#vino buono
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salicettiorle · 2 years ago
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perpassareiltempo · 2 months ago
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Per non assuefarsi, non rassegnarsi, non arrendersi, ci vuole passione. Per vivere ci vuole passione.
Oriana Fallaci
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girlcatullus · 1 month ago
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like literally where has he been all this time
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evadingreallife · 2 years ago
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Hmm
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vanbasten · 1 year ago
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lo chiedo di nuovo c’è spazio tra evani ed oriali?
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ilpianistasultetto · 2 months ago
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Avvicinatevi alle persone che vi concedono rivincite segrete, che sono vento buono per voi. Quelle persone che sono tenere carezze sulle vostre ataviche ferite, che sono vino buono che vi ubriaca di sogni. Che vengono a prendervi nei giorni tristi quando ogni angolo di cielo e' chiuso per offrirvi la loro spalla, il loro abbraccio, le loro mani per tirarvi fuori dalle vostre sabbie mobili. Avvicinatevi a chi vi "sente", non a chi vi guarda... @ilpianistasultetto
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alessandrom76 · 4 months ago
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la bottiglia
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quella sera avevo tante cose da fare e restai in bottega fino a tardi.
nonostante l'estate allungasse le giornate, fuori iniziava già a imbrunire. capii quindi che doveva essere già passata anche l'ora di cena; non serviva neanche guardare l'orologio.
fu in quel momento che, tutto trafelato, entrò dalla porta un grosso signore, vestito con uno strano gessato marrone. era grottesco in quel vestito che, nonostante fosse di buona fattura, gli cadeva malamente addosso, complice il fatto che era palesemente di una taglia più grande.
«buonasera buon uomo», mi disse, «vorrei una bottiglia di buon vino; sa, uno di quelli da bere in compagnia. e poi un'altra di un vino ancora più buono, da bere da solo.»
benchè avessi voglia di andare via, la richiesta mi incuriosì tanto che dissipò la mia premura. sorridendo presi due bottiglie: una dal ripiano in basso e una dallo scaffale alto, piena di polvere.
«ecco... vede, questo è un vino fresco e amabile che è un piacere bere in compagnia, soprattutto nelle serate estive, mentre questo...» con la mano pulii l'etichetta coperta di polvere «... mentre questo è un vino che non perdona, è corposo e di buona gradazione. nella dose giusta i ricordi scorreranno come un fiume, ma se il fiume dovesse essere troppo tumultuoso... un altro bicchiere farà calmare le acque e piombare tutto nel buio.»
mi ringraziò, pagò velocemente e poi andò via.
pochi giorni dopo, stavolta nel tardo pomeriggio, lo vidi entrare di nuovo, come la prima volta con il suo consueto passo svelto, e subito mi abbracciò, nonostante io fossi dietro il bancone, quasi sollevandomi da terra.
«amico mio... grazie! L'altro ieri con amici ho bevuto il primo vino che mi hai consigliato, le lingue si sono sciolte e le risate scorrevano... davvero, siamo stati bene... ma poi ieri» continuò senza darmi modo di rispondere «... ieri ho assaggiato l'altra bottiglia ed è andata proprio come hai previsto tu, la memoria e i pensieri si intrecciavano e...»
a briglia sciolta iniziò a raccontarmi della sua vita e io, senza fare un fiato, presi un'altra bottiglia dal ripiano alto, la stappai e ne versai due bicchieri. Più i bicchieri si svuotavano, più la mia piccola bottega si riempiva dei suoi ricordi e di immagini che sembravano dipinti da un pennello intinto nel rosso del vino...
mi raccontò delle sue donne... di A., la donna che aveva sposato ancora acerbo, e che adesso «neanche più un bacio... da mesi», ma andava bene così, erano bravi genitori, e le cose funzionavano, e tanto gli bastava. come soldati nella stessa guerra, ognuno copriva le spalle all'altro pur sapendo dei peccati commessi.
e mi parlò di S., la ragazza ora cresciuta che ancora lo vedeva come un principe azzurro, mentre lui a ben vedere tutto sembrava, ma certamente non questo. e continuò con M., bella e giovane in cerca di se stessa, che si sarebbe concessa a lui ma che insomma... nonostante la testa veloce e la parlantina spigliata, con lui, oramai alla soglia dei 50 anni, avrebbe formato una coppia grottesca.
i suoi occhi poi si fecero sereni mentre parlava di L. mi parlò di lei con un sorriso sincero, lasciandosi andare a un «chissà cosa poteva essere»... fantasticò un po' con gli occhi fissi e poi aggiunse «lei adesso sta bene... e questo per me è abbastanza».
mi disse che a metà della bottiglia, ieri sera, aveva chiamato R. per ridere come scemi, e l'aveva sentita serena, rifiorita e libera, finalmente. erano stati importanti l'uno per l'altra, più amici che amanti, ed era bello avere una persona con cui non avere vergogne, ridere e potersi confidare.
poi si fermò un attimo e notai subito un cambiamento nella sua voce, ma quasi come a volersi togliere un peso dal cuore, subito mi parlò di C., la sua principessa guerriera che è infine uscita dal suo buio e che adesso ha trovato il coraggio di andarsene. e anche se lui adesso si sente buttato via, come una candela che non serve a nulla alla luce, in verità ne è davvero felice, perché la vede finalmente camminare nel sole dopo tanta pioggia. e anche se sono condannati ad una eterna danza in punta di spada, danzano insieme, sanguinano insieme, ma ridono, perchè stare vicini vale il dolore.
gli versai un altro bicchiere e restai ad ascoltare in silenzio poi chiesi
«… e quale di queste hai amato?»
«tutte» rispose senza esitazione, «un me diverso, in un diverso tempo, ha amato ognuna di loro, anzi, ama ancora ognuna di loro. Le ama pacatamente, nell'unico modo in cui sono capace, con un cuore senza eccessi. ma amico mio, non passa giorno in cui io non ringrazi il destino per tutte le occasioni che mi ha dato, anche per quelle che non ho avuto la forza o il coraggio di cogliere, e soprattutto per tutti i sorrisi che mi ha fatto scoprire...
...per le donne speciali, che il fato ha messo sul cammino di un uomo ordinario.»
detto questo, vidi di sfuggita i suoi occhi lucidi, finì il vino nel bicchiere con un grande veloce sorso, e prima che potessi controbattere si avviò fuori, zittendomi con un secco «grazie».
tutto sembrava irreale in quel pomeriggio, mi fermai un attimo, come rapito dalle ombre che si allungavano. quindi rassettai e misi a posto i bicchieri e poi... poi guardai in alto, sullo scaffale.
era rimasta solo una bottiglia. forse per me.
@alessandrom76
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fiammarock · 10 months ago
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Una donna sorridente
e un paio di bicchieri di vino buono,
perché baciare
e bere bene
sono ciò che fa sentire
davvero vivo.
@michelecogni
🍷🔥
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sciatu · 15 days ago
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Gegè entrò in casa stanco morto. Si levò le scarpe (se no Mimì si sarebbe incazzata), appese il giubbotto tutto umidiccio per la pioggia imminente ed entrò in cucina. “ciao” Disse sconsolato e senza alcuna forza si sedette al suo posto mettendo il pane appena comprato nel centro della tavola. “Ti sei lavato le mani” Chiese Mimì che stava spadellando sulla cucina. “si si - Rispose lui che non aveva voglia di rialzarsi – cosa si mangia?” Chiese con lo stomaco che gorgogliava “Oggi ho cucinato io …. – fece orgogliosa Mimì, la cui esperienza più alta come cuoca era stata l’acqua messa a bollire per la pasta – ho fatto il merluzzo alla ghiotta” Gegè inghiotti amaro. Non bastavano le dodici ore di lavoro, la giornata ‘cupusa con le colline introno a Messina piene di nubi grigie e cupe, la pioggerellina sottile che a scrosci bagnava le strade e rendeva brillanti e scivolosi i marciapiedi delle strade. Ora ci voleva uno dei famosi piatti di Mimì che era capace di bruciare anche l’acqua quando la metteva a bollire “Ahh – fece con falsa gioia e capendo che commentando l’abilità culinaria della moglie avrebbe scatenato una sciarra senza fine aggiunse rassegnato – che bello … e che cosa hai preparato?” “Ho fatto il merluzzo alla ghiotta !! – rispose Mimì orgogliosamente – ho messo il merluzzo in padella, ho aggiunto l’olio, i capperi, le olive e appena è incominciato a cuocere l’ho bagnato con un bicchiere abbondante di vino bianco. Ho lasciato andare e poi ho messo il pomodoro e infine il prezzemolo” E con orgoglio, gli mise davanti un piatto abbondante con i filetti di merluzzo affondati in un brodetto di pomodoro” Gegè l’osservò diffidente. Non c’erano segni di cose strane, come le spezie di curcuma, curry e pepe rosa che una volta Mimì aveva messo in abbondanza in un uovo al tegamino rendendolo immangiabile. Con la punta della forchetta toccò il brodo e se la portò alla bocca per capire se al suo solito aveva versato su tutto un cucchiaio di sale, rendendo tutto orrendo come raggia. Si sorprese: il sale era giusto e il gusto era buono. Spezzò un pezzetto di pane e lo immerse nel brodo e quando il pane fu ben ammorbidito dal sugo lo mangiò in un attimo. Era buonissimo. Si sentiva il vino, un bianco secco, e il sentore marino dei capperi. Prese un’oliva con la forchetta e la mangiò. Sentì il gusto amarognolo addolcito dal sugo. L’oliva si sciolse in bocca lasciandogli il palato vellutato e pieno del suo gusto. Spezzò ancora il pane e ne immerse un boccone nel sugo, prendendo con la forchetta un pezzo di pesce e con entrambi si riempì la bocca. Masticò con soddisfazione e ripeté la doppia imboccata ripetutamente, sentendo sotto i denti il sapore delicato del pesce e quello croccante del pane inzuppato dal sughetto dolce e caldo. L’umidità che sentiva nelle spalle scomparve e la stanchezza rallentò. Si riempi il bicchiere con il vino bianco che Mimì aveva usato per cucinare il pesce. Il vino scese freddo e fruttato in gola, liberandola dal sapore dolce e mieloso del pesce e del sugo, spingendo i rimasugli del pane sparsi in bocca e in gola, giù giù nello stomaco, dove l’alcool del vino si diffuse immediatamente dandogli una sensazione di leggerezza e soddisfazione. Guardò Mimì che osservava stupita la fame con cui mangiava. Incontrò i suoi occhi con il suo sguardo e gli chiese “allora, ti è piaciuto?” “si – rispose pronto – bravissima” Poi prese il bicchiere con ancora un sorso di vino, e lo alzò verso di lei “alla più bella cuoca che ho mai conosciuto” “Scemo” rispose lei sorridendo e arrossendo. Lui inghiottì il vino e restò a guardare il rossore delle sue gote “Ti amo” Disse alla fine, forse per colpa del vino o dello stomaco pieno e caldo. Lei sorrise e abbassò lo sguardo perché si era commossa. Da allora, quando voleva dirgli che l’amava, gli faceva sempre il pesce alla ghiotta.
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canesenzafissadimora · 2 months ago
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(...)
non mi preoccupa l'età che avanza..se il vino è buono.. il tempo lo rende solo migliore...
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perpassareiltempo · 2 years ago
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Se tu fossi qui adesso, davanti a questo braciere che mi scalda, se ci fossi con i tuoi begli occhi tristi, con il tuo silenzio che tanto mi piace, con la tua bocca che ha bisogno dei miei baci.
Pablo Neruda
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angelap3 · 8 months ago
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Entrare in biblioteca è un rito che mi affascina come recarmi in pasticceria,ma senza i sensi di colpa.
Nessuna commessa alle calcagna.
Puoi entrare senza soldi e senza scuse.
Puoi esplorare e ti godi il silenzio e l'odore di pagine invecchiate bene come il buon vino.
Trovi l'introvabile e pure di più.
Ogni libro mi sussurra l'impegno di chi lo ha scritto, la fatica e la gioia, il desiderio e la speranza di essere letto.
" Prendi me...prendi me"
Si alternano voci sommesse, a volte tuonanti, a volte fatte di dolci, timidi accenni o dai toni rigorosamente pretenziosi.
Sono i libri che parlano e diventano persone.
È la magia che si respira in biblioteca.
E poi prendo dagli scaffali ciò che mi ispira: il vantaggio di scegliere senza problemi permette di poter assaggiare un testo : se poi non piace, si passa ad un altro.
Nessuno ti dice " lo hai comprato e ora lo finisci tutto!"
Io mangio ciò che è buono, mica ciò che mi fa star male: perché dovrei sorbire parole che non nutrono la mia testa?
La biblioteca è libertà.
(Angela P.)
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me-soltanto-me · 8 months ago
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Il vino dovrebbe essere
mangiato..
assaporarne la sua forza..
in cosi tanta dolcezza..
è troppo buono per
essere solo bevuto...
Web
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The wine should be
Eaten..
Savor its strength ..
In so much sweetness ..
It's too good for
To be just drunk...
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ninfaribelle · 10 months ago
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Questa sera tornerai a casa.
Aprirai del vino buono.
Come un coccola leggera
scenderà a scaldarti il cuore.
Penserai che in fin dei conti
non ti manca proprio niente
per essere felice.
Forse un po’ di coraggio in più, ogni tanto.
Ma intanto, goditi il cielo che ti sei guadagnata.
Tu lo sai, quanto ti è costato.
Quel silenzio che hai addomesticato.
Che oggi ti è amico.
Ma un giorno ti ha ucciso.
Perché hai scelto
dove tanti si tiravano indietro
tu hai scelto, di non pretendere amore.
Ad ogni costo.
Solo per bisogno.
Solo per non essere sola.
Quando non era il momento.
Quando non te la sentivi.
Quella forza che non pensavi di avere.
Che oggi parla per te.
Che oggi ti difende dagli sguardi invidiosi.
E chi ti passa vicino
lo sente che la bellezza
nei tuoi occhi
ha vinto.
E non c’è spazio.
Non c’è più spazio vicino a te.
Per chi non sa scegliere.
Non sa rischiare.
Non sa sognare.
Per chi non sa che la notte
ascolta solo, chi la sa ascoltare.
Non c’è più spazio vicino a te
per chi non sa affrontare la vita.
Per chi resta nell’incertezza dell’ombra
e dimentica il bisogno
di riprendere a brillare.
(Andrew Faber - Ph. Io)
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turuin · 3 months ago
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Day 18
Giorno 18 - ieri.
Totale caffè bevuti, 2!
Risultato nel risultato: mia sorella ha FATTO una moka dopo cena e io ho RIFIUTATO il caffè offerto. Sono decisamente contento.
La mia richiesta di integrare verdure ai pasti è stata esaudita: mother ha preparato un composto di zucchine, patate e carote davvero molto buono, da unire alla pasta, che i bimbi hanno molto apprezzato. Ha anche incidentalmente fritto delle cotolette di melanzana, anche quelle molto apprezzate - da me.
Nel pomeriggio, siamo andati al cinema; mio fratello e la sua figlia più grande hanno visto Alien: Romulus (il feedback è stato: niente di speciale, molto splatter) ed io e il resto della banda abbiamo visto Inside Out 2. Che è la fotocopia del primo con qualche variazione sul tema. Carine le nuove emozioni ma quando il comic relief che compare per pochissimi minuti è la cosa che vi resta di più impressa del film, beh. Che dire. Guardatelo a casa, se proprio. Ottimo per i bimbi, in ogni caso.
A cena mother si è cimentata in una pizza senza glutine a cui ha affiancato dei fusi di pollo al vino bianco. Tutto buonissimo ma, subito dopo cena, sono caduto preda di un sonno fuori dal normale: il sospetto è il lievito (e forse la combinazione del lievito con la birra) per cui ho passato una notte pesante con risvegli frequenti e sogni assurdi.
Questa mattina il mio apparato digerente ha delle rimostranze, la mia circolazione fa fatica a smuoversi e in generale mi sento debole e svogliato. Ma il comandante in capo (mia sorella, di ritorno dai suoi giri) intende andare al mare, e non possiamo opporci al destino.
Me voy.
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Ci sono sere come queste in cui
mi piacerebbe averti qui con me. Vicino a me.
Sul divano o a preparare la cena.
Nulla di eclatante o speciale,
qualche sprazzo di normalità mista a intimità.
Sono convinta staremmo bene insieme.
Con le luci soffuse. La musica nell’aria.
Una bottiglia di vino buono.
Senza l’ansia del tempo.
Immagino, a occhi chiusi,
questo spazio impossibile di vita condivisa
e sorrido. Sorrido perché siamo belli insieme,
anche in un mondo immaginato che la vita
ci impedisce di condividere.
Sorrido perché, negli amori “impossibili”,
c’è tanta poesia che dovrebbe insegnare
parecchio a chi, nell’abitudine di gesti ripetuti,
si è dimenticato la bellezza infinita
di “essere due”. Stasera ti vorrei qui.
Stasera ti vorrei e basta.
E “basta” non è mai abbastanza.
(Letizia Cherubino)
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