#tradisce
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Premio: "è meglio che sto zitto" assegnato a Maurizio Scaltriti.
L'analfabetismo funzionale di Maurizio Scaltriti (@ScaltritiLab su Twitter).
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Quali sono i principi della deontologia medica?
1) Rispetto per i diritti e la dignità di ogni persona
2) Competenza
3) Responsabilità
4) Integrità
che non ritroviamo nell'atteggiamento sopra riportato in allegato, e ciò va a discapito dell'autorevolezza della scienza stessa.
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#Maurizio Scaltriti#@ScaltritiLab#analfabeta funzionale#analfabeti funzionali e dove trovarli#VP Translational Medicine#Early Oncology#AstraZeneca. Previous Associate Director of Translational Science at MSKCC. Co-founder of http://medendi.org.#metastasi#divulgazione#ricerca#cancro#tumore#https://twitter.com/ScaltritiLab/status/1656910485600567296#https://twitter.com/ScaltritiLab/status/1655257807791304705#https://twitter.com/ScaltritiLab/status/1655216983460175877#e ricapiterà.#commenti#parassita#tradisce#spesso#fenotipo#specifico#chiamare#persone#come lui#pure#gentile#problemi#problemi familiari#tutti
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Noi qui a parlare di sindrome di Sanremo ma Amadeus è la prima vittima. Lui ha personificato il festival. He wants to fuck that show.
#in che senso tradisce la moglie con il festival nel promo ma non è geloso di pippo baudo#Amadeus io spero per la tua sanità mentale che sia l'ultimo#sanremo
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oggi decisa a far esplodere la apple, molto molto decisa.
#tim ti aspetto sotto casa#io devo prendere appunti#non puoi farmi sprecare ore della mia vita così#la carta non tradisce mai#ma gli appunti ordinati e molto carini sono più appaganti
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In Germania re Carlo non tradisce l'eredità "europeista" di Elisabetta
Al parlamento tedesco il monarca chiede di "trarre coraggio dall'unità" mostrata dall'Occidente nell'assistere l'Ucraina. Sintonia sulla difesa dei "valori comuni"
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Tolto il vestito di maglia, ammiro la perfezione delle tue forme. Sei una gran donna, femmina al midollo. Pregusto ciò che sto per farti fra un po'. È un momento magico, questo. Il ponte levatoio delle tue difese è totalmente abbassato. Il tuo odore mi avvolge e cattura: ti voglio. Tantissimo. Percepisco in te emozioni contrastanti.
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Sentimenti sottili, che vanno da un minimo timore a un grande desiderio di ricevere il solito trattamento. Non riesci a guardarmi negli occhi, hai un sorriso stampato. Che probabilmente tradisce un tuo interiore complesso di colpa. Muovi il culo: vai in camera. Preparati, lubrificati. Arriverò fra due minuti. Anche ben sollevate, pancia sotto. Voglio fottere. Si, lo so: vuoi il latte...
Aliantis
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L'innocente
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Era l'espressione del viso di lei che mi faceva impazzire. Potevi chiaramente scorgere un'assoluta, altera e acerba giovinezza. E poi ombre di sfida, bellezza pura ed erotismo. Racchiusi in uno sguardo spudorato, solo apparentemente senza alcuna malizia. Solo io sapevo quello che erano capaci di combinare sul mio corpo quelle labbra.
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Soltanto io avevo avuto il privilegio di sentirmi sussurrare all’orecchio richieste assolutamente sconvenienti e oscene: “dominami, fammi godere, voglio di più, dammene ancora, lascia che ti faccia provare il paradiso.” Solo io avevo avuto il privilegio di godere dei suoi seni appena accennati, freschissimi, delle sue bellissime natiche e del tesoro dolce che proteggevano. Che adoravo e che mi accoglieva grato, elastico e avido.
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Approfittavo largamente di quelle sue doti, per la soddisfazione dei sensi di entrambi. Non mi era infatti consentito violare la virtù vaginale di quell'angelo: lei voleva arrivare illibata all'altare. E io la rispettavo. Dopo gli incontri si rivestiva, usciva da casa mia e tornava la brava ragazza che tutti conoscevano. Studentessa modello dell'ultimo anno di liceo e promessa sposa ancora vergine del brillante - giovanissimo anche lui - futuro erede delle fortune di una delle famiglie più facoltose e note in città.
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Innamorato cotto al punto di volerla sposare subito dopo il diploma. Lo capivo benissimo. Nessuno sospettò mai di nulla. Io, trentacinquenne travet con un lavoro modesto, non avrei mai potuto darle nulla di quello che avrebbe avuto da quella famiglia e che meritava. Lo sposò l'anno dopo, come da copione. Ma il pomeriggio del venerdì prima del sacro rito mi fece passare due ore da sogno. Ripassammo tutto il repertorio.
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Quando finimmo, mi diede un lunghissimo bacio d’addio e pianse. A dirotto. Titubava, aveva dei ripensamenti. Tardivi, ormai. Per troncare tutto e spingerla verso il futuro benessere, fui sarcastico, addirittura cattivo. La trattai da puttanella egoista e viziata, un'opportunista in cerca soltanto del sesso con un uomo maturo, altro che amore. Capivo che dovevo farlo. E lei mi guardò per la prima volta con occhi carichi d’odio. Solo allora capii che l’amavo da morire. Adesso sono passati più di quindici anni. Possibilmente è ancora più bella.
È calda e sensuale. Il potere di attrazione di una donna nella piena maturità è più sottile e pervasivo di quello della gioventù. Lei, consciamente o no, entra nel tuo cervello non appena la vedi. Nei sensi il desiderio di lei ti arriva subito dopo, in automatico. E io la osservavo tutti i giorni. Non se n'è mai accorta. Era il mio hobby, osservare la sua evoluzione nel tempo. Universitaria sposata dapprima, madre amorevole poi. Grazia pura. Amore mio nascosto e sofferto.
Ha saputo da poco che lui la tradisce. L’unico a cui avrebbe potuto confessarlo, per trovare un po’ di consolazione e calore, ero io. E infatti me l'ha scritto. Nessuno scrive più lettere, ormai: lei si. Ho aperto la busta. Dapprima ho baciato il foglio e subito dopo ho letto le sue parole. Col tempo e l’esperienza lei ha capito che avevo sacrificato il mio grande amore per lei allo scopo di spingerla verso una vita agiata. Ed era grata, ma allo stesso tempo me ne faceva gran colpa. Aggiungeva il suo numero di telefono.
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Ci siamo sentiti. Il mio cuore era pazzo di gioia. Oggi pomeriggio ci vedremo. Prima volta dopo tantissimo tempo. Eoni. Lui è fuori città per lavoro. Lei invece è assolutamente sicura che stasera la passerà con l’altra. Chissenefrega, di lui. Non so cosa succederà, tra noi. Ma lo so benissimo, invece. Ho l'anima in subbuglio. Pulisco il mio piccolo appartamento da scapolo come non ho mai fatto prima in vita mia. Il vino bianco è in frigo e ho comperato il gelato che le piaceva.
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I gusti fondamentali raramente cambiano. Almeno lo spero. Si torna sempre con la mente e inevitabilmente dalle persone con cui stavamo bene, o ripercorriamo le situazioni in cui eravamo felici. A volte portiamo appresso anche il corpo. Come lei oggi. Oddio, non ragiono più: la amo. Più di prima. Questa è l’unica cosa che so. E ormai è l’unica che conta, per me. Vieni, amore mio: qui troverai un cuore che batte da sempre solo per te. Pochi mezzi economici, ma tanto calore. Per tutto il resto poi vedremo insieme…
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RDA
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Se la lettura del labiale non mi tradisce, questo momento tenerissimo tra Annalisa e Mahmood: Mahmood: Avete spaccato, raga! Annalisa: Grazie, pure tu. Ma che cazzo hai fatto prima, che cazzo hai fatto tu prima!? [...]
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“Scaccia la paura e la paura della paura. Per qualche anno le cose basteranno. Il pane nel cassetto e il vestito nell'armadio. Non dire mio. Hai preso le cose solo in prestito. Vivi nel tempo e capisci che poche cose ti servono. Accasati. E tieni pronta la valigia. E’ vero quello che dicono: ciò che deve succedere, succederà. Non andare incontro alla pena. E quando arriva, guardala tranquillamente. E’ effimera come la felicità. Non aspettare nulla. E abbi cura del tuo segreto. Anche il fratello tradisce se si tratta di te o di lui. Prendi la tua ombra come compagna. Scopa bene la tua stanza. E saluta il tuo vicino. Aggiusta il recinto e anche il campanello alla porta. Tieni aperta la ferita dentro di te sotto il tetto delle cose che passano. Strappa i tuoi piani. Sii saggio e credi nei miracoli. Sono iscritti da tanto tempo nel grande piano. Scaccia la paura e la paura della paura.”
Mascha Kaleko
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Sia l’abbrutimento dei soldati sia l’indifferenza della popolazione civile israeliana derivano da una disumanizzazione dei palestinesi che da tempo si dispiega incessantemente. 57 anni di barbarie dell’occupazione e la persistente cancellazione del conflitto israelo-palestinese dall’agenda politica di Israele e del mondo (come portata avanti intenzionalmente soprattutto da Netanyahu) hanno mostrato il loro inevitabile effetto. La vita umana palestinese per la maggior parte degli ebrei israeliani non vale molto, meno che mai dopo il 7 ottobre e meno ancora quando si tratta degli abitanti di Gaza che dall’attuale Governo israeliano vengono definiti nella loro quasi totalità come terroristi di Hamas. Un’equiparazione della catastrofe di Gaza con Auschwitz non è sostenibile – la rigetta anche Gideon Levy nel suo editoriale. Ma non è questo il punto. Per troppo tempo la politica israeliana ha strumentalizzato la singolarità di Auschwitz per scopi politici eteronomi. Dalla Shoah non si può trarre insegnamento, neanche quello del postulato ideologico di quanto fosse necessario creare un “rifugio per il popolo ebraico”, come ora dovrebbe essere diventato evidente. Semmai, dalla Shoah, si potrebbe far derivare come messaggio astratto unicamente il principio guida di una società impegnata a minimizzare se non a rendere impossibile che degli esseri umani continuino a produrre vittime umane. Questo potrebbe essere ciò che Walter Benjamin intendeva con il «debole potere messianico» che viene attribuito a ogni generazione presente in relazione a generazioni passate. E proprio in questo si manifesta l’orrendo tradimento che Israele (non solo adesso, ma ora con una smisuratezza di sua scelta) ha commesso nei confronti della memoria di Auschwitz. E in questo, esattamente in questo, sta la spaventosità del simbolo che il primo ministro israeliano non parteciperà alla cerimonia di commemorazione dell’80° anniversario della liberazione di Auschwitz perché deve temere di essere arrestato come quel criminale di guerra che in quanto rappresentante di Israele è.
Se Israele tradisce la memoria di Auschwitz
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Parlo per me
Molte serie televisive poliziesche sono costruite con il meccanismo della sottotrama. Una vicenda, cioè, che rimane per così dire sullo sfondo mentre le indagini secondarie vengono portate a termine. Questo filo rosso narrativo riguarda solitamente uno o più protagonisti. E ha svariate caratteristiche: è misterioso, avvincente, e suscita grandi aspettative. Faccio qualche esempio: l'identità del serial killer John il Rosso in The Mentalist; l'improvvisa scomparsa - della durata di due mesi - dello scrittore Richard Castle in Castle; le trame della perfida Moriarty in Elementary; l'omicidio dell'amatissima moglie dell'investigatore Monk in Monk. Il problema è che spesso la risoluzione del mistero non è all'altezza. Tradisce le aspettative che si era portate dietro. Rivelandosi di una banalità a dir poco allucinante. Posso capire non sia facile, eh. Ma un po' di impegno in più non guasterebbe. Parlo per me, ovviamente.
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Per arrivare a te, devi tradire molte volte e molte persone. Primo, devi tradire il patto familiare, che ti veste di abiti non tuoi, che ti dà un volto che non riconosci e una direzione che non t’appartiene. Poi devi tradire la scuola, che t’insegna solo il valore dell’obbedire e mai quello di essere scomodo, originale, che colora fuori dalle righe. Devi tradire la società e le sue idee di giusto, sbagliato, bello, buono e sano. Devi tradire, cioè rompere i patti interni che hai stretto con tutto quel che ti ha fatto tradire te stesso, perché te stesso non lo puoi tradire. Perché chi tradisce sé stesso alla fine comunque tradirà tutti, non uscendo dai patti, ma rendendosi inaffidabile. Che è diverso. Tradisci consapevolmente per non abbandonarti, per non tradire più.
Claudia Crispolti
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Puoi cercare in tutti i modi di imbruttirti, di mortificare la tua avvenenza. Facendoti ritrarre in posti degradati o trascuratissimi. Ma la tua bellezza esce fuori intatta, prepotente e luminosa comunque. Parla il tuo viso. Urla l'espressione dei tuoi occhi. Ti tradisce la postura del tuo corpo nervoso.
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E seppure da lontano, solo guardando la tua figura in foto, sento l'urgenza di toglierti quell'abitino e appoggiare le mie labbra sulle tue, farle scivolare piano giù... giù fino alla rosa blu tatuata che ben conosco, per iniziare quindi a farti volare. A farti capire quanto ti amo.
Aliantis
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Una rosa blu (Michele Zarrillo)
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"Non ti accorgi che anch’io sono uno che si muove maldestro, che ogni mio gesto tradisce il desiderio, l’insoddisfazione, l’inquietudine? Ma anch’io quello che voglio è soltanto l’essere uno che sa quello che vuole!"
Italo Calvino - Il cavaliere inesistente
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Quando Charlie Chaplin decise di sposare Oona, di 30 anni più giovane, fu per vero amore.
Le disse: "Sposami per insegnarmi a vivere e io ti insegnerò a morire."
Lei rispose: "No Charlie, mi sposerò con te affinché tu mi insegni a crescere e io ti mostrerò come restare giovane fino alla fine."
Fu un matrimonio stupendo, ebbero 8 figli e vissero insieme fino alla morte di Charlie all'età di 88 anni.
Chi ama non è duro, non si annoia, non fugge, non lascia, non tradisce e non si nasconde dietro scuse artificiali e fragili.
Fu in quel momento che compose la canzone "Candilejas", una delle sue strofe recita così: "Sei arrivata nella mia vita quando me ne stavo andando, tu sei luce di aprile, io un tardo pomeriggio grigio", dedicata al suo vero amore, OONA.
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Ti diranno di non sognare più. Ma tu insisti. I sogni si avverano solo per chi non li tradisce mai.
..:: SdB ::..
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