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Uno dei maggiori esperti italiani di editoria, Giuliano Vigini, spende su “Avvenire” di oggi la sua firma per un elogio del nostro lavoro che ci onora e ci rende felici. Dice, tra l’altro, quanto sia stato “coraggioso” l’impegno di Edizioni Medusa in un mondo editoriale che bada sempre meno alla qualità non solo del singolo libro, ma anche nella composizione di un catalogo che insegua un’idea precisa e un gusto raffinato. Tutte cose che sottolineiamo perché fotografano bene le nostre scelte. Nel 2012 ci venne assegnato il premio Alassio un “Editore per l’Europa” dove in effetti nell’albo dei vincitori siamo in compagnia dei più grandi editori italiani degli ultimi 25 anni. Grazie dunque a tutti coloro che si sono accorti di questo segno “che fa la differenza”.

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Qualcosa di più di una recensione, quella di Massimo Onofri su “Avvenire” di oggi, a un “romanzo” che sorprende per freschezza e attualità. Un romanzo che affronta i temi dell’arte intrecciandoli a quelli di una società in profonda e perenne crisi. Come da abituale sospetto la società è quella italiana di fine 800 e inizio 900 (piccola nota polemica: attendiamo romanzo sulla fine del 900 e inizio 2000... ma temo ci vorrà del tempo...).

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Vent’anni sono pochi, forse, o tanti, per l’attività di una casa editrice. Comunque sia, i 534 titoli di Edizioni Medusa, finora, rappresentano un tempo, e uno spazio, nei quali il lettore può aggirarsi e scegliere, valutare, acconsentire o, perché no, passare oltre. È la libertà, unica sovrana di quel tempo e di quello spazio, propri di ogni vero editore, a essere consegnata al lettore come il vero dono, senza contropartita, della sua attività. Forse il suo scopo fondamentale. Questo libro fa la storia di una delle più interessanti case editrici nate all'alba del XXI secolo: Medusa. I lettori che amano l’editoria indipendente avranno dunque la possibilità di conoscere il lavoro svolto da Medusa in questi primi vent’anni, all’interno dell’offerta libraria e delle strategie di mercato orientate dai grandi marchi editoriali, grazie a un elegante volume rilegato che celebra l’anniversario. All’impresa hanno collaborato alcuni scrittori, giornalisti, critici e pensatori tra i più interessanti sulla scena italiana. Una casa editrice libera per lettori liberi.

Testi di H. Focillon, G. Fofi, F. Cardini, G. Vigini, R. De Benedetti, P. Di Palmo, A. Zaccuri, F. Nasi, G. Pontiggia, R. Copioli, R. Giovannoli, A. Carrera, R. Peverelli, E. Lodi, M. Doni. Il volume si compone di 196 pagine in gran parte a colori, con la rilegatura a filo refe e la copertina stampata a caldo in caratteri oro, la sua veste curata ed elegante lo rende adatto anche per un regalo natalizio a chi ama i libri e ha interessi da bibliofilo.

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Un maestro della cultura popolare, ma sempre coltissimo e molto addentro alla dinamica costruttiva dei miti letterari moderni, come Francis Lacassin – Medusa ha pubblicato il libro sull’origine di Maigret (La vera nascita di Maigret), ancora su Il senso di Simenon per la fuga, su Tarzan (Il ritorno di Tarzan – non poteva sottrarsi ai #vampiri. E infatti scrive la prefazione a questa raccolta di alcuni racconti “template” del genere: Il Vampiro, o il sangue che vince la morte.

Guy de Maupassant, Théophile Gautier, Alexandre Dumas, Léon Bloy e Claude Klotz con un grottesco (ce n’è bisogno?) vampiro che finisce per donare il sangue a un ospedale, è la fine post-moderna del vampiro, ci ragguagliano sullo stato di salute del mito creato in era post-romantica. Al cui confronto le serie tv sull’argomento sono pallide imitazione (non è che le hanno già succhiato il sangue prima di andare in onda?) e parodie involontarie.

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È sempre “un” mondo a finire, mai “il” mondo. Sui modi e le forme attraverso cui si annuncia e si realizza questa fine, il grande storico francese Henri-Irénée Marrou s’interroga in questa raccolta di saggi scritti tra il 1938 e il 1976.

“L’uomo che appartiene a una civiltà troppo vecchia mi fa pensare a quei personaggi di Le temps retrouvé che Proust immagina portati all’estremità del loro passato come su alti e fragili trampoli, goffi e malfermi”. Non è difficile immaginarsi su quei trampoli! E forse siamo già caduti e non ce ne siamo ancora accorti. Ma nelle pagine di Marrou nessun romanticismo, nessuna nostalgia... è al lavoro un grande storico, attento ai dettagli e capace come pochi di inserire il passato nella contemporaneità.

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Collana “Polaroid”: conversazioni dialoghi, interviste o confessioni, i libri di questa collana sono come istantanee in copia unica, polaroid appunto, che ci rivelano caratteristiche e dettagli di persone che si sono lasciate catturare dalle domande dei loro interlocutori. Sì, perché molti degli scrittori, delle personalità del pensiero sono persone cresciute nel confronto e nella discussione con i loro interlocutori. I lettori ne saranno sorpresi. Qui per acquistarli con lo sconto

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Cosa sapete davvero sulla nascita dei features, titoli a scommessa? Dottrina economica? Innato istinto del rischio? Rapace volontà di guadagno? Frank Norris li descrive come un’epopea maligna e drammatica, come avrebbe fatto Thomas Mann se fosse nato a Chicago e non a Lubecca. #ventannidimedusa #ventanniconilibri #edizionimedusa #534libriinventanni #libriedizionimedusa #libriscontatisolonelprezzo FRANK NORRIS, Chicago. La febbre del grano, a cura di Cristiano Casalini e Luana Salvarani 2010 - ISBN 978-88-7698-205-7 - pp. 336. € 19,20.

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Tu chiamale se vuoi... emozioni! Ad occuparsene non sono stati solo #Mogol e #Battisti 😉 Lunga la tradizione fino a Paul Domouchel. Insegna in Québec e in altre università. “Se il corpo è ciò che mi nasconde al mondo, esso è anche ciò che mi consegna agli altri. Il corpo mi offre al loro sguardo, al loro riso, alla loro ammirazione”... e al loro rifiuto. Di questi tempi una riflessione necessaria: invasi da emozioni ostentate e replicate, da schermi in 4K ci sarà modo di considerarle per quelle che davvero sono? #ventannidimedusa #ventanniconilibri #534librimedusa