#volta la carta
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theauthorityvol1 · 11 months ago
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angiolina \ the fire witch \ l'uomo di Monaco \ riccioli neri \ la gonna di jenny \ il pescatore \ il ballo della morte
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qualbuonvento · 2 years ago
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Guarda "Volta la carta" su YouTube
youtube
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youssefguedira · 8 months ago
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Send me an artist >>> Fabrizio De Andrè, my beloved italian poet ♥
OH this is a difficult one because i have so so many but i will say favorite is canzone per l'estate
but also hotel supramonte is my most beloved! truly songs that calm me down like nothing else
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alexjcrowley · 5 months ago
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Comunque rip fandom anglofono della formula 1 non saprete mai che La scelta di Caparezza è una delle canzoni più azzeccate per questo sport
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finestradifronte · 5 months ago
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Mi manca...
Lo zoccolare fino in spiaggia con mia madre che mi diceva "cammina bene alza quei piedi"...pinoli per terra da schiacciare con i sassi...
l'odore della siepe di caprifoglio dalla pensione trieste al bagno emilio e quello dei giornali dell'edicola, misto a quello del mare e degli abbronzanti e della piadina...
la cuffietta bianca della piadinara...quella anziana, la prima ..che faceva le piade tirate a mattarello con il bordo frastagliato e il pezzetto di carta marroncina per portarle via ...
la luce bianca del mattino e la bassa marea con le righe della sabbia sotto i piedi, i buchini dei cannolicchi e schivare i granchi 
fare capannella con il tettuccio del lettino e il telo, il caldo sulla pelle...l'odore dell'abbronzante e il libro con sabbia tra le pagine...
e aspettare le 11 che non arrivavano mai per il bagno... il freddo dell'acqua al primo tuffo  o l'andare giù piano piano con tutta la pelle d'oca... i rumori attutiti quando si è sott'acqua.... il cretino di turno che ti slaccia il bikini...le spalle di mio padre per salirci a fare i tuffi...
correre sulla sabbia bollente saltellando tra un'ombra e l'altra...  stendersi al sole senza fare la doccia e sentire la pelle tirare con il sale che brucia appena sulla pelle un po' scottata sulle spalle ...
il fastidio della sabbia tra le dita e lavarsi i piedi nel rubinetto sotto le docce aspettando con il costume in mano per sciacquare anche quello...il profumo dello shampoo e il rigagnolo di schiuma e acqua sulla sabbia...
il cemento rigato e rosso e bollente della banchina del porto con le barche che partivano da Milano Marittima per la gita a Rimini e la voglia di tuffarsi lì ma la mamma non voleva...e stare in equilibrio sul muretto tra la banchina  e gli scogli ad aspettare gli schizzi delle onde,
il mare grosso i rari giorni che faceva temporale e a fare il bagno tuffandosi dentro le onde e ci si riempiva il costume di sabbia..
la pizza che faceva la sorella della vedova di Emilio alle cinque...e io le confondevo poi sempre quelle due...la Maria e l'Anna
Il rullo per tirare il campo da bocce e il barattolo bucato con il talco per fare le righe...e le premiazioni delle gare al  pomeriggio e se le coppie erano miste io ero un po' gelosa se mio padre giocava con la mamma della cecilia perchè era così bella...
e guardarti da lontano mentre giocavi a calcio sporco di sabbia dappertutto e cominciare a scoprire  quell'emozione nuova quell'attrazione mai provata... ecco cosa vuol dire innamorasi...il dondolo dell'Hotel Miramare dove per la prima volta ho capito che potevo anche godere del mio corpo...
I giardini del tennis con la terra rossa e la giostra e l'odore dei pini...
le tonde alla sera su e giù per viale Roma e baci infiniti sulle panchine, le feste al Giardino D'Estate con Gianni Togni che cantava Luna..e le puntate all'ippodromo di Cesena e le gite al Parco Naturale che mi sembrava così lontano...
Gli amici che poi non avresti rivisto più,  quelli che rivedi solo lì...e quelli che sono ancora con me ......il primo primissimo bacio sul dondolo della casa in affitto ...
il rumore degli aerei con la pubblicità...la pizzeria da Duilio e il cinema Italia all'aperto ...le lacrime  quando era ora di tornare e il grano nei campi era già mietuto e le arature portavano l'autunno...
Mi manca la felicità pura e spensierata di quel periodo quando ancora tutto poteva essere e ogni cosa era nuova e da scoprire ...e che non è stata mai più.
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iimsc · 2 months ago
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ho un'età che mi permette di assistere alla forma adulta di chi ho visto essere bambino e questo vuol dire che questa fase per me è passata, ma riesco a prenderne coscienza soltanto attraverso l'evoluzione di altri perché io mi sento sempre la stessa, neanche un centimetro spirituale in più. ancora più straziante è guardare invecchiare le giovani figure adulte che hanno costellato la mia infanzia o adolescenza. zia si è fatta la tinta bianca ai capelli, li ha sempre avuti scuri, soltanto dodici mesi fa era mora. in un anno li ha schiariti sempre di più fino al bianco. dice che è stanca di fare la tinta ogni mese, lascerà che i suoi bianchi naturali crescano confondendosi con il nuovo colore. e poi forse non metterà più lo smalto e neppure il trucco il sabato sera. la vecchiaia quindi è l'abbandono del superfluo? o è l'abbandono di sè stessi? la tinta è davvero così superficiale oppure è un atto di resistenza? forse non sempre, forse qualche volta. questi movimenti viscidi del tempo che striscia lungo i pilastri solidi della mia esistenza mi mettono a disagio. probabilmente perché li sento anche addosso. probabilmente perché senza accorgermene sono diventata un pilastro della mia stessa vita anche io. probabilmente perché mi sento violata, impotente, non come uno stupro, è una violenza diversa, una violenza dolce, subdola, ingannevole, inesorabile. forse sono in ritardo, forse è troppo tardi per tante cose, forse gli altri sono in anticipo, forse si sentono in ritardo anche loro. da giovane la mia bisnonna aveva sempre uno zigomo gonfio, o un occhio nero, o una frattura da qualche parte. poi suo marito è morto e lei ha iniziato a mettere il rossetto, i gioielli e il profumo. io ero bambina, molto bambina, la ricordo come una delle donne anziane più eleganti che io abbia mai visto. è morta sulla soglia dei cent'anni con le labbra rosse, non è mai stata in ritardo. credo che la resistenza si manifesti sempre di rosso. vorrei passare lo stesso colore sulle mie labbra, per firmare queste parole con un bacio stampato sul foglio, ma il tempo della carta è passato
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angelap3 · 16 days ago
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PAN DOLCE GENOVESE
Ingredienti per 1 pandolce genovese basso di circa 1 kg
300 g di farina 00 �120 g di zucchero semolato �90 g di burro �60 g di latte
1 cucchiaio di marsala secco �1 uovo �1 g di sale fino
10 g di lievito per dolci in polvere
la scorza di 1 limone
30 gr di pinoli
250 g di uvetta
70 g di scorza di arancia candita �70 g di cedro candito 25 g di pinoli �5 g di acqua di fiori d'arancio�5 g di semi di finocchio �
Procedimento:
In una ciotola mettere a bagno l’uvetta in acqua tiepida per circa 15 minuti.
Poi asciugarla bene e aggiungere il cedro, l’arancio candito, i pinoli, i semi di finocchio ed i fiori d’arancia , mescolare bene e tenerlo a disposizione.
Sciogliere il burro lentamente, appena sciolto metterlo in planetaria con lo zucchero ed iniziare a lavorarlo bene.
Aggiungere l’uovo ed il sale e mescolare bene, poi aggiungere poco alla volta il latte e il marsala ed amalgamare bene il tutto.
Aggiungere ora la farina con il lievito setacciati insieme poco alla volta e formare un’impasto solido.
Aggiungere ora la scorza di limone grattugiata e l’impasto di uvetta, semi di finocchio, i canditi ed i fiori d’arancio e mescolare bene fin che l’impasto non sarà elastico.
Mettere l’impasto su un tagliere, stenderlo con le mani e dargli delle pieghe, poi parlarlo formando cosi una palla.
Metterla su una teglia ricoperta di carta forno, poi schiacciarlo bene con le mani ed inciderlo con un coltello formando dei rombi.
Cuocere il pandolce genovese in forno statico per 40 minuti a 180°.
Quando cotto farlo raffreddare e aspettare 1 giorno prima di servirlo in tavola.
Buona serata!!!!
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folklorriss · 3 months ago
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so long, lando. | ln4
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{ lista principal }
pov: hora de dizer até logo para o amor.
- avisos: narração em terceira pessoa, angst, sem final feliz, fim de relacionamento, menção a crise de ansiedade.
- wc: 976.
- n/a: estava a muito tempo tentando escrever isso. não sei bem como me sinto sobre, mas... enfim. e sim, é inspirada em so long, london da ts. para melhor experiência recomendo ouvir a música enquanto lê. (não me responsabilizo por lágrimas, i'm sorryyyy)
Imagens tiradas do Pinterest, todo direito reservado ao seus autores. História ficcional apenas para diversão, não representa a realidade e os personagens utilizados possuem suas próprias vidas e relacionamentos, seja respeitoso. 😊
Lando abriu a porta do apartamento e o frio logo o recepcionou. O lugar estava escuro, quieto e muito gelado, como se fantasmas, totalmente sem vida, dançassem no meio da sala.
Ele acendeu a luz e chamou pela noiva. Recebeu silêncio.
Largando a mala no chão e as chaves no aparador ao lado da porta, ele olhou ao redor, a procura de algum sinal de que ela estava ali. Não encontrou nada, então foi em direção ao quarto deles, mas não havia ninguém ali também. Nem no quarto de leitura, nem no escritório, nem em nenhum lugar. Conforme percorria os cômodos, Lando sentiu que algo estava errado e não gostou nada do sentimento de sufocamento que começava a roubar seu ar aos poucos.
Ele e a noiva estavam juntos há sete anos, mas as coisas já não eram as mesmas há pelo menos dois. O pedido de casamento, inclusive, havia sido uma tentativa de salvar tudo. Porém não funcionou. A cada dia, a noiva se afastava mais, parecia mais triste e decepcionada por Lando nunca cumprir tudo que um dia prometeu a ela.
Lando a amava, disso tinha certeza, mas em algum momento começou a se sentir insuficiente, começou a se sentir incapaz de fazê-la feliz. Vozes em sua cabeça gritavam que ele não daria conta de conciliar tudo, que ele precisava escolher entre ela e a carreira, que precisava deixar de ser egoísta e resolver a situação, mas simplesmente não conseguia. Era corajoso o suficiente para dirigir um carro há 300km/h, mas não era para enfrentá-la ou deixá-la ir. Permaneceu paralisado, fingindo estar alheio às mudanças, se afundando cada vez mais em trabalho.
A Formula 1 tomava tanto seu tempo, que quando deu por si, já não era somente o Lando Norris; era o Lando Norris da McLaren. E ele deixou ser assim, se transformou numa pessoa que não reconhecia, se distanciou tanto do que era, que nem se quer enxergava mais o antigo Lando.
Então, não podia a culpar por cansar dele; até mesmo ele estava cansado.
Quando chegou na cozinha e viu o envelope laranja (Há! Grande ironia!) em cima da bancada, nem precisou se aproximar muito para saber que sua vida mudaria e aos poucos, começou a senti-la desmoronar em volta dele.
O piloto se aproximou devagar, como se fosse uma bomba prestes a explodir e o tomou nas mãos com cuidado. Seu nome estava escrito com a caligrafia delicada da amada. Ele sentiu a garganta fechar e os olhos marejarem antes mesmo de abrir.
Puxou uma das banquetas e se sentou, abrindo o envelope com cuidado. Dentro, havia um pedaço de papel, mas também um objeto pequeno, a aliança de noivado. A primeira lágrima escorreu veloz pela bochecha do piloto quando ele segurou o objeto, ele a secou e a perna automaticamente começou a balançar pra cima e pra baixo. Com as mãos trêmulas, abriu a carta.
Além da caligrafia, que perdia seu padrão do início para o final, como se escrita com dor e rapidez, também havia manchas pelo texto. Manchas de lágrimas.
Seus olhos se nublaram ainda mais com as lágrimas que agora escorriam descontroladamente pelas bochechas. Ele respirou fundo antes de começar a ler.
“Querido Lando,
Por muito tempo, você foi minha fortaleza, meu farol em dias nublados e escuros, uma espécie de forte onde eu me abrigava para me esconder das fortes ventanias repentinas que apareciam destruindo minha vida. E você exerceu seu papel tão bem.
Nunca se importou em me ligar; não importava o lugar do mundo que você estava, nunca se importou de me ouvir, de me acolher em seus braços quentes e sempre cheios de vida. Seu sorriso era o que costumava ser meu aquecedor, era instantâneo sentir o calor percorrer meu corpo quando via você sorrir. Quando ele vinha acompanhado de uma gargalhada, era ainda melhor, parecia combustível sendo injetado em minha veias, me fazendo continuar. Não sei para onde, mas eu continuava por sua causa. E eu continuei por muito tempo, por conta dessas pequenas coisas, e aguentei tanto que não consigo organizar meus pensamentos direito quando penso nisso. Mas meus braços cansaram de te segurar, Lando.
Cansaram de te abraçar com força, na esperança de que você ficasse, que me escolhesse mais uma vez. Cansaram de carregar esse relacionamento por aí após ele passar ser um fardo, mas principalmente pra você. Cansei de tentar te fazer rir, de tentar te acessar de todas as maneiras que eu conhecia, de te assistir se tornar o homem da McLaren, não meu.
Não entenda mal, sinto orgulho de você e de ter ver alcançando o que sempre desejou, mas e eu? Assisti tudo de longe e sorrio? Você esqueceu de me levar junto enquanto estava por aí, vivendo sua vida, conhecendo lugares e se tornando o que sonhamos juntos. E eu não entendo por que, sempre remei por você, com você. Deixei de lado coisas que eu conhecia, coisas que eu era, sonhos que sonhava. Por você, Lando.
Sabe quanta tristeza suportei para continuar remando? Para continuar fazendo massagens cardíacas nesse amor, na esperança de fazê-lo ressuscitar? Não, acho que você não sabe e nunca vai saber. Tudo que fiz foi pensando que seria recompensada com a única coisa que me importava: você.
Você pode me acusar de abandonar o navio, mas eu estou afundando com ele e querido, isso eu não posso suportar. Saiba que não estou furiosa com você, estou furiosa porque eu amava o lugar que você era. Você era meu lar, Lando. E agora é apenas um espaço vazio e frio.
Foi bom enquanto durou, um momento de Sol morno. Mas é hora de partir e eu sei que você vai encontrar alguém para habitar sua casa novamente.
Desculpe não esperar para me despedir, sei que não conseguiria e te amar está me arruinando. Eu preciso ir e prefiro não falar para onde, preciso de espaço, mas estou bem, caso isso te importe. Entro em contato para buscar minhas coisas.
Até logo, Lando.”
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dandyshoecare · 7 months ago
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Viviamo in un’epoca di grande ipocrisia. La follia umana sta raggiungendo un livello veramente esagerato. Attivisti verdi che sporcano di vernice le opere d’arte e gli edifici di importanza storica e culturale; adolescenti che invece di studiare a scuola, e capire che l’energia elettrica non nasce dal nulla, gridano sputando saliva di rabbia che dobbiamo salvare il nostro pianeta passando all’ energia alternativa. I centri storici sono pieni di spacciatori, che vendono l’erba. Ma non possiamo legalizzarla! No! Viviamo in un paese cattolico, dicono. Abbiamo il Vaticano…Ogni ragazza sogna di vendere il suo corpo o le sue immagini nude, invece di studiare e diventare un’insegnante o un dottore. Ma riaprire le case chiuse!- guai! Cosa dirà la chiesa?! Siamo tutti pieni di rabbia e invece di trovare soluzioni, trasciniamo questo mondo verso una terribile ed inevitabile fine.
Non sono né un profeta né un scienziato, ma anche con la mia scarsa preparazione posso e devo ricordare a tutti che esiste da tanti anni un modo per produrre l’energia, sostituire la plastica e ridurre al minimo l’inquinamento. Tutto quello che dobbiamo fare è togliere l’etichetta del demonio dalla cannabis! Immagino che qui mi accuseranno della propaganda della droga, ma non abbiate fretta con il vostro giudizio. Vi rinfresco la memoria, raccontando un po’ di fatti riguardo al nemico del popolo: la Cannabis.
Da 1 ettaro di canapa si ricava tanta carta quanto da 4 ettari di bosco. 1 ettaro di canapa emette tanto ossigeno quanto 25 ettari di bosco. I tessuti di canapa superano persino il lino nelle loro proprietà. La canapa è una pianta ideale per realizzare corde, funi, tessuti , borse e cappelli. Ciò che è anche molto importante: tutti i prodotti in plastica possono essere realizzati con la canapa, la ‘plastica’ di canapa è ecologica e completamente biodegradabile. Questo è solo un piccolo elenco delle qualità uniche della canapa: un'altra cosa- la canapa cresce in soli quattro mesi e un albero in 20-50 anni. Può essere coltivata in qualsiasi parte del mondo con poca acqua, inoltre è in grado di difendersi dagli insetti parassiti, non ha bisogno di pesticidi. È davvero un paradosso? Perché stiamo ancora abbattendo le foreste? Stiamo usando la plastica dannosa per sconvolgere l'equilibrio del pianeta? Sì, perché la società dei consumi giova solo ai problemi, non alle loro soluzioni.
E della Hemp Body Car creata da Henry Ford in 1937 vogliamo parlare?!… Ma finché ci sono l’interessi di compagnie petrolifere non vedremo mai queste macchine sulle nostre strade. Il Dio denaro sta comandando questo mondo e costringe ognuno di noi a fare le scelte che porteranno sempre più verso la distruzione. Dobbiamo pensarci e tutto può cambiare!
Adesso, dopo questa introduzione, che ho cercato di fare più breve possibile, voglio condividere con voi la mia esperienza personale. Perché non c’è niente più convincente e dimostrativo, come la prova tecnica.
Ho una grande passione per i mercatini delle pulci. Una volta, facendo la mia ricerca dei tesori ad un mercatino mi sono imbattuto in rullo del tessuto. Non sapevo cosa era, ma l’aspetto estetico e le caratteristiche tattili di questa stoffa mi hanno fatto battere il cuore! Per fortuna avevo davanti a me un venditore, che sapeva tutto su questo grande rullo tessile. Si trattava di canapa lavorata a mano negli anni ’50. E si è accesa subito la lampadina della mia creatività! Da anni volevo farmi fare un abito chiaro, non solo bello , ma soprattutto comodo e leggero. Un abito che fa fresco d’estate e che mi dà il sollievo in questo clima padano. Inizialmente ero concentrato sul procurarmi un pezzo di lino, il classico intramontabile per ogni gentiluomo. Ma dopo avere visto la Grande Bellezza dell’ antico manufatto in canapa non avevo più i dubbi. Comprato il rullo pesante di canapa dal felice venditore, ad un prezzo veramente simbolico di 20 € mi sono recato direttamente dal mio sarto, il signor Franco Parmelli, un sarto che ha più di 80 anni, la maggior parte di quali trascorsi nell’ accumulare un’impagabile esperienza nel campo di creazione di abiti su misura. La bellezza della stoffa che ho portato ha commosso il vecchio Maestro e abbiamo iniziato subito la realizzazione di questo progetto che io ho chiamato “ Legalize it!” Si tratta di un un completo fatto di pantaloni, pantaloncini corti, gilet e giacca a due bottoni, naturalmente di canapa. É un po’ bizzarro, lo so, ma proprio questi elementi di guardaroba possono essere giocati durante l’estate con il massimo piacere e conforto, senza rinunciare all’eleganza. Un taglio semplice e classico, i bottoni in madre perla e poco altro. Ed ecco a voi il risultato finale. Un abito così comodo e bello non l’ho mai avuto in vita mia! E’ diventata la mia seconda pelle. Sicuramente dà un po’ nell’occhio, in mezzo alla massa di infradito, pinocchietti e t-shirts… Ma preoccuparmi di cosa ne pensano gli altri di me non è stato mai per me un problema. Mi sentirò un combattente della piccola armata di uomini eleganti e a testa alta continuerò di vestirmi e non coprirmi… e a contribuire a salvare il pianeta!
Photos by https://www.instagram.com/giovannigarritano_ph?igsh=MTE2anU5d3BsZ2owdA==
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butvega · 1 year ago
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oii veguinha estou te deixando aqui uma ideia de um cenario q tá martelando minha cabeça esses dias pois o haechan tá me deixando MALUCA cada vez mais
"era final de festa, sua amiga tinha ido pra casa do namorado e pra você não voltar sozinha tarde da noite, johnny seu outro amigo te oferece uma carona mas tem um probleminha o carro não tem mais espaço pra vc sentar então haechan te puxa pra ir no colo dele e durante o percurso ele fica todo manhoso, dando vários beijinhos em seu ombro, pescoço, abraçando sua cintura etc..."
então se puder poderia escrever algo mais ou menos por favorzinho 🥺🥺
♡ chameguinho com o haechan é de lei.
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— Merda! — você murmura apertando forte o celular em mãos. Yasmin, sua amiga que havia dado carona para ti até a festa, havia ido embora com 2Yang, o boyzinho dela, e deixado você de pista.
Não que fosse um grande problema deixá-la sozinha, poderia ir de uber para casa, mas seria perigoso demais. Por ventura do destino, sua sorte tinha negros cabelos lisos e espessos, e estava rodando a chave de seu Nivus nas mãos, seguido por um grupo de amigos.
— Ué. 'Tu não falou que iria embora? — Johnny pergunta confuso. Atrás dele estão Jaehyun, Mark, Yuta, e Haechan.
Logo Haechan. Ele era seu mais novo ficante. Haviam se pegado pelos cantos durante a noite inteira, e só parado quando você havia recebido a mensagem de Yasmin, dizendo que estava indo embora. Você se despediu dos meninos, e correu até a porta da festa almejando a carona, mas nada feito. Ela já havia ido embora.
— Ia. Mas a Yáh já foi 'pra casa, e... Eu fiquei. — você cruzou os braços suspirando.
— Ah, eu te deixo em casa, po. 'Bora com a gente. — Johnny diz sorridente.
— Mas o carro não 'tá cheio? — você pergunta quase contando mentalmente quantos meninos ali estavam.
— Cê vai no colo do Hyuck, aposto que ele não se importa. — John diz, e Haechan só falta cavar um buraco para enfiar a cabeça, de tão vermelho que fica.
— É... Bora, po. Pegar uber essa hora é perigoso. — Haechan diz baixinho só para você ouvir.
Você acaba concordando, é realmente ir com amigos conhecidos do que ir de uber. Johnny dirige, Jaehyun vai ao seu lado no banco da frente. Yuta vai no banco traseiro direito, Mark no meio, e Haechan no banco traseiro esquerdo; você no colo dele, consequentemente.
O ar condicionado te causa um soninho, a leve música que tocava e o bate papo calmo de Jaehyun e Johnny também. Você boceja, se aninha mais entre os braços de Haechan, e ele vê como carta branca para abraçar sua cintura, e trazê-la mais para ele.
— De boa? — ele pergunta baixinho a abraçando com mais força. Você murmura um "uhum". — 'Cê tá tão cheirosa.
— E você ainda 'tá com a boca suja do meu batom. — você sussurra rindo baixinho, passa o polegar sob a boca macia de Haechan limpando. Antes de respondê-la, ele se certifica de que Mark pegou no sono, e Yuta está distraído mexendo no celular.
— Hoje foi muito bom, sério. Nem queria ir embora, queria ficar contigo a noite toda. Te beijar é muito bom, 'tá maluco. 'Cê beija benzão. — ele diz isso passando os lábios cheinhos por seu pescoço, deposita leves beijos molhadinhos por toda região.
— Aí, Hyuck... Para! — você diz com sua melhor voz manhosa, baixinho, só para que ele escute. A última coisa que você quer é que ele pare.
— Uh, uh. — nega. Continua a te dar beijinhos, abraça você com carinho volta e meia.
Durante todo o percurso, Haechan não tentou nada demais. Apenas te encheu de beijos, roubou alguns selinhos carinhosos, e a abraçou o tempo inteiro, mantendo seu corpo quentinho. Quando saiu do carro, ficou até pensativa, se ele não merecia subir de apenas ficante Plus, pra namorado.
Dormiu se sentindo leve, ainda sentindo as mãos fortes de Haechan em sua cintura e coxa, os beijinhos carinhosos, a respiração quentinha em sua orelha, o perfume gostosinho impregnado em sua roupa... Aí, aí, realmente difícil não se apaixonar por ele.
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sciatu · 2 months ago
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TINDARI - IL PICCOLO MUSEO GRECO-ROMANO
Uno dei personaggi più importanti e affascinanti che nel 400 a.C. segnò la storia del bacino Mediterraneo, fu sicuramente il tiranno siracusano Dionisio primo. Dionisio, nato da famiglia non aristocratica si convinse che la democrazia che guidava Siracusa, non era più in grado di impedire il decadimento politico e militare della città, per cui, abile oratore, si fece eleggere generale e, una volta inviato a Gela per risolvere una controversia locale, simulò un attentato nei suoi confronti, richiese la possibilità di avere un esercito mercenario ai suoi ordini per difesa personale, diventando ben presto il padrone di Siracusa. Per dimostrare la noncuranza che aveva per l’aristocrazia, una volta protetto dal suo esercito personale, imprigionò e giustiziò tutti gli aristocratici di Gela, con il loro oro pagò i mercenari spartani che comandava e donò le terre degli aristocratici alla popolazione locale. Così facendo ottenne un consenso assoluto ed una base molto forte per diventare il padrone assoluto della Sicilia orientale. Per restare tale dovette contrastare per tutta la sua vita il desiderio dei Cartaginesi di invadere la sua isola. Dovette inoltre fermare l’espansionismo degli italioti provenienti dalla Calabria, consolidare il rapporto con il resto delle colonie della Magna Grecia e rafforzare l’alleanza con Sparta. Fondò inoltre colonie lungo tutto l'adriatico. In tal modo garantì potere e ricchezza a Siracusa che sotto di lui divenne una delle maggiori città greche del mediterraneo. Tra le tante colonie che fondò per motivi economici e strategici vi fu anche Tindari, ai confini settentrionali del suo dominio siciliano in una località che era abitata già nell’età del bronzo, più di mille anni prima. La posizione e il nome di Tindari non sono casuali. Tindari come Tindaro re di Sparta padre della Elena per cui scoppiò la guerra di Troia, padre di Castore e Polluce i semidei dioscuri che erano tanto onorati in Siracusa. La posizione della colonia Tindari, era inoltre estremamente importante essendo in cima a un promontorio facilmente difendibile, con accanto una grande baia e pianura in cui potevano trovare riparo le navi di allora. La città era inoltre di fronte alle isole Eolie da cui riceveva ossidiana per preparare gioielli e armi e pietra pomice che era la carta vetrata di allora e utilissima nell’ingegneria civile e navale. Finito il dominio di Dionigi il vecchio, Tindari ben presto, come il resto dei possedimenti del vecchio tiranno, fu presa di mira dai Cartaginesi e per questo motivo si affidò a Roma diventando una città romana, molto ben considerata e molto amata. La prova della benevolenza dei romani fu nel dedicare la città all’imperatore Augusto. La “nobilissima civitas” si riempì quindi di statue dell’imperatore, di un teatro, di un porticato (propileo) da cui si accedeva all’Agorà e di tutta quell’architettura che distingueva l’era imperiale romana. I reperti rinvenuti negli scavi, mostrano una civiltà elegante, dove ogni piccolo strumento d’uso comune, nella sua semplice funzionalità, ha una bellezza che va oltre il tempo e le mode. Questa stessa bellezza circonda ancora oggi Tindari, preziosa perla racchiusa tra l’azzurro immenso del cielo e il purissimo e trasparente blu del mare.
One of the most important and fascinating characters that in 400 BC marked the history of the Mediterranean basin, it was certainly the Syracusan tyrant Dionysius I. Dionysius, born into a non-aristocratic family, was convinced that the democracy that led Syracuse was no longer able to prevent the political and military decay of the city, so he was elected general and once sent to Gela to resolve a local controversy, simulated an attack against him, required the possibility of having a mercenary army on his orders for personal defence, soon becoming the master of Syracuse. To demonstrate his indifference to the aristocracy, once protected by his personal army, he imprisoned and tried all the aristocrats of Gela, with their gold he paid the Spartan mercenaries he commanded and gave the aristocratic lands to the local population. In doing so he obtained an absolute consensus and a very strong basis for becoming the absolute master of Eastern Sicily. To remain so he had to resist throughout his life the desire of the Carthaginians to invade his island. He also had to stop the expansionism of the Italians from Calabria, consolidate relations with the rest of the colonies of Great Greece and strengthen the alliance with Sparta. He further founded colonies all along the Adriatic. He thus guaranteed power and wealth to Syracuse, which under him became one of the largest Greek cities in the Mediterranean. Among the many colonies he founded for economic and strategic reasons was Tindari, on the northern borders of his Sicilian domain in a town that had been inhabited already in the Bronze Age, more than a thousand years earlier. The location and name of Tindari are not accidental. Tindarius as Tindarus king of Sparta father of Helen for whom the Trojan War broke out, father of Castor and Pollux the demigods who were so honored in Syracuse. The location of the Tindari colony was also extremely important being on top of an easily defensible promontory, with a large bay and plain next to it where the ships of that time could find shelter. The city was also opposite the Aeolian islands from which it received obsidian to prepare jewelry and weapons and pumice stone which was the sandpaper of that time and very useful in civil and naval engineering. After the rule of Dionysius the Elder, Tindari soon, like the rest of the possessions of the old tyrant, was targeted by the Carthaginians and for this reason relied on Rome becoming a Roman city, very well regarded and very loved. The proof of the Romans’ benevolence was in the dedication of the city to Emperor Augustus. The “noblest civitas” was therefore filled with statues of the emperor, a theater, a portico (propileo) from which one accessed the Agora and all that architecture that distinguished the Roman imperial era. The finds found in the excavations show an elegant civilization, where every small tool of common use, in its simple functionality, has a beauty that goes beyond time and fashion. This same beauty still surrounds Tindari today, a precious pearl enclosed between the immense blue of the sky and the pure and transparent blue of the sea.
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misterrcver · 3 months ago
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KIM JONGIN? Não! É apenas KWON JAE-EON, ele é filho de HERMES  do chalé 11 e tem 30 ANOS. A TV Hefesto informa no guia de programação que ele está no NÍVEL III DOS PODERES por estar no Acampamento há 14 ANOS, sabia? E se lá estiver certo, Jay  é bastante ESPERTO  mas também dizem que ele é SEM VERGONHA. Mas você sabe como Hefesto é, sempre inventando fake news pra atrair audiência.
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JAE-EON É MUSE J DOS INTERCEPTADOS
Tw: relacionamento abusivo, violência doméstica, morte e luto (tudo bem leve, só menção).
BIOGRAFIA: 
Nascido em 1º de janeiro de 1994, Jae-eon é o filho mais novo da humana Kwon Sook-eun e do deus Hermes. Sua mãe, uma mulher marcada por um relacionamento abusivo, conheceu Hermes durante uma fuga desesperada do marido. Cativado pela habilidade de Sook-eun em se disfarçar nas festas da alta sociedade, onde roubava discretamente algumas joias para vender e, assim, tentar salvar suas três filhas, Hermes se envolveu com ela por alguns meses. Durante esse breve romance, ele ensinou a Sook-eun alguns truques furtivos, e desse relacionamento nasceu Jae-eon, o único filho homem de Sook-eun.
Com um filho para criar, ela decidiu voltar para a casa da sogra e do ex-marido antes que fosse tarde e ele desconfiasse que não pudesse ser o pai da criança que ela carregava. Hermes ainda tentou dissuadi-la, mas Sook-eun sabia que seria pior se seguisse aquela paixão com aquele homem estranho e encantador, pois isso a impediria de ver suas meninas novamente caso a traição fosse descoberta. Hermes, então, se manteve distante, apenas assistindo o desenrolar da gravidez e ajudando como podia.
De volta à casa da família Kwon, a vida de Sook-eun foi um inferno, pois o marido não aceitava que ela tivesse fugido, ainda mais voltando com mais uma criança. No entanto, a sogra tinha esperança de que, desta vez, eles tivessem um herdeiro homem. Eles não eram ricos, mas se achavam melhores que os vizinhos porque possuíam duas lojas de conveniência.
A vida da família mudou com o nascimento de Jae-eon, que cresceu mimado, mas com uma aversão ao pai, tornando sua vida difícil. Ele passou a ser agredido pelo patriarca e, como forma de protesto, Jae-eon o imitava e zombava dele, pregando peças, sumindo com suas coisas, furando seu carro e depredando sua propriedade. O filho de Hermes tinha um apreço por pregar peças e irritar o velho que ele julgava pai. Sua mãe tentava contê-lo, sabendo que ele não era realmente filho de Do-Kwon.
Na escola, Jae-eon fazia amizade com facilidade por ser considerado bonito e diferente dos colegas, mas sua personalidade travessa atraía mais reclamações de professores. Suas notas nunca eram boas, e ele não saía da escola sem levar umas palmadas disciplinares, mas não se importava e cometia pequenos furtos. Nunca foi pego, mas os professores, irritados por saberem que era ele, o suspendiam com frequência.
Durante essas suspensões, sem querer voltar para casa, Jae-eon ia para lan houses, onde fez amizade com meninos da mesma escola que cometiam pequenos delitos na vizinhança, e ele se envolveu com isso. Logo, ganhou notoriedade e posição no grupo de amigos.
Foi nesse mesmo período, quando completou 15 anos, que teve contato com a verdade sobre sua paternidade. O deus Hermes interferiu em um de seus crimes de adolescente, pois pressentiu a morte de Sook-eun e temeu que o menino, nesse momento, manifestasse seu poder além do que os Sátiros que vigiavam podiam controlar. Hermes queria que ele entregasse uma mensagem sua para a humana antes de ela partir para os Campos Elísios.
Jae-eon correu para casa e encontrou sua mãe lavando roupa, aparentemente bem. Quando perguntou sobre a história que aquele homem estranho havia contado, ela caiu em prantos e confessou o que tinha feito no passado. A carta foi lida, e Sook-eun passou mal, sendo levada imediatamente para o hospital, onde faleceu e foi descoberto que ela tinha uma condição no coração.
Jae-eon culpou aquele homem pela morte de sua mãe e jurou encontrá-lo algum dia para se vingar.
E de fato, seu poder e sua natureza de semideus atraíram mais do que a estranheza da família Kwon e de suas três irmãs. Os monstros vieram, atraídos por seu sangue divino e pela dor profunda causada pelo luto.
No instante seguinte, ele estava em um avião a caminho do Acampamento Meio-Sangue, tutelado por um Sátiro, sem saber uma palavra em inglês, e aos 16 anos começou sua nova vida.
No Acampamento Meio-Sangue, seu comportamento apenas se intensificou para aprimorar seus poderes. Viciado em adrenalina, ele se sentia muito limitado pelas regras e pela personalidade de outros semideuses. Demorou para aprender inglês e, até hoje, carrega um forte sotaque sul-coreano do qual se orgulha e às vezes finge não entender o inglês para irritar quem conversa com ele.
Jae-eon treinou e subiu de nível para o nível III em seis anos, espelhando-se nos golpes dos outros para irritar outros semideuses e semideusas. Isso, sem querer, aprimorou seus poderes. Ele se adiantava para participar de missões e usava uma das armas feitas pelos ferreiros porque ainda não tinha sua própria arma. Se recusava a fazer oferendas para Hermes ou qualquer outro deus, esperando que morreria a qualquer momento.
Em um impulso, aos 23 anos, ele saiu do acampamento com a ideia de nunca mais voltar. Esperava viver um pouco, extravasar sua raiva, matar alguns monstros e ser levado por um deles em algum momento. Largou amigos, largou garotas de quem gostava e decidiu que iria embora. Nesse instante, uma adaga surgiu para ele em sua cama, acompanhada de uma carta que não era um pedido de perdão, mas sim um aviso: "Agora você está por si, esta é a última vez que faço algo por Sook-eun."
Contrariando a si mesmo, Jae-eon decidiu levar a arma consigo e sumiu do acampamento.
No mundo humano, ele se envolveu com crimes de roubo e falsidade ideológica para arrancar dinheiro de quem caísse em sua lábia. Entrou em contato com sua família e descobriu que apenas duas de suas irmãs estavam vivas. Como uma forma de redenção, ele enviava dinheiro para elas e, por isso, começou a ser investigado.
Em dezembro de 2023, quando em uma perseguição policial, monstros acabaram matando os policiais que o perseguiam. Jae-eon desejou voltar para o acampamento mas ele não conseguia nenhuma resposta, nenhuma mensagem dos seus irmãos que costumavam entrar em contato com ele para pedir itens do mundo para o acampamento o chamaram. Jae-eon até pensou que pudesse ter inventado toda essa história de semideuses ou tivesse sido cortado de vez da prole do seu pai celestial. Foi sufocante fugir de monstros que pareciam ter duplicado na face da terra e ter seu rosto estampado como assassino em fuga.
O mundo estava pior, um caos e por um tempo ele ficou procurando alguns semideuses conhecidos que estavam no mundo externo mas não achou ninguém que também tivesse contato com o seu antigo lar. Estranho e preocupante. Por isso, ele decidiu ir até o lugar onde ficava o acampamento por conta própria. Por semanas ele enfrentou todos os desastres que podia imaginar até encontrar a floresta dos arredores do acampamento e ter duas surpresas: outros 9 semideuses, tão acabados quanto ele estavam reunidos no mesmo lugar, com o mesmo desejo. Alguns rostos eram conhecidos, já outros não.
E mesmo que eles parecessem enfrentar infernos particulares semelhantes ao seu, não ousou revelar o encontro que teve com aquela mulher instantes antes. Se contasse, talvez o impedissem de encontrar refúgio no acampamento meio-sangue.
Sua jornada apenas começou com sua entrada no acampamento.
HABILIDADES: Velocidade Sobre-humana. 
Agilidade Sobre-humana.
ARMA: Uma adaga fina de ouro imperial que se transforma em uma gazua quando não está em uso.
ATIVIDADES: Queimada e clube da luta (equipe vermelha).
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youssefguedira · 7 months ago
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every time i rewatch this i have slightly more familiarity with de andre so every time i can recognise even more of the background music and it IS increasing my enjoyment actually
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moetrj · 2 months ago
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A falta que ela me faz
— Tente achar algo que lhe afaste das coisas ruins.— Ela disse.
Já faz alguns dias, uma semana mais especificamente, novamente estou nesse consultório monótono, paredes brancas e só o barulho do ponteiro do relógio passando— o mesmo cenário de quase todas as manhãs.
Minha psicóloga me disse para afastar as coisas ruins— Mas como afasto a falta dela? Eu passei a semana inteira procurando resposta; não achei.
Acho que eu só conseguiria afastar as coisas ruins se conseguisse trazer ela de volta; eu sei que não tem como. Por que insistiria?
Todas as minhas consultas são iguais e todos pareciam falar a mesma coisa e a típica frase "você precisa superar e seguir em frente" ficava ecoando na minha mente como um remorso. Mas acho que não vou conseguir superar, pelo menos não até descobrir o porquê ela foi embora.
O que eu fiz de errado?
Eu sou normalmente uma pessoa ignorante e de cara fechada mas, meu Deus, com aquela mulher era totalmente diferente.
O que eu fiz de errado?
Será que ela não gostou das flores que eu entregava? Das cartas que escrevia só para ela? Das músicas que lhe dedicava? Dos passeios? Da forma que eu lhe dava carinho?
Porra, o que eu fiz de errado?
Acho que agora, não posso mais descobrir. Me perdi. Agora ando pelas ruas gélidas com as mãos nos bolsos do casado, agora sozinha, antes, com ela andando de mãos dadas.
Por que a vida tem que ser assim?
A falta dela causa coisas em mim que eu não achei que sentiria novamente— Mas veja, pareço a garotinha solitária de alguns anos atrás.
O destino me pregou uma bela peça, me fazendo achar que ela seria o amor da minha vida; foi só mais um improviso. Ela me tirou da minha pior época, para trazê-la a tona em tão pouco tempo.
Acho que deveria ter escutado minha mãe quando ela disse que o amor era uma perda de tempo; eu me perdi junto.
— "I try to live in black and white, but I'm so blue…"— A melodia que saiu dos meus fones enquanto eu pensava em toda essa merda.
Acho que eu não nasci para ser amada de verdade. Estou tão acostumada com o abandono, por que achei que seria diferente?
Ela foi embora. Realmente foi.
E até hoje eu não sei como afastar a falta dela, mas talvez eu tenha encontrado uma rota de fuga— Estou me afastando de mim mesma até que tudo isso suma.
"True blue, true blue, true blue…" Sempre blue.
— Merj.
(Contém referências a música 'Blue' da cantora Billie Eilish)
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promettimicherestiqui · 3 months ago
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Un futuro tutto da scrivere ed un filo che non si romperà mai.
Sono una persona sognatrice che appunta ogni pensiero su carta, da sempre
.Scrivo di me in questo blog, che uso come mio diario virtuale.
Scrivo di ciò che voglio e di ciò che vorrei avere e trovare durante il cammino della mia vita.
Sono una persona che crede nell'amore come quello delle favole.Quel tipo d'amore che ci faceva sognare da bambine.
Mentre scrivo questo, resto legata ad un filo, quello del destino.
Quel filo di color rosso per il quale, esiste una leggenda giapponese che ci racconta di come due persone siano legate tra loro.
Ho sempre creduto in questa leggenda nonostante tutto.Sono convinta anche io di questa cosa, e spero che un giorno, anche se tardi, troverò anche io la mia anima gemella, il mio amore per la vita.
È importante ricordare che, il filo rosso può aggrovigliarsi e allungarsi, ma mai spezzarsi.
Un-mei-no-akai-ito è ciò che sono io, sono io quel filo. Mi trovo già legata alla mia anima gemella, senza però, essere ancora a conoscenza della sua effettiva esistenza.
Questo non è un sogno, è la realtà, e come tale, molto presto, si realizzerà, anche se ci vorrà del tempo.
Vorrei che sappia amarmi nonostante la mia disabilità, e che faccia in modo che per lui non sia un problema, ma un valore aggiunto.
Vorrei che mi insegnasse ad amare (visto che quella in questione, sarà la mia primissima relazione e spero anche l'ultima).
Sono spesso sola, non ho molti amici, quindi vorrei che lui per me fosse un amico o molto di più.
Non so nuotare, quindi spero che apprezzi la montagna 🗻 e le colline, cottage e agriturismi, cose così.
Mi vedo bene in vacanza anche ad esplorare città d'arte, in Italia o all'estero.
Vorrei che fosse una persona aperta al dialogo con le persone e che modo educato esprima il suo pensiero, come io faccio abitualmente.
Vorrei che rispettasse sempre il prossimo, sia per quanto riguarda il pensiero altrui, e tutti i loro credo, qualunque essi siano .Mi piacerebbe che parlasse più lingue straniere, come lo faccio io avendo questa passione da tutta la vita, e che magari lui abbia piacere di insegnarmene qualcuna se ne conoscerà.
Da sempre, sono stata rapita da occhi color mare e color smeraldo.
Chi sono io?
Beh qualcosa ti ho già raccontato di me, Anima ancora sconosciuta.
Sono una ragazza semplice, con l'animo da bambina. Sognatrice, forse anche troppo, con la vena d'artista, a volte.
Spesso scrivo volentieri un mio pensiero su carta, anche se non ho mai avuto un vero e proprio diario.
Qualche volta mi trovi chinata su di un foglio, mentre disegno e coloro.
Altre volte mi trovi a giocare ai videogiochi, ed altre ancora, a guardare film e serie TV in lingua originale e partite di calcio, senza togliere tempo alla lettura, una delle mie più grandi passioni, trasmessa da mia mamma.
Spero che con la tua presenza costante nella mia vita, tornerò a scrivere d'amore, quell'amore che parlerà di noi.
Scriverò per te lettere (perché si, scrivere è sempre stata una passione che da un po' di tempo che si è spenta) che potrai leggere ogni volta che vorrai, ricordandoti di me, anche quando saremmo lontani, se vorrai.Scriverò per te poesie, descrivendo il nostro amore che muterà piano piano nel tempo.
Crescerò insieme a te dentro questa relazione, e grazie a te spero passino anche le mie ansie, soprattutto la sociale, che mi accompagna da quando ho finito la scuola superiore (per via del bullismo subìto ecc..).
Per conquistarmi penso che non ci voglia molto: non sono una ragazza che indossa borse all'ultima moda, né ha un cellulare ultimo modello anche perché non sono malata di fotografie e non avendo altri social, non mi serve un cellulare troppo performante.
Come una bambina amo ancora i peluche (quindi questo sarebbe un ottimo regalo), ovviamente accompagnato da una lettera scritta a mano, sarebbe un sogno realizzato, ma non voglio chiedere la luna.
So per certo che, per amor mio, dovrai fare tanti cambiamenti nella tua vita, nel tuo quotidiano, e ovviamente io non obbligo nessuno ad amarmi, ma spero che un giorno, proprio come nelle favole, potrai essere il principe azzurro sto cercando e sognando da sempre.
Tiro un po' di più il mio capo del filo, se ti va, fallo anche tu, per incontrarci prima.
A presto amore mio, resto qui ad aspettarti.
@promettimicherestiqui
@un-mei-no-akai-ito //(Lun 12.08.24 h 21:53) @un-mei-no-akai-ito
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un-mei-no-akai-ito · 4 months ago
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Un futuro tutto da scrivere ed un filo che non si romperà mai.
Sono una persona sognatrice che appunta ogni pensiero su carta, da sempre.
Scrivo di me in questo blog, che uso come mio diario virtuale.
Scrivo di ciò che voglio e di ciò che vorrei avere e trovare durante il cammino della mia vita.
Sono una persona che crede nell'amore come quello delle favole.Quel tipo d'amore che ci faceva sognare da bambine.
Mentre scrivo questo, resto legata ad un filo, quello del destino.
Quel filo di color rosso per il quale, esiste una leggenda giapponese che ci racconta di come due persone siano legate tra loro.
Ho sempre creduto in questa leggenda nonostante tutto.Sono convinta anche io di questa cosa, e spero che un giorno, anche se tardi, troverò anche io la mia anima gemella, il mio amore per la vita.
È importante ricordare che, il filo rosso può aggrovigliarsi e allungarsi, ma mai spezzarsi.
Un-mei-no-akai-ito è ciò che sono io, sono io quel filo. Mi trovo già legata alla mia anima gemella, senza però, essere ancora a conoscenza della sua effettiva esistenza.
Questo non è un sogno, è la realtà, e come tale, molto presto, si realizzerà, anche se ci vorrà del tempo.
Vorrei che sappia amarmi nonostante la mia disabilità, e che faccia in modo che per lui non sia un problema, ma un valore aggiunto.
Vorrei che mi insegnasse ad amare (visto che quella in questione, sarà la mia primissima relazione e spero anche l'ultima).
Sono spesso sola, non ho molti amici, quindi vorrei che lui per me fosse un amico o molto di più.
Non so nuotare, quindi spero che apprezzi la montagna 🗻 e le colline, cottage e agriturismi, cose così.
Mi vedo bene in vacanza anche ad esplorare città d'arte, in Italia o all'estero.
Vorrei che fosse una persona aperta al dialogo con le persone e che modo educato esprima il suo pensiero, come io faccio abitualmente.
Vorrei che rispettasse sempre il prossimo, sia per quanto riguarda il pensiero altrui, e tutti i loro credo, qualunque essi siano.
Mi piacerebbe che parlasse più lingue straniere, come lo faccio io avendo questa passione da tutta la vita, e che magari lui abbia piacere di insegnarmene qualcuna se ne conoscerà.
Da sempre, sono stata rapita da occhi color mare e color smeraldo.
Chi sono io.
Beh qualcosa ti ho già raccontato di me, Anima ancora sconosciuta.
Sono una ragazza semplice, con l'animo da bambina. Sognatrice, forse anche troppo, con la vena d'artista, a volte.
Spesso scrivo volentieri un mio pensiero su carta, anche se non ho mai avuto un vero e proprio diario.
Qualche volta mi trovi chinata su di un foglio, mentre disegno e coloro.
Altre volte mi trovi a giocare ai videogiochi, ed altre ancora, a guardare film e serie TV in lingua originale e partite di calcio, senza togliere tempo alla lettura, una delle mie più grandi passioni, trasmessa da mia mamma.
Spero che con la tua presenza costante nella mia vita, tornerò a scrivere d'amore, quell'amore che parlerà di noi.
Scriverò per te lettere (perché si, scrivere è sempre stata una passione che da un po' di tempo che si è spenta) che potrai leggere ogni volta che vorrai, ricordandoti di me, anche quando saremmo lontani, se vorrai.
Scriverò per te poesie, descrivendo il nostro amore che muterà piano piano nel tempo.
Crescerò insieme a te dentro questa relazione, e grazie a te spero passino anche le mie ansie, soprattutto la sociale, che mi accompagna da quando ho finito la scuola superiore (per via del bullismo subìto ecc..).
Per conquistarmi penso che non ci voglia molto: non sono una ragazza che indossa borse all'ultima moda, né ha un cellulare ultimo modello anche perché non sono malata di fotografie e non avendo altri social, non mi serve un cellulare troppo performante.
Come una bambina amo ancora i peluche (quindi questo sarebbe un ottimo regalo), ovviamente accompagnato da una lettera scritta a mano, sarebbe un sogno realizzato, ma non voglio chiedere la luna.
So per certo che, per amor mio, dovrai fare tanti cambiamenti nella tua vita, nel tuo quotidiano, e ovviamente io non obbligo nessuno ad amarmi, ma spero che un giorno, proprio come nelle favole, potrai essere il principe azzurro sto cercando e sognando da sempre.
Tiro un po' di più il mio capo del filo, se ti va, fallo anche tu, per incontrarci prima.
A presto amore mio, resto qui ad aspettarti.
@un-mei-no-akai-ito //(Lun 12.08.24 h 21:53) @un-mei-no-akai-ito
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