#ti amo ma posso spiegarti
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con-la-e-finale · 2 months ago
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lasopravvissuta04 · 1 year ago
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A te che sei importante per me
Non penso ti manderò mai questo messaggio perché dopo tutto quello che è successo ho un po’ paura a parlare e a dire cosa penso…ultimamente nonostante stia provando a mascherarlo non sto benissimo con me stessa, non mi lamento per carità però i momenti di buio dal quale non riesco ad uscire non sono passati…come ti dicevo in questi giorni si sono fatti sotto alcuni problemi che pensavo di aver ormai superato ma che purtroppo cosi non è stato. Non parlo di cibo o autolesionismo…quello ne ho avuto abbastanza (anche se non riesco a cancellarli dalla mia mente), parlo di altri problemi che mi spaventano e mi tormentano la testa… sono molto spaventata dal nostro ritorno perché ho capito cosa significa per me stare senza te e non riesco a gestirlo. Vorrei che le cose tornassero come prima ma ho davvero tanta paura e penso anche tu, credo. Io ci provo a essere quella di sempre, quella dolce e sempre disponibile ma non so più se questo ti va bene, non so se ti piaccio o se stai con me solo per un attaccamento emotivo…non lo so davvero. Sto provando a cambiare, ad essere una persona migliore per piacerti ma ho la continua paura di sbagliare tutto di nuovo. Spero davvero questa sia la volta giusta perche un’altra botta ora, per quanto possa impegnarmi, non penso la supererei. Ho provato con tutta me stessa ad andare avanti, a “dimenticare” tutto per non starci più male ma certe cose non si dimenticano, certe sensazioni, certe frasi e certe promesse. Tutto ciò che è successo tra noi è stato magico e vorrei solo accadesse nuovamente, ma non parlo solo di fare l’amore, in generale, scherzare, tu che mi pettini, mangiare insieme, vedere il tramonto con le canzoni di Bob Marley, stare abbracciati senza vestiti sul letto, fare la doccia insieme…tutte emozioni nuove che mi hai regalato tu e di cui ti ringrazio immensamente perché mi hai insegnato ad amarti, accettarti ed apprezzarti veramente ogni momento. Mi hai insegnato ad accettare ogni tuo difetto e a trovarci il lato positivo per farlo diventare un pregio, sei un ragazzo molto speciale per me e voglio solo il meglio per te…l’altro giorno ero disposta a rimanere “amica” tua per non perderti, nonostante quella fosse la scelta più dolorosa della mia vita. Ti amo davvero con un amore che è inqualificabile e non so spiegarti come sia nato, se con uno sguardo, un bacio, un abbraccio o se con tutto insieme però è successo e ora non posso farne a meno. So che a volte con i miei messaggi ti rompo il cazzo e ti rompi a leggerli però sappi che non sei obbligato, giuro, sono solo cose che vorrei dirti a voce ma non riesco e sento il bisogno di liberarmene. A volte li inizio a scrivere con il pensiero di non mandarteli, però poi rileggendoli capisco quanto sia importante che tu sappia queste cose. Prima ero “quella senza sentimenti” perché pensavo che dopo tutte le delusioni, l’unica soluzione per non soffrire più fosse staccarsi da tutti ed essere apatica, non provare nulla per nessuno ma poi sei arrivato tu, che piano piano mi hai fatta aprire con te capendomi ed apprezzandomi così giorno dopo giorno e notando ogni piccolo cambiamento per migliorare. Io spero davvero questa relazione funzioni perché per me è davvero speciale. Tu sei davvero speciale per me. Grazie per tutto e scusa se rompo il cazzo per dormire con te in chiamata, non lo faccio più giuro…Hai ragione, è una cosa inutile.. scusami…per me ogni istante con te è molto importante perché potrei perderti di nuovo da un momento all’altro…notte
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poesiaincompresa · 2 years ago
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Vorrei sapere come fai...😔
Ti ho messo il mondo🌍 fra le mani e tu me l'hai tirato in faccia.🏌🏼‍♀Vivrei due volte per spiegarti quello che non sai, ma ormai ho perso tutto e la tua assenza qua mi schiaccia.
In sostanza, mi hai fottuto🤷🏻‍♀😔 mi hai lasciato a mani vuote...
"Si è visto quanto bene mi hai voluto." 😭 (VAFFANCULO)🖕🏼😭 DIO B**************
Mi rifiuto, davvero, non ho la forza per parlarti perché a sentire ste stronzate si diventa matti.🤯😩 Provo ad ignorarti ma se ti amo come faccio a vedere i nostri mondi distanti? Prova a guardarmi sei il mio inizio🔙e la mia fine🔚
come posso scordarti? Non bastano i pianti se continuo ad amarti, se tu mi scarti se quando provo ad accarezzarti poi ti scansi. Non so farmi da parte, non vado via. Far parte della tua vita è anche far parte della mia. 😞
E non va mai via anche se vado via...🚶🏻‍♀
tu continui la tua vita quando sei la mia vuoi qualcuno che resti con te, allora che problema c'è?🤔🤷🏻‍♀
Spiegami perché tu continui a mandarmi via. 🥺
Tu compari per poco e poi sparisci💥io continuo a urlare parole che non capisci🤦🏻‍♀ subisci da chi rischi di perdere 🪢unisci🪢quei sogni non andati lisci e poi è con me che te la vieni a prendere.
Di tutti i miei vizi, il più difficile da spegnere.
Lo posso ripetere ma tanto non capisci.
*Tuttu tempu pessu cu tia* 😐
Sarai la risposta ogni volta che potrò scegliere, sei la malattia💊e tutto ciò che può guarirmi.💉
Non so più darmi importanza come la davo a te😭😭😭😭😭 ma non c'è neanche speranza che il tempo ti riporti da me. Non c'è💔
NON C'È 😭😭😭😭😭😭😭😭😭
@occhicastanitristi-blog @cuoregelidoo-blog @delusa-da-tutti
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ca-la-bi-yau · 4 years ago
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Ti amo ma posso spiegarti, di Guido Catalano.
Ti amo ma posso spiegarti, di Guido Catalano.
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Guido Catalano è uno dei miei amori letterari, non posso più fare a meno di leggere qualunque cosa lui scriva. Speravo di incontrarlo al Salone Internazionale del libro di Torino, ma sarà per il prossimo anno o almeno si spera.
Nel frattempo continuo a leggere le sue raccolte di poesie e mi sento la protagonista poco complice della canzone di Daniele Silvestri: lui piange e io rido. Le sue…
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roxieswar · 6 years ago
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ho aperto gli occhi mi sono alzato ho fatto il sole
no
ho aperto gli occhi mi sono alzato ho fatto il tè
quando io parto con l’arioplano
non è che parto spesso con l’arioplano
ma quando io parto
io faccio questa cosa:
io prima penso
poi dico ad alta voce
“mamma mia magari questa volta casca l’arioplano cade giù con me seduto dentro”
questa è una tecnica
in questo modo
l’arioplano non cade mai
perchè sennò io avrei dei poteri divinatori
che non ho
è una tecnica
io adesso, è giusto che tu lo sappia
io adesso sto per uscire dalla mia casa
godere questo sole che è un ottobre in gentilezza
e faccio una passeggiata
però io, sappilo
ho fatto un errore
ho pensato e poi detto ad alta voce
“e beh, io adesso passeggio e magari per sbaglio io la incontro affaccendata nelle sue faccende che cammina tutta affaccendata così con quel passo un po’ veloce e ci incontriamo magari come nei film americani che contemporaneamente giriamo l’angolo e ci scontriamo e a lei cascano tutti i pacchetti e pacchettini e io le dico scusa e la aiuto a raccogliere i pacchetti e pacchettini e poi ci accorgiamo che siamo noi e ci sorridiamo e lei mi dice andiamo a prendere un caffè e io le dico certo sarebbe bello e passeremmo tutto il pomeriggio seduti dietro una grande vetrata a chiacchierare e a guardarci e a guardare il marciapiede e gli alberi autunnali di New York che io mi immagino che saremmo a New York mica a Torino perchè a sto punto io posso immaginare quello che mi pare e lei cioè tu saresti vestita in un certo modo tipo con una gonna credo una gonna sì e altre cose a tua scelta delle scarpe basse e delle calze colorate e il resto decidi tu”
ora questo però
ora questa cosa molto bella
che sarebbe potuta succedere
non può più succedere
me la son giocata
come uno stupido
come quando ho paura che cade l’arioplano
solo che tu non sei un arioplano che può cadere
tu sei una ragazza con i pacchetti e i pacchettini
che avrei potuto incontrare per sbaglio
un pomeriggio d’ottobre
che c’è pure il sole
e c’è il cielo
e c’è il dolore
e ci sei tu
e c’è la solitudine
e ci sono io
e c’è sto ragno che mi guarda da mesi dall’angolo in alto a sinistra
come addirmi, ma tu sei pazzo
ma ringrazia che non ti ho ancora ammazzato e che ti ospito, cretino
e insomma, lo sai, c’è da avere paura
e io
ne ho
abbastanza
Guido Catalano
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vincislao · 7 years ago
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“E sfarfalleremmo bene insieme io e tu”
-Guido Catalano
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lovemeorhatemeluu · 7 years ago
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Ti amo ma posso spiegarti- Guido Catalano
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swingtoscano · 2 years ago
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ti amo, ma posso spiegarti”
le dissi
“un ottimo titolo per un libro di quelli che vanno adesso”
mi disse
“sì ma io te lo dissi per davvero”
le dissi
“non sprecarlo con me, facci un bel romanzetto di giovanilismo alla moda”
mi disse
“ma scusa, cristomadonna, io ti dico una frase d’amore e tu mi dici di farci un titolo di merda?”
le urlai
“non t’incazzare, lo dico per te, con un buon titolo hai fatto il cinquanta per cento”
mi sussurrò
“allora senti questo” le dissi “cazzi ne hai presi più tu che un esercito di mignotte da sbarco”
“sei un cretino, e poi è vecchio, e poi l’Einaudi non te lo passa”
“e la Feltrinelli?”
“neanche”
“la Mondadori?”
“manco la Mondadori”
“dici?”
“dico”
“ci vieni con me a limonare duro al concerto degli ACDC conosco uno che monta i palchi e ci fa entrare gratis?”
“no”
“guarda che non è una proposta, è un titolo”
“fa schifo”
“dici?”
“dico”
“mi trovi basso?”
“sì”
“mi trovi grasso?
“sì”
“potresti trovarmi se mai mi perdessi?”
“farei del mio meglio”
“quindi?”
“quindi mettiti comodo e spiegami dettagliatamente questa cosa curiosa che mi ami, cercando di essere convincente come se stessi tentando di persuadere un intero plotone d’esecuzione pronto a far fuoco sul tuo corpo inerme, a graziarti ”
“come titolo non è un po’ lungo?”
“fai tu”
Guido Catalano
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canesenzafissadimora · 3 years ago
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Che cosa c'è
c'è che mi sono innamorato di te
c'è che ora non mi importa niente
di tutta l'altra gente
di tutta quella gente che non sei tu
che cosa c'è
c'è che mi sono innamorato di te
c'è che ti voglio tanto bene
e il mondo mi appartiene
il mondo mio che è fatto solo di te
come ti amo
non posso spiegarti
non so cosa sento per te
ma se tu mi guardi
negli occhi un momento
puoi capire anche da te
che cosa c'è
c'è che mi sono innamorato di te
c'è che io ora vivo bene
se solo stiamo insieme
se solo ti ho vicino:
ecco che c'è.
Gino Paoli
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miryfe · 3 years ago
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Non so spiegarti quanto in un mese tu sia riuscito a stupirmi ed emozionarmi ogni giorno. È vero, un mese è poco, ma mi sembra di aver vissuto già così tante cose con te, sei diventato importante e non poco. Mi sembra una cosa così fuori dal mio controllo. Non mi aspettavo di trovare qualcuno capace di abbattere i miei muri in così poco tempo. Non mi aspettavo saresti arrivato in realtà, mi hai preso alla sprovvista fin da subito, come fai ogni giorno con piccoli gesti che non ho mai e dico mai ricevuto da nessun altro. Con te io riesco ad essere me stessa. I sorrisi che mi fai, che fanno sempre sorridere anche me ed innamorarmi sempre più, i tuoi dannati occhi, la voglia che ho di vederti ogni giorno, la voglia che ho di stare con te e mi manchi quando non siamo insieme.
Forse è vero ci sono persone nate collegate ci sono persone che non possono non amarsi.
Sei parte di me e io sono parte di te.
Ripeto, un mese per qualcuno può significare poco ma per me questo mese è stato qualcosa di speciale, insomma sei entrato nella mia vita come se la porta fosse aperta, mi hai travolta in pieno come un fottuto treno e mi hai sconvolta in meglio. Sei il motivo per restare, unico motivo per sorridere, anche perché solo tu sei riuscito a strappare un sorriso a chi ormai non sorrideva da tempo..
Un mese, un mese di noi.
Un mese indimenticabile e come questo, spero di passarne molti altri con te e anche se così non fosse, posso assicurarti che rimarrai sempre nel mio cuore, come un chiodo fisso.
*_Fino all’ultima parte di me.. sempre_*
Ti amo, da sempre e così sarà per il resto dei miei giorni.
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corneliaharris · 4 years ago
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No, non mi ami.
Non si è degnata di rispondere al biglietto anzi non l’ha proprio presa in considerazione come opzione e fino a qualche ora fa non pensava nemmeno di presentarsi a quell’incontro poi, però, ha prevalso la curiosità. È elegantemente in ritardo perché non aveva nessuna fretta di presentarsi ed è giusto che l’altro aspetti, almeno un po’. È ormai a pochi passi dal Serpeverde «Christian?» mormora con tono interrogativo, gli occhi che si assottigliano appena e rimane così, in attesa di qualcosa perché alla fine è l’altro che ha voluto incontrarla. Lei non ha nulla da dire.
Tutto per un secondo si fa silenzioso e ovattato al sentir pronunciare il suo nome mentre il suo viso arrossisce. Si volta. La vede, li, in piedi di fronte a lui, gli occhi socchiusi come a scrutarlo, «c..c..ciao Nell» accenna un sorriso, come se non avesse mai sorriso prima in vita sua, come se si fosse dimenticato come fare. Si stacca dal cornicione e fa un passo, forse un po’ troppo lungo verso Cornelia, la guarda per un secondo negli occhi e poi si distanzia un pochino per lasciarle il suo spazio «sono contento tu sia venuta…» sono le poche parole che sempre tremolanti gli escono dalla sua bocca, non per il freddo, quello ormai non lo sente più, ma per l’agitazione «… avevo bisogno di parlarti, e volevo farlo… beh… da soli ecco…» prende fiato, sembra che qualcuno abbia tolto tutto l’ossigeno dalla terra.
Inevitabilmente un sopracciglio si alza a sentir quel soprannome perché lui non l’ha mai chiamata così ma non dice niente, abbozzando solo un cenno del capo quasi come se volesse ricambiare il saluto senza scomodare le parole. Osserva quel sorriso e probabilmente anche il lieve rossore sul suo viso ma niente di tutto ciò scalfisce l’espressione piatta che ha sul viso. Solo il passo un po’ troppo lungo di Chris la smuove, facendola indietreggiare di un mezzo passo perché ha decisamente bisogno del suo spazio. «Non nego a nessuno la possibilità di parlarmi» Al contrario del Serpeverde, non si mostra affatto agitata ma rimane completamente distaccata da lui e quasi anche dalle parole che l’altro le rivolge. «Beh, sono qui» invitandolo sottilmente a parlare visto che sono lì per questo ma nonostante quelle tre parole non lo incalza, semplicemente aspetta.
«Beh..»  abbassando leggermente il capo e lo sguardo  «innanzitutto devo chiederti scusa, mi sono allontanato da te e per nessun motivo apparente… non so nemmeno io spiegarti il perché… credo solo di essermi spaventato da un tipo d sentimento che forse era più grande di me, qualcosa che non avevo mai provato» si azzittisce un secondo guardandola come a cercare di captare qualcosa «non credo ci siano parole per descrivere quanto il mio comportamento non sia stato corretto nei tuoi confronti e poi per cosa?» si gira leggermente a sinistra verso il cornicione sbattendo le mani su di esso mentre la neve poggiata sopra fa un balzo cadendo dallo stesso «per perderti senza motivo» abbassa il capo nella direzione opposta a quella di Cornelia come a nascondersi, si volta quindi di nuovo verso di lei avvicinandosi leggermente, la guada dritta negli occhi, i suoi sono lucidi «Harris» (...)  «non voglio perderti…» un secondo di silenzio «non posso perderti…» … «tu sei … meravigliosa» la bocca gli si riempie mentre pronuncia quella parola «e sei.. bellissima…» le dice portando la sua mano ad una ciocca di capelli di Cornelia e sistemandogliela dietro all’orecchio.
Le sue scuse non causano in lei grandi reazioni sebbene finisca a mordicchiarsi l’interno della guancia «Sai Christian» usa volutamente il nome intero per creare  una certa distanza tra loro «Io le scuse le posso anche accettare ma non cambia tutto il resto» ed esita un attimo prima di continuare «Avevi mille opzioni ed hai scelto la peggiore, ti sei allontanato senza motivo e soprattutto senza nemmeno mezza spiegazione» dice la sua, non si trattiene affatto ma il tono resta assolutamente controllato «Ed io ho provato, non ho lasciato perdere alla prima ma davanti a me c’era un muro e quasi sembravo io ad essermi immaginata cose» e ‘sta volta il tono le esce vagamente ironico ma un attimo dopo è già tornato quello di sempre. «Ti ci sono voluti quasi quattro mesi per capirlo?»  Quando usa il cognome è lei ad essere presa alla sprovvista e la mascella le si indurisce appena «Non credi che sia già successo?» domanda  ‘sta volta si aspetta davvero una risposta ma comunque procede nel suo chiedere «Non credi sia decisamente tardi?» il secondo interrogativo è decisamente più retorico. Della sfilza di complimenti non sembra essere lusingata, lo guarda solamente mentre il sopracciglio destro si alza appena quasi come se gli stesse chiedendo se è serio. Ma è quando l’altro prova a sistemargli una ciocca dietro l’orecchio che reagisce per la prima volta, scostando il viso dalla sua mano e impedendogli, di fatto, quel gesto. Indietreggia appena «Christian, per favore» moderata nel chiedere ma non per questo meno categorica perché con lui quella confidenza è svanita mesi fa.
«tu non puoi pensarlo davvero?» gli esce con la voce rotta e gli occhi lucidi quasi in lacrime mentre la mano in aria si abbassa lentamente «ho sbagliato lo so, ma dammi la possibilità di rimediare» prende fiato mentre una lacrima gli attraverso la guancia. «tu sei tutto ciò di più bello che c’è in me… tu tiri fuori la parte migliore di me» enfatizza la parola “migliore” mentre la dice nel frattempo gesticola con le mani «lo vedi come sono, lo vedi … con te è diverso, sei l’unica in grado di calmarmi, sei l’unica in grado di farmi ragionare» le mani rallentano, la sinistra si abbassa mentre la destra si alza leggermente verso di lei «tu sei la mia luce nell’oscurità…» le dice mentre un’atra lacrima gli accarezza il volto «non andartene» la voce è soffocata, le parole non bastano e lei probabilmente non attenderà ancora molto prima di andarsene… la mano verso di lei afferra quella di Cornelia e con non troppa forza la tirerebbe verso di se, e non esiterebbe un attimo a far si che le sue labbra incontrassero quelle della corvina, mente ancora una lacrima scenderebbe sulla guancia bagnando anche quella di Cornelia.
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«Non funziona così» riguardo alla possibilità «Non puoi fare quello che vuoi e poi tornare, scusarti e allora tutto torna come prima» nuovamente con quel tono moderato «Non potrebbe essere così nemmeno se lo volessi» e sottilmente gli sta pure dicendo che tra le altre cose lei non vuole tornare a quelli che erano prima.  «Non devo essere io la tua parte migliore» seria nel dirlo, cercando pure i suoi occhi «Sei tu che devi esserlo, provarci e smettere di comportarti come un ragazzino maleducato» ed è la prima volta che quella patina d’indifferenza lascia le sue parole. La frase da ciccocalderoni Perugina (?) riguardo a lei come la sua luce nell’oscurità le fa uscire uno spontaneo «Per Cosetta, Christian» vagamente sconvolta «Possiamo essere compagni di classe» commenta «Smettere d’ignorarci» che sarebbe comunque molto di più rispetto al rapporto che hanno adesso. Ma ha appena pronunciato quelle parole quando l’altro afferra la sua mano e non ha i riflessi abbastanza pronti per divincolarsi da quella stretta almeno fin quando quello non si avvicina decisamente troppo alle sue labbra ed è quindi con un colpo secco che la sua mano sfugge da quella altrui e lei compie un balzo all’indietro. «CHRISTIAN» ed è la prima volta che la voce le si alza «Vedi?» arrabbiata anche se cerca velocemente di ricomporsi «A te interessa solo quello che vuoi tu, non ascolti, non rispetti gli altri…» un elenco dei difetti altrui «Te l’ho detto un attimo fa» riferendosi alla reazione al suo tentativo di spostarle una ciocca «Ma a te non interessa» lo ripete con grande sicurezza «A te andava di baciarmi e allora al gramo quello che penso e voglio io, no?» retorica mentre lo sguardo si fa ancora più duro e la braccia si stringono al petto. 
 «Non è così…» gli risponde lui alzando leggermente il tono di voce mentre le lacrime che fino a quel momento ha trattenuto escono una dopo l’altra bagnandogli volto «io ho interesse solo per quello che vuoi tu… come puoi non capire quanto ti amo» silenzio. Gli occhi sono sbarrati e lucidi mentre gli escono quelle parole dalla bocca, lo ha detto davvero. 
«Ah no?» replica alzando pure il sopracciglio destro in attesa di una spiegazione perché sarebbe proprio curiosa di ascoltarlo. Non che ci speri troppo comunque. Lui le piange davanti e lei invece che intenerirsi s’irrigidisce terribilmente mentre le braccia si stringono al petto con più forza ma è forse la frase successiva che la lascia completamente senza parole. La bocca si schiude in una “o” di sorpresa mentre le palpebre sbatacchiano con fare palesemente sconvolto pur non spostandosi mai dal viso del ragazzo. Lei comunque, in un primo momento, tace e non fa niente per colmare quel silenzio imbarazzante che si è creato.
«No, non mi ami» sentenzia infine, con tono duro «Probabilmente non sai nemmeno che cosa significhi» e nemmeno lei perché sono piccoli ancora «Mi sembri più un bambino a cui hanno tolto il gioco e adesso lo rivuole ad ogni costo» ed è chiaro che quella sia una metafora «Saresti disposto a tutto per riaverlo ma non perché t’interessa davvero del gioco ma perché hai deciso che lo vuoi e basta» 
Il volto che non lascia trasparire niente e la voce che è tornata neutra, come se stesse costatando solo un dato di fatto. Un attimo ancora e poi muove due passi all’indietro «Io rientro» perché per lei la conversazione può dirsi conclusa. E se non fermata, muoverebbe il capo in un cenno di saluto e girerebbe i tacchi, dirigendosi a grandi passi verso il Castello.
Le parole di Cornelia sono sempre più affilate, paragonare il suo sentimento ad un bambino viziato, questo è troppo anche per lui «come puoi dire che non ti amo, che ne sai tu di quello che provo tutti i giorni guardandoti entrare in aula o vedendoti passare per i corridoi» si ferma un secondo a prendere respiro, il tono è sempre elevato «credevo fossi diversa, io una seconda possibilità te l’avrei data» ed è in quel momento che lo sguardo di Christian cambia, le lacrime smettono di scendere, mentre la ferita si apre sempre più nel suo petto si volta lentamente dandole le spalle. Sente la voce di Cornelia dirgli che rientra al castello ma lui non si muove di li, non fa un cenno, un movimento, niente, rimane impassibile.
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lentiggini · 4 years ago
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se hai caldo, abbracciami il mio cuore è una piccola palla di ghiaccio siderale potrai trarne giovamento più probabilmente un discreto schock termico tutto dipende da quante ne hai viste fino adesso e da quante ne vorrai vedere
Guido Catalano, Ti amo ma posso spiegarti
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flusssodincoscienza · 4 years ago
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Come posso spiegarti, mia gioia, stupenda gioia dorata, quanto posso essere tuo con i miei ricordi, le mie poesie, i miei impeti, i miei vortici interiori? Come posso spiegarti che non posso scrivere una parola senza ascoltare come tu la possa pronunciare; posso solo ricordare le sciocchezze vissute con un rimpianto così acuto per non averlo vissuto insieme a te, anche se il più personale, il più indescrivibile. Non parlo semplicemente di un qualsiasi tramonto dietro l’angolo di una strada. Mi capisci, gioia mia? Sono pronto a darti tutto il mio sangue, se necessario. È difficile da spiegare. Suona un po’ sciatto, ma è quello che sento.
So di non riuscire a dirti nulla con le parole e quando siamo al telefono escono in modo così sbagliato. Perché con te bisogna parlare in modo splendido, come si parla ad esempio alle persone che non ci sono più da tempo…in termini di purezza, splendore e precisione spirituale… Puoi essere offesa per un brutto diminutivo perché sei così totalmente risonante come l’acqua del mare, amore mio.
Lo giuro, e gli schizzi di inchiostro non hanno niente a che vedere con questo, lo giuro su tutto ciò che mi è caro, in tutto ciò in cui credo. Giuro di non aver mai amato nessuno come amo te, con tanta tenerezza, al punto delle lacrime, con un tale senso di splendore.
Più di tutto io voglio che tu sia felice, e credo di poterti dare quella felicità – una serena, semplice felicità – e tuttavia non comune…
Voglio semplicemente dirti che in un certo senso non riesco a immaginare la vita senza di te.
Ti amo, ti voglio, ho bisogno disperatamente di te… I tuoi occhi – che brillano pieni di stupore quando, con la testa piegata all’indietro, dici qualcosa di divertente – i tuoi occhi, la tua voce, le tue labbra, le tue spalle
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realberta · 4 years ago
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24/12/2020
266 giorni da quando sei andata via...
Aggiornare questo cazzo di numero, ogni volta mi fa male dentro.
Sai, vorrei scriverti un miliardo di cose.
Vorrei dirti quanto ti amo e quanto avrei voluto che tornassi.
Vorrei spiegarti cosa ho dovuto passare per cercare di farti tornare.
Vorrei raccontarti di tutte le notti passati a piangere perché tu non c’eri.
Vorrei raccontarti di tutte le ore ed i giorni che mi sono scivolati addosso aspettando che tornassi.
Ma dio, come posso raccontarlo a chi ha preferito credere a dei limiti piuttosto che credere nel mio amore?
Come posso raccontarlo a chi ha messo dei limiti ad un sentimento così bello?
Come posso raccontarlo a chi non è riuscito a valorizzare me e quello che avevo dentro, preferendo qualcun altro?
Non riesco a parlare stasera, sto davvero troppo male, scusa.
P.s: non me ne sono andato per chissà quale motivo, ma solo perché non torni, e fin quando non lo farai, non tornerò
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hoilcollobloggato · 4 years ago
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la mia vita al tempo del COVID-19 (giorno 25)
Qualche giorno fa mi ha scritto Alice S. una giovane laureanda che sta preparando una tesi su:
IL CORPO DELLA DONNA TRA STEREOTIPI E CLICHÉ IN AMBITO PUBBLICITARIO E LA RAPPRESENTAZIONE NELL’AMBITO ARTISTICO CONTEMPORANEO.
“Gentile Andrea,
Le allego le domande per l’intervista che vorrei inserire all’interno della mia tesi di laurea magistrale; intervista con Lei concordata ...
Può rispondermi per mail con tutta calma, quando troverà un po’ di tempo da dedicarmi.
Nel frattempo La ringrazio infinitamente per la disponibilità e in anticipo per il tempo che mi dedicherà.
Cordiali saluti” Alice S.
Cara Alice, ho letto con attenzione le domande della tua intervista, e dal momento che non si prestano a lapalissiane risposte (complimenti), ho deciso di rispondervi in quiete… per questo motivo mi permetto di non seguire l’ordine (perdonami), in cui me le poni, mi atterrò a un mio personale disordine che mi consentirà alla fine di sviluppare un unico discorso in divenire.
“Qual è la Sua percezione del corpo femminile? Come avviene il passaggio dall’immagine immaginata di un corpo alla seguente trasposizione su tela? Quali sono i tratti femminili che vuoLe mettere in risalto?”
Prima di approfondire il discorso vorrei precisare che nella mia arte non c’è limite. La mia arte è il superamento del limite stesso. Anche quando scrivo (posso dare l’impressione di essere autobiografico anche quando parlo di una sogliola), in realtà il fine non è di raccontarsi, spiegare o peggio ancora di giustificare, ma il tentativo estremo di ridefinire.
Tu mi domandi della mia percezione e della seguente trasposizione del soggetto, del corpo femminile… Be’ devi sapere che spesso le mie figure vengono definite dalla critica con termini tipo: ambigue, adolescenziali, androgine… in realtà si tratta di una lettura epidermica, non esauriente ai fini dei contenuti. Io sento e vedo le mie figure, anche quelle maschili, come piccole isole alla deriva in un oceano donnesco. Muliebre. L’identità è qualcosa di sghembo per me che non si confronta e non è facilmente, comodamente riconducibile al senso di appartenenza di una persona al genere con il quale essa si identifica. Non è esplicitamente etero, ma nemmeno, LGBT non è intersessuale, non è asessuale e non si tratta nemmeno di sessualità fluida. Semplicemente non ha un costrutto. Piccole isole che nuotano, attraverso cicli di identità sovrapposti.
Può apparire maschile, poi diviene incorporea, poi decisamente femminile, eroticizzata, femminile in modo schiacciante. Capita così, e viceversa, nella mia pittura.
Una persona una volta mi ha detto: “ho sempre l’impressione che le donne trovino le tue opere più interessanti degli uomini”… si trattava di una donna… Credo di aver compreso cosa volesse dire, ma i miei dipinti sono gesti che riguardano uomini e donne; una volta percepiti (e non solo guardati), ci si rende conto che ciò che è femminile include anche ciò che è maschile, e viceversa. C’è qualcosa che impedisce di percepirli in modo distinto, opposto. Mi piace pensare che tutti possano tracciare la propria strada, la propria inclinazione di genere entrando nei miei quadri.
Non so se nel mio approccio, nel mio tipo di lavoro si possa parlare di veri e propri “tratti” che amo mettere in risalto rispetto ad altri. Il mio modo di intendere la nudità, ad esempio… La nudità, sia maschile che femminile ci induce a pensare in termini elementari: NUDO = sprovvisto di abiti. Ma per quanto concerne il mio concetto, il mio modo di concepire e poi di mettere su tela un corpo nudo, c’è sempre tutto un guardaroba che affolla i miei pensieri. Qui, nella mia testa. Il guardaroba per me, è uno strumento concettuale e psicologico. Il guardaroba dei miei soggetti può comprendere, una scarpa, una bottiglietta di profumo, un frutto o la luna piena …mi viene in mente una raffigurazione della dea Shiva in cui è rappresentata completamente nuda, o per meglio dire: vestita solo di una luna tra i capelli…
Per spiegarti meglio cosa intendo per psicologia del guardaroba a proposito dei miei soggetti dipinti ti farò un esempio che a che fare con la mia quotidianeità. Spesso, anzi, praticamente sempre, io non mi vesto pensando al mio aspetto, tenendo conto della praticità o della mera estetica di ciò che vado ad indossare. A volte non mi vesto nemmeno a seconda delle stagioni, del meteo… questa mattina sono andato a prendere le sigarette in ciabatte, nonostante la neve. Io mi vesto a seconda di come mi sento. La stessa cosa accade quando dipingo una figura. La nudità dei miei soggetti non è mai un tratto “in risalto”, esibito, ma pretende di mostrare all’osservatore uno Stimmung, una disposizione d’animo. Uno stato d’essere. Nelle tradizioni contemplative anche il corpo è considerato un vestito, un indumento che dovrebbe essere messo al momento appropriato.
Qualcosa che ha a che fare con la staticità e il movimento interiori… questa donna nuda che ho dipinto recentemente: plastica, statica, ma in un certo senso è come se costringesse lo spettatore a “muoversi”, a vestirla, appunto… per poterla realmente comprendere.
Si tratta di argomenti imprescindibili nel mio modo di concepire e intendere il corpo nudo dipinto. I miei corpi nudi devono essere la narrazione di un epopea, ispirazioni, citazioni e aspirazioni intime e letterarie, anche. Sono simboli. Un torso appoggiato al mare, un volo tra le stelle, un corpo purpureo nei riflessi dell’autunno, un singhiozzo di neve sulla neve… corpi femminili che emergono dall’ombra e dalla luce insieme, dal nero, dal blu, dal fuoco dei miei dipinti.
Mi fanno pensare a Dio. Per me, Dio è una donna.
Mi auguro di non esser stato oltremodo esuberante nel risponderti. Mi succede quando devo argomentare il mio lavoro artistico… la mia vita. In pittore che scrive è perseguitato dall’immaginazione, dal senso del teatro. Ama l’illusione, e prova un irrazionale affetto per il naufragio. È solo. Perché è più naufrago il naufrago che è più solo
Fine giorno25
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