Tumgik
#wongraven
Text
Tumblr media
Wongraven | Fjelltronen
June 26th, 1995
Norway
52 notes · View notes
beastofmetal666 · 3 months
Text
𝖂𝖔𝖓𝖌𝖗𝖆𝖛𝖊𝖓 𝕱𝖏𝖊𝖑𝖑𝖙𝖗𝖔𝖓𝖊𝖓 26 𝖉𝖊 𝖏𝖚𝖓𝖎𝖔 𝖉𝖊 1995
29 aniversario del primer y único álbum de Wongraven, grabado en los estudios Waterfall, producido por Satyr Wongraven, lanzado ppr Moonfog Productions. La incursión de Satyr Wongraven en la música dark ambient a base de teclados fue un majestuoso y solemne trabajo folk que te traslada a los recovecos más olvidados de una época inmemorial. En verdad un álbum muy sugestivo que te envuelve en insondables y bellas melodías por medio de teclados, guitarras acústicas, piano, flauta, coros y un sin fin de efectos que lo convierten en un trabajo musical bello, complejo, pero, eso sí, con su toque sombrío y el elemento pagano vikingo muy presente. Una belleza que nos mostró otra faceta muy interesante de Satyr como músico que no ha vuelto a repetir, al menos no de la forma como lo hace en este singular trabajo.
¡𝐒𝐢́𝐠𝐮𝐞𝐦𝐞 𝐞𝐧 𝐘𝐨𝐮𝐭𝐮𝐛𝐞! 𝐁𝐄𝐀𝐒𝐓 𝐎𝐅 𝐌𝐄𝐓𝐀𝐋https://www.youtube.com/channel/UC2OGceA1nrP1kCdIjE64DlAhttps://www.instagram.com/beast_ofmetal/
🇳🇴💀🎹𝕾𝖙𝖊𝖕𝖕𝖊𝖓𝖜𝖔𝖑𝖋🎹💀🇳🇴
Tumblr media
2 notes · View notes
tirband · 2 years
Text
Tumblr media
Wongraven.
9 notes · View notes
dakhmagnasu · 9 months
Text
Wongraven - Fjelltronen (1995) 'Det Var En Gang Et Menneske'
youtube
0 notes
radiophd · 1 year
Video
youtube
wongraven -- det ver en gang et menneske
0 notes
astralbondpro · 10 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Satyricon // K.I.N.G.
84 notes · View notes
stubberudsgirl · 8 months
Text
Tumblr media
Satyr of Satyricon
8 notes · View notes
triste-guillotine · 8 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
STORM "Nordavind" LP 1995
1. Innferd 2. Mellom Bakkar Og Berg 3. Haavard Hedde 4. Villemann 5. Nagellstev 6. Oppi Fjellet 7. Langt Borti Lia 8. Lokk 9. Noregsgard 10. Utferd
"Eg veit eit sted, oppe i mellan åsen Kor måsen e' mjuk og trea kaste' skugge Eg veit ein gut, den stautaste tå alle Auge ljose i mørket, "Vil du staden sjå ?"
Eg ventar til dagen er omme, før eg til staden fer Set meg ned på hella, tru om han kjem ? Eg vert so varm, kjenner kor hjarte' banke' Kom, kom hit hjå meg, ta meg i di favn"
7 notes · View notes
Text
Tumblr media
Satyricon
50 notes · View notes
literallyjustapot · 1 year
Text
I have satyricon brain rot
Tumblr media
13 notes · View notes
the-old-mayhem · 7 months
Note
I saw a comment under Satyricon's roadkill extravaganza clip where they were picking flowers on YouTube and one comment said "No wonder Euronymous used to kick them out of the shop" is that true? Lmao
Tumblr media
Interview with Jacko of darkwhispers.co.uk
Yes, Satyr is one of those guys I mentioned few days ago, who all of a sudden gained wings and courage when Øystein had died, and is now babbling his own made up version of events while sipping Wongraven wine, dressed in a suit:
Tumblr media
23 notes · View notes
Text
Tumblr media
52 notes · View notes
danzameccanica · 10 years
Text
Tumblr media
Della prima iconica, (dis)sacra(nte) e intoccabile trilogia dei Satyricon The Shadowthrone è stato l’ultimo disco ad aver ascoltato, dopo Nemesis Divina e Dark Medieval Times. The Shadowthrone è l’album più medievale, più tipicamente anni ’90, con un’ottima fusione fra chitarre, tastiere e atmosfera lugubre ma con una certa monumentalità. I synth avvolgono tutte le chitarre enfatizzando le melodie lunghe e corpose. Già "Hvite Krists Død", brano diventato classico, ha delle particolarità che si erano già sentiti precedentemente e che diventeranno un marchio di fabbrica dei Satyricon: i riff molto lunghi, il principale è addirittura in 24/4. Ed è quel cambio successivo in 13/4 che ti entra in testa come un coltello, che ti fa dire “ma, c’è qualcosa di strano” (ricordiamoci sempre che il blackmetal è in genere semplice, lineare, che punta sull’atmosfera, spesso sugli stessi riff a velocità diversa ecc…) e che rende The Shadowthrone speciale. Anche la successiva "The Mist my the Hills" è interamente costruita attorno allo stesso riff; all’epoca alcuni avvicinavano i Satyricon agli Emperor, soprattutto per l’uso dei synth e per l’aiuto di Samoth quale bassista in questo album. In realtà il bello della scena norvegese della prima metà degli anni ’90 è che benché si sentano piccole influenze provenire dalle solite band seminali (Mayhem, Burzum, Immortal, Darkthrone, Enslaved…) poi ogni gruppo aveva un modo personale di svilupparle.
Tumblr media Tumblr media
I Satyricon, in questo momento, hanno sviluppato il lato folk, con chitarre acustiche spesso presenti ("Woods of Eternity"), flauti e rumori ambientali. "Dominions of Satyricon" è uno dei pezzi più epici di tutto il black metal con tanto di trombe e tamburi; fanfare squillanti che ricordano Anthems ma che qui sono molto più spoglie e lugubri. Parliamo di due eleganze molto diverse, quella degli Emperor raffinata come una corte europea, quella dei Satyricon possente come un castello fra le rocce. Il songwriting è eccezionale fra stop e ripartenze; Frost accentua perfettamente le parti terminali di giri; i synth in chiusura creano un outro perfetto: una mini-traccia a sé stante isolata dal resto del brano ma con un sentore di continuità.
Tumblr media
Eccelsa anche "The King of Satyricon" con quel suo secondo riff pazzesco che va già ad anticipare il modo di comporre in Nemesis Divina e il finale che verrà raddoppiato dai violoncelli e dalla chitarra acustica. Chiude la strumentale di soli sintetizzatori "I en Svart Kiste": solennità, monumentalità, viaggio nel passato cavalleresco che ben poche band hanno saputo descrivere così. I synth assomigliano a oboi e viole e descrivono questi immensi paesaggi medievali, nei quali il cielo spinge potentemente sulle rocce e sui prati. Questo outro sarà l’anello di collegamento con l'unico album solista di Satyr sotto lo pseudonimo di Wongraven (che in realtà è il suo cognome): una piccola gemma di musica medievale suonata coi synth; o in altre parole il modo di concepire riff black metal ma riadattati alla tasteira. The Shadowthrone è uno dei paradigmi del black metal norvegese anni ’90, prima che tutto il genere diventasse più aggressivo, più digitale, più legato al death e al thrash. Questo si vedrà dal 1997 quando i Dimmu Borgir inaugureranno le registrazioni agli Abyss Studios e riempiranno i loro riff col palm-mute. The Shadowthrone rappresenta ancora il mondo precedente, quando le composizioni erano aperte, ispirate e primitive; senza mancare di austerità e magniloquenza. Un perfetto bilanciamento con ancora echi naïf e con l’incredibile forza creatrice pura e incontaminata di alcuni ragazzi che conoscevano solo il proprio mondo, e lo sapevano descrivere davvero bene.
Tumblr media
0 notes
dakhmagnasu · 9 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Wongraven - Fjelltronen (1995)
0 notes
lumiere-astrale · 3 years
Video
youtube
3 notes · View notes
sunkentreasurecove · 4 years
Video
youtube
1 note · View note