#tavole legno
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Albero stile Shabby Chic https://www.design-miss.com/albero-stile-shabby-chic/ Un albero in stile #ShabbyChic per addobbare la casa con eleganza
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Mattioli Legnami, il tuo legno al passo con i tempi!!!
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101 --- Come costruire una slitta per spianare con la fresatrice
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Che bella questa frase.
Oggi è la festa dei nonni, santi nonni, come dico sempre io dei nonni di mio figlio.
E questa frase mi ricorda tanto gli occhi delle mie due nonne. Entrambi occhi azzurri, che mio figlio ha ereditato. Occhi che in effetti non puoi dimenticare.
Mia nonna di qui era una donna forte, alta, decisa, dalla quale andavo ogni giorno dopo scuola, quando ancora era raro il tempo pieno, in attesa dei miei genitori che erano al lavoro. E quando mia mamma arrivava a prendermi era sempre di corsa e mi ricordo benissimo la voce di mia nonna che, dalla lobbia, con me di fianco, le diceva: "Sei di fretta, te la butto giù così non sali". Cucinava delle frittelle a carnevale che non ho mai più mangiato. Io ero la nipote più grande di otto, andavamo in montagna a luglio solo io e lei e via via arrivavano tutti i nipoti. E lei teneva praticamente tutti. Quando eravamo sole facevamo delle camminate nei boschi, con un bastone ogni volta trovato al momento, con le sue gambe che erano già un po' storte. Arriva da lei il mio amore per la montagna. Era una donna precisa, ma avanti. Una delle cose che mi ricordo per ultime, prima che la sua testolina perdesse il contatto con le realtà, è come rispose a mia mamma quando le dicemmo che io e il mio allora moroso, ora marito, volevamo andare a vivere insieme. Mia mamma non era convinta e mi disse di andare a chiedere a mia nonna, e lei semplicemente disse sì, non vedo il problema. Mia mamma non ha potuto dire più niente.
L'altra mia nonna viveva invece in Sardegna e quindi la vedevo una volta l'anno in agosto. Stessi occhi azzurri, ma una donnina minuta, magra anche con tutti gli strati di vestiti che indossava, di un riserbo enorme. Che viveva in simbiosi con mio nonno. Con due nomi fatti uno per l'altra: Bonaria e Felice. Di lei ho ricordi più rari per il poco tempo insieme. Però non posso dimenticare le tavolate a casa sua con tutti gli zii ed i cugini e lei che cucinava ravioli di magro per tutta la via. Quanti pomodori abbiamo tagliato per fare la conserva. Le uova delle galline che ogni giorno andava a prendere nel piccolo pollaio in cortile. E mi ricordo benissimo, tipo una foto stampata nella memoria, lei, che aveva sempre freddo essendo magrolina, seduta su questa mini seggiolina di legno, davanti al camino acceso anche in agosto, con un pentolino con il gelato che si scioglieva un po', se no era troppo freddo. E poi le frasi che diceva sempre e che uso ancora: "cottu o non cottu su fogu dda biu", "la casa non ruba nasconde" e quello che era il suo saluto ogni volta che sapeva che dovevamo andare via "venite quando volete", come dire, torna il prima possibile, ma fai quello che devi fare.
Le mie nonne, e la loro luce negli occhi, non le dimenticherò mai.
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" Stando alla testimonianza di chi ha avuto la fortuna di vederlo in teatro, il Totò che noi conosciamo, quello del cinema, non vale un decimo rispetto al comico caricato a molla sulle tavole del palcoscenico. Si racconta che, al momento del bis, prima di rientrare in scena, dicesse agli attrezzisti: «Adesso li faccio ridere con la A!». Entrava, improvvisava un paio dei suoi irresistibili lazzi e ritornava dietro le quinte mentre la sala si sganasciava a bocca spalancata: «Ah! Ah! Ah!». Prima del secondo bis prometteva ancora: «Adesso li faccio ridere con la I!». Infatti, la platea: «Ih! Ih! Ih!». Al terzo bis era la volta della U. Entrava in scena di sbieco come un burattino di legno, snodato, e si arrampicava su per il sipario come uno scoiattolo. E gli spettatori: «Uh, Uh, Uh!». Le risate con la A, con la I e con la U hanno sostanza ben diversa le une dalle altre: sono le reazioni emotive a tre differenti espressioni della comicità, o meglio a tre gag di natura diversa. In genere la risata con la A esplode al terzo ritorno di un tormentone o nella «chiusa» di un movimento comico a lunga durata con esplosione finale. La risata con la U è fulminante, quasi sempre provocata da una gag inattesa, da una caduta improvvisa, da una battuta a sorpresa. Quella con la I, invece, è più legata all’umorismo, alla finezza verbale o alla gag «buttata via», regalata ai pochi: arriva sempre con un attimo di ritardo e si espande nella sala per contagio, perché chi non ha capito subito l’arguzia la decifra attraverso lo scompisciarsi degli altri. "
Vincenzo Cerami, Consigli a un giovane scrittore. Narrativa, cinema, teatro, radio, Garzanti, 2002; pp. 173-174.
[1ª edizione: Einaudi, 1996]
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Le conchiglie
Hugh e Marguerite Stix e R.Tucker Abbott
Fotografie di H.Landshoff
Garzanti, Milano 1969, 197 pagine, 29,5x27,5
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Afrodite, dea dell’amore e della bellezza, nasce dal mare e da una conchiglia. È un mito che in versioni diverse compare in varie civiltà e testimonia il fascino che queste mirabili creature marine hanno sempre esercitato sull’uomo. Nelle tombe preistoriche troviamo conchiglie a profusione, talora riprodotte in metallo, in legno, in pietra. Nelle culture arcaiche le conchiglie furono usate come utensili, ornamenti, monete, persino come strumenti a fiato. Al loro potente simbolismo si riallacciarono non solo i riti magici primitivi ma anche le religioni di grandi civiltà storiche. Rilevante fu l’influenza sulle attività artistiche delle infinite forme delle conchiglie, imitate e riprodotte in ogni epoca e in ogni parte del mondo in opere architettoniche, sculture, dipinti, gioielli. In questo libro, che è il risultato delle ricerche di due appassionati collezionisti, Marguerite e Hugh Stix, e della collaborazione di un illustre malacologo, il professor R. Tucker Abbott, le conchiglie sono presentate nella loro gamma infinita di strutture, linee, lucentezze, trasparenze, luminescenze, lasciando che parlino da sé attraverso le stupende immagini di un fotografo artista: H. Landshoff. Il capitolo introduttivo illustra il significato che le conchiglie hanno assunto nei miti, nelle religioni, nelle arti, nella storia delle varie civiltà, e narra la storia affascinante del collezionismo lungo i secoli. I commenti alle singole tavole descrivono con rigore scientifico le caratteristiche d’ogni esemplare riprodotto. Un libro di grande interesse per lo specialista, per l’appassionato, per il semplice curioso.
11/08/24
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Se c’è un libro dei sogni
nella mia vita
lasciatelo aperto
al rosso dei pomodori
rimasti a seccare
sotto il sole
su tavole di legno
Daniela Attanasio
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Izzi era arrivata al punto di chiedersi come credere nella domenica se non credeva nemmeno più al suo vero nome (Izzi aveva sostituito Elisabetta da quando sua madre fin da piccolissima la chiamava così). La domenica - diceva la nonna davanti a lunghe tavolate in legno cosparse di farina - è il giorno ideale per curare le occhiaie e il cuore infranto: ma per la seconda cosa non basta un impacco tiepido di camomilla romana e petali di rosa da mettere sugli occhi. Ci vuole una magia del tempo.
Izzi non aveva mai ricevuto in dono la ricetta definitiva per curare il cuore infranto; ma negli anni aveva accumulato piccole intuizioni che restavano nascoste in profondità e poi venivano su, puntualmente, ogni domenica: quella che più di tutti amava era passeggiare per i sentieri boscosi dietro casa che si intrecciavano come il simbolo dell'infinito e sbucavano in prossimità del mare. Lì aveva imparato a non trattenere più il suo caro mucchietto di sabbia nel pugno saldo ma a lasciarla scorrere attraverso il foro aperto prima dal mignolo, e poi dall'anulare, e poi dal medio.
Una scia continua si adagiava lungo la strada, forse era quella la magia del tempo di cui parlava la nonna: osservare le cose scorrere, passare dalla presa salda della nostra mano a disperdersi nel vento di un freddo pomeriggio di maggio. La magia del tempo per curare il nostro cuore infranto.
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Top in #legno_di_ricupero, proveniente da ex tavole da ponteggio, spazzolate, realizzate per #Vineria. Trattate con #vernice_all’acqua opaca per esterni, che proteggesse il legno senza presentare né effetto bagnato, né film ed avere quindi un contatto diretto e naturale con la materia prima.
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eterno ritorno dell'identico
Spesso parlando o scrivendo ci capita di ripetere cose già dette [...] esprimere concetti uguali, simili fra loro come le tavole di legno che formano il ponte da attraversare per andare dall'altra parte. Il ripetere è la regola di un mondo dove le situazioni belle ritornano roteando intorno a noi come foglie sospinte dal vento. da R. Battaglia, Foglie
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29 maggio 2024
L'elevazione dei sei pilastri per la cisterna del grande acquedotto.
Padre Tonino
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28 marzo 2024 – Avvio dei lavori
Disboscamento del terreno, preparazione della ghiaia, trasporto sabbia…
Numero di operaio coinvolti: 27
Materiali utilizzati
- cemento: 500 sacchi
- sabbia: 12 camion
- ghiaia: 1000 carriole circa
- ferro per armatura 6mm: 120 sbarre di 12mt
- ferro per armatura 10mm: 95 sbarre di 12mt
- ferro per armatura 12mm: 263 sbarre di 12mt
- ferro per armatura 14mm: 29 sbarre di 12mt
- legno per carpenteria: 200 tavole di varia lunghezza
- legno per carpenteria: 330 pali di varia lunghezza
- filo di ferro per legare l'armatura,
- chiodi per la carpenteria
- vario altro materiale
30 maggio 2024 – Avanzamento lavori
- realizzate le fondamenta
- in corso elevazione dei sei 6 grossi pilastri che raggiungeranno l'altezza di 15mt
- le due cisterne che dovranno essere sostenute sono di 5000 litri
31 luglio 2024 – Data prevista fine lavori
Dati indicativi.
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Taranto, sorpresi a rubare durante i festeggiamenti di San Giuseppe: sei minori denunciati
Taranto, sorpresi a rubare durante i festeggiamenti di San Giuseppe: sei minori denunciati dalla Polizia di Stato. La Polizia di Stato ha denunciato in stato di libertà sei minori perché ritenuti presunti responsabili di furto in concorso tra loro. Importante risultato ottenuto già ieri a seguito della predisposizione dei servizi preventivi concordati in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica tenutosi in Prefettura e del Tavolo Tecnico tenuto dal Questore Massimo Gambino. Equipaggi della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Locale di Taranto hanno avviato importanti e serrati controlli nelle aree maggiormente sensibili ed interessate negli anni passati dall’accensione di falò abusivi in occasione della ricorrenza della Festa di San Giuseppe. Servizi che quest’anno si sono resi ancora più necessari a seguito degli accadimenti dell’anno passato quando la Polizia di Stato denunciò tre soggetti (di cui un minore) perché presunti responsabili del reato di incendio doloso a seguito dell’esplosione del falò, non autorizzato, allestito per i festeggiamenti di S. Giuseppe in zona Tamburi. I poliziotti della Squadra Volante, impegnati nei controlli nel Quartiere Paolo VI, hanno notato in Viale della Liberazione, all’interno di un cantiere edile nei pressi del centro residenziale Mar Piccolo, una trentina circa di ragazzi indaffarati a smontare ponteggi con l’intento di appropriarsi indebitamente di tavole di legno presumibilmente da utilizzare per i futuri falò. Alla vista dei poliziotti i ragazzi sono scesi dalle impalcature e si sono dati alla fuga in diverse direzioni. Nella confusione generale, il personale della Volante, dopo un breve inseguimento sia nel complesso residenziale che nelle zone di campagna limitrofe, è riuscito a fermare sei ragazzi – tutti minori sopra i 14 anni – i quali, dimostrando scarso rispetto per i poliziotti, hanno assunto un atteggiamento molto ostile e poco collaborativo, tentando la fuga. Solo dopo una paziente opera di persuasione, i sei giovanissimi ancora insofferenti al controllo sono stati accompagnati negli Uffici della Questura. Anche durante le fasi di identificazione e di rintraccio dei rispettivi genitori, i sei hanno continuato ad assumere un comportamento offensivo nei confronti dei poliziotti. Solo a tarda sera quattro di questi sono stati affidati ai parenti anche loro giunti negli Uffici di via Palatucci con un atteggiamento ostile nei confronti dei poliziotti. I restanti due sono stati accompagni presso le rispettive abitazioni ed affidati ai parenti impossibilitati a presentarsi in Questura. Le tavole che stavano per essere rubate dal cantiere, alcune delle quali poi lasciate sulla pubblica via durante la fuga, sono state recuperate e riconsegnate ai legittimi proprietari. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Tavoli e sedie Porro: 7 abbinamenti perfetti
Per arredare con eleganza e funzionalità la zona pranzo o lo studio, tavoli e sedie Porro sono la scelta giusta perché puoi creare molteplici combinazioni declinate in stili diversi. Per aiutarti nella scelta ecco 7 abbinamenti perfetti. Atmosfere fifties con il tavolo Metallico e la sedia Voyage
Delicatezza e resistenza si fondono per creare un tavolo senza tempo: Metallico è un volume puro capace di infondere una solida eleganza. Il dettaglio ricercato della congiunzione tra gamba e piano in lamiera di alluminio mostra la forza della tecnologia, che permette di ottenere linee rigorose e spessori ridotti in un connubio di straordinaria eleganza. Materia in primo piano anche nella sedia Voyage dalle linee precise, costituita da una struttura a vista in massello di acero tornito. Un rivestimento in cuoio che calza perfettamente sulla struttura dà forma a schienale e seduta, caratterizzati da comfort ed ergonomia. Abbinamento retro-tech con il tavolo Pascal e la poltroncina Romby
Il tavolo Pascal di Piero Lissoni mostra la sua anima preziosa nella zona pranzo/ studio con il top nel nuovo marmo Calacatta Verde, finitura dalle nuance delicate e sorprendenti per un nuovo sofisticato decorativismo, a contrasto con la struttura industriale alare in pressofusione di alluminio. Si lavora comodamente seduti sulle nuove poltroncine Romby di GamFratesi con gambe centrali in frassino tinto nero e seduta imbottita con ampi braccioli, che aprono a nuove possibilità nell’home office e nel contract. Tavoli e sedie Porro per abbinamenti audaci: tavolo Materic e sedia Frank
Nella sala da pranzo, la ricerca continua di Porro su materiali, manifatture e forme che danno emozioni verte ancora una volta intorno a Materic. Il progetto di tavolo nasce nel 2017 da Piero Lissoni con l’idea di sperimentare in geometrie elementari la versatilità della materia. Proposto con piano circolare rastremato in marmo Paonazzo, appoggiato su una base a tronco di cono in acciaio inox, dal look futuristico e lunare, è circondato dalle sedie Frank di Piero Lissoni con struttura iron e rivestimento in tessuto bouclé liberamente ispirate ad un déco d’impronta francese. Intima convivialità: il tavolo Ryoba e la sedia Nebbia
Omaggia la naturalezza dei materiali e la bellezza dell’imperfezione il tavolo Ryoba con gambe e piano in legno massello di frassino olivato. Le gambe a sezione triangolare creano un cavalletto su cui è appoggiato il top materico, composto da tavole in massello tutte diverse una dall’altra. Le proporzioni del tavolo, invitano ad una nuova intima convivialità. Abbinato alla sedia Nebbia fonde insieme artigianato e progetto industriale. Le gambe in legno massello di frassino dalla sezione importante danno vita ai braccioli elegantemente curvati, offrendo un appoggio per lo schienale a forma di conchiglia e la seduta, entrambi imbottiti e pensati per essere sfoderabili. Un progetto all’insegna dell’autenticità e della memoria, attualizzata in una visione contemporanea, che offre grande comodità, praticità e nuove possibilità espressive agli spazi del contract. Eleganza rarefatta con il tavolo Synapsis e la sedia Neve di Porro
Un oggetto decorativo, che emerge nello spazio con la sua estetica chiara e rigorosamente chic: il tavolo Synapsis si contraddistingue per il particolare design delle gambe create in tondino d’acciaio cromato o laccato bianco o nero e la forma del piano: un ovale tagliato alle estremità. Semplice naturalezza che contraddistingue anche la sedia Neve, disponibile anche nella versione con schienale e seduta imbottiti per una soffice comodità. Tavoli e sedie Porro per abbinamenti poeticamente minimal
Materic con un piano ovale e la base a tronco di cono, entrambi in frassino Latte, finitura extrachiara dall’ispirazione nordica. Un oggetto silenzioso all’insegna dell’armonia visiva, poeticamente minimal. Nella foto è abbinato a Neve, seduta dalle linee rigorose ma morbide, che reinterpreta in chiave contemporanea la classica sedia in legno. La struttura di sostegno si caratterizza per un tracciato di linee nette dai diversi spessori. La rotondità delle gambe a fuso e la tenue curvatura dello schienale e della seduta sospesa addolciscono la sua figura. La struttura è in massello di frassino mentre schienale e seduta sono in multistrato curvato. Abbinamento geometrico decorativo
Il tavolo Pascal è perfetto per l’ufficio, ma anche per la casa. E' possibile abbinare la gamba in metallo verniciato Iron a piani in essenza, marmo o ceramica. Prodotto dall’anima industriale, consente di raggiungere inedite lunghezze in piena luce. Pascal è un pezzo scultoreo dalla natura plastica e il match perfetto per l’allure geometrica e il design di ispirazione vintage della seduta Romby dal fascino astratto. La base a tronco di cono in legno massello di frassino naturale sabbiato o tinto nero, si connette ad una seduta girevole imbottita. Soffice e compatta, accoglie il corpo lasciandolo libero di muoversi e avvolgendolo con una sensazione di grande leggerezza. www.porro.com Read the full article
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Dal 17 febbraio al 21 aprile (anteprima stampa il 16 febbraio alle ore 12.00 e inaugurazione alle ore 18.00) il Museo Carlo Bilotti di Roma, in Via Fiorello La Guardia, 6 e Viale dell’Aranciera, 4 nel cuore di Villa Borghese, ospita, a cura di Gabriele Simongini, la mostra, progettata dall’artista per il Museo, “Manuel Felisi 1:1” dedicata al mondo animale (ingresso gratuito; orari: dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 16.00 e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 19.00). Il Museo Carlo Bilotti, per l’artista, è la sede ideale per ospitare il suo progetto incentrato sulla raffigurazione su grandi tavole di legno di un bestiario posto in dialogo con il vicino Bioparco, il giardino zoologico più antico d’Italia (Piazzale del Giardino Zoologico, 1, aperto tutti i giorni). La collaborazione con la Fondazione Bioparco di Roma inoltre consente di osservare dal vivo alcuni degli animali ritratti dall’artista e protetti al suo interno per rendere possibile un ulteriore approfondimento sulla natura delle specie. In esposizione 80 opere, come suggerisce il titolo “1:1”, a grandezza naturale, realizzate con la tecnica di pittura ibrida - cifra stilistica di Felisi (Milano, 1976) - che da sempre pratica un’arte di commistione tra tecniche e linguaggi, modi della tradizione e innovazione tecnologica, trovando nella versatilità la chiave della sua ricerca. “Felisi/Noè - scrive il curatore Gabriele Simongini - porta nella grande Arca della pittura l’immagine/memoria di animali la cui esistenza è spesso minacciata dalla nostra folle e pervasiva aggressione ambientale. Sospesi fra apparizione e scomparsa, non di rado trasformati in presenze fantasmatiche, gli animali ci fissano quasi increduli, stagliandosi in scala reale su sfondi che sembrano evocare anche la raffinatezza dell’Art Déco e comunque un tempo che già appartiene alla dimensione del ricordo.” Infatti, se nelle opere dell’artista l’iconografia centrale sono le forme arboree e floreali, simboli di vita che inneggiano alla forza della natura, nella mostra 1:1 Felisi si cimenta per la prima volta nella rappresentazione del regno animale, che vede insieme a opere bidimensionali, alcuni lavori sottratti alla staticità attraverso animazione digitale ottenuta con interventi di digital art. “Sulle ampie superfici di legno - afferma l’artista - i rulli e le garze, le resine e le campiture irregolari che caratterizzano la mia pittura hanno trovato il terreno fertile per creare un mondo fantastico dove immergere i miei animali.“ La mostra è nata nell’anima dell’artista nel corso del primo lockdown, nella primavera del 2020. In un periodo drammatico come quello del Covid e di stasi forzata, alcune foto di animali, scattate da Felisi durante un viaggio in Senegal, “hanno suggerito una riflessione sui pericoli che le specie animali stanno correndo a causa del degrado del loro habitat naturale. Attraverso la mediazione dell’arte, Felisi crea così l’idea di un giardino incantato che possa mettere al riparo gli animali da qualsiasi insidia. Il richiamo evidente è quello con l’Arca biblica. Ogni Arca è fatta di legno e quella creata da Felisi non fa eccezione, motivo per cui per le opere in mostra utilizza grandi tavole di legno. Non mancano i richiami al Contemporaneo. In particolare al ‘Bestiario’ realizzato da Andrea Pazienza, una raccolta di disegni, schizzi, illustrazioni del noto fumettista dedicati al mondo animale e alle creazioni per bambini ideate da Bruno Munari, in cui le forme degli animali giocano un ruolo chiave”. Nel corso del vernissage, venerdì 16 febbraio alle ore 18.00 si svolgerà un incontro, moderato dal curatore Gabriele Simongini, organizzato da National Geographic Italia, tra Manuel Felisi e il pluripremiato fotografo naturalista Bruno D’Amicis. Il confronto tra i due porterà Felisi alla realizzazione di un’opera inedita sulla base di una foto di D’Amicis raffigurante un grande orso marsicano, con l’idea di sensibilizzare il pubblico alla conservazione di questa specie a rischio anche attraverso lo specifico linguaggio dell’artista.
Attualmente a Roma, presso l’Aeroporto di Fiumicino al Terminal 1, in sintonia con la mostra allestita al Museo Bilotti, sono in esposizione due opere di grande dimensione di Manuel Felisi dal titolo Vertigine posizionate una di fronte all’altra: una serie di griglie composte da piccole tele vanno a scomporre e a ricomporre fotografie di alberi, ritratti senza foglie e protesi verso il cielo in due momenti diversi nell’arco della giornata, la mattina e la sera. Le opere testimoniano l’intento dell’artista di portare l’attenzione - in un luogo di continuo passaggio - sul mondo della natura e sulla preservazione dell’ambiente. L’esposizione, accompagnata da un ampio catalogo pubblicato da Gangemi Editore, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, prodotta e organizzata dalla Galleria Russo con il sostegno del Gruppo Banca del Fucino, in collaborazione con la Fondazione Bioparco di Roma e in media partnership con National Geographic Italia.
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“ Il vento è la principale avversità contro la quale devono combattere gli alberi, almeno in Europa. Oltre il 50% dei danni subìti dai boschi europei è dovuto al vento. Non sono gli incendi (16% dei danni) o i patogeni e gli insetti a minacciare i nostri boschi, ma il semplice vento. Dal 1950 a oggi, i danni da vento in Europa sono in continuo aumento: dal 1970 al 2010 gli alberi persi sono raddoppiati, passando da circa 50 milioni a 100 milioni di metri cubi. Si tratta di un enorme numero di alberi che cadendo a terra, oltre a cambiare radicalmente l’ecosistema, la stabilità e il paesaggio, riducono del 30% la capacità di fissazione della CO₂ nelle zone colpite. E la quantità di CO₂ nell’atmosfera è la causa prima del riscaldamento globale che, a sua volta, è una delle ragioni per cui assistiamo all’aumento della frequenza e della intensità di questi eventi. Tra il 28 e il 30 ottobre 2018, una tempesta di vento e pioggia investì ampie zone delle Alpi orientali con venti di velocità anche superiore ai 200 chilometri orari. Un numero spaventoso di alberi venne schiantato e decine di migliaia di ettari di bosco scomparvero. Una catastrofe naturalistica le cui conseguenze sono andate molto oltre i danni diretti sui boschi, innescando una serie di circostanze che nessuno avrebbe potuto prevedere. Fra queste, la più infausta di tutte, per me, è stato il danneggiamento del bosco di abeti rossi dal cui legno, da secoli, si ricavano le tavole armoniche dei grandi strumenti musicali. Cause ed effetti: a causa della CO₂ dispersa nell’atmosfera la temperatura del pianeta sale, i fenomeni atmosferici diventano violenti e le tempeste di vento distruggono gli alberi con cui si fanno i grandi violini, da sempre. “
Stefano Mancuso, La pianta del mondo, Laterza (collana i Robinson / Letture), 2022⁷; pp. 89-90.
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GÜNTER UMBERG
L’artista tedesco Günter Umberg ha concentrato la sua ricerca sull’utilizzo di tavole monocrome, principalmente in legno
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