#stralis
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Aight, we gotta bounce - this tech equipment won't reach Inkopolis Plaza on its own @shellsfm convinced me to get Euro Truck Simulator 2 so I had to get a truck and give it a bit of pizzazz
#euro truck simulator 2#iveco#stralis#squid sisters#marie#paint job#custom#stay fresh#woomy#splatoon
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Iveco Stralis 570XP 4×2 Abarth Emotional Truck, 2017. A truck that celebrated Iveco becoming supplier of heavy-duty logistics vehicles for the Abarth racing division
#Iveco#Iveco Stralis 570XP 4×2 Abarth Emotional Truck#Iveco Abarth#2017#tribute truck#one-off#Iveco Stralis 570XP 4×2 Abarth#support vehicle#logistics
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what is your favorite rose mcdowall song if you have one? my favorite is prolly cut with the cake knife
(also are you doing okay?)
probably wings of heaven, but cut with the cake knife is also definitely up there!
and im. fine lol. thank you for asking <3
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i hate bIueycaps
#strali reads fnaf fancomics#i'm not reading it tho#the tags not limited 2 reading them#talking about them applies as well#i keep membering it bcs im on twt#and i made a (second) twt acc 2 read bIueycaps :l#my first one got suspended or something idk#i didn't even use twitter much back then#if ya don't what bIueycapsuIes is i envy you
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[OCs] Solith, Stralis, Lindhir 💫
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Ultimi brandelli di dignità cadono

S'era sempre fatta un gran vanto della propria integrità morale, criticando apertamente alcuni comportamenti di certe sue amiche, vittime degli strali impazziti di Cupido. Lacrime e tempo sprecati, diceva spavalda. Lei avrebbe sempre avuto, ne era sicurissima, ben saldo in mano il timone delle sue emozioni. “Io farmi prendere dal mal d'amore e soffrire per un uomo? Tsè: allora proprio non mi conosci! Ah, ah…” Poi, inevitabilmente nel tempo, si presentano sul percorso di ciascuno degli accadimenti, delle circostanze che danno un senso al vecchio detto: “non dir mai di quest'acqua io non berrò” e anche lei quindi non poté sfuggire. A volte, chi ti fa svoltare di 180 gradi è un uomo. Che ti toglie il respiro all'improvviso. E anche a lei come a tutti capitò per caso: ci furono un lieve tamponamento e una litigata furiosa, terminati con un Cid compilato nervosamente.

Poi un paio di telefonate il giorno dopo, per accordarsi bevendo assieme un caffè, davanti al quale ella divenne dipendente dalle labbra e dalle fossette sulle guance di quel giovane uomo. I suoi modi spartani eppure cortesi, il loro fissarsi dritti negli occhi, spia di un desiderio reciproco e malcelato, il suo essere un po’ imbranato, accompagnato da un lieve rossor di guance quando le chiese di rivederla, arrivarono dritti dritti al suo cuore, come un coltello caldo che tagli un panetto di burro. Emozioni inattese e mai provate prima. Per entrambi. Si trovò a pensarlo in ogni momento, a chiedere consigli a 'quelle smidollate senza carattere' che ora la guardavano sorprese, alzando appena un sopracciglio ma non lesinandole strategie e note, nuove, antichissime tattiche di comportamento in una schermaglia d'amore.

Tamponavano le sue ferite e lei non si arrabbiava se ridevano di lei, purché la consigliassero per bene. Stasera ha capito che dopo più di due settimane di timidezze, di no sempre più flebili ed esitazioni, di reciproci messaggi contenenti parole centellinate, frasi in equilibrio sul filo della passione rovente ma non confessata, è completamente cotta e ha deciso che gli si concederà. Fanculo dubbi e scrupoli: tutte cazzate di chi non ama. Lo vuole, non c'è santi. Non ce la fa più. Lo desidera, lo brama e quindi l'ha invitato a cena a casa sua. È tutto pronto per l'antico rito. Quando arriver�� lo farà accomodare direttamente in camera ed è così che lo accoglierà: bellissima, profumata, curatissima e poi completamente aperta e disponibile per lui, solo per lui. Resa d'amore incondizionata e totale. Sarà sua.

Vuole così. Gli si offrirà immediatamente senza più pudore e lo pregherà di amarla. La sua schiena nuda parlerà il linguaggio dell'amore di una donna che desidera. Gli confesserà di essere gelosa marcia, che non vuole che lui guardi le altre, che gli farà ciò che vuole, purché lui la possieda e sia solo suo. Stasera e poi quando egli vorrà. Dignità azzerata. Amare ti scombussola vita, i valori e il cuore. T'arriva nel cervello all'improvviso un complesso di emozioni marziane per cui non sei attrezzato. E nessuno di noi lo è mai veramente, grazie a Dio. L'anima, quella poi se la mette in tasca l'oggetto del tuo amore. E se la beve lentamente: ogni giorno assapora il tuo amore e se ne lusinga. Spera solo che ne sia degno. Comunque vada, ne sarà valsa la pena. Credimi.

RDA
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Storia Di Musica #369 - Frank Zappa, Joe's Garage Acts I,II,III, 1979
Il mese di storie musicali legate al numero 3 si conclude con una pazza quanto meravigliosa opera rock in 3 parti, sogno del suo autore, che uscì in due dischi nel 1979. Infatti Frank Zappa, che dopo una estenuante diatriba legare sui diritti discografici del suo archivio, nel 1979 fondò la sua personale etichetta discografica, Zappa Records, a cui a breve aggiungerà un fantastico studio di registrazione personale. Nel 1979 pubblica uno dei suoi manifesti di "antropologia musicale", Sheik Yerbouti, che oltre la sua immensa fantasia e varietà musicale (una enciclopedia vivente che andava dalla musica concreta a Boulez, dal jazz al bluegrass fino al doo-woop passando per ogni stile intermedio) presenta una sfiziosa novità: Zappa la chiama xenocrony, è un innovativo montaggio sonoro in cui parti musicali, spessissimo i suoi assoli alla chitarra, vengono rimontate in altre canzone in maniera che sembra perfettamente naturale. Sheik Yerbouti, che è un doppio album, è anche uno dei suoi pochi dischi da classifica: tra le perle Rat Tomago, la spettacolare Yo' Mama, la caustica Jewish Princess che attira gli strali della comunità ebraica e la mitica parodia di Peter Frampton, che ebbe successo planetario con I'm In You, di I Have Been In You.
Zappa sull'onda positiva di questo disco è subito pronto a farne un nuovo capitolo, e già registra alcuni brani, ipotizzando di utilizzare la tecnica della xenocrony. Però una sera, spinto dal suo desiderio personale di scrivere "opere rock", butta giù una sorta di sceneggiatura e pensa che può funzionare. Inizia a registrare tantissimo materiale con la sua nuova band (sempre di grandi musicisti, che tra poco svelerò) e alla fine ha materiale per tre dischi che hanno una certa coesione concettuale. Timoroso di presentarsi sul mercato con un triplo disco, divide l'opera in due parti, un Act I, che esce nei negozi nel Settembre 1979, e un doppio, Act II e III a Novembre.
Joe's Garage diviene uno dei suoi dischi più famosi ed ambiziosi, e una delle opere rock più ardite (in tutti i sensi, visto il personaggio). La storia è una grande metafora della stupidità della società americana, della cultura della repressione e del controllo e anche un grande atto di amore per la musica. È la storia di Joe, un adolescente medio, di Canoga Park, Los Angeles, che forma una band garage rock, ha relazioni insoddisfacenti con le donne, dona tutti i suoi soldi a una religione insincera e assistita dal governo (un nemmeno troppo velato strale con Scientology), esplora attività sessuali con elettrodomestici vari e viene imprigionato. Dopo essere stato rilasciato dalla prigione in una società distopica in cui la musica stessa è stata criminalizzata, cade nella follia. La storia è narrata da una sorta di Grande Fratello orwelliano, The Central Scrutinizer (che è la voce di Zappa manipolata) che alla fine, dopo che Joe è impazzito sognando un assolo "definitivo" prende voce "reale", quella di Zappa appunto, per dimostrare che se la storia di Joe non bastasse a convincere l'ascoltatore che la musica sia un male, tale cosa potrà essere più chiara se espressa con la sua reale voce, nella sua interpretazione di una "canzonetta", A Little Green Rosetta, Musicalmente, è il solito ribollente calderone zappiano di stili, varietà e genialità, dove persino i brani che sembrano più semplici nascondono strutture e cambi di ritmo travolgenti: tra le canzoni da ricordare, la splendida Joe's Garage (che aggiunge note reggae alla cucina musicale), l'ironica Catholic Girls, sugli stereotipi sulle ragazze religiose, impersonate da Mary, la fidanzata di Joe, una che cade nel "baratro della vita da roadie" (Crew Slut) fino a fare le gare di Miss Maglietta Bagnata ( Wet T-Shirt Nite), poi le sue strampalate allucinazioni musicali, tipo la malattia venerea che Lucille passa a Joe, descritta in Why Does It Hurt When I Pee, che in verità fu una domanda vera che fece a Zappa il suo manager, Peter Kaufman, che aveva una cististe. Due pezzi sono ancora più iconici: Lucille Has Messed My Mind, dedicata alla Lucille di cui sopra, che fu un successo di Zappa scritto per Jeff Simmons, ex componente dei Mothers Of Invention, che nel 1969 pubblicò un disco dallo stesso titolo davvero bello (con Zappa che produsse il disco e scrisse alcuni brani con il nome d'arte di La Marr Bruister); Watermelon In Easter Bay, l'assolo che sogna Joe, diventerà una delle sua canzoni più famosi, sebbene all'epoca non fu tanto bene accettata, ma adesso, anche a detta del figlio Dweezil, è il suo miglior assolo in assoluto.
Tra le curiosità, con la tecnica della xenocrony furono riprese almeno 4 parti di assolo di City Of Tiny Lights, uno dei massimi strumentali zappiani, da un concerto in Germania del marzo del 1979, per ben tre canzoni di Joe's Garage. Nella nuova band, immensi musicisti come Vinnie Colaiuta alla batteria (ma anche ad un immaginifico optometric abandon), Warren Cuccurullo alla chitarra, Denny Walley alla slide guitar, Tommy Mars e Peter Wolf alle tastierie, il fido Ike Willis alla voce, Arthur Barrow e Patrick O'Hearn al basso e la voce di Dale Bozzio, moglie del suo fido collaboratore Terry.
Il disco ebbe anche un discreto successo, soprattutto in Canada (e questa storia di 45 anni fa sembra così attuale per tutti questi particolari) per la migliore opera rock di Frank Zappa: ci proverà ancora molte volte, con risultati a volte davvero "drammatici" e non all'altezza della sua genialità (penso a Thing Fish del 1984, un triplo album che sebbene abbia un libretto di guida all'ascolto non si capisce davvero cosa voglia dire), ma qui rimangono luminose le sue idee e soprattutto la sua musica, espressione totale del suo motto "Qualsiasi cosa, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo, per un motivo qualsiasi".
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E niente, non c'è proprio niente da fare. Impossibile porre argine alla sua strampalata incontinenza verbale. Non c'è giorno che rinunci a pontificare, moraleggiare, redarguire, lanciare strali a nome di tutti gli italiani; persino quando riceve i pensionati della bocciofila di Rocca Cannuccia, lui pontifica. La sua ossessione è la Russia. Va a Hiroshima sul luogo del misfatto atomico americano e, giusto tre giorni dopo che Macronapoleon ha si lui atomicamente esternato, se la prende con la "narrazione russa" con la quale il Cremlino ricorda di essere potenza atomica. Dire che il memento russo è sempre stato una risposta alle smargiassate dell'Occidente collettivo gli pare brutto così come gli pare brutto ricordare chi, lì dove lui si trova, ha sganciato l'atomica, quel "chi" che proprio ieri di atomiche ce ne ha rifilate ben 35, "petardini" che gli alleatissimi americani potranno lanciare dove, come quando gli pare senza chieder permesso al sublime incontinente verbale.
Cosa mai abbiamo fatto di tanto male per meritarci questa sciagura?
Maurizio Ulisse Morelli

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Beltà crudele
E labra ha di rubino
ed occhi ha di zaffiro
la bella e cruda donna ond’io sospiro.
Ha d’alabastro fino
la man che volge del tuo carro il freno,
di marmo il seno e di diamante il core.
Qual meraviglia, Amore,
s’a’ tuoi strali, a’ miei pianti ella è sì dura?
Tutta di pietre la formò natura.
Giovan Battista Marino (Napoli, 14 ottobre 1569 – Napoli, 25 marzo 1625)
Frans Pourbus il Giovane, Ritratto di Giovanni Battista Marino, c. 1621. Olio su tela, 81 x 65,7 cm. (Detroit, Institute of Arts).
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Lampi accecanti gli strali del destino noi ignari bersagli perennemente in fuga, lo sguardo mutato in un battito d'ali. Sbarre alla finestra del cielo impediscono il volo e, nascosti dietro a un dito, attendiamo tremanti il canto del mattino.
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youtube
Uffà! Uffà! Ma che scocciatura
Questa guerra non mi piace, non la voglio fare
Che m'importa del petrolio, sarò un vile, un'anormale
Ma questa volta alle Crociate
Non ci voglio, non ci voglio, non ci voglio andare
Uffà! Uffà! Lanciate i vostri strali
Dite pure quello che volete, per televisione, sui giornali
Dite che son traditore, disertore, svergognato
Ma questa volta alle Crociate
Non ci voglio, non ci voglio, non ci voglio andare
________________
Edoardo Bennato, "Uffá! Uffá" con i Gaz Nevada, dell'album omonimo del 1980.
#antiwarsongs#cantiantimilitaristi#guerra#guerre#crociate#edoardo bennato#bennato#Youtube#music#musica
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5, 11, and 20 for the ask game
5. Good song for road trips
death alley driver by rainbow
11. Song from the current year
i can only be me by mars argo
20. Song you love to sing
i mean im a singer so i like lots of songs but i think my most recent faves are pur dicesti o bocca bella, hammer horror by kate bush, veni sancte spiritus, touch me i’m sick by mudhoney or the sonic youth cover, or an original song in the making called pocket-watch hare
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i also have 2 catch up on heterochromatic. i havent read that shit in ages
#making a new tag again#strali reads fnaf fancomics#also need 2 catch up on birdie ghosts comic on this hellsite#i heart fnaf fancomics
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Uffà! Uffà! Ma che scocciatura
Questa guerra non mi piace, non la voglio fare
Che m'importa del petrolio, sarò un vile, un'anormale
Ma questa volta alle Crociate
Non ci voglio, non ci voglio, non ci voglio andare
Uffà! Uffà! Lanciate i vostri strali
Dite pure quello che volete, per televisione, sui giornali
Dite che son traditore, disertore, svergognato
Ma questa volta alle Crociate
Non ci voglio, non ci voglio, non ci voglio andare
Uffà! Uffà! E fateli sfogare
Nella sabbia e nel petrolio fateli sguazzare
Fanno i prezzi troppo alti, fanno quello che gli pare
Ma questa volta alle Crociate
Non ci voglio, non ci voglio, non ci voglio andare
Uffà! Uffà! Quelli erano già strani
Forse per eredità o per costituzione
Ma con i miraggi del paese delle meraviglie li avete incattiviti
E allora adesso andate tutti a piedi
E non mi, e non mi, e non mi ricattate
Perché non provate a sfruttare l'energia del sole?
Oppure provate a prendere l'energia dal mare
O da dove diavolo vi pare, io mi dissocio dall'affare
Questa volta alle Crociate
Non ci voglio, non ci voglio, non ci voglio andare
Uffà! Uffà! Meglio tutti al buio
Meglio tutti al freddo e senza benzina nel motore
Sì, lo ammetto, son dolori, non si scherza, son guai seri
Ma andateci voi in Terra Santa
A scacciare, a scacciare, a scacciare i mori
Perché non provate a sfruttare l'energia del sole?
Oppure provate a prendere l'energia dal mare
O dove diavolo vi pare, io mi dissocio dall'affare
Questa volta alle Crociate
Non ci voglio, non ci voglio, non ci voglio andare
Uffà! Uffà! Ma che fregatura
Prima o poi sarò coinvolto, ma almeno fatemi sputare
Addosso a quelli che sono addetti alla preparazione
Di questa maledetta, di questa maledetta
Di questa stramaledetta terza guerra
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Artfight 2024
Attack #1: "Inseparable"
Solith & Stralis | @bel-by-the-sea
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