#taxi aerei elettrici
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I taxi aerei elettrici stanno prendendo il volo. Possono avere successo come business
Un’analisi del futuro della mobilità aerea urbana e delle sue potenzialità economiche.
Un’analisi del futuro della mobilità aerea urbana e delle sue potenzialità economiche. I taxi aerei elettrici, noti anche come eVTOL (electric Vertical Take-Off and Landing), stanno rapidamente passando dalla fantascienza alla realtà. Questi veicoli promettono di rivoluzionare la mobilità urbana, offrendo un trasporto rapido, sostenibile e accessibile. Ma la domanda chiave è: possono davvero…
#Alessandria today#Archer Aviation#certificazioni aeree#eVTOL#futuro mobilità aerea#futuro trasporto#Google News#industria aerea#infrastrutture trasporto aereo#Innovazione tecnologica#investimenti trasporto aereo#italianewsmedia.com#Joby Aviation#mercato eVTOL#mobilità aerea urbana#mobilità e ambiente#mobilità elettrica#mobilità green#mobilità low-emission#mobilità smart#Mobilità Urbana#nuovi mezzi trasporto#Pier Carlo Lava#riduzione traffico urbano#rivoluzione mobilità#sicurezza eVTOL#sostenibilità trasporto#sviluppo infrastrutture#taxi aerei elettrici#taxi del futuro
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Collegamenti aeroporto: arrivano i taxi volanti
I collegamenti aeroporto stanno per conoscere una profonda rivoluzione. Arriveranno tra qualche anno infatti i taxi volanti. Milano Roma e Napoli le città coinvolte nei progetti. Dovrebbero debuttare nel 2025 e 2026 in occasione di due grandi appuntamenti che sono rispettivamente il giubileo e le olimpiadi invernali di Milano Cortina. Planare sul traffico Le macchine volanti sono da sempre il sogno recondito di chiunque sia costretto a fare i conti ogni giorno con il traffico cittadino. Chi non ha mai sognato che dalla propria auto spuntassero delle ali grazie alle quali ergersi sulla distesa infinita di altre auto? Chi non ha desiderato viaggiare planando sul traffico cittadino e arrivando a destinazione in tempi ragionevoli? Fantasticherie a parte, quella i mezzi volanti che sovrastano i centri urbani presto non sarà più una fantasia alla Blade runner ma una realtà. Collegamenti aeroporto: i taxi volanti La società aeroportuale di Milano Linate e Malpensa, Sea, e il Comune di Milano hanno, infatti, firmato un'intesa. L'accordo prevede la creazione di due vertiporti a Linate e Malpensa e altri due nell'area urbana di Milano: Porta Romana e Citylife. I vertiporti saranno simili agli eliporti ma con in più uno spazio riservato al terminal nel quale espletare tutte le procedure necessarie, dal check in alle trafile della sicurezza. Il progetto prevede la creazione di una rete di vertiporti più ampia con 9 siti nella sola città di Milano e altri 6 nell'intera regione. Sono previsti vertiporti negli altri capoluoghi di provincia e uno sul lago di Como per i flussi turistici. I primi aerotaxi elettrici disponibili potranno trasportare un massimo di due persone. Una corsa dall'aeroporto di Malpensa alla città di Milano costerà inizialmente intorno ai 120 euro. In seguito potrebbero entrare in circolazione droni urbani capaci di ospitare fino a sei passeggeri con tariffe che si aggireranno intorno agli 80 euro. Giubileo 2025 e Milano Cortina 2026 Secondo l'accordo tra Sea e Comune di Milano, i lavori inizieranno nel 2024 e i primi taxi volanti saranno operativi nel 2026 in occasione delle olimpiadi invernali che avranno luogo proprio a Milano e a Cortina. A Porta Romana, dov'è prevista la realizzazione di uno dei primi vertiporti, vi è infatti il villaggio olimpico. Nel periodo delle olimpiadi, secondo i vertici Sea, è previsto, a regime, il trasporto di duemila persone al giorno. La città di Roma ha fatto, poco tempo fa, un annuncio su un progetto simile. Creare una rete di collegamenti aerei tra gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino e la città di Roma. Progetto che dovrebbe essere realizzato per un altro grande appuntamento della città: il giubileo del 2025. Per la città di Napoli bisognerà aspettare, invece, una decina di anni perché i taxi volanti siano operativi. Il Distretto Aerospaziale della Campania (DAC) ha sviluppato già un prototipo. Un mezzo ad alimentazione elettrica capace di ospitare 4 persone a bordo, raggiungere un'altezza di 500 metri e una velocità di 100 kilometri orari. I taxi volanti in Campania saranno utilizzati per raggiungere le principali mete turistiche. In copertina foto di Marco da Pixabay Read the full article
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Rock and roll, country, rhythm and blues, jazz: chi ama la musica vede in quella americana un faro da seguire. E il sogno degli appassionati è proprio quello di fare un tour degli Stati Uniti seguendo i ritmi musicali più disparati. Un viaggio che noi di SiViaggia abbiamo fatto e che vi raccontiamo. La musica degli States è diversa da tutte le altre e, diciamolo, ha fatto scuola. Merito delle diverse influenze ricevute, quelle degli immigrati arrivati dal Vecchio Continente e quella dagli schiavi deportati dall’Africa. L’apporto culturale originato da questo duplice e immenso movimento di popolazione arrivata da ogni angolo del globo verso il Paese a stelle e strisce ha creato un mix di tradizioni vive ancora oggi. Così, la tradizione pop occidentale affonda molte delle proprie radici nel blues afroamericano, nel rock’n roll, nel jazz e via dicendo. Appassionati di musica come tanti altri, siamo andati alla scoperta dei luoghi che hanno reso celebre la musica americana, un tour di quegli Stati iconici partito da Chicago, nell’Illinois, patria del blues (o meglio del “Chicago blues”), scendendo nel Tennessee, dapprima a Nashville, famosa per la musica country, e poi a Memphis, a casa di Elvis Presley (con tappa obbligata a Graceland) e patria del rock and roll. Abbiano scoperto, però, che in ogni città non esiste una netta divisione musicale, ma che jazz, blues e rock attraversano questi Stati indistintamente. Ecco il nostro itinerario. Chicago, la città del blues Il “Chicago blues”, come abbiamo anticipato, è una forma di blues che si è sviluppata nei locali di questa città intorno agli Anni ’40. Suonato da piccole band, si è diffuso in tutti gli Stati Uniti e fuori dai confini nazionali. Il blues era cantato dagli schiavi nelle piantagioni del Sud ed è principalmente un’espressione religiosa. Cantata (tra i ritornelli più comuni ricorre l’espressione “Oh my Lord!”, una preghiera insomma). Sono tanti i locali che hanno fatto la storia di questo genere musicale a Chicago e dove andare tutt’oggi ad ascoltare buona musica. Dal Kingston Mines, il club più longevo della città, fondato nel 1968, dove si sono esibiti artisti come Magic Slim, Koko Taylor, Sugar Blue, Billy Branch, Junior Wells, Mike Wheeler, Joanna Connor e che ogni giorno ospita musicisti che si esibiscono dal vivo sul palco. Storica è la House of Blues, dove hanno registrato un album anche i mitici Blues Brothers (le cui statue accolgono i visitatori all’ingresso e, come tutti, anche noi ci siamo fatti un selfie!), ci sono concerti live tutto il giorno. Imperdibile, qui, è il gospel durante il brunch domenicale. Non solo blues a Chicago, però. In un pezzo di Michigan Avenue, la strada più famosa della città, detta anche Magnificent Mile, tra gli Anni ’50 e ’60 erano concentrate le principali etichette e case discografiche del Paese. Qui, in questo tratto, giustappunto soprannominato “Record Row“, al numero 1827, sede della One-Derful Records, ha registrato la sua prima canzone nientemeno che Michael Jackson. Al numero 2129 si trova, ancora, la Vee-Jay Records, la casa discografica che nel 1964 ha lanciato i Beatles negli Stati Uniti e dove gli Spaniels, nel ’54, hanno registrato “Goodnite Sweetheart, Goodnite”, mentre al numero 2120 si trova la Chess Records, che ha visto sfilare nomi del calibro di Chuck Berry, Jimmy Rogers e persino dei Rolling Stones. Nashville, “the music city” Un’ora di volo da Chicago e si arriva nella celebre “Music City”, il soprannome di Nashville, nato dal fatto che, un tempo, ospitava la sede del Grand Ole Opry, un programma radiofonico di musica country della Gibson, una famosa azienda che costruisce chitarre e bassi elettrici. Ed è proprio il country che si sente suonare in tutta la zona (anche a Nashville c’è una Record Row) tra la 16th e la 17th Avenue a South of Broadway (SoBro) dalla mattina fino a notte fonda. Ogni locale ospita più band musicali contemporaneamente: sullo stesso piano ci sono diversi stage su cui si esibiscono i gruppi. Non è obbligatoria la consumazione, quindi si passa da un locale all’altro alla ricerca della musica migliore. Tanti sono anche i luoghi legati alla musica che vale la pena visitare. A partire da The Ryman Auditorium, detto anche “la cattedrale della musica country”. Rinomata per l’ottima acustica, ospita concerti e ha visto passare sul proprio palco James Brown, Patsy Cline e pure Bruce Springsteen. Nel 2015 è stato ristrutturato e oggi ha un teatro rinnovato e ospita mostre permanenti. La Country Music Hall of Fame è anche definita lo “Smithsonian della country music” per via dell’immensa collezione di oggetti legati a questo genere musicale che si possono ammirare nei suoi 32mila metri quadrati di esposizioni, dalle registrazioni alle foto ai video. È stata ampliata qualche anno fa e oggi ospita anche una scuola di musica per ragazzi talentuosi offerta nientemeno che da Taylor Swift. Nel pieno centro di Nashville, è facilmente raggiungibile. Prima di uscire, fate tappa al pian terreno dove si trova Hatch Show Print, una delle tipografie più antiche d’America, dove venivano (e vengono ancora) creati e stampati i poster dei concerti degli artisti più celebri, da Bob Dylan a Johnny Cash fino ai Coldplay. Tra i luoghi imperdibili di Nashville c’è però l’Historic RCA Studio B, lo studio di registrazione più antico della città e uno dei più famosi del mondo, aperto da Dan Maddox nel 1957. Qui hanno registrato i loro dischi cantanti come il mitico Elvis Presley, Dolly Parton, Chet Atkins, Eddy Arnold e gli Everly Brothers e oltre 350mila canzoni sono uscite da qui. Questo studio era considerato la culla del “Nashville Sound” negli Anni ’60 ed è anche merito suo se la città è divenuta la Mecca delle case discografiche. Tra gli ultimi musei aperti a Nashville c’è la Musicians Hall of Fame & Museum che ospita una mostra permanente dedicata ai Grammy Awards. Quando vennero in città i Rolling Stones, per l’ultima tappa del loro tour del 2018, fu organizzata una grande mostra intitolata “Exhibitionism”. Una grande bocca rossa con la lingua di fuori è ancora lì, a disposizione di chi la vuole immortalare. Per chiudere il cerchio non può mancare uno stop al Johnny Cash Museum, un museo interamente dedicato a “The man in black”, soprannome attribuito all’artista per la sua propensione a vestirsi sempre di nero. Si trova anch’esso in centro. Ospita la più vasta collezione di memorabilia dedicati all’artista, compreso un pezzo di muro della sua casa al lago a Hendersonville. Ma per concludere in bellezza il tour musicale di Nashville, oltre ai locali di SoBro, merita una tappa The Bluebird Cafe. Per arrivarci dal centro bisogna prendere un taxi perché è in periferia. Dietro un’anonima porta a vetri, di quelle con gli infissi di metallo in stile Anni ’60, tra un parrucchiere per signora e un “dely shop”, si nasconde uno dei locali più cool che abbiamo mai visto. Qui, ogni sera, si esibiscono dal vivo musicisti famosi e non. Alcuni sono autori sconosciuti che hanno scritto hit musicali di successo per i nomi più celebri del panorama musicale internazionale. Il locale ospita una novantina di persone che prendono posto intorno ai tavolini a pochi centimetri dai musicisti, dando un morso a un panino con pomodori verdi fritti (come quelli del film) tra un brano e l’altro. Il posto è famosissimo. Arrivano da ogni dove per ascoltare la musica. Bisogna prenotare i biglietti con largo anticipo. Chi non trova posto, può sempre portarsi dietro un telo su sui sedersi e accomodarsi all’esterno, insieme a decine di altre persone, dove gli altoparlanti trasmettono la musica suonata all’interno del locale. Memphis, a casa di Elvis In auto abbiamo raggiunto l’ultima tappa nel nostro tour tra le città della musica americana, una meta fondamentale: Memphis, patria di Elvis Presley, culla del rock and roll, è dove c’è Graceland, la gigantesca villa dove visse ed è sepolto “The King”, che oggi è un museo a lui dedicato, meta di pellegrinaggio di turisti che accorrono dal tutto il mondo. Non è una semplice visita, ma una vera e propria esperienza. Anche chi non è un conoscitore dell’artista e neppure un suo grande fan ne uscirà entusiasta. Il tour dell’enorme complesso che si trova al 3734 di Boulevard Elvis Presley è organizzato nei minimi dettagli: ognuno viene dotato di un tablet con spiegazioni nella propria lingua e i pulmini stile school bus portano i gruppi di turisti alla villa, che comprende 23 stanze, ma non tutte sono visitabili. La più originale è sicuramente famosa “Jungle Room”, dove Elvis amava rifugiarsi, che ha persino una cascata interna, ma ci sono anche la “stanza delle Tv”, nello scantinato, dove Elvis si intratteneva guardando anche tre televisori alla volta; la “sala dell’oro”, un lungo corridoio dove sono esposti i suoi dischi d’oro e i riconoscimenti ricevuti e la “stanza della musica” ubicata all’ingresso vicino al salotto. All’esterno, invece, Elvis volle un “giardino della meditazione”, dove ora si trova la sua tomba e quelle dei suoi famigliari. Graceland comprende anche il museo delle automobili appartenute a Elvis, quello dei cimeli che vanno dall’abbigliamento agli oggetti personali e il parcheggio degli aerei, a bordo dei quali si può salire per vedere in quale lusso viaggiava il Re del rock and roll. Ma Memphis non è solo Graceland. Tanti gli indirizzi importanti del panorama musicale. primo fra tutti il Memphis Rock ‘n’ Soul Museum che racconta la storia della musica rock e soul, creato dalla Smithsonian Institution. Lo Stax Museum of American Soul Music testimonia il contributo che la musica soul americana ha dato al mondo grazie a nomi quali Isaac Hayes, Otis Redding, gli Staple Singers e Booker T. & the MG’s. Ma l’indirizzo da non perdere è il Sun Studio, dove è nato veramente il rock and roll. Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Carl Perkins, Johnny Cash, Roy Orbison e B.B. King sono solo alcuni dei nomi che hanno registrato i loro brani più celebri in questo studio discografico che funziona tutt’oggi. Fondato da Sam Phillips nel 1950, divenne il cuore della musica. Non è possibile visitare Memphis senza trascorrere le serate ascoltando musica. Tra i locali più famosi c’è indubbiamente il B.B. King’s Blues Club nella centralissima Beale Street, dove gustare il tipico barbecue (BBQ) del Sud ascoltando gruppi soul, rock ecc. che si esibiscono live. L’altro indirizzo “cult”, infine, è The Arcade, il ristorante più antico della città, all’angolo tra South Main Street e G.E. Patterson. Con i tipici divanetti di pelle, c’è un tavolo dove era solito sedersi Elvis che deve essere prenotato con largo anticipo. Ma il locale è talmente affascinante da essere stato usato come set da fotografi, artisti, scrittori e registi. Vi sono state girate scene di tantissimi film, tra cui “Il socio” con Tom Cruise, “Great Balls of Fire” con Dennis Quaid e Winona Ryder, “Il cliente” con Susan Sarandon e Tommy Lee Jones, “Elizabethtown” con Kirsten Dunst e Orlando Bloom e molti altri ancora. https://ift.tt/2B2duV5 USA, viaggio tra gli Stati della musica americana Rock and roll, country, rhythm and blues, jazz: chi ama la musica vede in quella americana un faro da seguire. E il sogno degli appassionati è proprio quello di fare un tour degli Stati Uniti seguendo i ritmi musicali più disparati. Un viaggio che noi di SiViaggia abbiamo fatto e che vi raccontiamo. La musica degli States è diversa da tutte le altre e, diciamolo, ha fatto scuola. Merito delle diverse influenze ricevute, quelle degli immigrati arrivati dal Vecchio Continente e quella dagli schiavi deportati dall’Africa. L’apporto culturale originato da questo duplice e immenso movimento di popolazione arrivata da ogni angolo del globo verso il Paese a stelle e strisce ha creato un mix di tradizioni vive ancora oggi. Così, la tradizione pop occidentale affonda molte delle proprie radici nel blues afroamericano, nel rock’n roll, nel jazz e via dicendo. Appassionati di musica come tanti altri, siamo andati alla scoperta dei luoghi che hanno reso celebre la musica americana, un tour di quegli Stati iconici partito da Chicago, nell’Illinois, patria del blues (o meglio del “Chicago blues”), scendendo nel Tennessee, dapprima a Nashville, famosa per la musica country, e poi a Memphis, a casa di Elvis Presley (con tappa obbligata a Graceland) e patria del rock and roll. Abbiano scoperto, però, che in ogni città non esiste una netta divisione musicale, ma che jazz, blues e rock attraversano questi Stati indistintamente. Ecco il nostro itinerario. Chicago, la città del blues Il “Chicago blues”, come abbiamo anticipato, è una forma di blues che si è sviluppata nei locali di questa città intorno agli Anni ’40. Suonato da piccole band, si è diffuso in tutti gli Stati Uniti e fuori dai confini nazionali. Il blues era cantato dagli schiavi nelle piantagioni del Sud ed è principalmente un’espressione religiosa. Cantata (tra i ritornelli più comuni ricorre l’espressione “Oh my Lord!”, una preghiera insomma). Sono tanti i locali che hanno fatto la storia di questo genere musicale a Chicago e dove andare tutt’oggi ad ascoltare buona musica. Dal Kingston Mines, il club più longevo della città, fondato nel 1968, dove si sono esibiti artisti come Magic Slim, Koko Taylor, Sugar Blue, Billy Branch, Junior Wells, Mike Wheeler, Joanna Connor e che ogni giorno ospita musicisti che si esibiscono dal vivo sul palco. Storica è la House of Blues, dove hanno registrato un album anche i mitici Blues Brothers (le cui statue accolgono i visitatori all’ingresso e, come tutti, anche noi ci siamo fatti un selfie!), ci sono concerti live tutto il giorno. Imperdibile, qui, è il gospel durante il brunch domenicale. Non solo blues a Chicago, però. In un pezzo di Michigan Avenue, la strada più famosa della città, detta anche Magnificent Mile, tra gli Anni ’50 e ’60 erano concentrate le principali etichette e case discografiche del Paese. Qui, in questo tratto, giustappunto soprannominato “Record Row“, al numero 1827, sede della One-Derful Records, ha registrato la sua prima canzone nientemeno che Michael Jackson. Al numero 2129 si trova, ancora, la Vee-Jay Records, la casa discografica che nel 1964 ha lanciato i Beatles negli Stati Uniti e dove gli Spaniels, nel ’54, hanno registrato “Goodnite Sweetheart, Goodnite”, mentre al numero 2120 si trova la Chess Records, che ha visto sfilare nomi del calibro di Chuck Berry, Jimmy Rogers e persino dei Rolling Stones. Nashville, “the music city” Un’ora di volo da Chicago e si arriva nella celebre “Music City”, il soprannome di Nashville, nato dal fatto che, un tempo, ospitava la sede del Grand Ole Opry, un programma radiofonico di musica country della Gibson, una famosa azienda che costruisce chitarre e bassi elettrici. Ed è proprio il country che si sente suonare in tutta la zona (anche a Nashville c’è una Record Row) tra la 16th e la 17th Avenue a South of Broadway (SoBro) dalla mattina fino a notte fonda. Ogni locale ospita più band musicali contemporaneamente: sullo stesso piano ci sono diversi stage su cui si esibiscono i gruppi. Non è obbligatoria la consumazione, quindi si passa da un locale all’altro alla ricerca della musica migliore. Tanti sono anche i luoghi legati alla musica che vale la pena visitare. A partire da The Ryman Auditorium, detto anche “la cattedrale della musica country”. Rinomata per l’ottima acustica, ospita concerti e ha visto passare sul proprio palco James Brown, Patsy Cline e pure Bruce Springsteen. Nel 2015 è stato ristrutturato e oggi ha un teatro rinnovato e ospita mostre permanenti. La Country Music Hall of Fame è anche definita lo “Smithsonian della country music” per via dell’immensa collezione di oggetti legati a questo genere musicale che si possono ammirare nei suoi 32mila metri quadrati di esposizioni, dalle registrazioni alle foto ai video. È stata ampliata qualche anno fa e oggi ospita anche una scuola di musica per ragazzi talentuosi offerta nientemeno che da Taylor Swift. Nel pieno centro di Nashville, è facilmente raggiungibile. Prima di uscire, fate tappa al pian terreno dove si trova Hatch Show Print, una delle tipografie più antiche d’America, dove venivano (e vengono ancora) creati e stampati i poster dei concerti degli artisti più celebri, da Bob Dylan a Johnny Cash fino ai Coldplay. Tra i luoghi imperdibili di Nashville c’è però l’Historic RCA Studio B, lo studio di registrazione più antico della città e uno dei più famosi del mondo, aperto da Dan Maddox nel 1957. Qui hanno registrato i loro dischi cantanti come il mitico Elvis Presley, Dolly Parton, Chet Atkins, Eddy Arnold e gli Everly Brothers e oltre 350mila canzoni sono uscite da qui. Questo studio era considerato la culla del “Nashville Sound” negli Anni ’60 ed è anche merito suo se la città è divenuta la Mecca delle case discografiche. Tra gli ultimi musei aperti a Nashville c’è la Musicians Hall of Fame & Museum che ospita una mostra permanente dedicata ai Grammy Awards. Quando vennero in città i Rolling Stones, per l’ultima tappa del loro tour del 2018, fu organizzata una grande mostra intitolata “Exhibitionism”. Una grande bocca rossa con la lingua di fuori è ancora lì, a disposizione di chi la vuole immortalare. Per chiudere il cerchio non può mancare uno stop al Johnny Cash Museum, un museo interamente dedicato a “The man in black”, soprannome attribuito all’artista per la sua propensione a vestirsi sempre di nero. Si trova anch’esso in centro. Ospita la più vasta collezione di memorabilia dedicati all’artista, compreso un pezzo di muro della sua casa al lago a Hendersonville. Ma per concludere in bellezza il tour musicale di Nashville, oltre ai locali di SoBro, merita una tappa The Bluebird Cafe. Per arrivarci dal centro bisogna prendere un taxi perché è in periferia. Dietro un’anonima porta a vetri, di quelle con gli infissi di metallo in stile Anni ’60, tra un parrucchiere per signora e un “dely shop”, si nasconde uno dei locali più cool che abbiamo mai visto. Qui, ogni sera, si esibiscono dal vivo musicisti famosi e non. Alcuni sono autori sconosciuti che hanno scritto hit musicali di successo per i nomi più celebri del panorama musicale internazionale. Il locale ospita una novantina di persone che prendono posto intorno ai tavolini a pochi centimetri dai musicisti, dando un morso a un panino con pomodori verdi fritti (come quelli del film) tra un brano e l’altro. Il posto è famosissimo. Arrivano da ogni dove per ascoltare la musica. Bisogna prenotare i biglietti con largo anticipo. Chi non trova posto, può sempre portarsi dietro un telo su sui sedersi e accomodarsi all’esterno, insieme a decine di altre persone, dove gli altoparlanti trasmettono la musica suonata all’interno del locale. Memphis, a casa di Elvis In auto abbiamo raggiunto l’ultima tappa nel nostro tour tra le città della musica americana, una meta fondamentale: Memphis, patria di Elvis Presley, culla del rock and roll, è dove c’è Graceland, la gigantesca villa dove visse ed è sepolto “The King”, che oggi è un museo a lui dedicato, meta di pellegrinaggio di turisti che accorrono dal tutto il mondo. Non è una semplice visita, ma una vera e propria esperienza. Anche chi non è un conoscitore dell’artista e neppure un suo grande fan ne uscirà entusiasta. Il tour dell’enorme complesso che si trova al 3734 di Boulevard Elvis Presley è organizzato nei minimi dettagli: ognuno viene dotato di un tablet con spiegazioni nella propria lingua e i pulmini stile school bus portano i gruppi di turisti alla villa, che comprende 23 stanze, ma non tutte sono visitabili. La più originale è sicuramente famosa “Jungle Room”, dove Elvis amava rifugiarsi, che ha persino una cascata interna, ma ci sono anche la “stanza delle Tv”, nello scantinato, dove Elvis si intratteneva guardando anche tre televisori alla volta; la “sala dell’oro”, un lungo corridoio dove sono esposti i suoi dischi d’oro e i riconoscimenti ricevuti e la “stanza della musica” ubicata all’ingresso vicino al salotto. All’esterno, invece, Elvis volle un “giardino della meditazione”, dove ora si trova la sua tomba e quelle dei suoi famigliari. Graceland comprende anche il museo delle automobili appartenute a Elvis, quello dei cimeli che vanno dall’abbigliamento agli oggetti personali e il parcheggio degli aerei, a bordo dei quali si può salire per vedere in quale lusso viaggiava il Re del rock and roll. Ma Memphis non è solo Graceland. Tanti gli indirizzi importanti del panorama musicale. primo fra tutti il Memphis Rock ‘n’ Soul Museum che racconta la storia della musica rock e soul, creato dalla Smithsonian Institution. Lo Stax Museum of American Soul Music testimonia il contributo che la musica soul americana ha dato al mondo grazie a nomi quali Isaac Hayes, Otis Redding, gli Staple Singers e Booker T. & the MG’s. Ma l’indirizzo da non perdere è il Sun Studio, dove è nato veramente il rock and roll. Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Carl Perkins, Johnny Cash, Roy Orbison e B.B. King sono solo alcuni dei nomi che hanno registrato i loro brani più celebri in questo studio discografico che funziona tutt’oggi. Fondato da Sam Phillips nel 1950, divenne il cuore della musica. Non è possibile visitare Memphis senza trascorrere le serate ascoltando musica. Tra i locali più famosi c’è indubbiamente il B.B. King’s Blues Club nella centralissima Beale Street, dove gustare il tipico barbecue (BBQ) del Sud ascoltando gruppi soul, rock ecc. che si esibiscono live. L’altro indirizzo “cult”, infine, è The Arcade, il ristorante più antico della città, all’angolo tra South Main Street e G.E. Patterson. Con i tipici divanetti di pelle, c’è un tavolo dove era solito sedersi Elvis che deve essere prenotato con largo anticipo. Ma il locale è talmente affascinante da essere stato usato come set da fotografi, artisti, scrittori e registi. Vi sono state girate scene di tantissimi film, tra cui “Il socio” con Tom Cruise, “Great Balls of Fire” con Dennis Quaid e Winona Ryder, “Il cliente” con Susan Sarandon e Tommy Lee Jones, “Elizabethtown” con Kirsten Dunst e Orlando Bloom e molti altri ancora. Un viaggio itinerante per tutti gli appassionati di musica (e non) che parte da Chicago e che tocca Nashville e Memphis, tra Record Row (viali musicali), indirizzi “cult” e canzoni famose.
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Parigi: ecco i taxi aerei, ma come farli muovere in città?
Al salone internazionale dell'aeronautica e dello spazio di Parigi, taxi aerei elettrici e aerei ibridi, considerati la mobilità del futuro
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