#Associazione a delinquere
Explore tagged Tumblr posts
sinapsimagazine · 5 months ago
Text
Operazione della Polizia di Stato tra Napoli, Avellino e Roma: 30 arresti
Operazione della Polizia di Stato tra Napoli, Avellino e Roma: 30 arresti
E’ in corso, questa mattina una vasta operazione della Polizia di Stato che ha interessato la città di Napoli, la città di Avellino e la provincia di Roma in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli su richiesta dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 30 indagati gravemente indiziati a…
youtube
View On WordPress
0 notes
primepaginequotidiani · 23 days ago
Photo
Tumblr media
PRIMA PAGINA Giornale Di Sicilia di Oggi giovedì, 31 ottobre 2024
0 notes
fabriziosbardella · 2 years ago
Link
Carabinieri e Guardia di Finanza hanno scoperto la truffa del super bonus da 17 milioni di euro, hanno arrestato dieci persone e sequestrato beni per 5 milioni. #carabinieri #guardiadifinanza #lagodigarda #bonusfacciate #superbonus #associazioneperdelinquere #truffada17milioni #peschiera #fabriziosbardella
0 notes
blogitalianissimo · 4 months ago
Text
Tumblr media
E secondo voi io dovrei dare credito agli esami che questa associazione a delinquere/circo ha fatto alla Khelif per escluderla dai mondiali del 2023
130 notes · View notes
generalevannacci · 7 months ago
Text
(...) Nessuna prova dei reati contestati a Domenico Lucano e alla sua presunta banda. Meglio: non esiste nessuna banda, non esiste alcun guadagno, non esiste nemmeno quella spavalderia con la quale, con un tratto di penna moraleggiante, il Tribunale di Locri aveva descritto l’ex sindaco di Riace (...)
Non c’è associazione a delinquere - anzi, non c’era nemmeno secondo chi ha svolto le indagini -, non c’è prova della truffa, non c’è arricchimento, solo un falso che è valso al “Curdo” un anno e mezzo di condanna, pena sospesa. E non esiste nemmeno quel profilo di Lucano, così malefico da non meritare nemmeno le attenuanti generiche perché incensurato (...)
Le intercettazioni sono state effettuate fuori dai casi previsti dalla legge. Ma emergendo ulteriori ipotesi di reato rispetto a quella iniziale era necessario, secondo i giudici, trovare ulteriori prove dei fatti (prove la cui esistenza era certa, secondo la sentenza di primo grado). Di queste prove non c’è nemmeno la minima traccia, stando alla sentenza d’appello. E Il ragionamento del giudice Fulvio Accurso è stato totalmente stracciato dalla Corte d’Appello (...)
Nelle sue motivazioni di primo grado, Accurso aveva descritto Lucano come «un falso innocente», negandogli ogni attenuante. Un giudizio morale che la Corte d’Appello demolisce totalmente. La sua personalità, scrivono i giudici, «il contesto in cui ha sempre operato, caratterizzato da un continuo afflusso di migranti, l’assoluta mancanza di qualsivoglia fine di profitto, l’indiscutibile intento solidaristico, gli sforzi per portare avanti la propria idea di accoglienza (nelle sue stesse parole, io devo avere uno sguardo più alto)» sono «indicatori meritevoli di considerazione» (...)
«Lucano - scrivono i giudici - non si appropriò di alcuna somma di denaro, al punto da rivendicare la sua condizione di sostanziale nullatenenza» (...).
30 notes · View notes
anchesetuttinoino · 2 months ago
Text
Tumblr media
Treviso, respinto il ricorso al Tar presentato da uno straniero dopo la cittadinanza negata: il 40enne ha precedenti e suo figlio fa parte di una baby gang: a carico del figlio, risultano segnalazioni per “furto aggravato, lesioni, rapina, ricettazione, traffico illecito di sostanze stupefacenti, minaccia, associazione a delinquere e altre fattispecie delittuose”.
6 notes · View notes
daniela--anna · 1 month ago
Text
Associazione a delinquere...😆🥳
2 notes · View notes
cocchina · 3 months ago
Text
Prima o poi capita a tutti. A me l’ultima volta è successo qualche mese fa. Se non vi è successo… succederà. Se vi è già successo… è probabile che succeda ancora.
Più sono sveglie più sono spietate.
Quando sentono che l’amore è finito, o si è addormentato, o forse non c’è mai stato… non c’è più nulla che possiate fare per farle tornare indietro. Da quel momento è finita, anche se a voi non è stato notificato nulla verbalmente e anche se il rapporto o la convivenza possono durare ancora per un certo periodo. Di norma, se siete fortunati, lei vi concede un periodo di ‘adattamento’, ma lo fa solo per pietà nei vostri confronti, non perché non si sia accorta che è irrevocabilmente giunta l’ora di andare via.
Pretendono AMORE… nulla di meno… e fanno bene, per quanto a noi possa fare davvero male. Noi uomini per quanto concerne l’apertura alle emozioni siamo in media di qualche millennio indietro rispetto a loro.
Non sono appagate dall’amore mentale, dall’affetto, dalla convivenza “perché in fondo si sta bene insieme”. Se non è amore, allora non è niente.
Nel 99 per cento dei casi lei si è già innamorata di un altro. L’altro in realtà è sempre l’effetto, non la causa della crisi del rapporto, ma noi, inevitabilmente, affibbieremo a lui una grossa parte della colpa: “Se non ci fosse stato quello stronzo…”.
Invece no, se noi avessimo veramente amato… lo stronzo di turno non sarebbe arrivato. E se fosse arrivato sarebbe stato respinto dalla coppia, come da un muro di gomma. Invece è entrato… per mostrare una breccia, una crepa, una mancanza.
Regolarmente in noi maschi nascono sentimenti di competizione nei confronti dell’altro: “Cosa ha lui che io non ho? È più bravo a letto? È più divertente? È più intelligente?”. La competizione è inutile, perché anche se fosse l’ultimo scemo del pianeta, anche se avesse il pisello più piccolo del vostro, anche se fosse economicamente spiantato… se lei è innamorata, se lo sente nel Cuore, per lei è l’uomo migliore del mondo. Ed è giusto che sia così perché l’apertura del Cuore è anche un’apertura degli occhi e le permette di vedere l’anima dell’altro oltre le caratteristiche della personalità, è un RICONOSCIMENTO CARDIACO. La medesima apertura le consente di “mettere a fuoco” (è proprio l’espressione giusta) i limiti del rapporto precedente. E a ogni nuovo amore corrisponde un’apertura maggiore: un fenomeno richiama inevitabilmente l’altro.
Quindi l’unico effetto della nostra competizione è maggiore sofferenza, crisi d’identità, disistima di sé, rabbia verso noi stessi. Anche se stravolgiamo la nostra vita nel disperato tentativo di interpretare i suoi nuovi desideri, stiamo solo prolungando l’agonia: pazienti in coma che non vogliono staccarsi la spina.
Come avevo accennato in un post precedente ( Lo stato di non-mente ) il centro mentale e quello emotivo immediatamente si coalizzano – in oriente questa “associazione a delinquere” viene chiamata kama-manas – per cercare di sopravvivere alla situazione pericolosa che si è venuta a creare. Questo significa in termini pratici che il plesso solare si surriscalda, si contrae, fa male, provoca senso di nausea, mentre l’intero corpo emotivo vibra. Le vibrazioni del corpo emotivo raggiungono il centro mentale, il quale inizia a produrre pensieri in maniera incontrollata. I pensieri mentali sono legati al tempo, quindi saranno tutti ricordi del passato e sterili fantasie sul futuro.
Cominciamo a pensare agli anni – a volte anche solo mesi – trascorsi con quella persona: le promesse che ci aveva fatto, i momenti divertenti trascorsi insieme, le chiacchierate sugli argomenti in comune, i progetti, la fusione nel sesso, lo stare abbracciati, l’odore, lo sguardo, il modo di muoversi, i sacrifici fatti per lei… Poi ci proiettiamo stupidamente nel futuro: magari torna (no, non torna… e se torna è peggio, il momento della recisione viene solo prorogato), se la rincontriamo le dobbiamo dire questo e poi questo, e anche se lei risponde così, poi noi rispondiamo così (ore di dialoghi immaginari, che non sono mai avvenuti e forse non avverranno mai).
“Se fossimo rimasti insieme avremmo potuto fare…”
“La mia vita non ha più senso senza di lei.”
“Non mi innamorerò mai più così.”
“Non incontrerò mai più una donna come lei.”
Ogni volta che pensiamo a tutto questo il plesso solare ci fa ancora più male e soffriamo ancora di più.
Tutte cazzate. Se lei ci lascia è perché siamo pronti per qualcosa di nuovo, di più adatto al nostro sviluppo interiore. Ho sperimentato personalmente più volte come l’amore successivo sia già dietro l’angolo e solo l’attaccamento al vecchio e la paura del nuovo ci impediscono di vederlo in breve tempo.
In queste occasioni possiamo cogliere quanto siamo DIPENDENTI da un’altra persona per sentirci “qualcuno”, ossia degli individui completi. Se il nostro benessere dipende da una presenza esterna, allora siamo condannati a vivere con la paura di essere abbandonati e precipitare di nuovo nella sofferenza.
Una donna che ti lascia mette in gioco la tua identità… ti costringe a fare i conti con chi sei veramente… e per questo fa così male.
Dal momento che l’ego non vuole morire allora cominciano i ricatti – la sua forma di resistenza al fluire della vita:
“Se mi lasci mi fai soffrire, sei senza cuore!”
In realtà è vero l’opposto: lei ci lascia perché ha più Cuore di quanto noi possiamo permetterci in questo momento.
“L’altro ti lascerà appena si sarà stufato di te, mentre io ti amo veramente e voglio stare insieme a te per sempre.”
Questo significa non vivere nel presente e immaginare come andrà a finire una storia solo per giocare sulla paura del partner. Una nuova storia potrà durare una settimana o tutta la vita… ma ESISTE SOLO ADESSO e solo adesso può essere pienamente vissuta.
“Stai distruggendo tutto quello che abbiamo costruito insieme.”
Ma ciò che è stato bello non viene mai distrutto, si sta solo passando a una fase superiore della crescita di entrambi. Solo ciò che non serve più viene abbandonato.
“Mi stai dando troppo dolore.”
In verità non è mai la decisione di lei a causarci sofferenza, il fatto che lei ci lasci fa solo in modo che emerga allo scoperto una sofferenza che già si trovava dentro di noi e che veniva tenuta coperta dalla relazione stessa.
Il ricatto – che a volte può essere violento – è un tentativo del bambino immaturo che abbiamo dentro di agganciarsi al corpo astrale di lei, per scatenarle sensi di colpa, dubbi, paure, frustrazioni. È il nostro dolore a pronunciare queste frasi, con lo scopo di approfittare dei momenti di incertezza della nostra partner per manipolarla – anche se inconsapevolmente e in buona fede – e indurla a cambiare idea. Sono gli ultimi disperati tentativi di un ego che non vuole crescere. Se lei non è sufficientemente VIGILE riguardo ciò che accade al suo interno, lui riesce ad agganciarla a livello del corpo astrale, risvegliando il dolore di lei, le sue paure e le sue ansie, rendendo più difficile e piena di sofferenza la sua decisione di andarsene.
Fino a quando non cominciamo a essere più svegli il rapporto di coppia non è un vero rapporto d’amore, è semplicemente un’occasione per scoprire chi siamo veramente attraverso l’altro, usando l’altro come specchio. Il rapporto di coppia in definitiva serve solo a svegliarci – talvolta in maniera traumatica – non a renderci ottusamente felici come la famiglia del mulino bianco.
SALVATORE BRIZZI
2 notes · View notes
kachoobu · 5 months ago
Text
Emerson Royal indagato per associazione a delinquere giustamente accostato all'associazione criminale milan
2 notes · View notes
mchiti · 1 year ago
Text
la storia di maignan in risposta a zangrillo mi sto letteralmente scompisciando. Porta rispetto a chi ha tenuto in vita il patrono honoris causa della vostra associazione a delinquere.............................
7 notes · View notes
ambrenoir · 8 months ago
Text
Prima o poi capita a tutti. A me l’ultima volta è successo qualche mese fa. Se non vi è successo… succederà. Se vi è già successo… è probabile che succeda ancora.
Più sono sveglie più sono spietate.
Quando sentono che l’amore è finito, o si è addormentato, o forse non c’è mai stato… non c’è più nulla che possiate fare per farle tornare indietro. Da quel momento è finita, anche se a voi non è stato notificato nulla verbalmente e anche se il rapporto o la convivenza possono durare ancora per un certo periodo. Di norma, se siete fortunati, lei vi concede un periodo di ‘adattamento’, ma lo fa solo per pietà nei vostri confronti, non perché non si sia accorta che è irrevocabilmente giunta l’ora di andare via.
Pretendono AMORE… nulla di meno… e fanno bene, per quanto a noi possa fare davvero male. Noi uomini per quanto concerne l’apertura alle emozioni siamo in media di qualche millennio indietro rispetto a loro.
Non sono appagate dall’amore mentale, dall’affetto, dalla convivenza “perché in fondo si sta bene insieme”. Se non è amore, allora non è niente.
Nel 99 per cento dei casi lei si è già innamorata di un altro. L’altro in realtà è sempre l’effetto, non la causa della crisi del rapporto, ma noi, inevitabilmente, affibbieremo a lui una grossa parte della colpa: “Se non ci fosse stato quello stronzo…”.
Invece no, se noi avessimo veramente amato… lo stronzo di turno non sarebbe arrivato. E se fosse arrivato sarebbe stato respinto dalla coppia, come da un muro di gomma. Invece è entrato… per mostrare una breccia, una crepa, una mancanza.
Regolarmente in noi maschi nascono sentimenti di competizione nei confronti dell’altro: “Cosa ha lui che io non ho? È più bravo a letto? È più divertente? È più intelligente?”. La competizione è inutile, perché anche se fosse l’ultimo scemo del pianeta, anche se avesse il pisello più piccolo del vostro, anche se fosse economicamente spiantato… se lei è innamorata, se lo sente nel Cuore, per lei è l’uomo migliore del mondo. Ed è giusto che sia così perché l’apertura del Cuore è anche un’apertura degli occhi e le permette di vedere l’anima dell’altro oltre le caratteristiche della personalità, è un RICONOSCIMENTO CARDIACO. La medesima apertura le consente di “mettere a fuoco” (è proprio l’espressione giusta) i limiti del rapporto precedente. E a ogni nuovo amore corrisponde un’apertura maggiore: un fenomeno richiama inevitabilmente l’altro.
Quindi l’unico effetto della nostra competizione è maggiore sofferenza, crisi d’identità, disistima di sé, rabbia verso noi stessi. Anche se stravolgiamo la nostra vita nel disperato tentativo di interpretare i suoi nuovi desideri, stiamo solo prolungando l’agonia: pazienti in coma che non vogliono staccarsi la spina.
Come avevo accennato in un post precedente ( Lo stato di non-mente ) il centro mentale e quello emotivo immediatamente si coalizzano – in oriente questa “associazione a delinquere” viene chiamata kama-manas – per cercare di sopravvivere alla situazione pericolosa che si è venuta a creare. Questo significa in termini pratici che il plesso solare si surriscalda, si contrae, fa male, provoca senso di nausea, mentre l’intero corpo emotivo vibra. Le vibrazioni del corpo emotivo raggiungono il centro mentale, il quale inizia a produrre pensieri in maniera incontrollata. I pensieri mentali sono legati al tempo, quindi saranno tutti ricordi del passato e sterili fantasie sul futuro.
Cominciamo a pensare agli anni – a volte anche solo mesi – trascorsi con quella persona: le promesse che ci aveva fatto, i momenti divertenti trascorsi insieme, le chiacchierate sugli argomenti in comune, i progetti, la fusione nel sesso, lo stare abbracciati, l’odore, lo sguardo, il modo di muoversi, i sacrifici fatti per lei… Poi ci proiettiamo stupidamente nel futuro: magari torna (no, non torna… e se torna è peggio, il momento della recisione viene solo prorogato), se la rincontriamo le dobbiamo dire questo e poi questo, e anche se lei risponde così, poi noi rispondiamo così (ore di dialoghi immaginari, che non sono mai avvenuti e forse non avverranno mai).
“Se fossimo rimasti insieme avremmo potuto fare…”
“La mia vita non ha più senso senza di lei.”
“Non mi innamorerò mai più così.”
“Non incontrerò mai più una donna come lei.”
Ogni volta che pensiamo a tutto questo il plesso solare ci fa ancora più male e soffriamo ancora di più.
Tutte cazzate. Se lei ci lascia è perché siamo pronti per qualcosa di nuovo, di più adatto al nostro sviluppo interiore. Ho sperimentato personalmente più volte come l’amore successivo sia già dietro l’angolo e solo l’attaccamento al vecchio e la paura del nuovo ci impediscono di vederlo in breve tempo.
In queste occasioni possiamo cogliere quanto siamo DIPENDENTI da un’altra persona per sentirci “qualcuno”, ossia degli individui completi. Se il nostro benessere dipende da una presenza esterna, allora siamo condannati a vivere con la paura di essere abbandonati e precipitare di nuovo nella sofferenza.
Una donna che ti lascia mette in gioco la tua identità… ti costringe a fare i conti con chi sei veramente… e per questo fa così male.
Dal momento che l’ego non vuole morire allora cominciano i ricatti – la sua forma di resistenza al fluire della vita:
“Se mi lasci mi fai soffrire, sei senza cuore!”
In realtà è vero l’opposto: lei ci lascia perché ha più Cuore di quanto noi possiamo permetterci in questo momento.
“L’altro ti lascerà appena si sarà stufato di te, mentre io ti amo veramente e voglio stare insieme a te per sempre.”
Questo significa non vivere nel presente e immaginare come andrà a finire una storia solo per giocare sulla paura del partner. Una nuova storia potrà durare una settimana o tutta la vita… ma ESISTE SOLO ADESSO e solo adesso può essere pienamente vissuta.
“Stai distruggendo tutto quello che abbiamo costruito insieme.”
Ma ciò che è stato bello non viene mai distrutto, si sta solo passando a una fase superiore della crescita di entrambi. Solo ciò che non serve più viene abbandonato.
“Mi stai dando troppo dolore.”
In verità non è mai la decisione di lei a causarci sofferenza, il fatto che lei ci lasci fa solo in modo che emerga allo scoperto una sofferenza che già si trovava dentro di noi e che veniva tenuta coperta dalla relazione stessa.
Il ricatto – che a volte può essere violento – è un tentativo del bambino immaturo che abbiamo dentro di agganciarsi al corpo astrale di lei, per scatenarle sensi di colpa, dubbi, paure, frustrazioni. È il nostro dolore a pronunciare queste frasi, con lo scopo di approfittare dei momenti di incertezza della nostra partner per manipolarla – anche se inconsapevolmente e in buona fede – e indurla a cambiare idea. Sono gli ultimi disperati tentativi di un ego che non vuole crescere. Se lei non è sufficientemente VIGILE riguardo ciò che accade al suo interno, lui riesce ad agganciarla a livello del corpo astrale, risvegliando il dolore di lei, le sue paure e le sue ansie, rendendo più difficile e piena di sofferenza la sua decisione di andarsene.
Fino a quando non cominciamo a essere più svegli il rapporto di coppia non è un vero rapporto d’amore, è semplicemente un’occasione per scoprire chi siamo veramente attraverso l’altro, usando l’altro come specchio. Il rapporto di coppia in definitiva serve solo a svegliarci – talvolta in maniera traumatica – non a renderci ottusamente felici come la famiglia del mulino bianco.
SALVATORE BRIZZI
3 notes · View notes
crossroad1960 · 1 year ago
Text
Sicché, quando Lucano venne prima indagato, poi processato, infine condannato all’abnormità di tredici anni e due mesi per associazione a delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio nella gestione dei denari per la cura dei migranti, i suoi avversari, oggi al governo, esultarono come per la cattura di Totò Riina. Io mi ero fatto l’opinione di un uomo generoso ma assai pasticcione, e con la tendenza a edificarsi una giustizia parallela, fondata sulle migliori intenzioni ma comunque inaccettabile, come nel caso di Antigone. Però, secondo la sentenza d’appello di ieri, Lucano ha invece rispettato la giustizia di tutti, tranne per un episodio in cui è stato riconosciuto l’abuso d’ufficio: pena, un anno e sei mesi. Sono contento per lui, e lo sono soprattutto perché, guarda la bellezza, il governo di destra l’abuso d’ufficio lo vuole abolire. Che finale magnifico. (Mattia Feltri)
3 notes · View notes
fabriziosbardella · 2 years ago
Link
La Procura di Napoli ha coordinato un’indagine del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Varese su falsi crediti IVA  #guardiadifinanza #evasionefiscale #falsicreditiIVA #sequestrati52milioni #associazioneperdelinquere #varese #compensazionitributarie #fiammegialle #fabriziosbardella,
0 notes
curiositasmundi · 11 months ago
Text
[...]
Nei giorni in cui sono state scritte tante parole su Toni Negri, deceduto nella sua casa di Parigi lo scorso 16 dicembre, appare davvero una grande occasione questo docu – film per ripercorrere, partendo proprio dalle vicende dell’Autonomia Operaia di cui lui è stato uno dei protagonisti, cosa sono stati quei giorni, quegli anni. Seppure siano passati oramai diversi decenni da quel 7 aprile del 1979, quando decine di persone, appartenenti o simpatizzanti o considerate vicine alla formazione di sinistra extraparlamentare Autonomia Operaia, furono arrestate in un’operazione che diede inizio a uno dei capitoli più discussi e controversi della storia giudiziaria italiana degli scorsi decenni. Una vicenda che coinvolse centinaia di persone ma che ebbe come protagonisti da una parte proprio il professor Toni Negri, dall’altra il magistrato Pietro Calogero. Siamo nei cosiddetti “anni di piombo” e delle stragi fasciste. Un anno prima c'è stato il rapimento di Aldo Moro e la sua uccisione. Vennero così adottate “leggi speciali” tra cui quella che permetteva di applicare il reato di associazione a delinquere alle organizzazioni politiche, e non solo a quelle mafiose. Negri fu accusato di aver partecipato direttamente al rapimento Moro, e addirittura di essere stato il telefonista delle Brigate Rosse che condusse le trattative. In realtà si dimostrò dopo che la voce brigatista era di Valerio Morucci. A denunciarlo fu un docente dell'Università, iscritto al Pci, che dichiarò di aver riconosciuto la voce di colui che teneva i contatti tra le Br e la famiglia del dirigente democristiano, come quella del collega. 
Il processo si svolse con tempi lunghissimi e, secondo Amnesty International, in violazione dello stato di diritto. Gli imputati furono detenuti preventivamente in carcere per anni. Il processo cominciò soltanto nel 1983. A difendere ben 54 imputati di quel processo denominato 7 aprile e che fu diviso in due tronconi tra Padova e Roma, emerge la grande abilità di un giovane "compagno" avvocato: Enrico Vandelli. E proprio attraverso la sua esperienza che nella prima delle tre puntate si affronta la questione degli Autonomi padovani. E per la prima volta sono i diretti protagonisti a raccontare quegli anni. E sono davvero tanti visto quanto popolare era il movimento ai tempi, in pieni anni Settanta, è raro che ne parlino o concedano interviste. C'è una sorta di patto non scritto che da un lato obbedisce a un principio di lealtà, che non può comunque essere tradito anche se la storia si può dire ormai chiusa, un po' perché non la si vuole svendere, svilire, o rappresentare con una sola immagine consapevoli che nessuno ne è il solo custode visto che quanto vissuto è generato da una esperienza collettiva. Hanno sempre lasciato farlo ad altri ed è inevitabile poi che passi una sola fotografia della storia, in cui inevitabilmente c'è per forza una molotov. 
Dal punto di vista giudiziario il processo si chiude quasi quattro anni dopo con la sentenza della Cassazione che elargisce pene miti e assolve imputati come Toni Negri perché crollano le accuse più gravi insieme al teorema Calogero. Nel film lo scontro tra due magistrati, Calogero appunto e Palombarini, viene ben illustrato.
La docu serie mette bene a fuoco il fatto che come ogni vicenda è fatta di persone e di vite. E il film, soprattutto nel primo episodio che è completamente dedicato alla vicenda degli Autonomi, rende bene l'idea di cosa fossero quegli anni. Affronta il tema della repressione, della carcerazione e pure della latitanza, che è tutto fuorché una vacanza. Racconta di giovani donne costrette a lasciare i figli per sfuggire a una nuova detenzione, come il caso della docente di scienze politica, Alisa Del Re. Se il racconto della sua fuga e come evita l'arresto ricorda la trama di un film di spionaggio, poi c'è la vita non vissuta, sospesa, che forse colpisce ancora di più. Nel film si sceglie di non parlare dei decessi dopo la carcerazione, come il caso del Professor Ferrari Bravo, ma si sente nelle parole di coloro che vengono coinvolti in questo racconto che le scelte convintamente fatte e portate avanti sono state tutte pagate. Anche alla giustizia. 
L'avvocato Enrico Vandelli negli anni di quel processo accresce la sua fama, il suo volto finisce sui giornali e telegiornali nazionali di continuo. E come è ovvio che sia attira le attenzioni soprattutto di chi è malavitoso o detenuto. Tutti quelli che hanno bisogno di un buon avvocato. E lui ha dimostrato di esserlo. Così quando molti anni dopo arriva la chiamata la vede solo come una grande occasione, l'avvocato Enrico Vandelli. Anche economica visto che dal processo 7 aprile non ha certo guadagnato nulla. A rivolgersi a lui è infatti il boss della mala del Brenta, "faccia d'angelo", Felice Maniero. Sono anni completamente diversi in cui l'eroina insieme a un certo diffuso benessere prendono il posto delle contestazioni. E qui comincia una storia, soprattutto umana, completamente diversa. A tenere insieme la banda Maniero sono i soldi, la violenza, i ricatti. Non c'è una figura a lui vicina, madre esclusa, a cui non abbia fatto o procurato del male. Ha tradito chiunque lo ha servito, fino ad arrivare proprio al suo avvocato che di certo errori ne ha commessi ma non quanti gliene sono stati imputati. Eppure ha pagato più di Maniero. La condanna per mafia, l'addio forzato alla toga ma anche la latitanza e la detenzione. Straordinaria la testimonianza del figlio Michele, che racconta con la consapevolezza dell'adulto che è oggi come il passaggio da avvocato dei "rossi" a quello di un mafioso ha cambiato per sempre la sua vita. Nel docu-film il contributo dello scrittore Massimo Carlotto che rende omogeneo tutto il racconto e poi i protagonisti delle due vicende giudiziarie, non solo avvocati ma anche magistrati e procuratori. Una delle contraddizioni che emergono da quella fetta di storia italiana, è che lo Stato che ha trattato centinaia di giovani come criminali solo perché non volevano pentirsi né di ciò che non avevano commesso ma neppure di ciò che praticavano con convinzione, si è invece fidato di uno, Felice Maniero, che non si è fatto problema alcuno nel tradire tutti. Centinaia di persone. Se non fosse che si può comunque scappare da tutto ma non da quel che si è, Maniero in questi anni non l'avrebbe mai vista una cella e si sarebbe potuto godere tutti i giorni in libertà, perfino con una nuova identità.
[...]
youtube
2 notes · View notes
rideretremando · 1 year ago
Text
"Non è un caso che una delle condanne inappellabili rivolte a Berlusconi, ovvero quella incentrata sull’antifascismo, sia sempre andata clamorosamente fuori bersaglio: il modello berlusconiano è sempre stato “totalmente altro” rispetto allo Stato etico, all’organicismo fascista, alla disciplina totalitaria. Il suo modello di leadership anarco-paternalista è in antitesi rispetto a qualunque modo di intendere la società come una totalità. D’altro canto, non si può neanche affermare che Berlusconi abbia tradotto in italiano il credo liberista thatcheriano per cui «non esiste la società ma solo gli individui», perché la sua concezione sociale è sempre stata imperniata su un istintivo e profondo spirito familista, cameratesco, nepotistico – che non è necessariamente favoreggiamento di associazione a delinquere ma, piuttosto, un certo modo consociativo e ammiccante di intendere i rapporti sociali, destinato certamente a sopravvivergli."
Luca Demontis
3 notes · View notes
anchesetuttinoino · 4 months ago
Text
Tumblr media Tumblr media
Guerriglia No Tav in Val di Susa: 55 denunciati
Tra questi, pure gli antagonisti dí Askatasuna (i capi sono a processo per associazione a delinquere), il centro sociale rosso occupato (sinonimo di degrado e illegalità) che il Pd vorrebbe legalizzare come “bene comune”.
5 notes · View notes