manifesto, la sua pelle è inchiostro vivo, e oggi ha scritto una nuova pagina di libertà.
Nel dipartimento rimane il suo ricordo, un’ombra luminosa, un’equazione irrisolta sul muro. Perché spogliarsi dei simboli imposti è l’unico modo per rivestirsi di infinito.
PS: La ragazza si chiama AhouDaryaei, studia letteratura francese all��Università di Oloom Tahghighat, in Iran.
Un’eroina di cui avevamo bisogno!
Fonte: Simone Carta, scrittore ❤️
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vintagebiker43 · 1 year ago
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Devo dire che da qualche secolo non incontravo Sallusti in tv, è successo ieri a È sempre Carta Bianca. È riuscito a dire che “Il patriarcato non esiste, la verità è che Adamo ed Eva hanno fatto un gran casino”. Poi parlava di femminicidi dicendo che il record è nell’emancipato nord Europa dove il patriarcato non esiste, ma confondeva i paesi baltici (che detengono il record dei femminicidi in effetti, ma che non sono un modello di emancipazione femminile) con la Scandinavia. Quando ho detto che il libro di Amadori “La guerra due sessi” era autopubblicato mi urlava che non era vero, lo sapeva perché era un libro che aveva presentato lui e aveva un grosso editore. Falso, non sapeva neppure di quale libro stesse parlando tutta la stampa dalla mattina, lo ha confuso con “L’Italia che vogliamo”, sempre di Amadori (e Valditara), che in effetti ha presentato lui. Poi è riuscito a dire, con serenità, “Io sono incensurato”. Seriamente. A ogni mia precisazione ridacchiava e mi chiamava maestrina. Il patriarcato spiegato semplice. E il giornalismo de Il Giornale spiegato semplice. #EsemprecartaBianca
Selvaggia Lucarelli
@stanzaselvaggia
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chouncazzodicasino · 1 year ago
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Un mio pensiero felice.
I pensieri felici sono quelli che ti fanno cambiare delicatamente l'umore, che ti fanno fare un accenno di sorriso senza che te ne accorgi, che ti tolgono ragnatele dagli occhi e massaggiano un po' il petto. Il mio pensiero felice del momento è il ricordo di una sera d'estate di credo otto anni fa, metà agosto, è il compleanno di zio e come al solito per i grandi compleanni viene organizzata una festa nella "piazzetta" tra la casa e la legnaia, vengono messi dei tavoli da osteria, si tirano fuori tutte le sedie e le panche, zia cucina le fettuccine al sugo di fianchetto, l'altra zia porta tre quattro casatielli, zio apre la sua riserva di vino che millanta ogni anno come il più buono di sempre e tutti parlano, ridono ad alto volume, i bambini giocano e c'è una bella atmosfera da inizio festa, l'aria è tiepida nonostante sia metà agosto, non fa tanto caldo. Sul gradone sul fondo della piazzetta ci sono i fratelli di mia zia che suonano, sono bravissimi, la batteria, il sax, le chitarre, le voci, sono cresciuta con loro che suonano rock, blues, canzoni napoletane, rock progressivo e non mi stancherei mai di sentirli. Ad un certo punto succede, parte zio Augusto alla batteria e cominciano a suonare lei. Io sono da un lato della piazzetta con il mio bicchiere di carta con un po' di vino dentro e, come ci fosse una calamita, incrocio lo sguardo di mio cugino, appoggiato al muro dalla parte opposta alla mia con la sua camicia bianca di lino da artista, i capelli arruffati in tanti riccioli ribelli e una sigaretta in bocca, che con un sorriso complice e cretino mi guarda. E' una sorta di richiamo il nostro: inevitabile e naturale. Cominciamo a muoverci, spalle lui, fianchi io, ogni movimento è un passo l'uno verso l'altro. Ed è così che in pochi secondi siamo al centro della piazzetta a ballare, sinuosi, buffi e seducenti, un ballo di quelli che ti vengono spontanei quando segui la musica e vuoi solo divertirti, è viscerale, è bellissimo. Mentre ballo scendo lenta sulle ginocchia come fosse un passo di danza, poso il bicchiere a terra, mi alzo e gli rubo la sigaretta, lui apre le braccia e canta. Dietro le sue spalle vedo mia cugina che si avvicina ballando, si tiene la gonna ampia arrotolata con una mano alla vita, è bellissima, poi arriva mia madre col suo modo buffissimo di ballare che le scompiglia i capelli, mio zio con i suoi passi avanti e indietro veloci con le braccia aperte, si aggiunge anche Barba (è il suo battesimo di fuoco), tutti cantiamo e balliamo. E' una serata come tante ed è unica allo stesso tempo, gli zii suonano tutte le nostre canzoni preferite e noi facciamo i cretini, c'è tanto casino ma anche tanta calma.
Il mio pensiero felice del momento.
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curiositasmundi · 3 months ago
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[...]
Ora, noi non vorremmo spingerci a dire che sia imparentato con Vincenzo Visco, detto dai contribuenti “Dracula” (a proposito: qualcuno ha più sentito parlare la Lega di flat tax?). Non è che lo vogliamo precisamente proporre come segretario del Pd al posto di Elly Schlein o come bandiera del “sistema” e dell’“establishment” (anzi: dell’élite) portato al governo dal Bilderberg e da George Soros. Però qualcosa dobbiamo dirla. Siamo lieti, ecco. Non abbiamo difficoltà a confessarlo. Siamo lieti che Matteo Salvini, l’uomo pescato più volte al mare insieme col pesce azzurro, attualmente vicepremier, ministro dei Trasporti e segretario della Lega, nei fatti rappresenti l’intersezione insiemistica di Giuliano Amato (quello del prelievo forzoso dei conti correnti) e di Mario Monti (quello dell’austerity).
Salvini è infatti vittima di una grave ingiustizia. Bisogna cominciare a dirlo. Giù le mani da Salvini! Egli viene infatti giudicato per quello che dice, e non per quello che fa. Dice che “con meno armi c’è meno guerra”?  Sì, però non c’è nessuno in Parlamento che abbia votato con costanza, fedeltà (e accanimento) a favore dell’invio delle armi in Ucraina come Salvini e la Lega. Egli farà pure il putiniano da hotel Metropol su Facebook o su Instagram, ma poi guardatelo al Senato: è assai più atlantista di Giuseppe Conte e di gran parte del Pd che addirittura mette in discussione l’appartenenza dell’Italia alla Nato. Lui e Joe Biden: fratelli. Dicono che sia razzista. E in effetti su Instagram trasmette solo video di neri che fanno cose brutte. Però quale governo in Italia ha accolto più migranti di tutti? Ma quello con Salvini, ovviamente, che ha votato e fatto votare alla Lega il decreto flussi. Un record di neri sbarcati nel nostro paese (sai quanti video adesso sui social). E poi: chi ha cancellato il Superbonus? E chi ha cancellato il Reddito di cittadinanza? Lui, lui, e sempre lui. Matteo nostro. Il figlio segreto di Angela Merkel e Ursula von der Leyen. A Palazzo Chigi gli danno la sua Settimana Enigmistica con la biro, le sue forbici con la carta bianca per ritagliare gli elefanti e lui vota qualsiasi cosa. Certo le spara grosse, a volte sembra un picchiatello, non ha inibizioni né pudori né freni, ma non si può giudicare un uomo dalle apparenze.  Per una volta, stiamo ai fatti. Questo fa tutto il contrario di quello che dice. E’ una garanzia: Salvini, (non) basta la parola.
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gcorvetti · 1 month ago
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Priorità e obiettivi.
Ieri dopo il lavoro e visto che non avevo niente da mangiare sono andato al risto-pizzeria italiano, l'unico veramente italiano, che c'è in città a mangiarmi una margherita (la mia pizza preferita) e a fare un giro, così non si sa mai. Dopo la pizza infatti ho girato le vie del centro ma la città era vuota, non c'era un cane, giusto dei ragazzetti punk, i locali erano deserti, alcuni per chiusura settimanale, già, la Domenica. Allora mi sono avviato verso casa e pensavo che questa città è troppo piccola e tranquilla per i miei gusti, lo è sempre stato ah, niente di nuovo, ma prima avevo una priorità, la famiglia, e adesso?
Allora ho pensato a svariate cose in quei 15 minuti a piedi, un pensiero su tutti è "Che cosa ci faccio qua se non ho più quella priorità?". Nel lavoro da sempre, almeno da quando vivo qua, non ho potuto salire di livello, 15 anni a fare lavori base e relative paghe, musicalmente questo paese è morto, ho parlato spesso nei miei post l'assoluta mancanza di luoghi adatti per le band, che come ho detto sono abituati a suonare 2/3, se va bene 4 volte l'anno; certo c'è chi suona di più ma son pochissimi e famosi (sapete come la penso, essere famosi in Estonia è come essere ricchi al monopoli eh).
Fatto sta che mi sono fissato un obiettivo, che è diventata la mia priorità, andare via di qui. Oggi nel giretto triste pomeridiano ho incontrato mia figlia che usciva dal lavoro e le ho fatto compagnia al supermercato, una vera soddisfazione vederla indipendente a 21 anni, tutta suo padre 😊​. Abbiamo parlato di come vanno le cose e le ho detto questa cosa, c'è restata un pò male ma ha capito le motivazioni e non può farci niente perchè è la mia vita, come io non ho mai influenzato la sua e dato sempre carta bianca, il risultato si vede la mia piccina è oramai matura. Per me andare via di qui è importante, ogni angolo di questa città mi ricorda qualcosa, non per forza legato a Maarja, ho ricordi dei più disparati soprattutto quando bevevo come una spugna, Spongebob fatti di lato.
Non ho ancora deciso dove e quando, ma sicuramente dopo l'inverno che mi servirà a riprendermi e a darmi una linea guida per questa nuova vita, una nuova guida, lustrare per bene la musica a 360° e poi andare. C'è anche da dire che per spostarsi di nazione servono i soldini, quindi purtroppo per questo dovrò tirare un pò la cinghia, ma non importa, mi focalizzo su questi aspetti e vado avanti.
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tergestin · 8 months ago
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Sono veramente arrabbiato. Quanto alla querela, la superficialità di certi commenti è inaccettabile. Vorrei chiarire alcune cose prima di partecipare questa sera a “è sempre carta bianca" alle ore 22:30. Pensate che sia così facile dire cose querelabili su Israele? Io ho dovuto ingaggiare una squadra di professionisti che mi ossessiona tutti i giorni: “Professor Orsini, non dica questa cosa su Israele a Rete 4 ché non è querelabile!”. “Non dica quest’altra cosa su Netanyahu ché nemmeno questa frase è querelabile!”. Il problema è che quando parli di uno Stato terrorista come Israele - tale è secondo la letteratura scientifica sul terrorismo - dire cose peggiori di ciò che Israele fa ai palestinesi è quasi impossibile. Ad esempio, se io dico che Netanyahu è un criminale di guerra; se dico che è un terrorista di Stato sullo stesso piano morale dei terroristi dell’Isis che hanno appena realizzato la strage di Mosca; se dico che è un massacratore di bambini musulmani, come diavolo faccio a beccarmi una querela se queste frasi corrispondono a verità in base all’osservazione scientifica? E allora che cosa posso dire di così grave a Rete 4 per superare l’orrore del genocidio che Israele sta compiendo a Gaza? Che cosa posso dire a Rete 4 per insultare uno Stato che ha sterminato 14000 bambini palestinesi e ne va pure fiero? Il vero problema è che Israele non è diffamabile perché quello che sta facendo è un orrore talmente grande che nessuna locuzione potrà mai rappresentare fedelmente. Quindi io devo spendere un sacco di soldi per pagare una squadra di esperti che inventi delle frasi che io possa dire a Rete 4 per descrivere l’orrore che l’esercito israeliano, la più grande vergogna del mondo occidentale, rappresenta oggi per noi tutti. Israele fronteggia un processo all’Aja per genocidio. L'ex premier israeliano, Olmert, ha detto testualmente che: "Netanyahu è un criminale, un macellaio, un ladro, un mascalzone".
Questo post è querelabile? Vi prego, ditemi di sì, altrimenti avrò buttato i miei soldi.
Orsini
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manozingara · 1 year ago
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SOGNO: 9 luglio 2023 festa, piscina o mare, porto, vari gruppi, gente, studenti e conoscenti mischiati San Cosimato, cado nell'acqua, sono tranquillo, passo su una tavola che galleggia, tipo porta bianca, una ragazza mi aiuta a risalire, perdo il mio gruppo, trovo in un ristorante stanza interna a vari tavoli delle persone sono ricce e canute, un gruppo di toscani sono tutti invecchiati, mi notano in silenzio, vecchie coppie magri, fanno sempre le stesse cose in ricordo; torno fuori al tavolo dove stavo con degli studenti. Suppongo che il mio gruppo sia andato a mangiare in un posto, ma non so quale non sono certo, e neanche sono certo che mi stiano aspettando, mi prenderanno in giro per il ritardo e la caduta in acqua. Ma c'è una parte di sogno prima più divertente. Torno al tavolo e scopro che mi è sparito il telefono, c'è la cover vuota con le cuffie; inizialmente sono tranquillo c'è il codice e l'impronta, ma dentro ho un sacco di miei autoscatto osé vabbè al solito: se pubblicano è violazione della mia privacy. Mi sveglio col pensiero che dentro c'è banca nelle app, patente e carta d'identità; non ero preoccupato do così poca importanza al mio telefono e ai suoi contenuti. mi sveglio preoccupato. Ma prima c'erano state danze giochi e giovani ragazze e studenti, poi si era andati in piazza e c'era tanta altra gente e gruppi che si costituivano lì casualmente, col porto in piazza; e giovani colleghe che mi danno una mano, e colleghi che mi porgono una mano per uscire dall'acqua.
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schizografia · 2 years ago
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- I tuoi genitori ti sostenevano nelle tue prime opere?
- Sì, mi davano molto appoggio. Probabilmente fu mia madre a salvarmi, rifiutandosi di comprarmi libri da colorare. Cosa interessante, perché all’epoca ti facevano sempre colorare, e con quei libri l’idea è di non uscire dai contorni. Invece per me non c’erano quelle limitazioni, e avevo carta a volontà! Mio padre lavorava per il governo, e mi portava a casa tantissima carta millimetrata, bianca da un lato e con dati ormai vecchi dall’altro. Quindi potevo disegnare quel che mi pareva, sempre.
David Lynch
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only-darknesss · 1 year ago
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Mi son fatta silenzio
quando avevi bisogno
di ascoltare i tuoi mostri urlare.
Mi son fatta arte
quando i tuoi occhi
bramavano meraviglia.
Mi son fatta piccola
quando non c’era spazio per me,
e mi son fatta enorme
quando da solo
non riuscivi a riempire
i contorni del tuo corpo.
Mi faccio
leggero foglio di carta,
ora
per farti scrivere
ciò che sarà di noi.
Ti sono lieve
per non darti il peso
della responsabilità.
Così, bianca
puoi riempire ogni spazio.
Non avere paura
accartocciami
incendiami.
La magia dell’amore
è che non sarò mai cenere.
Tornerò sempre
a essere me stessa
e mi ritroverai
sorridente, ad aspettarti.
Perché tra tutte le forme
quella che s’incastra meglio
tra le braccia tue
sono io.
La signorina nessuno - Giorgia Soleri
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Guarda "CLAUDIO BAGLIONI - FOTOGRAFIE" su YouTube.
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Un azzurro scalzo in cielo
Il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro
Al centro tu poggiata sui ginocchi
E il vento ed i capelli sui tuoi occhi
Qui l'ombra cade giù dalla tua mano
Un orizzonte di cani abbaia da lontano
Tu aggrappata alla ringhiera
Di una tenera e distratta primavera
Pomeriggio lento e un po' svogliato
Maggio è andato via, un dito sotto il mento
E gli uccelli fuggono infilando il verde
Dove la città si perde
Sopra un foglio di carta vetrata
Luglio e tu sdraiata
Tu sporca di baci e sabbia
A cercar le labbra smisurate dell'estate sulle mie
In quest'altra stiamo insieme
E come ridi di gusto e fino a soffocarti
Io stringevo agosto e te
Bevendoti con gli occhi miei per non scordarti
E ancora tu tra file di alberi
Che cuciono colline d'uva bianca
E tu sei stata un giorno intero a bere vino
E un contadino col bicchiere in mano lì vicino
Foglie arrugginite in fondo al viale
E nuove voglie e tu qui sei venuta male
La tua faccia un po' tirata
E una risata senza più allegria e incoscienza
L'aria acerba della domenica mattina
Sopra l'erba tu e lacrime di brina
Guance colorate mentre sbucci arance e stupide bugie.
Resta lì
Non muoverti
Sorridi un po'
Adesso voltati
Fai così
Appoggiati
Non dire no
Amore guarda qui
Gennaio e il fiato grosso scalda le parole
Il sole andava giù, cielo di marmo rosso
Tu un po' nera contro quella sera
Che scavava il nostro addio e scappava
La pioggia fina salta sopra i marciapiedi
Noia meschina e tu, tu guardi ma non vedi
Che è finita e tra le dita
Non ci sono che fotografie
Un azzurro scalzo in cielo
Il cielo matto di marzo e di quel nostro incontro
Al centro tu poggiata sui ginocchi
E gli occhi tuoi per sempre nei miei occhi.
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afnews7 · 11 days ago
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Robert Kennedy Jr, chi è il complottista no-vax scelto da Trump alla sanità
Quello di Trump diventa sempre più un vero governo del piffero… – #wireditalia #afnewsinfo – http://www.afnews.info segnala: Il probabile futuro capo della salute pubblica americana ha promosso negli anni teorie assurde e fake news di ogni tipo. E il neo-presidente gli ha già promesso carta bianca … Leggi il resto su: Read More Wired Italia
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vintagebiker43 · 21 days ago
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AVERE TRUMP E HARRIS ALLA CASA BIANCA NON E' INDIFFERENTE
La campagna elettorale per la Casa Bianca é una fiera dell’assurdo, un teatro delle finzioni, un amusement per i trumpiani che gabbano gli elettori. Che gabbano, soprattutto, la sinistra “vera” dovunque. E l’assurdo si fa indifferentismo: che vinca Donald Trump o Kamala Harris poco importa poiché la Casa Bianca sta dalla parte di Israele comunque. Fuori degli States, questa logica riluce di anti-americanismo. E, quindi, Harris e Trump “pari son”. Negli States, il risvolto di questo “lack of trust” si materializzerà probabilmente nella scelta di molti arabo-americani democratici di astenersi dal voto, con l’illusione di non votare per Trump. E “gli sciagurati” gli faranno un grosso favore. Beffati, avranno in cambio quel che piú temono.
Non votanto per Harris non fermeranno il massacro in corso a Gaza, in Cisgiordania e in Libano. Lo agevoleranno. Trump è stato sempre molto chiaro: sta completamente dalla parte del governo di Israele. Ha sempre parlato senza lingua biforcuta -- a ragion del vero, questo vale per tutte le questioni incendiarie da lui sostenute, come l’odio per gli immigrati, il disprezzo per gli europei, la misogenia, il machismo (ricordiamo quando nel corso della campagna del 2016, disse che la sua pratica con le donne era “grab the pussy”?).
Nel corso del suo primo mandato come presidente, Trump ha preso una decisione epocale piena di significato: ha spostato la sede dell’ambasciata statunitense in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme, un gesto che intendeva gettare al macero la politica dei due popoli e due stati. Ora che le armi e la distruzione hanno reso quella politica una chimera, la posizione di Trump come “protettore” di Israele si manifesta col sostegno pieno alla guerra di religione di Netanyahu. Al quale Trump ha sempre detto di “fare ciò che deve”, di "andare avanti" con la pulizia etnica della terra del popolo di Dio. E Netanyahu ha ricambiato diventando uno dei capi di governo piú impegnati nella sua rielezione di Trump (l’altro grande supporter è Vladimir Putin).
Vi è un'altro particolare che non puó sfuggire agli arabo-americani democratici che pensano di astenersi dal votare Harris: fin alle prime mosse della sua presidenza, Trump ha perseguito una dura politica anti-islamica. Del resto, l'islamofobia è sempre stata la carta di identità dell’internazionale dell’estrema destra. Giorgia Meloni gridava nei suoi comizi (e lo scrisse nel programma elettorale del suo partito nel 2022) di difendere la “tradizione giudeo-cristiana”
contro quella “islamica”. Intervenendo al congresso dei camerati spagnoli di Vox alcuni anni fa, ha urlato le stesse parole usate da Trump. Oggi Meloni sussurra l’islamofobia, evidentemente perché l’Italia ha una dipendenza energetica strutturale dall’estero e i dirigenti dell’Eni la seguono come un’ombra nei suoi viaggi nei paesi produttori di petrolio, che sono per lo piú di reglione islamica.
Il potere imperiale di cui godono gli Stati Uniti consente a Trump di essere meno diplomatico, e quando puó ridicolizza il popolo di Allah. Il primo decreto presidenziale che firmó nel marzo 2017 fu contro gli ingressi di mussulmani (anche per turismo) ovvero dei cittadini di Iran, Siria, Sudan, Yemen, Somalia e Libia. La sua prima prova di forza contro la magistratura, l’inizio delle ostilità contro la divisione dei poteri, fu all’insegna della islamofobia.
Prevedendo gli esiti del non-voto, cento leader arabi dell'Arizona hanno rilasciato alcuni giorni fa una dichiarazione che invita i cittadini di origine araba a leggere bene le dichiarazioni dei candidati. Il 13 ottobre scorso, si dice nel documento, lo stesso giorno in cui l'amministrazione Biden minacció di riconsiderare il sostegno militare se Israele non avesse migliorato le condizioni umanitarie a Gaza e ridotto le vittime civili nei successivi 30 giorni, Harris ha twittato: “Israele deve urgentemente fare di piú per facilitare il flusso di aiuti a chi ne ha bisogno. I civili devono essere protetti e avere accesso a cibo, acqua e medicine. Il diritto umanitario internazionale deve essere rispettato”. E nel suo comizio in Michigan, davanti a una platea numerosa di arabo-americani, Harris ha usato espressioni forti di empatia per le sofferenze del popolo palestinese e libanese; e si è impegnata a fare “tutto ciò che è in suo potere” in qualità di Presidente “per porre fine alla guerra a Gaza” e per “un futuro di sicurezza e dignità per tutti i popoli della regione”. Il documento suggerisce infine di ragionare politicamente: “le decisioni di Harris come presidente saranno influenzate dalla più ampia coalizione del Partito Democratico, che comprende una forza crescente che spinge per i diritti umani dei palestinesi”. Chissà se il pensare politico vincerà sull’assurdo.
Nadia Urbinati
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unfilodaria · 1 month ago
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Leggere mi è sempre piaciuto. È la mia evasione mentale da quando sono stato capace di farlo. Sono stato un tesserato della Biblioteca Ragazzi di Avellino della prima ora (tessera azzurrognola con un numero di iscrizione molto molto basso). La biblioteca è stata per anni il mio rifugio e comunque a casa i libri non sono mai mancati. E continuo a comprarne. Non mi ritengo un lettore forte (lo fui anni fa). Ora viaggio su una dozzina di libri letti all'anno, numero non alto rispetto a un lettore forte ma sicuramente altissimo rispetto alla media nazionale. Seguo una libreria del cuore, provo a far parte di un gruppo di lettura, acquisto più libri di quanti ne riesca a leggere davvero, perché mi piace l'oggetto libro, l'odore della carta stampata, la grafica delle copertine.
Eppure mi sento anno dopo anno una mosca bianca, un resistente di un piccolo gruppo di resistenti in mezzo a una massa di non lettori, spesso ignoranti perché ignorano, e soprattutto perché ti fanno sentire la mosca bianca. Un tempo quando provavi a parlare di libri anche il non lettore si mostrava interessato, quasi aveva rispetto perché nel parlarne lo introducevi in un mondo a lui estraneo ma che narrava di altri "mondi", di storie, di emozioni. Ora no. Ora poco manca che vieni deriso perché compri libri e chiedi timidamente se per caso fosse stato letto un tal libro, senza necessariamente citare scrittoroni e libroni. Mi mantengo basso ma più passa il tempo e più la reazione è tra il sorriso e la risata sguaiata: "Ma chi ha tempo? Tu non hai niente da fare! Ma chi se ne frega! La sera dormo o vedo la tv".
Insomma quelli strani siamo noi, quelli che leggono e che quindi sono un minimo curiosi e quindi un po' (ma non tanto, sempre per non strafare) interessati al bello, alla cultura, al sapere in generale. Le cerchie con cui parlare si restringono sempre più, se ti esponi ti parte l'occhiataccia, ti manca l'interlocutore/interlocutrice, se vuoi frequentare qualcuno/a certi argomenti diventano tabù o spaventano e creano inadeguatezza (mi colpì molto una donna, ai nostri primi appuntamenti, per di più laureata, che esclamò "Sono intimorita dalla tua cultura!" ed io che mi girai pensando che stesse parlando con un altro e non con me). Guai se poi dici che ti piace la musica, che vai a concerti, a teatro, che ascolti certa musica. Finisci immediatamente sul libro nero ed addio, amen, kaput!
È tragica, davvero tragica. Zittisci oppure ti affanni a cercare un argomento che possa interessare: il tempo? Le stagioni? I figli? L'oroscopo… "Sai, io vado ancora al mare" e lì forse parte un vago accenno di interessamento.​​​​​​​​​​​​​​​​
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