#unità europea
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aaquilas-blog · 1 month ago
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Perché sogno un'Unione Europea simile alla "vecchia America"?
Perché io sogno un Unione Europea stile “vecchia America”? Semplice, perché in oltre duecento anni della loro storia gli #USA non hanno mai rivaleggiato o tentato di invadere ed occupare altri stati come accade nel nostro vecchio continente… Perché ogni Stato, pur essendo uno stato a sé è unito con una sola moneta: il #dollaro. Perché per me il sistema americano rappresenta una forma perfetta…
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falcemartello · 6 months ago
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Dal punto di vista del diritto costituzionale, l’Europa non esiste.
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Dal punto di vista del diritto costituzionale, l’Europa non esiste: quella che chiamiamo «Unione europea» è tecnicamente un patto fra stati, che concerne esclusivamente il diritto internazionale.
Pertanto il cosiddetto parlamento europeo che si tratta di eleggere non è un parlamento, perché esso manca del potere di proporre leggi, che è interamente nelle mani della Commissione europea.
Se è vero che il potere costituito presuppone un potere costituente, l’idea di un potere costituente europeo è il grande assente nei discorsi sull’Europa.
Dal punto di vista della sua pretesa costituzione, l’Unione europea non ha pertanto alcuna legittimità.
È allora perfettamente comprensibile che una entità politica senza una costituzione legittima non possa esprimere una politica propria.
La sola parvenza di unità si raggiunge quando l’Europa agisce come vassallo degli Stati Uniti, partecipando a guerre che non corrispondono in alcun modo ad interessi comuni e ancor meno alla volontà popolare.
L’Unione europea agisce oggi come una succursale della NATO.
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Si potrebbe dire che l’idea di un potere costituente europeo è lo spettro che si aggira oggi per l’Europa e che nessuno osa oggi evocare.
Eppure solo un tale potere costituente potrebbe restituire legittimità e realtà alle istituzioni europee, che sono allo stato attuale nient’altro che un’impostura.
Un’altra idea dell’Europa sarà possibile solo quando avremo sgombrato il campo da questa impostura.
Se vogliamo pensare veramente un’Europa politica, la prima cosa da fare è togliere di mezzo l’Unione europea, o quanto meno essere pronti per il momento in cui essa, come sembra ormai imminente, crollerà.
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Tratto da "Europa o l'impostura", G. Agamben
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curiositasmundi · 9 months ago
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Oggi ci troviamo in una situazione molto pericolosa. La guerra non è solo un campo di battaglia per le armi, ma anche per l’informazione. Julian è stato messo in prigione per aver pubblicato notizie vere su una guerra impopolare, come era quella in Iraq, dove le forze di occupazione americane controllavano totalmente la narrazione dei fatti”.
Con queste poche parole al Fatto Quotidiano, Stella Moris, la moglie del fondatore di WikiLeaks, centrava l’essenza del caso Assange e WikiLeaks, mentre la guerra in Ucraina era appena all’inizio. Oggi che da Gaza a Kiev, la guerra brucia migliaia di vite innocenti e per Julian Assange è l’ultima chiamata, le parole di Stella rimangono la sintesi perfetta del caso. Sì, perché l’unica ragione per cui Assange non ha più conosciuto la libertà e rischia di perderla per sempre, forse nel giro di pochi giorni o di pochi mesi, è che lui e WikiLeaks hanno esposto le atrocità e le manipolazioni della macchina della guerra su larga scala come mai nessuna organizzazione giornalistica, aprendo uno squarcio profondo in quel “Potere Segreto”, che è il complesso militare-industriale degli Stati Uniti e dei loro alleati. Ma non solo: WikiLeaks non ha rivelato soltanto i crimini del mondo occidentale. Ha esposto anche i massacri dei talebani, la ferocia di al Qaeda e le complicità di tanti Paesi non occidentali nella War on Terror. Per Assange è stata la fine.
Dal 2010 a oggi: dall’arresto all’ultima udienza Inumato da vivo dal 2010, all’età di 39 anni, quando lui e WikiLeaks iniziarono a pubblicare i 700 mila documenti segreti del governo americano. Questa mattina, il giornalista australiano comparirà davanti alla High Court di Londra, per quella che può essere l’ultima udienza sul suolo inglese. Se la High Court confermerà l’estradizione negli Stati Uniti, dove rischia 175 anni di prigione, ad Assange rimarrà solo una possibilità: appellarsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, ma il rischio che possa venire estradato prima che la Corte emetta misure protettive è reale.
I file segreti sulla verità delle guerre americane Le rivelazioni di WikiLeaks, per cui il suo fondatore rischia di passare la vita in prigione, sono tra gli scoop più grandi nella storia del giornalismo. I 91.910 Afghan War Logs e i 391.832 Iraq War Logs, report segreti sulla guerra in Afghanistan e in Iraq rispettivamente, hanno permesso di bucare la nebbia della guerra proprio mentre questa era in corso e non dopo trenta o quaranta anni dopo, quando ormai quei conflitti non interessavano più a nessuno, a parte gli storici di professione, perché troppo lontani nel tempo. Grazie a quei file segreti, abbiamo potuto confrontare quello che la macchina della propaganda ci raccontava su quelle due guerre e quello che accadeva sul campo, secondo il racconto dei soldati americani che li combattevano.
Afghanistan: conflitto perso in partenza Abbiamo così scoperto, per esempio, che già nel 2010 la guerra in Afghanistan era un conflitto senza speranza: dopo dieci anni, le truppe americane e della coalizione Isaf, di cui faceva parte anche il nostro paese, avevano ottenuto così poco che nel distretto di Herat, controllato dagli italiani, le forze di polizia afghane da noi addestrate avevano problemi così seri che molti di loro si univano ai talebani, perché non venivano pagati e non si capiva dove andavano a finire i loro salari. La situazione appariva così compromessa che alcuni arrotondavano con i sequestri di persona. Mentre la propaganda ci raccontava le magnifiche sorti progressive del conflitto afghano, i 91.910 documenti fotografano un fallimento che, undici anni dopo, nell’agosto del 2021, ci avrebbe portato al ritiro. Gli Afghan War Logs ci hanno permesso di scoprire unità segrete mai emerse prima, come la Task Force 373, un’unità di élite che prendeva ordini direttamente dal Pentagono. La brutalità dei raid portati avanti nel cuore della notte da queste forze speciali, aveva prodotto stragi tra forze afghane alleate, bambini e donne, creando un forte risentimento contro gli americani e contro le truppe alleate da parte della popolazione locale. A oggi gli Afghan War Logs rimangono l’unica fonte pubblica per ricostruire attacchi, morti civili ed esecuzioni stragiudiziali tra il 2004 e il 2009, a causa della segretezza di quelle operazioni. E sono una delle pochissime fonti che permettono di ricostruire i civili uccisi prima del 2007, su cui neppure la missione delle Nazioni Unite in Afghanistan, l’Unama, che compila queste statistiche, possiede dei dati affidabili.
Iraq; i morti mai contati e il carcere di Guantanamo Quanto agli Iraq War Logs, hanno permesso di rivelare, tra le altre cose, 15 mila vittime mai conteggiate prima nella guerra in Iraq. Possono sembrare statistiche, puri numeri, in conflitti come quello in Iraq, che ha registrato circa 600 mila civili uccisi e 9,2 milioni di rifugiati e sfollati – ovvero il 37 per cento della popolazione prima dell’invasione americana dell’Iraq – ma quei 15 mila civili mai conteggiati prima erano padri, madri, fratelli. È un diritto umano sapere che fine ha fatto una persona cara. E l’unica giustizia che quegli innocenti hanno avuto, è la verità fatta emergere da WikiLeaks. I documenti segreti sul carcere di Guantanamo Bay hanno permesso di conoscere 765 su 780 detenuti del lager, facendo emergere per la prima volta le ragioni per cui gli Stati Uniti li avevano trasferiti nel campo di detenzione, tra informatori comprati e torture da Inquisizione.
I cablo tra gli Usa e altri Paesi (Italia compresa) Ma le rivelazioni più cruciali sono sicuramente quelle che emergono dai 251.287 cablo: le migliaia di corrispondenze diplomatiche inviate da 260 ambasciate e consolati americani in 180 Paesi, che hanno fatto affiorare scandali, abusi, pressioni, come quelle sulla politica italiana per garantire l’impunità agli agenti della Cia (Central Intelligence Agency) responsabili per il rapimento e la tortura di Abu Omar o i sospetti dell’Amministrazione di George W. Bush che l’Italia pagasse mazzette ai talebani per evitare attacchi ai suoi soldati in Afghanistan. È per questo lavoro giornalistico, e solo per questo, che gli Stati Uniti vogliono seppellire per sempre Julian Assange in una prigione.
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diceriadelluntore · 7 months ago
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Duecento Di Gioia
il 7 maggio del 1824, 200 anni fa al Kärntnertortheater di Vienna (il Teatro di Porta Carinzia), uno dei più belli della capitale dell'allora Impero Asburgico, è in programma una prima sinfonica. L'ultimo lavoro di un musicista che già all'epoca era una leggenda vivente. Ma che era stato lontano ben 12 anni dalle scene. Ludwig van Beethoven ha 54 anni, è quasi completamente sordo, soffre di atroci dolori da ulcere che lo porteranno alla morte di lì a due anni. Nonostante sia benestante, vive in uno stato di profonda malinconia, misoginia, tristezza, solitudine, in una stanza con fogli di musica sparsi dappertutto, cibo nei piatti ad imputridire, bottiglie vuote.
Eppure la sua ultima opera, la Nona Sinfonia in re minore per soli, coro e orchestra op. 125, è un percorso mistico, intrigante, misterioso alla fratellanza, al dialogo, al confronto.
Divisa in quattro movimenti, i primi tre puramente sinfonici, e il quarto che include il coro sui versi dell'ode Alla gioia di Friedrich Schiller.
Già quella sera vi fu un tripudio di pubblico: il compositore, che si racconta fu in tensione nervosa per tutta la durata dell'esecuzione (racconto questo che due professori di controfagotto, che parteciparono all'esecuzione, raccontarono nel 1842 alla formazione della prima orchestra della Filarmonica di Vienna, di cui facevano parte) fu richiamato dal pubblico per 5 volte, e gli furono sventolati fazzoletti bianchi in segno di giubilo.
È così leggendaria che esistono moltissimi miti su di essa: tra i più curiosi, che per "rispetto" tutti i compositori successivi si siano fermati a Nove Sinfonie (un caso a volte fortuito, a volte tragico, come nel caso di Mahler morto mentre stava componendo la sua Decima) oppure che la durata di musica in un cd sia di 75 minuti, come la durata della sinfonia (in verità, secondo le varie esecuzioni, dura un po' di meno, e anche questa è una bella leggenda metropolitana). E non si contano i saggi storici, psicoanalitici, i romanzi, su questo che è, con pochi eguali, uno dei pinnacoli della storia culturale umana, come, per fare qualche esempio, l'opera di Shakespeare, il David di Michelangelo, una cattedrale gotica europea del 1300.
Rimane uno una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico ed è considerata uno dei più grandi capolavori della storia della musica, anche in quanto simbolo universale di unità e fratellanza tra gli uomini: il tema finale, nella nota riedizione del Maestro Herbert von Karajan, è stato adottato nel 1972 come Inno europeo.
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Pagina del manoscritto originale della sinfonia, conservato nella Staatsbibliothek di Berlino: la Nona Sinfonia viene conservata in condizioni speciali, nel buio assoluto, ad una temperatura di 18 gradi e a un tasso di umidità del 50%.
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anchesetuttinoino · 3 months ago
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🇪🇺⚔️🇷🇺 L’UE STA PREPARANDO LA DECISIONE DI INVIARE TRUPPE IN UCRAINA
🔴La Francia è soprattutto favorevole all'invio di istruttori militari in Ucraina, con il sostegno dei Paesi baltici, della Danimarca e della Svezia, scrive Welt am Sonntag. Allo stesso tempo, Austria, Ungheria, Germania, Malta e Slovenia “temono un’ulteriore escalation e rischi imprevedibili”.
➡️La preparazione formale della questione è iniziata con una lettera da Kiev datata 31 maggio al capo diplomatico dell'UE Josep Borrell.
➡️I ministri degli Esteri e della Difesa dell'UE discuteranno l'argomento per la prima volta a metà della prossima settimana. Il loro incontro informale avrà luogo il 29-30 di agosto.
🔴Tecnicamente, l’introduzione di istruttori dell’UE in Ucraina può essere effettuata attraverso l’espansione del mandato della missione di assistenza militare dell’UE in Ucraina (EUMAM Ucraina), che terminerà a metà novembre. Dovrebbe essere prorogato per due anni. Il mandato può essere ampliato in modo che in futuro l’addestramento delle Forze Armate ucraine venga effettuato sul territorio ucraino.
➡️La pubblicazione osserva: “In questo caso, l’esercito dell’UE prenderà parte ufficialmente per la prima volta ad una guerra sul suolo ucraino”.
➡️Ai decisori è stata presentata una relazione del Servizio europeo per l'azione esterna, che delinea gli aspetti positivi e negativi dell'introduzione di istruttori dell'UE in Ucraina. Il documento rileva che Kiev “si aspetta fino a 150mila nuovi coscritti a seguito della mobilitazione di maggio, nonché dieci nuove brigate di fanteria”.
🔴Molto probabilmente, l'UE deciderà di inviare istruttori in Ucraina, anche se non dalla prima seduta. L’euroburocrazia è favorevole. Resta da convincere alcuni scettici. Parte del lavoro sarà svolto dagli Stati Uniti e parte dagli stessi burocrati europei. Come ultima risorsa, la soluzione comporterebbe che i Paesi membri inviino istruttori in Ucraina su base volontaria, anziché obbligatoria.
➡️Per Washington, si sta formando un'altra comoda situazione di ulteriore spostamento verso l'Unione europea dei rischi di uno scontro militare diretto con la Russia, nella quale gli stessi USA rimarranno in disparte.
➡️Ma dovremmo capire che un istruttore militare straniero può trovarsi come sul campo di addestramento, così anche nel quartier generale e nelle formazioni di battaglia. Le Forze Armate ucraine soffrono ora molto per la carenza di ufficiali, soprattutto sottufficiali. L’esercito europeo potrebbe ridurre la gravità di questo problema formando "lo scheletro" delle Forze Armate ucraine.
🔴A tutti gli effetti, l'introduzione di istruttori militari dell'UE in Ucraina equivale all'introduzione di truppe dei Paesi dell'UE e alla partecipazione ufficiale alla guerra contro la Russia.
⚡️ La domanda principale è: come reagirà Mosca a tutto ciò? Se nel modo consueto, in seguito entreranno unità del personale NATO a pieno titolo con il proprio equipaggiamento.
Fonte
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arcobalengo · 9 months ago
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Come era prevedibile, dopo essere stato scaricato più o meno da tutti tranne che dalle poderose armate del Baltico (e nemmeno tutte), Macron ha deciso di buttarla in caciara. Intervistato su France 2 e TF1 ha detto tutto e il contrario di tutto: non abbiamo intenzione di mandare le truppe ma potremmo farlo; non siamo in guerra contro la Russia ma non può e non deve vincere; la Russia è il nostro avversario, non un nostro nemico, ma è anche un "pericolo esistenziale" che ha causato tutti i mali della Francia, dall'aumento dei prezzi agli ospedali che non funzionano; se vincesse in Ucraina non si fermerebbe lì, e insomma tutto il campionario sentito negli ultimi mesi. È stato sostanzialmente un discorso patetico, indegno di quella che è pur sempre una potenza nucleare e una delle colonne del sistema difensivo della NATO. Del resto, dopo l'angolo in cui si era messo da solo, qualcosa doveva pure inventarsi.
La pateticità macroniana fa passare in secondo piano il fatto che, per il terzo giorno consecutivo, le truppe della "resistenza russa" continuano i loro tentativi di passare il confine, non lesinando né uomini né soprattutto mezzi: carri armati, veicoli blindati, e oggi addirittura elicotteri. Il copione si ripete bene o male uguale, con perdite piuttosto alte e, al momento, nessun guadagno. Alcuni commentatori ucraini sono francamente irritati dal fatto che, apparentemente, queste unità hanno a disposizione una gran quantità di materiale e non si fanno scrupoli a sprecarlo, quando tornerebbe molto più utile in altre zone del fronte. Non tengono conto però del fatto che lo scopo di queste azioni non è ovviamente militare, ma propagandistico. Da questo punto di vista l'intenzione sembra piuttosto chiara: le elezioni presidenziali si terranno da domani al 17, e l'obiettivo è stabilire il controllo su almeno un villaggio della fascia di confine per rivendicarlo come "Russia libera", far fare una figuraccia a Putin e sostenere che le elezioni sono illegittime, come stanno facendo decine di account su Twitter (non esattamente il social media più diffuso e praticato in Russia, quindi è chiaro chi è il bersaglio di queste azioni e di queste dichiarazioni). Ma che le elezioni in Russia non saranno riconosciute lo ha detto poco fa, senza perdite né di uomini né di mezzi, Peter Stano, il portavoce degli Affari esteri dell'Unione Europea, che ha dichiarato appunto che i singoli Stati si comporteranno come meglio credono ma l'Unione non le riconoscerà. Di qui a domenica aspettiamoci un crescendo di dichiarazioni surreali, operazioni militari velleitarie e tonnellate di propaganda. Poi forse si daranno tutti una calmata.
Giorgio Bianchi
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pettirosso1959 · 4 months ago
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Finiti i sussidi, ecco che tutti i nodi vengono al pettine. Niente solare sul tetto (chi è il folle che spende 30 mila euro per pannelli FV che non restituiranno nemmeno la metà della somma spesa?), fine delle auto elettriche. I sussidi sono una distorsione del mercato, ma anche un modo legale per dirottare ingenti somme di denaro verso le lobby che speculano... Rammento che GM sta perdendo, in media, 10 mila dollari per ogni veicolo elettrico prodotto, tanto da arrivare a perdite nel settore per oltre 9 miliardi di dollari, un vero e proprio salasso economico.
Luglio 2024 drammatico per le auto elettriche in Germania: 30.762 unità vendute, con un crollo del 37% rispetto a luglio 2023. Tutto in tendenza, così che la crisi si aggrava nel più importante mercato di vetture d’Europa. Il calo più pesante da dicembre 2023, quando il governo tedesco ha improvvisamente eliminato i sussidi per i veicoli elettrici, evidenza Automotive News, in base ai numeri dell’autorità federale tedesca per i trasporti a motore KBA rivelati il 5 agosto. Di contro, le immatricolazioni dei veicoli senza spina sono aumentate del 7%.
Senza ecobonus statali, neppure i tedeschi, come gli altri abitanti del Vecchio Continente, comprano le elettriche, sempre molto costose per via degli investimenti delle Case. La situazione spinge a far dire a Constantin Gall, consulente di EY, che “l’aumento della mobilità elettrica si sta rivelando finora insostenibile. Il mercato ha perso tutto lo slancio e molti clienti dubitano delle prospettive delle auto elettriche”.
Chi cerca consolazione in altre statistiche ne resta deluso: la quota di vendite di veicoli elettrici in Germania a luglio è precipitata a poco meno del 13% dal 20% dell’anno precedente. Proprio quando i costruttori si aspettavano una rapida adozione di veicoli alimentati a batteria. Un problema sovrannazionale e trasversale, un virus che colpisce addirittura la Svezia, leader dei veicoli elettrici: consegne giù del 15%. In Svizzera -19%.
Il più grande, il Gruppo Volkswagen, ha dichiarato la scorsa settimana di aver tagliato la capacità negli stabilimenti ad alto costo in Germania e potrebbe anche cambiare i tempi di avvio della produzione di batterie. Mercedes e BMW meditano sul da farsi innanzi alla Caporetto del full electric.
Adesso, i colossi teutonici (come tutte le Case) fanno i conti con lo spettro delle multe dell’Unione europea, decisa a confermare il bando termico del 2035: o viene proposta una certa quota di elettriche, o scattano sanzioni pesantissime. In alternativa, si spende tantissimo per comprare ancora i crediti ecologici di Tesla.
Il tutto, mentre VW rischia di affrontare un impatto negativo di 2 miliardi di euro sugli utili il prossimo anno, secondo l’analista UBS Patrick Hummel. Come un effetto domino, le aziende chiedono meno batterie per elettriche ai fornitori, che vanno in “debito d’ossigeno” avendo meno commesse: la francese Valeo sta cercando acquirenti per due stabilimenti che non producono a sufficienza. Uno di questi era già stato ristrutturato per produrre parti di auto elettriche. OPmobility, un altro produttore francese di componenti, ha affermato che la produzione di veicoli elettrici è circa la metà rispetto alle attese.
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pedrop61 · 2 years ago
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"Siamo avviati a una guerra, anche noi, che non abbiamo ancora impiegato personale ma mandiamo armi, diciamo chiaramente che vogliamo che uno dei due belligeranti venga sconfitto e l'altro vinca. Credo che se tra qualche mese ci chiederanno, magari con la scusa di utilizzare mezzi che abbiamo dato noi e che hanno bisogno di una particolare expertise, oppure per far fronte a una particolare situazione di crisi, di mandare anche qualche nostra unità cominceremmo ad affrontare il problema. Ci stiamo rassegnando all'entrata in una guerra che con noi non c'entra niente, per questioni di carattere territoriale fra due paesi europei estranei sia alla Nato che all'Unione europea. Poi però ci siamo voluti invischiare, abbiamo voluto puntare tutto sulla prosecuzione di questa guerra e temo che se non ci sarà qualche illuminazione nei confronti di chi dirige questa operazione spaventosa, ci troveremo con le mani legate".
(Generale Bertolini, Ex. Comandante Coi - Comando Operativo di Vertice Interforze)
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mtonino · 2 years ago
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✨✨ ANTEPRIMA EUROPEA ✨✨
🇻🇳 VIETNAM DAY 🇻🇳
Un melodramma familiare in cui elementi pulp si sovrappongono a una vivace unità di tempo, luogo e azione.
THE BRILLIANT DARKNESS! (Aaron Toronto, Vietnam, 2022, 103’)
IN CONCORSO
Martedì 4 aprile ore 21:15 @cinemafarnese
Trailer 👉🏻
youtube
#AFF20 #asiancinema #asianfilmfestival #cinemafarnese #farnesearthouse #aarontoronto
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acquaconlimone · 2 years ago
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Leggo che dal 2035 in Europa si venderanno solo auto elettriche, il motore termico benzina/diesel andrà definitivamente in pensione..
Non sto a parlare dell'impatto ecologico pro e contro di una auto elettrica e come l'Italia affronterà la questione dell'adeguamento della rete elettrica per supportare l'aumento della nuova richiesta di energia,vorrei dire solo che le macchine diventeranno molto più facili da costruire visto l'abbandono delle unità motrici tecnologicamente complicate, quindi abbiamo aperto le porte alle aziende cinesi che già detengono il controllo mondiale delle produzioni di batterie/ accumulatori e ora riusciranno a costruire automobili (cosa che non gli riusciva proprio per il motore) a prezzi vantaggiosi distruggendo l'industria europea nelle piccole e medie cilindrate (nome oramai desueto).
L'Europa, mi pare abbia preso un granchio colossale.
Buongiorno 🌞
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avvloscerbo · 6 days ago
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Nuovi Controlli alle Frontiere e il Futuro dell’Accordo di Schengen: Una Riflessione Critica
Nuovi Controlli alle Frontiere e il Futuro dell’Accordo di Schengen: Una Riflessione Critica
La notizia riportata da Il Post (https://www.ilpost.it/2024/11/20/accordo-schengen-controlli-frontiere-paesi-europei-immigrazione/) evidenzia l’introduzione di nuovi controlli alle frontiere interne tra alcuni Stati membri dell’Unione Europea, sollevando questioni significative sul futuro dell’accordo di Schengen e sull’equilibrio tra sicurezza e libera circolazione.
Il Cuore dell’Accordo di Schengen
L’accordo di Schengen rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell’integrazione europea, garantendo ai cittadini dell’UE e ai residenti una libera circolazione tra gli Stati membri aderenti. Questa libertà è non solo simbolica, ma anche funzionale al rafforzamento delle relazioni economiche, sociali e culturali tra i paesi europei.
L'introduzione di controlli alle frontiere interne, anche se giustificata dall'esigenza di gestire le crisi migratorie o prevenire minacce alla sicurezza, rischia di minare questi valori fondamentali. Le misure temporanee possono trasformarsi in un precedente per una regressione sistematica dei diritti legati alla mobilità.
Sicurezza e Immigrazione: Un Dilemma Europeo
La giustificazione dei controlli interni viene spesso associata alla gestione dei flussi migratori irregolari. Tuttavia, come dimostrano gli studi e le esperienze recenti, i controlli alle frontiere interne non risolvono il problema migratorio alla radice, ma rischiano di spostarlo, aggravando le tensioni tra Stati membri. La mancanza di solidarietà tra i paesi europei nell'accogliere e integrare i migranti è uno dei nodi centrali che dovrebbe essere affrontato.
Implicazioni Giuridiche e Politiche
Dal punto di vista giuridico, l’istituzione di controlli interni rappresenta una deroga significativa al principio di libera circolazione sancito dai trattati europei. Ogni deroga dovrebbe essere limitata nel tempo e proporzionata alle esigenze effettive. Tuttavia, l’assenza di un quadro normativo chiaro e la mancanza di trasparenza nelle decisioni possono creare incertezze per cittadini e migranti.
Sul piano politico, questa tendenza riflette una crescente difficoltà dell’Unione Europea nel gestire le sfide comuni attraverso un approccio condiviso. Mentre alcuni Stati chiedono più controlli, altri sottolineano la necessità di rafforzare le frontiere esterne e le politiche comuni di asilo.
Una Strada da Ricostruire
Per preservare i valori fondanti dell’UE, è necessario:
Rafforzare le politiche comuni di asilo e immigrazione, garantendo un’equa distribuzione delle responsabilità tra gli Stati membri.
Promuovere una maggiore solidarietà tra i paesi europei per evitare tensioni interne.
Mantenere le restrizioni alle frontiere interne solo come misura straordinaria, garantendo che non diventino permanenti.
L’Europa deve affrontare queste sfide con coraggio e visione, evitando il rischio di compromettere un progetto che ha rappresentato un simbolo di unità e progresso per decenni.
Avv. Fabio Loscerbo
Link ai miei profili per ulteriori approfondimenti:
Quora: https://www.quora.com/profile/Avvocato-Fabio-Loscerbo
Medium: https://medium.com/@avv.loscerbo
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Osservatorio Giuridico Immigrazione (Blogspot): https://osservatoriogiuridicoimmigrazione.blogspot.com/
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Loscerbo Blog (Blogspot): https://loscerbo.blogspot.com/
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Podcast Spreaker: https://www.spreaker.com/podcast/diritto-dell-immigrazione--5979690
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novacash · 1 month ago
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Kit Cassetta Pronto Soccorso All.2 per Aziende Sotto 3 Lavoratori Gruppo C + Car
[ALLEGATO 2] Cassetta Pronto Soccorso per aziende con meno di 3 Lavoratori che NON Rientrano nel Gruppo A e per lavoratori che Operano al di Fuori della Sede Aziendale "DM 388 del 15/07/2003
[CONTENUTO] All'interno Troverai: 2 paia Guanto Sterile Monouso, 1 di Iodiopovidone da 125 ml, 1 di Soluzione Fisiologica, 3 di Compressa di Garza sterile 10x10, 1 di Compressa di Garza sterile 18x40,1 Pinzetta, 1 conf. Cotone Idrofilio, 1 rotolo cerotto 2,5 cm, 1 Rotolo di benda Orlata, 1 paio di forbici, 1 laccio emostatico, 1 ghiaccio, 1 Sacchetto Racoclta rifiuti, istruzioni.
[CARTELLO] Cartello in PVC 30x20 con scritto " Cassetta Pronto Soccorso", con Bioadesivo e Fori (Cosi Puoi Scegliere Come attaccarlo)
[ISTRUZIONI] Istruzioni allegate con Raffigurazioni sul Primo Soccorso
[DIMENSIONI CASSETTA] Dim. 25x19x9 cm Peso 1,3 kg, Valigetta realizzata in Plastica di Colore Arancio con supporto per Attacco a Parete, Maniglia per Trasporto e Chiusura Con 2 clip Rotanti
Descrizione prodotto
Cassetta Pronto Soccorso All.2 meno di 3 dipendenti + Cartello 30x20 in PVC + guida al Primo Soccorso
Questa Cassetta (conforme al DM388/DL81) per aziende o unità produttive con meno di 3 lavoratori che non rientrano nel gruppo A, e per lavoratori che operano nei luoghi diversi dalla sede aziendale.
Contenuto della Cassetta
2 paia di guanti sterili 1 Flacone disinfettante 125 ml IODOPOVIDONE al 10% iodio 1 soluzione fisiologica sterile 250 ml 1 Busta garza compressa sterile 18x40 cm 3 Buste garza compressa sterile 10x10 cm 1 Pinza sterile 1 Confezione di cotone idrofilo
1 PLASTOSAN 10 cerotti assortiti 1 Rocchetto cerotto adesivo m 5x2,5 cm 1 Benda di garza da m 3,5x10 cm 1 Paio di forbici 10 cm 1 Laccio emostatico 1 ICE PACK ghiaccio istantaneo monouso 1 Sacchetto per rifiuti sanitari 250x350 mm
Cassetta
Dimensioni 250x190x90 mm - peso completo 1.3 kg
peso vuoto 0,4 kg
Valigetta realizzata in plastica, colore arancio, supporto per attacco a parete, maniglia per trasporto e chiusura con 2 clips rotanti di colore bianco
Fornita insieme a 4 viti e 4 tasselli
Guida in Carta Adesiva
carta adesiva
22x15
da attaccare all'interno della cassetta
Cartello Cassetta Pronto Soccorso
in PVC spessore 0,5
Preforato
Fornito con striscie di Bioadesivo
GUIDA ALLE SCADENZE
i prodotti all’interno delle cassette hanno diverse date di scadenza
Lo Iodopovidone (PMC) per legge ha scadenza 24 mesi dalla data di produzione
Significa che con prodotti ad alta rotazione come il nostro riceverete la scadenza dai 20 ai 24 mesi)
La soluzione Salina (DM) per legge ha scadenza 36 mesi dalla data di produzione
Significa che con prodotti ad alta rotazione come il nostro riceverete la scadenza dai 30 ai 36 mesi)
Il resto dei prodotti per legge possono avere scadenza 60 mesi dalla data di produzione
Significa che con prodotti ad alta rotazione come il nostro riceverete la scadenza dai 50 ai 60 mesi)
Come disposizione Europea Legata alla nuova Normativa MDR la data segnata sulla scatola è
QUELLA + BREVE, quindi quella dello IODOPOVIDONE
Molte di queste date si leggono Anno /Mese/Giorno nell’esempio sopra riportato la data di scadenza è 31.03.2025 Vi preghiamo di verificare e di contattarci se qulacosa non vi torna !
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evatremila · 2 months ago
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Con 6.818.604 presenze turistiche (pernottamenti) registrate nel 2023 (addirittura +8,8% rispetto al 2022) Cavallino-Treporti, già capitale europea per le Vacanze Open Air, a maggio 2024 si è laureata..... Continua a leggere https://www.eva3000.com/cavallino-treporti-scopri-il-nuovo-rifugio-del-jet-set/?feed_id=132
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curiositasmundi · 5 months ago
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Tira una brutta aria dalle Alpi al Canale di Sicilia. Si moltiplicano le aggressioni fasciste, alle tombe e ai monumenti commemorativi ma anche alle persone che riportano lesioni più o meno gravi, come nelle strade di Roma o, fatto gravissimo e inedito, perfino nelle sorde e grigie aule parlamentari. È evidente a mio avviso il legame tra queste intimidazioni e il fatto che i picchiatorelli in doppiopetto o in maglietta siano fortemente ringalluzziti dall’apparente successo di Giorgia & C. alle recenti elezioni europee Questa esibizione di fascismo muscolare e tendenzialmente terroristico non è tuttavia fine a se stessa. Essa infatti va inquadrata in un più ampio progetto politico ed istituzionale.
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Fratelli d’Italia vuole il premeriato per rinverdire i tragici fasti dell’uomo (o donna) solo al comando, la Lega vuole la cosiddetta autonomia differenziata per sfasciare il principio della solidarietà nazionale e soddisfare le bramosie delle Regioni più ricche, Forza Italia vuole carriere separate per magistrati inquirenti e giudicanti, come primo passo per trasformare i giudici in scodinzolanti e obbedienti cagnolini del Potere, politico of economico. Il tutto nel contesto di un’ideologia di fondo favorevole a guerre e genocidi, in ossequio a sudditanze atlantiche e profitti militari-industriali, e contraria al ruolo dello Stato come regolatore dell’economia e garante del principio costituzionalmente garantito dell’ eguaglianza sostanziale, inseguendo la demenziale dottrina oggi esemplarmente applicata da Milei in Argentina.
La potenza e fattibilità di questo disegno non deve essere sottovalutata, ma purtroppo l’opposizione che dovrebbe dovrebbe batterlo appare del tutto fragile, improvvisata e impreparata. Non basta qualche richiamo emozionale all’antifascismo e alla Costituzione che fa fremere i sopravvissuti iscritti di questo o quel partito. È certamente positivo che si parli di unità, ma occorre anche puntualizzare i motivi per i quali lo schieramento avverso alle destre si presentò disunito alle scorse elezioni politiche e fu pertanto facilmente infilzato dalle destre. Dobbiamo quindi parlare della perniciosa fascinazione per l’agenda Draghi da cui furono colpiti all’epoca due “leader” diversamente intelligenti come Beppe Grillo ed Enrico Letta.
Dobbiamo parlare del fatto che l’autonomia differenziata ha avuto ed ha tuttora uno dei suoi massimi propugnatori nel numero due del Pd nonché presidente della Regione Emilia-Romagna Bonaccini. Dobbiamo parlare dell’esasperato atlantismo e del sionismo più o meno strisciante di buona parte dello stesso Pd, che continuano a tradursi nell’appoggio a guerre e genocidi. Dobbiamo parlare del razzismo istituzionale imperante che non è solo responsabilità della destra propriamente detta (Minniti docet) e che vede ogni giorno il compimento di nuovi crimini ai danni dei migranti, in mare o sul lavoro, nonostante sia su di essi che grava in misura crescente il peso della fatiscente economia italiana, più che mai basata sullo sfruttamento bestiale della forza-lavoro e l’appropriazione privata delle risorse e dei beni pubblici.Senza affrontare e risolvere questi nodi fondamentali non sarà possibile dare vita a un’alternativa strategica alle destre, destinate a prosperare come vermi o acari malefici nel disfacimento purulento della cosiddetta civiltà occidentale e di quella europea in particolare.
Non basta quindi sventolare il vessillo tricolore o quello dell’antifascismo se non si danno risposte precise e soddisfacenti ai concreti bisogni della cittadinanza su tutti i terreni concreti che la riguardano, dalla pace, all’ uguaglianza, al rispetto dei diritti fondamentali a partire da quelli del lavoro, su cui deve poggiare la Repubblica a norma dell’art. 1 della Costituzione. Quella materiale purtroppo vigente si basa invece sul profitto, la speculazione, il razzismo e la guerra e ciò costituisce al tempo stesso il fondamento del potere delle destre. È quindi necessario tornare alla Costituzione repubblicana per salvaguardarla e promuoverne l’attuazione richiamando a combattere nell’agone politico coloro che sempre più numerosi se ne allontanano scoraggiati per ingrossare le file dei depressi, degli alienati e degli astenuti.
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m2024a · 4 months ago
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Libia, sale la tensione: Usa e Ue temono un'escalation e scontri violenti Il Medio Oriente non sembra conoscere tregua in queste ore. Stati Uniti e Unione Europea temono i movimenti militari nel sudovest della Libia, invitando alla moderazione. "Le ambasciate di Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti condividono le preoccupazioni della comunità internazionale riguardo ai movimenti militari in corso nella regione sud-occidentale - si legge in una dichiarazione congiunta - Alla luce dell'attuale stallo del processo politico. Tali movimenti potrebbero portare a un'escalation e a scontri violenti. Date le reali preoccupazioni relative alla sicurezza dei confini lungo il confine meridionale della Libia, incoraggiamo le forze di sicurezza a est e a ovest a cogliere questa opportunità per approfondire la consultazione e la cooperazione al fine di attuare misure efficaci per proteggere il confine e proteggere la sovranità della Libia". Anche la delegazione dell'Unione a Tripoli, nel dirsi "profondamente preoccupata" per la recente mobilitazione militare, sottolinea che "l'uso della forza danneggerebbe la stabilità in Libia e dovrebbe essere evitato ad ogni costo. Invitiamo tutte le parti a impegnarsi nel dialogo per prevenire ulteriori divisioni, preservare la stabilità e l'accordo di cessate il fuoco del 2020 e perseguire l'interesse del popolo libico come obiettivo finale". per questa ragione esorta tutti gli attori libici e i gruppi armati a dar prova di moderazione e a smorzare sul nascere questa ulteriore escalation. Nelle ultime ore le forze fedeli al Governo di unità nazionale hanno alzato il livello di allerta in previsione di un possibile attacco da parte delle forze dell'Esercito nazionale libico, fedele a Khalifa Haftar, sulla città di Ghadames per controllare il valico di frontiera che collega Libia e Algeria, a sud-ovest del Paese. Ne dà notizia il media saudita Al Arabiya. La Joint Operations Force e lo Stato Maggiore dell'Esercito Libico della Regione Occidentale hanno ultimato i preparativi per respingere ogni possibile attacco. La mossa è arrivata dopo il monitoraggio dei movimenti delle forze dell'Esercito Nazionale Libico verso la città di Shwerf, nel sud-ovest, nell'area controllata dalle forze di Abdul Hamid Dabaiba. Due giorni fa, le forze del Comando Generale dell'Esercito Nazionale Libico avevano annunciato in una dichiarazione il trasferimento di unità militari ad esse affiliate in varie città e regioni del sud-ovest, sotto le direttive di Haftar, e sotto il diretto controllo del figlio, Saddam. Il media saudita ha avvertito che questa tensione e l'improvvisa escalation potrebbero portare a un ritorno al conflitto armato in Libia, minacciando l'accordo di cessate-il-fuoco. Secondo fonti militari, la maggior parte del contingente è composto da mercenari russi del Gruppo Wagner, il cui obiettivo è la garanzia di movimento in queste zone per sostenere i combattenti nel nord del Mali, dove negli ultimi giorni ci sono stati scontri sanguinosi con i ribelli tuareg. Ieri il governo di Tripoli ha innalzato il livello di allerta dell'Esercito nel mezzo dei timori per la mobilitazione delle forze di Haftar. Secondo fonti del Libya Observer, la forza di operazioni congiunte ha richiamato tutte le unità per presentarsi "immediatamente" nei rispettivi quartier generali per respingere "qualsiasi possibile attacco". Lo Stato Maggiore delle autorità dell'est della Libia ha riferito di truppe dirette verso il confine sudoccidentale per una missione di sicurezza nel deserto e per la sorveglianza delle frontiere. Una operazione che "non ha nessuno come obiettivo", secondo la tv libica Al Wasat. Intanto, sono già nove le persone uccise negli scontri tra due gruppi armati nella periferia orientale di Tripoli, secondo i servizi di emergenza. "Il bilancio delle vittime degli scontri è di nove morti", ha dichiarato in un comunicato il servizio di ambulanza e soccorso della capitale, accompagnato da foto dei suoi membri che recuperano corpi in diversi luoghi del sobborgo di Tajoura. Il comunicato stampa non specifica se tra le vittime vi siano civili. Secondo i testimoni, gli scontri sono scoppiati a metà giornata e sono continuati per ore tra due gruppi armati "dopo scaramucce e una discussione sfociata in uno scontro a fuoco e nell'uso di armi di medio calibro". Secondo un testimone, gli scontri sono ora cessati ed entrambe le parti si sono ritirate dalla scena. I due gruppi armati sono affiliati al governo di unità nazionale che non ha ancora commentato i combattimenti.
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arcobalengo · 1 year ago
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VITTORIA SULLA RUSSIA O MUERTE
Mario Draghi dal Mit di Boston
Europa e Stati Uniti devono «garantire la sconfitta della Russia», «non ci sono alternative», perché una vittoria della Russia «demolirebbe l'Unione europea».
«La brutale invasione russa dell'Ucraina non era un atto di follia imprevedibile» ma «un passo premeditato» di Putin e «un colpo intenzionale per l'Ue. I valori esistenziali dell'Unione europea sono la pace, la libertà e il rispetto della sovranità democratica».
«Accettare una vittoria russa o un pareggio confuso indebolirebbe fatalmente altri Stati confinanti e manderebbe un messaggio agli autocrati che l'Ue è pronta a scendere a compromessi su ciò che rappresenta, su ciò che è. Segnalerebbe inoltre ai nostri partner orientali che il nostro impegno per la loro libertà e indipendenza - un pilastro della nostra politica estera - non è poi così incrollabile».
《La guerra in Ucraina, come mai prima d'ora, ha dimostrato l'unità dell'Ue nella difesa dei suoi valori fondanti, andando oltre le priorità nazionali dei singoli Paesi. Questa unità sarà cruciale negli anni a venire», Secondo Draghi bisogna «ridisegnare l'Ue, accogliendo paesi come l'Ucraina, i paesi balcanici e dell'est Europa».
«Vincere questa guerra per l'Europa significa avere una pace stabile, e oggi questa prospettiva appare difficile. L'invasione della Russia fa parte di una strategia delirante a lungo termine del presidente Putin: recuperare l'influenza passata dell'Unione Sovietica e l'esistenza del suo governo è ora intimamente legata al suo successo. Ci vorrebbe un cambiamento politico interno a Mosca perché la Russia abbandoni i suoi obiettivi, ma non vi è alcun segno che un tale cambiamento si verificherà», ha aggiunto Draghi.
(Fonte: il Messaggero)
Il "vile affarista"...
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