#teoria del caos
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eleonorabuffon · 1 year ago
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equilibriocomunicativo · 1 year ago
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"It has been said that something as small as the flutter of a butterfly's wings can cause a typhoon somewhere in the world."
Teoría del Caos.
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erick-saqui · 2 years ago
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¿Quién no busca consuelo en un anzuelo dulce, sin lágrímas, sin culpa?
—Juanincka, La teoría del caos.
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the-one-who-died-at-the-end · 2 months ago
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Malgioglio agente del caos mandato da Fiorello e Amadeus per portare la teoria gender degli alieni omosessuali immigrati a Sanremo e Carlo Conti è troppo debole per fermarlo
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libriaco · 3 months ago
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Che caos!
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Il concetto di cháos ha radici profonde nella mitologia greca: rappresenta la forza primordiale e misteriosa che precede l’ordine dell’universo. Non fu Dio, per i Greci, a creare l’universo e a ordinarlo secondo un suo piano: l’universo nacque dalla sua stessa materia. Questa nozione non solo colpisce per il mistero che esprime, ma trova sorprendenti parallelismi nella scienza moderna, in particolare nell’astrofisica e nella fisica matematica attraverso la teoria del caos. Il cháos per i Greci era un crepaccio senza fondo in cui stava racchiusa la materia dell’universo, una specie di “gorgo” da cui tutto emerge.
G. Guidorizzi, Il lessico dei Greci, Milano, Raffaello Cortina, 2024
Immagine: Decorazione a intarsio in legno di rovere (post 1524 - ante 1531), Capoferri, Giovan Francesco (1497 ca.-1534), ebanista; Lotto, Lorenzo (1480 ca.-1556), ideatore / disegnatore. Collocazione: Bergamo, Basilica di S. Maria Maggiore
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3nding · 27 days ago
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Rassegna non rankata dei posti dove ti parcheggiavano i genitori per come me li ricordo
McDonald’s Tiburtina
Tempio dei compleanni per i figli del capitalismo millennial. Pulcini di Sonia, Solletico e della bavosa di Luca Laurenti.
Celebre per la terrificante statua di Ronald McDonald alta dodici metri che ti accoglieva all’ingresso. Roba che se Stephen King l’avesse vista l’avrebbe inserita in IT al posto di quella di Paul Bunyan, il boscaiolo assassino.
Nessun minore ci ha mai messo piede senza avere in tasca un biglietto d’invito staccato da un blocchetto pre-stampato dei Pokemon. Ora che ci penso, probabile che senza essere in lista di una qualche “Festa Lorenzo” nemmeno ti facessero entrare.
Ti piazzavano in questa saletta laterale nelle mani di Erika, una laureanda in psicologia che piuttosto che farti l’animazione avrebbe comprensibilmente preferito sottoporsi al waterboarding con l’aceto nella Cella Cinque di Guantanamo.
La sua pazienza si esauriva al secondo “c’abbiamo fame faccia di salame” che si sollevava sincopato dalla tavolata, da lì in poi il caos erompeva senza controllo.
Al momento dell’ordine un terzo dei presenti si faceva prendere da analysis paralysis: Michela La Principessina scoppiava a piangere di fronte alla scelta tra hamburger e nuggets. Filippetto adottava un approccio più simbolico: si pisciava addosso.
L’arrivo degli happy meal era accolto da acclamazioni trionfalistiche, echi di gol scudetto della Roma e annunciazione del primogenito del Faraone al popolo d’Egitto.
Un silenzio sacrale accompagnava i momenti in cui dita tremanti portavano alla luce la sorpresina, resa scivolosa da grassi saturi e salse che vi si erano riversati sopra nel trasporto degli scrigni di felicità dalle cucine ai tavoli.
In un attimo la sala si trasformava in un suq di baratti e contrattazioni, in cui la teoria del mercato efficiente riallocava questi pupazzoni -la shrinkflation non aveva ancora affondato la sua lama perfida- fino al raggiungimento di una configurazione ottimale al termine della quale ti accorgevi di essere l’unico a ritrovarsi con quattro adesivi e un pastello a cera (il tuo vicino stringeva tra le mani un Mike Wazowski scala 1:1 parlante).
Consumato in fretta il pasto proibito -a casa l’unica merenda confezionata consentita era il cioccorì fair trade a tutela dei campesinos guatemaltechi- e intonato il dionisiaco “scatta la carta mangiati la carta”, arrivava finalmente il rompete le righe che attendevi da giorni.
Come una manciata di biglie impazzite Erika vi scagliava nella sala dei giochi, così da guadagnarsi una sigaretta frettolosa nel parcheggio schivando gli attacchi viscidi dei padri più spregiudicati.
“I giochi” erano un’esperienza totalizzante: la fucina in cui si tempravano caratteri e si forgiavano epiche, in cui alleanze tanto repentine quanto volatili ti insegnavano che in amore, in guerra e tra le palline di plastica tutto è lecito e di nessuno ti puoi fidare.
Un attimo eri con la banda su, nel ponte a cilindro con gli oblò graffiati, padrone del mondo.
Quello dopo eri giù nell’arena della vasca a lottare per la sopravvivenza. Se eri fortunato riuscivi ad alzare lo sguardo giusto in tempo per vedere Massimiliano, con cui avevi condiviso gli onori e la gloria della presa del ponte solo cinque minuti prima, lanciarsi a piedi pari dallo scivolo contro la tua fronte al grido di “lunga vita al re”.
I più sfortunati, beh, loro cadevano senza nemmeno sapere cosa li avesse colpiti.
Relatable Roma Memes, fb
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thealterhumanaike · 4 months ago
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Introduccion a mi pagina
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Muy Buenos dias, yo me llamo aike, y he formado parte de la comunidad alterhuman desde 2017, más que nada soy activo en discord y tik tok (luego más abajo pondré mis otras redes). Soy de Argentina, 16 años, trans enby, me gusta la paleontología, biología en general, mortal Kombat, League of legends, kaijus, etc. Soy alterhuman en general, de forma fisica, psicologica y metafisica, mi main kintype es mileena, siguiendole despues sevika y Godzilla, siendo mi top 3. Soy animador 3D de cinema 4D y diseñador gráfico, y para la comunidad me dedico a traducir contenido alterhuman. Soy neurótipico, pero pero con muchos neurodivergentes en la comunidad me gusta aprender, sobre todo aprender sobre sistemas
yo habia conocido a la comunidad por un video que vi en ese año de tipos de fursuit, donde la persona del video cuando estaba explicando menciono a los therians, diciendo "los quadsuits son el gear mas costoso que un therian puede tener" lo cual no sabia que era entonces me puse a investigar y me hizo click JDASJA
nunca tuve gear asi que use seguido, solo una cola que compre en una convencion de anime, y bueno, quadrobics llegue a hacer pero ya no actualmente por que mi cuerpo ya no me lo permite.
Mis otras redes sociales
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Discord: werecat_alterhuman
Pinterest: link
Grupo de Telegram: link
Mastodon: link
YouTube: link
Tik tok: link
Grupo de WhatsApp: link
Dreamwidth: link
Grupo de discord: link
Instagram: link
BlueSky: link
Reddit: link
Matrix: link
animaciones
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yo recuerdo haber empezado con animacion stop motion desde re peque, hubo tiempo que lo subia pero actualmente he perdido acceso a la cuenta y ni me acuerdo su usuario.
yo empece a usar cinema 4D a los 12 años, y hasta ahora he hecho animaciones fan, tuve un oc de FNAF, pero actualmente le estoy perdiendo el interes a la franquicia asi que casi ni lo uso
redes donde subo mi arte o relacionado:
x: link
youtube: link
devianart: link
tik tok: link
lista de kintypes
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holothere/transpecie:
mileena/tarkatan
fictionkin:
juri (street fighter)
the handler (teoria del dino caos)
Shenlong (bloody roar)
arlecchino (genshin impact)
zani (wuthering waves)
Elster
ambessa
sevika
jinx
valeria (fortnite)
eri (pokemon)
Montgomery Gator
noob saibot/bi-han
melon (beaststars)
bayonetta
catra
aemond targaryen
la muerte (gato con botas)
Tempestad (mi pequeño pony)
otherkin/alterhuman:
godzilla
biollante
warbat
muto
mothra
jirass
werecat
weremoth
werehummingbird
hada oscura (malefica live action)
manticora
grifo
indoraptor
Vastaya
dragonkin:
meleys (Canción de hielo y fuego)
morning (Canción de hielo y fuego)
syrax (Canción de hielo y fuego)
smaug (el señor de los anillos)
Khaevis (damsel)
Arman (soy un dragon)
plantkin:
hasta ahora no descrubri un kintype en especifico, o bueno, creo que biollante se podria considerar parte de mi identidad plantkin también, pero eso, lo pongo tambien por que hasta ahora me identifico en general como planta
therian:
Caracal aurata
gato dorado asiático
La huiña
gato andino
Pantera nebulosa
leopardo de las nieves
Yaguarundí
gato de la pampa
gato jaspeado
manul
ave secretaria
aguila harpia
cariama cristata
Carancho
cuervo
shima enaga
Quebrantahuesos
Chajá
serpiente hocico de cerdo
serpiente cascabel
 boa arcoiris
Hiena rayada
aguara guazu
zorro perruno
linsang rayado
gineta
armiño
Marta cibelina
Civeta africana
turón búlgaro
marta de garganta amarilla
perro mapache
Thylacinus cynocephalus
Simbakubwa kutokaafrika
Carnotaurus sastrei
Elasmosaurus
Equus quagga quagga
Dusicyon australis
Giganotosaurus carolinii
Austroraptor cabazai
Torukjara bandeirae
Scutellosaurus lawleri
Megaloceros giganteus
Dunkleosteus terrelli
Yutyrannus huali
maip macrothorax
Megaraptor namunhuaiquii
Amargasaurus cazaui
Therizinosaurus cheloniformis
Neuquenraptor argentinus
Niolamia Ameghino
Plioplatecarpus marshi
Burkesuchus mallingrandensis
Thanatosdrakon amaru
Cronopio dentiacutus
Araripesuchus buitreraensis
kelenken guillermoi
Panthera spelaea
Acinonyx pleistocaenicus
Cryolophosaurus ellioti
conceptkin:
SIGILKORE
KRUSHCLUB
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b0ringasfuck · 7 months ago
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Enorme emergenza sostituzione etnica per colpa della teoria gender.
Erano quelli che dovevano eliminare accise e Fornero.
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libero-de-mente · 2 months ago
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EMMA
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Emma si svegliò all'improvviso, nella stessa maniera brusca come brusco era stato quel "Ti penso" ricevuto da un uomo, da poco conosciuto, che le fece sobbalzare il cuore la sera prima. Ma in questo caso, a farla svegliare di soprassalto fu il suono della sveglia. Una sveglia che riproduceva un coro da stadio.
Il primo pensiero di Emma fu "Uomini"; considerazione rivolta sia al "ti penso" di ieri sera, sia al fatto che quella sveglia abbia il classico suono impostato dal maschio Alpha della casa.
Emma si stiracchiò nel letto vivendo uno di quei piccoli momenti, prima di alzarsi, che non voleva finissero mai, che non hanno prezzo, ma che come per tutte le cose belle erano fugaci e rapide.
Da un rapido controllo allo specchio in camera Emma vide con soddisfazione che la situazione capelli non era poi male, avendoci dormito sopra, che il lavoro fatto dalla sua parrucchiera il giorno prima aveva brillantemente superato la prova notte a letto. Anche se l'aveva passata da sola. Purtroppo.
Emma aveva 35 anni, un lavoro precario in un ufficio dove il caffè in capsule, di una sottomarca da discount, era più triste delle battute del capo, e una teoria ben radicata nella sua testa: gli uomini non erano altro che una variante della razza umanoide creata da madre natura andata storta. Non che non avessero i loro momenti di gloria, tipo quando riuscivano a cambiare una lampadina per poi fissarti dall’alto della scala utilizzata uno sguardo di superiorità e, spesso, misto a fantasie erotiche strane che solo il loro cervello era in grado produrre; ma in generale, sembravano programmati per creare caos e poi guardarlo con aria soddisfatta e incolpevole, come un bambino che ha appena fatto cadere dalla dispensa un barattolo pieno di marmellata.
Forse il “via” che madre natura diede agli umanoidi, per cominciare ad alzarsi sui soli due arti inferiori, fu troppo generalizzato. Magari avrebbe dovuto fare un po’ più di selezione. Vista la differenza sostanziale tra alcuni rappresentanti odierni dell’essere uomo; vedi Alberto Angela e Alessandro Barbero Vs gli accoppiati scoppiati che vanno sull’isola televisiva per cornificarsi a vicenda con le loro pseudo compagne.
Una volta entrata in bagno Emma si riguardò allo specchio. E la seconda occhiata allo specchio sconfessò quella di prima, la situazione capelli non era poi così tanto sotto controllo, per lo meno finché fosse rimasta a casa, ovvero prima che l’umidità esterna e il karma decideranno di coalizzarsi contro di lei. Cosa sicura. Però Emma in quel momento ebbe la lucidità di andare oltre, che i capelli non erano poi un grande problema. Il problema, quello grande, era il mondo là fuori, un posto che sembrava progettato da un ingegnere ubriaco con una passione per le complicazioni inutili. E gli uomini, ovviamente. Soprattutto gli uomini.
Scese in cucina e accese la macchina del caffè. Sul tavolo c’era ancora il biglietto della spesa lasciato dal suo coinquilino Matteo, il maschio Alpha colpevole del suono della sveglia, con su scritto <Latte, pane, birra>. Emma sbuffò - “Birra? Sul serio? Non abbiamo nemmeno una pentola decente per cuocere la pasta, ma la birra non può mancare. Priorità maschili”. Decise di aggiungere alla lista: <Pentola, buon senso, un briciolo di empatia.> Ma poi ci ripensò. Matteo avrebbe probabilmente comprato una pentola giocattolo, un manuale per trovare la forza interiore sulle orme degli insegnamenti di Ken il guerriero e, in fine, un manuale di massime tratte dal primo Kung-Fu Panda, quelle pronunciate dal Maestro Oogway. Chinando il capo, in segno di remissione, passò direttamente al caffè.
Mentre sorseggiava la sua tazza di sopravvivenza, solo con la seconda tazza avrebbe trovato la consapevolezza, Emma ripensò all’appuntamento della sera prima con Luca quello della frase “Ti penso”.
Luca era un tizio conosciuto su un’app di incontri, <Tuo-Tua>, già dal nome Emma non aveva avuto una grande impressione favorevole, impressione confermata quando lui si era presentato con una camicia, così sgargiante, da sembrare una protesta di Ultima Generazione contro il buon gusto. Luca era il classico uomo che parlava solo di sé, come se il mondo fosse un pubblico pagante per il suo monologo. “Sai, Emma, io sono un tipo creativo, ho scritto una canzone una volta” – le aveva detto con aria solenne, come se Bob Dylan dovesse tremare al pensiero.
La canzone, ovviamente, era un’ode al suo cane, che probabilmente era l’unico essere vivente a sopportarlo. Emma aveva sorriso, annuito e contato i minuti per la fuga. “Gli uomini” – pensò - “sono come i pavoni, fanno la ruota, ma poi la richiudono e se ne vanno lasciando solo, se si è fortunati, una piuma caduta in terra e tante aspettative deluse.”
Ma non era solo Luca. Era tutto il sistema. Emma aveva notato che gli uomini avevano una capacità innata di complicare le cose semplici e semplificare quelle complicate. Come Davide, il suo collega, che passava ore a discutere di strategie aziendali come se fosse Napoleone a Waterloo, che al momento di metterle nero su bianco le chiedeva aiuto per stamparle fronte e retro, perché incapace. Oppure suo padre, che insisteva per aggiustare ogni cosa in casa con un cacciavite e un’imprecazione, anzi più imprecazioni e meno cacciavite; salvo poi chiamare un tecnico dopo aver trasformato un rubinetto gocciolante in una cascata del Niagara.
E poi c’era il rapporto con la tecnologia. Emma aveva un amico, Federico, che trattava il suo smartphone come un’estensione del suo ego. Ogni due giorni c’era un nuovo aggiornamento sullo stato della sua “vita digitale”. Come il giorno che le disse -“Ho preso l’ultimo modello, Emma, ha una fotocamera che fa foto in 8K!” – con lo stesso entusiasmo di Aladino dopo aver conosciuto il genio della lampada; “E che ci fai con foto in 8K?” - aveva chiesto lei. “Beh, le guardo in 8K!” - aveva risposto lui, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Emma, invece, usava il telefono per tre cose: chiamare sua madre, cercare ricette su internet e maledire il Wi-Fi quando non funzionava. Federico no, lui sembrava pronto a combattere una guerra tecnologica contro alieni immaginari, come se fosse l’hacker di Independence Day.
Il mondo, agli occhi di Emma, era un posto strano. Un posto dove gli uomini costruivano grattacieli altissimi per dimostrare qualcosa a qualcuno, probabilmente a loro stessi, e dove inviavano millemila satelliti artificiali attorno alla Terra, sempre per diffondere il loro ego, ma poi non sapevano progettare e costruire lavatrici che non perdessero i calzini. Dove si vantavano di saper guidare meglio delle donne, ma poi si perdevano in rotonde grandi come un campo da calcio perché “ti assicuro che il navigatore ha detto la quarta uscita, Emma, e io ne ho contate solo tre”. Dove ordinavano bistecche al sangue per sembrare virili, ma poi si bruciavano la lingua con la camomilla con melatonina e cercavano conforto con uno sguardo da cucciolo abbandonato.
Emma finì il caffè e si preparò per uscire. Sapeva che affrontare il mondo là fuori sarebbe stata una sfida, ma in fondo ci era abituata. Gli uomini, con tutte le loro stranezze, erano un po’ come il meteo: imprevedibili, a volte insopportabili, ma necessari per mantenere un certo equilibrio.
Ma gli uomini, ogni tanto, sapevano anche sorprenderla, come quando Matteo l’Alpha man alla fine di quella giornata tornò a casa con una pentola vera e un mazzo di fiori, dicendole - “Ho pensato che ti servisse qualcosa per cucinare… e qualcosa per sorridere”.
Emma lo guardò, alzò un sopracciglio e disse - “Non male, per essere un uomo.” E uscì dalla cucina con un mezzo sorriso, per ritirarsi in camera sua, perché domani si sarebbe dovuta preparare a combattere un altro giorno nel caos.
(non è facile descrivere il mondo attraverso gli occhi di una donna, soprattutto se chi ci prova è un uomo)
Libero De Mente Immagine Dmitry Lisichenko "Dreaming"
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neslihvns · 2 months ago
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ㅤ𝐏𝐑𝐄𝐒𝐄𝐍𝐓𝐈𝐍𝐆... A NESLIHAN inspired PLAYLIST !
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um estudo sobre construção e desenvolvimento ! man’s world , marina , capturam a rebeldia contra as expectativas sufocantes de seu pai , enquanto savages , marina , ecoa sua visão crítica sobre a , alta , sociedade a qual integra . em ancient dreams in a modern land e venus fly trap , marina , é reforçado o senso de não se contentar com os moldes esperados , de ser verdadeira a si mesma , de conquistar seu lugar por direito e jamais curvar-se ante a pressão externa . a vontade de ser livre , ser independente e a própria pessoa , libertando-se das amarras de um passado , e da necessidade de ser alguém que jamais foi , é refletida em edge of midnight , miley cyrus & stevie nicks e yellow flicker beat , lorde . a melancolia de sleeping sickness , city and colour , e the emptiness machine , linkin park , lembram o peso emocional que ela carrega , resultado das feridas invisíveis e antigas concessões , responsáveis pelo ceticismo e desconfiança . mas há também uma neslihan que luta , que não se curva em mad world , within temptation , e angry too , lola blanc . traduzem a fúria contida , a resistência diante das injustiças . entre os conflitos internos e o desejo por independência , invisible chains , lauren jauregui , tem o encaixe perfeito — ela ainda é capaz de sentir as correntes do passado , mas procura quebrá-las e sente que algo maior está reservado a ela . what’s wrong , pvris , traz uma reflexão de como ela se enxerga , apesar de tudo que tenta para mudar o seu redor , com parte do passado ainda a assombrando em borderline , tame impala . se o amor sempre lhe pareceu uma impossibilidade , la teoria del caos , nek , representa a dúvida que vem se instalando , seu medo de se permitir sentir , mesmo que por uma pessoa que a ela foi destinada . em seu cerne , ela é um paralelo entre controle , control , janet jackson e necessidade de liberdade , birdie , avril lavigne .
as demais músicas se encaixam nas perspectivas descritas , mais do mesmo que foi dito , ou futuros desenvolvimentos .
@khdpontos
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idolaelyartist · 1 year ago
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Gracias por compartir información sobre lo que iba a tratar su serie, fue muy interesante. Pero me gustaria preguntar dos cosas si no es mucha molestia.
1.- No recuerda más detalles sobre quien era el amor prohibido de TD?
2.- Si ya dejo ese proyecto de los Creepypastas detras, entonces se podria hacer AUs a partir de su vieja serie? Ya sea en formato de comics o serie si hay alguien que tenga el tiempo de hacerla, con modificaciones claro y con el respeto que se merece.
Ah y otra adicional pero esto ya es sobre su webtoom "El Otro Lado de la Magia":
-Algun día va a sacar ref sheets de los personajes? Sus diseños me encantan son muy creativos y preciosos, creo que seria genial ver el diseño de sus personajes desde diferentes angulos.
Ahora si ya es todo, muchas gracias que tenga buen día!
De nada, no entiendo porque me guarde tanto tiempo la historia, creo que tarde mucho en darme cuenta que tampoco era la gran cosa como para no compartirla. Contestando primero lo de "El Otro Lado de la Magia", me esforzare para sacar el tiempo para hacer referencia de los personajes, creo que solo tengo una hoja de referencia de uno de mis personajes que es mi rey Liam, pero intentare hacer algunos del resto de personajes. nun SOBRE LAS PREGUNTAS DE CREEPYPASTAS- No se que tanto habré dicho en el pasado, pero lo que puedo decir ahora es que- En caso de que haya dudas, no, Teddy no estaba enamorado de su maestro, tampoco de Sonic. Exe, mucho menos de Janny, ni de Slenderman porque HE VISTO TODA TEORIA- Solo se que a lo largo de la historia, Teddy se enamoro 2 veces. Se enamoro de la muerte, pero esta no correspondió a sus sentimientos. Y por ultimo, se enamoro secretamente de un arcángel, el mismo al que su antiguo maestro le quito sus alas. Si mal no recuerdo, lo ilusiono con la posibilidad, pero solo lo termino lastimando por mero propósito de arruinar lo ultimo que quedo de aquel rey que le quito sus alas. Pura venganza en resumen. Este arcángel intentaría hacer lo mismo con Caos en alguna parte de las temporadas, pero Teddy le advertiría de lo cruel que es este ser con el amor del resto, más tratándose de monstruos, pero Caos como un adolescente no haría caso, causando una grieta entre Teddy y Caos-
Spoiler, este arcángel le rompió el corazón a Caos y unos cuantos huesos en el camino. Tal como Teddy, por lo que al final de esa trama Caos y Teddy reforzaron su relación maestro y alumno.
Uy men la cantidad de Shippeo que puse en esa historia...
Por ultimo-
Yo no tengo ningún problema con que el resto de personas quieran hacer sus propias series de creepypastas inspirándose de la historia que planee. Pueden sacar sus AUs y todo el contenido que quieran, solo avisen si tomaran personajes como Demon, Caos, o incluso los diseños de algunos Holders que hice como el Holder del espejo o el Holder de la luz.
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canesenzafissadimora · 8 months ago
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È così raro che due persone fatte l’una per l’altra si incontrino. Il mondo è pieno di esseri infelici che s’innamorano del tipo sbagliato, che restano soli, che soffrono, che piangono lacrime amare. Che credono di conoscere il sapore dell’amore e, invece, ne hanno assaggiato solo un pallido surrogato.
Io e te abbiamo avuto fortuna. Se mi soffermo a pensarci, però, invece di gioirne mi atterrisce la consapevolezza di quanto fosse sottile il filo che ci ha portati l’uno fra le braccia dell’altro. Avrebbe potuto spezzarsi in qualsiasi momento. È questa certezza che mi riporta al gioco dell’«e se…». Sarebbe bastato un minimo dettaglio a fare la differenza. Svegliarsi un’ora prima o un’ora più tardi, scegliere un altro tipo di scarpe, ricevere una telefonata inattesa. Secondo la teoria del caos, può bastare il battito d’ali di una farfalla per innescare la reazione a catena che origina la catastrofe. Eppure, quella sera le farfalle hanno dispiegato le ali solo per noi.
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F. Ozpetek - "Sei la mia vita"
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euphemismo · 7 months ago
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Vozes ainda sussurram sobre BRIAR-ROSE, sem registros familiares, assume o sobrenome WRIGHT-JONES, pertencente a um de seus primeiros protegidos terrenos. Atualmente se encontra num avatar de uma MULHER de ditos 25 ANOS que mora em LONDRES. Entre as pessoas que mantém por perto, é conhecida por ser AMÁVEL e MATERNAL, para muitos, um verdadeiro ANJO.
 
౨ৎ
AS VOZES CANTAM . . . Pra ficar comigo, Marina Sena. ÚNICA, Duquesa. Maliciosa, Ludmilla. CAJU, Liniker. New Woman, Lisa & Rosália. Cinnamon Girl, Lana Del Rey. Try Me, The Weeknd. Callaita, Bad Bunny. Thirsty, Tinashe. Walk Like This, FLO. No Love, Summer Walker & SZA. Can I, Kehlani. True Story, Ariana Grande. ART, Tyla. Caliber, Coco Jones. Cupido, Tini. Say Yes To Heaven, Lana Del Rey.
౨ৎ
OS SUSSURROS DE SUA HISTÓRIA SÃO . . .
Humanidade.
É a essência e natureza do homem, o que faz o homem ser homem. Mas o que fez os homens? 
Existem mil teorias para explicar de onde um ser tão complexo surgiu e para quem não é cético, os homens nasceram do sopro da vida, vindo do mais sagrado. De fato, os humanos surgiram da santidade, mas não exatamente de Deus. 
Durante a criação de tudo e todos, uma classe de anjos cujo foram responsáveis pela energia e dela, veio a vida. Chamados Ofanins, são os mais puros dentre os celestes, os que compartilham de um amor enorme por cada criação da terra, desde a mais baixa grama ao mais alto céu, tudo importa.
Inclusive os homens.
Por séculos e séculos, os ofanins habitavam o plano terreno, dividindo sabedoria e influenciando aos mortais de forma positiva, mantendo o equilíbrio do universo. E esse ciclo se seguiria até o fim dos dias, como planejado por Ele.
BRIAR desceu a Terra como um ofanin, provida de toda a inteligência e amor para compartilhar para com os humanos. Mal se lembra quando chegou aqui, quantas aparências já ostentou e com isso, aprendeu muito com os humanos. Tornou-se uma espécie de guardiã para muitos que cruzavam seu caminho, assegurando que sua vida seria plena até o fim de seus anos. 
Mesmo sabendo que não poderia usufruir por completo dos privilégios humanos, o tempo longe de casa a tornou quase um deles. Sentia amor, saudade, tristeza e até as emoções carnais mais impuras, mas que faziam um homem entender a vida.
É difícil explicar o que BRIAR é, o equilíbrio perfeito da imperfeição humana com a racionalidade de um anjo, um experimento que nem ao menos Deus tinha pensado. 
Um ser de luz em meio ao completo caos do mundo.
౨ৎ
AINDA OUVINDO? OS ANJOS SUSSURRAM QUE . . . 
Após anos vivendo na Terra, BRIAR se estabeleceu como uma confeiteira, dona de seu próprio restaurante em Londres, país que escolheu para se estabelecer.
Tem poucas conexões terrenas, considerando seus amigos seus últimos protegidos.
Tende a ser sensível, as emoções afloradas e empáticas a tornam reativa a tudo, principalmente a opiniões contrárias as suas, um traço extremamente humano.
Adotou um bebê, uma garotinha ainda humana, sendo ela também uma de suas últimas e privilegiadas protegidas.
Por conta dos anos vividos - a qual nem ao menos tem noção de quantos são - na Terra, alimenta um grande interesse por História, sendo o estudo um de seus hobbies.
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ambrenoir · 1 year ago
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Il caso non esiste: c’è una forza intelligente che governa il tutto.
"Fisico e teorico americano molto rispettato, Michio Kaku, famoso per la formulazione della teoria rivoluzionaria delle stringhe (modello di fisica fondamentale che presuppone che le particelle materiali apparentemente specifici sono in realtà “stati vibrazionali”) , ha recentemente causato una piccola scossa nella comunità scientifica sostenendo di aver trovato le prove dell’esistenza di una forza sconosciuta e intelligente che governa la natura.
Più semplicemente, secondo il noto fisico, qualcuno simile al concetto che molti hanno di Dio come creatore e organizzatore dell’universo.
Per arrivare a questa conclusione Michio Kaku ha utilizzato una nuova tecnologia creata nel 2005 e che gli ha permesso di analizzare il comportamento della materia su scala subatomica, basandosi su un “primitivo tachioni semi-radio”. Tachioni, incidentalmente, sono tutte quelle ipotetiche particelle in grado di muoversi a velocità superluminali, cioè sono particelle teoriche, prive di qualsiasi contatto con l’universo. Quindi questa materia è pura, totalmente libera dalle influenze dell’universo che la circonda.
Secondo il fisico, osservando il comportamento di questi tachioni in diversi esperimenti, si arriva alla conclusione che gli esseri umani vivono in una sorta di “Matrice”, cioè un mondo governato da leggi e principi concepiti da una specie di grande architetto intelligente. “Sono giunto alla conclusione che siamo in un mondo fatto da regole create da un’intelligenza, non molto diversa da un gioco per computer, ma naturalmente, più complessa”, ha detto lo scienziato. Analizzando il comportamento della materia a scala subatomica, colpiti dalle primitive tachioni semi-radio, un piccolo punto nello spazio per la prima volta nella storia, totalmente libero da ogni influenza dell’universo, la materia, la forza o la legge, è percepito il caos assoluto in forma inedita. “Credetemi, tutto quello che fino a oggi abbiamo chiamato caso, non ha alcun significato, per me è chiaro che siamo in un piano governato da regole create e non determinate dalle possibilità universali, Dio è un gran matematico” ha detto lo scienziato. Michio Kaku ha ricordato che “qualcuno fece ad Einstein la grande domanda: c’è un Dio? Al che Einstein rispose dicendo che credeva in un Dio rappresentato dall’ordine, dall’armonia,, dalla bellezza, dalla semplicità e dall’eleganza, il Dio di Spinoza. L’universo potrebbe essere caotico e brutto, invece è bello, semplice e governato da semplici regole matematiche.
” La teoria degli archi e la musica di Dio.
Per quanto riguarda la formulazione del famoso “String Campo Theory”, o teoria delle stringhe, modello fondamentale della fisica che presuppone che particelle di materiale apparentemente specifici sono effettivamente “stati vibrazionali” un oggetto esteso più base chiamato ” corda “o” filamento “che renderebbe un elettrone, per esempio, non un” punto “struttura interna e dimensione zero, ma una massa di minuscole corde vibranti in uno spazio-tempo di più di quattro dimensioni , Kaku ha affermato che “per lungo tempo ho lavorato su questa teoria, che si basa su musica o piccole corde vibranti che ci danno le particelle che vediamo in natura. Le leggi della chimica con cui abbiamo avuto problemi alle superiori, sarebbero le melodie che possono essere suonate su queste corde vibranti.
L’universo, sarebbe una sinfonia di queste corde vibranti e la mente di Dio, su cui Einstein scrisse molto, sarebbe la musica cosmica che risuona attraverso questo nirvana, attraverso uno spazio iper-dimensionale “. Il fisico americano di origine giapponese ha concluso che “i fisici sono gli unici scienziati che possono pronunciare la parola. “Dio” e non arrossire. Il fatto essenziale è che queste sono domande cosmiche di esistenza e significato. Thomas Huxley, il grande biologo del secolo scorso, ha affermato che la questione di tutte le questioni della scienza e della religione è determinare il nostro posto e il nostro vero ruolo nell’universo. Pertanto, scienza e religione trattano la stessa domanda. Tuttavia, c’è stato essenzialmente un divorzio nel secolo scorso, più o meno, tra scienza e umanesimo, e penso che sia molto triste che non parliamo più la stessa lingua “.
Febbraio 2018
Tradotto da Newstime24
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scienza-magia · 1 year ago
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Realtà macroscopica basata su un caos quantistico
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Nella termodinamica il legame tra meccanica quantistica e realtà concreta. Come è possibile che da regole “probabilistiche” e astratte emerga il nostro mondo macroscopico concreto? Un fisico austriaco suggerisce dove trovare la risposta. Una delle più celebri frasi attribuite a Richard Feynman, tra i più importanti e geniali fisici del secolo scorso, recita più o meno così: “Penso di poter affermare tranquillamente che nessuno capisce la meccanica quantistica”. Un po’ esagerato, un po’ provocatorio, come era nel suo stile; ma in fondo non troppo lontano dalla realtà. La meccanica quantistica – ossia la teoria che descrive il comportamento del mondo microscopico, quello fatto di molecole, atomi e particelle subatomiche – è certamente una delle discipline più complesse e controintuitive (ma proprio per questo estremamente affascinanti) della fisica moderna. Molte delle sue leggi e dei suoi postulati – pensiamo per esempio all’entanglement, la bizzarra interazione a distanza tra particelle “intrecciate”, o alla sovrapposizione degli stati e al collasso della funzione d’onda, ben illustrati dal famoso paradosso del gatto di Schrödinger, sono effettivamente così lontani dalla nostra esperienza quotidiana della realtà macroscopica da essere molto difficili da comprendere e digerire; tuttavia, come ha dimostrato oltre un secolo di rigorose prove sperimentali, la teoria è esatta.
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A quanto pare, è proprio così che funziona la natura, o almeno la parte di natura che abbiamo iniziato a comprendere. Come dicevamo, è quando si provano a mettere in relazione le leggi della meccanica quantistica all’esperienza del mondo macroscopico che emergono gli scenari più interessanti e complicati, che rischiano di diventare meccanismi insondabili, come il pensiero del pensiero: c’è chi si è chiesto, per esempio, se si possa parlare di realtà oggettiva e quale sia il rapporto tra osservatore e realtà, e chi, proprio pochi giorni fa, ha cercato di far chiarezza su come sia possibile che dal mondo quantistico, “regolato” da leggi probabilistiche, emerga il mondo reale e “concreto” con cui abbiamo quotidianamente a che fare. Si tratta di un gruppo di fisici del Quantum Information & Thermodynamics (QuIT), un dipartimento di ricerca dell’Università di Vienna, che ha provato a rispondere alla domanda in due articoli, ancora in fase di revisione dei pari. Il primo è stato caricato lo scorso anno su ArXiv e il secondo è in corso di scrittura; a darne conto, sulle pagine della rivista New Scientist, è Tom Rivlin, fisico di QuIT che è tra gli autori di uno dei lavori e si occupa (anche) di divulgazione scientifica. Passeggiando nel cimitero di Vienna Il lungo racconto di Rivlin comincia proprio a Vienna, nel cimitero più grande della capitale austriaca, e precisamente davanti alla tomba di uno dei fisici più importanti della storia, Ludwig Boltzmann, padre della termodinamica e del concetto di entropia (tanto che sulla sua lapide è incisa la formula S = k log W, che è proprio una delle definizioni dell’entropia). Perché è nella termodinamica, secondo gli studi di Rivlin e colleghi, che va cercata la risposta. “Ero andato a passeggiare nei pressi della tomba di Boltzmann – racconta – perché penso che le sue idee, vecchie di un secolo, possano aiutare a risolvere uno dei problemi più complessi della fisica: come è possibile che le particelle quantistiche, che esistono in una ‘nube confusa’ di stati possibili, diano origine al mondo solido, concreto e ben definito, fatto di neve, foglie, lapidi e tutto quello che ci circonda. Sono stati fatti molti tentativi per risolvere questo problema, tra cui anche proporre l’idea bizzarra che tutte le altre possibilità del mondo quantistico si realizzino in universi paralleli, o che semplicemente svaniscano. Io e i miei colleghi sospettiamo che la risposta giusta abbia invece a che fare con Boltzmann”. Un bigino di termodinamica Prima di andare avanti serve un conciso ripasso: la termodinamica – detto grossolanamente – è la branca della fisica che studia come quantità macroscopiche (calore, energia, pressione, temperatura, eccetera) siano connesse a proprietà microscopiche (per esempio la velocità con cui si muovono le particelle in un fluido). Uno dei concetti fondamentali della termodinamica è l’entropia, che è una misura del disordine di un sistema, ovvero dei “possibili modi” in cui un sistema può esistere. Più il sistema è disordinato, più è alto il numero di modi in cui può essere realizzato: l’esempio più classico è quello di un mix di latte e caffè. Il sistema “ordinato” può essere realizzato in un solo modo (tutte le molecole del caffè da una parte e tutte le molecole di latte dall’altra), mentre il sistema “disordinato” (il caffelatte, ossia un mischione dei liquidi) può essere realizzato in un numero molto più alto dei modi. Il sistema disordinato è quello che ha massima entropia; e il secondo principio della termodinamica sancisce che (in un sistema chiuso) qualsiasi processo evolve sempre verso lo stato di massima entropia. In altre parole, il mondo va nella direzione del disordine. In questo senso, l’entropia (e il secondo principio della termodinamica) stabiliscono una direzione obbligata (o meglio, privilegiata) per tutti i fenomeni della natura: sempre verso il massimo disordine, in modo irreversibile. Le stranezze della meccanica quantistica Lasciamo per un attimo riposare Boltzmann e torniamo alle bizzarrie della meccanica quantistica. La questione che disturba di più Rivlin e i suoi (e non solo) è il fatto che una delle leggi della meccanica quantistica postula che una particella può “esistere” in diverse posizioni nello stesso momento (è la cosiddetta sovrapposizione degli stati) ma che questo effetto non si manifesta nel mondo macroscopico. Per di più, c’è un “problema” con le misure: nel momento in cui si cerca di misurare la posizione di una particella, la si “inchioda” in un certo posto e da quel momento in poi sta solo là (è il cosiddetto collasso della funzione d’onda); come se l’atto della misura “distruggesse” tutte le altre possibilità – un processo rapido, istantaneo e irreversibile. Il problema è stato parzialmente risolto negli anni Settanta, quando diversi esperimenti hanno mostrato che il famigerato “processo di misura”, quello che distrugge le altre possibilità, non avviene soltanto in laboratorio, ma sempre e ovunque: anche una molecola d’aria che colpisce un elettrone lo “misura” e ne distrugge la natura quantistica. Questo processo si chiama “decoerenza” e spiega il motivo del fatto che non vediamo effetti quantistici a livello macroscopico. Decoerenza e darwinismo La decoerenza è un meccanismo ancora in parte misterioso. Un significativo passo avanti nella sua comprensione risale al primo decennio di questo secolo, quando due fisici, Robert Blume-Johout e Wojciech Żurek, hanno mostrato che durante il processo di decoerenza tutte le informazioni relative a un sistema quantistico – compresa la sovrapposizione degli stati –non si distruggono, ma piuttosto si “diffondono” nell’ambiente circostante. Se non possiamo più vederle è solo perché non siamo in grado di farlo. “L’informazione quantistica”spiega Rivlin “è sempre lì, solo che è impossibile da vedere. Questa idea è stata chiamata ‘darwinismo quantistico’, in analogia all’idea dell’evoluzione dei sistemi biologici: in questo senso, l’ambiente intorno a un oggetto quantistico ‘seleziona’ solo le informazioni classiche  un po’ come un ecosistema (in senso però molto diverso) ‘seleziona’ il collo lungo per le giraffe”. Lo zampino della termodinamica L’équipe di Rivlin non crede molto all’ipotesi del darwinismo; piuttosto, cerca una spiegazione alternativa guardando alla termodinamica – ed è qui che rientra in scena Boltzmann. “Storicamente, termodinamica e meccanica quantistica non sono mai andate molto d’accordo. L’idea convenzionale delle misurazioni quantistiche sembra addirittura infrangere le leggi della termodinamica, che sono ‘sacrosante’ per i fisici”. E quindi? Torniamo all’esempio del caffè: dicevamo che lo stato in cui evolve un mix di latte e caffè è quello di massimo disordine, di massima entropia, una miscela indistinguibile delle due sostanze. Questo ce lo dice il secondo principio della termodinamica (oltre alla nostra esperienza quotidiana). Ma c’è una questione più sottile: lo stato di massimo disordine è quello di equilibrio, e su questo non ci piove, ma è anche vero che ogni sistema, pur andando sempre verso lo stato di equilibrio, potrà avere, di tanto in tanto, delle fluttuazioni attorno a quello stato. Portiamo più in là questo concetto: dato un tempo sufficientemente lungo, diciamo pure infinitamente lungo, una di queste fluttuazioni porterà il sistema di nuovo nello stato in cui latte e caffè sono perfettamente separati. Bisogna aspettare probabilmente un tempo più lungo dell’età dell’universo, ma in un certo momento accadrà. E lo stesso, a quanto pare, avviene anche per la decoerenza: un’équipe di scienziati, nel 2018, ha osservato che effettivamente un sistema può “de-decorentizzarsi”, almeno per brevissimi intervalli di tempo. “È un risultato incredibile, perché se è possibile recuperare la coerenza vuol dire che le informazioni quantistiche non sono mai state davvero distrutte: erano lì, nascoste, e a un certo punto riappaiono”. I lavori di Birkin e colleghi partono proprio da qui: “La trattazione matematica è abbastanza complicata, ma sostanzialmente nel primo lavoro i miei colleghi hanno mostrato che l’equilibrio tra un sistema quantistico e un apparato di misura può far sì che un sistema che ‘sembra’ classico stia in realtà solo ‘nascondendo’ il comportamento quantistico, e non distruggendolo. Un apparato di misura abbastanza piccolo potrebbe, almeno in linea teorica, permettere agli effetti quantistici di tornare visibili. L’altro lavoro, ancora in corso, è relativo all’effettiva fattibilità di un esperimento per verificare questo effetto, e per comprendere se e come è possibile estrarre e informazioni quantistiche. Chissà cosa ne avrebbe pensato Boltzmann”. Read the full article
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nipresa · 2 years ago
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È la teoria del caos: Capezzone sgasa sulla sua Golf a Poggio Bustone e una farfalla batte le ali a Pechino
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