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RICCHE TOMBE TOLEMAICHE RINVENUTE A DAMIETTA, EGITTO
RICCHE TOMBE TOLEMAICHE RINVENUTE A DAMIETTA, EGITTO Gli archeologi del Supreme Council of Antiquities egiziano hanno rinvenuto, presso la città di Damietta sulla costa settentrionale del Mediterraneo, le antiche sepolture di oltre 60 individui e ricchi manufatti a corredo, tra cui monete di bronzo e statuette in lamina d'oro. Alcune delle tombe risalgono alla...
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Quando guardo una città rasa al suolo dai bombardamenti, come in questi giorni G4za, non posso fare a meno di ricordare quanto segue, che scrivo più o meno ogni 4 novembre.
La data di oggi, infatti, continua ad essere una delle occasioni di retorica nazionale italiana che sinceramente mi lascia sempre un po' a bocca aperta. I vertici istituzionali si recano alla tomba del milite ignoto per ringraziare coloro che “hanno dato in sacrificio la vita per DIFENDERE la patria”. Si enuncia che la pace dipende dalle forze armate, cui va la gratitudine dei vertici dello stato. Corona de fiori, inno nazionale, frecce tricolori foto di rito e via, tutti a pranzo.
Peccato che quel milite sia morto in una guerra, la c.d. Prima Guerra Mondiale, in cui non c’era niente da difendere: è l’Italia ad aver aggredito l’Austria con cui, assieme alla Germania, era formalmente (seppur segretamente, come si usava allora) alleata.
[Per chi ha tempo, faccio un breve sunto dell’entrata in guerra italiana e dell'esito che ebbe questa mossa nel primo commento*]
Oggi potremmo ricordare che il portato del nazionalismo e della guerra è stato un mare di morte, distruzioni e strascichi di violenza. Che nella guerra mondiale tutti gli eserciti persero, e che quindi non ha senso ricordare solo “i nostri” e sventolare bandiere nazionali. Specie quando si è stati protagonisti-aggressori nel massacro. Specie sapendo che solo una parte dei caduti venne identificata e recuperata in quella strage di milioni di ragazzi e, come diceva George Mosse, l’anonimato delle salme permise di sottrarre quei morti al culto delle famiglie e di affidarle al nuovo culto crescente della nazione.
In Italia, dopo tutto questo tempo, come lo ricordiamo questo avvenimento? Appunto, con l’omaggio al milite ignoto, festeggiando le forze armate come strumento di pace (Orwell, sei tu?), e con le frecce tricolori (uau). Senza dubbio esse sono esteticamente attraenti, ma secondo me rischiano di contribuire a un’ulteriore, drammatica, rimozione: una delle conseguenze di quella stagione, infatti, fu l’invenzione italiana della guerra aerea come GUERRA TOTALE.
Grazie al generale Giulio Douhet questa nuova possibilità fu teorizzata nero su bianco, e attraverso le forze armate italiane fu messa in pratica, in primis nelle colonie (l’esercito italiano gasò interi villaggi d’oltremare). In realtà già nel 1911, quindi addirittura prima della Grande Guerra, combattendo l’Impero ottomano in Nord Africa, il sottotenente Giulio Gaviotti lanciò delle granate dal suo aereo, compiendo il primo bombardamento aereo della storia dell’umanità. Atto esaltato anche da D’Annunzio nella Canzone della Diana:
"[...] e tu Gavotti, dal tuo lieve spalto
chinato nel pericolo dei venti
sul nemico che ignora il nuovo assalto!"
Con la Prima Guerra Mondiale e gli scritti di Douhet, dall’Italia si arrivò a suggerire al resto del mondo la guerra aerea come nuova frontiera del combattimento totale: “Se per vincere è necessario distruggere, uccidere, devastare, spandere la rovina e il terrore, tutto si faccia […] è utile al fine supremo”. Scriveva Douhet. E ancora: [Se nella guerra tradizionale] vi era perfino una distinzione legale tra belligeranti e non belligeranti […]. [Con la guerra aerea] poco interesserà, data la sicurezza della distruzione, che qualche bomba vada fuori dal bersaglio. […] La distruzione completa dell’obbiettivo prescelto, oltre all’effetto materiale, produce un effetto morale”. E per concludere: “Per giungere a distruggere, completamente e rapidamente, una razza di uccelli, non è sufficiente abbattere tutti quelli che [si] incontrano in volo. […] rimangono sempre i nidi e le uova”.
Capito come? Una volta individuato e de-umanizzato il nemico (in questo caso con l’artificio retorico dell’animalizzazione: non sono esseri umani, ma uccelli… altre volte cani ecc…), grazie agli aerei non ci dovevamo limitare ad ammazzare i soldati, ma potevamo finalmente ammazzare tutti, anche donne e bambini che stanno dentro le case, per essere sicuri di annientarli definitivamente e non ritrovarceli più come problema in futuro.
Forse oltre che guardare aerei da guerra che colorano l’orizzonte, il 4 novembre potremmo ricordare che noi italiani abbiamo inventato la GUERRA TOTALE DAL CIELO, che tanta parte ebbe nel Secondo conflitto mondiale; il quale, di nuovo, ci vide aggressori e di sangue ne fece scorrere ancor di più (proprio a causa delle nuove tecnologie). Conflitto che si concluse a Hiroshima e Nagasaki, con la svolta epocale dalla quale non c’è stata più possibilità di ritorno. Ancora ai nostri giorni, infatti, il fragile equilibrio che impedisce il tutti contro tutti è basato sul terrore della deterrenza nucleare. Ancora ai nostri giorni, inoltre, la pratica di bombardare cittadine e cittadini inermi è pratica diffusa, è terrore istituzionalizzato.
Personaggi come Giulio Douhet potrebbero forse essere riconsiderati alla luce della consapevolezza odierna e dei valori che (almeno a parole) diciamo di difendere, invece che essere ricordati - come facciamo a Roma - con un ampio piazzale nel quartiere dell’EUR.
Le conseguenze di quel tipo di mentalità sono sotto i nostri occhi: le nostre società sono ancora fondate sul dominio, sulla legge del più forte, sulla sottomissione e (se serve) sull’uccisione di chiunque abbia qualcosa che crediamo spetti a “noi” invece che a “loro”. Siamo di nuovo circondati da guerre locali ma violentissime, che da un momento all’altro rischiano di “allargarsi” a una sfera regionale e poi mondiale.
Nel frattempo abbiamo un enorme problema legato a come prendiamo le decisioni in merito: tra le popolazioni civili, infatti, la maggior parte delle persone è favorevole a ricercare innanzitutto il “cessate il fuoco”, come primo passo per capire come risolvere i problemi; i vertici istituzionali e militari dei paesi in cui queste maggioranze vivono (compresa l’Italia), invece, promuovono e praticano la guerra stessa come soluzione. Dolorosa e costosa, certo, ma necessaria (e inevitabile).
Vorrei ricordare solo che la guerra è quel meccanismo che propone l’eliminazione fisica dell’altro come risoluzione dei problemi di convivenza. Non è così difficile comprendere come mai, nonostante tutti i buoni propositi, i problemi non si risolvano praticamente mai. Anzi, ogni giorno la situazione sembra peggiorare.
Inoltre, ci sarà sempre qualcuno per cui “l’altro siamo noi” e che potrebbe volerci fare fuori. Si spiega in questo modo perché chi ammazza e usa la forza distruttiva lo fa praticamente sempre dicendo che sta semplicemente DIFENDENDOSI. Che sta difendendo la sua parte.
O come esseri umani, tutti, si scende da questa giostra, oppure, temo, di futuro ce ne sarà sempre meno.
Forse in un posto come l’Italia, che è fuori dall’epicentro dei principali conflitti, potremmo provare a inventare qualcosa di nuovo. Perché ok le manifestazioni di solidarietà, ok i cortei con le bandiere e le amplificazioni per gridare slogan quasi sempre tagliati con l'accetta. Manifestazioni che non voglio criticare. Per me vanno bene anche loro, colgo in molte persone il desiderio di fare qualcosa. Al contempo, temo che finché siamo in queste modalità, quando ci attiviamo senza aver prima trovato un momento per contattare il nostro dolore collettivo, siamo ancora sulla solita giostra.
Forse organizzare un momento pubblico diverso, non so, un appuntamento funebre, possibilmente SILENZIOSO in cui non ci sia nessun* che parla da sopra un palco ma stiamo tutt* allo stesso piano, senza camion, senza amplificazioni; un giorno in cui gli uffici pubblici e gli enti locali si mettono a lutto, le scuole si fermano in silenzio anche loro per qualche minuto. Tutto questo per ricordare e piangere TUTTE LE PERSONE morte nelle ultime settimane, sia quelle morte in Isr4ele per mano di Ham4s e soci, sia quelle morte sotto le bombe israel1ane nei giorni successivi. Chiedere a tutti i protagonisti di questa escalation, che hanno la possibilità di innescare e disinnescare le armi, quasi tutti maschi e quasi tutti al sicuro “nei loro fortini del potere”, di fermare il fuoco.
Quasi sicuramente non servirà ad ottenere nulla di concreto, perché credo che a questi uomini interessi ben poco di persone che li pregano di far tacere le armi, ma almeno avremo smesso di fare analisi e interpretazioni su chi è vittima e carnefice, su chi ha ragione e chi ha torto e per un giorno, almeno, avremo smesso di sventolare (mentalmente o fisicamente) qualunque bandiera nazionale, perché a mio avviso sono quelle bandiere una delle principali cause profonde di questo enorme cimitero in espansione.
E se non riusciamo a farlo in grande, con le istituzioni nazionali, facciamolo laddove abbiamo qualche amministrazione "amica", oppure facciamolo semplicemente tra cerchie ristrette di persone affini. Facciamo silenzio insieme e piangiamo queste morti. Abbiamo già evitato di farlo con i morti ucraini e russi. Prima avevamo evitato di farlo per i morti di covid.
Prendiamoci questo tempo di lutto, che a mio avviso ci aiuta a riconnetterci con la nostra comune umanità.
Quella che non si può rinchiudere in nessuna bandiera.
Urbano Grandier, Facebook
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12 Etudes, Op.10: No.2 in A minor – Frédéric Chopin, Andrei Yeh
12 Etudes, Op.10: No.4 in C sharp minor – Frédéric Chopin, Andrei Yeh
1977 – Ana Tijoux
24 mila baci – Adriano Celentano
33 “GOD” – Bon Iver
3 Nouvelles Etudes, B.130: 2. Allegretto in A flat major – Frédéric Chopin, Andrei Yeh
3WW – Alt-J
3WW – OTG Version, Alt-J
44 gatti
505 – Arctic Monkeys
50 Special – Lùnapop
715 - CR∑∑KS – Bon Iver
A Cruel Angel’s Thesis – Neon Genesis Evangelion
A Fifth of Beethoven – Walter Murphy
A mano a mano – Rino Gaetano
A me me piace ‘a nutella – Il piccolo Lucio
A new error – Moderat
A NINGÚN HOMBRE (Cap.11: Poder) – ROSALÍA
Acida – Prozac+
Acqua (Malpensandoti) – Tedua
Addams Family Theme
Addio a Napoli / Ma come fanno i marinai – Dalla, De Gregori
Address Unknown – The Ink Spots
After Hours – The Velvet Underground
Aggiungi un posto a tavola – Johnny Dorelli
Ai ai ai – Los locos
Ain’t Got No – Nina Simone
Al ballo mascherato – Fabrizio De André
Alexander Platz – Franco Battiato
Alla consolle – Mimmo Amerelli
All Alone – Gorillaz
All Day and All of the Night – The Kinks
All In – Nitro
All I want is you – Barry Louis Polisar
All of me – John Legend
All tomorrow’s parties – The Velvet Underground
Alter Ego – Tame Impala
American Boy – Estelle, Kanye West
American Pie – Don McLean
American Woman – Lenny Kravitz
Amigas Cheetahs – The Ceetah Girls
Amor, amor de mia amores – Natalie Lagourcade
Amore che vieni, amore che vai – Fabrizio De André
Amore disperato – Nada
Anche per te – Lucio Battisti
Andavo a cento all’ora – Gianni Morandi
Anemos - Introduzione – Murubutu
Another brick in the wall – Pink Floyd
Antidoping – Gemitaiz, MadMan, Ensi
APPARTENGO - Il sangue – Marracash, Massimo Pericolo
Applausi per Fibra – Fabri Fibra
Arabella – Arctic Monkeys
Are you gonna be my girl – Jet
Argenti Vive – Caparezza
Arrivederci Tristezza – Brunori Sas
Ask - The Smiths
Autoipnotica – Caparezza
Avrai ragione tu (ritratto) – Caparezza
Azzurro – Adriano Celentano
Ba-ba-baciami piccina – Quartetto Cedra
Babalù – Mannarino
Baby – Justin Bieber
Baby Boy – Beyoncé
…Baby One More Time – Britney Spears
Baby’s on Fire – Die Antwoord
Baciala – La Sirenetta
Baciami ancora – Jovanotti
Back In Black – AC/DC
Back On The Scene – Slaughterhouse
Badabum Cha Cha – Jim Croce
bad guy – Billie Eilish
Bad Mouth – Fugazi
BAGDAD - Cap.7: Liturgia – ROSALÍA
Balla – Umberto Rosario Balsamo
Ballata degli impiccati – Fabrizio De André
Bam bam – Sister Nancy
BamBam – Matador
Banana Brain – Die Antwoord
Bandiera Bianca – Franco Battiato
Bandiera Gialla – Gianni Pettenati
Bandiera Rossa – ✊
Bang bang (My baby shot me down) – Nancy Sinatra
Barbera e Champagne – Giorgio Gaber
Beachwood Park – The Zombies
Bella ciao – ✊
Bella vera – 883
Be my baby – The Ronettes
Ben 10 – Sigla
Benzi box – DANGERDOOM
Berghem béla sità
The best of both worlds – Hannah Montana
Bibbidi bobbidi bu
Bigger Than Prince – Green Velvet
The Black Angel’s Death song – The Velvet Underground, Nico
Blackbird – The Beatles
Blank Space – Taylor Swift
Blowin’ in the wind – Bob Dylan
Blue Monday – New Order
Blue Suede Shoes – Elvis Presley
Blush Beat – Club Domani
Bocca di rosa – Fabrizio De André
BODY PARTS - I denti – Marracash
Boom boom boom boom – Vegaboys
Boom Boom Pow – Black Eyed Peas
Branca Day – Derozer
BRAVI A CADERE - I polmoni – Marracash
Brazil – Django Reinhardt
Breakthru – Queen
Briciole – Calcutta
Brother Sparrow – Agnes Obel
Bull in the heather – Sonic Youth
Buonanotte Fiorellino – Francesco De Gregori
Buona sera (Signorina) – Fred Buscaglione
By Night – Sophie Hutchings
B.Y.O.B. – System Of A Down
By starlight – The Smashing Pumpkins
By This River – Brian Eno
Cacao Meraviglio – Renzo Arbore, Paola Cortellesi, Nino Frassica
California King Bed – Rihanna
Camcamini spazzacamin
Canapa – Punkreas
Cannabis – Ska-P
Cannibal Bling Bling – 10LEC6
Can���t Hold Us – Macklemore
Can’t Stop – Red Hot Chili Peppers
Canzone – Lucio Dalla
Canzone all’entrata – Caparezza
Canzone all’uscita – Caparezza
Canzone a metà – Caparezza
Canzone Del Maggio – Fabrizio De André
Canzone intelligente – Cochi E Renato
Canzone per te – Sergio Endrigo
Carabinieri – Sigla
Caramba beviamo del whisky
Carlo Martello Ritorna Dalla Battaglia Di Poitiers –��Fabrizio De André
Caso umano – Ministri
Cattolica – Pop X
Centro di gravità permanente – Franco Battiato
C’est la vie (you never can tell) – Pulp no pulp
Che coss’è l’amor – Vinicio Capossela
Che Fico! – Pippo Franco
Che Idea! – Flaminio Maphia
Chi C’è – Fabri Fibra
China Town – Caparezza
Chi Se Ne Frega Della Musica – Caparezza
Chissà Dove Sei – Francesco De Gregori
Chop Suey! – System of a Down
Chum – Earl Sweatshirt
Chunky – Flatbush Zombies
Ci Penso Dopo – Fabri Fibra
Cirano – Francesco Guccini
Clandestino – Manu Chao
Clint Eastwood – Gorillaz
Coda di Lupo – Fabrizio De André
Come porti i capelli bella bionda – I Girasoli
Comfortably Numb – Pink Floyd
Complicated – Avril Lavigne
Comprami – Viola Valentino
Compro Horror – Caparezza
Comunque Dada – Caparezza
Concerning Hobbits – The Lord of the Rings
Conga!
Cooler Couleur – Crookers
Cose che non capisco – Caparezza
Country Roads
Crabs in a Bucket – Vince Staples
Crazy in Love – Beyoncé
Crooked Cops – Rejjie Snow
CRUDELIA - I nervi – Marracash
Cuccurucucù – Franco Battiato
Cuore Matto – Little Tony
Cuore Nero – Blind
DA BUTTARE - Il ca**o – Marracash
Da Feeling – Nightmares On Wax
Dafne sa contare – Murubutu
Dance Monkey – Tones and I
Dancing Queen – ABBA
Dancing With Myself – Billy Idol
Dangerous – Kid Enigma
DE AQUÍ NO SALES (Cap.4: Disputa) – ROSALÍA
Death on Two Legs (Dedicated to...) – Queen
Death USB – Salmo
Dedicato a te – Le Vibrazioni
Del Verde – Calcutta
Desire Be Desire Go – Tame Impala
Detto, Fatto. – Gemitaiz & MadMan
DIANA – M¥SS KETA
Dieci ragazze – Lucio Battisti
Diet Mountain Dew – Lana Del Rey
Die Walkure - Ride of the Valkyries – Royal Philharmonic Orchestra
DI MI NOMBRE (Cap.8: Éxtasis) – ROSALÍA
Disorder – Joy Division
Dispari – Marta Sui Tubi
Disperato Erotico Stomp – Lucio Dalla
Dog in the Mirror – Guerilla Toss
Do I Wanna Know? - Arctic Monkeys
Domani – Ernia
Domani – Articolo 31
Domani smetto – Articolo 31
Don Chisciotte – Francesco Guccini
Don Raffaè – Fabrizio De André
Don’t Cha – The Pussycat Dolls
Don't Give Up – Mystery Jets
Don’t Let Me Be Misunderstood – The Animals
Don’t Pass Me By – The Beatles
Don’t Sit Down ’Cause I’ve Moved Your Chair – Arctic Monkeys
Don’t Stop Me – BowLand
DON’T WANNA SPIN – GFOTY
Do the astral plane – Flying Lotus
Dove sta zazà – Gabriella Ferri
Dove vola l’avvoltoio – Pietro Buttarelli
Downer – Nirvana
Dream – Hiroshi Noshimura
Dream a Little Dream of Me – Ella Fitzgerald & Louis Armstrong
Drogata schifosa – Pop X
Due su due – Articolo 31
Ed ero contentissimo – Tiziano Ferro
E la luna bussò – Loredana Bertè
E la vita, la vita – Cochi e Renato
Eleanor Rigby – The Beatles
El pueblo unido – ✊
El Tango De Roxanne – José Feliciano
Endors Toi – Tame Impala
Eroe (Storia di Luigi Delle Bicocche) – Caparezza
Estate – Negramaro
È tardi – Caparezza
E ti vengo a cercare – Franco Battiato
Everybody Needs Somebody to Love – The Blues Brothers
Everytime We Touch – Cascada
Facciamo un pupazzo insieme? – Frozen
Fai da tela – Caparezza
Fall In Love – Yuno
Family Affair – Mary J. Blige
Fango – Jovanotti
Farò di te un uomo – Mulan
Fatty Boom Boom – Die Antwoord
Feel Good Inc. – Gorillaz
Feeling Good – Nina Simone
Femme Fatale – The Velvet Underground
Fenomeno – Fabri Fibra
Figli d’arte – Caparezza
Figli Di Pitagora – Eiffel 65
Figli di puttana – Pop X
Fireside – Arctic Monkeys
Five to one – The Doors
Fleas to beas – 10LEC6
Forever Jung – Caparezza
Franziska – Fabrizio De André
Freak Like Me – DJ Deeon
Frosinone – Calcutta
Funkytown – Lipps Inc.
Funnel of Love – Wanda Jackson
Fuori dal tunnel – Caparezza
Gaetano – Calcutta
Game of Thrones – Sigla
Gasolina – Daddy Yankee
Gente che spera – Articolo 31
Ghetto Kraviz – Nina Kraviz
Gianna – Rino Gaetano
Gigugin – Articolo 31
Giotto Beat – Caparezza
GIOVANNA HARDCORE – MYSS KETA
Girlfriend – Avril Lavigne
Girls Just Want to Have Fun – Cyndi Lauper
Giudizi universali – Samuele Bersani
Gli insetti del podere – Caparezza
Gli uccelli – Franco Battiato
G.O.A.T. - Il cuore – Marracash
GO AWAY! – CocoRosie
Goodbye Malinconia – Caparezza
Good Golly Miss Molly – Little Richard
Goodnight Moon – Shivaree
Gotta Go My Own Way – High School Musical Cast
Grande figlio di puttana – Stadio
Grau grau grau - da “io sto con gli ippopotami” – Bud Spencer
Grease – The Four Seasons
Greased Lightnin’ – John Travolta
GRETA THUNBERG - Lo stomaco – Marracash
Hallelujah – Leonard Cohen
Happiness is a Warm Gun ��� The Beatles
Happy Days – Ghali
Happy Days (Theme from Happy Days) – Pratt & McClain
Happy Hour – Felix da Housecat
Harder, Better, Faster, Stronger – Daft Punk
Harry Potter in 99 Seconds – Jon Cozart
Have You Ever Had... (Skit) – Salmo
Heart and Soul – Joy Division
Heartbreak Hotel – Elvis Presley
Hello, I Love You – The Doors
Hey Bulldog – The Beatles
Hit Me with Your Best Shot – Pat Benatar
Hit the Road Jack – Ray Charles
Hive – Earl Sweatshirt
Ho capito che ti amo – Luigi Tenco
Hoedown Throwdown – Miley Cyrus
Hollaback Girl – Gwen Stefani
home with you – FKA twigs
hope is a dangerous thing for a woman like me to have - but i have it – Lana Del Rey
Hotel Supramonte – Fabrizio De André
House Credibility – Caparezza
Ho visto un re – Enzo Jannacci
How Far – Tei Shi
HUMBLE. – Kendrick Lamar
HUMUHUMUNUKUNUKUAPUA’A – High School Musical Cast
Hypnotize – The Notorious B.I.G.
I Am Woman – Helen Reddy
I Bet You Look Good on the Dancefloor – Arctic Monkeys
(I Can’t Get No) Satisfaction – The Rolling Stones
I Cento Passi – Modena City Ramblers
I colori del vento – Pocahontas
I consigli di un pirla – Articolo 31
Ieri era zero – Hercules
I Fink U Freeky – Die Antwoord
I Follow Rivers – Lykke Li
If She Really Is Your Light – Pavlove
I Know It’s Over – The Smiths
Il ballo del qua qua – Romina Power
Il ballo di San Vito – Vinicio Capossela
Il bar della rabbia – Mannarino
Il Bel Canto – Ministri
Il Bombarolo – Fabrizio De André
Il Cielo In Una Stanza – Gino Paoli
Il Dito Medio Di Galileo – Caparezza
Il Funkytarro – Articolo 31
Il Gatto E La Volpe – Edoardo Bennato
Il gigante e la bambina – Lucio Dalla
Il gorilla – Fabrizio De André
I’ll Be Your Mirror – The Velvet Underground
I’ll Come Running – Brian Eno
Il Mondo – Jimmy Fontana
Il Pescatore – Fabrizio De André
Il posto più freddo – I Cani
Il Principe Ali – Aladdin
Il regalo più grande – Tiziano Ferro
Il senso dell’odio – Salmo
Il suonatore Jones – Fabrizio De André
Il tempo di morire – Lucio Battisti
Il testamento – Fabrizio De André
Il testamento di Tito – Fabrizio De André
Il testo che avrei voluto scrivere – Caparezza
Il Vitello Dai Piedi Di Balsa – Elio e le Storie Tese
I’m a Believer – Smash Mouth
I marinai tornano tardi – Murubutu
Impara il longobardo con Alessandro Barbero
I’m so tired – The Beatles
In caduta libera – Folkstone
In Cold Blood – alt-J
Incontro – Francesco Guccini
In Italia – Fabri Fibra
Innuendo – Queen
Insieme a te non ci sto più – Caterina Caselli
In the Aeroplane Over the Sea – Neutral Milk Hotel
Introduzione – Fabrizio De André
In Un Giorno Di Pioggia – Modena City Ramblers
Inverno – Fabrizio De André
Io centro con i missili – Pop X
Io credo in me – Naruto
Io ho in mente te – Equipe 84
Io non mi sento italiano – Giorgio Gaber
Io sono fatto di neve – Ministri
Io sono qui – Salmo
Irene – Pinguini Tattici Nucleari
Iris – The Goo Goo Dolls
Isla Magica – Maria Usbeck
Isobarre – Murubutu
I sogni son desideri
Isola verde – Murubutu
Italove – EMMANUELLE
It Is Not Meant To Be – Tame Impala
It’s not too late – 10LEC6
I’ve got a woman – Ray Charles
(I’ve Had) The Time of My Life – Bill Medley
I vitelloni – Bobo Rondelli
I wanna be your lover – La Bionda
I wanna be yours – Arctic Monkeys
I want you back – The Jackson 5
I will survive – Gloria Gaynor
Jazz suite no.2: 6 waltz II – Dmitri Shostakovich
Jigsaw Feeling – Siouxsie and the Banshees
Johnny B. Goode – Chuck Berry
Just Dropped In (To See What Condition My Condition Was In) – Kenny Rogers
Just the way you are – Bruno Mars
Kalasnjkov – Goran Bregović, Slobodan Salijevic
Keep yourself alive – Queen
Kentucky – Il Bepi & The Prismas
Kevin Spacey – Caparezza
Killer Queen – Queen
King’s Supreme – Machete Crew
Kitaro – Caparezza
Kurt Cobain – Brunori Sas
La Ballata Dell’amore Cieco (O Della Vanità) – Fabrizio De André
La Ballata dell’eroe – Fabrizio De André
La Ballata del Miché – Fabrizio De André
La bambola – Patty Pravo
La bella la và al fosso – I Girasoli
La Bomba In Testa – Fabrizio De André
La Caduta di Atlante – Caparezza
La Canzone del Padre – Fabrizio De André
La Canzone di Barbara – Fabrizio De André
La Canzone di Marinella – Fabrizio De André
La cesarina – I Girasoli
La città vecchia – Fabrizio De André
La collina dei pioppi – Murubutu
La cosa – Cochi e Renato
Lacrime – Ghali
La cura – Franco Battiato
La danza delle streghe – Gabry Ponte
Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space – Spiritualized
La donna cannone – Francesco De Gregori
Lady Marmalade – Moulin Rouge
La famiglia dei becchini – Musica Per Bambini
La fine di Gaia – Caparezza
La Ghigliottina – Caparezza
La grande onda – Piotta
La guerra di Piero – Fabrizio De André
La Isla Bonita – Madonna
La La Land – Green Velvet
Lala Song – Bob Sinclar
La libertà – Giorgio Gaber
La lontananza – Domenico Modugno
La mamma di Rosina – I Girasoli
La Marchetta di Popolino – Caparezza
La mazurka di periferia – Raoul Casadei
La mia parte intollerante – Caparezza
La mia ragazza mena – Articolo 31
L’animale – Franco Battiato
La notte – Arisa
La parata degli elefanti rosa – Quartetto Cetra
L’appuntamento – Calibro 35
La prima rondine venne ier sera – Pop x
La prima volta – Motta
La prima volta – Salmo
La regola dell’amico – 883
La rivoluzione del sessintutto – Caparezza
L’armata perduta di Re Cambise – Murubutu
Larsen – Caparezza
Las Divinas – Patito Feo
La società dei magnaccioni – Lando Fiorini
La spesa – Marta Sui Tubi
La stagione del tuo amore – Fabrizio De André
La Strada – Modena City Ramblers
La Tartaruga – Bruno Lauzi
Laughing On The Outside – Bernadette Carroll
La Valse à Mille Temps – Jacques Brel
La vie en rose – Édith Piaf
La vie en rose – Louis Armstrong
L’avvelenata – Francesco Guccini
Layla – Eric Clapton
Le barche – Calcutta
Le coppie – I Cani
Legalize The Premier – Caparezza
L’emozione non ha voce – Adriano Celentano
Le ragazze di porta venezia – Myss Keta
Less Than – Nine Inch Nails
Le tasche piene di sassi – Jovanotti
Let Me Blow Ya Mind – Eve
Let’s Get Crazy – Hannah Montana
Let’s Twist Again – Chubby Checker
Levante – Murubutu
Lexotan – I Cani
L. Fast & D. Young – Salmo
L’Idraulico Aulico – MusicaPerBambini
Life on Mars? – David Bowie
L’immensità – Don Backy
Limonata – Calcutta
L’infinto – Caparezza
L’inno del corpo sciolto – Roberto Benigni
L’isola Che Non C’è – Edoardo Bennato
L’italiano medio – Articolo 31
Little Green Bag – George Baker Selection
Little Lover – AC/DC
Livin’ la Vida Loca – Ricky Martin
Lonely Boy – The Black Keys
Lonely Day – System of a Down
Long Tall Sally – Little Richard
Lontano dagli occhi – Sergio Endrigo
Lontano, lontano – Luigi Tenco
Look at Me, I’m Sandra Dee – Stockard Channing
Looking at You – MC5
Loose Lips – Kimya Dawson
Loser – Beck
Los Ojos Del Diablo – El Raton
Lo stretto indispensabile – Il libro della giungla
Love Buzz – Shocking Blue
Love Is a Laserquest – Arctic Monkeys
Love Me – Justin Bieber
Love sex american express – Cristian Marchi
Love Stink – LoboLoto
Love Story – Taylor Swift
Lucifer Sam – Pink Floyd
Lucille – Little Richard
L’ultima festa – Cosmo
L’ultima speranza – Hercules
L’uomo che premette – Caparezza
L’uomo tigre
L’uva fogarina – I Girasoli
Ma che freddo fa – Nada
Madame Hollywood – Felix da Housecat
MADAME - L’anima – Marracash
Maddalena e Madonna – Brunori Sas
Madonnina dai riccioli d’oro – I Girasoli
Mad Sounds – Arctic Monkeys
Magazine – Dark Polo Gang
Ma il cielo è sempre più blu – Rino Gaetano
MALAMENTE (Cap.1: Augurio) – ROSALÍA
MALDICIÓN (Cap.10: Cordura) – ROSALÍA
Maledetti scarafaggi
Mambo Italiano – Renato Carosone
Mamma Roma, Addio – Cranio Randagio
Mara e il maestrale – Murubutu
Marco gioca sott’acqua – Murubutu
Marks – Nicolas Jaar
Marry You – Bruno Mars
MARYLEAN – Machete
Marylou – Mannarino
mary magdalene – FKA twigs
Mas Que Nada – Sergio Mendes
Materazzi ha fatto gol – Matrixgol
Matilda – alt-J
Men In Black – Will Smith
Mentre tutto scorre – Negramaro
Merchandise – Fugazi
Me So’ Mbriacato – Mannarino
Messa in moto – Caparezza
Meteorological – Guerilla Toss
Mica Van Gogh – Caparezza
Migliora La Tua Memoria Con Un Click – Caparezza
Milano – Calcutta
MILANO SUSHI & COCA – M¥SS KETA
Milkshake – Kelis
Mi mujer – Nicolas Jaar
Minor Swing – Django Reinhardt & le Hot Club de France
Minuetto – Mia Martini
Mio fratello è figlio unico – Rino Gaetano
Mi parli di te – Motta
Mi sei scoppiato dentro al cuore – Mina
Mi sento una betulla in piena estate insieme a te – Cecco e Cipo
Misirlou – Surf Boys
Mi sono innamorato di te – Luigi Tenco
Moanin’ – Charles Mingus
Moby Dick – Led Zeppelin
Mon oncle – Frank Barcellini
Moondance – Van Morrison
Morte in diretta – Salmo
Mouth trap! – 10LEC5
Mr. Simpatia – Fabri Fibra
My Generation – The Who
My Rollercoaster – Kimya Dawson
NANA (Cap.9: Concepción) – ROSALÍA
Nandemonaiya – RADWIMPS
Narcoleptic Verses Pt. 1 – Salmo
Negative Youth – Salmo
Nel blu dipinto di blu – Domenico Modugno
Nella Mia Ora Di Libertà – Fabrizio De André
Nella pancia dello squalo – Salmo
Nessuno – Brunori Sas
Nessun rimpianto – 883
Niente da capire – Francesco De Gregori
Niente di strano – Giorgio Poi
No. 1 Party Anthem – Arctic Monkeys
No Big Bang – Priests
No Fear – Fabrizio Maurizi
Noi bambine non abbiamo scelta – Baustelle
Non farti cadere le braccia – Edoardo Bennato
Non me lo posso permettere – Caparezza
Non me lo so spiegare – Tiziano Ferro
Non potrei mai – Fast Animals and Slow Kids
Non siete stato voi – Caparezza
NON SONO MARRA - La pelle – Marracash
No Stress – Laurent Wolf
No Surprises – Radiohead
No Tengo Dinero – Righeira
Noter de Berghem – I cör alegher
Notte prima degli esami – Antonello Venditti
No Woman, No Cry – Bob Marley & The Wailers
Ob-La-Di, Ob-La-Da – The Beatles
Oh, pretty woman – Roy Orbison
Oltre il ponte – Modena City Ramblers
Oltre l’orizzonte – Oceania
One More Time – Daft Punk
One O Six – Jupiter
One way or another – Blondie
On Melancholy hill – Gorillaz
On the floor Jennifer Lopez
Oops! I did it again – Britney Spears
Orgasmo – Calcutta
Oroscopo – Calcutta
OSCENO – Lilly Meraviglia
Our song – Taylof Swift
Paint it, Black – The Rolling Stones
Pale Blue Eyes – The Velvet Underground
Pantalica – Colapesce
Papa was a Rolling Stones – The Temptations
Paper Bag Acid – Jerome Hill
Paradise – Phoebe Cates
Paranoia mia – Ernia
Parole parola – Mina
Party in the U.S.A – Miley Cyrus
Peace Lovin Man – John Lee Hooker
Peaches en regalia – Frank Zappa
Penny Lane – The Beatles
Pepper – Butthole Surfers
Per amore e basta – Motta
Per dimenticare – Zero Assoluto
Però mi vuol bene – Quartetto Cetra
Per tutte le volte che – Valerio Scanu
Peter Gunn – Henry Mancini
Piazza Grande – Lucio Dalla
Piccola Sbronza – Selton, Dente
PIENSO EN TU MIRÁ (Cap.3: Celos) – ROSALÍA
Pifferaio magico – Articolo 31
Piledriver Waltz – Arctic Monkeys
Piove – Domenico Modugno
Pippi calzelunghe
Pistorius – Gemitaiz, Madman
Più bella cosa – Eros Ramazzotti
Planet Caravan – Black Sabbath
Play – Betta Lemme
Pleasentville – Nitro
POCO DI BUONO - Il fegato – Marracash
Poesia – Don Backy
Poetessa maledetta – Club Domani, Stephanie Glitter
Pokemon – Giorgio Vanni
Pollon, pollon combina guai – Critina D’Avena
Pop porno – Il Genio
Pornoromanzo – Brunori Sas
Posso farcela – Alex Baroni (Hercules)
Post Concerto – Coma_Cose
Precipitevolissimevolmente – Dente, Il Genio
Preghiera delle palle di neve – Musica Per Bambini
PRESO (Cap.6: Clausura) – ROSALÍA
Pretty fly (for a white guy) – The Offspring
Price Tag – Jessie J, B.o.
Prima di dormire – Salmo
Prisencolinensinainciusol – Adriano Celentano
Prisoner 709 – Caparezza
Promised Land – Joe Smooth
Prospettiva Nevsi – Franco Battiato
Psycho Killer – Talking Heads
Pump up the jam – Technotronic, Felly
QUALCOSA IN CUI CREDERE - Lo scheletro – Marracash
Quando quando quando – Tony Renis
QUELLI CHE NON PENSANO - Il cervello – Marracash
Quello che siamo diventati – Motta
QUE NO SALGA LA LUNA (Cap.2: Boda) – ROSALÍA
Questa è la mia festa – Maria Antonietta
Questa è la realtà – Hercules
Questo piccolo grande amore – Claudio Baglioni
Ragazza magica – Jovanotti
Ragazze acidelle – Flaminio Maphia
Ragazzo fortunato – Jovanotti
Ramaya – Afric Simone
Rancho della luna – Salmo
Rasputin – Boney M.
Recitativo – 2 invocazioni 1 atto di accusa – Fabrizio de andré
Reginella campagnola – I Girasoli
Relax Your Body – D.F.X.
RENIEGO - Cap.5: Lamento – ROSALÍA
Respect – Aretha Franklin
Restiamo in casa – Colapesce
Ricchi Dentro - Ghali
The Climb – Miley Cyrus
The Dark Side of the Mood – Nitro
The Flintstones – Sigla
The Gravedigger’s Song – Mark Lanegan
The Heroic Weather - Conditions of the Universe, Part 1: A Veiled Mist – Alexandre Desplat
The Kids Aren’t Alright – The Offspring
The lazy song – Bruno Mars
The realness – RuPaul
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La carne è triste, ahimè, e ho letto tutti i libri
Whaterhouse, Miranda, the tempest
È un verso di Mallarmé, che nella sua lingua suona: La chair est triste, hélas! Et j’ai lu tous les livres. Apre Brise marine (Brezza marina), poesia scritta dal poeta nel 1865, a ventitré anni. Un verso, dunque, della prima stagione del poeta, una stagione ancora tutta segnata dall’entusiasmo per le Fleurs du maldi Baudelaire (la cui seconda edizione era uscita nel 1861). La poesia è infatti in dialogo con alcuni famosi fiori baudelairiani come Parfum exotique, o L’Invitation au voyage , o La Musique.
Un primo verso che, accanto ad altri primi versi delle poesie più enigmatiche o complesse di Mallarmé, è diventato memorabile (almeno presso i cultori di poesia). Il primo verso e l’ultimo verso sono per un poeta soglia e congedo di un’avventura nella lingua, con la lingua; ispirazione, azzardo, risonanze e rifrangenze possibili di senso si raccolgono nell’incipit o nell’explicit: come il ventaglio del nostro sentire si fa denso e talvolta impetuoso nell’occasione della partenza e dell’addio. Alcune poesie restano appunto memorabili per il primo verso, altre per l’ultimo. Ma è più spesso nel primo verso che si può avvertire l’energia di una lingua la quale, muovendo dal silenzio, porta con sé la musica del senso, il miracolo della congiunzione inseparabile di senso e suono. È nel primo verso che l’ispirazione mostra quella soglia dove affida l’ebbrezza del sentire, dell’immaginare inatteso e del pensare alla tecnica e alla fatica della composizione. Ispirazione e lavoro, insieme, diceva Baudelaire della poesia.
E Valéry, che di Baudelaire e di Mallarmé si sentiva discepolo ed erede, diceva che il primo verso è un dono, tutto il resto è lavoro.
Una divagazione d’apertura. Per dire che questo primo verso di Brise marine, come altri delle poesie che più affannano i traduttori (per esempio Le vierge, le vivace et le bel aujourd’hui) nella memoria dei lettori si è come staccato dal corpo del poème e ha avuto un suo solitario cammino. L’effetto di sorpresa del verso, al di là del fatto che diventa sorgente delle figurazioni successive, sta nell’aver portato in una contiguità inattesa la riscrittura di una citazione evangelica (Gesù nell’orto del Gethsemani: “Tristis est anima mea usque ad mortem: sustinete hic et vigilate mecum”, Matteo, 26, 38) e l’affermazione di un sapere esaustivo, compiuto ("e ho letto tutti i libri"), un’affermazione che così come è formulata mostra tuttavia la distanza dalla sapienza. Inoltre nella citazione evangelica c’è un’infrazione, un’opposizione: all’anima, alla sua tristezza, si sostituisce la carne, la sua tristezza. Tristezza che nessun sapere può mitigare, nessun libro consolare. Nel cuore del verso una sorta di pausa o cesura teatrale, un’esclamazione scenica: hélas!
Un intervallo che dà al verso una postura declamatoria, una sorta di preventivo diaframma nei confronti del desiderio di fuga e di libertà marina, o marinaresca, di cui diranno i versi seguenti. Il verso è un verso-annuncio, la dichiarazione di uno stato d’animo al quale può seguire l’efflorescenza di immagini convocate a definire il desiderio d’avventura che il mare suggerisce. Desiderio di partenza. È dalla soglia di questo primo verso che prende il via, dunque, una delle poesie di Mallarmé più esplicitamente baudelairiane: la noia e il sogno dell’altrove, la prigionia dei sensi e il viaggio per mare, il cielo interiore chiuso e plumbeo e il cielo esteriore solcato da uccelli ebbri, l’addio e l’ignoto di cui il mare è custode, la partenza e l’abbandono al vento che fa veleggiare verso lontananze ignote.
Ma il lettore sente che l’esercizio poetico ai margini delle Fleurs du mal ha già in sé uno slancio che annuncia un singolare e proprio cammino. Ecco i primi versi negli alessandrini del giovane Mallarmé, ai quali seguono i versi di una mia vecchia traduzione in endecasillabi italiani (alla centralità dell’alessandrino nella poesia francese corrisponde la centralità dell’endecasillabo nella nostra poesia, ma i due versi hanno misure e timbri e movimenti ritmici diversi; sicché la scelta dell’endecasillabo italiano privilegia in questo caso non l’equivalenza metrica e ritmica ma un'analogia di tradizione poetica, ed è consapevole di dovere in qualche modo prosciugare la narratività teatrale del verso alessandrino francese):
La chair est triste, hélas! Et j’ai lu tous les livres.
Fuir! Là-bas fuir! Je sens que les oiseaux sont ivres
D’être parmi l’écume inconnue et les cieux!
Rien, ni les vieux jardins reflétés par les yeux
Ne retiendra ce cœur qui dans la mer se trempe
…
La carne è triste e ho letto tutti i libri.
Laggiù fuggire! Ascolto uccelli ebbri
del volo tra la schiuma e i cieli. Niente,
non i giardini negli occhi specchiantisi,
mi tratterrà dall’avvolgente mare
…
Niente, non il chiarore di una lampada notturna che illumina un foglio bianco, né l’immagine di una donna che allatta il figlio può trattenere il poeta dal viaggio, o almeno dal suo impetuoso desiderio: “… Steamer balançant ta mâture, / Lève l’ancre pour une exotique nature!” (… Alberatura che ondeggi / salpa ora verso esotici paesaggi). Eco del “Levons l’encre” che apre l’ultima strofa del Voyage di Baudelaire. Annuncio della sestina che chiuderà Le cimetière marin di Paul Valéry, con il vento che si leva e l’invito ad affrontare la vita, anche lì in una sorta di ebbrezza per un’odissea interiore che la figura del mare sollecita e sempre rappresenta, in quanto, lo aveva scritto ancora Baudelaire, il mare è “un infinito diminutivo”, un “infini diminutif”.
Diremmo, pensando al “mare” che chiude L’infinito leopardiano: figura prossima e visibile e dicibile di un infinito altrimenti irrappresentabile e incomprensibile nel pensiero. La poesia di Mallarmé si chiude con l’invito, anche questo tutto baudelairiano, ad ascoltare il canto dei marinai. Una poesia, come lo sono del resto altre coeve quali Soupir o Tristesse d’été – che appartiene a un primo tempo di Mallarmé. Un indugio sul motivo dell’altrove e della lontananza da parte del poeta che poi si sospingerà più di ogni altro sui confini estremi del linguaggio, nel confronto aperto con il suo limite e il suo oltre.
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Secondo appuntamento con i Tarocchi e la "Lingua degli uccelli". "Le bas te leurre" (ciò che è in basso ti illude, è un inganno) potrebbe alludere al rischio di restare intrappolati nell'illusione della materia. Ma è proprio ciò che è in basso, l'umile monetina, che può essere trasformato nella Pietra. #onirotarologia #interpretazionedeisogni #carlgustavjung #alejandrojodorowsky #arcanimaggiori #alchimia #alchemy #bateleur #bagatto #tarocchi #tarot https://www.instagram.com/p/B0fjEI4HMIM/?igshid=1tlh2dm4vzjo0
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Creature e miti della mitologia cinese
Creature e miti della mitologia cinese
Creature e miti della mitologia cinese
Creature mitiche
Ba She (巴蛇 ba1she2) un serpente che poteva inghiottire un elefante
Volatili:
Fenghuang (la fenice cinese)
Ji Guang (吉光 ji2guang1)
Jian (鶼 jian1) Un uccello mitologico che aveva un solo occhio e una sola ala: 鶼鶼 una coppia di questi uccelli, che dipendono l’uno dall’altro, inseparabili, rappresentano moglie e marito.
Jingwei(精衛) Un uccello…
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Che fine hanno fatto gli antichi dèi? In realtà, non ne sentiamo la mancanza… Riflessioni sull’idolatria a partire dal libro di Alessandro Vanoli
Nelle ultime decadi del XX secolo, la maggioranza dei sociologi e dei filosofi avrebbe scommesso senza dubbio sul fatto che il secolo venturo sarebbe stato dominato più dalle forze del progresso che da quelle della religione; del resto, ricordo un manuale geografia che, con la lungimiranza tipica dei libri scolastici sosteneva come “nel Duemila il fattore religioso sarebbe diventato inconsistente e addirittura secondario”. Del resto, la secolarizzazione era percepita cinquanta o quarant’anni fa come un fenomeno pressoché irreversibile e il disincanto del mondo pareva uno degli orizzonti più probabili della conoscenza umana. Invece, le cose sono andate diversamente: gli dèi non soltanto sono in ottima salute, ma hanno anche trovato voce e forza nuova. E così, ecco che diventa attuale uno studio come quello di Alessandro Vanoli, Idolatria. I falsi dèi del nemico, appena apparso nella collana ‘Aculei’, diretta da A. Barbero (Salerno editrice, 145 pp., 14 euro).
Perché l’idolatria è un peccato e come nasce il suo concetto? Vanoli, storico esperto di storia del Mediterraneo, e dei rapporti fra Cristianità e Islam, ci fa immergere prima nelle remote origini della nostra civiltà, nel mondo del politeismo antico, a partire dal problema della rappresentabilità delle divinità, in Egitto, una terra molto affollata di entità sovrannaturali, in cui uomini e dèi erano accomunati dalla necessità di seguire la Maat, concetto non traducibile semplicemente con il termine “giustizia”, ma indicante, piuttosto, “l’ordine universale che si era costituito al tempo della fondazione del mondo” (p.14). Dunque, gli dèi egiziani erano potenti, ma non onnipotenti: e affinché essi potessero aiutare gli uomini nell’arduo compito che dovevano compiere con le loro povere forze, gli dèi dovevano poter essere rappresentati; infatti, soltanto attraverso le loro rappresentazioni gli uomini potevano interagire con la divinità e avere con essa dei contatti proficui e fattivi. Così, gli dèi vennero dagli Egizi tradotti in immagini concrete, di pietra, legno e metallo, in statue e rilievi in cui bisognava, però, far entrare un Ba, una forza di vitale, quasi per riscattare il quid di violento e distruttivo insito in ogni creazione artistica: perché, per creare una statua, bisognava compire la pietra, strapparla alla sua sede naturale, colpirla, scavarla: e così il legno andava schiantato e tormentato, le pietre preziose incise e tagliate, l’oro fuso, i pigmenti pestati nel mortaio.
Gli dèi Egiziani abitavano i loro templi e le loro statue: e così anche quelli dei Greci e dei Romani, i cui riti si svolgevano lontano dagli occhi della massa dei semplici fedeli. E Seneca ha un bell’avvertire che deus intus est, “il divino è dentro di noi” e stigmatizzare la gente semplice che paga l’ostiarius, il portinaio del tempio, per avvicinarsi all’orecchio della statua del dio e sussurrarle da presso le proprie richieste: per la maggior parte dei fedeli Greci e Romani, le statue degli dèi – che erano colorate, decorate, addobbate con gioielli e abiti, con quella “bellezza un po’ cafona della vita” (p.18), ben diversa dalla bellezza raffinata ma monocorde del marmo neoclassico – erano davvero capaci di ascoltare gli uomini e di accontentare i loro desideri. E le divinità si rivelavano anche in mille modi, nel volo degli uccelli, nei moti del cielo, e, soprattutto, nei presagi e nei sogni.
Non esisteva però il termine “idolatria”: la statua della divinità era detta in greco agalma, oppure, se si trattava di una statuetta portatile, di piccole dimensioni bretas o xoanon. La parola “idolo”, eidolon, era invece rara nel greco classico: essa indicava l’”immagine”, la “forma”, ma in un senso quasi evanescente e aveva a che vedere soprattutto con il mondo dei morti, una specie di fantasma, come l’eidolon di Patroclo, che appare in sogno ad Achille, rimproverando l’amico per averlo dimenticato e svanendo subito dopo perché era solo “un’ombra, un fantasma, ma dentro senza più la mente” (Iliade 23, 104). La parola eidolon ha quindi in sé un’idea di evanescenza, di irrealtà: come l’immagine affievolita di un corpo ormai lontano, o sparito, già distrutto dalle fiamme della pira funebre, come fumo che scompare. Nel mondo latino, del resto, quando si parlava di statue, si usavano i termini simulacrum e signum, se riferite alle divinità, o statua, per indicare la raffigurazione tridimensionale di esseri umani.
Il “peccato di idolatria” nasce, di fatto, con l’Ebraismo, con il celebre precetto di Esodo 20, 1-4: “Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti darai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra”. E tuttavia, la parola “idolatria” non è qui presente. Fondamentale, per la nascita del termine, spiega Vanoli (cap.III, p. 34 sgg.) è la condanna degli idoli sancita dal Cristianesimo delle origini: per esempio, l’anonima Lettera di Barnaba (I secolo) cita l’idolatria come prima insidia sulla via della morte eterna; e la quasi coeva Didaché dichiara esplicitamente la sua avversione per templi e statue degli dèi (3, 4). Giustino, nel II sec. d.C., raccoglieva le principali accuse cristiane mosse alle statue degli dèi, che facevano paura, e suscitavano odio; Clemente Alessandrino, che di esse elencava nomi e tipologie (agalma, brete, xoanon, eidolon) affermava, riprendendo la teoria di Evemero di Messene, (resa nota per la prima volta a Roma da Ennio nel II sec. a. C.), che si trattava di rappresentazioni di uomini, benefattori, antichi re ed eroi divinizzati dalla riconoscenza popolare. Ma non si poteva dire che essi non esistessero: erano demoni, ombre, spiriti impuri, e da questa circostanza derivava la condanna della loro adorazione. E visto che adorarli era un peccato dei più gravi, il problema fondamentale era capire se essi fossero qualcosa o nulla.
Ed ecco allora l’importanza capitale di Origene, il grandissimo teologo alessandrino (III sec.) che, in Contra Celsum 3, 4, afferma che gli idoli non erano che involucri vuoti, perché raffiguravano entità che non erano davvero divine: ma erano comunque involucri pericolosi, in quanto capaci di riempirsi di demoni. L’altro problema che si legava all’accusa dell’adorazione degli idoli era più sottile: se gli idoli erano da condannare, che cosa si doveva pensare delle immagini in generale? A partire dalla proibizione mosaica dell’idolatria, Origene apportò una sottile distinzione, destinata a una ripresa plurisecolare: se qualcuno riproduce un’immagine di un animale, e lo adora, costruisce non una semplice immagine, ma un idolo; e così avviene anche quando viene prodotto qualcosa che gli occhi umani non hanno mai visto, e che solo la mente si può immaginare, come, per esempio, un pesce con un busto umano. L’adorazione, in altre parole, era da condannare, ma bisognava distinguere le raffigurazioni di ciò che esiste e di ciò che non esiste, perché “immagine” non sempre è sinonimo di “idolo”. La parola greca eidolon, poi, venne nella Vulgata tradotta in vari modi, a seconda dei vari passi ebraici – circa una quindicina – relativi agli idoli: a volte Girolamo utilizza infatti idolum e a volte simulacrum, contribuendo a rendere ancora più evidente la relazione fra i due termini, e muovendosi sempre all’interno dell’ormai annoso problema: “stabilire se gli idoli avessero una reale sostanza, oppure stabilire se dietro la loro adorazione non si celasse, in realtà, altro che l’opera dei demoni” (p. 37).
Fu infine Agostino a tirare le fila di una riflessione ormai secolare, dando una struttura definitiva all’idea di idolatria nel mondo latino: anch’egli era convinto, come Origene, che le statue pagane fossero contenitori vuoti, capaci però di riempirsi di demoni. Come tutti gli uomini del suo tempo, infatti, anch’egli condivideva la credenza secondo la quale sarebbe stato possibile animare le statue: e tale animazione non poteva che essere opera demoniaca, come scrisse nelle Enarrationes in Psalmos (113, 2, 3). Nei primi secoli del Cristianesimo, insomma, le immagini furono guardate con un certo sospetto, eccezion fatta per alcuni simboli, come il pesce, o la croce, anche se le prime raffigurazioni di Cristo crocifisso appaiono relativamente tardi, a partire dal V secolo, e ci volle molto tempo perché si passasse dal culto della nuda croce a quello rivolto ai crocifissi tridimensionali con la figura di Gesù scolpita su di essi. Da una parte, infatti, fu necessario che i cristiani superassero definitivamente il loro antico disagio nei confronti delle immagini; ma certo fu indispensabile anche il risveglio di una nuova attenzione nei confronti dell’umanità di Gesù e della sua sofferenza redentrice, il che non avvenne prima del IX secolo.
Da questo momento in poi, assistiamo in Occidente all’inesorabile distruzione degli dèi e dei loro simulacri nelle terre ancora pagane (pensiamo alla campagna di Carlo Magno contro i Sassoni), e, dall’altro, a una crescente attenzione ai Santi, alle loro statue, raffigurazioni, reliquie, e ai reliquiari, sempre più fastosi, ideati per conservarle e offrirle alla devozione popolare. Tutto ciò, in parallelo allo scontro fra Occidente cristiano e l’Islam, nelle Crociate, ma non solo. A partire dal VII secolo, infatti, si profila all’orizzonte il pericolo costituito dai Saraceni, con i loro saccheggi e devastazioni di villaggi costieri. Il termine stesso Sarakenoi, in uso tra i greci, dimostra come non fosse ben chiaro a molti, inizialmente, chi fossero e in che cosa essi credessero: per Isidoro di Siviglia, grande collettore e conservatore del tesoro della cultura e del lessico classico, essi si sarebbero dati questo nome intendendo di discendere da Sara, moglie di Abramo, mentre in realtà il loro nome sarebbe derivato dal fatto di essere originari della Siria. Sicuramente, viene da chiedersi come fosse possibile che gli uomini di lettere del Medioevo cristiano potessero scambiare l’evidente monoteismo islamico per idolatria: secondo Vanoli, al di là di qualche legittimo dubbio sulla buona fede di alcuni di loro, si trattava, per lo più, di un problema di limiti e di schemi culturali, dato che i Cristiani guardavano ai musulmani attraverso il filtro di una storia sacra descritta secoli prima dai Padri della Chiesa, e, prima di loro, dalla Bibbia.
Ma l’accusa di idolatria non venne archiviata nemmeno dopo la fine del Medioevo: essa ricorre da una parte all’altra degli schieramenti nelle Guerre di religione che insanguinarono il XVI secolo, fra Cattolici e Riformati, e venne utilizzata anche per definire i culti e le divinità delle popolazioni indigene dell’America, terra di conquista veloce e sanguinosa per gli Spagnoli. E anche attualmente, in un panorama che avrebbe dovuto sancire, secondo le parole di Max Weber, il già citato “disincanto del mondo” (Entzauberung der Welt), con la progressiva eliminazione del campo dell’invisibile dalle cose umane, permangono quelli che potremmo definire “idoli del Postmoderno”: così fece Benedetto XVI al Sinodo dei Vescovi del Medio Oriente, indicando con tale suggestiva espressione il denaro, il mercato, la tirannia dell’opinione pubblica, la droga. Parole simili, osserva Vanoli (p.120) riecheggiano da tempo anche nel mondo musulmano: “l’Islam come sola alternativa a un mondo alienato e non più a misura d’uomo; l’Islam come baluardo a una vuota modernità priva di valori”.
Alla fine di questa lettura, resta una domanda, su cui Vanoli chiude il volume: che fine hanno fatto gli dèi? Non quelli metaforici, evocati per istituire facili paragoni, non gli dèi dei sogni letterari nei poemi epici greci e latini, ma quelli, dalla malìa inquietante e profonda, che si palesavano nelle solitudini dei boschi, nel silenzio dei templi, di fronte agli occhi vacui e inquietanti delle statue, o nella desolazione del meriggio, sotto il sole accecante. Inutile rimpiangere un – impossibile e improbabile – ritorno di queste entità numinose: i politeismi passati non hanno dato prova di grande morigeratezza, e quelli contemporanei potrebbero non essere da meno: leggete, per credere, Le venti giornate di Torino (1976) oppure guardate The Wicker Man (1973), di Robin Hardy, rifatto, in verità con incerti risultati, da Neil LaBute nel 2006 come Il prescelto.
Silvia Stucchi
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PUGLIA DA AMARE QUOTIDIANO D’INFORMAZIONE
Spettacolari Visioni Diga di San Giuliano Drone Vision by L.L. Mel
Basilicata VISION …by Melsoft BA
L’area si estende per circa 1.300 ettari ed è una delle più importanti zone umide della Basilicata. La varietà di ambienti ed habitat della Riserva favorisce la presenza di una fauna diversificata, soprattutto per quel che concerne le specie ornitiche, tra le quali cicogne, gru, spatole, aironi rossi, aironi bianchi maggiori, morette tabaccate, avocette, cavalieri d’Italia. INFO: http://www.wwf.it/oasi/basilicata/lag…
STORIA: La storia della Riserva Naturale Orientata Oasi San Giuliano è legata alla nascita dell’omonimo invaso artificiale creato per scopi irrigui dallo sbarramento del fiume Bradano negli anni tra il 1950 ed il 1957 grazie al programma economico di aiuti del piano Marshall. La presenza del lago ha attirato sin dal principio numerose specie di uccelli acquatici, rendendo necessarie iniziative volte alla tutela dell’area. Così nel 1976 il lago di San Giuliano è diventato Oasi di protezione della fauna, e nell’anno successivo è stato apposto il vincolo paesaggistico. Nel 1989 il WWF Italia ha ottenuto, tramite convenzione con il Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto, concessionario dell’area, la gestione naturalistica, istituendo un’oasi. Dal 1991 il tratto della gravina del Bradano che si trova a valle dell’invaso è entrato a far parte del Parco della Murgia Materana. Inoltre la regione Basilicata, al fine di rafforzare le azioni di tutela, ha istituito nel 2000 una Riserva naturale orientata affidandola in gestione alla Provincia di Matera. È stata dichiarata dal Ministero dell’Ambiente area SIC (Sito di interesse comunitario) ed area ZPS (Zona di protezione speciale)[; infine nel maggio 2003 è stata inserita con decreto ministeriale nell’elenco delle zone umide italiane previste dalla Convenzione di Ramsar per la conservazione delle aree di interesse internazionale per la fauna acquatica.
di Luigi Melcarne
CRESCENZA CARADONNA
Spettacolari Visioni-Diga di San Giuliano Drone Vision by L.L. Mel PUGLIA DA AMARE QUOTIDIANO D'INFORMAZIONE Spettacolari Visioni Diga di San Giuliano Drone Vision by L.L. Mel…
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Scoprire la bellezza Misterioso di con dao isola
Mai Travel & Leisure magazine hanno votato la destinazione turistica più misteriosi del pianeta, Con Dao non è solo attrarre i turisti grazie alle sue bellezze naturali, ma anche per tutta l'impressione storica. Con Dao sta sviluppando, ma ancora non perde la bellezza incontaminata e misteriosa. Soprattutto ambiente qui è ancora fresco, pulito e bello, con sabbia bianca e mare blu.
>> Per ulteriori vietnam viaggi in là.
Con Dao è un arcipelago d'altura di Ba Ria - Vung Tau e noto anche come Con Lon e Con Son. Questa è la più grande isola della regione ed è costituito da 16 isole grandi e piccole. Riferendosi a Con Dao, la gente spesso pensa di carceri duri insieme con la storica Vestige. Così tante persone sembrano dimenticare i paesaggi naturali qui sono ben spiagge tranquille, barriere coralline e ricca flora e fauna foreste segrete. L'isola era prestigiosa rivista di viaggi Lonely Planet Mondiale Con Dao votato come una delle 10 isole misteriose e romantiche del mondo.
Con circa 285 specie di piante e più di 100 specie di uccelli, mammiferi come Ducula bicolore, salangnes nido, Cheloniidae, Eretmochelys, ... Con Dao è conferito una bellezza perfetta con il mare blu e spiagge di sabbia bianca con tempo calmo per tutto l'anno . Con Dao persone credono che sia perché il Dio fatto buon Con Dao, dopo tutte le sofferenze che questo paese ha vissuto nella sua storia.
Con Dao è piuttosto piccola, quindi a piedi o in bicicletta è l'ideale solo per visitare semplicemente per rilassarsi in un ambiente tranquillo e sereno. Sarete estasiati dalla magnifica bellezza della Laguna Trau con dune di sabbia cremoso si estende ai piedi delle scogliere imponenti. Facilmente ammirando la vista ti fa dimenticare tutte le preoccupazioni, dolori della vita.
Esplorare la poetica Bay Canh Islet. Tutta l'isola è ricoperta da una lussureggiante foresta vergine. Ogni anno ci sono centinaia di tartarughe vengono a deporre le uova sulla baia Canh isolotto con un numero omogeneo in Vietnam. Si può nuotare, giocare con gli amici sulla spiaggia di sabbia o guardando le tartarughe depongono le uova. Lo snorkeling è anche uno dei passatempi attira un sacco di turisti, perché non c'è nulla possiede il ricco tappeto corallo varia tanto quanto Bay Canh Isola (molte specie sul Libro Rosso del Vietnam).
Si dovrebbe provare la specialità Ketapang frutta- nel vostro viaggio Con Dao. Il suo aromatico, sapore grasso, mescolato con salinità del sale, dolcezza dello zucchero sono veramente adatto per sorseggiare con gli amici. Inoltre, frutti di mare a Con Dao è anche molto fresco. specialità di Con Dao sono cernie rosse, carne di pesce bianco. Inoltre si può godere Lopster, pantofola Lopster. aragoste e cicale di mare. I ristoranti in Con Dao sono relativamente gli stessi prezzi, quindi, bisogno di non scegliere più. Con Dao viaggio anche portare significato spirituale, che porta alla radice. Perché questa è una terra dove martire Vo Thi Sau e tanti campioni sacrificati, insieme ai siti storici, sistema carcerario Con Dao durante la guerra.
Con Dao è la scelta per chi vuole foraggio pace in una natura meravigliosa e al valore storico stesso tempo Fathom. Viaggiare a Con Dao- un arcipelago situato nel sud-est delle acque del Vietnam - è un suggerimento ideale per una vacanza perfetta in Vietnam.
Fonte: internet
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