#triennale di milano
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"reversing the eye. fotografia, film e video negli anni dell'arte povera": triennale milano, dal 17 maggio
La mostra, prodotta in collaborazione con Jeu de Paume e LE BAL, riunisce grandi figure dell’arte povera e altri artisti, fotografi, e operatori video che ne hanno condiviso il percorso, mettendo in luce il ruolo rivoluzionario della fotografia e le sue molteplici contaminazioni con altre forme di espressione artistica. Tra questi è presente Luca Maria Patella, il cui lavoro la galleria Il Ponte…
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#art#arte#cinema#Diane Dufour#film#fotografia#Giuliano Sergio#Jeu de Paume#LE BAL#Lorenza Bravetta#Luca Maria Patella#new media#Quentin Bajac#Triennale di Milano#Triennale Milano. Galleria Il Ponte#video
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#Sul numero di Ottobre di Abitare#un articolo su Monica Bolzoni#fashion designer#Creatrice della maison Bianca e Blu#Dal 25 ottobre al 12 gennaio 2025 alla Triennale di Milano la mostra Monica Bolzoni#il modulo. Su questa pagina un mio ritratto Monica Bolzoni
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JESSICA CHASTAIN ph. by Vittorio Zunino Celotto - taken during the Gucci Women's Spring Summer 2025 Fashion Show during the Milan Fashion Week Womenswear Spring/Summer 2025 at Triennale di Milano on September 20, 2024 in Milan, Italy
#jessica chastain#jchastainedit#flawlessbeautyqueens#femalestunning#wonderfulwomendaily#dailywomen#femaledaily#thequeensofbeauty#breathtakingqueens#gucci#fashion
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Oggi ultimo sushi amici, da domani dico addio più o meno a tutte le cose buone da mangiare per 6 lunghe settimane. Ma sono motivata (forse). Moderatamente motivata. È che il London mule l'estate credo sia illegale proibirlo. E anche l'iced coffee. E la mozzarella di bufala. E..... Basta. Non facciamoci del male, ok? Che dal liceo io non sono mai stata per più di un giorno o due senza caffeina (e se è per questo è da quando sono stata all'incirca SVEZZATA che non sono mai stata senza lattosio e zucchero e glutine) e sono pressappoco terrorizzata.
On a different note: mia sorella tra pochi giorni sale in visita e io sono la sorella più felice del mondo, non vedo l'ora di averla qui e di passare del tempo insieme e di sapere cosa le passa per la testa ora che è a cavallo tra la triennale e la specialistica. Quanto vorrei che venisse a studiare a Milano, dio fa che non sia una sorella invadente oltre livelli accettabili perché temo che lo sarò. Già mi sento: "te l'ho già detto che il Politecnico è il migliore ateneo in Italia per ingegneria informaticahhhh????" Sono pessima, pessima, pessima. Vorrei tanto le persone a cui voglio bene vicine. Vorrei qui lei, Sara, Imma, e tutti gli altri... Mi manca poter dire "perché invece di una chat infinita non usciamo a berci una cosa e ne parliamo a voce?" dopo una tediosa giornata di lavoro. Sarebbe bellissimo. È forse l'unica cosa che mi manca davvero nella mia vita attuale. Le mie amicizie vicine, senza treni, aerei, ore di macchina.
A proposito di macchina, anche se non c'entra nulla: io lo so che è pericoloso e tutte queste menate e quando lo faccio Matteo si arrabbia sempre, ma che GODURIA INFINITA è stendere le gambe e mettere i piedi sul cruscotto??? Lo vogliamo dire a voce alta per favore?!?!? Ahhhhhhhhh! - goduria massima.
Va bene, adesso che ho enunciato tutto il resto sono pronta per l'ultimo bullet point. Oggi al suddetto sushi (vedasi bullet point #1) con nonchalance Matteo mi ha chiesto che misura era quell'anello che ho portato in negozio ad aggiustare (e che indosso all'anulare sinistro). "Perché?" "No così......"
CLAUDIA NON SALTARE A CONCLUSIONI AFFRETTATE PER DIO
Queste siamo io e Sara che NON saltiamo a conclusioni affrettate.
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Sabato scorso abbiamo festeggiato la laurea magistrale di mia nipote in un ristorante a Milano. Due anni fa nello stesso periodo avevamo festeggiato la sua laurea triennale sempre in un ristorante a Milano. Il mio stato d’animo è stato molto diverso in quelle due occasioni. L’altro ieri ero serena,felice di fare festa,mentre due anni fa ero triste,depressa e non vedevo l’ora di tornare a casa. Mi sentivo giù anche per problemi fisici,ma soprattutto per i problemi che mi avevano creato alcune persone e per il male che mi avevano fatto. In questi due anni ho fatto un grande lavoro su me stessa per raggiungere la pace interiore. Ora non mi faccio più “ trascinare nel gorgo “, non mi lascio ferire dall’ egoismo e dalla cattiveria; mantengo un certo distacco nell’affrontare le cose. Non ho perso la sensibilità,semplicemente la dispenso a chi la merita. Perché certe persone non cambiano mai e continueranno sempre a comportarsi in un certo modo,ma sono cambiata io e non permetto più loro di farmi del male
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Ciocca 1912-2012
Cento anni di storia nel tessile / One Hundred Years of History in the Textile Industry
a cura di Massimo Martignoni
Skira, Milano 2012, 207 pagine, 25X29cm, ISBN 978-88-572-1369-9
euro 50,00
email if you want to buy [email protected]
I primi 100 anni di attività del Calzificio Ciocca, esempio centrale di industria tessile italiana del XX secolo.
Un traguardo importante, i cento anni di attività, è l’occasione per raccontare un percorso aziendale profondamente intrecciato con la vicenda generale del tessile in Italia. Il secolo di vita compiuto dal Calzificio Ciocca corrisponde infatti, per tempi e risultati, a una delle centrali esperienze industriali italiane del ventesimo secolo. Non si celebra tuttavia in questo volume una nostalgica rimembranza di fasti trascorsi. Spinti dall’esempio del fondatore Luigi Ciocca e del figlio Giuseppe, artefice del consolidamento del marchio, i Ciocca della terza e quarta generazione non si trovano impreparati. Le trasformazioni del settore li hanno portati a individuare una più elastica strategia manageriale, non imperniata come nel passato sul processo produttivo, spingendoli al tempo stesso a una riconversione quasi antropologica della loro identità imprenditoriale: aperta alle sollecitazioni del mondo dell’arte contemporanea e della moda, consapevole del proprio agire in uno scenario internazionale. Ciocca 1912-2012. Una storia che continua. Massimo Martignoni, storico dell’arte e giornalista, è autore di numerosi studi e ricerche riguardanti l’architettura moderna e il design. Tra le sue pubblicazioni: La più amata dagli italiani. Scavolini 1961-2011 (Skira 2010); La Triennale di Milano (Skira 2008); Gio Ponti. Gli anni di Stile 1941-1947 (Abitare Segesta 2002).
02/03/24
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Quanto mi fa incazzare che Napoli potrebbe essere una di quelle città inferiori a poche..ma non so di chi sia la colpa, non hanno voglia ecc..ma non mi capacito come una scuola che ha più sedi in tutta Italia, questo percorso triennale che ti permette di prendere questa sottospecie di laurea ci sia un differenza di progetti tra Milano e Napoli, che quello di Milano è molto più completo ma alla fine i costi sono uguali. Poi uno non si deve incazzare, fate passare proprij o genij.
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oggi, 10 novembre, a milano, in triennale: performance "il sogno di un drago", di antonio syxty
PERFORMANCE @ LA TRIENNALE DI MILANO viale Emilio Alemagna 6 Il sogno di un drago Antonio Syxty oggi, 10 novembre 2024, alle ore 18.00 Ingresso gratuito, su registrazione. Durata 40′ In occasione dell’ultimo giorno di apertura della mostra Io sono un drago. La vera storia di Alessandro Mendini, si presenta – insieme a Fondation Cartier pour l’art contemporain – una performance di Antonio Syxty…
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Ettore Sottsass | Design Metaphors https://www.artlimited.net/agenda/ettore-sottsass-design-metaphors-exhibition-fondazione-la-triennale-di-milano/en/7585750
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DANILO REA_OPERA IN JAZZ
Per rendere “simpatico” il jazz al grande pubblico non c’è strada migliore che cercare di renderlo digeribile con ibridazioni e ammiccamenti con i ritmi della grande musica popolare. Operazioni simili si sono già viste alla televisione, per esempio per la danza, basta ricordare le trasmissioni televisive di Roberto Bolle che si è prestato a questa operazione di grande divulgazione (e quindi forse anche Andrea Bocelli andrebbe ascritto ai grandi divulgatori in campo musicale per la lirica). Un’operazione simile con il jazz la fa Danilo Rea che a JazzMI ha presentato, sabato scorso al Teatro della Triennale di Milano (ex-Teatro dell’arte), “Opera in jazz”, operazione piuttosto compressa, volta a portare il jazz a dialogare con i grandi interpreti del passato della lirica italiana. Pezzi ed arie celeberrime dell’opera lirica sono rielaborate al pianoforte in chiave jazzistica, mentre su uno schermo scorrono immagini, fotografie e filmati storici degli interpreti dell’opera. Si incomincia con una “Casta diva” nella memorabile e irraggiungibile interpretazione di Maria Callas da “Norma” di Vincenzo, Bellini, si prosegue con “Una furtiva lagrima” dall’ “Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, cantata da Enrico Caruso, e via via fino ad arie meno consumate dall’uso, ma sempre di grande impatto, concludendo, per il bis, con la canzone italiana per eccellenza, ovvero quel “O sole mio” di Alfredo Mazzucchi e Eduardo Di Capua, celebrata, cantata e ricantata in tutto il mondo con una impennata di celebrità in questo nuovo millennio. E il jazz? Bisogna riconoscere che, nonostante queste operazioni siano sempre un po’ rischiose, il risultato è assolutamente pregevole, date anche le capacità tecniche di prim’ordine di Danilo Rea. Non era facile, come lo stesso Rea ha ricordato dal palco al folto pubblico, dialogare con un cantante o una cantante che in realtà non ti ascolta, la cui voce, anzi la cui registrazione monofonica della voce, proviene dalla notte dei tempi della musica riprodotta. Rea riesce eccellentemente nell’operazione, tanto che qualche aria sembra continuare naturalmente nella sua tastiera poliedrica. Se qualche dubbio resta, almeno a me, è il senso generale dell’operazione, come se il jazz non bastasse a sé stesso e altrettanto vale per l’opera lirica. Ma io oltre a non fare testo, sono sempre un po’ troppo esigente e un po’ troppo rigoroso, anche con me stesso, e queste “scampagnate musicali” mi sembrano sempre un po’ delle operazioni azzardate. Quelle che invece sembrano proprio di difficile digestione, sono le immagini proiettate sullo schermo, di una bruttezza e di un cattivo gusto esemplari: elaborazioni elettroniche di rose che fioriscono, fiocchi di neve da centro commerciale, bolle, riflessi, ombre e tramonti napoletani degni di una pizzeria. Forse, se proprio necessario, sarebbe bastato proiettare le rare immagini della Callas, di Beniamino Gigli, di Mario del Monaco o di Mascagni, Rossini e Puccini nel loro originale e fascinosissimo b/n. Spero soltanto che il Roberto Grossi che ha curato la parte video della serata, non sia lo stesso Roberto Grossi, ex studente nella mia stessa scuola e scenografo di mia conoscenza, perché sarebbe la fine di una amicizia…
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✨ Oggi per la nostra gallery #LightOnStilluce pubblichiamo gli splendidi scatti di Monica della sua nuova Acrilica di Oluce ✨
OLuce, fondata nel 1945, è l’azienda italiana di Design più storica attiva nel campo dell'illuminazione 💡
Acrilica, progettata da Joe Colombo e suo fratello Gianni, è stata realizzata nel 1962 e soprannominata "Acrilica" per la sua sorprendente curva in materiale acrilico 🌀
Il metacrilato, usato ad alto spessore e curvato, permette alla luce di risalire lungo il corpo trasparente illuminando in modo incredibile la testa della lampada ✨
Questa magia di luce ha vinto la medaglia d'oro alla XIII Triennale di Milano nel 1964 🏅
Bellissima come gli scatti di Monica! 👏👏👏
Vuoi essere pubblicat* come autor*? Fotografa la tua lampada preferita, tagga @StilluceStore e usa #LightOnStilluce! 📸
Con Acrilica e tutta la collezione Oluce, aggiungi ICON al carrello e ottieni uno sconto extra su prezzi già scontati! Promo valida fino a domenica 26 maggio! 😱
La Casa comincia dalla Luce.
#OLuceMilanoDal1945#OLuceLighting#OLuceLamp#JoeColombo#JoeColomboDesign#JoeColomboLamp#GianniColombo#GianniColomboArchivio#OLuce#OLuceAcrilica#OLuce281#1962#StilluceTips#StilluceStore
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(vía TRIENNALE DI MILANO: GIANCARLO DE CARLO. UNEDITED SKETCHES - arcVision.org)
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Era il 1933 quando Alfonso Bialetti, nella sua officina per la produzione di semilavorati in alluminio - Alfonso Bialetti & C. Fonderia in Conchiglia - di Crusinallo (VB), diede vita ad un nuovo apparecchio per preparare il caffè: la Moka Express, dal nome della città yemenita di Mokha, una delle prime e più rinomate zone di produzione di caffè.
Il nuovo apparecchio, vero gioiello di ingegneria, fu una vera e propria rivoluzione.
La moka aveva, allora come oggi, una struttura in lega di alluminio con maniglie in bachelite ed era composta da tre parti: il bollitore o caldaia, il filtro dosatore e il raccoglitore per il caffè. Come previsto dal brevetto del sistema "Moka", la forma (in sezione trasversale) ottagonale serviva (serve) ad aumentare la presa in caso di superficie bagnata. Il progetto rimane tutt'ora invariato nella sua totalità dopo ottant'anni e la sua produzione avviene ancora in Italia.
Elegantissima, futurista, famosa in tutto il mondo, se ne sta lì, in piedi, nella collezione permanente della Triennale di Milano, in quella del MoMA di New York e nella nostra cucina.
È democratica, umile e funzionale: come voleva il dogma del design razionalista, costa pochissimo.
Con quel fischio familiare e quel profumo di caffè che ti avvolgono ogni mattino rendendoti misteriosamente felice, appartiene a quella classe di oggetti che solo uno sciocco potrebbe credere inanimati.(web)
Foto - Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell' industria, del commercio e dell'artigianato, Ufficio italiano brevetti e marchi, serie Modelli, n.34833 Moka Bialetti.
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Valentino partner della Triennale di Milano nel centenario
La maison Valentino rafforza il suo legame con il mondo dell’arte sponsorizzando una delle mostre che s’inseriscono nelle celebrazioni del centenario di Triennale Milano. L’esposizione, un tributo alla pittura italiana contemporanea, apre nel mese di ottobre 2023 e segna un capitolo significativo nel dialogo di Valentino con l’arte. La mostra, intitolata “Pittura Italiana Oggi”, a cura di Damiano…
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oggi è il compleanno di Lucio Fontana ma io e @excoquo non siamo insieme al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris (o al museo del novecento di milanomerda) ad ammirare il suo concetto spaziale in neon fatto per la triennale di milano(merda)
pura rosafobia e lesbofobia
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Peter Lindbergh
text by Martin Harrison
Schirmer/Mosel, Munich 1998, 96 pages, 25 x 38,5 cm, Softcover, ISBN 3-88814-117-6, English text
euro 120,00
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Mostra Triennale Milano 6 marzo 12 aprile 1998 a cura di Franca Sozzani, direzione artistica Luca Stoppini
A very rare and beautiful catalogue published on the occasion of the exhibition "Peter Lindbergh", organized by La Triennale di Milano, Milan. Peter Lindbergh (1944 - 2019) was one of the most significant and sought after fashion photographers of the past forty years, and was closely associated with the rise of the ‘supermodel’ during the 1980s.
Les photographies de Peter Lindbergh paraissent dans les magasines Vogue, Marie Claire, Stern, Allure, ou encore Harper's Bazaar. L'ouvrage reproduit en trés grande partie des photographies en noir, en pleine page, de nus ou de portraits
18/06/23
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