#tavolone
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sta partita una sofferenza ma nel senso che i tipi del bar avevano fatto un tavolone proprio davanti allo schermo (manco messo in alto) e a turno cenavano - loro sacrosanto diritto MA NON SI VEDEVA UNA MAZZA
#io comprendo che non è la tua nazionale che sta giocando però. se metti lo schermo e fai vedere la partita. non fare il coglione così#tra l'altro dovevano trasmetterla in un parco qua vicino ma niente. lo schermo era nero. però spagna croazia si è vista#un paese assolutamente senza senso
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Che tardi che è.! Presto che è tardi! Anche vestito da cappellaio matto non potrei sedere a quel tavolone che sicuramente pretende una forma di conversione, peggio che mai in inglese, visto che siamo di fatto colonizzati. Preferisco che mi taglino la testa.
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Senza neppure spogliarti, ti ho sollevato la gonna e abbassato collant e mutandine per scoparti a pecora sul tavolone di marmo del salone dei tuoi.
Tu ti guardavi, ci guardavi nello specchio della credenza di fronte, io ti chiavavo piano, distrattamente. Il mio cazzo nella fica teneva il tempo, fumavo la tua canna, bevevo birra dalla bottiglia che era stata tua.
Ti leggevo poesie di Dylan Thomas, come per consolarti o per disperare con te, in eterno.
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Ispido
E così, due giorni prima di Helloween, Cozza ci ha lasciati. Pazzesco, non ho scritto un post sulla morte di mio padre, e ne scrivo uno sulla morte di Cozza.
Maurizio P. era il fratello di un mio compagno delle medie, Flavio P. Lo conobbi la prima volta al compleanno di Flavio, poteva essere il 1989 o 1990. La festa era a casa sua, una tipica casa condominiale genovese, con un lungo corridoio che collegava fra loro tutte le stanze, poste su un unico lato, fino alla camera da letto in fondo al corridoio. La prima stanza era la sala, dove si svolgeva la festa. Ricordo un tavolone in fondo alla sala, vicino alla finestra, e un grosso comò sulla parete destra, che terminava con uno scaffale con apparecchi audio, dischi in vinile, cassette e altro materiale interessante. Appena entrato mi diressi verso lo scaffale, non curandomi di cosa ci fosse sulla parete sinistra; faccio per prendere una cassetta per osservarla da vicino, ed ecco che da dietro la mia schiena parte un urlo grottesco, quasi come se Chewbacca mi stesse dicendo "ooooh!" (che fai?). Mi giro spaventatissimo, e quasi dietro la porta della sala, sprofondato su una poltrona, vedo un ragazzo sui vent'anni (ma l'età allora mi risultò indecifrabile) con i capelli lunghi lisci, la faccia un po deformata, qualche dente mancante in bocca (e quelli che c'erano non erano proprio nella posizione corretta), in carne, che mi urla qualcosa, ma che appunto, suona come Chewbacca. Flavio interviene, mi dice di posare la cassetta, dice qualcosa al ragazzo per calmarlo e me lo presenta come suo fratello. Devo dire la verità, nei successivi anni di frequentazione con Flavio, il fratello Maurizio mi ha sempre un po spaventato, però piano piano, imparando anche a decifrare il suo linguaggio, abbiamo iniziato a diventare in qualche modo amici : condividevamo una forte passione per la musica metal, e per gli iron maiden in particolare. Lui era più grande di me e aveva visto qualche concerto, e io me li facevo raccontare volentieri.
L'amicizia con Flavio non è sopravvissuta alle scuole superiori, e so che lui ce l'ha ancora a morte con me perchè a suo avviso io avrei "abbandonato" la compagnia di amici delle medie per altri amici più fighi. La verità è che loro erano chiusi e bigotti, io avevo scoperto le canne, trovato un gruppo con cui suonare e persino una fidanzata, e io semplicemente non convidevo più con loro alcuni modi di vivere e divertirsi. Con Maurizio invece ci si incontrava per strada e si facevano sempre quattro chiacchiere : scoprii che nei bar di via Napoli era conosciuto come "Cozza", immagino per il suo bizzarro aspetto che ricorda vagamente Sloth dei Goonies. Divenne poi amico anche di mio papà, perchè il box/falegnameria dove passava gran parte delle sue mattinate era nello stesso palazzo dove Maurizio continuava ad abitare con la madre e il padre. Si fermava spesso a salutare papà e a chiacchierare, a modo suo. Negli anni poi ero venuto a conoscenza della morte del padre, e ultimamente di una malattia della madre per cui hanno dovuto amputarle una gamba. Eppure lei e Maurizio resistevano.
Cozza era un tipo "rock and roll", in tutti i sensi. Fumava 2 pacchetti di Marlboro rosse al giorno, era sempre con una birra in mano e si muoveva solo con il suo piccolo scooter : negli anni questo stile di vita l'ha portato ad ingrassare molto, ed era buffo vederlo girare per via Napoli, così grosso in sella ad uno scooter così piccolo. Ovviamente il fumo e la sedentarietà, uniti a qualche sindrome, malattia, o malformazione di cui non ho mai chiesto notizie che lo rendeva lievemente deforme e incapace di articolare il linguaggio correttamente, lo hanno portato alla fine. L'anno scorso gli avevano asportato la faringe e fatto un buco nel collo per respirare, e pare che comunque avesse delle metastasi sparse nei polmoni. Questo non gli ha impedito di venire al funerale di papà, e addirittura di passare in studio (l'ex box/falegnameria di papà) per dirmi "se hai bisogno, mi chiami". In realtà, me l'ha scritto su un foglietto, perchè a gesti non riuscivo a capirlo.
L'altro ieri ero in studio, bussano alla porta, ed è Flavio, che, gentilissimo, mi fa le condoglianze per la morte di papà. So bene che non gli fa piacere vedermi, ma è venuto comunque. Lo ringrazio, facciamo due chiacchiere, e all'improvviso mi dice che Maurizio è morto. Mi viene da piangere, istintivamente lo abbraccio come avrei fatto con chiunque altro, senza pensare in quel momento che il mio abbraccio potrebbe persino dargli fastidio. Lo ringrazio ancora, non gli ho nemmeno chiesto quando e se ci sarebbe stato un funerale.
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Vita Impigliata - Conversazione con Nicola Zamboni
Nicola Zamboni Il mio ricordo: visitando il suo Studio Atelier, sulla Persicetana, un Complesso Monumentale in uno stato di apparente abbandono circondato da una selva incolta, con un fascino medievale e fiabesco, giochi di luci ed ombre…che non dimenticherò mai… stava scolpendo un busto di donna, steso sul tavolone di assi enorme, intento a fare l’ombelico di questa figura e mi chiese se…
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Buona domenica delle palme..🌿🌿 @plscenografiepereventi #ulivo #madeinitaly #legno #handmade #artigianato #wood #design #pianta #olio #olive #nature #pasqua #italy #tavolone #natura #tavolofattoamano #tavolodapranzo #tavoloartistico #tavolomassello #olioextraverginedioliva #tavoloinulivo #tavolo #tavoloinresina #epoxy #palme #woodtable #epoxyresin #woodart #epoxytable #alberi (presso San Giovanni la Punta) https://www.instagram.com/p/B-mFWqBopBW/?igshid=qcucxg0z1a1t
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Turno della domenica sera andato, quantità di clienti gestibile. Alla fine ho fatto chiusura, sono andato a cambiarmi a mezzanotte, facendo un'ora e mezza in più del previsto.
Purtroppo ho rovesciato un bicchierino di amaro del capo. Per fortuna non ho preso nessuno dei tre ragazzi seduti al tavolo. Carini perché non me l'hanno fatto pesare e a giudicarli "a pelle" avrei detto il contrario.
Invece credo che ad un altro tavolo, alle carovane, dei clienti abbiano riso di me.
Ad un tavolone hanno lasciato una sciarpa, l'ho messa dietro al bancone nel caso torni qualcuno a prenderla nei prossimi giorni.
Mentre tenevo altri due dolci in mano ho dovuto portare un piatto di pancake alla Nutella con una candelina che ha rischiato più volte di spegnersi mentre camminavo. Immaginate cosa io mi sia sentito in dovere di fare. ಥ‿ಥ Quando il tavolo ha incominciato a cantare mi sono unito giusto per i "tanti auguri a te", visto che non sapevo il nome. Ho applaudito anch'io e ho emesso un "brava!" senza urlare troppo. Considerando la mia timidezza sono stato bravo.
A fine turno, oltre a fare un pochino il runner in mancanza di altri camerieri, ho preparato tre coppette Oreo. Pulendo un tavolo della zona delle carovane ho sbattuto la testa contro la lanterna penzolante, se qualcuno se ne fosse accorto sarebbe stata una scena divertente.
Ho sentito Cristina dire che dei clienti ad un tavolo sono andati via senza pagare. Che pazienza e quante cose da tenere sott'occhio.
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ma noi interist* siamo sempre nel tavolone unico? stasera invitiamo anche il presidente così può mettere i suoi tentacoli sui premi appena i nostri scendono dal palco
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Qui a scuola c’è sempre chi si occupa delle creature. (16/09)
(...) Le fa cenno di seguirlo, dirigendosi alla porta alla destra delle sue stanze. L’interno decisamente più grande del previsto e lì una serie di recinti tutti diversi, con habitat diversi al proprio interno - tipo quello dei Mooncalf dove un cielo stellato spicca, insieme a una miniluna piena - ospitano quelle creature che ormai fanno parte del castello da anni e di cui gli studenti imparano a prendersi cura. C’è un tavolone in legno appena si entra, contro la parete sinistra, sormontato da mensole spesse con sopra una serie di boccette piene di erbe, pozioni e altre cose utili per un pronto intervento e per la cura delle creature, mentre sulla destra c’è il recinto di quello che deve essere Snasobeso. Un cumulo di oro, al centro del quale è stata scavata una tana dalla quale spunta il pelo di un sederone enorme. Nemmeno si accorge dell’arrivo di Devon, considerando che ha già mangiato. Subito accanto, il perimetro delimitato magicamente, un’altra distesa di galeoni che sono pronti per accogliere Gol.D e permettergli di crearsi una tana bella quanto quella di Snasobeso (e magari se è meno pigro, anche più bella.) « Può metterlo lì, questi recinti sono fatti apposta per non fare uscire le creature » le cupole utilizzate anche alla Tulange.
Non appena Devon decide di farle strada, lei non perde tempo a seguirlo e momentaneamente puntargli gli occhi addosso che vanno a sgranarsi nel sentire il resto. Annuendo con espressione rassicurata nel sapere che Gol.D non mancherà di cure anche quando lei non sarà a scuola (...) Sobbalza leggermente quando il docente le rivolge la parola, tornando sul pianeta presente e annuendo con foga nel guardare il recinto. « Okay » sospira, nonostante tutto dispiaciuta dal separarsi dallo Snaso mentre tenta di farlo staccare con delicatezza dalla propria tunica. Ma prima di metterlo nel recinto, a cui comunque si avvicina per farglielo studiare, è d’obbligo portarselo davanti al viso per permettere ad entrambi di guardarsi. « Ascolta, Goldie. Qui dentro starai al sicuro, avrai il tuo posticino e noi due ci vedremo ogni mattina e pomeriggio per raccontarci com’è andata la giornata » cos « Nessuno ti prenderà nulla e c’è pure Snasobeso con cui fare amicizia, quindi direi che è meglio del dormire fuori, no? » un sorriso felice viene dedicato tutto alla creaturina, prima di cercare di posargli un bacetto sulla fronte e farlo entrare nel recinto con delicata determinazione. « Allora, che te ne pare? » rimarrebbe lì davanti con le mani sui fianchi, il sorriso ancora sulle labbra, per vedere come si abitua lo Snaso.
Resta appeso di peso - quel poco peso - tra le mani di Blythe senza opporre resistenza ma piegandosi appena per lanciare uno sguardo confuso a Devon, giusto appena all’indietro, senza capire a che sia dovuto quell’entusiasmo agrodolce. E, dal rifugio che si è andato a riprendere appena ha capito che era il momento di andare, scruta tutto attorno i vari ambienti, tenendosi stretto al mantello per non cadere fino a… un ‘GULP’ molto sonoro arriva quando i suoi occhioni inquadrano quei montarozzi di galeoni lucenti, strappandogli un sospiro sognante e... un stendere di becco in una smorfia innamorata, come potrà vedere la tassorosso quando se lo metterà davanti per dargli le ultime raccomandazioni da NonnaB. Un annuire frenetico, con il corpo che si contorce per tornare a guardare il montarozzo lucido salvo poi fermarsi e allungare le zampine contro le guanciotte della ragazzina, guardarla per un tempo indefinito dopo quel baciozzo, iniziando poi a picchiettare sulle mani per invitarla a farlo scendere… e raggiunta la giusta quota è lui stesso a lanciarsi senza timori per sparire sotto le tintinnanti monete, riemergendo dopo qualche secondo… per iniziare a mettere da parte qualche moneta, a discapito di quelle rassicurazioni, che non si può mai sapere con i tempi di magra.
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Sono fijo de chirurgo, de un medico vero non certi personaggini che ... Ho sempre avuto la casa piena de cose strane, perchè ai medici regalano di tutto: penne stilo dei materiali più strani, cesti natalizi, fagiani selvatici appena sparati, funghi, bottiglie de vino super costose, orologi trasparenti, fermacarte in ebano, in bagno ce stava il Lancet, o riviste assurde come FMR, o ID, sedevo ar bagno leggendo pubblicazioni scientifiche mediche etc. Non vi dico gli atlanti medici con gli spaccati, e quelli chirurgici ‘mericani, in inglese.
Capite che quando dicevo a mi’ padre che non capivo un che de Greco, e che preferivo la fisica e la matematica, mi’ padre rideva e diceva studia di più
se rinasco col cavolo Tra le tante cose, quando ero piccino-ino scricciolo - quando chiuse lo studio medico per diventare chirurgo a tempo pieno, papà portò a casa alcune amenità da ufficio, tra cui un tavolone di fòrmica verde che ho ancora in cucina, e ce faccio le torte salate, un mollettone fermacarte in massello con scritto don’t forget, che secondo me fra tremila anni esisterà ancora, e moltissimi fogli di una agenda ad anelli formato A5, quelle coi buchi. Ovviamente istoriata di nomi di farmaci, di qualche casa farmaceutica .....che probabilmente dovrei conoscere, Sanofi, Menarini, Aventis, boh? Sotto il nome di ogni farmaco, la composizione.
Per cui a sei anni, sapevo già che in tutti i prodotti c’è il polivinilpirrolidone. Provate a dirlo veloce 20 venti volte di fila.. eh non sai che inventarti da piccolo. Che è un eccipiente. La parte inerte della pastija. Quindi pippa, ho imparato ‘sta parola a memoria e non serve a niente.
E tra i tanti farmaci vedevo scritto Vincadar. Anche oggi, leggo VINCADAR e - in automatico - la spiega sotto, come in foto.
E giuro è da allora che mi chiedo: ma che diamine è un alcaloide regolatore della microcircolazione cerebrale?? (secondo me è coca!)
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La vera poesia sulla notte.
sono tutte scritte le poesie sulla notte : di stelle che diventano lune e di lune che sbrillazzano nei pozzi trasaliti di rancore
- con questa pena spingo le parole dalla bocca alle mani dalle mani alla carta dalla carta allo sciacquone-
Ehi! mi dico: sono l'uomo comune! la mia pancia fa provincia il mio cazzo ancora minge! e un'altra rima con la sfinge. Ok - preso contatto con iperplutonio -
- messaggio pubblicitario -
poi apro la finestra al tenebrone e quella entra col fare da mignotta con la veste truce da morta inumidita con le ossa sfrante di mura incalcinate
notte storta - di stelle a mezzo velcro appiccicate brillano di ombretto di bordello -
- qualcosa che non sento mi stratampina il cuore .
poi sporto alla finestra fuori tempo ritiro i panni interi ancora mezzi e fanno un po' il rumore degli schiaffi ma schiaffi da signori - a mano aperta
- l'iperplutonio si fa più iperterronio-
mi pare di abbordare una corvetta o d'essere un Nettuno un po' incazzato: Oggi ho preso il piglio autoritario! Oggi - dico - vi rigoverno il mare perché oggi - porcoilclero - so che lo so fare. punto.
E giù ti sbatto: piattopiatto un tavolone lissssio come il dire di un siluro poi spigolo le labbra verso l'alto mi godo un po' il momento dello schianto e così chiudo ridacchiando la giornata
-messaggio pubblicitario erotico unoseiseicontafinoasei-
poi nel letto un poco angusto chiuso da un coperchio di coperte sento rantolare l'animale sferracchia sbuffa e spinge graffia torotoro da far male -
-messaggio pubblicitario WWF-
dico: senti, zozzo torbido compare non è che hai rotto il cazzo veramente io m'andrei a fa' un giro oltre le tende poi... fa' un po' tu come ti pare.
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💥 BIG TALK IN PIAZZA GARIBALDI! MARA MAIONCHI vs MAURO CORUZZI in arte PLATINETTE 📍⏰ 7 ottobre, palco di Piazza Garibaldi, ore 18.30 Novembre del 2017, a #XFACTOR i Måneskin erano in gara e Mara Maionchi in versione profeta disse: “Come ca🫢🫢🫣 fanno a perdere? Bisogna sparargli”. Profezia azzeccata: da lì a poco la band italiana sarebbe andata in cima alle classifiche di tutto il mondo. Non ci sarebbe molto altro da aggiungere sulla Mara 🇮🇹, discografica di successo, opinionista, giudice nei più importanti talent in tv. Una che dove mette mano tutto si trasforma in oro. ❤️🔥ABBIAMO CHIESTO A MARA: “PARLACI DEL TALENTO” Abbiamo voluto MARA MAIONCHI per il primo grande incontro di #BorgoFood22 e le abbiamo chiesto di parlarci della materia prima indispensabile: IL TALENTO. Il talento vero, quello che fa la differenza ovunque. Quando decidiamo di candidarci ad un posto di lavoro, quando facciamo sport, quando ci mettiamo al tavolone per preparare in casa gli Anolini De.Co per San Donnino 👹 🤟Poi, siccome Mara è già di per sé esplosiva, perché limitarsi? E allora abbiamo chiesto a Mauro Coruzzi in arte #Platinette di venire ad intervistarla. Perché Mauro non è solo il suo personaggio più famoso ma è un altro grande conoscitore dei segreti che si muovono tra musica, tv e intrattenimento. Non prendete impegni, sarà un talk memorabile. Che dite? ☔️ in caso di maltempo si va tutti al Teatro Magnani Fidenza… fino a esaurimento posti ➡️ Scopri tutto il programma di #BorgoFood: www.fidenzaborgofood.it #borgofood #sandonnino2022 #eccofidenza (presso Fidenza, Italy) https://www.instagram.com/p/CjITVaDtGTL/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Carbonara, Tavolone
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Nathan: "🎶Nella cantina di un palazzone, tutti sapevano che ero un coglione🎶"
Gaia: "Hai cambiato sesso?"
Nathan: "No, è che poi non faceva rima"
Gaia: "Che hai fatto?"
Nathan: "🎶Avevo portato a un tavolone, una tagliata senza il culoneeee🎶"
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