#studio le cann
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setdeco · 2 years ago
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STUIO LE CANN, Résitentel, Castillon du Gard, France, 2023
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eucanthos · 1 year ago
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Lee Miller: Picnic, Ile Sainte Marguerite, 1937.
Edouard Manet: Le déjeuner sur l'herbe, 1862-63. Oil on canvas 208 x 265 cm. Musée d'Orsay.
Marcantonio Raimondi: The Judgment of Paris (detail), ca. 1510–20
Lee Miller and Roland Penrose, lovers, in the summer of 1937, lived in Mougins village above Cannes near Picasso's studio. Miller was probably staged their pose: Paul Éluard kiss Nusch Éluard, Penrose and Man Ray look bored. - Manet's female nude is thought to be Victorine Meurent, his favorite model, subject of Olympia. The male figure on the right was based on a combination of his two brothers, Eugène and Gustave. The other man is based on his brother-in-law, Dutch sculptor Ferdinand Leenhoff. By portraying an ordinary scene on such a large scale, Manet validated the seemingly mundane subjects, inspiring Impressionists like Claude Monet and Auguste Renoir to follow suit with Water Lilies and The Luncheon of the Boating Party, respectively.
https://artblart.com/2015/07/12/exhibition-lee-miller-at-the-albertina-vienna/
https://picnicwit.com/timeline/19001949/lee-millers-picnic-ile-sainte-marguerite-1937/
https://en.wikipedia.org/wiki/Le_D%C3%A9jeuner_sur_l%27herbe
https://www.leemiller.co.uk/media/yx9mJNx_8Bo_ceV4W34srw..a
https://mymodernmet.com/edouard-manet-the-luncheon-on-the-grass/
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chez-mimich · 23 days ago
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EMILIA PEREZ
Parafrasando quello che scrisse Karl Kraus contro i giornalisti, ovvero “Non avere un’idea e saperla esprimere”, per Jacques Audiard, regista di “Emilia Perez” vale il contrario, ovvero avere una idea e saperla esprimere pienamente. E l’idea è di quelle davvero complesse, quasi assurda, benché possibile: il capo di un cartello di spacciatori messicani, uomo ricco, potente e temuto, matura la decisione di seguire la propria intima natura e diventare una donna. Detta così la cosa potrebbe sembrare grottesca, se non proprio comica, ma questa materia messa nelle mani di un geniale regista diventa un film altrettanto geniale. Quando Manitas Del Monte, decide di cambiare la propria identità sessuale, decide contemporaneamente di ricorrere ai servigi di una giovane avvocato, socia in uno studio di grido, Rita Moro Castro che ha appena vinto una causa importante. Naturalmente, poiché l’operazione (non solo quella chirurgica), per un boss comporta anche problemi per così dire di immagine, Manitas decide di far rapire l’avvocato costringendola, di fatto, ad accettare l’incarico dietro un più che lauto compenso. E così dopo una spasmodica ricerca, l’avvocato trova a Tel Aviv la persona adatta a trasformare il feroce boss messicano in una donna. Il nuovo nome di Manitas sarà appunto Emilia Peres, donna giunonica e fascinosa, che insieme al cambio di sesso matura via via un profondo cambio di convinzioni. In fondo il povero Karl Marx, oggi tanto disprezzato e reietto, aveva già scritto alla metà dell’Ottocento che “non è la coscienza dell’uomo a determinare la sua condizione, ma la sua condizione a determinare la sua coscienza”. Menitas-Emilia era un feroce boss non perché lo “disegnassero così”, come disse Jessica Rabbit, ma semplicemente perché un boss deve agire da boss. L’anima femminile di Menitas, prigioniera di un corpo che non le apparteneva, si libera insieme alla trasformazione fisica del corpo . Dopo essere scomparso ed essersi finto morto e dopo il lungo soggiorno in Svizzera della moglie e dei suoi giovani figli, Menitas-Emilia torna in Messico e decide, insieme all’inseparabile avvocato Rita, di allestire un centro per il ritrovamento delle persone scomparse a Città del Messico, probabilmente vittime dei cartelli malavitosi. Intanto Emilia si riappropria della sua famiglia, vestendo i panni della zia Emilia pronta ad accogliere vedova e nipoti. Ma naturalmente le cose si complicano quando la giovane vedova confessa alla donna di aver avuto una relazione con un altro malavitoso, con il quale tenterà poi una fuga d’amore, e da qui tutto finirà in tragedia con la morte dei due amanti e di Emilia. Insomma un dramma. Anzi un dramma e un thriller o, per meglio dire, un dramma introspettivo, un thriller e un film d’azione. Detto ciò sembra proprio che ad Audiard non basti tale commistione di generi, poiché in realtà il film è sostanzialmente un musical. Sì avete letto bene, tutto il plot narrativo si sviluppa in moltissimi dialoghi cantati. A questo punto il rischio di trasformare il film in una porcheria immonda era altissimo, ma questo non solo non avviene, ma la vera forza del film sta proprio nella grande capacità di Jacques Audiard, che ricordiamolo è preminentemente uno sceneggiatore e non un regista, di essere riuscito a trattare una tematica a dir poco fuori contesto, con una profondità psicologica notevolissima e averlo saputo fare in un film dal ritmo serrato e utilizzando in più un genere che mal si presta all’introspezione psicologica. Riprese sporche e apparentemente poco raffinate rendono perfettamente gli ambienti, un montaggio magistrale, un ritmo narrativo molto serrato, testi e musica di assoluta originalità, fanno di questo film un’opera geniale. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha anche ottenuto 7 candidature e vinto 3 Golden Globes, poi 10 candidature a BAFTA, quindi 4 candidature agli European Film Awards, 9 candidature a Critics Choice Awards, 3 candidature a SAG Awards, 1 candidatura a Directors Guild e 1 candidatura a CDG Awards e una a AFI Awards.
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a-nameless-writer · 7 months ago
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it's now time for...
music recs from beyond the grave!
a series in which i yap about my latest discoveries
Lunatic Soul
Solo studio music project of Mariusz Duda, lead singer of the Polish progressive rock band Riverside, Lunatic Soul's dark musical atmosphere evokes this intense feeling one can experience at twilight. There's something quite mystical about it, as if the winds and the mountains were whispering in your ear.
From the album Walking on a Flashlight Beam (2014):
Eastern High
This Swedish metal band's progressive approach can sometimes be reminiscent of Aether Realm's sound, although I feel it has a more mystique spirit — if that's even possible. Let's just say, as a Ghost fan: there's something in Swedish music that makes it impossible for them to make anything but bangers (I don't think this can be proven wrong).
Today's recs are from their first album, Garden of Heathens (2017). The first one, Afterglow, is the last song in the album (yeah, I like doing things the wrong way round). It is quite atmospheric, with almost ethereal vocals and clear acoustic guitar sounds.
The next one, Bottled Insanity (the first in the album, ha!), goes harder: with heavy guitar riffs and deep growls in the middle, it is quite reminiscent of melodic death metal. There is a notable contrast between soft and heavy passages, which I appreciate a lot. I find that the guitar solo is bleeding through very nicely. Side note: the chorus feels very solemn — which is a plus in my book, considering the vibe of this song.
Cellar Darling
A Swiss heavy progressive folk rock band! This trio was previously part of Swiss folk metal band Eluveite, and decided to embark on a different path — one free of any creative limits.
In their first studio album This Is the Sound (2017), vocalist Anna Murphy's powerful voice, combined with the rich sound of her hurdy-gurdy and heavy riffs, manages to throw you into a mystical experience. You'd almost expect Morgan le Fay to come out of the nearest bush, belting this song.
They also covered Queen's The Prophet Song (in 2018). Here, again, Anna Murphy's vocals are pure delight to the ears.
Zaho de Sagazan
This French singer-songwriter made a splash by covering Bowie's Modern Love for the opening of the Cannes Film Festival 2024, as a nod to Greta Gerwig's nomination as the jury's president. During this performance, she threw herself into the music — as she always does on stage — and invited us all into her world of electronic music.
She declared falling in love with the German language later, although she did study it in high school. From this, she decided to cover the famous song 99 Luftballons, by West German band Nena.
Zaho de Sagazan is hypersensitive, something that brought her a lot of trouble as a kid. But, “One day [she] discovered music, and [she] realized that by crying over [her] piano did [her] a lot of good, it didn't hurt anyone and above all it gave pretty songs. [She] realized that what [she] thought was [her] greatest flaw in life was ultimately [her] greatest quality”. From this discovery, the song La symphonie des éclairs (literally “The symphony of lightning”) was born.
Aaaand I've hit the hellsite's limit for Spotify integrations... Which means, without any surprise, that I'll continue these recommendations in another post (depending on this one's reception). I hope you enjoyed listening to all of these, as much as I've enjoyed writing about them!
Have a nice day, and don't forget to feel the music!
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andreapasson · 4 months ago
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Blow-Up è un film del 1966 diretto da Michelangelo Antonioni, ispirato al racconto Le bave del diavolo dell'argentino Julio Cortázar[2].
Il film, insieme a La notte, è il più premiato di Antonioni e ha vinto la Palma d'Oro al Festival di Cannes nel 1967. Nel cast si trovano attori già famosi, come David Hemmings, o in seguito divenuti tali, come Vanessa Redgrave e Jane Birkin.
Thomas, uno scontroso fotografo londinese di moda, sta realizzando un libro fotografico avente come soggetti persone disagiate dei quartieri londinesi, giovani hippy o clochard che dormono in ospizio. Arriva persino a passare una notte in dormitorio, pur di avere immagini crude e drammatiche, e la mattina successiva sostiene un impegno fotografico in studio con una modella. Nonostante abbia un buon lavoro, molto tempo libero che impiega a girare per Londra con una Rolls-Royce decappottabile, e donne con facilità, Thomas è insoddisfatto.
La prova si ha quando è a pranzo con l'amico Ron nel ristorante El Blason di Chelsea. All'improvviso Thomas esclama: "Non ne posso più di Londra questa settimana!". Alla richiesta di chiarimenti da parte di Ron, Thomas replica: "Perché non fa niente per me...". È proprio cercando l'ispirazione per gli ultimi scatti da inserire nel libro che, dopo aver visitato un piccolo negozio di antiquariato che vorrebbe acquistare con il socio Peter, in un parco periferico si imbatte in due amanti e scatta loro delle foto, nascondendosi dietro agli alberi e ai cespugli. Ma Jane, la donna della coppia, si accorge di quanto sta accadendo e, una volta raggiunto Thomas, gli chiede insistentemente il rullino.
Al suo diniego, lei fugge ma, nel corso della stessa giornata, si presenta allo studio fotografico del meravigliato Thomas, e cerca insistentemente di farsi consegnare la pellicola. Incuriosito, Thomas le consegna un rullino diverso da quello usato nel parco. Sviluppa e ingrandisce (il cosiddetto Blow-Up) le fotografie. Esaminandole, Thomas si convince che le immagini rivelino un assassinio, benché non siano del tutto chiare. Torna al parco dove ha scattato le foto e trova il cadavere dell'amante della donna.
Quando rientra allo studio fotografico, non trova più il negativo né le stampe ingrandite; il materiale è stato presumibilmente rubato. In strada, mentre è alla ricerca di Ron, Thomas intravede per un breve momento Jane poi, inseguendola, finisce all'interno di un club dove si esibiscono gli Yardbirds, ma Jane è scomparsa. Thomas si reca infine da Ron, al quale chiede di andare con lui al parco, ma l'amico non è più in grado di ragionare, sotto gli effetti della marijuana che viene fumata dai partecipanti a una festa privata. Qui incontra Veruschka, la modella protagonista degli scatti fatti in studio al mattino.
Lo stesso Thomas poi si unisce al festino, risvegliandosi stordito la mattina dopo. Torna al parco, questa volta con la macchina fotografica per documentare quanto ha visto la notte precedente, ma il cadavere è sparito. Nell'epilogo si vede una partita di tennis giocata da una compagnia di mimi senza palle né racchette, e un Thomas ormai persuaso di aver immaginato tutto: segue con gli occhi la traiettoria dell'invisibile pallina mentre si sente il tipico rumore della palla percossa dalle inesistenti racchette.
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jazzluca · 5 months ago
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OPTIMUS PRIME ( Deluxe ) Movie Studio Series 112
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Ed il primo modellino degli Studio Series dedicato al film di Transformers One, uscito in concomitanza proprio col lungometraggio, non poteva che essere quello di OPTIMUS PRIME! … anche se un po' fa strano, dato che al cinema il personaggio è perlopiù del tempo nelle fattezze di Orion Pax MA il giocattolo in questione è solo un classe Deluxe! :O
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Infatti già fa strano questa declassazione di Optimus negli SS, dal consueto Voyager ad un Deluxe, quasi a ricreare una nuova scala per questo film rispetto agli omonimi di altri lungometraggi e serie, ma appunto avrebbe avuto più senso fare un Orion Pax Deluxe il quale poi si sarebbe tramutato in un Optimus Voyager, un po' come si vede appunto al cinema!
Oppure, a questo punto, ci si può aspettare MAGARI un'uscita futura di un Deluxe 2 pack con un Orion trasformabile ed un altro no senza il T-Cog, proprio per ricercare la fedeltà cinematografica! :D …No, eh? ^^'
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Vabbè, elucubrazioni di ipotetiche uscite a parte, il ROBOT perlomeno è un Deluxe altino: non dico che raggiunga l'Op Earthrise, ma almeno rivaleggiucchia un po' con quello WfC Gamer Edition, suo collega poi in quanto a tematica d'aspetto. Infatti questa ennesima versione pre terrestre di Commander aggiungerebbe poco a quanto già visto negli anni passati: diciamo che non è barocco come i vari WfC dei videogiochi, ma più asciutto e con i soliti particolari classici, con gli avambracci però ora grigi e un'unico finestrone sul petto, questo fatto apposta in modo da far intravedere la Matrice al suo interno.
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A proposito di accessori staccabili, sulla schiena il nostro si trova una sorta di zainata / coperchio un po' come quella dell'Optimus Siege, cui va messo a riposo l'accessorio con le bocche di fuoco frontali del veicolo cui si trasforma ( che però è un po' attaccato con lo sputo, diciamo ), così come le iconiche canne fumarie sulle spalle sono staccabili ed impugnabili, mentre come arma Optimus One ha solo l'ascia d'Energon in plastica azzurra trasparente.
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Tornando all'aspetto del robot, a voler spaccare il capello in quattro, nonostante si presenti bene e ben dipinto con un rosso e blu scuretti ma brillanti, ci sarebbe il grigio che è sì metallico ma un po' troppo opaco, mentre il petto sovrasta parecchio l'addome che a sua volta soffocato dalle spallone, mentre la testa pare quasi annaspare in mezzo fra queste. Ma niente per cui strapparsi i capelli, per carità, ma magari in un Voyager queste inezie si potevano limare meglio… ;3
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Anzi, ok, petto e spallone sono parte del design originale, quindi l'"inestetismo" è a monte e amen, teniamocelo nei modellini fedeli, vabbè.
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A proposito poi di fedeltà al media, mi fa specie che abbia la faccia con la mascherina sulla bocca, che ci sarebbe stata bene una gimmick con una doppia testa o che con l'altra senza mascherina, ma ehi, è pur sempre solo un Deluxe! ^^'
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D'altro canto, ripeto, è perlomeno altino come Dlx e stra -posabile, con tutto quello che si può volere nel pacchetto della posabilità medio alta, pure la testa che si alza notevolmente, pugni che ruotano, etc. Ah, quasi dimenticavo: ovviamente non ha le mani che si aprono, visto che E' SOLO UN DELUXE, ma può comunque "impugnare" la Matrice tramite dei perni su questa e delle fessurine sui pugni, ok.
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Questo modello poi esce in contemporanea con la wave 1 dei Prime Changers, i Deluxe della linea principale del film, dove è presente anche lì un Orion Pax con però mascherina, ascia e canne fumarie di Optimus One, QUINDI a seconda dei punti di vista l'uno potrebbe essere ridondante verso l'altro e viceversa, laddove invece potevano essere complentari se il Prime Changer lo lasciavano con l'aspetto di Pax piuttosto che non pimparlo con quello di Prime, mah!
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La TRASFORMAZIONE è grossomodo quella classica, riprendendo elementi dal succitato Siege, con il coperchio / tettuccio e le ruote scolpite che dall'interno delle gambe slittano all'esterno, e con il solito bacino che ruota ed i piedi che si drizzano; almeno nella parte anteriore c'è qualche novità, con il pannello frontale con la griglia che è ripiegato subito sotto il petto, mentre le spalle si abbassano a diventare dei moduli laterali anteriori, ANCHE SE poi le braccia restano in vista con i pugni che letteralmente agguanto dei perni sulle gambe per tenere unito il veicolo! ^^'
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Ma è pur sempre una sorta di CAMION CYBERTRONIANO, che cerca di ricordare l'iconico Frightliner terrestre, anche se non so quanto senso abbia rappresentare Optimus così anche su Cybertron se non si porta appresso un rimorchio, ok, però diciamo che la novità delle parti laterali anteriori non è male, così come ora le canne fumarie usate come armi o razzi di spinta, a seconda della direzione.
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Ad aggiungere potenza di fuoco ci pensa il summenzionato modulino da sistemare frontalmente con i due laser in più, solo che non c'è poi posto dove poterlo nascondere, nel camion, anche se ci sarebbe volendo proprio dietro il pannello cui lo si aggancia. L'ascia d'Energon invece trova spazio comodamente in mezzo alle gambe nella parte posteriore del mezzo.
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Il fatto delle braccia in vista alla fine non da così fastidio, a dire il vero, dato che si mimetizzano bene ai lati del veicolo, mentre è davvero una furbata l'assenza di ruote effettive, sostituite da 4 ruotine essenziali, di cui quelle anteriori sono rosse e si confono tranquillamente nella parte frontale delle spalle.
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Insomma, alla fine non è affatto un brutto modellino, con aspetto fedele in entrambe le modalità e trasformazione ben realizzata e non troppo complicata, ma che però non esprime le potenzialità del personaggio poichè "degradato" alla classe Deluxe, laddove le varie gimmick che già questo SS doveva avere ( faccia con o senza mascherina, laser frontali a scomparsa ) sono invece finite nella versione estemporanea ed esclusiva giapponese di classe quasi Leader, il Brave Commander.
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Magari riducendolo di classe hanno voluto renderlo più conveniente anche a chi non colleziona per forza gli SS, e di conseguenza così tutti i successivi One Studio Series, ma speriamo, come dicevo sopra, che in qualche maniera recuperino prima o poi anche la versione di Orion Pax e senza T-Cog, giusto per completezza. :)
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jeux-raconte · 1 year ago
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Festival Internationnal des Jeux de Cannes, 2024 : premiers avis
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Fin Février, c'est la tradition : c'est le FIJ ! L'occasion pour moi de tester un sacré paquet de jeux sur quelques jours (et de faire quelques emplettes). Voici un petit résumé de ceux qui m'ont marqué, en plusieurs fois pour éviter les posts à rallonge, et par ordre chronologique du week-end !
Altered, de Régis Bonnessée
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Pas vraiment de prise de risques sur cette première partie de jeux, puisque je suis le projet depuis longtemps, j'ai imprimé des decks en PnP et j'y joue de temps en temps ! Mais surtout l'occasion de rencontrer l'équipe, de profiter du beau stand, et de récupérer des cartes promotionnelles ! Le jeu est incroyable, mais il mérite un article à lui tout seul, et ça viendra...
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Punaise la DA du jeu !
Spark Riders 3000, Arkada Studio
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Premier vrai test du week-end donc. Spark Riders est un jeu coopératif dans l'espace. On y joue l'équipage d'un vaisseau, qui doit livrer des cargaisons ou des personnages d'un point A à un point B. On se déplace dans le vaisseau, on répare les réacteurs, les canons, on construit des améliorations, et on pose des boucliers pour éviter les dégâts (on répare ceux qu'on a pas pu éviter). Jusque là, j'étais assez sceptique, parce que j'avais l'impression de jouer à une version alourdie de Space Alert, que je porte haut dans mon estime.
Mais ce qui est mis en avant lors des démonstrations, c'est l'application avec laquelle le jeu est livré. Elle donne l'installation du plateau, l'apparition des ennemis, leurs actions... Une "companion app" comme il y en a tant parmi les jeux à la Demeure de l'Epouvante donc. Ce qui est sensé faire la différence, c'est l'intrusivité de l'app. Selon les animateurs, celle-ci est beaucoup plus discrète et on passe plus de temps à s'occuper du plateau que du téléphone. Mais malheureusement, ça ne s'est pas beaucoup vérifié, surtout qu'on peut intéragir avec l'app vocalement, en appuyant sur un bouton pour dire "Vaisseau rouge neutralisé, terminé". Rigolo au début, vite répétitif... On peut aussi faire les actions via des menus, mais l'interface semble peu pratique, et exit le fait de ne pas passer trop de temps sur l'écran.
Même si le jeu tourne bien, est agréable et les figurines de l'édition deluxe claquent, au final j'ai trouvé que le jeu n'apportait rien de nouveau au genre, à part des vidéos entrecoupant les tours pour que les personnages de l'univers nous hurlent des lignes de dialogue mal jouées au visage... Bonne expérience, mais vraiment pas fan de l'app.
Café Del Gatto, Lena Burkhardt & Julia Wagner
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Changement d'univers, de style et de durée de jeu ! Ici, on incarne un chat barrista. Le but ? Marquer le plus de points de victoire en préparant des boissons chaudes. Pour cela, à chaque tour, on va récupérer une tuile soit café, soit lait, sur un petit présentoir. Les tuiles vont dans les tasses, de bas en haut comme on rempli une boisson, et en respectant la couleur de la case, café ou lait donc. Mais il faut payer la tuile, et son prix est la valeur de l'autre tuile sur la même ligne !
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Ici, pour acheter l'avant-dernière tuile café en partant du bas, cela coûte donc 1 pièce, ce qui est un très bon deal puisqu'une tuile café 3 rapportera donc 3 points de victoire ! Cette mécanique de prise de tuile fait tout le sel (pas terrible dans un café) du jeu. Ajoutez à cela un petit effet course sur le scoring des points, puisque pour scorer une boisson, il faut que la tuile correspondant à la somme de ses ingrédients soit encore disponible au milieu, ce qui veut dire que personne ne l'a prise avant ! Et sinon, on prend une tuile inférieure, et on compense avec des pièces... C'est rapide, malin, on se prend au jeu, et j'ai trouvé la mécanique très sympa ! Seul bémol pour moi : l'illustration de la boîte me rebute. Mais je pense que c'est une spécialité chez l'éditeur, et pourtant, on a aimé tous les jeux qu'on a testé chez eux...
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Cette boîte est terrifiante...
Bon on a fait une 2e partie d'Altered au chaud le soir, et on s'est couchés tôt pour attaquer une grosse journée le lendemain. Et je vais faire pareil, parce qu'il faut bien récupérer après ce week-end de folie. La suite au prochain épisode !
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maxindane · 1 year ago
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Photographie Séries:
SAM. HUG. 2019 CANNES 2020 #PEOPLEWEARINGMYSUNGLASSES
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LOVE IS LOVE
... Photographe hors cadre, je pratique activement le portrait et la photo de rue depuis une dizaines d'années déjà. Ma photographie s'inscrit dans une démarche brute et spontanée. Ainsi , les images prises sur le vif , affichant une mise en scène dépouillée, se démarquent par leur relief insolite et saturé de contraste. Le sujet humain, tantôt mes camarades de jeunesse, tantôt des silhouettes inconnues , les instants poétiques urbains ou intimistes forment l'objet de mes principales études. Je travaille avec des outils conformes à la sobriété de ces images: d'abord avec des jetables lors de mon adolescence, puis un argentique automatique chiné qui me trouva par trois fois, un appareil numérique hybride usé, fidèle outil de mon rallye cycliste et pédestre dans les rues de Paris et de sa banlieue. Lors de mon parcours, diverses performances de danse ou d'art contemporain ont touché mon objectif et j'ai pu être sollicitée notamment par des compagnies de théâtre et des groupes de musique pour les photographier sur scène et en coulisses. L'une de mes photos de théâtre masqué est parue en 2021 dans une revue. Cette même année, j'ai participé à la remise en état de l'atelier du Studio Boissière à Montreuil, tenu par la famille de photographes emblématique et historique du quartier, les Kasparian. Je passe aussi régulièrement devant l'objectif en tant que modèle pour parfaire mon art. Dans l'ensemble, il s'agit d'un journal photographique, fidèle à l'authenticité de mon regard érigeant en muses les âmes lumineuses. Crédits : Cécile Desailly
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etiennedaho · 2 years ago
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LES INROCKUPTIBLES
Etienne fait la couverture du numéro de mai Spécial Cannes.
Il est interviewé par: Françoise Hardy, Lola Lafon, Xavier Veilhan, Jean-Louis Brossard, Jehnny Beth, Miossec, La Femme, Tristan Garcia, Malik Djoudi, Elli Medeiros, Sandrine Kiberlain, Christophe Honoré, Lionel Liminana, Juliette Armanet, Alex Kapranos (Franz Ferdinand), Olivier Assayas, Vanessa Seward, Flavien Berger, Benjamin Biolay, Isabelle Adjani, Dominique Gonzalez-Foerster, Vincent Lacoste.
+ les films de sa vie.
Par Franck Vergeade
Photo: L’Etiquette
Les Inrockuptibles Studio L'Étiquette #franckvergeade #francoisehardy #lolalafon #xavierveilhan #jeanlouisbrossard #jehnnybeth #Miossec #lafemme #tristangarcia #malikdjoudi ELLI MEDEIROS #sandrinekimberlain #christophehonore #lionelliminana #juliettearmanet #alexkrapanos #franzferdinand #OlivierAssayas #vanessaseward #flavierberger #benjaminbiolay #isabelleadjani #DominiqueGonzalezFoerster #VincentLacoste
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carolinelamming · 3 days ago
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Une montée vers l’évasion
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Pour la 75e édition du festival de Cannes, c’est le studio de design graphique Hartland Villa qui a réalisé l’affiche de cette édition. Celle-ci reprend une séquence importante du film The Trumans Show du réalisateur Britannique Peter Weir, dont l’histoire est celle d’un homme qui ignore qu'il vit toute sa vie sur un plateau de tournage, et qu'il est filmé et diffusé à son issue dans une émission de télé-réalité qui a un énorme public international. Cette prise de vue cinématographique choisie par le studio est un miroir, sur différents plans, de ce festival. Ainsi, en quoi cette affiche, qui reprend une image du film The Trumans Show, est-elle le reflet du festival de Cannes et de ses intentions ?
Cette affiche nous présente dans un premier temps un rapport visuel très forte entre cette référence cinématographique et le festival. Le chiffre de l’édition 75 surplombe le personnage de Truman, à l’image de l’ampleur que représente cet événement influant du Festival de Cannes. Dans cette posture, Truman se place comme un individu commun qui s’approche et sacralise ce festival. Marche après marche, il accède au prestige de cet évènement, et se rapproche des nuages idylliques qui symbolise l’imaginaire et la créativité présentée par les films d’auteurs. Qu’il s’agisse des marches du festival de Cannes ou les marches que Trumans gravie à la fin du film, dans les deux cas, on parle d’évasion. Ces marches sont aussi une forme d’élévations, à Cannes, elles sont le symbole de la réussite et d’une ascension sociale. Pour Trumans, il s’agit du même procédé ; en montant les marches de son univers, il se dirige vers la sortie d’une vie de captivité pour accéder à la liberté.
Ce qui est intéressant dans cette affiche, c’est qu’elle se trouve au parfait milieu entre la référence au festival de Cannes et à la référence du film The Trumans Show. Cet ingénieux mélange entre deux univers s’explique de différentes raisons ; il y a dans un premier temps que l’action du graphiste est presque imperceptible au premier abord. C’est-à-dire que les actions effectuer par celui-ci sont tellement en cohérence avec l’iconographie original, que l’affiche dans son entièreté (iconographie plus éléments textuels.) semble avoir été. Au-delà des compétences de retouche de photographie du studio Hartland Villa, la réutilisation de certains éléments de l’image originale extraite du film (Trumans, l’ombre de Trumans, et l’ombre des marches) sont subtilement intégrée à un ciel nuageux différent de l’original. Le chiffre « 75 » est discrètement ajouté à ce fond que Trumans semble effleurer.
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            Pour les éditions suivantes du festival de Cannes, les graphistes Lionel Avignon et Stefan de Vivies du studio Hartland Villa ont opté pour ce même processus graphique de récupération d’une référence cinématographique, dans l’optique de la mettre en parallèle avec l’événement du festival de Cannes. Ainsi, ils ont une nouvelle fois réussi à mettre en avant l’aspect poétique et plus confidentiel de ce festival international à travers une prise de vue iconique du film Rhapsodie en août du réalisateur Akira Kurosawa en 1991. Tout en faisant un parallèle visuel fort (les spectateurs assis) entre cette scène et le festival. On attend ainsi avec impatience, les prochains rapprochements visuels que nous proposera Hartland Villa pour les saisons à venir !
Nombre de caractère : 2869
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Affiche du Festival de Cannes 77è éditions, 2024, Hartland Villa
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ncisfranchise-source · 4 months ago
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A spate of deals out of MIPCOM Cannes this week indicates there is still life in the global TV market.
Paramount Global Content Distribution inked a multi-year volume deal with beIN Media Group, giving the Qatari-owned group exclusive rights to Paramount’s content library, including acclaimed series like Yellowstone, Billions, new offerings such as NCIS: Tony & Ziva and feature films including Bob Marley: One Love and the Transformers and Mission: Impossible franchises, across the Middle East and North Africa for beIN’s premium Pay TV channels and TOD streaming platform. The deal will see the shows carried in English subtitled in Arabic. Paramount has similar agreements in place with the likes of Streamz in Belgium, MultiChoice in Africa, and JioCinema in India.
Disney-owned Hulu, which on Monday announced its acquisition of StudioCanal’s action series Paris Has Fallen, has also snapped up U.S. streaming rights to Critical Incident, an Australian psychological crime thriller from All3Media International. The series, inspired by creator Sarah Bassiuoni’s experiences as a lawyer in Western Sydney’s juvenile justice system, follows a police officer, played by Akshay Khanna, whose routine patrol takes a tragic turn. Zoë Boe and Hunter Page-Lochard co-star. Critical Incident premiered in August in Australia on Stan. Hulu will launch the series later this year as part of its global rollout.
Over in the U.K., the BBC has acquired The One That Got Away, a six-part crime drama set in Wales, for BBC Wales, BBC Four, and BBC iPlayer. Produced by BlackLight TV, a Banijay UK company, the series was written by Catherine Tregenna (Law & Order UK) and stars Elen Rhys, Richard Harrington, and Rhian Blythe. The psychological thriller follows DI Ffion Lloyd (Rhys) and her ex-lover, DS Rick Walters (Harrington), as they investigate the murder of a nurse in a coastal Welsh town. The case reopens old wounds while raising fears of a copycat killer. The series is an English-language version of Cleddau, an original Welsh-language series for S4C.
Following its successful UK premiere on BBC One, Fremantle has secured global distribution for Nightsleeper, a high-octane drama now set to launch in 147 territories. Key deals include broadcasters like TF1 (France), M-Net (Africa), and Stan (Australia). The series, which has captivated audiences with its real-time thriller format about a sleeper train hijacking, garnered 8.5 million viewers in the UK and strong ratings in France, with episode one capturing a 17.4 percent market share. Created by Nick Leather, the 6-episode series stars Joe Cole and Alexandra Roach.
On the sales end, BBC Studios has announced major deals across Europe and Sub-Saharan Africa for back catalog content, with French/German group Arte.TV acquiring free video on demand rights to period dramas like War & Peace and Les Misérables, and series including Jane Campion’s Top of the Lake. Warner Bros. Discovery’s Max platform added popular titles including Sherlock, Luther, and Misfits, while France’s M6+ took Pride and Prejudice and Sense and Sensibility and Sky Italia added crime series like Luther and Death in Paradise. In Sub-Saharan Africa, SABC secured BBC natural history series including Serengeti II and Frozen Planet II.
The Couple Next Door, a hit Channel 4/Starz series, has racked up global sales for Beta Film, with deals announced in more than 55 territories. Highlights include agreements with RTL Germany, RAI Italy, and Amazon Netherlands, with NBC Universal picking the show up for Brazil/Latin America.
The six-hour drama, starring Sam Heughan, Eleanor Tomlinson, Jessica De Gouw, and Alfred Enoch, was Channel 4’s biggest drama streaming launch. Loosely adapted from the Dutch series The Neighbors, it explores suburban claustrophobia and the consequences of pursuing dark desires.
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latribune · 5 months ago
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lecodellariviera · 7 months ago
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Picasso a Sanremo: Ceramiche Solari e Mediterranee alla Galleria Palla Blu
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Dal 14 luglio al 15 settembre, la Galleria Palla Blu di Sanremo è lieta di presentare la mostra "Picasso: La Gioia della Ceramica", che lega l'artista alle sue radici mediterranee. Questa selezione di ceramiche colorate e solari sarà completata da opere di Yves Klein (1928-1962), l'iconico artista francese nato a Nizza, e dalle opere d'inchiostro di T'ang Haywen (1927-1991).
La Galleria Palla Blu di Sanremo apre le sue porte a un'estate ricca di arte e colore con la mostra "Picasso: La Gioia della Ceramica", in programma dal 14 luglio al 15 settembre 2024. Un'occasione unica per immergersi nel genio creativo di Pablo Picasso e ammirare la sua prolifica produzione di ceramiche, espressione di una profonda connessione con le sue radici mediterranee.
Accanto alle opere di Picasso, la mostra espone anche lavori di Yves Klein (1928-1962), l'iconico artista francese nato a Nizza, conosciuto per il suo blu oltremare e la sua ricerca sull'immateriale. Completano la rassegna le opere d'inchiostro di T'ang Haywen (1927-1991), artista cinese che ha rivoluzionato la calligrafia tradizionale.
La mostra è realizzata in collaborazione con la Galerie Jean-François Cazeau di Parigi, specializzata in maestri impressionisti e moderni.
Picasso
Il Mediterraneo di Picasso è molteplice, sia vissuto che sognato, dal paesaggio dei suoi porti spagnoli nativi agli studi degli ultimi anni della sua vita, passando per le località della Costa Azzurra e culminando nel Midi di Antibes, Vallauris e Cannes. Nonostante viaggiasse poco, Picasso si spostava sulla costa settentrionale del bacino del Mediterraneo potendo scoprire le culture di questa regione. Fu anche attraverso libri e musei, come il Prado o il Louvre, e grazie alle numerose cartoline e riproduzioni ricevute, che si nutrì della cultura mediterranea. Fin dagli esordi, queste molteplici fonti alimentarono il suo lavoro.
L'opera di Picasso è radicata in una ricca cultura ispanica, che spazia dall'antica arte iberica - come testimoniato dalla serie di piccoli bronzi antichi collezionati dall'artista - ai grandi maestri della pittura spagnola scoperti al Prado, fino al folklore dei costumi tradizionali, del flamenco e della corrida. In questo periodo particolarmente fecondo per Picasso, la ceramica svolge un ruolo fondamentale. Attraverso questa tecnica, l'artista riscopre anche la gioia fanciullesca della creazione stessa. Egli sposa forma e funzione con infinita inventiva.
Nel 1948 Picasso si trasferisce a Vallauris, un villaggio di ceramisti. Aveva già conosciuto Suzanne e Georges Ramié, proprietari dello studio Madoura, nel 1946. Fino alla sua morte, lavorerà solo con loro, creando sia pezzi unici che edizioni originali. Questo segna l'inizio di un intenso periodo creativo, incentrato sulla produzione di ceramiche. Picasso modella e disegna nell'argilla fauni e ninfe, pesci e tori, capre e gufi, utilizzando i supporti più inaspettati - frammenti di pignatte, gazette di fornace usate per cuocere i pezzi d'argilla o mattoni rotti. In particolare, i gufi compaiono frequentemente nelle sue opere, e rimangono uno dei soggetti più ricercati del suo lavoro.
Yves Klein
A completare questa selezione, sarà presentata una scultura di Yves Klein, "L'Esclave mourant d'après Michel-Ange", un'interpretazione post-moderna del soggetto rinascimentale nel suo emblematico blu Klein. Proprio come Picasso, Yves Klein amava giocare con i codici della storia dell'arte e sovvertirli. Le sue opere, che fanno parte del gruppo del Nouveau Réalisme, rappresentano una risposta europea al movimento americano della Pop Art.
T'ang Haywen
Saranno inoltre esposte opere d'inchiostro di T'ang Haywen, artista cinese della scuola post-bellica di Parigi che ha appena avuto una mostra retrospettiva al Musée National des Arts Asiatiques - Guimet. L'artista, della stessa generazione di Zao Wou-Ki e Chu Teh-Chun, ha dedicato la sua pratica alla pittura a inchiostro, nella grande tradizione cinese, rinnovandola con i precetti dell'astrazione occidentale.
Forte di un vero e proprio riconoscimento istituzionale, T'ang Haywen ha avuto diverse retrospettive in musei internazionali, a Monaco, Taipei, Parigi e Budapest. Le sue opere sono oggi conservate nelle collezioni del Museo Guimet, dell'Art Institute of Chicago, dell'M+ Museum di Hong Kong e della Menil Collection di Huston.
Un dialogo affascinante tra tre grandi maestri che, attraverso tecniche e linguaggi espressivi diversi, esplorano temi universali come la natura, la spiritualità e la condizione umana. Un'occasione imperdibile per gli amanti dell'arte e per tutti coloro che desiderano scoprire nuove sfaccettature del genio creativo di Picasso e dei suoi contemporanei.
Un'occasione imperdibile per ammirare capolavori di maestri moderni e contemporanei e per celebrare l'arte mediterranea in tutte le sue sfumature.
Informazioni sulla mostra:
Galleria Palla Blu
Indirizzo: Via Matteotti, 11, 18037 Sanremo IM, Italia
Date: 14 luglio - 15 settembre 2024
Sito web: https://www.galleriapallablu.com/
Contatto:  +39 389 990 65 87
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La Galleria Palla Blu di Sanremo apre le sue porte a un'estate ricca di arte e colore con la mostra "Picasso: La Gioia della Ceramica", in programma dal 14 luglio al 15 settembre 2024. Accanto alle opere di Picasso, la mostra espone anche lavori di Yves Klein (1928-1962) e le opere d'inchiostro di T'ang Haywen (1927-1991).
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antigonegone · 9 months ago
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Le ciné c’est ma 2ème maison depuis longtemps. Dans mon village, un bureau de tabac vendait des friandises et des magazines, et je devais avoir 16 ans, quand je me suis achetée mon 1er “Première”, un mensuel sur le cinéma. Avec mon ami d’enfance, nous avions organisé une usine à reproduire les VHS en reliant nos lecteurs et le sien était équipé d’un graveur. Nous étions frénétiques, nos parents nous laissaient faire, ils en profitaient aussi. Nous organisions des séances cinéma dans nos 2 maisons. C’était une forme de paradis, l’été, pendant les grande vacances en particulier. Nous avions une passion pour les films d’aventure, les Indiana Jones, la Forêt d’Émeraude de John Boorman mais aussi pour les films intello underground Alain Resnais, l’Amour A Mort, Mélo…Je complétais mon apprentissage par le cinéma de minuit le dimanche soir, sur FR3, passionnée par les récits de Patrick Brion avec sa voix si caractéristique. Quelle joie que de découvrir  le Port de l’Angoisse (to have or to have not) d’Howard Hawks, le 1er film qui réunissait sur les écrans Lauren Bacall et Humphrey Bogart. Je repense souvent à cette réplique légendaire “If you need anything just whistle…” Cannes me rendait hystérique, j’achetais aussi Studio, Positif et les Cahiers du Cinéma. Depuis, je regarde et je lis avec plus de distance. Pourtant cette année, j’ai l’impression de revivre cette époque. Dans mon cinéma de quartier, ils proposent 18 avant-premières en une semaine et c’est jouissif. Dans les salles, je n’ai pas vu un siège de libre, les spectateurs sont majoritairement très jeunes, de l’âge de Netflix, certains viennent avec un casque sur la tête quand des couples âgés, fébriles, avancent dans la file d’attente. J’ai vu deux merveilles et ce n’est pas fini. Cela me renforce dans l’idée que le cinéma n’est pas mort loin de là ! J’ai vu “Caught by the Tides” de Jia Zhangke qui a réalisé les Éternels, autre chef d’œuvre. Ses films parlent de la Chine en mutation, pas de celle qui s’éveille d’Alain Peyrefitte, non, celle de destins broyés par un système pseudo communiste, qui rase les villes, construit des enclaves en béton, et utilise les bipèdes comme de la chair à canon dans ses usines. La solitude y est magnifiquement filmée sur des airs populaires. Là-bas, les bals populaires ont résisté au temps, certains danses à deux, d’autres seuls ou pas. La photo est magnifique. Ce film est un mixte entre un documentaire et une fiction qui s’étale sur 25 ans. Beaucoup de Chinois dans la salle, et à la fin du film, le silence prenait le relais de cet immense film. De même “Bird” de l’Anglais Andrea Arnold fut un très beau moment. Il filme la banlieue anglaise, les jeunes parents de 14 ans, la violence, l’impossible amour, l’espoir l’envie la jeunesse la fougue. Les acteurs sont fabuleux, la caméra à l’épaule remue pas mal comme le film. J’adore le cinéma anglais indépendant. Au-delà de la bande son énorme, les Anglais savent parler avec légèreté de l’essentiel sans plomber l’atmosphère. Courez au cinéma, le temps s’y prête !
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cffabioblog · 9 months ago
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Escenas Teleserie "El Reloj"
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2.-
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One of the scennes of the firsths Animated Seller for Television, Whit scripts to charge of the composser and author of the Theme song, "El Reloj", Mr. Roberto Cantoral and directed by Ivan Panced. With Maria Trasero Rojo was a the protagonisth with the lengendary film, teather and radio actress, Mrs. Casero Olgado, how a Sandra, the BFF.
In this scenne, in a restaurant, Arbluckle has a fell of wine to the getleman (Mushu), while TraseroRojo and Olgado holpe.
Recorded at the Studio D, from the old Animated TV Studios of Lira's Street 46. The TV Cameras are RCA TK11 Model.
The Song: (Song and lyric in spanish, recomendate a good traslator)
- https://www.youtube.com/watch?v=yWnQIRk9SQg
Version Performed by the Chilean Singer Lucho Gatica.
(© Cantoral / Universal Digital Enterprises / EMI Odeón Chilena S.A. 1957)
Spanish - Español
Una de las pocas escenas tomadas como si fueran foto, pertenecientes a las grabaciones de la novela o teleserie "El Reloj", cuyo guion estuvo a cargo del autor y compositor del tema central, don Roberto Cantoral. El, junto con Ivan Panced dirigen esta producción, al mismo tiempo, transmitido para la radio. Aquí, nuestra protagonistas, interpretada, por la gran ganadora de varios Leones del Festival De Cannes, unos Gramy, Ondas y Dos Oscars, la gran y legendaria Maria Trasero Rojo, escuchando, durante una conversación, sobre un terrible secreto que le oculta su mejor BFF, mientras toma la hora del te, con lo que sobro del film de Disney "The Beauty And The Beast" de 1991. Grabado en el Estudio D, Del Viejo Canal 13 de calle Lira n° 46.
Nota:
La cámaras son modelo RCA TK11, Y la cancion, les dejo la cancion, en su mejor versión conocida a nivel mundial, interpretado por el apodado "El Rey Del Bolero", el Chileno Lucho Gatica, que canta supuestamente el tema o Theme central de la teleserie. La música, como la canción, esta a cargo en la dirección orquestal del famoso director Patrick Doyle, en forma especial, con la Gran Orquesta de Las Radios "Cooperativa Vitalicia".
Aquí la Información, fuente de Wikipedia sobre la canción y la actuación interpretada por Gatica...
Note:
About the song's history, here ones notes (From Wikipedia)
English:
- https://en.wikipedia.org/wiki/El_reloj
Español:
- https://es.wikipedia.org/wiki/El_reloj_(canci%C3%B3n)
Copyrights
The Song
© Cantoral / Universal Digital Enterprises / EMI Odeón Chilena S.A. Alls Rights Reserved.
Jon Arbluckle
© PAWS Inc. / Nickelodeon / Paramount / Jim Davis. Alls Rights Reserved.
Mushu
© Disney. Alls Rights Reserved.
Chip and Mrs. Potts
© Disney. Alls Rights Reserved.
The Red Guy
© Cartoon Network / WarnerMedia-Discovery / David Feiss. Alls Rights Reserved.
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jazzluca · 1 month ago
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OPTIMUS PRIME ( Deluxe ) LEGACY UNITED *G1*
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Cosa c'è di male nel concludere l'anno del 40ennale dei Transformers con una versione fedelissima al giocattolo G1 di OPTIMUS PRIME ? Purtroppo c'è se questa risulta più piccola di un Deluxe e se hai pure terrore a doverla trasformare! E come se non bastasse se si palesa qualche mese dopo il CONVOY Missing Link di Takara, cosa che non è necessariamente un difetto, per carità! ^^'
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Infatti, nell'uscita di Generations dei soliti noti fatti con l'aspetto dei giocattoli G1 originali era da un po' che ci speravo, dopo la sbornia della ricerca della somiglianza ai settei dei cartoni da WfC in poi, e già per il suddetto Missing Link ho fatto i proverbiali salti di gioia; nel mentre, nelle liste "sgocciolate" mesi addietro compariva il nome di questo Optimus Prime "DELUXE" ( poi anche "G1" ) e ci si chiedeva cosa potesse rappresentare, ed ecco infine tempo fa rivelarsi come UN ALTRO Commander con le fattezze del primissimo giocattolo, MA appunto sprecato in un Deluxe. ^^'
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E la delusione è davvero parecchia, dato che il ROBOT non sarebbe affatto male, che il fascino dell'Optimus dell'84 c'è tutto, apparendo pure bello solido e ben scolpito con i vari dettagli in rilievo su avambracci e gambe degli adesivi originali come già appunto per il Missin Link, anche se qui non sono dipinti.
Forse la testa è di pochissimo troppo grande, ma viene corretta la lunghezza esagerata delle braccia originali, con i pugni che arrivavano alle ginocchia mentre qui si fermano giusto alle anche, così come dietro la schiena ha un rettangolo centrale a chiudere il retro di quella che diverrà la cabina della motrice del camion, senza i pannelli prolungati dietro le spalle.
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E' snodatissimo tranne che per la rotazione dei pugni, ma migliora le articolazioni delle gambe con un'impostazione più semplice e solida, così come la rotazione del bacino è più estesa, MA fa un po' ridere come si debba sollevare il paraurti frontale per alzare fino a 90° le gambe, cosa che non serve nel ML per via dell'articolazione dell'anca appositamente fatta per ovviare al paraurti fisso.
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Gli unici famigerati eventuali vuoti sono appena nell'interno coscia, che per il resto è bello pienotto, mentre aprendo lo sportello del petto si palesa anche qui una MATRICE in plastica trasparente removibile, così come anche le canne fumarie possono staccari ed essere impugnate come armi, ma la spina corta e non ne vale la pena ad usarle come pistole estemporanee.
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Piuttosto, in dotazione ci sono la solita ascia in plastica trasparente arancio e ben DUE fucili ionici, non proprio gemelli dato che le punte differiscono con una più sottile perchè cita la variazione effettiva del G1, cui cambiarono il fucile con un con la punte più fine… OOOOOOOKEEEEEYYYY…. ^^'
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Cioè, avanza un po' di plastica e ci hanno messo un altro fucile per citare sta cosa? Era indispensabile? MAH! Ma a parte ciò, citiamo anche il lighpiping degli occhi e le ruote in gomma, e rammarichiamoci che tutto sto ben di Primus condensato appunto in un Deluxe piccino non lo esalta ma lo affossa, e fa davvero fastidio pensare che non potesse essere reso come Voyager, per non sfigurare con gli altri Op Generations, o quantomeno vicino va bene un Deluxe, ma almeno simile allo Studio Series di ONE… anzi, appunto, potevano fare anche questo G1 così, visto che poi sono entrambi prodotti ad alta tiratura?? -____-
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Anche perchè forse si ovviava al vero grande difetto con la D maiuscola di questo giocattolo, che passa per la TRASFORMAZIONE, dato che questa è sputata all'originale, tranne per la testa che non ruota semplicemente all'indietro ma viene racchiusa dal succitato rettangolo sulla schiena, ed appunto i pugni, i quali spariscono abbassando la parte inferiore dell'avambraccio e ruotandola di 180°… peccato che il perno che regge quella parte col pugno sia durissimo da abbassare e piuttosto quel pannello tenda a piegarsi, col TERRORE di spezzarlo in due!! >_>
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Peccato davvero, che sarebbe un passaggio interessante per far sparire i pugni, e pure il CAMION MOTRICE è fedele, compatto, etc. etc. ed è in scala con il rimorchio dell'Optimus Earthrise, ma MAGARI se era più grande pure quelle parti che reggono i pugni erano di conseguenza più robuste e non si piegavano come nulla, no? ^^'
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Poco altro da dire sul veicolo, quindi se non l'ascia può sistemarsi sul foro principale del rimorchio ( ma non trovava posto "a riposo" nel robot, fra l'altro... ) e i due fucili sui fori sempre della parte posteriore.
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Insomma, forse capisco che come Voyager sarebbe stato un po' ridondante visto che avrebbe raggiunto la stazza del G1 e quindi del Missing Link ( anche se sarebbe stata una valida alternativa meno cara a quest'ultimo ), ma è stato, ribadisco, un enorme spreco fare questa versione moderna del classicissimo primo Optimus così piccina, castrando così eventuali versioni di altri personaggi solo per farne una estemporanea non solo economica, ma proprio da poveracci!! -_____-
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-Videorecensione
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