#vecchie generazioni
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E' da circa due giorni che seguo con "interesse" la teoria del complotto denominata Blue Beam buttata con totale noncuranza sui social come se fosse una verità sodata soprattutto dai boomer: ritengo con cognizione di causa che offrire alle vecchie generazioni la possibilità di iscriversi ai social è stato un enorme errore, perché non sanno assolutamente distinguere la realtà da una stronzata.
#Blue Beam#teoria del complotto#social#social networks#boomer#realtà#stronzata#vecchie generazioni#verità#errore
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The Who - My Generation
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Before I get old
Il rispetto della vecchiaia e la cura e la protezione dei più deboli
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I hope I die before I get old
(talkin’ ‘bout my generation)
Spero di morire prima di diventare vecchio
(parlando della mia generazione)
This is my generation
This is my generation, baby
Questa è la mia generazione
Questa è la mia generazione, baby!
Tratto da My Generation, brano dei The Who risalente al lontano 1965, un anno prima che nascessi io.
Pete Townshend (chitarrista, e autore del gruppo) e Roger Daltrey (il cantante che era biondo e ora è canuto) sono ancora vivi. Hanno una ottantina di anni ciascuno e non lo so se qualche volta capiti loro ancora di cantare che sperano di morire prima di diventare vecchi. D’altronde, se veramente credono in quello che cantano, non capisco perché sono ancora in vita.
Monicelli docet!
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Il resto è tutto qua:
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Le vecchie generazioni avevano un pregio, sapevano stare un passo indietro. Erano generazioni sagge e consapevoli dei propri limiti, generazioni semianalfabete che sapevano riconoscere chi poteva dargli una mano per comprendere meglio le cose: il medico, il prete, il maestro. Oggi no, oggi è tutto diverso. Oggi siamo in una societa' dove l'analfabetismo di ritorno esplode alla massima potenza ma tutti si sentono medici, chirurghi, insegnanti, ingegneri, allenatori di calcio, specialisti di genetica, fisica, idraulica e virologia. Ormai il must e' "l'ho visto su google". Rimane complicato capire dove va l' acca, dove la e con l'accento; di punteggiatura neanche a parlarne e non va meglio con il soggetto o con il congiuntivo. Unica cosa certa è che tutti sanno tutto di covid-19, scie chimiche e che ogni cosa detta dagli scienziati e'una boiata pazzesca.
@ilpianistasultetto
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Europa, 2150:
Bambina: “mamma chi sono questi?”
Mamma: “erano i vecchi abitanti dell’Europa, ormai non esistono più”
Bambina: “come hanno fatto a scomparire? Li avete combattuti?”
Mamma: “no, rinunciarono alla loro terra per paura di essere chiamati -razzisti-, poi smisero di fare figli perché dicevano fosse da -fascisti-, dopo un paio di generazioni scomparvero”
Bambina: “però sarebbe bello stare senza il velo come lei”
Mamma: “shhhh, non ti fare sentire, lo sai che il nostro dio vuole così”
Bambina: “va bene….” Mamma: “ora andiamo a casa, c’è tuo marito che ti aspetta”.
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tornando indietro nel tempo solo per dire a barbero di farsi i cazzi suoi invece che affermare che “i giovani d’oggi vivono tempi decisamente più noiosi e privi di eventi rilevanti rispetto alle generazioni più vecchie”. sono: stanca
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boh ma com'era la cosa che le generazioni precedenti odiano le successive
io più invecchio meno tollero quelli più vecchi di me
per i più giovani provo compassione
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mahmood aveva proprio detto in un'intervista, chiaramente riferita a marco carta, che dichiarare "sono gay" dalla d'urso "ci fa tornare indietro di 50 anni" io purtroppo proprio non reggo quando le celebrità eludono il coming out con le tipiche risposte "ma ormai nella mia generazione non si fanno più differenze, siamo tutti più aperti" che fanno tanto iper progressismo ma in realtà sono scuse vecchie come il mondo, e fanno veramente tornare indietro (hanno fatto dichiarazioni di questo tipo mengoni, mahmood, michele bravi) ora: -è ovvio che le domande dei media sulla vita privata siano fastidiose, ma quanto sarebbe più facile stroncare le speculazioni rispondendo in modo onesto e secco? -inoltre l'idea che nelle nuove generazioni siano tutti più aperti è falsa, l'omofobia nei ragazzini è ancora presente e vivendo in provincia vedo quanta gente anche giovane è ancora non dichiarata, far finta che ormai siano tutti più aperti non aiuta -mahmood e mengoni sono ovviamente out nella loro vita personale, il parziale riserbo lo mantengono solo come personaggi pubblici, per quanto fuori luogo l'outing non può avere chissà quali ripercussioni negative su di loro -in generale sono d'accordo che aver menzionato aneddoti strettamente personali in quel programma fosse fuori luogo, anche dire che sono gay dichiarati è tecnicamente sbagliato visto che non si sono mai dichiarati come personaggi pubblici, MA, mi ha colpito molto vedere sotto al video moltissimi commenti indignati di fan 30-40enni di mengoni, che dicono proprio "lui non ha mai dichiarato niente di tutto ciò!! sono fatti suoi", è molto palese come abbiano percepito il dire che mengoni è gay come un'accusa infamante, mentre è stato riportato come un dato di fatto assolutamente neutro. Cos'è che ci riporta davvero indietro allora? poi negli anni entrambi si sono di fatto esposti in modo indiretto, tra supporto alla comunità, temi lgbt nei video musicali, mengoni è stato paparazzato più volte con uomini, penso proprio il giorno stesso di quel programma è uscita una campagna pubblicitaria esplicitamente gay con mahmood quindi, se la loro idea è che non bisogna fare dichiarazioni apposite, ma solo vivere apertamente, allora menzionare quello che già si sà non lo vedo come un outing grave il modo in cui ne è stato parlato in quel programma è criticabile, ma anche l'ambiguità tenuta da loro dovrebbe esserlo, allora perdona il rant non richiesto, sono solo i miei 2 cent sulla questione
Guarda hai esposto dei punti molto validi e sinceramente non è che io possa controbattere, perché sì, ci son cose che hai scritto che condivido anche io.
L'unica cosa che posso dire è che è una scelta, fa parte della sua sfera personale, e non si può obbligare nessuno a fare coming out, o perché no, a condividere dettagli della propria vita privata se non vuole. Perciò io capisco che ci si possa rimanere male davanti a questa scelta, però è anche vero che noi non siamo nessuno per dirgli "Mahmood devi ufficializzarlo pubblicamente".
E ripeto, molte delle cose che hai scritto le capisco, ma allo stesso tempo non possiamo manco mettere bocca sulle decisioni altrui.
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Un esempio di pensiero debole suggestivo. La SUA risposta è ovviamente quella mainstream: SERVONO PIU' IMMIGRATI. E' noiosa francamente inudibile riformulazione dello stantìo: "le risorse ci pagheranno le pensioni".
Caro Gori, faccia i compiti a casa prima di parlare a vanvera, controlli i conti, non più solo dei Paesi "più avanti" del nostro ma anche i nostri. Scoprirà il sistema non solo del welfare ma anche dei consumi interni non può esser retto da gente a carico del welfare system, che prende i soldi pochi e in nero qui ma li spende dove costa meno, cioè a casa loro. Micascemi loro, gli scemi sono quelli che te che glie lo consentono.
la soluzione vera, caro Gori, é come sempre molto lontana e ben più ardua delle SCORCIATOIE, neoschiaviste woke in questo caso: le attuali e nuove generazioni (causa di un sistema pensionistico ottocentesco a schema Ponzi, ma questo è un altro discorso) han necessità di ggiovani che gli paghino le pensioni? CHE FACESSERO PIU' FIGLI, punto e a capo. Con tutte le conseguenze economico-sociali (ma naturali) del caso. Se no ciccia. Spiaze.
Comunque un'altra soluzione emergenziale c'è, è già stata sperimentata: da vecchi non potendo mantenervi vi toglieranno di mezzo anzitempo concentrandovi nelle Rsa, poi qualche finta epidemia e un po' di "vigile attesa", problema pensionati gestito.
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Parlo spesso in dialetto, se ci fosse qualcuno che parlasse il mantovano parlerei tutto il giorno in mantovano, ma ormai sono sradicato dalla mia terra e non ho più speranze: chiamatemi Ismaele.
Questo post è per @fattilinguistici. La sopravvivenza del dialetto nel nord Italia è questione complessa e variegata, per esempio a Milano il bel dialetto parlato ne l'Aldalgisa di Gadda ormai va scomparendo, i milanesi si sono fatti troppo "civili" e mitteleuropei (sarcasmo) e ripudiano il dialetto come una cosa da vecchi e da miserevoli, che li costringe a una mesta vita di provincia (il milanese tipo è assolutamente odioso, si salva solo @egemon). In veneto il dialetto invece non conosce mai crisi, a tutt'oggi è una lingua largamente e orgogliosamente parlata sia in provincia che in città, tant'è che i veneti si sentono un po' un'etnia a parte, non dico tutti, ma un buon numero che contribuisce certamente a fare massa critica (nonno docet: "piove a sece rovese", "vaca miseria impestada fino a i oci"). A Como, dove ogni tanto ritorno, in città si sente parlare dialetto ma solo da persone di una certa età, tra le nuove generazioni va ormai scomparendo sostituito da un odioso accento brianzolo, e il dialetto parlato non va oltre qualche espressione tipica ("pan poss", pane raffermo, e cose del genere). Io che sono intimamente un conservatore e che guardo con struggimento ai miei primi vent'anni di vita in provincia di Mantova, parlo orgogliosamente il dialetto del basso mantovano, ricco di inflessioni venete ed emiliane ("sta 'tenti ca ta strabuchi!", attento che inciampi), e lo rivendico come se fosse la lingua degli hobbit o il nanico delle montagne brumose ("Baruk Khazâd! Khazâd ai-mênu!") e le faccio una testa così anche alla mia compagna che vorrebbe inculcarmi invece qualche parola di cosentino dell'hinterland a me che tutt'al più mastico e parlo un po' di scaleoto, cioè di calabrese imbastardito dal basso campano-lucano ("ma tu parli napoletano!" mi dice quando azzardo un "jamu ninne, guagliò!").
Chiudo con nonna di Scalea che diceva sempre: il nostro dialetto si capisce, non il vostro che non si capisce niente.
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Generale dietro la collina
Per comprendere il pensiero del generale - apro metaforicamente una parentesi sull’etimologia pensiero/generale, che già di per sé fa ridere, perché è un ossimoro. Pensiero è l’atto con l’anima percepisce, riflette, immagina, giudica, ragiona. Generale, rango più alto delle ff.aa., proveniente da una selezione e formazione, avrebbe giurato fedelta’ alla e, sulla Carta Costituzionale.
Ne consegue che il pensiero dell’ufficiale in quota partito xenofobo, appare – con un prima e superficiale lettura, quantomeno in contrasto ai valori sui quali si è impegnato - con l’atto di giuramento, appena terminato il corso in quel di Modena. Ne consegue altresì che, personalmente, inizio a dubitare dell’impegno del giuramento, ormai ridotto a stanca e vuota liturgia tra fanfara, pennacchi e mostrine.
Il pensiero del militare, quindi, meglio a questo punto denominarlo con il sostantivo corretto di milite dell’esercito naz.le repubblicano, posto che egli vanta le lodi del proprio precursore nato a Predappio, non è una boutade elettorale con il solo intento di attrarre a se le simpatie/voti dei nostalgici.
Niente affatto, è molto più profondo, come meglio descrivono, con lungimirante intuito, Piero Calamandrei, negli anni successivi alla liberazione e, Primo Levi, con la celebre intervista RAI del 1970:
· “Non saranno i vecchi fascisti che rifaranno il fascismo…il pericolo non è in loro, è negli altri, è in noi, in questa facilità di oblio, in questo rifiuto di trarre le conseguenze logiche dell’esperienza sofferta, in questo riattaccarsi con pigra nostalgia, alle comode e cieche viltà del passato. Oggi le persone benpensanti di questa classe intelligente – così sprovvista di intelligenza, cambiano discorso infastidite quando sentono parlare di antifascismo” (P. Calamandrei 1946 Il Ponte)
· Dove un fascismo, non è detto che sia identico a quello, un fascismo cioè un nuovo verbo, come quello che amano i nuovi fascisti d’Italia, cioè che non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno i diritti, altri no. Dove questo verbo attecchisce alla fine c’è il lager, questo io lo so con precisione” (Primo Levi 1970)
Ancora più incisivo è il libro di L.Falsini – La storia contesa, quando, citando E. Gentile, afferma che è in atto, da tempo e, per nulla sottotraccia, la defascistizzazione retroattiva, intesa come edulcorazione del fascismo e mancato riconoscimento della sua struttura totalitaria: “Assolvendo il fascismo abbiamo cercato di assolvere noi stessi per il consenso dato a un regime totalitario e oppressivo. Ma come dice Henry Rousso, la rimozione di un evento traumatico può produrre il “ritorno del rimosso” che può poi trasformarsi in “ossessione della memoria”.
Ma non basta l’oblio della classe intelligente - sprovvista di intelligenza, infatti si aggiunge anche l’oblio delle nuove generazioni verso il tema del fascismo, che si trasforma in “destoricizzazione della coscienza giovanile” e “delegittimazione del discorso storico” nell’attuale superficiale società contemporanea, dominata da una visione sostanzialmente aproblematica del mondo, dove tutto è lecito e consentito, in nome della libertà di espressione anche di un milite, a cui mancano le più elementari basi di vivere civile.
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Chi non reagisce e non si ribella, non ha diritto di lamentarsi.
Chi non reagisce e non si ribella, non ha diritto di lamentarsi.
Chi non reagisce e non si ribella, non ha diritto di lamentarsi.
Chi non reagisce e non si ribella, non ha diritto di lamentarsi.
Lo spirito giusto è ribellarsi: non piegarsi, come le vecchie generazioni: non ripetere gli stessi errori: non diventare dei rudi coglioni.
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Sono solo l’8,7% della popolazione, una percentuale destinata a ridursi ulteriormente. Ma ciò che sono, diventeranno e faranno sarà decisivo per il futuro non solo demografico dell’Italia. Sono i 5. 144.171 bambine/i e adolescenti tra gli 11 e i 19 anni, italiane/i e straniere/i, i cui pensieri, desideri, senso di appartenenza, l’Istat ha indagato nella sua ultima indagine, appunto, su bambini e ragazzi. Il primo dato che emerge è che sarebbero ancora meno se tra loro non ci fosse un 9,7% di stranieri e se, tra chi ha la cittadinanza italiana, non ci fosse un 6% che ha la doppia cittadinanza, quindi ha una provenienza. Una ennesima conferma di quanto i fenomeni migratori, non solo siano un fatto strutturale cui non si può rispondere sempre e solo in modo emergenziale, ma anche contribuiscano a rallentare il processo di invecchiamento della popolazione e a prometterle un futuro. Per quanto riguarda il futuro demografico, la stragrande maggioranza (75%) dei giovanissimi, anche se significativamente di più tra gli italiani che tra gli stranieri e lievemente di più tra i ragazzi che tra le ragazze, pensa di formare una coppia e quasi il 70%, di nuovo più i ragazzi delle ragazze, desidera avere figli, possibilmente più di uno e possibilmente prima dei trent’anni.
Si tratta di desideri espressi da persone in una fascia di età giovane molto ampia, diversamente lontana dall’età in cui quei desideri possono realizzarsi. Tuttavia segnalano che i ricorrenti lamenti sulla perdita di attrattività della famiglia e della genitorialità per le giovani generazioni sono per lo meno esagerati e che sarebbe invece opportuno togliere gli ostacoli che spesso impediscono a quei desideri di essere realizzati una volta raggiunta l’età adulta. Ostacoli di cui molti giovanissimi/e vedono costellato il proprio futuro in generale, visto che uno su tre, più tra le ragazze che tra i ragazzi e tra i più grandi che tra i più piccoli, tra gli italiani che tra gli stranieri, lo teme. E un 34% da grande vorrebbe vivere, lavorare, farsi una famiglia all’estero, una percentuale che supera il 38% tra gli stranieri. Un terzo dei giovanissimi/e, quindi, non vede il proprio futuro in Italia. Quanto agli stranieri, la stragrande maggioranza di chi vuole lasciare l’Italia non desidera recarsi nel paese d’origine dei genitori, ma, come e più degli italiani, andare in un paese più accogliente, che offra maggiori opportunità. Un segnale inequivoco di come la disattenzione, la mancanza di investimenti nelle giovani generazioni, su cui invece vengono scaricati tutti i costi delle decisioni prese a favore delle generazioni più vecchie (si pensi solo all’enorme debito pubblico), stia producendo nei più giovani non tanto il gusto dell’avventura e della sfida del futuro, quanto disaffezione e sfiducia per l’Italia come paese cui consegnare il proprio futuro. Anche perché è un paese che non riesce a scardinare il peso dell’origine sociale non solo sulle chances di vita effettiva dei singoli, ma sulle stesse aspettative.
[...]
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Mia sorella non scrive poesie,
né penso che si metterà a scrivere poesie.
Ha preso dalla madre, che non scriveva poesie,
e dal padre, che anche lui non scriveva poesie.
Sotto il tetto di mia sorella mi sento sicura:
suo marito mai e poi mai scriverebbe poesie.
E anche se tutto ciò suona ripetitivo come una litania,
nessuno dei miei parenti scrive poesie.
Nei suoi cassetti non ci sono vecchie poesie,
né ce n’è di recenti nella sua borsetta.
E quando mia sorella mi invita a pranzo,
so che non ha intenzione di leggermi poesie.
Fa minestre squisite senza secondi fini,
e il suo caffè non si rovescia su manoscritti.
In molte famiglie nessuno scrive poesie,
ma se accade – è raro che sia uno solo.
A volte la poesia scende a cascate per generazioni,
creando gorghi pericolosi nel mutuo sentire.
Mia sorella pratica una discreta prosa orale,
e tutta la sua opera scritta consiste in cartoline
il cui testo promette la stessa cosa ogni anno:
che al ritorno delle vacanze
tutto quanto
tutto
racconterà.
Wisława Szymborska
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Se viviamo in un periodo dove perseverano e regnano l'odio, la maleducazione, l'ignoranza e la violenza, dove si fanno apologia della mafia e del fascismo, dove si ostenta la ricchezza, la vita sfrenata e la superiorità, è proprio grazie alla classe politica (perlopiù di destra, ma anche di sinistra), alla classe dei padroni e alla classe dirigente che hanno portato le nuove e vecchie generazioni a tutto ciò.
Gente come Berlusconi, Salvini, Meloni, Briatore, Porro e combriccola varia, coi loro discorsi di odio e la loro volgarità alla pari di Mussolini e Hitler, hanno portato alla gente di prendersela con chi viene sfruttato, chi lavora dignitosamente, con chi non è conforme col loro pensiero politico, chi lotta per i propri diritti sociali e civili minacciati dal governo e sue associazioni affiliate, chi fa veramente giornalismo, chi lotta per la giustizia sociale e chi vuole educare i ragazzi al rispetto, alla cultura e all'educazione.
Tutto si basa su denaro, successo, avidità, ignoranza, sfruttamento, discriminazione, sottomissione e volgarità. Le tv di Berlusconi hanno insegnato tutto questo e i social network lo seguono e quest'ultimi hanno creato dei veri e propri escrementi digitali che hanno portato a rinviare, con la loro violenza inaudita, eventi sportivi e culturali per rispetto di una persona a noi vicina andata via troppo presto.
Purtroppo certi mezzi non funzionano più e hanno fallito miseramente producendo effetti contrari e a boomerang. Servono creare un nuovo sistema e una nuova società perché riprende i vecchi mezzi per rieducare i nostri ragazzi servono a poco o nulla.
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Le Pen a Meloni: "Sosterrai o no un secondo mandato di von der Leyen?". ...
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Questa verità non è propaganda, che poi ci si dovrà confrontare battagliare scrontrarsi e sicuro perché sono tante le politiche che non accetteremo mai, ma se non le diamo a retta non avremo mai più la possibilità di dare il voto per cambiare le cose non avremo più nulla da contestare saremmo sotto dittatura esattamente come quella che hanno combattuto e vinto i nostri nonni, loro hanno cambiato abito ma non l'idea di dominare, voi vedete la Le Pen e vedete i fascisti nazisti ma i veri eredi sono il nuovo ordine mondiale loro sono quelli che hanno ereditato l'esperienza fallita del terzo Reich e grazie alla consapevolezza di quei errori oggi stanno riconquistando quel potere che i politici cresciuti e plasmati da loro stessi gli stanno regalando su un piatto d'argento. Guardate i sorrisi e come gli luccicano gli occhi a Macron Meloni e Company quando sono tra loro, e come se fossero dietro essere premiati perché tutto l'orribile che sta succedendo e che succederà nella loro mente non sono errori di scelte politiche ma bensì traguardi che hanno contribuito per l'impero i bambini a Gaza i bambini dei vaccini sono tutte scelte che hanno preso senza coscienza ma come ordine per poi averne il giusto ricompensò nella scalata della loro carriera. Loro non hanno bisogno dei voti del popolo loro hanno i padroni che li porteranno ancora più in alto come bravi cagnolini ben addestrati. Non guardate la Le Pen ,ascoltate le sue Parole e associatele alla vostra esperienza degli ultimi anni ragionate senza il Main stream cercate dentro di voi mettetevi in dubbio non fatevi manipolare loro avranno un premio noi no, noi perdiamo tutto, tutto quello che i nostri vecchi ci avevano affidato perché potesse crescere e migliorare in modo che le nuove generazioni potessero avere più diritti e che la forbice tra ricchi e poveri diventasse sempre meno larga. Pensate bene cosa volete per il futuro dei vostri figli e nipoti perché se sbagliare non avranno più neanche la possibilità di esprimere il loro parere se non sarà quello che viene chiamato politically correct. Sarà dittatura e sta volta resterà per moltissimo tempo.
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le vecchie generazioni si lamentavano sicuro di altre cose così come noi ci lamentiamo dei social.
ci evolviamo e di conseguenza si evolve la comunicazione, ma non è detto che il passato sia stato cancellato anzi
Non dico che in passato non si lamentassero, ma diciamo l'approccio face2face era garantito, ora invece no.
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