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keirauor · 5 years
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Note senza data
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Rheu è nato nel 1922. Aveva 35 anni al suo cambiamento.
Si può nutrite di sangue animale.
L'incontro gli serve per avere il permesso di caccia. (L'aver morso la sottoscritta quindi è stato un atto illegale nella loro società?)
Si è ricordato di comprare della vodka da tenere nel suo carro solo per la sottoscritta.
Gli è piaciuta la bozza dei tarocchi e ne sono felice.
A sapere che un'alta persona mi starebbe spronando a disegnare si è mostrato geloso, definendosi possessivo.
Ha definito il mio ex "persona stupida" per essere appunto diventato ex e ora vuole una seconda chance.
È riuscito a presentarsi sotto casa in bicicletta, l'unico mezzo di trasporto che è riuscito a prendere in prestito quella sera. Scomodo ma è stato lo stesso divertente.
Ha avuto due o forse tre figli in vita.
Oscar gli ricorda la sua Sire (termine con cui si identifica chi ti ha trasformato e che già avevo sentito), anche lei sparita. Non vuole essere trovata.
Si è scusato per avermi morsa. Ma non ha nulla di che farsi perdonare da me, dal momento che non mi sono lamentata, anzi... poi ho continuato a vederlo e sentirlo.
Il suo clan, Ravnos, viaggia sempre in gruppo. "Indipendente" è pericoloso per loro.
Non è d'accordo con Zoe sul tenermi all'oscuro di tutto, se no come posso poi difendermi?
Il clan di Zoe è molto rigido con le regole (come già avevo saputo).
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[Bozza dei tarocchi]
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keirauor · 5 years
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Adam e la Morte
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Roma, notte tra il 4 e 5 luglio 2017
Adam.
Non lo vedevo da un anno. Da quella notte a Castel Sant'Angelo. La notte dell'esorcismo delle anime nel crepuscolo.
Ha mostrato un particolare interesse per i miei capelli, non si è limitato a guardarli. E si è stupito della mia discrezione dal momento che non sono partita a fargli domande a manetta su quella notte.
Opera coi fantasmi, assieme agli altri due, questo era già abbastanza ovvio. Quindi se non sto avendo contatti è perché stanno facendo bene il loro lavoro (parole sue).
«Fai bene a vivere alla giornata, apprezzo e condivido la filosofia. Pertanto non ho molto di cui raccomandarmi, quando la tempesta si scatenerà, sono certo saprai cavartela. In fondo ve la siete cavata bene quella volta.»
Poi ha voluto sapere in quali circostanze sono diventata Medium e le sue parole, beh, non mi hanno rincuorata.
«Sei stata sfiorata dalla morte già una volta. Ora capisco... Certi appuntamenti mancati tendono a ripetersi, che poi quello sia un destino inespugnabile, non è da mettere in dubbio, ma fai tesoro del mio avvertimento: quando sarà il momento... sii certa di una direzione o dell'altra, il coma è un affare piuttosto snervante e visto che ti trovo gradevole... Preferirei saperti di là, o di qua, mai nel mezzo.»
Quindi quando sarà il momento di incontrarla di nuovo? Quando finirò definitivamente tra le sue gelide braccia?
Forse sarebbe stato meglio e sicuramente più semplice, non mancare quel primo appuntamento con la Morte.
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keirauor · 5 years
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Aggiornamenti su Gérard, Rheu e gruppo segreto
Roma,  2 luglio 2017 - ore 00:10
Sono riuscita ad essere nuovamente sincera con Gérard. Ironico come un tempo trovavo difficile mentire, mentre ora trovo difficile dire la verità. Ennesima conferma delle parole di Zoe: Roma ti corrompe. È vero.
Soprattutto temendo cosa ci fosse dietro al suo invito ad uscire dopo la serata alcolica alla Corte. Ho voluto mettere subito in chiaro le cose.
Lui si aspettava un altro genere di discorso, lo so. Non si aspettava che seriamente gli avrei detto "scusa mi attizzi sempre, ma sono in una sorta di relazioni con un altro, non sono più capace di provare amore per nessuno e se ti sono sembrata disinibita, era per colpa della vodka". No va beh, non sono stata così esplicita ma la sostanza era ed è quella. C'è poco da fare, insomma. Senza vodka avrei evitato quei danni che fisicamente non ci sono stati ma che lui mentalmente ha registrato e travisato, facendosi nuovi viaggi mentali. Troppo ottimista? O davvero crede e spera in un noi?
Non l'ha presa bene, soprattutto il sapere di questa sola attrazione fisica senza sentimentalismo su ciò che eravamo... quindi mi eviterà di nuovo e addio l'amicizia?
Su questo punto ero già stata abbastanza chiara però e lui era concorde al restare amici.
Gira che ti rigira, non riesco a combinarne una giusta.
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Roma, mattino del 4 luglio 2017
Rheu si è palesato da me senza avvisarmi, poco dopo le 18:00 e io ero appena uscita dalla doccia. Tempismo perfetto, proprio. «Mi mancavi» scusa più scema non la poteva trovare a giustificare la sua visita a sorpresa e annessa faccia da culo. La realtà è che aveva da parlare con me e non si poteva rimandare, questo l'ho intuito subito. La mia curiosità. C'entra sempre lei. Diversamente non avrei scritto a Zoe per indagare sul simbolo lasciato a Termini da lui. E Zoe lo ha contattato come mi aspettavo e i messaggi con lui me lo avevano confermato. Di certo non ho avvisato Zoe per metterlo nei casini, sia chiaro. L'ho fatto presente pure a lui, scusandomi addirittura.
Ma alla fine la mia "intromissione" è stata apprezzata perché gli ha facilitato certi contatti che stava per l'appunto cercando. Il murales serviva a questo in sostanza.
Mi ha chiesto cosa sapessi in merito al simbolo. Ne sapevo quanto prima, Zoe non si sbottona mai troppo su queste questioni. Un simbolo araldico non di nascita, ma di acquisizione di una famiglia nobiliare nomade.
Senza girarci più tanto attorno, viste le sue domande a capire quanto sapessi, ho chiesto conferme ai pezzi del puzzle raccolti stando con lui e sì, ci ho preso. È uno di loro anche se non è della stessa famiglia (credo alludesse al lignaggio) di Zoe.
«Se tu sa che io non è "persona normale", perché tu ha voluto aiutare me?»
«Perché non vedo automaticamente come mostri chi non passa per la definizione "persona normale"»
In più ho ammesso essermi piaciuto il tempo trascorso assieme, roba da vandali comprese e lui ha apprezzato, gli sarebbe dispiaciuto dovermi in qualche modo ignorare. È andata bene, insomma :)
Ora lui è in attesa di incontrare questo qualcuno, col rischio di essere cacciato o ucciso nel caso non piacesse durante la presentazione. Rassicurante, non c'è che dire.
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Dopo Rheu e dopo cena, ho visto May sotto casa.
Appunti sulla conversazione:
Vuole tatuarsi "la sua Luna", definizione che indica sotto quale Luna un umano ha smesso di essere tale. La sua è la luna crescente, la falce.
Nel gruppo ci sono delle regole. Si dovranno seguire degli ordini. Lealtà e rispetto al primo posto.
Ha ribadito essere un gruppo segreto che però collabora anche con altre fazioni, comprese le zanzare (aka vampiri). Nessuno delle mie amicizie/relazioni umane dovrà sapere della sua esistenza o del mio farne parte. La segretezza non vale in caso di pericolo con una di queste zanzare per esempio. Se qualcuno sta per farmi male, devo dirgli "fermo, sono negli Spades, non puoi toccarmi".
Partirò come recluta
Regole: lealtà, fiducia, trasparenza sulle informazioni e rispetto. Rispetto per ciò che sono, come sono e perché sono. Nessuno spazio per i pregiudizi sulle diversità dei vari membri.
La gerarchia. La parola del capo, di Jack, è legge.
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keirauor · 5 years
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01/07/2017 Sakura, first tattoo
~Due Ciliegi innamorati, nati distanti, si guardavano senza potersi toccare.
Li vide una Nuvola, che mossa a compassione, pianse dal dolore ed agitò le loro foglie… ma non fu sufficiente,
i Ciliegi non si toccarono.
Li vide una Tempesta, che mossa a compassione, urlò dal dolore ed agitò i loro rami… ma non fu sufficiente,
i Ciliegi non si toccarono.
Li vide una Montagna, che mossa a compassione, tremò dal dolore ed agitò i loro tronchi… ma non fu sufficiente,
i Ciliegi non si toccarono.
Nuvola, Tempesta e Montagna ignoravano, che sotto la terra, le radici dei Ciliegi erano intrecciate in un abbraccio senza tempo.~ [racconto zen di Anonimo Giapponese]
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[Disegnato da me, tatuato da Zarah]
Con la loro fioritura rapida, questi fiori rappresentano al meglio la bellezza passeggera della vita, uno splendore tanto dirompente quanto effimero che è auspicio di benessere e felicità, ma anche motivo di riflessione. In Giappone con l'Hanami si celebra la rinascita della natura e al tempo stesso la presa di coscienza della caducità delle cose. Quello del ciliegio è un fiore simbolo della nascita, perché capace di crescere prima e in modo più sgargiante degli altri. Allo stesso momento, però, è un fiore tanto delicato e fragile che può essere sradicato da un semplice alito di vento. Un fiore, in fondo, che rappresenta la stessa esistenza umana, che dopo un momento di splendore si stacca dall'albero e torna alla terra, per riconciliarsi simbolicamente con il suolo.
[Un tatuaggio raffigurante i fiori di ciliegio è un inno a un'esistenza da vivere sempre al massimo, assaporando attimo dopo attimo, ma può anche essere un tributo a una persona scomparsa di recente]
Nel simbolismo ritroviamo con maggior frequenza il sakura a cinque petali con evidenti richiami ai cinque orienti del Buddhismo esoterico giapponese (i quattro punti cardinali e il centro), ai cinque elementi sacri giapponesi (terra, acqua, fuoco, aria e vuoto) cui il celebre samurai Miyamoto Musashi intitolò i cinque “libri” che formano la sua opera, il Gorin No Sho (libro dei cinque anelli). Ancora in cinque parti, secondo la cosmogonia giapponese, venne tagliato il dio del fuoco da Izanagi, dopo la morte di Izanami e dalle cinque parti venne creato Oyamatsumi, una delle montagne più antiche e venerate…
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Ma il fiore di ciliegio è anche strettamente legato al Bushidō, l’ideale cavalleresco del guerriero (Bushi) giapponese. Il sakura incarna e simboleggia le qualità del samurai: la purezza, la lealtà, l’onestà, il coraggio.
Come il fiore di ciliegio, effimero e fragile, nel pieno del suo splendore muore lasciando il ramo, così il samurai, nel nome dei principi in cui crede, è pronto a lasciare la propria vita in battaglia.
Si tratta dell’immagine di una morte ideale, pura, distaccata della caducità della vita e dai beni terreni.
«Cadono i fiori di ciliegio
sugli specchi d’acqua della risaia:
stelle, al chiarore di una notte senza luna»
[haiku scritto dal poeta e pittore Yosa Buson (1715-1783)]
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keirauor · 5 years
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30-06-2017
Io so troppe cose. Sono troppo sveglia. Sono una sorta di minaccia. Non posso essere eliminata, non da loro almeno, però mi vogliono nel loro gruppo dietro la Corradi per questo. È la loro politica reclutare gente come me per tenerci sotto controllo e per renderci utili. Anche se nel mio caso l'ago della bilancia penderebbe più sull'utilità che il dovermi tenere al guinzaglio.
Le domande sulla mia vita privata della volta prima sempre con lui, Jamis, erano per questo discorso. Per il gruppo in cui mi vorrebbero dentro.
Hanno forse un modo per fermare il countdown di cui non so molto.
La scelta se accettare o meno spetta solo a me.
Davvero potrei essere utile? Di aiuto? O mi sto solo facendo confondere dalle parole sue e di May?
Io sono solo una modella. Sono solo Keira. L'unica cosa speciale che sento di avere è il gelido filo che mi collega alla Morte.
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keirauor · 5 years
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Promemoria per gli ex|Rheu, murales e tarocchi in commissione.
Roma, sera del 29 giugno 2017
Promemoria: non bere mai assieme ad un tuo ex. Mai. Nemmeno se sai di reggere benissimo. Soprattutto perché non sai quanto possa reggere lui. Eviterai sicuramente il crearsi di situazioni altamente pericolose.
Appunto a parte, non sono stati fatti danni. La situazione era questa: io da sola alla Corte, fatto una nuova conoscenza (una ragazza timida, cinese, di nome Qian) e la successiva apparizione del mio ex, Gérard, nel locale.
Ci siamo praticamente scolati una bottiglia in due. C'è stato qualche avvicinamento, qualche contatto cercato da lui. Io davvero non so come dovrei comportarmi, visti i trascorsi.
Ha voluto scortarmi fino sotto casa.
Sapevo benissimo dove volesse andare a parare, ma gli ho dato la buonanotte lì e sono salita da sola. C'è rimasto male, temo.
Non ti dico il mal di testa che mi ha dato il buongiorno. Sto iniziando a perdere colpi? Certo che avere in testa sta dannata cantilena ogni tre per due non mi sta giovando affatto. La vodka mi serviva per dormire almeno qualche ora, ovviamente non mi aspettavo di doverla condividere con lui. "Fortuna che è sabato" mi sono detta, potendo restare a letto fino a tardi.
Nonostante i postumi della sbronza, sono uscita nel pomeriggio, forse semplicemente dovevo essere a Termini in quel momento, giacché ho avuto modo di scoprire altro su Rheu.
Un incontro del tutto casuale, come stavo dicendo. Non ha perso tempo a notare il tatuaggio temporaneo all'hennè fatto il pomeriggio precedente da Jessica (giusto per prepararmi all'idea di quello permanente). Mi ha sfiorato il collo con le dita, laddove mi aveva "baciato" la volta prima. Ho provato uno strano fremito.
«Non sottovalutare il "per sempre". Spesso è più lungo di come sembri.»
Un commento che mi ha dato da pensare ad altro, ormai sono sicura del mio primissimo tatuaggio che gli ho riferito di aver disegnato da me, quindi la conversazione si è spostata sul fargli vedere qualche mio lavoro, palesemente interessato a questo nuovo lato di me.
Prima di spostarci da Termini, mi ha guardata con quella sua espressione da faccia da culo.
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Avevo già capito avesse un'altra delle sue pensate poco legali. Un nuovo furto di auto?
No.
Mi ha condotto in un vicolo vicino, fatto attendere in un punto cieco per le telecamere, mentre lui ha iniziato a imbrattare il muro con una bomboletta spray.
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«Devo lasciare un messaggio»
Ma che tipo di messaggio? (che ha poi specificato essere simbolo di "altra famiglia").
Ero alquanto allibita, non tanto per il non capire, ma per il metodo utilizzato essendo in piena epoca tecnologica. Ha pure salutato tranquillamente verso la telecamera della videosorveglianza!!! Folle!
Ci siamo quindi allontanati di fretta dal vicolo, verso la mia auto e già che era ora di cena, l'ho portato a casa mia.
Lo zingaro e la modella parte seconda.
Ha trovato assai divertente il mio averlo invitato in casa, nonostante la sua indole da ladruncolo. Un dettaglio a cui non stavo dando minimamente peso, non avendo pregiudizi su di lui.
Avendogli parlato dei disegni, l'ho portato subito nello studio, un po' in ansia di mettere a nudo la mia vena artistica.
«Questo posto… sai, ti si addice. Credo. È chiaro… luminoso e pulito. Tu è un pò… così.»
Un complimento che non mi aspettavo.
Gli ho così mostrato alcuni miei lavori, evitando quelli per me più intimi, e sai come se ne è uscito?
Con un «Dovresti tornare a disegnare…»
E poi ha aggiunto (spiazzandomi):
«Disegna per me. Disegna nuovi tarocchi… per me. Io è oracolo… tu è medium. Pensa le previsioni che io può fare con carte disegnate da te. E’ solo teoria ma… forse non saranno più di semplici carte, ma perché no provare, si? E’ proposta che serve a fare tornare a te la voglia di disegnare… e se poi funziona davvero cosa di medium, tanto meglio, io ci guadagna soltanto.»
Ne sono rimasta piacevolmente scioccata non avendo mai lavorato su commissione se non per i clienti in studio di mia sorella. È stato, come dire, strano? Ma quello strano capace però di scaldarti il cuore e farti venire voglia di provare. Di buttarti in questa nuova sfida. Avevo evidentemente bisogno di una spinta. Di essere spronata e vincere il mio blocco con la matita.
Ho carta bianca sulla commissione, l'importante che vengano dalla testa e dal cuore. Testa e cuore di una Medium.
Poi è arrivato il momento gaffe in merito al pagamento (giacché non vorrei niente in cambio, già per me è gratificante essere stata presa in considerazione per un lavoro così).
Ha esordito con un poter scegliere quello che volevo come pagamento per l'appunto, e nel farlo si è messo bello in mostra.
Ovviamente dovevo capire male, no?
Per un nanosecondo ho persino avuto dei pensieri un tantino peccaminosi, non essendomi indifferente... così ho sdrammatizzato con una battuta, pessima, sul sia mai si venisse a sapere che accetto pagamenti in natura.
Non credevo alle mie orecchie. Ho seriamente detto così?!?
Ovvio. La conferma è arrivata con la sua risposta:
«Cioè… se tu vuoi… quel tipo di servizio, io è d’accordo. Ma… quello che io intende è che fare baratto è parte di mio lavoro. Se tu vuoi cosa, io ti recupera quella cosa. Se tu vuoi… eliminare persona scomoda… Io è ottimo a convincere loro per lunga e salutare vacanza fuori città.»
Eh già, ha questa strana fissa sull'eliminare gente e problemi. Non ho voluto indagare troppo insomma.
In compenso ho scritto a Zoe, descrivendole il murales di Rheu e sapere qualcosa di più (ma viste le sue mani legate, dubito mi dirà grosse cose e dovrò fare affidamento solo sulle mie di scoperte).
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keirauor · 5 years
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Rheu: associazione a delinquere e scoperte.
déjà-vu ‹deˇ∫à vü› locuz. fr. (propr. «già visto»), usata in ital. come s. m. e agg. – 1. s. m. In psicologia, tipo di paramnesia (detta anche falso riconoscimento) consistente nella sensazione illusoria di aver già visto una certa immagine o addirittura di aver già vissuto (déjà vécu) una determinata situazione, anche se la circostanza può essere razionalmente e facilmente smentita; è dovuta per lo più a immagini elaborate in passato sotto l’influsso, per es., di letture ed evocate in forma di ricordo, o più in generale come ricordo di fantasie inconsce. 2. Che richiama alla mente cose già viste, già vissute e sperimentate, spec. con riferimento a manifestazioni artistiche, a mode e tendenze prive di originalità, identiche ad altre precedentemente viste.
Roma, 27 giugno 2017 
Al di là dell'etimologia del termine, quanto vissuto la scorsa notte è stato un vero e proprio déjà-vu. Pensavo pure di aver smesso di scrivere di te, Oscar, ma il tuo avermi tolto le bende agli occhi e preparata a cosa c'è là fuori, torna sempre a galla -e soprattutto utile- prima o poi. Perché ora il trucco della bevuta di troppo non regge più, come non regge il giustificare in altra maniera le sensazioni che solo il vostro morso (almeno di alcuni) sa suscitare.
Sono uscita con Rheu, è passato a prendermi con un'auto che poi ho scoperto non essere sua. Complice involontaria di furto, non una sola volta ma ben due. Come mai due? Beh perché arrivati al lungomare per una passeggiata, dopo aver scambiato qualche parola, ha scontrato volontariamente contro un passante. Come mai? Semplice. Gli ha fregato le chiavi della sua Kawasaki e mi ha proposto di spostarci altrove dal momento che voleva mostrarmi un bel posto.
Di questo "prendere in prestito" ero cosciente e non volevo inizialmente assecondarlo... ma alla fine ha vinto lui e la sua faccia da culo, nonostante non fosse propriamente prudente da parte mia accettare, non conoscendolo poi così bene. L'istinto però non mi diceva di tenermi alla larga da lui.
Lo zingaro e la modella. Esilarante quanto paradossale al solo pensarci.
Il viaggio è durato una mezz'oretta, l'idea di lasciare la città per una meta sconosciuta non mi stava spaventando, forse perché è come dice lui: avevo e ho bisogno di fare qualcosa senza pensare. Di divertirmi.
L'aria più fresca, profumo di rugiada. Abbiamo raggiunto le campagne romane. La misteriosa meta mi attendeva in fondo a una stradina, all'interno di un boschetto. L'abitudine che ho per i paesaggi urbani, mi ha fatto maggiormente apprezzare, con un certo stupore, quanto mi si è poi parato davanti agli occhi: una piccola radura al cui centro spiccava un carro gitano, di quelli antichi e visti solo in qualche film, rischiarato dai lumi delle lanterne sparse qua e là, e un cavallo dal manto lucido e ben curato, legato ad un albero vicino.
Casa sua.
Neanche questa nuova consapevolezza mi ha messa in allerta. No, troppo curiosa per essere preoccupata di altro. Mi ha portata lì, mi ha dato il benvenuto a casa sua, perché diversamente dalle altre persone piene di pregiudizi verso gli zingari, io gli sono sembrata buona (che potesse avere un secondo significato quell'aggettivo, non lo potevo prevedere).
Ho dovuto fare i conti con certi pregiudizi anche io, a partire dall'infanzia con le prime -non sempre piacevoli- battute sui miei capelli rossi, come gli ho spiegato. Nella sua cultura, invece, i capelli rossi sono simbolo di potere in quanto figli del Sole e anche molto fortunati (fortuna che con me è decisamente cieca, però!).
Se oltre ai capelli rossi, si hanno pure gli occhi verdi (come la sottoscritta), in epoca medievale si rischiava di essere additati come lupi mannari o vampiri (oltre che streghe) e aver menzionato questi termini, ha portato la conversazione su un diverso livello.
Dopo avermi chiesto se credessi in queste creature da leggende folkloristiche, l'ho trovato concorde con la mia opinione (non potevo dire di conoscere già vampiri e mannari, quindi renderli al 100% reali).
«Io la vedo come te. C'è fondo di verità in ogni storia. Anche in bugia, per quanto raccontata bene, deve comunque sempre partire da verità per essere credibile.»
È venuto fuori che non legge tarocchi solo per diletto, ma è un vero e proprio Oracolo come lo era sua zia. Sempre sua zia parlava anche con gli spiriti. Ciò mi ha reso facile, per la prima volta, ad ammettere di essere una medium senza preoccuparmi di essere guardata come una pazza. È stato, come dire, strano dire la verità a qualcuno visto solo due volte. Liberatorio e piacevole, non un peso per una volta.
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Mi ha offerto una bottiglia di sidro fatto con erbe secondo ricetta gitana. Ne avrò bevuti si e no un paio di sorsi (e qui torniamo al discorso del gioco del bere che per l'appunto non regge più con me). Ci siamo ritrovati più vicini, dal giocare con una ciocca dei miei capelli alla sua ammissione di non piacergli solo quelli di me.
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Quel dannato sorriso che rientra un po' troppo nei miei gusti personali. Il brivido di voler vedere nuovamente succedere qualcosa, ma non essere capaci di fare la prima mossa per una svariata quantità di motivi che ti suggerivano di non spingerti oltre. Di non fare nulla. Non volere nulla. Impedimenti che lui non ha. Lui vive facendo quello che vuole, quando vuole, lo ha ribadito parecchie volte nell'arco della serata.
Le labbra sul mio collo. Prima un bacio, poi un altro. La mia mano tra i suoi capelli per invitarlo a proseguire. Andava bene così. Potevamo spingerci oltre. Ma non abbiamo fatto sesso e io non ero brilla da non capire quanto invece è successo, avendo provato fin troppe volte quell'esatto connubio di dolore e piacere per quanto mi abbia colto di sorpresa e ho preferito far finta di nulla, dopo. Di nascondermi dietro la palla del sidro troppo forte e del mancamento. Il déjà-vu. Ho pensato a te anche se non volevo farlo.
E ora non so come gestire questa nuova scoperta con lui.
Ironico come sia sempre circondata da qualcuno di voi...
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Altre info su di lui:
Anni fa era solito fare grandi feste, in spiaggia, la notte con fuoco e musica. Preferisce il ballare al suonare. «Allora magari un giorno ballerai con me, si?»
Definisce la sua professione "essere libero". La base è il divertimento. La vita è troppo breve per stare dietro a bollette, tasse, lavoro, matrimonio, figli, licenziamenti ecc.
Una volta aveva una compagna, e la mancanza della famiglia la sentiva meno. Ma ora lei non c’è più da tanto e ha imparato a vivere da solo. Non ha problemi, ma gli zingari sono fatti per stare in famiglia.
Il cavallo si chiama Yhea. Significa “agile”
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keirauor · 5 years
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Guerrieri di Terracotta
Roma, notte tra il 22 e il 23 giugno 2017
{Accompagnata per un pezzo Fiona, si è rimessa sui propri passi così da poter rincasare. Tra tutti pare essere stata quella meno intenzionata a raggiungere casa nel minor tempo possibile, come non aveva fretta nemmeno poco prima sul Lungotevere dove ha avuto luogo quella nuova stranezza da aggiungere in lista assieme alle altre. Le braccia conserte sotto il seno premono contro il costato, mentre continua a mordicchiarsi l'interno della guancia nemmeno fosse una sorta di antistress al momento. Lo sguardo è tenuto basso, di tanto in tanto lo alza per guardare dove sta andando, mentre la testa è impegnata a pensare a quanto ha visto.
Sta ripercorrendo il fatto dal suo principio, da quell'improvviso rumore di ferro che viene battuto, poi il vociare concitato in una lingua che non comprendeva e alla fine un urlo. Da quello è finita col focalizzare lo sguardo sul quel paio di mani che si stavano ergendo sul bordo della balaustra, per issarsi su questa. Lì per lì non ha creduto ai suoi occhi, le pareva uno scherzo o parte di un evento. Una rievocazione storica per la precisione visto come era conciato il tizio dalla pelle abbronzata e la corporatura muscolosa. Indossava abiti decisamente anacronistici, per quello le è venuto subito da pensare a qualche evento in programma (per quanto assurda l'entrata in scena). Beh niente rievocazione storica, quell'individuo, un guerriero, era come arrivato direttamente dall'antico Egitto. Inutile pure provare a conversarci. Anzi, visto come stava in guardia con tanto di spada corta impugnata, era decisamente saggio andarsene. Liam e Nina erano dello stesso parere, salvo Fiona che ha tentato di conversare con quel tizio. Un altro ha tentato di scavalcare la balaustra ma è stato ricacciato giù a suon di colpi da parte del primo guerriero con tanto di rumore di cocci in frantumi.}
«Decisamente bizzarro...»
{Altri tre poi sono riusciti nell'impresa, due guerrieri simili al primo nelle fattezze ma allo stesso tempo differenti negli indumenti, e uno che invece era vestito con abiti moderni, pelle e ossa, e anche lui parlava una lingua incomprensibile per le sue orecchie tenendo le mani alzate verso il cielo.
Un brivido lungo la schiena.
Il cercare di capire cosa stesse accadendo e non riuscirci. Poi il primo guerriero ha ingaggiato uno scontro con gli altri due dopo essersi ritrovato ferito ad un braccio. Niente sangue, al posto di questo colava della sabbia. Sì, sabbia.}
«Assurdo…»
{Alla fine è stato sconfitto dagli altri due. Di nuovo rumore di cocci in frantumi.
Sono statue di terracotta portate alla vita in qualche modo? Fiona ha pure parlato di un evento inerente agli zombie e questo la stava portando a non volersi allontanare e capirci di più per poter fare qualcosa, nonostante le sollecitazioni di Liam. Per quanto lei non capisse il tizio pelle e ossa, questo a quanto pare capiva loro. Dopo essersi sentita replicare al proprio commento che le è sfuggito sul “zittirlo” come possibile idea di azione, questo ha spalancato la bocca e fatto sfoggio di una lunga lingua biforcuta. Essendo la più vicina a lui, ha avuto tipo il posto in prima fila per quello spettacolo raccapricciate che però non l'ha smossa, riuscendo a mantenere il sangue freddo. Poi tutto è finito. I due guerrieri rimasti e l'uomo in abiti moderni si sono buttati dal parapetto, sparendo oltre questo.}
«Almeno anche questa volta sono riuscita a rincasare tutta intera…»
{Richiudendo la porta di casa propria alle spalle, con tanto di giri di mandata e nel raggiungere la camera da letto, si è apprestata a mandare un paio di sms.}
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Annotazione: per la bellezza di sette giorni dal fatto, ho avuto una cantilena in una lingua sconosciuta (quasi)sempre in testa. Anche quando dormivo o cercavo di non pensarci. Mi era impossibile ricordarne anche solo mezzo termine.
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keirauor · 5 years
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Lettura dei tarocchi a sorpresa.
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Roma, 22 giugno 2017
Era da tanto che non mi succedeva di trovare particolarmente interessante qualcuno da una prima occhiata. Un perfetto sconosciuto, seduto sullo sgabello di fianco al mio al bancone della Corte dei Miracoli. Il suo tirar fuori, da un taschino interno del gilet, un mazzo di tarocchi mi ha portata a guardarlo direttamente, senza più fare affidamento alla sola periferica, troppo presa dalla curiosità.
«Scegli una carta»
Ha attaccato bottone così, dopo averli mischiati con cura e disposti a ventaglio sul bancone stesso.
Un uomo sulla trentina, moro e occhi azzurri, di aspetto decisamente gradevole e con un accento dell'Est (rumeno quasi sicuramente).
«Sperando di non dovermene pentire, però» la mia risposta. Visto il mio legame con la Morte, temevo probabilmente quella carta. L'incertezza se accettare o meno ha perso contro la curiosità e così ho fatto la mia scelta. Non mi era mai capitato di avere a che fare direttamente coi tarocchi, mai una lettura. Perché non cogliere quell'occasione che mi si era presentata proprio sotto il naso?
Lui ha voltato la carta da me scelta e mostrato quale arcano stava celando.
«L’arcano I: il Mago, o Bagatto. Rappresenta azione, capacità, intraprendenza, merito, risultati. In cartomanzia la figura del mago è spesso associata a colui che legge le carte. Tu hai… inconsciamente… scelto me»
Ha esordito, con tanto di sorrisetto sornione che non ha fatto altro se non aumentare la mia curiosità nei suoi riguardi. Gli ho così chiesto se colui che avevo inconsciamente scelto avesse anche un nome, oltre ad ammettere la mia ignoranza in materia Tarocchi. Un vero e proprio mistero per me.
Si è presentato come Rheu, mi ha spiegato che i tarocchi possono mostrare molte cose, ma è difficile che predicano il futuro. Per lo più leggono. A quanto pare solo chi li sa realmente leggere può a volte vedere il fututo. Le carte non vanno temute. 
A volte danno risposta a una domanda, a volte la risposta non è quella che ci si aspetterebbe oppure potrebbe non c'entrare affatto col quesito. I tarocchi nascondono grandi verità, ma anche il più abile dei lettori a volte può non comprende la giusta chiave di lettura.
Già pensavo male a presupporre fosse una lettura futurista, attirata dalla parola "risultati" visto il mio caso complicato. Ha specificato di avermi letto la situazione attuale, quello che l'istinto mi diceva in quel momento.
«Mago è colui che è artefice della propria fortuna, che è intraprendente, che agisce, e che ottiene dei risultati. E’ una carta indubbiamente positiva, rappresenta colui che ha capacità ed intelligenza, le usa e grazie a suoi meriti raggiunge cosa cerca.» 
Ovviamente potrebbe farmi una lettura completa qualora decidessi di volerlo. Sotto compendio che però si è trasformato in un baratto. Visti i suoi problemi con l'italiano, mi ha proposto di aiutarlo con la lingua e in cambio non solo mi avrebbe fatto la lettura completa, ma anche insegnato a leggerli perché a detta sua «è sempre cosa buona e giusta insegnare lettura di tarocchi a bella ragazza» 
E non so come mai, però non mi ha dato l'aria di essere un mero ciarlatano intento a provarci con me. Come c'è stato un certo dettaglio che non è passato inosservato dalla sottoscritta dal momento che stavo bevendo da sola, lui non aveva minimamente toccato la sua birra. Gli ho fatto notare che per l'appunto non mi stava facendo compagnia nel bere e lui ha risposto con un «Oh, credimi… vorrei tanto bere con te… Ma per ora ancora non posso. Però potrò presto.» e che se non era troppo invadente voleva avere il mio numero così da poterci accordare per la lettura del mio futuro. Perché ordinare allora? Perché non poteva bere ancora? 
Tralasciando questo dettaglio che potrebbe farmi pensare a certe cose e non mi pare il caso, per quanto non smaniosa di sapere del mio futuro, gli ho lasciato il mio numero senza pensarci troppo. Dannata curiosità. 
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keirauor · 5 years
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In un attimo può mutare il tempo, il nostro modo di pensare, tramontare il sole, spuntare la luna cadere la pioggia, alzarsi il vento. In quel breve spazio di tempo dobbiamo appellarci a tutte le nostre risorse per decidere che cosa fare perché stiamo vivendo l’attimo fuggente della nostra vita.
-Romano Battaglia-
Roma, tarda sera del 19 maggio 2017
L'incontro di questa sera con Jamis mi ha stranita e non poco. Diciamo pure che ha instillato un peletto di ansia nel mio animo. Ci siamo visti affinché lo aggiornassi personalmente sulle novità in merito al mio "caso complicato" per poi sentirmi chiedere, di punto in bianco, come ero messa nella vita privata. Domanda che ho poi capito essere collegata ai discorsi avuti con May e alla proposta di lavoro che mi aveva fatto (e di cui non ho ancora dettagli).
Mi ha spiegato che questa cosa in cui vogliono coinvolgermi, avrà le sue ripercussioni anche sulla mia vita privata. Potrò sempre averne una e mi ha consigliato seriamente di godermela il più possibile per quanto non sarà più lo stesso, dal momento che ci saranno altre cose e situazioni di cui dovrò sempre tenere conto. Messa così è una cosa un po' spaventosa, lo ha ammesso, ma col tempo mi renderò conto che non ho avuto esattamente molte scelte.
Quindi in cosa mi stanno realmente coinvolgendo? Quando mi saranno dette le cose per come stanno realmente?
Non è nemmeno una novità il mio godermi giorno per giorno da quando mi sono risvegliata dal coma, o meglio, sto vivendo alla giornata senza progettare nulla per il domani non sapendo nemmeno quello che potrebbe accadere a me o chi mi sta attorno... in più non è che abbia tutta 'sta fortuna coi rapporti tra una sparizione e l'altra.
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keirauor · 5 years
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Il ritorno di Gèrard...
Roma, 18 giungo 2017
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Ebbene sì. Per quanto non ne abbia scritto subito, combattuta da emozioni nettamente contrastanti tra loro visto come ci eravamo lasciati, non mi pareva proprio il caso di scrivere a briglia sciolta.
Non che ora abbia fatto pace con i sentimenti e miei altri problemi, però so di essere un tantino più razionale, anche perché tecnicamente starei frequentando un'altra persona da qualche tempo. Nulla di serio, non si vuole complicarsi la vita con una relazione e io sono conscia di non poter provare più certi sentimenti profondi. Le ferite saranno anche diventate cicatrici, ma sono lì e portano sempre il nome di Oscar. Non so se sarò nuovamente in grado di provare qualcosa di simile per qualcuno. Sicuramente non ora, quindi questa sorta di relazione prettamente carnale con Daniel va bene così... avvicinamento nato soprattutto per staccare entrambi la spina dai problemi che ci affliggono (specialmente della sottoscritta visto quanta poca fortuna ho tra guai e sfortune).
Ma torniamo a Gérard. Sera del 24 maggio.
Sette mesi di silenzio, ormai lo davo completamente fuori dalla mia vita e poi, una bella sera in cui ero sul Lungomare a intavolare una conversazione semiseria con Jamis e Angelica, lei ed io ci siamo immediatamente distratte nel sentire la musica di un violino.
Basita. Impietrita. Perché come poteva essere lui dopo tutto questo tempo? Eppure entrambe abbiamo pronunciato il medesimo nome.
Lei se ne è andata, Jamis (che tra l'altro aveva decisamente la luna storta quella sera di plenilunio) vedendo che qualcosa mi turbava ha iniziato a muoversi verso l'origine del suono e mi sono premurata di dirgli che era solamente il mio ex, nessuno di pericoloso insomma (e per la prima volta gli stavo confidando un problema del tutto normale).
Ciò non bastasse aveva iniziato pure a piovere e Jamis non si è risparmiato dal farmi notare la condizione della mia maglietta, di un chiaro rosa cipria, che iniziava a far trasparire la biancheria intima sottostante. In altre occasioni mi sarei divertita a ritrovarmi in versione “miss maglietta bagnata” ma non quella sera.
Era lui. Sembrava tranquillo e non spiazzato o in difficoltà come la sottoscritta. Un comportamento che cozzava ovviamente con quanto mi sarei aspettata. Con quanto invece stavo provando io.
Mi sono ritrovata ben preso sola con lui, dal momento che Jamis non aveva motivi di trattenersi e non ho resistito dal dire a Gérard  “Pensavo avessi ben chiarito il fatto che non ci saremmo più rivisti...”.
Per tutta risposta ha esordito con un “Non avrei voluto che finisse in quella maniera. Anzi, non avrei voluto che finisse.” per poi allungare una mano verso di me e consegnarmi un regalo: una spilla.
Anche a me dispiaceva per come erano andate le cose ma avevo comunque compreso cosa lo spingesse ad allontanasi da me e che non sarei stata mai abbastanza. Ed è vero, lo ha confermato pure lui in quel momento. Non potevo competere col suo Domitor. Le cose dovevano andare semplicemente così tra di noi e in ogni caso, nemmeno io ero (e sono) più la stessa Keira con cui lui è stato.
Però è tornato ad usare quelle parole... quel nonostante tutto. Un nonostante tutto che lo aveva riportato a Roma con il preciso scopo di rimettere tutto a posto, per quanto possibile. “E anche se non dovessi essere la stessa Keira.. neanche io sono più lo stesso”.
Perché mi ha detto di non essere più lo stesso se la sua condizione non è mutata? Se è tuttora legato a quel vincolo e il suo cuore batte ancora? Zoe almeno è arrivata alla sua metamorfosi, quindi di che stava parlando di preciso?
Ma è davvero possibile rimediare? Forse qualcosa, tutto no.
Però almeno ha ammesso di dover innanzitutto chiedere scusa a me, Zoe e Hywel per il suo essere sparito così e mi ha turbato col suo cercare uno spiraglio ancora per noi. Perché non ha smesso di provare qualcosa per me.
E io non sono riuscita a trovare le parole per replicare a quella confessione e al turbamento che aveva riacceso in me.
E il turbamento non è andato a scemare. Soprattutto perché qualche sera più tardi, il 27 maggio, mentre accompagnavo Zoe in officina da Hywel per la revisione della sua auto, beh ce lo siamo ritrovate lì.
È stato come tornare indietro di un anno, all'estate precedente, quando ancora eravamo i “Quattro moschettieri” e tutto ancora andava bene. Quando ancora Zoe poteva scolarsi la mia vodka e mangiarsi i puffi che le comprava appositamente Hywel. Per un momento è stato bello ricalcare quei ricordi, poi il tutto ha preso una piega troppo malinconica e non avevo idea di come dovermi comportare con lui e la sua palese ricerca di un contatto con me. Non lo nego, l'amore sarà pure sparito e trasformato in altro, non ho mai voluto perderlo come amico dal momento che lo eravamo prima di metterci assieme, ma l'attrazione fisica era ancora lì, la sentivo sotto la pelle. Però non ho voluto ripetere certi miei sbagli, non ho voluto illuderlo.
E la serata Revival dei ritrovati Quattro Moschettieri si è conclusa con il ricevere un suo foglio, una pagina strappata di diario, che avrei però dovuto una volta in casa da sola e poi bruciare.
"Tu conoscevi il tuo posto. Tu vedevi in lei una prova di coraggio e fedeltà, e di umanità.
Solo una prova.. ? No. Dentro di te la tua parte ancora viva batteva solo per lei.
Te la ricordi la prima notte che siete stati a letto ? Era solo desiderio carnale ?
No, mio caro. E se ora ritieni fosse cosi.. ti sbagli di grosso, fidati.. di te.
[parte mancante]
La ami quanto un umano può amare, caro Gérard.
La ami. Anche se lo neghi persino a te stesso."
Ha messo a nudo qualcosa di suo. Non so quando possa aver scritto queste parole e più le rileggo, più mi si incasina tutto, dannazione!
E cosa ho fatto io?
Tre giorni dopo (30 maggio) sono andata a casa sua e lì ho chiarito come i miei sentimenti siano mutati e più di un'amicizia non avrei potuto dargli (gli ho risparmiato il particolare della mia attuale “relazione”). Almeno questa volta pare aver accettato il “restare solo amici” e come detto da Zoe, il perderci tutti e quattro di nuovo sarebbe solo un crimine e il mondo potrebbe anche finire per davvero.
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keirauor · 5 years
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Di navi fantasma e attentati...
Roma, 15 maggio 2017
Roma è sempre più pericolosa, c'è poco da fare. Come è inutile pensare di poter godere di una serata tranquilla quando poi può capitare di tutto. 
L'ho pensato la sera del 10 maggio quando ero a chiacchierare tranquillamente con May in spiaggia sotto le stelle e poco dopo è apparsa quella nave fantasma che è finita con l'arenarsi non appena ha toccato la riva. 
Una nave che portava con sé il forte odore ferroso del sangue, una dozzina di morti, un tappeto di bossoli, barili e casse dalle diciture in cirillico. (Ho scoperto essere il nome di una delle principali fabbriche d'armi dell'Unione Sovietica, specializzata in armi leggere e tutt'ora attiva; le cifre indicavano il calibro dell'ak47.)
Ho davvero giocato a fare Dora l'esploratrice con May senza pensare di chiamare subito la PPI o credendo che questa non sarebbe arrivata di suo con tanto di elicottero (Dio, ci mancava solo la Cavalcata delle Valchirie come sottofondo!), come ha poi fatto? Questa sta seriamente diventando la mia normalità? 
La nottata in caserma è stato il meno, sono persino stati più cordiali e gentili del solito gli agenti con cui ho avuto a che fare. 
Rilasciate alle prime luci dell'alba, senza aver fortunatamente peggiorato la mia situazione e una volta a casa ho acceso la TV per sentire il notiziario.
[Dal notiziario:Da tempo non succedeva un fatto del genere ma, nella tarda serata di ieri la PPI ha ritrovato una carretta del mare che è arrivata ad arenarsi sul Lungomare di Ostia, poco più avanti della riserva naturale protetta. Dalle prime ricostruzioni filtrate dal comando di zona della PPI, il natante è stato avvistato una prima volta al largo di Trapani, riuscendo a sfuggire anche grazie ad una zona di maltempo alle maglie della rete di sicurezza marittima delle autorità e finendo per esser avvistato di nuovo al largo del Lazio, appena prima di scomparire definitivamente e arenarsi. Gli ufficiali della PPI preposti alle indagini affermano che i primi agenti saliti a bordo si sono imbattuti in un massacro, forse operato dagli stessi scafisti che si sono dileguati lasciandosi dietro solo uno dei loro, ferito gravemente al ventre ed al momento sotto osservazione al Celio; l'imbarcazione, battente bandiera libica, è l'Alhena e parrebbe risultare registrata a Bengasi; al momento la zona è cinturata e sono in corso i rilievi della scientifica.]
~
Ed è successo pure ieri sera, in piena Via del Corso. 
Sì, sono riuscita a rimettere piede in quella via dopo tanto tempo, nonostante i ricordi e le sensazioni sempre pronti a farmi visita. Ma sono stata brava, non ho ceduto alle mie emozioni, tanto da riuscire a passare oltre la sua casa, per raggiungere la gelateria dove avevo appuntamento con Zoe. 
La gelateria che è stata punto di ritrovo di incontri più o meno spensierati nell'estate scorsa di un quartetto che si è dissolto troppo rapidamente. Ora siamo solo lei ed io. E solamente io posso ancora mangiare quell'ottimo gelato... 
Lì abbiamo incontrato per puro caso prima Zarah e poi May e mi sono sentita un po' tesa nel dover scongiurare un'eventuale bis tra Zoe e May, ignara del vero casino che sarebbe scoppiato di lì a poco e distratta dall'arrivo del cameriere "a mia completa disposizione" pronto a segnare le ordinazioni. 
Ordinazione lasciata appesa, dal momento che May ha richiamato la mia attenzione per dirmi di tenere gli occhi aperti, indicandomi la presenza di un SUV della PPI prima di allontanarsi non so dove. 
Di punto in bianco si sono spente tutte le luci. 
Blackout e silenzio. 
Poi rumori che non facevano ben sperare, seguiti da un urlo. 
Zarah già stava mezzo in paranoia per la sola PPI e voleva che ci allontanassimo tutte da lì con lui... Alla fine aveva ragione che qualcosa sarebbe successo. Benché non sia un Marines ha cercato di proteggere Zoe e me, per quanto non sia servito. 
Zoe lo ha trascinato via, lasciandomi da sola. È sinceramente un po' troppo ottimista sul mio essere in grado di cavarmela con le mie sole forze, ma almeno non mi ha trattata come "quella da proteggere e non far uscire fuori dalla campana di vetro". Ormai sono fuori campana da un bel po'... 
Rimasta sola, ho evitato di avvicinarmi ai punti caldi della rivolta o attacco terroristico che fosse. 
Rumori di spari, urla che inneggiavano alla "libertà" e alla "giustizia" e poi fiamme. Qualcosa aveva preso fuoco (ho appreso solo una volta a casa, dal notiziario, cosa fosse realmente successo: a prendere fuoco è stato lo stesso SUV della PPI). 
La voglia sempre più forte di volermi allontanare da lì per correre a casa restando tutta intera, ma l'arrivo dei rinforzi PPI mi ha bloccato quella fuga cieca dovendo attendere di essere riconosciuta prima di farmi oltrepassare il cordone di sicurezza. 
Alla fine me la sono cavata anche in questa situazione senza nemmeno un graffio. 
Ho ritrovato May in quella zona sicura e mi ha dato un passaggio fino a casa, ma nemmeno lei sembrava aver chiaro cosa fosse appena successo. 
Come se io ne sapessi di più poi...
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keirauor · 5 years
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Salto nel vuoto
Roma, pomeriggio 24 aprile 2017
{Rifiutato il passaggio da parte di Hywel, preferendo camminare fino a casa da sola, ha lasciato Piazza di Spagna che è stata teatro di una nuova tragedia prima che la PPI e i soccorsi sopraggiungessero. Il passo è leggermente affrettato, lo sguardo puntato a terra e la mente, quella sta come rivivendo in loop quei pochi fotogrammi che si sono susseguiti in quel breve arco di tempo. Per l'ennesima volta, la prospettiva di passare una serata tranquilla, è andata a farsi benedire così, di punto in bianco. Un momento prima stava riuscendo ad apparire spensierata in quel conversare con chi aveva casualmente incontrato sulla Scalinata di Trinità dei Monti e un attimo dopo è finita col notare qualcosa che agli altri stava sfuggendo.} 
Perché devono succedere queste cose? 
{un mormorio incomprensibile se non a se stessa, con la mascella ben serrata, così come le mani vanno a stringersi a pugno. Nonostante la consapevolezza di quella vita che ha visto spezzarsi lì sotto i suoi occhi, per quanto la cosa le abbia lasciato l'amaro in bocca e una tristezza nell'animo, non pare essere intenzionata a versare nemmeno una lacrima, riuscendo in maniera fin troppo semplice di tenere a bada le proprie emozioni al momento. Nemmeno un lontano sentore di magone. Solo quel domandarsi come possa essere successa una cosa del genere. Evento tragico che non sa per quale verso prendere: suicidio? fatalità? omicidio? 
Quella seconda figura sul tetto che ha visto per pochi istanti prima e dopo quel salto nel vuoto, che ruolo può avere avuto? Di suo non ha notato nessuno spintone in quel vano tentativo di persuadere il ragazzo a non buttarsi di sotto, eppure c'è stato chi, in quella piazza, non ha avuto remore nel puntare il dito contro quel secondo ragazzo e accusarlo di essere l'assassino.} 
Zoe ha fatto bene a riprenderlo... 
{considera solo ora. Zoe che ha tentato di proteggerla da quanto stava accadendo, benché non fosse lei la vittima. Un ennesimo sospiro la porta a rallentare il passo ora che è prossima a raggiungere il proprio portone, finendo col fermare il passo e recuperare dalla borsa il cellulare per mandare un paio di sms. Poi, nel medesimo silenzio triste, ne va a varcare la soglia e quindi rincasare, con la sola certezza che quel ragazzo è morto, e nessuno è riuscito ad evitare la tragedia.}
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keirauor · 5 years
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Strane visioni a Termini
Roma, 24 marzo 2017
Perché spendere soldi in allucinogeni quando puoi vedere e sentire cose di punto in bianco e a gratis? 
Ecco, appunto. 
L'unica mia magra consolazione è che questi fatti (alquanto bizzarri e inquietanti) non capitano solo a me, o penserei seriamente di essere sul punto di perdere il lume della ragione... anche se, a quanto pare, questi eventi sono limitati ad un pubblico assai ristretto ogni volta. Come mai?
Questa volta è successo a Termini, nel tardo pomeriggio di ieri. Sono entrata per finire la mia passeggiata con un giro in libreria, ma alla libreria non mi sono nemmeno avvicinata. 
Di punto in bianco ho sentito il fracasso di spari di una mitragliatrice e per istinto ho cercato subito riparo, temendo il peggio. Nonostante la paura, non ho perso di vista quanto mi stava attorno, tanto da rendermi conto che nessuno (eccetto me) si era allarmato. 
Primo segno di pazzia? Lo scherzo di qualche fantasma poco simpatico? Sono le prime domande che mi sono fatta. 
Ad ogni modo sono uscita dal mio riparo di fortuna, avvedendomi di Daniel (che nel mentre mi aveva raggiunta) e poi di Hywel, intravisto l'attimo prima degli spari. 
Tolti Hywel e la sottoscritta, nessuno li ha sentiti a quanto pare. 
Very good! 
Daniel ha preso poi a correre verso qualcuno, e in un battere di ciglia, Termini non era più Termini. Con Hywel e Daniel mi sono ritrovata in tutt'altro posto, almeno visivamente parlando. 
Un posto scuro, quasi privo di colori (tipo film bianco e nero, come mi è venuto da pensare) e sicuramente non nel nostro presente, vista la presenza di lampadari antiquati e di un vecchio telefono pubblico, quelli neri con cornetta e disco selettore, che ha iniziato a squillare (cosa che sinceramente non ha aiutato i miei nervi).
Oltre al telefono c'erano un bar deserto, fatta eccezione per un uomo seduto al suo bancone (che però ci dava le spalle) e un netturbino vicino l'ingresso. 
Hywel si è fiondato a rispondere al telefono, Daniel si è avvicinato al netturbino ed io, con mooolta cautela, mi sono invece mossa verso l'uomo al bar. 
Tempo di raggiungerlo e posare le mie pupille su quel viso tanto attraente quanto estremamente pallido, che la mia maledizione si è attivata. Olè! 
Era intento a scrivere qualcosa su un pezzo di carta con una stilografica, però non sono riuscita a leggere nulla e nemmeno ad interagire con lui... una medium coi fiocchi proprio! 
Quel che vedevo però non aveva consistenza, me ne sono accorta quando ho provato a sedermi su uno degli sgabelli, pensando stupidamente potesse essere concreto da come appariva reale. 
Manco il tempo di provare ad interagire con l'uomo ed essere nuovamente avvicinata da Daniel (che è pure la seconda volta che mi vede alle prese con queste maledette "epistassi"), e l'ambiente è mutato di nuovo. 
Era ancora più buio, ma i colori erano tornati per quanto tenui. Al posto del trillo del telefono si sentiva il ticchettio sovrapposto di chissà quanti orologi, il bar con l'uomo era svanito, così come il netturbino. 
Le pareti della stazione apparivano mezze distrutte, piene di macchie nere, oleose, che si muovevano! 
Ma quelle chiazze non erano di certo la cosa più assurda in quella nuova ambientazione... Al centro della stazione c'era uno strano essere, mai visto uno simile da quando ho a che fare col mondo delle stranezze. 
È persino difficile descriverlo! 
Inquietante, davvero. 
Era tipo alto due metri e pareva essere fatto di fumo denso a colori intercambiabili oltre ad essere avvolto da una nebbiolina che non aiutava a distinguere meglio le sue fattezze per nulla umane. Se ne stava lì chino, protendendo le sue lunghe protuberanze nebulose in avanti verso Daniel e me, poi indietro verso Hywel. Sospese in quelle protuberanze vi erano due occhi umani, uno azzurro e uno marrone. 
Da brividi, cazzo! 
Dio solo sa come ho fatto a non perdere lucidità e cadere nel panico più totale. 
Ah ma la cosa ancora più assurda è stata quella di sentire Daniel chiedere a dell'essere immondo se si conoscessero già! 
Ti pare??? 
Davanti ad una cosa del genere, invece di cercare un modo per uscire da quella situazione, tu ti metti a conversare così?
Fortunatamente tutto è poi tornato alla normalità... Daniel si è chiuso nel suo silenzio, tanto da fare finire a vuoto le mie domande e ce ne siamo andati via da lì.
Ah ma quanto prima ritornerò sull'argomento, così giusto per capire come mai se ne sia uscito con quella domanda...
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keirauor · 5 years
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A spark of life
{Notte tra il 14 e 15 marzo 2017|Rincasata con tanto di passaggio in moto, nonostante la guida di May prima o poi le causerà morte certa, si è cambiata così da essere pronta per andare a dormire vista l'ora decisamente tarda. Il sonno però pare essere mezzo passato e non per paura o di inquietudine, bensì per il non riuscire a smettere di pensare a quanto è successo in quel vicolo buio vicino al centro commerciale Cinecittà 2. Prende prima il cellulare, ancora acceso, da sopra il comodino e solo ora controlla se i due scatti fatti al fantoccio siano venuti almeno decentemente. Le labbra si increspano un po'} Chissà cosa avrà voluto dire il tuo "assassino"... {mormora per poi sedersi a letto, schiena contro i cuscini appilati in verticale dalla spalliera, ginocchia al petto e recuperare dal cassetto del comodino il proprio diario, così da iniziare a scriverci sopra}
Roma, 15 marzo 2017 ore 3:15
Di tutte le stranezze a cui mio malgrado mi sono e mi sto tuttora abituando, quella di questa sera effettivamente mi mancava.
Nonostante l'ora tarda per un appuntamento, ero sulla strada fuori dal centro commerciale Cinecittà 2 per vedermi con May. Quasi temevo si fosse dimenticata dell'incontro non avendo ricevuto più suoi sms, però alla fine l'ho incrociata sulla medesima via, che ne arrivava dalla direzione opposta. Tempo di accorgerci reciprocamente della nostra presenza e accennare un saluto, non essendo ancora vicine, e un rumore tipo boato ha distratto entrambe dall'incontro in atto.
A dirla tutta quel rumore improvviso mi ha letteralmente fatto sussultare, non capendo bene cosa fosse. Però ho capito da dove provenisse, vedendo May fermarsi per guardare in un vicolo.
Mi sono affrettata a raggiungerla, affacciandomi a mia volta, senza però scorgere molto, per via della scarsa illuminazione. Due uomini stavano litigando in maniera alquanto disperata, almeno a sentire i toni della discussione in corso. May che inizia a muoversi in avanti, il suo chiedermi di tenermi pronta a chiamare i soccorsi, capendo da me il perché. La luce riflessa su di un oggetto metallico nella mano di uno dei due è stato abbastanza eloquente.
Fiona alle nostre spalle, non mi ero minimamente accorta della sua presenza. Sempre in giro da sola di notte? I tempo sono davvero cambiati...
Così è rimasta lei ad inizio vicolo, pronta a chiamare i soccorsi, mentre io mi sono lentamente avvicinata a May al suo vieni. Credo mi sarei avvicinata in ogni caso, per comprendere meglio la situazione, sicura della presenza di May che di certo non è una sprovveduta.
Il litigio e annessi colpi contro quello che si è rivelato essere un cassonetto della spazzatura sono andati avanti. L'armato accusava l'altro di avergli rubato tutto, dalla vita alla famiglia e che a causa sua era stato persino torturato per anni. L'altro dal canto suo supplicava affinché non gli venisse fatto del male in quanto non estraneo alle torture e che quella famiglia era la sua.
Molto confusa come cosa.
Da confusa a strana, parecchio strana, nel momento in cui ho avuto modo di vedere entrambi in faccia. Due gemelli, segnati dalla medesima disperazione, anche se quello armato appariva leggermente più anziano.
Ha definito chi stava aggredendo come Mostro.
Temevo già in bel altro genere di mostro, ma come ho già detto, questa stranezza ancora mi mancava. Non ho provato nulla, come se quanto stessi vedendo mi lasciasse del tutto impassibile. Okay, un minimo ero allarmata avendo notato il gemello/sosia più giovane bello che pugnalato all'addome, però le parole disperate dell'altro mi hanno dato parecchio da pensare.
«Lui non è vivo, non è vero.»
E in effetti, guardandolo meglio ho notato quanto poco umano apparisse una volta afflosciato a terra.
Odore di cera molto forte, foglie secche, lanugine... rametti e fieno a costituirne l'incarnato. Una sorta di fantoccio o spaventapasseri, ecco che cos'era. Eppure un momento prima era così vivo!!!
Com'è possibile una cosa del genere? Una sorta di magia?
Fintanto che in lui era accesa la scintilla di vita, era umano... una volta estinta si è mostrato per quello che era per davvero: un fantoccio.
Inutilmente May ha provato a far ragionare l'aggressore, invitandolo a parlarne con lei. Io stessa ho chiesto che cosa fosse quel fantoccio, ma nulla. Voleva solamente sparire da lì, lasciandoci con una frase che mi ha lasciata perplessa.
«Tu non hai idea di quello che ho passato, non lo sai. Non puoi, nessuno può, arriveranno ancora. Tutto è perduto, possiamo solo fuggire.»
Chi arriverà? Altri fantoccio o i burattinai stessi?
Va beh, ci dormirò sopra che è meglio...
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keirauor · 5 years
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~Choose your last words,
This is the last time
'Cause You and I
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~
Roma, 12 marzo 2017
Ho provato a sperare, a credere che sarebbe stato diverso. A credere a quella promessa, per quanto al tempo stesso non volessi illudermi troppo.
Promessa che ho visto sbriciolarsi tra le mie mani senza nemmeno una parola.
Solo silenzio.
Quel vuoto che è stato lasciato nel mio cuore e che fa male.
Forse perché prima d'ora non avevo mai sofferto veramente così, non avendo mai amato nessuno come invece ho amato lui. Perché sì, è amore quel sentimento così alieno che è riuscito ad accendere in me... questo la dice lunga sul mio essere poco normale.
Innamorarmi del Mostro, il mio primo e unico amore.
Sono pazza vero?
Ho qualcosa di strano, una mente deviata o che altro?
Eppure posso solamente dire di non averlo mai visto come un mostro... diverso da me sì, ma mai un mostro.
Oscar.
Però ho lasciato che tutto ciò avvenisse, senza preoccuparmi delle conseguenze o di come mi sarei sentita dopo la scottatura.
Ora so come ci si sente... svuotati. In un limbo dal sapore agrodolce.
Travolta da una tempesta di forti emozioni, che una volta passata, ha lasciato solo un vuoto.
Non volevo innamorarmi, però è inevitabilmente successo e non è piacevole quello che sto provando ora.
Credevo fosse diverso... diverso lo era ovviamente, due nature completamente differenti, due mondi opposti, ma destinati ad incontrarci.
Il filo rosso sangue che tanto temevo di recidere con qualche mio comportamento sbagliato, è stato spezzato da lui. Dai suoi silenzi. Dal suo non cercarmi. Dal suo sparire così di punto in bianco...
Perché?
Dopo tutti i discorsi affrontati, alle sue rassicurazioni sul ritrovarci assieme sempre, anche di fronte alla fine del mondo, lui mi ha abbandonato.
Io che per lui sono arrivata pure a vedermi accusata di un omicidio non commesso. Io che per lui ho mentito e tradito... perché non vedevo affatto il mostro, l'ho accettato e amato per quello che è... o era.
Nonostante il dolore e la disillusione, non rimpiango nulla... non rimpiango i momenti passati assieme, le promesse non mantenute, i progetti non realizzati per quanto sognati, i sentimenti e le sensazioni forti provati.
Nulla.
Non rimpiango nulla, perché sono certa, che se avessi modo di tornare indietro, rifarei ogni singola cosa, finendo con lo sbagliare di nuovo e vederlo ugualmente svanire nel nulla senza una parola.
Perché se anche se quel giorno non ci fossimo incontrati tutto sarebbe andato nello stesso modo. Ci eravamo incontrati perché doveva succedere, e anche se non fosse stato quel giorno, prima o poi ci saremmo sicuramente incontrati da qualche altra parte...
L'assenza, poi quel ritrovarci alla Corte sperando di averlo di nuovo con me, di poter continuare a stargli accanto.
Quando siamo rincasati, con nuove promesse sul non dividerci più, mai avrei pensato che invece sarebbe stata l'ultima notte che avremmo condiviso con la solita travolgente passione, come se non ci fossimo persi di vista nemmeno per un attimo.
Ora sono già passati due mesi da quella notte e non ho più avuto sue notizie.
Te ne sei andato in Russia senza di me, alla fine?
Oppure ti è successo qualcosa di brutto?
Abbandono volontario?
Abbandono voluto da altri?
O non sei più di questo mondo, Oscar?
Sinceramente alla fine non so quale tra queste motivazioni, sarebbe più dolorosa per me... quindi forse è un bene che io non abbia una risposta in merito, continuando a vivere nel dubbio.
Ma il coraggio è anche questo. La consapevolezza che l'insuccesso sia comunque il frutto di un tentativo. Che talvolta è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai.
E diciamocelo, le probabilità di successo, non erano molte ed ero stata più volte messa in guardia da Zoe. Ma l'ho forse ascoltata? No. Ed è stato meglio così, nonostante il dolore che provo.
Tempo.
Solo quello ora potrà essermi di aiuto a guarire queste profonde ferite che hanno lacerato la mia anima.
Ma quanto tempo?
Potrei arrivare alla fine dei miei giorni senza essere riuscita a guarire, a voltare letteralmente pagina...
Senza mai esserci detti veramente addio.
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All my heart, it breaks every step that I take
But I’m hoping that the gates,
They’ll tell me that you’re mine
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keirauor · 5 years
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Proposta di lavoro?
Roma, 6 marzo 2017
Ieri sera alla fine ho visto May alla Corte dei Miracoli. Per quanto avrei preferito parlare con lei in un posto più tranquillo come casa mia, alla fine ho accettato, confidando solo sul fatto che nessuno ci avrebbe disturbati.
Sono riuscita a parlare del mio problema, seguendo il consiglio di Elia sul chiedere aiuto alla Corradi, accertandomi prima che potesse seguire il mio caso con una certa discrezione e senza coinvolgere i suoi colleghi come Veridian o Jamis*.
La conversazione si è interrotta ad un certo punto, visto l'ingresso di un conoscente di May, che si è rivelato essere il suo Capo: Jack Reynolds.
Anche lui non mi ha fatto sentire propriamente a mio agio però non sembrerebbe una cattiva persona, cicatrici sul viso a parte. Chissà come se le è procurate...
Dall'apprendere che è il suo capo, May ha buttato lì il suo avermi trovata interessante e adatta a provare a lavorare per la Corradi, cosa che mi ha un po' spiazzata. Cioè qualche tempo prima aveva accennato la cosa, ma l'avevo presa come una presa in giro... e invece no, era seria.
«May ti reputa abbastanza in gamba da pensare tu possa dare una mano per... Migliorare le cose, diciamo. Che è un po' quello che facciamo noi, o che cerchiamo di fare, insomma.»
Davvero sarei tagliata per quel genere di lavoro?
E cosa può aver spinto May a ritenermi "adatta"?
Non lo so, però ho detto che ci avrei pensato su e così intendo fare. Magari potrei accrescere il mio bagaglio culturale e fare nuove esperienze che di certo alla Shri non avrei modo di sviluppare.
Jack ci ha poi lasciate sole e ho proseguito col mio racconto mentre May prendeva appunti.
Si è un po' stizzita nel sentirmi chiamare spiriti i fantasmi quando le ho fatto presente le due tipologie di possessione: demoniaca o spiritica.
Non capisco cosa le sia preso, sono sempre stati definiti così... come la dottrina stessa definita Spiritismo che ha codificato Allan Kardec.
Va beh, valla a capire...
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[*Piccolo appunto su di lui: lo conosco già da qualche tempo, me lo ha presentato May agli inizi di Gennaio e ho compreso essere stato via per un po' da Roma prima di tornare qui e riprendere il suo lavoro alla Corradi. Un tipo che per quanto non mi abbia fatto nulla di male e lo stia frequentando per conoscerlo un po' meglio, non so, non mi fa sentire del tutto a mio agio. Forse sarà per via del suo aspetto da Biker poco raccomandabile. Però la sua Harley mi piace, tanto che gli ho già scroccato qualche passaggio.]
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