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#vulcanico
k3rn3lpan1c · 1 year
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Bolsena, Settembre 2023
I borghi medievali hanno un fascino unico, è un privilegio poter vivere in un posto così ricco di antichità e bellezza.
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morelin · 8 months
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Ilheu di Vila Franca do Campo
Questa foto l'ho già usata come copertina del viaggio alle Azzorre, ricordate?
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Sull'isola di São Miguel potete raggiungere la cittadina di Vila Franca do Campo da cui ammirare l'Ilheu, l'isolotto nato da un antico vulcano sottomarino ormai spento facente parte del complesso vulcanico di Fogo.
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Proprio per questo motivo ha una perfetta forma ad anello che è ben visibile dal cielo e per la quale è soprannominato “Princess Ring”.
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(photo credit: @guirritour)
Dal 1983 è stato classificato come riserva naturale ed è severamente vietato pescare, rimuovere piante o introdurre specie invasive ma è possibile nuotare, fare snorkeling e rilassarsi sulla piccola spiaggia. Pensate che qui si è anche svolta una tappa della famosa competizione Red Bull Cliff Diving World Series 2013. Per proteggere questo meraviglioso habitat, il numero di visitatori viene limitato quindi è meglio andarci al mattino presto. Potete raggiungerlo dal porto di Vila Franca con le barche organizzate oppure noleggiate un kayak se volete fare un po' di sport ma sappiate che è vietato entrare all'interno dell'isolotto con l'imbarcazione. Noi abbiamo optato per la seconda modalità anche se poi non siamo potuti sbarcare ma è stato bellissimo solcare le onde e vedere le scogliere da vicino. Siamo partiti dal porto (il punto in rosso) ed abbiamo raggiunto l'isolotto che dista circa 1 km dalla costa in circa 40 minuti.
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E' stata la mia prima volta in kayak ma devo dire che dopo un po' di esercizio la preoccupazione iniziale ha lasciato il posto al divertimento.
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lospeakerscorner · 12 days
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La Festa del Porto
Il mare e gli Ischitani, la Fede e la vocazione marinara celebrano i 170 anni dalla creazione del porto ISCHIA PORTO | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – Nel 2024 il porto dell’Isola arriverà compiere i 170 anni dalla sua  creazione. Il porto di Ischia originariamente era un lago vulcanico d’acqua dolce, noto come Lago di Pantaniello e, poi, Lago de’ Bagni. Fu Ferdinando IV di Borbone, nel 1854, che…
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ideeperscrittori · 9 months
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2024
Quest'anno mi sento così vulcanico e iperattivo che ho in testa due nuovi progetti e so che li porterò a termine:
1. Più tempo dedicato alle cose importanti, come il divano.
2. Coltivare con cura e impegno hobby come poltrire, ciondolare, battere la fiacca.
[L'Ideota]
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exterminate-ak · 1 year
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" - Frodo, ti sei svegliato!
- Gandalf, che è successo?
- Oh, ragazzo mio, ci sei riuscito. Hai gettato l’anello nel vulcano e con esso hai distrutto Sauron.
- Ce l’ho fatta…
- Hai salvato la Terra di Mezzo.
- Oh Gandalf, non vedo l’ora di rivedere tutti quanti.
- Li vedrai presto, Frodo. Ti stanno aspettando.
- Dove?
- Ai funerali di Sauron.
- Non ho inteso.
- I funerali di Sauron, è importante. È un evento. Lutto nazionale. Ci sono tutti i popoli della Terra di Mezzo.
- Perché?
- Come perché, per rendergli omaggio, per commemorarlo e celebrarne la vita straordinaria.
- Sauron.
- Sì.
- Ma Sauron è…
- Che?
- No, dico Sauron era un… un…
- Un?
- Un despota. Uno stregone malvagio. Ha devastato metà continente.
- Un po’ di rispetto, Frodo! Stai parlando di un morto, per la miseria!
- Ho capito, ma c’abbiamo combattuto per tre libri e tre film…
- Esatto. Non si può negare che abbia avuto un certo impatto.
- Un impatto di merda.
- Intanto ti devi sciacquare la bocca quando parli dell’Oscuro Signore. Lui non era malvagio.
- L’hai appena chiamato Oscuro Signore.
- Ma no, lui era… come dire… ecco, sì! Era un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia.
- Un desiderio di gioia?
- Sì. Come ti sembra? Sai, mi hanno chiesto di dire due parole alle esequie.
- Sauron, il Crudele. Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor era un desiderio di amore?
- Guarda che le cose che ha fatto lui tu te le sogni.
- Gandalf, ma che cose? Cosa stai dicendo?
- Tirala su te Barad-dûr. Dai, prova. Tirala su te una torre di millequattrocento metri su suolo vulcanico!
- Ho capito, ma era una fortezza di pura malvagità!
- Che dava lavoro a migliaia di persone.
- Orchi Gandalf! Orchi! Mostri! Nazgul! Te li ricordi, sì? Ti ricordi il fuoco, la lava, gli eserciti incazzati, le battaglie, l’ombra cupa che scende.
- Ha segnato la Storia di questo paese.
- In peggio!
- Ha dato a tutti la possibilità di essere suoi servi, senza chiedere niente in cambio.
- Voleva conquistare il mondo.
- Ma amava i cani.
- Gandalf, ti sei rincoglionito? È per via della tinta? Questo era uno stregone oscuro, non ha mai nascosto la cosa e si è comportato di conseguenza per tutta la sua vita.
- Bella gratitudine.
- Eh?
- Guarda che te senza Sauron non eri nessuno. Senza sta cosa dell’anello tu te ne stavi ancora lì in Contea a farti i drummini. Altro che eroe. Tu la carriera la devi a Sauron.
- Ma a me m’ha rovinato la vita Sauron. E pure a tanti altri.
- Quanto odio, Frodo. Che persona piccola. Da te proprio non me l’aspettavo. Sauron era uno di noi.
- Uno di noi? Io sono un postadolescente coi piedi pelosi e lui era un cristo di dio re malvagio che ha forgiato un anello per dominare tutti gli altri. Scusami eh, ma com’è passata sta narrazione che era uno di noi? Noi chi?
- Ascolta, era una persona coi suoi pregi e i suoi difetti. E magari sì, ha dedicato la sua vita all’accumulo di potere per rendere questo Paese un posto peggiore e ci è pure riuscito, ma tu dimentichi una cosa importante.
- Cosa?
- Era un grandissimo comunicatore.
- Gandalf, porcoddue…
- Di Sauron si può dire tutto ma non che non sapesse comunicare.
- Ho capito, c’hai centocinquant'anni, hai cambiato colore e mo non capisci più un cazzo e hai paura di morire e questo è un pezzo della tua vita che se ne va e tu guardi tutto attraverso un vetro spesso così di nostalgia, ma sticazzi! Proviamo a essere un attimo obbiettivi, vuoi?
- E proviamo.
- Questo c’ha fatto passare l’inferno a tutti e ha lasciato il mondo peggio di come l’ha trovato.
- Diciamo che era una figura unica nel suo genere.
- Diciamo che era letteralmente un essere spregevole. L’incarnazione di almeno cinque dei sette vizi capitali.
- Che brutta bestia l’invidia.
- Perché a Boromir non gli abbiamo fatto i funerali così?
- Boromir era divisivo.
- Théoden.
- Comunista col Rolex.
- E Sauron invece?
- Sauron, nel bene e nel male rappresenta la Terra di Mezzo.
- Ma proprio per un cazzo io mi son sentito rappresentato da questo.
- Tu non capisci, Frodo.
- Cosa?
- La Terra di Mezzo è un Paese fondato sul condono. E dopo la morte condoniamo tutto a tutti. Però recitando frasi fondamentali come “nel bene e nel male” oppure “ha fatto anche cose buone” non neghiamo che sia stato un figlio di puttana, anzi lo rimarchiamo. Perché ne abbiamo bisogno.
- In che senso?
- Abbiamo bisogno di santificare le merde. E più uno è merda, più lo dobbiamo celebrare. Sauron va santificato, è per il bene di tutti. Così i nostri egoismi, i nostri piccoli squallori, le ipocrisie quotidiane, smettono di farci star male, di metterci in crisi. Se pure Sauron incontra Dio, se pure Sauron va in paradiso, se alla fin fine riusciamo a raccontarci che anche Sauron era una brava persona, allora lo siamo tutti. E nessuno deve pagare i propri conti con la vita e con la Storia.
- Va be’, ma con questo ragionamento non finiamo per circondarci ciclicamente solo di gente che “ha fatto anche cose buone”?
- Certo.
- E quindi altri Sauron?
- Siamo un fantasy, Frodo. Noi adoriamo le saghe. "
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alsa49 · 26 days
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"Paesaggio vulcanico" - James Mortimer
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #280 - Joni Mitchell, Mingus, 1979
Quando nel 1972 George Wein, celebre organizzatore del Festival di Newport, presentò Charles Mingus all’ora governatore della George, Jimmy Carter, futuro presidente degli Stati Uniti d’America, stava già su una sedia a rotelle, in una fase terribile della malattia di Gehring. Ma fu presentato come “il più grande jazzista vivente”. Qualche anno prima, non invitato dallo stesso Wein al Festival di Newport, organizzò un controfestival, con esibizioni notevolissime, girando in macchina con un megafono proprio nella stessa Newport, attirando non poche persone. Mingus negli anni ‘70 era appena tornato sulle scene, dopo il tracollo mentale dello sfratto e le cure psichiatriche. Eppure proprio in questi anni ci fu una riscoperta totale dei suoi dischi, anche perchè come sempre lui ci mise lo zampino: si mise in testa di poter far soldi con la Candid Records, una piccola casa discografica fondata nel 1960 dal critico e produttore Nat Hentoft e da Archie Bleyer, proprietario della casa discografica Cadence. Mingus auto assunse il ruolo di “direttore” e in 6 mesi registrò dischi favolosi, garantendo agli artisti totale libertà concettuale e artistica, ma non pagò musicisti, tecnici, firmò contratti stranissimi, tanto che durò tutto dall’agosto del ‘60 all’aprile del ‘61. Ma dagli anni ‘70 il catalogo completo fu ridistribuito con il marchio Barnaby della CBS, riaccendendo l’interesse su questo geniale quanto stranissimo musicista. Di questo periodo anche le sue ultime grandi composizioni, con il vulcanico quintetto di George Adams e Don Pullen, con cui registrò Changes One e Changes Two, tutti e due del 1975, con uno dei suoi ultimi grandi pezzi, Duke Ellington’s Sound Of Love. La sua quarta moglie, Sue, è il suo angelo custode, e proprio Sue gli porta un album di una cantante canadese,  Don Juan's Reckless Daughter, che in quegli stessi anni, siamo nel 1977, stava sperimentando il canto jazz: Joni Mitchell. Affascinato dalla sua voce, Mingus la contatta e iniziano a parlare di una collaborazione. La prima idea è grandiosa, in pieno stile Mingus, musicare cioè i Quattro Quartetti di T. S. Eliot: Burnt Norton, East Coker, The Dry Salvages, e Little Gidding sono 4 racconti che il grande scrittore americano aveva pensato come sezioni simili ai tempi di un quartetto d’archi, da cui il nome, scritti prima e dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, dal simbolismo ermetico e potentissimo. Joni Mitchell in un primo tempo rifiuta, poi Mingus lascia perdere Eliot e le regala sei composizioni autografe, chiamate Joni I-VI, a cui Mitchell dovrà aggiungere i testi. Siamo nella secondo metà del 1978, e Mingus per via della sua malattia si trasferisce con Sue a Cuernavaca, in Messico. Mitchell prova le canzoni con un gruppo di musicisti, ma non è convinta, così richiama il leggendario bassista e suo collaboratore nei dischi precedenti, Jaco Pastorius, a cui affianca un gruppo fenomenale: Wayne Shorter al sassofono soprano, Peter Erskine alla batteria, Don Alias alle congas, Emil Richards alle percussioni e il grande Herbie Hancock al piano elettrico. Prodotto dalla stessa Mitchell e registrato presso gli Electric Ladyland Studios di New York, Mingus esce nel giugno 1979. Mitchell aggiunge di suo God Must Be A Boogie Man è per voce, chitarra acustica e basso fretless di Pastorius e The Wolf That Lives In Lindsey, più particolare: lungo brano di voce e chitarra più, qua e là, congas (e ululati) e il jazz rock di God Must Be A Boogie Man. Nei brani scelti tra quelli scritti da Mingus, c’è altra magia: A Chair In The Sky è in quartetto con Hancock, Shorter, Pastorius ed Erskine, è uno degli ultimi gioiellini di Mingus, tra armonie complesse e delicate melodie, con Shorter sugli scudi e il lavoro eccellente di Pastorius in tessitura strutturale. Sweet Sucker Dance è quasi swing; The Dry Cleaner From Des Moines è un saltellante blues con tanto di sezione fiati (arrangiata da Pastorius). Il brano decisamente più emozionante è quello che chiude il disco, la magnifica ballata del 1959 che Mingus dedicò a Lester Young, Goodbye Pork Pie Hat: sempre in quartetto, Joni Mitchell fornisce una stupenda esposizione melodica  cantando anche la prima, lunga, parte del bellissimo assolo di sax tenore presente nell’originale del 1959. La Mitchell qui come cantante si è superata, e ci ha donato una preziosa versione di questo immortale brano di Mingus. Tra i brani, si intervallano delle parti di dialoghi buffi e scanzonati, segnati sul libretto come Rap, tra Mingus, amici e vari musicisti. Il disco fu un fiasco commerciale, e anche la critica non seppe capirlo all’epoca. Tuttavia per tutti i musicisti, fu uno dei lavori più cari per vari motivi, non ultimo quello che successe di lì a poco. Appena quasi tutti i brani erano pronti, tranne God Must Be a Boogie Man, furono mandati a Mingus a Cuernavaca, a fine 1978. Mingus fece appena in tempo ad ascoltarli, perchè il 5 gennaio del 1979 muore stroncato da un infarto. Il disco uscirà nel giugno 1979. E nelle note di copertina di Mingus, Joni Mitchell racconta questa storia, che si pensava fosse una leggenda di sua invenzione, ma che alla fine si rivelò vera: nello stesso giorno della sua morte, in una Baia non lontana da Cuernavaca, una mareggiata spiaggiò diversi capodogli. Erano 56, 56 come gli anni di Charles Mingus. Il giorno dopo, come da sua volontà, il suo corpo venne cremato e le sue ceneri verranno poi depositate nel Gange. Nello stesso giorno della cremazione, anche le carcasse dei capodogli vennero bruciate in colossali pire sulla spiaggia. Leggenda vuole che le fiamme facessero nel cielo delle piccole M: l’ultima leggenda di Charles Mingus, genio della musica.
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personal-reporter · 1 year
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I laghi italiani meno conosciuti ma altrettanto belli: una scoperta da non perdere
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L'Italia è un paese ricco di laghi, grandi e piccoli, ognuno con le sue caratteristiche uniche. Alcuni di questi laghi sono tra i più famosi al mondo, e attirano ogni anno milioni di turisti da tutto il pianeta. Tuttavia, l'Italia ospita anche molti laghi meno conosciuti, che meritano di essere scoperti. Questi laghi, pur non essendo così famosi come i loro "colleghi", offrono comunque una bellezza naturale e un'atmosfera rilassata e idilliaca che non hanno nulla da invidiare ai laghi più noti. Ecco alcuni dei laghi italiani meno conosciuti ma altrettanto belli: Lago di Scanno (Abruzzo) Il Lago di Scanno è un lago alpino situato in Abruzzo. È circondato da alte montagne, tra cui il Monte Marsicano e il Monte Genzana. Le sue acque limpide e cristalline sono perfette per nuotare, fare snorkeling e immersioni. Il Lago di Scanno è famoso anche per il suo "borgo di Scanno", un borgo medievale che si affaccia sul lago. Lago di Bolsena (Lazio) Il Lago di Bolsena è un lago vulcanico situato nel Lazio. È il più grande lago vulcanico d'Europa. È circondato da dolci colline, tra cui il Monte Amiata e il Monte Subasio. Le sue acque sono ricche di pesce, e il lago è famoso per la pesca, per il canottaggio e per le escursioni in barca. Il Lago di Bolsena è famoso anche per le sue numerose leggende, tra cui la leggenda di Bolsena, la regina etrusca che diede il nome al lago. Lago di Bracciano (Lazio) Il Lago di Bracciano è un lago alpino situato nel Lazio. È circondato da dolci colline, tra cui il Monte Sabatino e il Monte Gennaro. Le sue acque limpide e cristalline sono perfette per nuotare, fare snorkeling e immersioni. Il Lago di Bracciano è famoso anche per il suo "Castello di Bracciano", un castello medievale che si trova su un'isola nel lago. Lago di Martignano (Lazio) Il Lago di Martignano è un lago vulcanico situato nel Lazio. È circondato da dolci colline, tra cui il Monte Amiata e il Monte Subasio. Le sue acque limpide e cristalline sono perfette per nuotare, fare snorkeling e immersioni. Il Lago di Martignano è famoso anche per le sue numerose grotte, che si possono esplorare con visite guidate. Lago di Fiumefreddo (Sicilia) Il Lago di Fiumefreddo è un lago craterico situato in Sicilia. È circondato da alte montagne, tra cui l'Etna. Le sue acque limpide e cristalline sono perfette per nuotare, fare snorkeling e immersioni. Il Lago di Fiumefreddo è famoso anche per le sue numerose sorgenti termali, che si trovano sulle rive del lago. Lago di Lesina e Lago di Varano (Puglia) I Laghi di Lesina e Varano sono due laghi costieri situati in Puglia. Sono circondati da dolci colline, tra cui il Gargano. Le loro acque sono ricche di pesce, e i laghi sono famosi per la pesca, per il canottaggio e per le escursioni in barca. I Laghi di Lesina e Varano sono famosi anche per le loro numerose specie di uccelli, che fanno sosta nei laghi durante la migrazione. Laghi di Fusine (Friuli-Venezia Giulia) I Laghi di Fusine sono due laghi alpini situati in Friuli-Venezia Giulia. Sono circondati da alte montagne, tra cui il Monte Mangart e il Monte Jalovec. Le loro acque limpide e cristalline sono perfette per nuotare, fare snorkeling e immersioni. I Laghi di Fusine sono famosi anche per le loro numerose attività ricreative, tra cui il trekking, il ciclismo e l'escursionismo. Lago del Mis (Veneto) Il Lago del Mis è un lago alpino situato in Veneto. È circondato da alte montagne, tra cui il Monte Civetta e il Monte Pelmo. Le sue acque limpide e cristalline sono perfette per nuotare, fare snorkeling e immersioni. Il Lago del Mis è famoso anche per le sue numerose attività ricreative, tra cui il trekking, il ciclismo e l'escursionismo. Read the full article
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veesunderthetree · 2 years
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ITA entry 6: Knock-knock. Knock-Knock. Il Dottor Bly smise di scrivere freneticamente sui fogli del suo diario. Knock-knock. Tenendo la sigaretta tra le labbra e sospirando, finì di tracciare le linee dell’ultima parola con la modesta stilografica. Fece una bella pancia ad una lettera, tirò l’ultima riga con un tratto secco e sfilò la sigaretta per spegnerla. “Bly!” Una voce carica di gelò penetrò oltre la porta chiusa alle sue spalle, come un vento invernale che si tratteneva a malapena. Il suo piano di lavoro era coperto di libri e pezzi di ingranaggi scartati; un portagioie dietro il posacenere strapieno nascondeva boccette di scorte mediche e chicchi di caffè tostato che adorava sgranocchiare nel tempo libero. Il biondo, giovane dottore dagli occhi blu si portò una mano alla tempia: sapeva chi era. Farla entrare o non farla entrare? La cortesia gli avrebbe imposto la prima, ma la voglia di immergersi nei propri scritti gli suggeriva il contrario. Per di più erano due poli opposti della termodinamica, un getto vulcanico che si scontrava con un ghiacciaio degno della nobiltà di Londra. Ogni volta che le apriva, finivano per litigare su mille argomenti diversi: certo, parlando, ma pur sempre litigando. Il bussare ritmico smise dietro di lui e finalmente il Dottore trovò la forza di alzarsi dalla sedia e dirigersi verso l’uscio. “Si, Vivienne. Arrivo.” Percorse la piccola stanza con una falcata. Prima di aprire ci ripensò e si sistemò a modo il colletto della camicia, abbottonandolo, ed il bordo del gilet marrone che portava. La dignità non era proprio il suo forte, ma si poteva sempre migliorare, si disse con rassegnazione. Socchiuse la porta. “Bly. Alla buon’ora!” “Scusa Vivienne. Stavo scrivendo.” “Mi dici che ti prende?” Due occhi verdi glaciali e imponenti lo penetrarono come un colpo di pistola al cranio. “Perchè la nobile Vivienne è arrabbiata, stavolta?” le chiese sospirando, lasciando l’uscio per dirigersi verso il tavolo a prendere un’altra sigaretta. Una coltre di fumo aleggiava nell’aria e ben presto vi si sarebbe aggiunto quello che usciva dalle orecchie della giovane. Alta, bella, slanciata, quasi irreale. “Ti sei davvero rifiutato di fare le analisi a quel povero ragazzo? Davvero?!” Le dita candide della giovane si strinserò in un pugno. “Ti avevo detto di fargliele! Sei o non sei un Dottore? Non puoi rifiutare le cure mediche ai membri della nostra Loggia.” “Ti ho già dato le mie spiegazioni” Bly scrollò semplicemente le spalle, prese lo zippo e accese l’ennesima cicca. Ci pensò un attimo, poi ne passò una anche alla ragazza - avendole già rollate. La bocca della giovane si storse per un attimo, ma le sue mani accettarono il regalo. Forse era l’unica cosa su cui andavano veramente d’accordo. “Bene, ripetimele, ti supplico” le rispose lei irrigidendo la schiena. La vide spostarsi sul bordo della porta e poggiarsi all’intercapedine in vecchio, affidabile legno. “Primo, ti ho già detto che quel ragazzo è un azzardo medico ambulante. Secondo, tu lavori coi morti ed io coi vivi.” “E questo ti solleverebbe dall’incarico?” Vivienne puntò il mento aguzzo contro il petto e si mise a braccia conserte, facendo scivolare la sigaretta tra le dita affusolate, mentre Bly si puntava con l’anca sul bordo del tavolino in una posizione tutt’altro che comoda. “Si, e non solo: ti ricordo che il giovane è divorato da una colonia di funghi. Se è ancora vivo non solo nessuna analisi che io possa fare è più accurata di queste parole, ma le spore degli esseri vegetali che lo abitano potrebbero perfino spandersi e contaminare tutto il resto dei presenti. Non ci tengo.” “Ed io non ci tengo a darti ragione, pur con tutte le tue dannate spiegazioni. Non sono nient’altro che scuse.” “Sai che non è vero.” “... e per di più, così facendo, lo metti in condizione di provare vergogna per quello che è. Cos’hai nella testa che non va?” “Ti sembra che qualcuno di noi sia normale?!” Stavolta Bly resse lo sguardo di Vivienne in un impeto d’ira rovente che impregnò la stanza, probabilmente anche la sua anima. Vinse il confronto per un attimo ma volontariamente abbassò lo sguardo, sopprimendo la rabbia con la cortesia. La ragazza lo sfidò duramente con gli occhi ma poi portò le braccia in grembo e sembrò addolcirsi leggermente. “Senti, lasciami parlare senza troppi giri di parole. So come ti senti. Te lo assicuro.” Vedeva le praterie verdi dietro le sue iridi, avrebbe giurato che irradiavano una pace immensa. “Pensi di essere un paria, ti senti solo e assoggettato al volere degli altri. Anch’io lo penso, alle volte. Ma davvero, davvero: loro non lo pensano. Non siamo gli unici a sentire il peso del mondo.” “Vivienne...” “Zitto” lo riprese lei, portandosi finalmente la sigaretta alle labbra. Mordicchiò il sottile filtro, mantenendo il silenzio per un secondo. “Questa loggia ha mille problemi e mille persone che non sanno dove hanno casa, famiglia. E’ un posto sicuro per chi non sente di appartenere nessun luogo del mondo. Vuoi allontanare l’ennesimo povero sulla porta; desideri davvero mandarlo allo sbando, da solo, nel mondo?” “Io...” “Probabilmente non ha altro posto se non questo.” “...” Bly si morse il labbro, sentendo l’ira scemare per far posto ad una profonda vergogna. Aspirò avidamente dalla sigaretta e si voltò per non far trasparire le proprie emozioni. “Hai ragione.” “Felice di averti convinto.” “Ma...” Il Dottore le passò con un breve lancio lo zippo, che lei prese agilmente. La ammonì con un dito. “...trovati pronta a farmi scorta di disinfettante. E tessuti. E guanti. E assicurati di sterilizzare tutto nell’infermeria. Non lo visiterò se non ben protetto, non voglio un’infestazione di funghi parassiti sui nostri membri.“ Lei sorrise, prima con arroganza, poi con dolcezza. Vivienne era formalmente il capo e a lei nulla si poteva ordinare, ma qualche volta... solo qualche volta, abbassava quello scudo posto tra lei ed il mondo, si abbassava dall’alto della gradinata che aveva messo a protezione, e lo ascoltava. “Sarà fatto... Dottore.” La giovane mora scivolò via dalla porta come un’ombra dal vestito verde scuro, portandosi dietro il suo zippo. In lontananza la sentì accenderlo: sospirò e chiuse la porta un po’ più sollevato, spegnendo la sigaretta consumata sulla pila tronfia di quelle già accumulate nel posacenere.
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libero-de-mente · 2 years
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La domenica mattina dovrebbe essere una sorta di area protetta, una zona neutrale, come se fosse una no fly zone per le rotture di scatole volanti.
In particolare se sei reduce da un sabato sera ricco di Spritzodiazepine, racconti di Mario Tozzi su quanto vulcanico è questo pianeta, malinconici pensieri, voluta solitudine e sogni irrequieti.
Una notte non tranquilla e agitata la mia.
Invece giunta la mattina ecco che senti, da padre percepisco ogni respiro anomalo nell’anima dei miei figli, il silenzioso lamento di figlio numero due.
Fatto di presenze sulla porta della mia camera da letto mentre mi nascondo sotto il piumone, sospiri profondi e discussioni con la madre a voce bassa.
Così decido di alzarmi e abbandonare il tepore del piumone, tornato caro amico, in una domenica mattina fredda, piovosa e con la neve che cade sulle montagne vicine. Se fosse la mattina di Natale non ci sarebbe da obiettare. Invece siamo alle porte di marzo.
Il Jim Morrison di famiglia, figlio due, non è in forma, voleva prendere il treno per andare a prendere la sua Rebecca e portarla nella sua sala d’incisione, la camera dove dorme, e suonare armonie d’amore insieme.
I genitori di Rebecca devono essere fuori uso anche loro, da quanto percepisco.
Così Jim Morrison guarda me, suo padre, che in quel momento sembra Axel Rose in sovrappeso, dopato, rincoglionito e con l’occhio spento.
Decido di intervenire, l’amore è amore chi sono io per impedirlo?
Una doccia rigenerante, un doppio caffè ed eccomi in auto con Jim. Destinazione Rebecca, quaranta minuti d’auto salvo vecchietti con cappello alla guida di utilitarie di ritorno dalla Messa.
Alla radio passa Heroes di David Bowie:
Possiamo essere eroi, solo per un giorno
We can be heroes, just for one day
Nel mio piccolo mi sento eroe, perché in fondo resisto ogni giorno, perché credo ancora di farcela, perché in quel momento Jim Morrison mi sta sorridendo. Potrà vedere Rebecca tra poco.
Arriviamo, il padre di Rebecca mi consegna la figlia, ha uno sguardo alla Johnny Cash dopo una sbornia. Credo sia influenza.
- Grazie per essere venuto - mi dice.
- Ma di nulla, questo è il tempo dell’amore - gli rispondo con un sorriso amaro.
- No, è che non sto bene.
- Intendevo per i nostri figli. Per noi è invece il tempo della sopravvivenza.
Mi guarda, accenna una risata poi si interrompe e fissandomi sussurra - In effetti.
La domenica dovrebbe essere una zona protetta, come l’Area 51. Ma per il cuore di un figlio si può trasformare in uno spazio aperto e pubblico e accogliente.
Perché gli occhi di mio figlio erano lo specchio dell’amore, sconfiggendo di fatto i miei occhi, che erano lo specchio del divano la domenica.
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morelin · 29 days
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Algar do Carvão
L'ultimo post del viaggio è dedicato ad una meraviglia sempre legata all'attività vulcanica. Il centro dell'isola è caratterizzata dai resti dell'enorme Caldeira de Guillerme Moniz e Algar do Carvão è una camera magmatica del cono del vulcano formatasi migliaia di anni fa. Circa 100 metri separano la bocca del cratere al punto più profondo. Pian piano scendendo le scale si entra in un luogo magico, circondati da detriti vulcanici e da vegetazione rigogliosissima.
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Se alzate gli occhi al cielo vedrete la bocca del cono vulcanico, che misura 17 x 27 metri, uno dei pochi rimasti non ostruiti.
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Qui dentro si percepisce l'enorme potenza della natura.
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orotrasparente · 2 years
Note
C’é una ragazza con cui sei stato o che ti é piaciuta che ti é rimasta in testa?
rimasta in testa no però devo dire la verità ho avuto la fortuna di innamorarmi più di una volta e ogni volta che abbiamo chiuso avevo comunque la sensazione fosse la cosa giusta da fare perché il rapporto si era consumato tranne che in un caso, ma ti dico è passato davvero tanto ma tanto tempo, è durata anche abbastanza poco ma avevamo una bella chimica, poi vabbè abbiamo chiuso abbastanza in fretta perché io ero/sono molto spigoloso e vulcanico e lei era abbastanza fredda caratterialmente quindi non riuscivamo a trovarci su certe cose, la cosa buffa è che ci siamo rincorsi per anni, tira e molla infiniti, poi io mi fidanzavo con un’altra o lei si fidanzava con un altro e alla fine abbiamo semplicemente capito che non eravamo in grado di dedicarci l’uno all’altra e viceversa
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gaetaniu · 7 days
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Gli scienziati planetari creano una mappa globale degli hotspot vulcanici su Io
Queste sono mappe del flusso vulcanico globale su Io in una proiezione equirettangolare, che mostra il flusso vulcanico medio in milliwatt per metro quadrato per steradiano (le unità più comuni per il flusso vulcanico su Io). La parte superiore è su una scala lineare mentre la parte inferiore è su una scala di colore logaritmica. Le barre colorate e i grafici a linee accanto a ogni mappa mostrano…
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pietroalviti · 19 days
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Ceccano, caccanesi all'ingrosso su via Armando Diaz
Una lunga teoria di sacchi neri, stavolta non affossati nel frattone, ma in bella vista lungo il ciglio di una strada che collega via Armando Diaz con via del Castagno sul colle vulcanico del Fiano a Ceccano. I cAccAnesi hanno operato all’ingrosso, certi dell’impunità, senza alcun timore di essere visti da uno dei numerosi abitanti della zona per restare aggiornati, gratuitamente, inserire la…
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infoerba · 1 month
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Le microalghe verdi azzurre del Lago Upper Klamath (Oregon - USA) per una salute a 360°
La microalga Klamath fa parte della grande famiglia delle microalghe verdi-azzurre che sono la prima forma di vita del pianeta e la base di tutta la catena alimentare. Tutte le popolazioni del passato hanno fatto uso delle verdi-azzurre come fonte di nutrizione superiore. Gli Aztechi riservavano la Spirulina selvatica a nobili e guerrieri, considerandolo un cibo divino. Oggi, l'unica microalga commestibile a crescere selvatica in un ambiente vulcanico pressoché incontaminato è la microalga Klamath.
LAGO KLAMATH. Il lago Klamath è incastonato nel Parco delle Cascade Mountains , montagne vulcaniche che da tempo immemorabile riversano materiali vulcanici nel lago, il cui fondo è arricchito da un'enorme quantità di minerali biodisponibili, che arriva fino a 10 m di altezza. 300 giorni di sole all'anno garantiscono alle microalghe grandi opportunità di fotosintesi; mentre inverni freddi le spingono a produrre importantissimi acidi grassi del tipo Omega-3 .
Il lago Klamath è talmente incontaminato da essere in grado di ospitare la più elevata concentrazione di aquile calve del continente nordamericano (assieme all'Alaska); e le aquile calve sono dei fondamentali markers ecologici che non sopravvivono se non in ambienti incontaminati.
MICROALGA KLAMATH. La microalga Klamath, raccolta con la massima cura e sottoposta a numerosi controlli di qualità, è ora raccolta con nuovi e superiori metodi di lavorazione ed essiccazione, grazie ai quali mantiene i suoi oltre 100 tra nutrienti (14 vitamine, 73 minerali, 20 aminoacidi, acidi grassi Omega3) e molecole nutraceutiche (feniletilammina, AFA-ficocianine, polifenoli, caroteni, clorofilla, ecc.) e ne migliora a tal punto la concentrazione da contenere ben 12 vitamine e minerali LARN rilevanti, cioè in quantità tali da coprirne in maniera significativa il fabbisogno giornaliero.
LA KLAMATH POTENZIATA E PERFEZIONATA. Nutrigea usa questa alga come base dei suoi prodotti, potenziandone le proprietà attraverso estratti e sinergie. Così sono nati gli estratti brevettati Klamin®, potente neuro e immuno modulatore, e AphaMax®, l’estratto che concentra le AFA-ficocianine, i più potenti antiossidanti naturali e potenti modulatori dell'infiammazione.. Dato che oggi le proprietà nutraceutiche dalla Klamath sono specificamente potenziate in questi estratti, il dr. Scoglio ha anche formulato un nuovo prodotto che ne perfeziona il potere nutrizionale: MULTINATURAL, che ha la Klamath come ingrediente principale, ma che aggiunge una serie di estratti vegetali ricchi di quelle specifiche vitamine e minerali che nella klamath sono meno presenti.
#alga_klamath#erboristeria_arcobaleno_schio
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4-n-70-n-10 · 1 month
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Pavimentazioni Drenanti a Geraci Siculo, Oggi un Po' di Meno
🕍 Geraci Siculo, incantevole borgo medievale nel cuore del Parco delle Madonie, è un esempio tipico dell'architettura dei borghi montani.
Le sue strade seguono le linee di massima pendenza, intervallate da isoipse pressoché orizzontali, creando un tracciato urbanistico sinuoso e ricco di curve.
⛈️ Questo assetto contribuisce a rallentare il deflusso delle acque piovane verso valle durante gli eventi meteorologici.
⌛️In passato, le strade erano pavimentate con basolato vulcanico, posato a secco su un letto di sabbia.
Questa tecnica garantiva un'elevata capacità drenante, permettendo all'acqua piovana di infiltrarsi nel sottosuolo e riducendo il carico idrico, scongiurando così il verificarsi di quelle che oggi chiamiamo bombe d’acqua.
🤔 In seguito al rifacimento dell’impianto fognario, le pavimentazioni sono state in parte sostituite con materiali simili, ma posati con malta cementizia.
Questo intervento ha ridotto del 50% la permeabilità superficiale di alcune strade, diminuendo così la loro capacità drenante.
😊 Tuttavia, anche con questo discutibile intervento, le vie di Geraci Siculo rimangono più drenanti rispetto a quelle di molte altre città, dove le pavimentazioni sono completamente impermeabili.
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