#volta la carta
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Nobody understands playing cards — not even the experts
#playing cards#history#culture#video games#mathematics#familiarity#solitaire#brainteasers#volta la carta
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angiolina \ the fire witch \ l'uomo di Monaco \ riccioli neri \ la gonna di jenny \ il pescatore \ il ballo della morte
#volta la carta#in the court of the crimson king#l'uomo di monaco#andrea#il suonatore jones#il pescatore#ballo in fa diesis minore#.bmp#fabrizio de andré#king crimson#i nomadi#angelo branduardi
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Comunque rip fandom anglofono della formula 1 non saprete mai che La scelta di Caparezza è una delle canzoni più azzeccate per questo sport
#ogni volta che voglio fare una playlist a tema formula 1 devo combattere la voglia di inserirla e non ho ancora mai vinto questa battaglia#perchè ogni pilota a un certo punto si trova davanti alla scelta di rincorrere ancora il sogno oppure ritirarsi#soprattutto se al ritiro ti aspettano moglie e figli#la parte di 'Ludovico' mi fa sempre pensare a Max in particolare#'Mio padre è d'umore un po' grigio mi vuole prodigio/Ma sono solo un bambino e c'è rimasto male'#'Padre lascia stare l'alcol ti rovini/sei severo quando faccio tirocini/Io sono romantico ma pure tu/Mi vedi solo come un mazzo di fiorini'#arte che imita la vita o vita che imita l'arte che ne so#invece la parte di 'Marco' vi diró molto Seb/Nico coded per me#Più Seb direi soprattutto con l'annuncio 'But as much as there is life on track there is life off track too'#e la menzione dei figli nel pezzo#'È un buon lavoro incasso da molto/Vale come un disco d'oro in cassa da morto'#'Voglio fissare mio figlio il tempo passa e m'accorgo/che sto fissando un foglio tipo carta da forno'#okay sì il pezzo di Capa parla di carriera musical e non spietiva ma le vibes sono quelle#questa per me é semplicmente un'altra w delle community di formula 1 italiana#probabilmente troppo niche questo post ma pazienza#f1#formula 1#caparezza#mi scoccio di riscrivere i tag ma intendevo dire musicale e sportiva prima. Avete capito dove.
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Qui per ricordare che Il pandoro è superiore al panettone, il panettone senza canditi è superiore al pandoro, e qualsiasi dolce fresco fatto in casa o comprato in pasticceria è superiore ai dolci industriali che ogni anno compriamo sempre e comunque, perché siamo un paese che vive di abitudini e ci facciamo andare bene quel pandoro che sa di carta, e che dovremo mangiare per una o due settimane col caffelatte, fino a provarne disgusto e chiederci "ma era davvero necessario comprare 3 pandori anche quest'anno? La prossima volta solo dolci fatti in casa".
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Mi manca...
Lo zoccolare fino in spiaggia con mia madre che mi diceva "cammina bene alza quei piedi"...pinoli per terra da schiacciare con i sassi...
l'odore della siepe di caprifoglio dalla pensione trieste al bagno emilio e quello dei giornali dell'edicola, misto a quello del mare e degli abbronzanti e della piadina...
la cuffietta bianca della piadinara...quella anziana, la prima ..che faceva le piade tirate a mattarello con il bordo frastagliato e il pezzetto di carta marroncina per portarle via ...
la luce bianca del mattino e la bassa marea con le righe della sabbia sotto i piedi, i buchini dei cannolicchi e schivare i granchi
fare capannella con il tettuccio del lettino e il telo, il caldo sulla pelle...l'odore dell'abbronzante e il libro con sabbia tra le pagine...
e aspettare le 11 che non arrivavano mai per il bagno... il freddo dell'acqua al primo tuffo o l'andare giù piano piano con tutta la pelle d'oca... i rumori attutiti quando si è sott'acqua.... il cretino di turno che ti slaccia il bikini...le spalle di mio padre per salirci a fare i tuffi...
correre sulla sabbia bollente saltellando tra un'ombra e l'altra... stendersi al sole senza fare la doccia e sentire la pelle tirare con il sale che brucia appena sulla pelle un po' scottata sulle spalle ...
il fastidio della sabbia tra le dita e lavarsi i piedi nel rubinetto sotto le docce aspettando con il costume in mano per sciacquare anche quello...il profumo dello shampoo e il rigagnolo di schiuma e acqua sulla sabbia...
il cemento rigato e rosso e bollente della banchina del porto con le barche che partivano da Milano Marittima per la gita a Rimini e la voglia di tuffarsi lì ma la mamma non voleva...e stare in equilibrio sul muretto tra la banchina e gli scogli ad aspettare gli schizzi delle onde,
il mare grosso i rari giorni che faceva temporale e a fare il bagno tuffandosi dentro le onde e ci si riempiva il costume di sabbia..
la pizza che faceva la sorella della vedova di Emilio alle cinque...e io le confondevo poi sempre quelle due...la Maria e l'Anna
Il rullo per tirare il campo da bocce e il barattolo bucato con il talco per fare le righe...e le premiazioni delle gare al pomeriggio e se le coppie erano miste io ero un po' gelosa se mio padre giocava con la mamma della cecilia perchè era così bella...
e guardarti da lontano mentre giocavi a calcio sporco di sabbia dappertutto e cominciare a scoprire quell'emozione nuova quell'attrazione mai provata... ecco cosa vuol dire innamorasi...il dondolo dell'Hotel Miramare dove per la prima volta ho capito che potevo anche godere del mio corpo...
I giardini del tennis con la terra rossa e la giostra e l'odore dei pini...
le tonde alla sera su e giù per viale Roma e baci infiniti sulle panchine, le feste al Giardino D'Estate con Gianni Togni che cantava Luna..e le puntate all'ippodromo di Cesena e le gite al Parco Naturale che mi sembrava così lontano...
Gli amici che poi non avresti rivisto più, quelli che rivedi solo lì...e quelli che sono ancora con me ......il primo primissimo bacio sul dondolo della casa in affitto ...
il rumore degli aerei con la pubblicità...la pizzeria da Duilio e il cinema Italia all'aperto ...le lacrime quando era ora di tornare e il grano nei campi era già mietuto e le arature portavano l'autunno...
Mi manca la felicità pura e spensierata di quel periodo quando ancora tutto poteva essere e ogni cosa era nuova e da scoprire ...e che non è stata mai più.
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Violata, finalmente
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Ada s'era sposata molto giovane, con un uomo di venti anni più anziano, dai modi gentili e molto colto. Dedito ai suoi studi e immerso nel suo lavoro. Presto egli aveva cessato di rivolgerle le dovute attenzioni. E le nascite dei due figli avevano infine mortificato la sua femminilità e fatto assopire i suoi desideri.
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Dovendo rifare il bagno, era stato dato l'incarico a un artigiano del vicino paese. Il marito le aveva dato carta bianca e un opportuno budget di spesa. Per cui, al mattino, portati i figli a scuola, assieme a lui aveva iniziato ad andare in giro per scegliere i vari componenti: doccia, sanitari, rubinetteria, piastrelle, colle varie, mobiletti etc.
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S'era quasi subito sorpresa a vestirsi, profumarsi, truccarsi e infine attenderlo con trepidazione. L'uomo non le era indifferente: qualche anno più di lei, sui trentacinque e molto solido. Capelli ricci e arguto, schietto, allegro. Per lei egli rappresentava un raggio di pura luce nella nebbia degli ultimi anni. Sempre cortese, con lei, ma a suo modo comunque pieno di mistero.
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Le aveva infine confessato di essere separato e di essere stato deluso e molto amareggiato per i ripetuti tradimenti della moglie. Cresceva in Ada la voglia insopprimibile di averlo, mentre capiva chiaramente di avere vicino ogni giorno un uomo affascinante e soprattutto pieno di desiderio per lei. Avrebbe voluto amarla, questo le era ormai evidente, ma Bruno non voleva far passare a un altro uomo ciò che aveva passato lui.
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Glielo aveva fatto capire chiaramente. Ma se una donna vuole un uomo, alla fine se lo prende. Punto. Una mattina lei finse di essere ancora in preparazione e lo accolse avvolta da un telo da bagno che appena le copriva il seno. A vederla così l'uomo ebbe un tuffo al cuore e un'insolita affluenza di sangue in zona pelvica. Lo pregò di accompagnarla in camera da letto, che avrebbe finito in cinque minuti.
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Entrati che furono, lei spudoratamente si tolse l'asciugamano, salì sul letto completamente nuda e rossa in viso; bellissima, irresistibile. Si mise in ginocchio con i gomiti sulle lenzuola e natiche all'aria, pensando: “Jericho ora dovrà crollare.” E si: l'uomo la prese senza più esitazioni. La possedette e lei finalmente godette nell'essere trattata come ogni donna desidera.
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Le sussurrava parole oscene e irripetibili ma dolci all'orecchio, mentre la penetrava inaspettatamente dove lei non avrebbe neppure osato pensare di chiedere al marito, per non essere considerata una donnaccia. E la teneva ora per le spalle ora per i capelli, strattonandola gentilmente al ritmo dei colpi. Le sborrò a lungo una prima volta nel culo e dopo un po' ancora una volta nella fica. Un'estasi, per una donna a lungo trascurata. Che ebbe orgasmi dolci e intensi. Si rividero anche dopo che il bagno fu sistemato e lei godeva sempre molto nell'essere strapazzata, violata e fatta sua, sua, sua seppure in pieno peccato.
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Gli succhiava l'uccello sino a sfinirlo, si faceva mangiare l'albicocca sino a godere e lo inondava di nettare, cosa che lui gradiva molto. Non sta bene, non si fa: una signora rispettabile non dovrebbe fare queste cose. Ma più si sentiva in colpa, più lo desiderava e lo cercava. La vita ti pone davanti curve, situazioni difficili. Ma anche gioie incredibili, magari ben nascoste dietro una frustrazione, un dolore o un lungo periodo di speranze perdute. E te le devi prendere, le tue gioie: anche se questo comportasse la inevitabile e continua sofferenza sia del peccatore che del tradito. Chissenefrega.
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RDA
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ho un'età che mi permette di assistere alla forma adulta di chi ho visto essere bambino e questo vuol dire che questa fase per me è passata, ma riesco a prenderne coscienza soltanto attraverso l'evoluzione di altri perché io mi sento sempre la stessa, neanche un centimetro spirituale in più. ancora più straziante è guardare invecchiare le giovani figure adulte che hanno costellato la mia infanzia o adolescenza. zia si è fatta la tinta bianca ai capelli, li ha sempre avuti scuri, soltanto dodici mesi fa era mora. in un anno li ha schiariti sempre di più fino al bianco. dice che è stanca di fare la tinta ogni mese, lascerà che i suoi bianchi naturali crescano confondendosi con il nuovo colore. e poi forse non metterà più lo smalto e neppure il trucco il sabato sera. la vecchiaia quindi è l'abbandono del superfluo? o è l'abbandono di sè stessi? la tinta è davvero così superficiale oppure è un atto di resistenza? forse non sempre, forse qualche volta. questi movimenti viscidi del tempo che striscia lungo i pilastri solidi della mia esistenza mi mettono a disagio. probabilmente perché li sento anche addosso. probabilmente perché senza accorgermene sono diventata un pilastro della mia stessa vita anche io. probabilmente perché mi sento violata, impotente, non come uno stupro, è una violenza diversa, una violenza dolce, subdola, ingannevole, inesorabile. forse sono in ritardo, forse è troppo tardi per tante cose, forse gli altri sono in anticipo, forse si sentono in ritardo anche loro. da giovane la mia bisnonna aveva sempre uno zigomo gonfio, o un occhio nero, o una frattura da qualche parte. poi suo marito è morto e lei ha iniziato a mettere il rossetto, i gioielli e il profumo. io ero bambina, molto bambina, la ricordo come una delle donne anziane più eleganti che io abbia mai visto. è morta sulla soglia dei cent'anni con le labbra rosse, non è mai stata in ritardo. credo che la resistenza si manifesti sempre di rosso. vorrei passare lo stesso colore sulle mie labbra, per firmare queste parole con un bacio stampato sul foglio, ma il tempo della carta è passato
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PAN DOLCE GENOVESE
Ingredienti per 1 pandolce genovese basso di circa 1 kg
300 g di farina 00 �120 g di zucchero semolato �90 g di burro �60 g di latte
1 cucchiaio di marsala secco �1 uovo �1 g di sale fino
10 g di lievito per dolci in polvere
la scorza di 1 limone
30 gr di pinoli
250 g di uvetta
70 g di scorza di arancia candita �70 g di cedro candito 25 g di pinoli �5 g di acqua di fiori d'arancio�5 g di semi di finocchio �
Procedimento:
In una ciotola mettere a bagno l’uvetta in acqua tiepida per circa 15 minuti.
Poi asciugarla bene e aggiungere il cedro, l’arancio candito, i pinoli, i semi di finocchio ed i fiori d’arancia , mescolare bene e tenerlo a disposizione.
Sciogliere il burro lentamente, appena sciolto metterlo in planetaria con lo zucchero ed iniziare a lavorarlo bene.
Aggiungere l’uovo ed il sale e mescolare bene, poi aggiungere poco alla volta il latte e il marsala ed amalgamare bene il tutto.
Aggiungere ora la farina con il lievito setacciati insieme poco alla volta e formare un’impasto solido.
Aggiungere ora la scorza di limone grattugiata e l’impasto di uvetta, semi di finocchio, i canditi ed i fiori d’arancio e mescolare bene fin che l’impasto non sarà elastico.
Mettere l’impasto su un tagliere, stenderlo con le mani e dargli delle pieghe, poi parlarlo formando cosi una palla.
Metterla su una teglia ricoperta di carta forno, poi schiacciarlo bene con le mani ed inciderlo con un coltello formando dei rombi.
Cuocere il pandolce genovese in forno statico per 40 minuti a 180°.
Quando cotto farlo raffreddare e aspettare 1 giorno prima di servirlo in tavola.
Buona serata!!!!
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luto interno dividido
-Final
.⁹
Hoje, me vi chorando, sim,
Chorei como uma criancinha, por você,
Por uma última vez.
(Sabe, sei que não será a última.)
Mas, que eu possa controlar, será sim.
Chorei, senti, deixei a dor esvair do meu corpo,
E a minha alma se libertar.
Deixei escorrer pelo meu rosto toda a agonia e cansa��o.
Limpei as últimas lágrimas destinadas a você e somente a você.
Abracei minha própria alma e acalmei meu peito.
Ajoelhei ao lado da parte de mim que se recusa a aceitar sua partida,
Acariciei a ferida aberta que você deixou,
Na parte de mim que pulsava, transbordava de amor por você.
Senti a dor dela, o sangue invisível escorrendo por meus dedos,
Manchando o chão da minha mente.
Vi as marcas se formarem nas paredes,
Sabendo que levará tempo para conseguir limpá-las.
Eu admiti, sim!
Eu tenho saudades de você.
E sim!
Eu queria você de volta.
Mas não!
Não vou atrás de você.
Estarei aqui, vivendo,
Deixando o tempo curar aquilo que não posso tocar.
E, se nossos caminhos se cruzarem novamente,
Eu irei te receber,
E te amar, como e mais do que da última vez.
Pois Deus sabe que eu iria até o fim por você.
E o quanto eu sinto a sua falta a cada minuto que se passa.
Eu irei proibir a minha mente de te esquecer.
Mas deixarei você partir.
Essa é a minha última carta de amor pra
você, minha flor,
Pelo menos, por enquanto.
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Previous & Next
image transcript (pt-br):
Judith ergueu um dedo, pedindo silêncio, e virou a segunda carta: A Roda da Fortuna.
Judith: Mudanças estão vindo. Grandes mudanças. Você está em um ponto de virada, querida. O destino colocou alguém no seu caminho, mas a pergunta é: você confia em si mesma para entender o propósito disso? Low: Eu não sei. Ele apareceu tão de repente... Eu não sei o que fazer.
Judith virou a última carta: A Lua. Ela ficou em silêncio por um longo momento, os olhos fixos na imagem da carta. Judith: Nem tudo é o que parece. Há segredos ainda escondidos, coisas que você não sabe. O caminho à frente será cheio de incertezas, mas se você confiar no seu coração, encontrará a verdade. Low: Segredos...? Você quer dizer que ele... que Michael... está escondendo algo? Judith: Não sou eu quem deve responder isso. Apenas lembre-se, Low: às vezes, o que achamos ser o destino pode ser um teste. E cabe a você decidir como enfrentá-lo. Low: Isso tudo é uma grande mentira, não é? Uma perda de tempo. Eu não acredito nessas coisas. Judith: Acredite ou não, querida, a verdade não depende da sua crença. O que está por vir será o que deve ser. O tempo vai te mostrar o que você precisa ver. Até lá, você pode escolher ignorar as pistas ou segui-las. Mas lembre-se: o destino não se apressa, e não se volta atrás. Ele continua, com ou sem a sua permissão. E, querida… não tenha medo de ouvir seu coração. Ele sabe o que você precisa antes mesmo de você saber. Agora, vá. O que está à sua frente não pode ser adiado.
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stasera ho fatto le crêpes salate per la prima volta e sono venute davvero morbidissime, voglio condividere con voi questa ricetta facilissima🥺
con queste dosi ne usciranno 8. mischiate tutti gli ingredienti insieme e poi lasciate riposare l’impasto per mezz’oretta. consiglio di ungere la padella con uno spruzzo di olio e di spalmarlo omogeneo con un pezzo di carta da cucina. una volta messo l’impasto in padella, copritelo col coperchio cosicché si cucini anche sopra. basterà qualche minuto per lato et voilà✨
- 130gr di farina (anche di riso)
- 130ml di latte (anche vegetale)
- 130ml di acqua
- 2 uova
- 4 albumi (150gr circa)
- un pizzico di sale a piacere
#pensieri#compagnia#compagnia notturna#frasi#nuovi amici#pensieri notturni#crepes#cucina#aesthetic#amici#amore#frasi personali#ricette#ricette facili#cucinare#brunch#dinner#cena#pranzo#colazione#crepes salate#ricette fit#fit#uova
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so long, lando. | ln4
{ lista principal }
pov: hora de dizer até logo para o amor.
- avisos: narração em terceira pessoa, angst, sem final feliz, fim de relacionamento, menção a crise de ansiedade.
- wc: 976.
- n/a: estava a muito tempo tentando escrever isso. não sei bem como me sinto sobre, mas... enfim. e sim, é inspirada em so long, london da ts. para melhor experiência recomendo ouvir a música enquanto lê. (não me responsabilizo por lágrimas, i'm sorryyyy)
Imagens tiradas do Pinterest, todo direito reservado ao seus autores. História ficcional apenas para diversão, não representa a realidade e os personagens utilizados possuem suas próprias vidas e relacionamentos, seja respeitoso. 😊
Lando abriu a porta do apartamento e o frio logo o recepcionou. O lugar estava escuro, quieto e muito gelado, como se fantasmas, totalmente sem vida, dançassem no meio da sala.
Ele acendeu a luz e chamou pela noiva. Recebeu silêncio.
Largando a mala no chão e as chaves no aparador ao lado da porta, ele olhou ao redor, a procura de algum sinal de que ela estava ali. Não encontrou nada, então foi em direção ao quarto deles, mas não havia ninguém ali também. Nem no quarto de leitura, nem no escritório, nem em nenhum lugar. Conforme percorria os cômodos, Lando sentiu que algo estava errado e não gostou nada do sentimento de sufocamento que começava a roubar seu ar aos poucos.
Ele e a noiva estavam juntos há sete anos, mas as coisas já não eram as mesmas há pelo menos dois. O pedido de casamento, inclusive, havia sido uma tentativa de salvar tudo. Porém não funcionou. A cada dia, a noiva se afastava mais, parecia mais triste e decepcionada por Lando nunca cumprir tudo que um dia prometeu a ela.
Lando a amava, disso tinha certeza, mas em algum momento começou a se sentir insuficiente, começou a se sentir incapaz de fazê-la feliz. Vozes em sua cabeça gritavam que ele não daria conta de conciliar tudo, que ele precisava escolher entre ela e a carreira, que precisava deixar de ser egoísta e resolver a situação, mas simplesmente não conseguia. Era corajoso o suficiente para dirigir um carro há 300km/h, mas não era para enfrentá-la ou deixá-la ir. Permaneceu paralisado, fingindo estar alheio às mudanças, se afundando cada vez mais em trabalho.
A Formula 1 tomava tanto seu tempo, que quando deu por si, já não era somente o Lando Norris; era o Lando Norris da McLaren. E ele deixou ser assim, se transformou numa pessoa que não reconhecia, se distanciou tanto do que era, que nem se quer enxergava mais o antigo Lando.
Então, não podia a culpar por cansar dele; até mesmo ele estava cansado.
Quando chegou na cozinha e viu o envelope laranja (Há! Grande ironia!) em cima da bancada, nem precisou se aproximar muito para saber que sua vida mudaria e aos poucos, começou a senti-la desmoronar em volta dele.
O piloto se aproximou devagar, como se fosse uma bomba prestes a explodir e o tomou nas mãos com cuidado. Seu nome estava escrito com a caligrafia delicada da amada. Ele sentiu a garganta fechar e os olhos marejarem antes mesmo de abrir.
Puxou uma das banquetas e se sentou, abrindo o envelope com cuidado. Dentro, havia um pedaço de papel, mas também um objeto pequeno, a aliança de noivado. A primeira lágrima escorreu veloz pela bochecha do piloto quando ele segurou o objeto, ele a secou e a perna automaticamente começou a balançar pra cima e pra baixo. Com as mãos trêmulas, abriu a carta.
Além da caligrafia, que perdia seu padrão do início para o final, como se escrita com dor e rapidez, também havia manchas pelo texto. Manchas de lágrimas.
Seus olhos se nublaram ainda mais com as lágrimas que agora escorriam descontroladamente pelas bochechas. Ele respirou fundo antes de começar a ler.
“Querido Lando,
Por muito tempo, você foi minha fortaleza, meu farol em dias nublados e escuros, uma espécie de forte onde eu me abrigava para me esconder das fortes ventanias repentinas que apareciam destruindo minha vida. E você exerceu seu papel tão bem.
Nunca se importou em me ligar; não importava o lugar do mundo que você estava, nunca se importou de me ouvir, de me acolher em seus braços quentes e sempre cheios de vida. Seu sorriso era o que costumava ser meu aquecedor, era instantâneo sentir o calor percorrer meu corpo quando via você sorrir. Quando ele vinha acompanhado de uma gargalhada, era ainda melhor, parecia combustível sendo injetado em minha veias, me fazendo continuar. Não sei para onde, mas eu continuava por sua causa. E eu continuei por muito tempo, por conta dessas pequenas coisas, e aguentei tanto que não consigo organizar meus pensamentos direito quando penso nisso. Mas meus braços cansaram de te segurar, Lando.
Cansaram de te abraçar com força, na esperança de que você ficasse, que me escolhesse mais uma vez. Cansaram de carregar esse relacionamento por aí após ele passar ser um fardo, mas principalmente pra você. Cansei de tentar te fazer rir, de tentar te acessar de todas as maneiras que eu conhecia, de te assistir se tornar o homem da McLaren, não meu.
Não entenda mal, sinto orgulho de você e de ter ver alcançando o que sempre desejou, mas e eu? Assisti tudo de longe e sorrio? Você esqueceu de me levar junto enquanto estava por aí, vivendo sua vida, conhecendo lugares e se tornando o que sonhamos juntos. E eu não entendo por que, sempre remei por você, com você. Deixei de lado coisas que eu conhecia, coisas que eu era, sonhos que sonhava. Por você, Lando.
Sabe quanta tristeza suportei para continuar remando? Para continuar fazendo massagens cardíacas nesse amor, na esperança de fazê-lo ressuscitar? Não, acho que você não sabe e nunca vai saber. Tudo que fiz foi pensando que seria recompensada com a única coisa que me importava: você.
Você pode me acusar de abandonar o navio, mas eu estou afundando com ele e querido, isso eu não posso suportar. Saiba que não estou furiosa com você, estou furiosa porque eu amava o lugar que você era. Você era meu lar, Lando. E agora é apenas um espaço vazio e frio.
Foi bom enquanto durou, um momento de Sol morno. Mas é hora de partir e eu sei que você vai encontrar alguém para habitar sua casa novamente.
Desculpe não esperar para me despedir, sei que não conseguiria e te amar está me arruinando. Eu preciso ir e prefiro não falar para onde, preciso de espaço, mas estou bem, caso isso te importe. Entro em contato para buscar minhas coisas.
Até logo, Lando.”
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Viviamo in un’epoca di grande ipocrisia. La follia umana sta raggiungendo un livello veramente esagerato. Attivisti verdi che sporcano di vernice le opere d’arte e gli edifici di importanza storica e culturale; adolescenti che invece di studiare a scuola, e capire che l’energia elettrica non nasce dal nulla, gridano sputando saliva di rabbia che dobbiamo salvare il nostro pianeta passando all’ energia alternativa. I centri storici sono pieni di spacciatori, che vendono l’erba. Ma non possiamo legalizzarla! No! Viviamo in un paese cattolico, dicono. Abbiamo il Vaticano…Ogni ragazza sogna di vendere il suo corpo o le sue immagini nude, invece di studiare e diventare un’insegnante o un dottore. Ma riaprire le case chiuse!- guai! Cosa dirà la chiesa?! Siamo tutti pieni di rabbia e invece di trovare soluzioni, trasciniamo questo mondo verso una terribile ed inevitabile fine.
Non sono né un profeta né un scienziato, ma anche con la mia scarsa preparazione posso e devo ricordare a tutti che esiste da tanti anni un modo per produrre l’energia, sostituire la plastica e ridurre al minimo l’inquinamento. Tutto quello che dobbiamo fare è togliere l’etichetta del demonio dalla cannabis! Immagino che qui mi accuseranno della propaganda della droga, ma non abbiate fretta con il vostro giudizio. Vi rinfresco la memoria, raccontando un po’ di fatti riguardo al nemico del popolo: la Cannabis.
Da 1 ettaro di canapa si ricava tanta carta quanto da 4 ettari di bosco. 1 ettaro di canapa emette tanto ossigeno quanto 25 ettari di bosco. I tessuti di canapa superano persino il lino nelle loro proprietà. La canapa è una pianta ideale per realizzare corde, funi, tessuti , borse e cappelli. Ciò che è anche molto importante: tutti i prodotti in plastica possono essere realizzati con la canapa, la ‘plastica’ di canapa è ecologica e completamente biodegradabile. Questo è solo un piccolo elenco delle qualità uniche della canapa: un'altra cosa- la canapa cresce in soli quattro mesi e un albero in 20-50 anni. Può essere coltivata in qualsiasi parte del mondo con poca acqua, inoltre è in grado di difendersi dagli insetti parassiti, non ha bisogno di pesticidi. È davvero un paradosso? Perché stiamo ancora abbattendo le foreste? Stiamo usando la plastica dannosa per sconvolgere l'equilibrio del pianeta? Sì, perché la società dei consumi giova solo ai problemi, non alle loro soluzioni.
E della Hemp Body Car creata da Henry Ford in 1937 vogliamo parlare?!… Ma finché ci sono l’interessi di compagnie petrolifere non vedremo mai queste macchine sulle nostre strade. Il Dio denaro sta comandando questo mondo e costringe ognuno di noi a fare le scelte che porteranno sempre più verso la distruzione. Dobbiamo pensarci e tutto può cambiare!
Adesso, dopo questa introduzione, che ho cercato di fare più breve possibile, voglio condividere con voi la mia esperienza personale. Perché non c’è niente più convincente e dimostrativo, come la prova tecnica.
Ho una grande passione per i mercatini delle pulci. Una volta, facendo la mia ricerca dei tesori ad un mercatino mi sono imbattuto in rullo del tessuto. Non sapevo cosa era, ma l’aspetto estetico e le caratteristiche tattili di questa stoffa mi hanno fatto battere il cuore! Per fortuna avevo davanti a me un venditore, che sapeva tutto su questo grande rullo tessile. Si trattava di canapa lavorata a mano negli anni ’50. E si è accesa subito la lampadina della mia creatività! Da anni volevo farmi fare un abito chiaro, non solo bello , ma soprattutto comodo e leggero. Un abito che fa fresco d’estate e che mi dà il sollievo in questo clima padano. Inizialmente ero concentrato sul procurarmi un pezzo di lino, il classico intramontabile per ogni gentiluomo. Ma dopo avere visto la Grande Bellezza dell’ antico manufatto in canapa non avevo più i dubbi. Comprato il rullo pesante di canapa dal felice venditore, ad un prezzo veramente simbolico di 20 € mi sono recato direttamente dal mio sarto, il signor Franco Parmelli, un sarto che ha più di 80 anni, la maggior parte di quali trascorsi nell’ accumulare un’impagabile esperienza nel campo di creazione di abiti su misura. La bellezza della stoffa che ho portato ha commosso il vecchio Maestro e abbiamo iniziato subito la realizzazione di questo progetto che io ho chiamato “ Legalize it!” Si tratta di un un completo fatto di pantaloni, pantaloncini corti, gilet e giacca a due bottoni, naturalmente di canapa. É un po’ bizzarro, lo so, ma proprio questi elementi di guardaroba possono essere giocati durante l’estate con il massimo piacere e conforto, senza rinunciare all’eleganza. Un taglio semplice e classico, i bottoni in madre perla e poco altro. Ed ecco a voi il risultato finale. Un abito così comodo e bello non l’ho mai avuto in vita mia! E’ diventata la mia seconda pelle. Sicuramente dà un po’ nell’occhio, in mezzo alla massa di infradito, pinocchietti e t-shirts… Ma preoccuparmi di cosa ne pensano gli altri di me non è stato mai per me un problema. Mi sentirò un combattente della piccola armata di uomini eleganti e a testa alta continuerò di vestirmi e non coprirmi… e a contribuire a salvare il pianeta!
Photos by https://www.instagram.com/giovannigarritano_ph?igsh=MTE2anU5d3BsZ2owdA==
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Un futuro tutto da scrivere ed un filo che non si romperà mai.
Sono una persona sognatrice che appunta ogni pensiero su carta, da sempre.
Scrivo di me in questo blog, che uso come mio diario virtuale.
Scrivo di ciò che voglio e di ciò che vorrei avere e trovare durante il cammino della mia vita.
Sono una persona che crede nell'amore come quello delle favole.Quel tipo d'amore che ci faceva sognare da bambine.
Mentre scrivo questo, resto legata ad un filo, quello del destino.
Quel filo di color rosso per il quale, esiste una leggenda giapponese che ci racconta di come due persone siano legate tra loro.
Ho sempre creduto in questa leggenda nonostante tutto.Sono convinta anche io di questa cosa, e spero che un giorno, anche se tardi, troverò anche io la mia anima gemella, il mio amore per la vita.
È importante ricordare che, il filo rosso può aggrovigliarsi e allungarsi, ma mai spezzarsi.
Un-mei-no-akai-ito è ciò che sono io, sono io quel filo. Mi trovo già legata alla mia anima gemella, senza però, essere ancora a conoscenza della sua effettiva esistenza.
Questo non è un sogno, è la realtà, e come tale, molto presto, si realizzerà, anche se ci vorrà del tempo.
Vorrei che sappia amarmi nonostante la mia disabilità, e che faccia in modo che per lui non sia un problema, ma un valore aggiunto.
Vorrei che mi insegnasse ad amare (visto che quella in questione, sarà la mia primissima relazione e spero anche l'ultima).
Sono spesso sola, non ho molti amici, quindi vorrei che lui per me fosse un amico o molto di più.
Non so nuotare, quindi spero che apprezzi la montagna 🗻 e le colline, cottage e agriturismi, cose così.
Mi vedo bene in vacanza anche ad esplorare città d'arte, in Italia o all'estero.
Vorrei che fosse una persona aperta al dialogo con le persone e che modo educato esprima il suo pensiero, come io faccio abitualmente.
Vorrei che rispettasse sempre il prossimo, sia per quanto riguarda il pensiero altrui, e tutti i loro credo, qualunque essi siano.
Mi piacerebbe che parlasse più lingue straniere, come lo faccio io avendo questa passione da tutta la vita, e che magari lui abbia piacere di insegnarmene qualcuna se ne conoscerà.
Da sempre, sono stata rapita da occhi color mare e color smeraldo.
Chi sono io.
Beh qualcosa ti ho già raccontato di me, Anima ancora sconosciuta.
Sono una ragazza semplice, con l'animo da bambina. Sognatrice, forse anche troppo, con la vena d'artista, a volte.
Spesso scrivo volentieri un mio pensiero su carta, anche se non ho mai avuto un vero e proprio diario.
Qualche volta mi trovi chinata su di un foglio, mentre disegno e coloro.
Altre volte mi trovi a giocare ai videogiochi, ed altre ancora, a guardare film e serie TV in lingua originale e partite di calcio, senza togliere tempo alla lettura, una delle mie più grandi passioni, trasmessa da mia mamma.
Spero che con la tua presenza costante nella mia vita, tornerò a scrivere d'amore, quell'amore che parlerà di noi.
Scriverò per te lettere (perché si, scrivere è sempre stata una passione che da un po' di tempo che si è spenta) che potrai leggere ogni volta che vorrai, ricordandoti di me, anche quando saremmo lontani, se vorrai.
Scriverò per te poesie, descrivendo il nostro amore che muterà piano piano nel tempo.
Crescerò insieme a te dentro questa relazione, e grazie a te spero passino anche le mie ansie, soprattutto la sociale, che mi accompagna da quando ho finito la scuola superiore (per via del bullismo subìto ecc..).
Per conquistarmi penso che non ci voglia molto: non sono una ragazza che indossa borse all'ultima moda, né ha un cellulare ultimo modello anche perché non sono malata di fotografie e non avendo altri social, non mi serve un cellulare troppo performante.
Come una bambina amo ancora i peluche (quindi questo sarebbe un ottimo regalo), ovviamente accompagnato da una lettera scritta a mano, sarebbe un sogno realizzato, ma non voglio chiedere la luna.
So per certo che, per amor mio, dovrai fare tanti cambiamenti nella tua vita, nel tuo quotidiano, e ovviamente io non obbligo nessuno ad amarmi, ma spero che un giorno, proprio come nelle favole, potrai essere il principe azzurro sto cercando e sognando da sempre.
Tiro un po' di più il mio capo del filo, se ti va, fallo anche tu, per incontrarci prima.
A presto amore mio, resto qui ad aspettarti.
@un-mei-no-akai-ito //(Lun 12.08.24 h 21:53) @un-mei-no-akai-ito
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Berna, 19 junho 1946 - quarta-feira
Fernando, Sua carta me surpreendeu tanto! Eu tive a impressão de ter caído numa coisa assim: de jogar verde para colher maduro. Não paro de imaginar vocês em Nova York e não sei como. Como é que Heleninha fala no meio da cidade? E você trabalha de noite num arranha-céu? e os arquivos? Só agora é que vejo que vocês no Rio eram uma das garantias que eu procurava. Por que é que todo mundo quer sair do Brasil? E você é espírita, é, Fernando? Então como é que você me pergunta o que eu faço às três horas da tarde? Ou já falamos sobre isso? às três horas da tarde sou a mulher mais exigente do mundo. Fico às vezes reduzida ao essencial, quer dizer, só meu coração bate. Quando passa, vêm seis da tarde, também indescritíveis, em que eu fico cega. Se o telefone toca eu dou um pulo e se me "convidam" eu pareço criança ou cachorrinho, saio correndo e enquanto corro digo: estou perdendo minha tarde. Mas eu tenho ido de tarde à biblioteca pública. E, por estranho que pareça, estou estudando cálculo das probabilidades. Não só porque o abstrato cada vez mais me interessa, como porque eu posso renovar minha incompreensão e concretizar minhas dificuldades gerais.
Estivemos em Paris andando desde manhã até de noite. Aquela cidade é doida, é maravilhosa. Não consegui absorvê-la, ter uma idéia só. De volta fomos diretamente para um apartamento novo, ainda novo, tudo encaixotado, estranho, desarrumado. Encontrei cartas de casa, vários recortes de jornal, várias notinhas, referências a você e a mim. Com o cansaço de Paris, no meio dos caixotes, chorei de desânimo e cansaço. Hoje passei o dia lendo; às três horas li de novo sua carta. Agora, São nove horas da noite, mas parece seis da tarde. E eu brilho, brilho sempre -isso deve ser brilho. Na verdade deve ser apenas adaptação ao novo apartamento. Não se pode deixar uma janela aberta, voa tudo; é um lugar onde ainda estão construindo, sem muitas casas. A rua chama-se Ostring e eu sou a pérola de Ostring, não vê? Vocês pretendem mandar buscar Eliana? como vão fazer? Quanto tempo na realidade vão ficar nos EUA? Paulo diz que vocês vão ficar seis meses apenas...
Desejo muita felicidade a vocês. Sejam muito felizes: estou com vontade de dar conselhos grandiosos, dizendo: custa um pouco adaptar-se a um lugar novo etc. Fernando, você tem trabalhado? e Helena, o que é que faz? Acabei de passar uma semana das piores em relação ao trabalho. Nada presta, não sei por onde começar, não sei que atitude tomo, não sei de nada. Digo a mim mesma: não adianta desesperar, desesperar é mais fácil ainda que trabalhar. Me mande um conselho, Fernando, e uma palavra bem amiga. Desculpe esta carta tola. Respondam depressa e eu mandarei uma muito boa, muito calma.
Não sei mais nada, Fernando... E as notícias que recebo do Brasil são as piores. Até pão falta. Vocês devem estar experimentando agora a tristeza de estar num país onde mesmo lentamente tudo tende a melhorar e receber notícias constantes desse jeito. Dá vontade de ser um grande homem e fazer alguma coisa. Certamente teremos alguma revolução. Até o ar lá está precisando disso. Fernando, Helena, um abraço grande. Me escrevam, agora que vocês sabem quanto pode valer uma carta e sobretudo certas cartas. Dei um ar de tristeza? não, dei um ar de alegria. Clarice.
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