#vastità
Explore tagged Tumblr posts
ragazzoarcano · 1 month ago
Text
"Indimenticabile" è una parola più vasta che "infinito".
— Fabrizio Caramagna
8 notes · View notes
frankpenna83 · 2 months ago
Text
Tumblr media
Frank Penna and La Vastità...
0 notes
valentina-lauricella · 9 months ago
Text
Ieri Chiara Ferragni ha messo "mi piace" a un mio commento su Instagram in cui l'apostrofavo "Chiaretta", e questa è la seconda volta che interagisce con me. La sto già raccomandando a Dio.
7 notes · View notes
intotheclash · 5 months ago
Text
Tumblr media
Tra i credenti e i non credenti, io scelgo gli incredibili. Io faccio voto di vastità.
(Alessandro Bergonzoni)
115 notes · View notes
pettirosso1959 · 1 month ago
Text
Tumblr media
Non solo la vastità della presa per il culo, ma anche l'allargamento coatto dei nostri buchi... del culo, e questo senza vasellina, ma per lubrificante un badile di sassi e ghiaia.
31 notes · View notes
animapienadiodio · 8 months ago
Text
Tumblr media
Anche se questa foto non risulta esplicativa del luogo specifico, tanto da creare delle ambiguità e delle incomprensioni (infatti, agli occhi esterni di chi "non conosce", "non c'era", potrebbe trattarsi di una semplice foto di una scogliera sul mare), quindi, potrebbe alludere a tutto e a nulla, personalmente la vorrei eleggere a simbolo riassuntivo dell'esperienza conclusa ieri: un viaggio in e attraverso il Portogallo in compagnia di altri dieci perfetti sconosciuti.
Un'esperienza che mi ha permesso di varcare la soglia di un mondo sconosciuto, non solamente fisico, dato che si trattava della prima volta che visitavo il Portogallo, ma anche, e soprattutto, mentale. Per la prima volta, sono voluta andare oltre le mie paure dell'ignoto, gettandomi in un'avventura attraverso le paure (la paura di ciò e di chi non conosco, del giudizio, dell'ambiguità ...) e l'ho fatto da sola.
Dire di avere superato questi timori non è esatto, dato che permangono, ma credo di avere acquisito un approccio per poterli affrontare e questo consiste nel pensare quanto tutti quanti siamo un'inezia; nessuno vale più di altri, men che meno chi tiene atteggiamenti di millanteria.
Questa "consapevolezza" mi conferisce un senso di serenità, come quando misi per la prima volta i piedi nell'oceano. Si trattò di una sensazione di calma, come se nulla, in quel momento, avesse alcun peso; come se tutto fosse lieve.
Ecco perché questa foto: l'immensità dell'oceano mi ricorda quanto tutti siamo nulla e tale monito mi risolleva, come quando ci si bagna in questa vastità.
86 notes · View notes
neropece · 1 year ago
Text
Tumblr media
“a silent story” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
Il bosco di betulle, ai piedi della montagna, si ergeva come un santuario silenzioso, un luogo dove il freddo inverno si abbandonava alla grazia candida della neve. Alle dieci di quel mattino, il sole cercava di penetrare tra i rami spogli delle betulle, gettando un bagliore argenteo sui sentieri di neve intonsa. Non c'era un suono tranne il leggero fruscio delle foglie secche cullate dalla brezza.
Guido, un uomo di mezza età con una cicatrice profonda sul viso e gli occhi che portavano il peso di troppi inverni, camminava solitario tra gli alberi. Il suo respiro si trasformava in nuvole vaporose nell'aria gelida. Vestito con un cappotto logoro, con lo sguardo assorto, era un intruso in quel regno di pace e silenzio.
Le betulle si stagliavano come figure spettrali e la loro corteccia bianca risplendeva sotto il tocco del sole invernale. I rami sottili si intrecciavano come dita ossute, protese verso il cielo. La neve, immacolata e incontaminata, scricchiolava sotto i passi di Guido, un suono delicato che sussurrava i segreti di una terra dimenticata.
Nel cuore del bosco si fermò. Poco distante notò uno spazio aperto dove la neve si adagiava come un manto soffice. Si avvicinò e si sedette su un tronco caduto, osservando la vastità del paesaggio innevato. Il silenzio del bosco era sospeso nel tempo, un'armonia serena che avvolgeva ogni pensiero.
Un cervo, timido e maestoso, fece la sua comparsa ai margini del bosco, i suoi occhi si fissarono su Guido. I loro sguardi si incrociarono per un istante, un legame silenzioso tra l'uomo e la creatura selvaggia. Poi il cervo si allontanò, scomparendo tra gli alberi come un fantasma della foresta.
Guido si alzò lentamente, sentendo la solitudine del bosco penetrare nelle pieghe della sua anima. Era come se il silenzio avesse rivelato la fragilità della vita, la bellezza effimera di un momento invernale. Con un'ultima occhiata alle betulle, al loro bianco splendore, si diresse lentamente verso il sentiero di neve, lasciando il bosco alle sue spalle.
172 notes · View notes
vadaviaaiciap · 1 year ago
Text
CRIMINI COMUNISTI DURANTE IL SECONDO CONFLITTO MONDIALE. Ecco i liberatori.
Questa pagina è dedicata alla raccolta di testimonianze, aneddoti, racconti, ed episodi inerenti al bagno di sangue che si è verificato nelle nostre zone nell’immediato dopoguerra, successivamente al 25 aprile del 1945, a guerra finita, e alla loro presentazione.
Sul finire dell’ultima guerra mondiale, nel 1945, e anche a guerra già finita, l’Italia ha assistito sul proprio territorio ad una vera e propria escalation di delitti, di stragi, e di vendette, tutti a sfondo politico, che hanno raggiunto punte di ferocia e di malvagità molto elevate.
I responsabili di questa lunga catena di omicidi e di efferatezze, furono i partigiani comunisti, che vollero così imprimere un triste e indelebile segno nella storia dell’Italia, incidendolo con il sangue delle loro vittime.
I partigiani spesso hanno prelevato le persone direttamente dalle loro case e le hanno uccise senza neanche offrire loro un processo sommario, depredandole e infierendo sui corpi con ferocia.
Molti di questi carnefici furono riconosciuti e arrestati, ma a causa dell’amnistia di Palmiro Togliatti furono rimessi in libertà, e spesso si ritrovarono faccia a faccia con i parenti delle loro stesse vittime, potendo così irriderle e dileggiarle impunemente.
Possiamo oggi affermare, nonostante i tentativi degli eredi di Togliatti di nascondere o dissimulare la realtà criminosa, che la vastità dei fatti di sangue imputabili ai partigiani comunisti induca a credere che essi siano stati realizzati seguendo un preciso disegno, uno schema pianificato e organizzato a tavolino, scientemente e criminalmente.
Non è un caso che interi gruppi familiari siano stati sterminati, spesso aggiungendo l’efferatezza della tortura e dello stupro agli omicidi, e che poi i partigiani si siano appropriati dei beni materiali delle vittime.
Non è un caso che dopo la guerra, ci si sia trovati davanti a partigiani improvvisamente diventati ricchi, che poterono così iniziare delle attività imprenditoriali usando i soldi sporchi del sangue delle loro stesse vittime.
La scure comunista si è abbattuta con violenza anche sui rappresentanti del Clero, nel tentativo di decapitare coloro che potevano guidare i cattolici verso destinazioni e percorsi diversi da quelli previsti dal comunismo.
Lo storico Roberto Beretta ci segnala nel suo studio del 2005, “Storia dei preti uccisi dai partigiani”, che il numero dei sacerdoti uccisi dall’odio comunista è stato in totale di 130 vittime !
Dopo aver condotto una vera e propria “caccia alla tonaca”, prodromica ad una lunga serie di esecuzioni, compiute appunto dai partigiani, divenne chiaro il tentativo dei comunisti di impadronirsi “politicamente” della società, mediante la forza e l’intimidazione.
Questa tesi fu sostenuta anche dal Cardinale di Bologna, sua Eccellenza Giacomo Biffi, nel 1995, in occasione del cinquantenario della Resistenza, riprendendo e amplificando ciò che già era stato affermato in precedenza da Don Lorenzo Tedeschi, un coraggioso sacerdote che citò la frase di un comandante partigiano comunista :
"Se dopo la liberazione, ogni compagno avesse ucciso il proprio parroco e ogni contadino il padrone, a quest’ora avremmo risolto il problema. "
Il Partito Comunista Italiano ha provveduto poi a mantenere una totale disinformazione sulle stragi, omettendo di parlarne e di pubblicizzare qualsiasi cosa fosse inerente a tutto ciò, stendendo un velo di minacciosa omertà sull’argomento.
Lo dimostra il fatto che ancora oggi si riferiscano a Togliatti come a : “il Migliore” !!!
i stima che gli uccisi, dopo il 21 aprile 1945 nel bolognese, ammontino a 773, di cui 334 civili (fra cui 42 donne).
Vorrei tentare di dare il giusto ricordo alle vittime, attraverso una serie di rievocazioni storiche, di racconti e di aneddoti, che permetta di collocarle in un contesto non più dimenticato.
Vorrei far riaffiorare le ignobili circostanze attraverso cui sono state messe in atto vere e proprie stragi contro persone spesso innocenti, perpetrate comunque a “sangue freddo”, e cioè a guerra finita, ad armi deposte.
La vigliaccheria è stato il motivo trainante che ha permesso al comunismo di approfittare della violenza insita nei suoi sostenitori per appropriarsi dei beni, oltre che della vita, di centinaia di vittime delle nostre zone.
Sono rimasti in pochi i superstiti, o i figli dei superstiti, o delle vittime, che potrebbero oggi dare luce alle pagine buie degli stermini effettuati dai partigiani nel 1945.
Il 25 aprile non deve essere celebrato per la liberazione dell'Italia perché nella realtà dei fatti passammo dall'occpazione tedesca a quella americana. E, nella sconfitta, ci andò bene perché a Yalta avevano deciso le sfere d'influenza dei vincitori e i comunisti furono esclusi.
(Il sangue dei vinti un bellissimo libro di Pansa)
Tumblr media
72 notes · View notes
smokingago · 19 days ago
Text
Tumblr media
La sessualità femminile spiegata agli uomini:
"Poche donne hanno pensato all’importanza di spiegare la sessualità femminile agli uomini, o hanno osato farlo.
La gran parte di esse, ancora oggi, non contempla neanche l’idea. Né si rende conto di tale necessità, né, spesso, è nemmeno consapevole della complessità della sessualità che si incarna e della sua sofisticatezza, e della sua sofferenza.
Molte donne non hanno nemmeno imparato ad ascoltarsi, non lo ritengono importante. Prevaricano sul proprio corpo, cercano di zittirlo, pensano di potersi lasciar fare o di poterlo dirigere con la mente – quasi sempre a vantaggio del compagno o per non doversi spiegare.
D’altronde, è molto difficile spiegare un corpo che segue cicli e maree e lune e trasformazioni e cambi di vento che sono anche all’ordine dell’ora. Ma è lì che risiede la verità. Non potremo nasconderla per sempre.
Non è il cuore della donna che decide se e quando desidera fare l’amore con un uomo. È il suo corpo.
Non è la mente della donna che decide se e quando desidera fare l’amore con un uomo. È il suo corpo.
Ogni volta che una coppia si accinge a fare l’amore, la donna si connette (o dovrebbe connettersi) al proprio corpo, e solo da lì può comunicare al suo compagno il tipo di reattività, di sensibilità, di accoglienza o di respingimento.
Tale tipo di sentire non è in suo potere, non del cuore, non della mente: è sempre il corpo a decidere e il corpo non si spiega a parole.
Ma decide lui.
Il corpo vive a braccetto con l’inconscio, con la luna, con gli elementi esterni, con gli alimenti che ingeriamo (sia fisici che emotivi), con il sole, con le parole dette e non dette, con il tempo atmosferico e con i silenzi.
Il corpo di una donna è un ricettacolo di antenne ultrasensibili, molto sviluppate e super sofisticate.
È importante che le donne imparino a spiegare al proprio uomo, senza giudicare, cosa il corpo sta comunicando in quel momento.
È importante che gli uomini imparino ad accettare che le variabili che muovono queste antenne finissime sono molteplici e cambiano sempre.
E’ fondamentale che gli uomini imparino a smettere di sentirsene responsabili, di sentirsi impotenti, di sentirsi insufficienti, di sentirsi incapaci.
È fondamentale la traduzione femminile.
È fondamentale che uomo e donna sospendano il giudizio ed entrino nell’accoglienza, un’accoglienza ammirata.
È fondamentale che uomo e donna riconoscano la sacra sensibilità di ogni corpo femminile e si assoggettino con umiltà e rispetto ai suoi segnali.
È fondamentale dismettere la forzatura, la finzione, la negazione, la fuga, il non riconoscimento, la prevaricazione di sé, la paura del rifiuto.
È fondamentale che l’uomo e la donna collaborino nella scoperta della vastità degli strumenti che incarniamo.
Amore vero a voi!"
Sonia Serravalli
10 notes · View notes
dinonfissatoaffetto · 9 months ago
Text
Ogni giorno, perdo tutto
e tu con me
e te;
e si sfuocano
le colazioni,
si induriscono
i biscotti al burro;
perdo il quadro
che ride e vive,
la cornice delle tende,
le verità stupende
che non ho detto e
la stupidità
di avere paura.
Perdo tutto, ogni giorno;
la pelle nuova,
la ruga che ho sorriso,
la ruga che ho pianto,
la voce,
la mia e la tua,
il coro che sono,
l’assolo.
Perdo parole
che avremmo potuto dirci, non dirci,
dire meglio.
Perdo possibilità
e una possibilità,
il ritmo del respiro,
la pazienza,
le sementi di un’idea.
E perdo le facce degli altri
in strada,
la mia su una vetrina buia.
Ogni giorno perdo uno scorcio
carico di sole,
e la mia età
salda,
che mi ancora alla terra
come un macigno
o una nascita,
che mi seduce
e trascina,
che tracima;
perdo la speranza
che esonda sulla mia fretta,
sulla mia calma.
Perdo
il miracolo di un giorno,
l’elemosina del tempo,
lo scialacquio degli attimi,
con la risacca magra
di qualche
felicità.
Ogni giorno perdo tutto:
il significato,
la velleità del buio
e gli abbagli,
la vastità sul bivio
e l’ombra lunga
degli sbagli,
le rime,
le rime per te,
l’amore,
la bambina che crede,
la bambina in cui credi,
e un’ansia del petto
che può fremere
e domandare
e guardare
e regnare ogni giorno,
mentre perde.
E perde tutto.
Perdo giurisdizione
ed emozione;
si consuma,
si annebbia,
sbraita come un fumo
la mia vita,
che ogni giorno perde me,
mentre perdo tutto.
Perdo il timpano dolce
sotto le voci affettive
che sono un’ala,
a curarmi,
o macerie.
Ogni giorno,
poi,
mi sveglio –
se mi sveglio –
e tutto,
tranne te
e tu con me,
ritrovo.
- Beatrice Zerbini
29 notes · View notes
canesenzafissadimora · 3 months ago
Text
Tra i credenti e i non credenti
io scelgo gli incredibili.
Io faccio voto di vastità.
Tumblr media
12 notes · View notes
susieporta · 3 months ago
Text
Ti auguro di ricevere doni immeritati e senza alcun motivo.
Ti auguro di poterti mettere un po' di lato e non affrontare sempre tutto di petto.
Ti auguro di trovare almeno un grazie per alzarti al mattino.
Ti auguro di sentire lo spazio che c'è tra i tuoi vestiti e la tua pelle e di sapertene prendere cura.
Ti auguro di vivere esattamente li' dove vive il tuo corpo.
Ti auguro di scoprire che uno spazio vuoto e accogliente pronto ad adottarti è sempre a disposizione.
Ti auguro di trovare persone con cui scambiare quello che non sai.
Ti auguro di amare i tuoi improvvisi silenzi e di saperti aprire a questi inaspettati precipizi dell'anima che scoprono scenari improvvisi e mozzafiato.
Ti auguro di saper accudire quel senso sottile e costante di estraneità.
Ti auguro di assistere alla nascita di nuove parole e di partecipare al salvataggio di quelle in via d'estinzione.
Ti auguro di smarrire certezze e di scardinare memorie.
Ti auguro di praticare con diligenza il far niente.
Ti auguro di amare senza saperlo.
Ti auguro di fare ritorno ai tuoi sogni e ad essi appartenere.
Ti auguro che l'impoderabile ti visiti.
Ti auguro di scrivere i dettati dell'anima.
Ti auguro di dare un permesso di soggiorno a ciò che è presente in te.
Ti auguro che maturi in te quella decisione che cambierà le cose.
Ti auguro di ricevere in regalo una buona attrezzatura che ti permetta di scendere nei tuoi abissi e di esplorarli.
Ti auguro di sentire cosa è per te vero e di crederci totalmente.
Ti auguro mani che tornano a sfiorare e inciampi nella tua luminosa presenza.
Ti auguro sguardo morbido che né afferra, né respinge.
Ti auguro di scoprire che chi ti fa del male è una persona che sta male. Di darle accoglienza nel tuo cuore ma di sollevare la mano che le pone un limite, ora.
Ti auguro di ricordarti che vuol dire riaccordarti a te.
Ti auguro di frequentare la soglia tra il tuo mondo dentro e il mondo fuori e di sostarci tutto il tempo che serve.
Ti auguro di cucire nuovi equilibri e di sentire cosa ti fa bene e cosa ti fa male. E scegliere il bene, ciò che ti fa bene, adesso.
Ti auguro un'accettazione smisurata del tuo presente e di saper prendere in affido le tue ferite.
Ti auguro di scoprire la vastità che ti abita e abitare quello spazio che c'è tra te e l'altro.
Ti auguro un disarmo del cuore. Che possa farsi cuore vuoto e capiente
per tutto il nuovo che verrà a bussare alla sua porta.
Buon 2025
Gloria Volpato
14 notes · View notes
ti-sembra-niente-il-sole · 22 days ago
Text
Perdiamo troppo tempo a discutere, a cercare di far capire le nostre intenzioni a chi, in fondo, non vuole davvero capire. Ma la verità è semplice: non puoi spiegare il mare a chi vede solo acqua.
Come scrivo nel mio articolo, c’è una differenza tra chi osserva e chi comprende, tra chi ascolta e chi sente davvero.
Milena
8 notes · View notes
korepersephone · 6 days ago
Text
Vivo nell’incertezza… come una boa che viene trascinata dalle correnti della vastità del mare. Il suo continuo non sapere da che parte andare, non sapere nemmeno dove verrà portata, nulla è sotto il suo controllo. Niente, solo correnti che la sbattono, la cullano e la tradiscono dolcemente sull’increspatura salata dell’acqua. A volte la carezzano, altre volte la sollevano con gentilezza, per poi lasciarla di nuovo alle onde, come se la vita non fosse altro che un gioco di oscillazioni.
E poi ci sono i momenti in cui le correnti si fanno più forti, più impetuose, e la boa non ha alcuna possibilità di difendersi. Le onde si abbatteranno su di lei come una furia, un’irruenza che non lascia spazio per il respiro. La spingono giù, viene inghiottita dalla famelica fame di acque avide, nella profondità dell’oceano, facendola scomparire completamente, solo per poi farla riemergere, ancora una volta, alla luce, prima di divorarla di nuovo. E ancora, e ancora, senza mai dare tregua. È un ciclo incessante, ma la boa resiste. Non cede. Rimane lì, galleggiando sulla superficie mutabile di un mare pieno di incertezze.
Ogni tanto, quando le onde si placano, si ha l’illusione che la calma sia vicina. Ma in realtà, non c'è mai certezza. Non c’è mai una vera quiete. È solo una pausa prima che la tempesta ritorni. La boa non ha altra scelta che adattarsi, lasciare che le onde la portino dove vogliono, sperando che, a un certo punto, si fermi… ma senza mai sapere quando.
E io, come quella boa, sono trascinata in un mare che non riesco a controllare, dove non posso fermarmi, dove ogni speranza sembra naufragare. Vivo nell’attesa di un’onda che mi sollevi, ma sempre consapevole che potrei essere abbattuta di nuovo in un istante. Eppure, nonostante tutto, continuo a galleggiare. Nonostante la tempesta, continuo a resistere, a sperare in quella calma che non arriva mai. Ma forse è proprio questo il senso: restare a galla, anche quando il mare è troppo vasto per essere capito.
Quindi, in questo mare di caotica incertezza, mi lascio travolgere da emozioni contrastanti. È un continuo oscillare, come onde impetuose che mi colpiscono, ora in un eccesso di ottimismo che sembra promettere una serenità che non arriva mai, ora in un abisso di pessimismo che fa svanire ogni barlume di speranza. Mi trovo in un’eterna danza fra euforia e tristezza, come un’altalena che non smette mai di oscillare, ora portandomi in alto, verso il cielo, ora trascinandomi giù, nel buio più profondo. Un cuore che si riempie di speranze come se fossero farfalle pronte a volare, ma che si trasformano in dubbi pesanti, in sfiducia che mi lacera, e infine in disperazione che mi stringe come una morsa.
Gli occhi, che si inumidiscono ogni volta che vedo che il suo sorriso è rivolto a me, si trasformano in fiumi di lacrime, come pioggia che rigano le guance. Quelle lacrime che cadono sulle mie labbra, che prima erano increspate in un sorriso timido, ora assaporano il salato del disincanto. Ogni volta, quel sorriso che mi rivolge sembra promettere un emozione che non posso afferrare, una felicità che sembra alla mia portata ma che sempre mi sfugge. È come se fosse un’illusione, un pensiero che mi avvolge ma che non riesco a trattenere.
E ogni volta che protendo la mano, sperando di afferrare quel sorriso, di fare finalmente mio quel sogno che mi incanta, sembra dissolversi fra le mie dita, come nebbia che si dissolve al primo raggio di luce. Rimango con la mano vuota, con la sensazione di aver perso qualcosa di importante, qualcosa che non so come trattenere. Eppure, il sogno resta sempre là, davanti a me, ma più lontano di prima, come un miraggio che si sposta sempre più in là, mentre io mi perdo in questo mare di speranze infrante.
Eppure, continuo a cercarlo. Nonostante tutto. Forse perché, in fondo, il sogno non è solo un'illusione, ma qualcosa che mi spinge a sperare, a credere che un giorno, magari, riuscirò a toccarlo davvero. Ma intanto, mi lascio travolgere da questa continua alternanza, questa tempesta di emozioni che mi fa sentire viva, ma anche infinitamente piccola.
Tumblr media
10 notes · View notes
lunamagicablu · 20 days ago
Text
Tumblr media
I Veri Maestri sono Invisibili alla massa. Quando ne incontri Uno, preparati a scardinare la tua zona comfort. Dentro e fuori. I loro Occhi non guardano mai diritto nei tuoi Occhi... I loro Occhi vedono l'Infinito molto in fondo agli Occhi tuoi. La Vastità non si ferma in superficie, Lei penetra anche negli anfratti piu bui. Puo' esserci un sorriso... ma non è rivolto a te. È per quello che intravedono in Te. Vedono quello che puoi diventare. I Veri Maestri appaiono quando sei pronto a bruciarti. A divenire cenere. Al momento propizio, Fenice. Ed è qui, che i Grandi Maestri spariscono - quando tu Diventi Fenice Dorata... Loro, saranno già Altrove. Estee. *************************** True Masters are Invisible to the masses. When you meet One, be prepared to break your comfort zone. Inside and outside. Their Eyes never look right into your Eyes... Their Eyes see Infinity far down your Eyes. The Vastness does not stop at the surface, It penetrates even the darkest ravines. There may be a smile... but it is not directed at you. It is because of what they glimpse in You. They see what you can become. True Masters appear when you are ready to burn. To become ashes. At the right time, Phoenix. And it is here, that the Great Masters disappear - when you Become Golden Phoenix... They, will already be Elsewhere. Estee.��
8 notes · View notes
rpallavicini · 1 month ago
Text
Millemila!
Domanda: se un vulcano emette in un giorno 600 volte CO2 emessa dalla Germania in 100 anni, quanto è enorme la vastità della presa per il culo climatica? 😁 Il vulcano che emette più CO2 al mondo ce l’abbiamo dietro casa, si chiama Etna. Ovviamente quella qui sopra è un’iperbole, come iperboliche quelle della parte avversa, ma è verissimo che un vulcano come l��Etna, quando è attivo (perciò…
10 notes · View notes