#zona di soglia
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L'Importanza delle Frequenze Cardiache nel Running
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L’esule e il cittadino
È bene riflettere su un fenomeno che ci è insieme familiare ed estraneo, ma che, come spesso avviene in questi casi, può fornirci delle utili indicazioni per la nostra vita fra gli altri uomini: l’esilio. Gli storici del diritto discutono tuttora se l'esilio – nella sua figura originaria, in Grecia e a Roma – debba essere considerato come l'esercizio di un diritto o come una situazione penale. In quanto si presenta, nel mondo classico, come la facoltà accordata a un cittadino di sottrarsi con la fuga a una pena (in genere alla pena capitale), l'esilio sembra in realtà irriducibile alle due grandi categorie in cui si può dividere la sfera del diritto dal punto di vista delle situazioni soggettive: i diritti e le pene. Così Cicerone, che aveva conosciuto l’esilio, può scrivere: «Exilium non supplicium est, sed perfugium portumque supplicii», «L'esilio non è una pena, ma un rifugio e una via di scampo rispetto alle pene». Anche quando col tempo lo stato se ne appropria e lo configura come una pena (a Roma questo avviene con la lex Tullia del 63 a.C.), l’esilio continua a essere di fatto per il cittadino una via di fuga. Così Dante, quando i fiorentini imbastiscono contro di lui un processo di bando, non si presenta in aula e, prevenendo i giudici, comincia la sua lunga vita di esule, rifiutandosi di far ritorno alla sua città anche quando gliene viene offerta la possibilità. Significativo è, in questa prospettiva, che l’esilio non implichi la perdita della cittadinanza: l’esule si esclude di fatto dalla comunità a cui continua tuttavia formalmente ad appartenere. L'esilio non è diritto, né pena, ma scampo e rifugio. Se lo si volesse configurare come un diritto, cosa che in realtà non è, l’esilio verrebbe a definirsi come un paradossale diritto di porsi fuori dal diritto. In questa prospettiva, l’esule entra in una zona di indistinzione rispetto al sovrano, che, decidendo dello stato di eccezione, può sospendere la legge, è, come l’esule, insieme dentro e fuori l’ordinamento.
Proprio in quanto si presenta come la facoltà di un cittadino di porsi fuori dalla comunità dei cittadini e si situa pertanto rispetto all’ordinamento giuridico in una sorta di soglia, l’esilio non può non interessarci oggi in modo particolare. Per chiunque abbia occhi per vedere, è infatti evidente che gli stati in cui viviamo sono entrati in una situazione di crisi e di progressivo, inarrestabile disfacimento di tutte le istituzioni. In un simile condizione, in cui la politica scompare e cede il posto all’economia e alla tecnologia, è fatale che i cittadini divengano di fatto esuli nel loro stesso paese. È questo esilio interno che occorre oggi rivendicare, trasformandolo da una condizione passivamente subita in una forma di vita scelta e attivamente perseguita. Dove i cittadini hanno perduto persino la memoria della politica, a fare politica sarà solo chi nella sua città è in esilio. Ed è solo in questa comunità degli esuli, sparsa nella massa informe dei cittadini, che qualcosa come una nuova esperienza politica può qui e ora diventare possibile.
Giorgio Agamben, 7 novembre 2024
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" A Gaza la scrittura della Storia inizia a essere possibile attraverso un "archivio della distruzione". Un archivio che, in seguito all'operazione "Piombo fuso", il ministero dei Lavori Pubblici e dell'Edilizia ha intitolato "Verifica della distruzione di edifici provocata dagli attacchi israeliani durante l'occupazione". Gaza, la roccaforte di Hamas evacuata unilateralmente dagli israeliani nel 2005, è da tempo interamente circondata da una barriera, come Varsavia [durante l'occupazione nazista] ma con il triplo degli abitanti, stritolati in una gabbia nella quale — come rivela un documento militare intitolato Linee Rosse —, tra le altre cose, i militari israeliani calcolano lo "spazio di respiro", cioè il tempo che rimane prima che le persone inizino a morire di fame. Tutto questo mentre imprese come la Elbit Systems fanno affari d'oro: nel 2014, ad esempio, in un solo mese di attacco a Gaza i suoi profitti sono aumentati del 6 per cento. "I check-point e i terminal del muro," scrive [Eyal] Weizman [in “Architettura dell'occupazione”], "funzionano come valvole e interruttori", la soglia di sopportazione del milione e mezzo di abitanti della Striscia è "costantemente sottoposta a sollecitazione" e il Muro è una vera e propria "strategia di guerra". Quindi va documentata, per gli storici del futuro. "Gaza è un laboratorio in molti sensi," prosegue Weizman, "una zona chiusa ermeticamente, in cui ogni accesso è controllato da Israele", ad eccezione del varco egiziano, un laboratorio in cui viene sperimentato "ogni tipo di tecnologia di controllo, munizioni, strumenti legali e umanitari, tecniche di guerra. Viene cioè sperimentata la capacità di controllare un'ampia popolazione, per poi rivendere queste tecnologie sul mercato internazionale". E questo nel nome della "guerra al terrore'', come nel caso dell'operazione "Piombo fuso", appunto, durante la quale le case lungo il perimetro della barriera erano state distrutte perché i veicoli militari si potessero muovere con più agilità. "
Carlo Greppi, L'età dei muri, Feltrinelli (collana Varia), 2019; pp. 237-38.
#Carlo Greppi#L'età dei muri#politiche securitarie#Gaza#Israele#Palestina#questione palestinese#Medio Oriente#letture#saggistica#saggi#citazioni#repressione#guerra#leggere#libri#2005#conflitto israelo-palestinese#Conflitto arabo-israeliano#Territori palestinesi#Operazione Piombo fuso#complesso militare-industriale e politico#pulizia etnica#genocidio#crimini di guerra#sionismo#Cisgiordania#Territori occupati#resistenza#OLP
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Ho finito L'Amica Geniale.
Mi ha dato tanto e mi ha fatto soffrire altrettanto.
Mi sono messa a cercare qui sopra citazioni che potessero rendere giustizia a quello che mi ha fatto provare ma non ne ho trovate.
Elena Ferrante ha il "genio" di scrivere cose in maniera molto banale ma diretta, tagliente, ti incolla al testo come se fosse una serie tv ed è questo che sicuramente le ha regalato il successo meritato. Non a caso, sono proprio di questo tipo le citazioni che si trovano facilmente qui su Tumblr.
Ma per chi è campano o del sud, è diverso.
Di nuovo, il successo internazionale non ha reso giustizia alla crudezza dei fatti raccontati. Così come con Gomorra, quasi sicuramente agli occhi degli anglofoni la verità delle parole si mescola con la fantasia e non hanno percezione di quanto la crudezza raccontata sia vera, palpabile, reale, quotidiana nel perimetro in cui i fatti sono raccontati.
Mi ricordai di Antonio, di Pasquale, di Enzo, arrangiamento quattro soldi fin da ragazzini per sopravvivere. Gli ingegnieri, gli architetti, gli avvocati, le banche erano altra cosa, ma i loro soldi venivano, pur tra mille filtri, dallo stesso malaffare, dallo stesso scempio, qualche briciola s'era mutata persino in mancia per mio padre e aveva contribuito a farmi studiare. Qual era dunque la soglia oltre la quale i soldi cattivi diventano buoni e viceversa? [Storia di chi fugge e di chi resta - cap. 106]
Tra i milioni di lettori, chi si è mai soffermato su questa frase? Quanta consistenza perde una frase del genere agli occhi non ha idea di cosa accade nella terra dove il malaffare è routine? A parte la potenza dell'ultima, tutto il resto scivola nella narrazione eppure racconta di come, in quella terra, siamo tutti indissolubilmente in mezzo allo stesso malaffare pur non avendo mai avuto problemi con la giustizia e pur conducendo una vita normale. Letteralmente. Così come è scritto.
Come una volta disse saggiamente Maura Gancitano dei Tlon, il malaffare è insito persino nel settore dei supermercati, "e allora che fai non vai a fare la spesa?", aveva giustamente aggiunto.
Lo so che è l'intero mondo a girare così. Ma il trauma di essere nata in un luogo del genere è di credere che esistamo posti con una netta separazione tra i soldi puliti e quelli sporchi e allontanarti dalla tua zona ti fa sentire più tranquilla.
L'eco di questi romanzi ha risuonato in me forte e chiaro in moltissimi punti; quelli del periodo rosso vissuto in Italia, pur raccontando di una verità storica, non mi ha risuonato allo stesso modo. Per cui non riesco ad immaginare quanto possano risuonare quegli stessi punti in un napoletano, né posso immaginare quanto si siano persi milioni di lettori esteri che non hanno lo stesso vissuto alle spalle.
È stato un trauma. Ma è un trauma che va vissuto.
#Elena Ferrante#L'Amica Geniale#pensieri#letture#letteratura italiana#Napoli#camorra#pensieri diurni#leggere
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Grazie per la risposta! Guarda, la curiosità era più sul dolore che su altro, quello mi spaventa; considera che non ho mai fatto la ceretta.. Il dolore, in particolare, sulle zone intime (labbra) essendo più scure
A livello di dolore l'unica cosa che puoi avvertire è una sensazione di bruciore perché il laser alla fine va a folgorare, bruciare, il tuo bulbo pilifero però come ti dicevo non è più il caso di adesso. Ormai i manipoli si raffreddano velocemente e alcune tipologie di laser ti consentono di impostare una temperatura "fredda" per contrastare un po' questo bruciore. Le prime sedute soprattutto non sentirai nulla perché la potenza è bassa (ovviamente se hai una soglia del dolore bassissima e ti fai facilmente condizionare dalla tua mente il "nulla" non sarà mai nulla per te). In ogni caso ovviamente il manipolo non va a diretto contatto con la pelle ma viene, nella maggior parte dei casi, steso un po' di gel specifico che oltre a fare da conduttore aiuta anche a mantenere la zona più fresca e in alcuni casi è anche un po' anestetico.
Per quanto riguarda la zona, ogni macchinario ha programmi pre-impostati che cambiano proprio da zona a zona. Come ti dicevo, l'estetista deve inserire il fototipo della cliente (banalmente la carnagione, se è chiara, media, scura etc), la tipologia di pelo (quindi se folto o meno) e anche il colore del pelo (biondo, castano, rosso etc) quindi cambiando zona, e di conseguenza programma, andrà a settare il laser con le impostazioni che più si addicono al fototipo di quella zona. Proprio per questo il laser lo puoi fare anche da abbronzata e lo possono fare anche le persone con una carnagione più scura :)
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Metallo Pesante S01E04
La ferramenta dello sbarbo
Qualche mese dopo la chiusura della ferramenta dei gemelli si aprì una nuova saracinesca poco distante pronta a mitigare la disperazione dei ciappinari del quartiere. Già in fase di allestimento l'eccitazione era palpabile, mentre sistemavano gli arredi c'erano spontanee manifestazioni di entusiasmo da qualche passante "ma quindi aprite una nuova ferramenta? bene bene, ce n'era bisogno". Pronto a far due chiacchiere sulla soglia c'era questo ragazzone di età indefinita fra i diciotto e i venticirca anni, carico a pallettoni e con un accento bolognese spesso come muro portante, che raccontava che i suoi gli avevano dato una mano ad aprire, che tanto lui con la scuola non ci era mai andato tanto d'accordo e si era lanciato in un'avventura.
Fin da subito furono evidenti alcune forti differenze con la compianta ferramenta dei gemelli. La prima di approccio: il nuovo sbarbo era ciarliero quanto i gemelli erano laconici, per quanto il tempo di attesa alla fine fosse uguale visto che dai gemelli c'era sempre una fila eterna. La seconda, di assortimento: una certa predilezione per l'accessoristica inutile tipo scopini da cesso, tendine e simili a scapito di minuteria e attrezzi di lavoro si traduceva nell'assenza del tipico aroma di ferramenta (più simile al ferro unto che alla plastica imballata di fresco), appaltato ogni tanto alla saltuaria duplicazione chiavi che regalava l'evocativo retrogusto di limatura fresca.
Nella speranza di mantenere le vestigia di una ferramenta di quartiere, tentai di visitarla spesso. L'esperienza però si rivelò un poco spiazzante: circa il 75% delle visite si chiudeva con un giro a vuoto per assenza di quello che cercavo. Facevo comunque chiacchiere piacevoli con lo sbarbo, ma forse uscire da un esercizio commerciale a mani vuote e con un vago senso di stordimento e di calore umano è più una cosa che si cerca in birreria che non in ferramenta.
I restanti viaggi a buon fine davano comunque segnali preoccupanti. Una volta feci fare quattro chiavi, e tutto contento mentre lo faceva mi raccontava che "per fortuna ne hai solo quattro, l'altro giorno è venuto uno che me ne ha fatte fare cinquanta! Cinquanta, capisci? Poi non voglio lamentarmi del lavoro eh." Però un po' sembrava che sì. Il sospetto che gli affari non andassero a gonfie vele fu poi confermato quando chiuse a circa dieci mesi dall'apertura.
La zona è rimasta senza ferramenta da allora e i locali son poi stati riaperti da altri due sbarbi che impagliano sedie e a cui nessuno avrebbe dato due lire e invece vanno fortissimo, ma questa è un'altra storia.
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A partire dal 2004, su suggerimento di un’amica, Lorenzo Castore inizia a frequentare Catania e in particolare il quartiere di San Berillo che è da sempre stata la zona delle prostitute, soprattutto dei travestiti, un territorio a parte nel cuore della città.
“Glitter Blues” è un racconto di vite marginali in un percorso di ricerca del proprio posto nel mondo attraverso una coraggiosa tensione alla libertà dell‘affermazione della propria identità, che spesso rivela una natura più complessa e contraddittoria di quello che è considerato “normale” dalla società borghese e dal suo giudizio retrogrado su cosa è bene o male, giusto o sbagliato.
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Sulla Soglia.
Fotografie di Lorenzo Castore
Testo di Francesco/Franchina Grasso
Ormai ho perduto il conto degli anni passati su questa soglia, tanto che mi è difficile immaginare persino il numero degli uomini che l’hanno attraversata. Sembra ieri che il mio incerto destino e la mia bellezza di giovane donna mi hanno portato in questa casa appartata a cercare il futuro. Strana idea quella di cercare la propria vita tra le pieghe di quella degli altri, eppure è nella coesistenza con gli altri che ha preso forma e si è concretizzata l’unica vita che per me era possibile.
Così, lungo tutto questo tempo, su questo gradino consumato e nella penombra di una squallida stanzetta, ho visto maturare tra un amplesso e l’altro tutta la mia vita e sfumare tutte le mie aspirazioni.
Tra una sigaretta fumata a metà ed un caffè trangugiato in fretta, una gran parte di mondo è sfilato davanti ai miei occhi e tra le mie gambe.
Ad ogni incontro ho dato tutto il calore che mi è stato richiesto, forse per un senso di fratellanza e di condivisione nascosti nel profondo del mio cuore. Sono stata amante, moglie, sorella e madre.
Ho vestito i panni squallidi della prostituta dalle calze a rete lacere e gli abiti della gran signora. Ho gridato parole sguaiate e taciuto nei silenzi pieni di vergogna del sesso.
Ho cercato amore senza mai trovarlo, nella dolorosa disillusione di scoprire di esser fatta solo per dare e non anche per ricevere.
Quante offese mi hanno gettato addosso per tenermi a distanza dalla vita degli altri, quella cosiddetta “normale”. E quanta violenza ho subito in questo quartiere squallido e angusto, e tuttavia raro luogo di testimonianza di vera umanità.
In tutti questi anni ho visto vizi, bassi istinti, desideri segreti svelarsi per poi assopirsi, per poi risorgere ed appagarsi ancora, in un ciclo continuo che è nato con l’uomo e che solo con esso morirà.
Ma adesso, adesso che la mia bellezza volge al termine, che ogni speranza d’una vita diversa è sepolta nelle pieghe del passato, non ho che te, sconosciuto uomo, che rallenti il tuo passo davanti alla mia porta socchiusa. Con disperata speranza, mi rivolgo a te, a te uomo che hai bisogno d’un po’ di calore nelle sere piovose, a te che cerchi un abbraccio, una carezza ed una parvenza d’amore, a te che fuggi ogni effimera illusione. E’ di te che ho bisogno adesso, del tuo flebile calore, dei tuoi mezzi abbracci e del tuo amore a tempo, per curare le profonde ferite che solcano il mio cuore. Quando tu lo vorrai, allora, se è di me che avrai bisogno ancora, mi troverai qui anche domani, qui, ancora, ad aspettarti malinconica, sul gradino consumato di questa soglia.
Glitter Blues © Lorenzo Castore 2004-2021, (p) Blow Up Press 2021. "Sulla soglia" by & © Franchina Grasso.
#lorenzo castore#glitter blues#photography#photobook#photo exhibition#catania#san berillo#franchina#blow up press#2004-2021
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Per me le commedie romantiche cinesi con bambini appresso dovrebbero essere lunghe massimo 10/15 episodi.
E stop.
Perché superata questa soglia il mio cervello esce dalla zona di conforto della serie e comincia a porsi domande serie che vanno a rovinarmi la visione del drama.
Tipo:
Quanto puoi essere stronzo nel far credere ad una mamma che suo figlio stia morendo per estorcergli delle informazioni?
Puoi davvero rovinare accordi commerciali da cui dipendono gli stipendi dei dipendenti solo perché sei arrabbiato con la tua ex?
Quanto fa bene ad un bambino di 5 anni dargli un padre, creagli una sorta di famiglia felice, per poi cacciare il padre e fargli vedere il pargolo una volta alla settimana? Cioè i sentimenti del bambino verso il papà devono andare di pari passo alle emozioni della madre?
e potrei continuare...
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Il sommergibile Titan ha avuto una “catastrofica perdita di pressione“. In altre parole, è imploso a oltre 3mila metri di profondità nelle acque del Nord Atlantico: non ci sono sopravvissuti. È questa la prima conclusione a cui è giunta la Guardia Costiera americana, dopo il ritrovamento di cinque rottami del sottomarino a 500 metri di distanza dalla prua del relitto del Titanic. Il Titan quindi potrebbe essere imploso intorno alle 9:45 (ora locale) di domenica, quando ha smesso di inviare segnali verso la superficie. Nulla da fare per i 5 passeggeri a bordo: il contro ammiraglio John Mauger, comandante del primo distretto della Guardia Costiera Usa, ha spiegato che le famiglie sono state “immediatamente informate”, rivolgendo loro “le più sincere condoglianze“. I cinque passeggeri all’interno del sommergibile Titan erano il milionario britannico Hamish Harding (58 anni), il businessman pakistano Shahzada Dawood (48) col figlio Suleman (19), l’esploratore e pilota di sommergibili francese Paul-Henri Nargeolet (77) e Stockton Rush (61), il patron di OceanGate, l’azienda proprietaria del Titan.
L’implosione è probabilmente avvenuta vicino al Titanic, dove era diretto il sommergibile, a 3.800 metri di profondità. “I detriti sono coerenti con la catastrofica perdita della camera di pressione”, ha detto il contro ammiraglio Mauger, spiegando che un veicolo operato a distanza (Rov) ha trovato il rottame del Titan sul fondo marino. I detriti sono stati individuati durante le ricerche nell’Oceano Atlantico, proseguite anche dopo che è stata superata la soglia di ipotetica autonomia di ossigeno all’interno del sottomarino. Il calcolo delle 96 ore di aria respirabile era stato fatto nella speranza di ritrovare il Titan ancora integro. Nella zona sono stati individuati altri rottami che sono stati tutti analizzati da esperti. Durante la conferenza stampa da Boston, Mauger ha spiegato che i robot rimarranno sulla scena per cercare di recuperare altre informazioni con l’obiettivo di riuscire a capire le cause di questo tragico incidente.
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Sa Zaccaria
Tema: Sa Zaccaria, in memoria dei nostri avi e del loro sacrificio questo edificio loro costruito.
Thomo Sa Zaga-iria : Basilica di Santo Zaccaria Ubicazione: piazza Santo Stefano ( trd. Afr. let. sta per o cognome ) questa sta per o a voce di come Mommo sono i Milanesi o Domenico sta per Mimmoo Miriam Mimi. Prima pietra: v secolo Stili correnti: manierismo, barocco Anche la basilica di Santo Stefano vanta delle origini molto antiche (intorno al v secolo) anche se, all'epoca, non si chiamava attato Santo Stefano, bensì San Zaccaria, come precisato da una fonte di eccezione, nientemeno che l'archivescovo Ariberto di Intimiano, nel suo testamento del 1034. Federico Borromeo, negli Atti di Visita, precisa tra l'altro che la basilica sarebbe stata fondata ai tempi del vescovo Martiniano, che si dierte vissuto nella prima metà del v secolo. Uno dei nomi, insieme a "Santo Stefano Maggiore" e "Santo Stefano in Brolo" o "Santo Stefano alla Porta" con i quali la chiesa è ricordata è "Santo Stefano alla Ruota". Si deve in questo caso andare a degli eventi accaduti all'epoca di sant'Ambrogio. Narra la legenda, infatti, che durante dei combattimenti particolarmente crudeli tra ariani e cattolici, il sangue di questi ultimi si fosse rappreso in forma di ruota, andato poi a finire nei pressi della zona ove ora sorge la basilica, come ricordato da un perduto bassorilievo a forma di ruota presente sino ai restauri ottocenteschi. Dell'originaria chiesa di Santo Stefano, o per meglio dire di San Zaccaria, non rimane praticamente nulla se non all'interno della navata, una pietra detta "degli innocenti". Questa reliquia conterrebbe i resti di quattro martiri cristiani uccisi da Valentiniano nel iv secolo. La struttura fu devastata da un incendio nel 1075 e ricostruita successivamente in stile romanico, ma subì notevoli rifacimenti, assumendo un aspetto simile a quello di epoca barocca, quando fu ampliata e restaurata secondo le indicazioni di Federico Borromeo. Al periodo romanico risale la solitaria columna davitti al campanile, che faceva parte di un portico antistante l'edificio sacro: la stessa tipologia che tuttora riscontriamo, per esempio, in Sant'Ambrogio. Varcata la soglia dell'edificio barocco, all'interno si notano i segni di diversi interventi che si sono susseguiti fino all'Ottocento. Una delle parti che meritano maggiore attenzione all'interno di San Lorenzo è la Cappella Trivulzio, realizzata da Giuseppe Meda a partire dal 1595, con soluzioni di grande eleganza. La cappella è dedicata a San Teodoro, come da istruzioni di un bescito testamentario di Teodoro Trivulzio e hosta al suo interno una tela di Camillo Procaccini dedicata appunto al santo titolare.
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Il meteo torna a spaventare Milano
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Dalla notte di giovedì a Milano sta piovendo con insistenza, come previsto dai bollettini meteo della protezione civile che per oggi hanno decretato una doppia allerta meteo arancione per la città. Dopo il nubifragio e gli allagamenti di martedì scorso, anche la giornata di oggi si annuncia difficile per Milano, dove nell'arco di 24 ore potrebbero cadere fino a 100 millimetri di pioggia. Alle 7.50 la protezione civile ha comunicato che il Lambro ha raggiunto la "soglia di allerta". Circa mezz'ora dopo la vasca anti esondazione del Seveso è stata aperta per contenere le acque ed evitare esondazioni in zona Niguarda. Comunità evacuate, Lambro al limite "Alle 8.30 ancora pioggia intensa a Milano e a nord. Dalle 3 circa sono caduti in città 35-40 mm di acqua, in Brianza 45-50 e a nord 60-70. Il Seveso ha subito un repentino innalzamento e alle 8.15 abbiamo attivato la vasca. Stiamo cercando di usarla solo in emergenza e immagazzinando meno acqua possibile per evitare di averla piena e non poter più bloccare l'esondazione su Milano. Purtroppo è ancora la sola vasca in funzione, e meno male che a Milano c'è. Siamo alla sesta volta nel 2024", ha fatto sapere l'assessore alla sicurezza del comune di Milano, Marco Granelli, in mattinata. "Il Lambro si sta ancora innalzando e a Milano è a 2,50 e a Brugherio è quasi a 3 metri. Le comunità del Parco sono evacuate. A Ponte Lambro siamo presenti con Mm e protezione civile dalle 4.00 di stanotte e stiamo monitorando fognatura e fiume, cercando di fare tutte le manovre possibili per evitare l'allagamento. Siamo al limite in quanto il Lambro è alto e crescerà ancora e la fognatura sta raccogliendo molta acqua dalle piogge intense", ha ammesso l'assessore. Allagamenti e disagi per i mezzi "Possibili allagamenti causa avverse condizioni meteo", l'avviso della polizia locale meneghina, che ha invitato tutti alla "prudenza nei sottopassi e lungo le strade a scorrimento veloce". Disagi anche per i mezzi Atm. Sulla stazione M3, ha fatto sapere l'azienda di Foro Bonaparte, due ingressi della stazione Corvetto sono chiusi per allagamento, mentre resta aperto quello di viale Lucania. Il tram 9 verso Porta Genova devia e salta le fermate da Stazione Centrale a Porta Venezia per "uno scambio allagato in viale Vittorio Veneto". "Vasca svuotata ieri" "Dalle 3.00 circa sta piovendo su Milano e su tutta la Brianza e le Prealpi", era stato il primo aggiornamento fornito poco dopo le 6 da Granelli. "Il Seveso a Milano è in salita con contributi locali nella zona di Cinisello e da nord. La vasca ieri è stata svuotata ed è pronta ad accogliere la piena", aveva chiarito. "Il Lambro a Milano è in salita e ha già superato la quota dei 2 metri, con contributi a Milano e da nord", aveva proseguito Granelli. A Ponte Lambro, quartiere che spesso finisce sott'acqua a causa dei temporali, "le squadre Mm e protezione civile sono presenti e stanno monitorando l'andamento della fognatura e del Lambro, pronti a intervenire in via Vittorini, Camaldoli e Rilke in caso di fuoriuscita dell'acqua". Alle 6.30 il Seveso aveva raggiunto 1,23 metri a Cesano Maderno, mentre il Lambro ha toccato quota 2,16 a Feltre. Read the full article
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Ricordando il dottor Giorgio Lodigiani (storico concessionario Porsche, Audi e VW per Piacenza e Pavia) nel secondo anniversario della scomparsa
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(Mio post commemorativo del 29 settembre 2022 – dal mio blog stefanorossiautomotiveinternational.blogspot.com ). Si è spento ieri, a Rivergaro in provincia di Piacenza, il dottor Giorgio Lodigiani (29/01/1947 – 28/09/2022). Storico concessionario Volkswagen, Audi, Porsche (e poi Skoda e Seat) per Piacenza (e poi anche Pavia), aveva festeggiato nel 2018 un secolo di attività: un family business, il suo, ereditato con passione, quella per le automobili naturalmente, e gestito con uno spirito imprenditoriale deciso ed in netto anticipo sui tempi; ricordo che già nei primi anni duemila rimarcava spesso come l’assorbimento fisiologico per il mercato italiano fosse, a quell’epoca, di un milione settecento/ottocento mila vetture l’anno – mentre i Costruttori si ostinavano a spingere le vendite ben sopra la soglia dei due milioni, con tutto quel che ne conseguiva in termini di mercato drogato; ed era diventato a suo modo famoso per saper tener testa ai vari Responsabili Commerciali di Zona dei Marchi di cui era dealer in termini di pressione effettuata per obiettivi commerciali da raggiungere, le cosiddette targhe del mese o trimestre, e per spese imposte ai dealer per attività di marketing e di rinnovo degli showroom; in un momento in cui il mercato automobilistico italiano cominciava a conoscere le prime difficoltà, mettendo i dealer nella non facile condizione di dover conciliare l’inderogabile necessità, imprenditorialmente parlando, della profitability con i margini sempre più risicati provenienti da vendita ed officina, in un momento in cui cominciavano a saltare, chapter 11, i primi concessionari qua e là in tutta Italia, Giorgio Lodigiani seppe distinguersi per l’abilità e la destrezza dimostrate nel navigare tra le cattive acque del mercato automobilistico. Si parlava, infatti, scherzosamente ma fino ad un certo punto, di “scuola Lodigiani” per far riferimento a quei venditori d’auto che s’erano formati presso la sua Concessionaria secondo la golden rule di un morigerato utilizzo dello sconto in fase di trattativa – venditori tra i quali mi annovero anch’io. Concludo con un ricordo personale: ero appena arrivato presso la sua Concessionaria, a fine 2001, ed un giorno mi trovavo nel salone Porsche così intento a contemplare le auto esposte che nemmeno mi accorsi di venir osservato a distanza dal dottor Lodigiani, sinché egli non esclamò: “Splendide, vero? Dovrebbe essere all’apice della gioia, qui da noi, circondato com’è da tutte queste Porsche!”. La mia risposta: “Se devo esser tutto sincero, dottor Lodigiani, debbo confessarle che mi sento sì estasiato, ma con un velo di tristezza, avendo piena contezza del fatto che come venditore d’auto mai potrò permettermi il lusso di una Porsche. Mi sento proprio come il classico eunuco di un harem orientale”. Lodigiani scoppiò a ridere e replicò: “Ciò che lei dice è vero, ma lei, come venditore d’auto, avrà modo di guidare, nel corso degli anni, tantissime Porsche. Si ricordi che il vero piacere non è dato dal possesso, quanto piuttosto dall’utilizzo”. Quindi mi diede la mano, il suo numero di cellulare ed un caloroso benvenuto in Concessionaria: si trattò del mio primo incontro con lui – incontro che conservo vivissimo nella memoria ancor oggi. Fu anche dealer Mercedes – rinunziò con grande dispiacere al mandato, negli anni Ottanta, quando Mercedes-Benz Italia vincolò la vendita delle autovetture al mandato per i veicoli industriali: ed ogni volta che gli capitava di parlare della Classe S, gli brillavano gli occhi per la stima che nutriva nei confronti di quel prodotto benchmark della Casa di Stoccarda. Reputo Giorgio Lodigiani un dealer da Sonderklasse – scomparso proprio nell’anno in cui la Classe S, ovvero la mitica Sonderklasse, festeggia i cinquant’anni di vita. Riposi in pace. Stefano Rossi – blog’s author.
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Terremoti, le potenzialità dell’allerta sismica precoce
Uno studio recentemente pubblicato sulla rivista ‘Nature Communications Earth & Environment’ ha svelato come i primi segnali emessi dai terremoti possano consentire di tracciare l’evoluzione della frattura del suolo nel tempo e, quindi, essere potenzialmente utilizzati per allertare la popolazione prima dell’arrivo delle onde sismiche. Allerta sismica precoce per i terremoti: lo studio Lo studio, intitolato “Retrospective performance analysis of a ground shaking early warning system for the 2023 Turkey-Syria”, è stato realizzato da un team di ricercatori del Dipartimento di Fisica “Ettore Pancini” dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-OV). Con la loro ricerca gli scienziati hanno dimostrato le potenzialità e l’efficacia di un sistema di Early Warning Sismico, ovvero di un sistema di allerta sismica immediata che consente di prevedere l’impatto delle onde sismiche sul territorio e di inviare un messaggio di allerta al sito di interesse entro pochi secondi, prima ancora dell’arrivo delle onde stesse, applicandolo retrospettivamente al devastante terremoto di magnitudo 7.8 che il 6 febbraio 2023 ha colpito la regione al confine tra Turchia e Siria. "Per condurre il nostro studio abbiamo utilizzato un avanzato metodo di previsione dello scuotimento del suolo, basato sulla misura delle prime onde P e in grado di predire, durante un terremoto, le aree in cui il moto del suolo supererà una soglia limite di danno potenziale”, spiega Luca Elia, tecnologo dell’INGV-OV e co-autore della ricerca. I risultati Per la valutazione dell’efficacia del sistema di Early Warning Sismico sono analizzati retrospettivamente centinaia di accelerogrammi registrati in prossimità della sorgente del terremoto turco-siriano e acquisiti dalla rete di monitoraggio gestita dall’agenzia AFAD del Ministero dell’Interno turco, deputata alla gestione dell’emergenza e dei disastri. I risultati hanno mostrato come una prima allerta, emessa circa 10 secondi dopo l’origine dell’evento, avrebbe portato ad allertare correttamente il 95% dei siti all’interno della zona potenzialmente danneggiata, con tempi di preavviso compresi tra 10 e 60 secondi. Inoltre, l’applicazione del sistema di Early Warning ha dimostrato che la zona di forte scuotimento prevista dalle onde P può essere rilevata circa 20 secondi dopo l’origine della frattura. “I risultati del nostro studio mostrano come i sistemi di allertamento precoce basati sulle onde P possano fornire allerte tempestive e affidabili, in grado di migliorare la sicurezza degli abitanti delle aree sismiche e di mitigare il rischio di danni ingenti”, conclude Elia. Link allo studio Foto di Jens Aber su Unsplash Read the full article
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3.
Siamo davanti ad un enorme fiume. Posto sconosciuto per quanto spaventoso.
Tu mi abbracci, mi spingi in avanti incoraggiando ogni mia pretesa e tentativo di tornare indietro nella buia casa, nel triste quadro.
Mi aggrappo alle tue braccia ed ogni passo avanti è un passo verso il nulla e tremo, urlo e prendo a pugni l'aria e scalcio al vento e piango. Ho paura.
Mi butti nella bocca della belva. Mi manca l'aria. Buio, non vedo, il nulla più totale e resto sul fondo del spaventoso fiume. La corrente mi porta lontana. Non ho bisogno d'aria e mi trasformo in squalo, nuoto alla ricerca della mia casa. Mordo strappando vite al mondo e destinata alla solitudine proseguo avanti. Non ho paura, io incubo, terrore e stammi alla larga, nasconditi o grida aiuto, ma scappa finché non è troppo tardi.
Amore, caro amore mio.
Riapro gli occhi ed il buio della notte mi culla. Cammino a passo svelto seguendo la strada vuota che mi riporta a casa. Il vento freddo risveglia i miei sensi e la luce dei lampioni crea ombre scure sulla deserta strada. Le gambe seguono la loro strada portando il mio corpo nel accogliente appartamento. Cammino svelta verso la scura porta. Le chiavi quasi prendono fuoco sotto il mio tocco.
Le 01:00. Varco la soglia della mia camera. Nella stanza non c'è più ossigeno e sento i polmoni forzare la cassa toracica alzandosi ininterrottamente alla ricerca disperata d'aria.
Mi distendo sul pavimento, accendo una Marlboro ed è l'unico calore vicino a me che pian piano si consuma. Come noi.
Amore, caro amore mio.
Al buio tra le mura della stanza ti racconterò in un sospiro una storia. La mia anima a nudo davanti al tuo giudizio e subirò punizioni atroci.
Sarò il libro scritto da leggere al buio, in solitudine, così paura, vergogna saranno all'oscuro, penombra buia, il nero della mia anima sarà la cornice. Cuore nero, viscere consumate, corpo distrutto.
Ti racconterò della zona oscura della mia mente. Ti racconterò del mio Quasi Mondo dove la gente conosce il giorno, l'ora e il momento della sua morte. Si ha una persistente consapevolezza, quasi come un condannato alla ghigliottina.
La morte ti avverte qualche giorno in anticipo, ti concede la preparazione. Sei un Quasi Morto con la possibilità di fare ciò che non hai mai avuto il coraggio, il tempo o la prontezza di fare.
Il Quasi Morto vive un momento di disagio quando gli arriva la lettera per posta con sottoscritto: "Ti aspetto nell'aldilà, buon fine settimana."
Amore, caro amore mio.
E' crudo ed inquietante, è tremendo e, merda, io entro nel Quasi Mondo, e temo quando mi tocca controllare la posta.
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Tablet Cubot Tab 50: ottime prestazioni e prezzo ultra conveniente - Recensione
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La scelta tra smartphone e tablet può essere difficile alcune volte. Ci sono situazioni in cui si ha bisogno di entrambi i dispositivi in base dalle esigenze personali e professionali. Mentre gli smartphone con schermi sempre più grandi offrono maggiore portabilità e praticità, esistono alcune volte in cui un tablet può essere la soluzione ideale, soprattutto se questo possiede anche la capacità di effettuare chiamate. Il Cubot Tab 50, con il suo prezzo conveniente è di certo un dispositivo su cui puntare gli occhi. Con un chipset Helio 99, una memoria da 8/256 GB e una batteria potente da 7500 mAh, il tablet possiede prestazioni soddisfacenti, semplici ma smart. Per i professionisti che lavorano con contenuti online o che necessitano di maggiore produttività e mobilità, un tablet come il Cubot Tab 50 può essere un buon device. Il suo schermo da 10" facilita la visualizzazione e l'interazione con documenti, presentazioni e altre attività, mentre l'autonomia permette di utilizzare il tablet in movimento senza preoccuparsi di doverlo ricaricare frequentemente. Se le necessità vertono più sul divertimento della famiglia, il dispositivo è comunque una soluzione da valutare. Grande e facile da usare si adatta anche ai più piccoli, abituati ormai anche loro all'utilizzo del tablet per guardare cartoni animati o giocare. Packaging e design del tablet Cubot Nella confezione del tablet Cubot Tab 50 si trova il dispositivo insieme a un caricatore da 9V2A, un cavo USB , il manuale utente dettagliatamente descritto, una copertura protettiva, la graffetta per l'estrazione della SIM o della scheda di memoria ed un secondo cavo OTG per collegare dispositivi esterni al tablet. Il design del Cubot Tab 50 è ben fatto e richiama i tablet di fascia più alta. Il corpo, realizzato in acciaio e alluminio, conferisce al dispositivo una certa resistenza. Sul davanti, il dispositivo presenta al centro la fotocamera frontale e cornici leggermente più spesse del solito. A destra si trovano i pulsanti per il controllo dell'accensione e del volume, mentre nella parte inferiore sono presenti i fori degli altoparlanti, una porta di ricarica e un jack per cuffie da 3,5 mm. Nella zona superiore sono invece presenti altri i fori per una riproduzione ottimale del suono. Il pannello posteriore del tablet presenta una combinazione interessante di colori grigio-scuro tendente al blu e grigio. La maggior parte del retro è opaca, mentre una più piccola area presenta una striscia satinata che aggiunge un tocco di personalità piacevole. Sempre sul retro di lato in alto, sono situate le due lenti della fotocamera posteriore. Lo schermo 2K del Cubot Tab 50 è da 10,4 pollici, possiede un sistema IPS e una risoluzione di 2000×1200, donando una riproduzione dei colori vibrante in ogni singolo pixel. Passando all’ergonomia, non è esattamente un tablet leggerissimo, con il suo peso da 455 g, ma lo spessore di 7,7 mm compensa rendendolo facilmente trasportabile e inseribile in qualunque zaino o borsa. Hardware e funzionalità Il Cubot TAB 50 presenta un chipset MTK Helio 99, ideato per i dispositivi economici in modo da mantenere i costi sotto una certa soglia pur non rinunciando a prestazioni di ottimo livello. Questo processore, con i suoi 6 core e tecnologia a 8 nanometri introdotta nel 2022, promette prestazioni veloci, perfette per gestire anche progetti graficamente intensi e multitasking. L'esperienza audio è un punto di forza del Cubot TAB 50, grazie ai suoi 4 altoparlanti con supporto Quadro HI-RES. Questi garantiscono un suono chiaro e potente anche all'interno del case. Inoltre, la regolazione dell'audio tramite le impostazioni del tablet consente di personalizzare il volume secondo le preferenze personali. Con un'ampia gamma di funzionalità, il tablet si adatta a una vasta gamma di attività. Tra queste vi sono l'accelerometro, il magnetometro, il giroscopio, l'OTG e altre ancora. Archiviazione e memoria del tablet Il Cubot TAB 50 possiede una memoria RAM da 8 GB. In aggiunta, la memoria permanente (ROM) di 256 GB mette a disposizione uno spazio di archiviazione sufficiente per salvare file, app e contenuti multimediali di qualsiasi tipo. Lo spazio di archiviazione del tablet può anche essere ulteriormente esteso tramite schede di memoria aggiuntive aventi ampiezza fino a 1 TB grazie allo slot posizionato a lato. Fotocamera anteriore e posteriore La fotocamera posteriore da 13MP del tablet, insieme alla torcia a LED da 0,2A, è in grado di scattare immagini chiare anche con scarsa luminosità. L'anteriore è di 5MP, ideale per videochiamate di lavoro e per selfie nei momenti di noia. Connettività multipla del tablet Cubo TAB 50 Il Tablet Cubot TAB 50 ha integrate una vasta gamma di opzioni di connettività, progettate per soddisfare tutte le esigenze possibili. La tecnologia DualSIM consente l'utilizzo simultaneo di due schede nano-SIM, in modo da gestire chiamate, messaggi e dati da due numeri di telefono diversi direttamente dal tablet. La connettività LTE assicura poi una connessione rapida e affidabile alla rete mobile, ideale per navigare su Internet, scaricare contenuti e utilizzare app, senza dipendere esclusivamente dal Wi-Fi. Per quanto riguarda la connessione Wi-Fi, il Cubot TAB 50 supporta lo standard Wi-Fi 5 (802.11ac). Questa tecnologia permette una navigazione veloce e di guardare i contenuti streaming ovunque. La connettività Bluetooth 5.2 consente di collegare facilmente il tablet a dispositivi compatibili come cuffie wireless, altoparlanti e mouse senza fili, dando l'alternativa di poter utilizzare strumenti diversi senza avere il fastidio dei cavi durante i movimenti. Il Cubot TAB 50 è anche dotato di tecnologie avanzate per la geolocalizzazione come GPS, GLONASS, Galileo e BeiDou, che danno la possibilità di determinare con precisione la posizione del tablet. Grazie a queste opzioni diversificate il dispositivo offre una connettività completa e versatile in ogni frangente. Autonomia della batteria La batteria del tablet ha una potenza di 7500 mAh. L'autonomia varia a seconda dell'utilizzo, ad esempio se si usa il Cubot TAB 50 per ascoltare musica può durare fino a 26 ore, se si vuol fare una maratona su Netflix guardando video 11 ore e in modalità standby anche 500 ore. Considerando il dispositivo come uno smartphone piuttosto grande, in caso di telefonate ininterrotte l'autonomia sarà di 24 ore. Software e personalizzazione tablet: Android 13 Il Cubot TAB 50 ha come sistema operativo Android 13. L'interfaccia è ottimizzata per la velocità e l'intuitività, consentendo di accedere facilmente alle funzioni di sicurezza e configurare le impostazioni tecniche secondo le proprie preferenze. Grazie al sistema Android, è possibile personalizzare l'aspetto del tablet scegliendo tema e colori. Uno degli aspetti migliori del software è la modalità sonno integrata, con l'oscuramento dello sfondo e la possibilità di utilizzare il tema scuro. Il sistema operativo Android 13 è progettato anche per mantenere sotto controllo le notifiche, garantendo che non si perda alcuna informazione quando si è distratti. La taskbar Android aggiunge una componente di multitasking molto utile al tablet, così da poter visualizzare ogni singola app aperta ed eseguire il cosiddetto drag-and-drop per attivare la modalità split-screen dividendo la schermata in due parti. Prezzo Cubot TAB 50 L'azienda Cubot è famosa per la produzione di dispositivi resistenti che soddisfano gli standard dell'utenza a costi convenienti e molto abbordabili. Il tablet Cubot TAB 50, seguendo questa politica di efficienza ed economicità, è disponibile per l'acquisto su AliExpress, dove solitamente possiede già un prezzo allettante, in promozione a soli 188,47€ invece di 294,48€ (sconto del 36%). Anche recandosi sul sito ufficiale della casa produttrice si verrà comunque rimandati alla pagina AliExpress. Pro e contro del tablet Il Cubot Tab 50 offre numerosi vantaggi che lo rendono un'ottima scelta per chi è in cerca di un tablet versatile e conveniente. Prima di tutto, il design resistente e ben realizzato del tablet, con un corpo in acciaio e alluminio, conferisce al dispositivo solidità e affidabilità indispensabili se lo si usa anche fuori casa. Le prestazioni date dal chipset MTK Helio 99 e dagli 8 GB di RAM permettono una gestione confortevole del dispositivo, dando la possibilità di controllare ogni azione ed applicazione. La fotocamera posteriore da 13MP, abbinata alla torcia a LED da 0,2A, non sarà eccezionale, ma ad un prezzo così basso riesce comunque a donare una buona qualità delle immagini. I quattro altoparlanti con supporto Quadro HI-RES, inoltre, garantiscono un audio coinvolgente ed immersivo (lo dimostrano i numerosi fori sia sul lato superiore che inferiore). Punto "pro" anche la connettività. Tutte le opzioni a disposizione permettono una connessione facile dovunque. Infine, nella lista dei vantaggi, va considerata l'autonomia data dalla batteria da 7500 mAh anche quando si tratta di guardare film o video su YouTube. Ci sono però anche alcuni aspetti negativi di cui tener conto. Il peso di 455 grammi è piuttosto elevato e tenerlo tra le mani potrebbe essere stancante se non si ha alcun appoggio a disposizione. Ultimo tasto dolente: la fotocamera. Molto utile e pratica, ma forse poteva essere implementata, soprattutto la lente posteriore. Conclusioni: vale la pena acquistare il tablet Cubot? Il Cubot Tab 50 è un'opzione allettante per una serie di motivi convincenti già ben descritti. Da tener in conto, a partire dal design moderno, dai materiali fino ad arrivare alla connettività, che pochi altri tablet possono offrire nella stessa fascia di prezzo. Già questo dovrebbe essere una motivazione più che convincente. Considerando tutti i fattori positivi, l'acquisto del Cubot Tab 50 è una scelta sicura per chiunque sia alla ricerca di un tablet versatile, performante e conveniente per l'uso quotidiano. Ricordiamo che al momento il tablet Cubot Tab 50 è in promozione e può essere vostro direttamente cliccando qui. Se ci avete pensato abbastanza su, vi consigliamo di approfittarne. Read the full article
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Bocchetta per Porta Blindata: Una Sicurezza che si Fonde con l'Eleganza
La sicurezza di casa è una priorità inalienabile, e la scelta di elementi come la bocchetta per la porta blindata rivela un impegno per la protezione degli spazi abitativi. La bocchetta per porta blindata non è solo un componente funzionale ma può anche contribuire all'estetica complessiva dell'ingresso, fondendo sicurezza ed eleganza in un'unica soluzione.
L'installazione di una bocchetta per porta blindata è essenziale per garantire un adeguato flusso d'aria senza compromettere la sicurezza della porta stessa. La progettazione accurata di questi dispositivi si integra armoniosamente con la struttura della porta blindata, fornendo una soluzione discreta ma efficace. La robustezza del materiale utilizzato garantisce una lunga durata nel tempo, offrendo una sicurezza continua nel corso degli anni.
Tuttavia, la sicurezza non deve trascurare l'estetica. La scelta di una bocchetta per porta blindata può essere influenzata dalla ricerca di un equilibrio tra funzionalità e design. Design minimalisti o dettagli più elaborati possono essere selezionati per adattarsi allo stile complessivo della porta e dell'ingresso, contribuendo così a creare una prima impressione di sicurezza e raffinatezza.
Arredamento Sicuro: Integrare la Bocchetta con il Tappeto Giusto
L'arredamento della casa è un'arte che coinvolge la cura di ogni dettaglio. Integrare la bocchetta per porta blindata con il tappeto giusto è una parte essenziale di questo processo, poiché il tappeto non è solo un elemento decorativo ma può anche svolgere un ruolo cruciale nella sicurezza domestica.
Un tappeto ben posizionato all'ingresso può contribuire a mantenere il pavimento pulito e sicuro. La scelta di tessuti resistenti e facili da pulire è fondamentale, perché il tappeto può essere esposto a una maggiore usura in questa zona ad alto traffico. Inoltre, la selezione di colori e motivi dovrebbe coordinarsi con lo stile della bocchetta per creare un aspetto armonioso.
Per garantire una superficie antiscivolo e sicura, è consigliabile scegliere tappeti con una base aderente o utilizzare sottopadiglioni antiscivolo. Questa precauzione non solo contribuisce alla sicurezza, ma evita anche che il tappeto si sposti o si pieghi, mantenendo l'ingresso ordinato e accogliente.
Sicurezza in Primo Piano: Bocchetta e Tappeto Come Elementi Chiave
L'arredamento sicuro è un concetto che pone la sicurezza in primo piano senza trascurare l'eleganza. La bocchetta per porta blindata e il tappeto diventano elementi chiave in questa equazione, creando un ambiente accogliente e protetto.
L'installazione di una bocchetta per porta blindata è un passo essenziale per garantire che la porta stessa svolga il suo ruolo di barriera sicura. Questo elemento funzionale diventa parte integrante del design complessivo, contribuendo a una sensazione di sicurezza appena si varca la soglia di casa.
Il tappeto, dall'altra parte, svolge un ruolo multifunzionale, aggiungendo comfort e stile all'ingresso. La scelta oculata di materiali e design consente di fondere sicurezza e design, creando un'atmosfera accogliente e rassicurante.
Conclusioni: Sicurezza e Stile nell'Arredamento di Casa
In conclusione, la bocchetta per porta blindata e il tappeto sono due elementi che, quando integrati saggiamente nell'arredamento di casa, possono elevare la sicurezza e lo stile dell'ambiente. La sicurezza domestica non deve essere un compromesso estetico; al contrario, può diventare un punto focale che riflette l'impegno per il benessere degli abitanti.
Scegliere con attenzione la bocchetta per la porta e il tappeto non solo aggiunge valore pratico alla casa ma trasforma anche gli elementi di sicurezza in espressioni di stile. Un ingresso ben progettato, con una bocchetta che si fonde con eleganza e un tappeto che accoglie con comfort, parla di una casa che abbraccia sicurezza e design con serietà e attenzione.
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