#storia greca
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illsadboy · 11 months ago
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Negli abissi, Poseidone, la mia guerra per la storia sono Sparta, verso l'Attica ritornerei nell'Ade come Enea a casa bastan le briciole, mi mangerei la tavola. La danza della pioggia, la mia prigione è in camera.
Adoro l’intelligenza di certi rapper, in poche strofe sanno dire tantissimo! Com’è cambiato il rap in questi anni, ormai chiamarlo rap quello nelle classifiche è una bestemmia per i veri rapper!
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greciaroma · 8 months ago
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Temistocle
Temistocle, membro della nuova generazione di politici sale alla ribalta della democrazia ateniese, insieme al suo grande rivale Aristide. Aveva Combattuto a Maratona durante la prima guerra persiana, essendo uno dei dieci strateghi ateniesi menzionati da Erodoto. Come grande politico, Temistocle era vicino al popolo e godeva dell'appoggio delle classi inferiori ateniesi, che, in generale, lo contrapponevano alla nobiltà. Eletto arconte nel 493 a.C prese una serie di misure per aumentare la potenza navale di Atene, cosa che sarebbe diventata fondamentale per tutta la sua carriera politica.
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celebrinor · 10 months ago
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Bimbe e bimbe di ogni età (si, per chi, fra di noi, Burtoniano incallito, avrà subito riconosciuto la cit.), mi presento sono il vostro dolce divulgatore di quartiere, Darth Vovova, parte del duo chiamato “Ma Che Kant”; se voleste in un qualche modo sostenermi, o passare magari quella ventina di minuti ad ascoltare un podcast un po’ diverso dal solito, all’interno del quale viene trattata qualsivoglia corrente filosofica, storica, cinematografica, letteraria, rigorosamente in maniera poliedricamente scorretta, vi trovereste nella giusta tana.
Ad esempio sapete cos’hanno in comune il famoso filosofo Arthur Schopenhauer e la saga cinematografica fantascientifica di Star Wars? Venite a scoprirlo.
A tal guisa, vi invito a seguirci su tutti gli altri social network di cui fate un utilizzo spasmodico, naturalmente dal momento in cui voleste averne voglia.
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renatagorreri · 11 months ago
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Nella bottega del profumiere - recensione
Giuseppe Squillace è professore associato presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria dove insegna Storia Greca e Storia Economica e Sociale del Mondo Antico. Ci incontriamo ogni anno in giuria per le selezioni per il miglior profumo artistico, per il Premio di Accademia del Profumo. Questo libro è uno studio accurato e appassionato sul mondo della profumeria ai…
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crazy-so-na-sega · 7 months ago
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Il capovolgimento di tutti i valori vigenti si manifestò persino nella lingua, quale totale cambiamento di significati. Vocaboli che avevano indicato ab antiquo valori sommi, decaddero nell'uso parlato quotidiano a qualifiche di intenti e condotta spregevoli, ed altri, che sino allora significavano biasimo, fecero carriera e assursero a predicati laudativi. L'insensata irruenza passò ora per genuino valore e cameratismo, l'attesa previdente per viltà che si cela dietro sonanti parole. Il senno parve mera maschera della fiacchezza; la riflessiva cautela, mancanza d'energia ed inerzia. Si tenne la furia frenetica per segno di vera virilità, la ponderazione per atteggiamento da scansafatiche. Quanto più uno denigrava e insultava, tanto più era ritenuto fidato, e chi lo contraddiceva era sospetto. Persino i giuramenti che tenevano unito il proprio partito, vincolavano non tanto per la loro santità, quanto per la consapevolezza dei delitti commessi in comune.
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Tucidite (Storie - V sec. a.C.)
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ross-nekochan · 1 year ago
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One hour away from Naples, there's a little Athens.
Paestum (SA), Italy~
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iannozzigiuseppe · 2 years ago
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Leonard Cohen incontra Marianne. Tamar Hodes, "Un amore a Hydra" - recensione di Iannozzi Giuseppe
Un amore a Hydra – Tamar Hodes Da lassù Leonard Cohen e Marianne sorridono di Iannozzi Giuseppe Leonard Cohen trascorse un bel po’ di tempo a Hydra, una piccola isola greca situata nel golfo Saronico, che negli anni sessanta ospitò diversi artisti in cerca di se stessi. Quando arriva sull’isola, Leonard ha già al suo attivo un album di reading (Six Montreal Poets, 1957), “Confrontiamo allora i…
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vecchiorovere · 8 days ago
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Conoscevate la storia di Medusa? L’eroina greca punita per essere nata donna! Medusa ci viene sempre descritta come un orribile mostro capace con un solo sguardo di trasformare gli uomini in pietra. Ma c'è una parte della sua storia che non è mai stata raccontata.
Medusa era una giovane che aveva un’unica colpa: essere nata donna ed essere bella. Il dio Poseidone si innamora di lei, vuole possederla a tutti i costi, vuole farla sua. È convinto che amare significhi «possedere». E che l’amore possa essere imposto. Disperata, Medusa fugge nel tempio di Atena in cerca di protezione, ma non basta a salvarla. Poseidone la prende contro la sua forza. E in quel momento accade una cosa. Atena invece di punire Poseidone, punisce Medusa. Perché la «colpa» è sempre della donna. La trasforma in un mostro.
Così Medusa fu esiliata e condannata a vivere sola, odiata e temuta da tutti. Allontanata come simbolo vivente della sua eterna vergogna. Ma la storia di Medusa non finisce qui. Era rimasta incinta di Poseidone, così Atena ordinò al giovane Perseo di ucciderla. Ed è questo che fece l’eroe: le tagliò la testa, decapitandola. E poi offrì la sua testa in omaggio ad Atena, che la usò come ornamento del suo scudo. E lei, Medusa, la vittima di tutti, di uomini prepotenti e di donne crudeli, fu sempre descritta come un mostro.
Il destino di Medusa è il destino di quelle donne che non hanno voluto piegarsi e per questo sono state oppresse e tormentate da una società che ha visto nelle donne soltanto degli oggetti. Delle cose. Ma Medusa è anche vittima di quella cosa che si chiama «perbenismo» o «indifferenza», e di quell’altra cosa che ha la pretesa di chiamarsi «amore» senza sapere nulla dell’amore. Perché l’amore significa avere cura. L'amore non bisogna implorarlo e nemmeno pretenderlo. Un giorno si capirà che una donna che dice «no» non è frigida e una donna che dice «sì» non è «una poco di buono.» Che lasciare ed essere lasciati non sono cose che dovrebbero fare paura.
E allora ricordiamo Medusa, e rendiamole giustizia, a lei e a tutte le donne messe a tacere dalla prepotenza di oggi e di ieri.
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greciaroma · 8 months ago
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Il denaro nell'Antica Grecia
La storia dell'evoluzione del concetto di denaro nell'antica Grecia e a Roma, si concentra sulle diverse forme di monete utilizzate, il loro valore e le pratiche di prestito di denaro. Inizialmente, il denaro veniva utilizzato come misura della ricchezza, e nel corso del tempo le comunità greche adottarono monete ufficiali fatte di metalli preziosi. L'uso delle monete semplificò il prestito di denaro, sia tra individui che attraverso templi o banche. Il denaro era realizzato principalmente con metalli preziosi come l'oro, l'argento e il rame. Le monete avevano un valore determinato dal loro peso e furono utilizzate in diverse regioni per agevolare il commercio. Nel testo vengono citate diverse tipologie di monete, come la dracma, l'obolo, la mina e il talento, ognuna con il proprio valore specifico.
È importante far rilevare che anche come le pratiche di prestito di denaro, fossero parte integrante dell'economia dell'epoca. Gli usurai fornivano finanziamenti a commercianti per sostenere spedizioni commerciali, spesso con tassi di interesse elevati a causa dell'alto rischio coinvolto. L'uso di cambiali e la successiva evoluzione dei mercanti ai ricchi proprietari di latifondi cambiò la situazione. Infine, il testo spiega come le monete fossero utilizzate, come le persone si prendessero cura del loro denaro e come venisse amministrato il sistema finanziario. Sono forniti dettagli sulle entrate e le spese dello stato ateniese, nonché sull'uso delle monete d'oro e sui termini relativi al denaro dell'epoca. Complessivamente, il testo fornisce un'ampia panoramica sulla storia del denaro, dell'uso delle monete e delle pratiche economiche nell'antica Grecia e a Roma.
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marquise-justine-de-sade · 4 days ago
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MEDUSA, LA BELLA DONNA CHE È STATA PUNITA PER ESSERE STATA VIOLENTATA.
Secondo la mitologia greca, Medusa era una gorgone e aveva una caratteristica che la distingueva perché mortale e la più bella delle sue sorelle. Medusa è uno dei personaggi più facili da riconoscere ad occhio nudo nella mitologia greca. Con i suoi capelli di serpente aggrovigliati e il potere di trasformare chiunque la guardasse in pietra, è uno dei mostri più popolari dell'antichità. Ma c'è una parte della sua storia che non è mai stata raccontata.
La sua bellezza affascinava Poseidone, lui cercò di sedurla e violentarla nel tempio di Atena, dove lei andò innocentemente a chiedere aiuto alla Dea.
La rabbia di Atena era così grande che ha punito Medusa trasformandola in un mostro. Mani di metallo, denti affilati, occhi che emettono luce, chiunque li guardasse direttamente si trasforma in pietra.
Afrodite, che non ha ottemperato a questa punizione, era gelosa dei bei capelli di Medusa, quindi aveva serpenti al posto dei capelli in punizione, così Medusa fu esiliata e condannata a vivere in terre iperbariche.
Durante la relazione tra Poseidone e Medusa, si verificò una gravidanza che aumentò il risentimento di Atena, che ordinò a Perseo di uccidere Medusa.
Perseo le ha tagliato la testa con un singolo colpo di spada.
La testa di Medusa andò ad Atena, che la usò come scudo in tutte le sue battaglie, proprio come fece Perseo per salvare Andromeda e uccidere Polidectes.
Anche il suo sangue era conservato, perché la vena sinistra era un veleno mortale, e la destra aveva proprietà curative.
Quando Perseo le ha tagliato la testa, il gigante Crisaor e il cavallo alato Pegasus sono emersi dal suo collo. Entrambi sono considerati figli di Poseidone, il che significa che erano il risultato di uno stupro, e Medusa era incinta quando è stata uccisa.
Medusa non era il vero mostro in questa storia.
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crazy-so-na-sega · 7 months ago
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στρατός (esercito)
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Jaques Louis David -Leonida alle Termopili
La parola "στρατός" che vuol dire esercito, ha anche nei tempi più antichi (e in poesia spesso anche nel V sec.) il significato di "gente" "popolo", e in tal modo mantiene una traccia apprezzabile dell'origine di quel che noi chiamiamo "le libere istituzioni": i diritti politici dei cittadini di un'antica polis originariamente derivavano dalla loro attività nella difesa della loro patria.
-Werner Jaeger (Paideia La formazione dell'uomo greco)
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valentina-lauricella · 3 months ago
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(Rivolgendomi direttamente a Pavese:)
《 Sto completando la lettura di Paesi tuoi in un solo giorno, perché è molto coinvolgente.
C'è una povera ragazza uccisa da un fratell(astr)o che già prima l'aveva sverginata: una storia forte, che si mischia agli odori della campagna. C'è il protagonista, ultimo arrivato, che viene dalla civile Torino e si scontra con un ambiente rurale atavico, in apparenza accogliente - ma refrattario nel suo nucleo, composto da persone ignoranti.
La terra e il sangue sono i due elementi simbolici fondanti del mito, che si ritrovano, evidentissimi, in questo racconto.
[...] In una tua lettera dici che, se non avesse agito su di te quel poco di educazione ricevuta, saresti stato un banale "tipo da coltello". 😁
~ ~ ~
Devo ancora terminarlo, me ne restano alcune pagine, e non ho fretta. Ho letto evidenziando le rese narrative più magistrali, perché voglio capire come facevi a raccontare le cose: voglio "smontare la macchina", insomma, non solo leggere la storia per vedere come va a finire. Capisco perché sei ritenuto un autore importante: sei senza dubbio originale e "mimetico", adotti il linguaggio e persino il ritmo dei pensieri del protagonista.
Sai raccontare tanto bene le donne e l'effetto che fanno su un uomo. Infatti la povera ragazza, prima di essere uccisa, stava avendo una delicata e sensuale storia d'amore col protagonista. Ma vincono l'insensatezza e la brutalità del fratell(astr)o "tonto"...
Una lotta tra bestialità e civiltà, tra anarchia morale ed etica ragionata, tra cervello da rettile e cuore umano.
Il cittadino viene messo in mezzo e buggerato dal campagnolo, che non dispone di furbizia, ma del mero istinto dell'animale che si muove nel proprio habitat.
Si vede che avevi un rapporto ambivalente con le donne: un po' ti facevano tenerezza e le volevi coccolare, poi però pensavi a ciò che ti avevano fatto, alle tue difficoltà con loro, e allora ti saliva la rabbia e avresti voluto distruggerle insieme al dolore che ti davano.
È interessante che ti accada di provare "pena" per una ragazza: anche in questo romanzo, come già nel Diavolo sulle colline, il tuo protagonista prova questo sentimento per la ragazza che gli piace, mentre ella, avvicinando la faccia a lui perché la baci, si blocca per qualche istante, e sembra che stia cercando di guardare la propria faccia con lo sguardo di lui, temendo di non essere voluta, e rivelando la propria insicurezza.
~ ~ ~
Ho terminato di leggere nel giro di poche ore il tuo romanzo breve. Dicono che tu sia uno scrittore amato dai giovani, ma io credo che questa storia così forte, pur se il protagonista è un venticinquenne, vada letta da persone adulte ed esperienti. È una storia archetipica, mitica, sulle pulsioni maschili più turpi: violare, possedere gelosamente, uccidere la donna. Il tutto, esasperato dall'ambiente chiuso, ignorante e fatalista della campagna. Sembra una tragedia greca, una tragedia annunciata, un passaggio obbligato del destino (un po' come il tuo suicidio e altri fatti di sangue che tuttogiorno accadono).
Credo che in paradiso non si possano più scrivere opere così truculente. Chissà come ti trovi in ambiente spirituale, senza questa materia ardente da plasmare. Sono preoccupata. 😅
È una bellissima risposta, grazie. 💗 La ricorderò, perché il tuo stato è una delle mie frequenti preoccupazioni.
Ho ammirato molto la precisione e varietà lessicale nel tuo romanzo: io ti abbraccerei infinitamente anche solo per la quantità di parole che conosci e per il gusto con il quale le adoperi. Altro che ufficiale! Non ho mai considerato affascinante la divisa, non m'interessano i gradi e le cariche militari e civili, m'incanta solo la tua umanità, così com'è: gli sforzi che fai per vivere, ciò che ti si agita dentro, la tua cultura, intelligenza, buon gusto; amerei anche la tua depressione, ma amo molto di più non vederti soffrire.
Adesso continuerò a leggere le tue Lettere. Quando incontrerò lettere indirizzate a donne, cercherò di non essere gelosa, pensando che una come me non l'hai incontrata mai, e praticamente con me la tua esperienza di donne riparte da zero. 》
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angelap3 · 9 months ago
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Schiava greca in vendita nel mercato orientale
Dipinto del pittore spagnolo José Jimenez Aranda 1897 .
L’insegna appesa al collo recita in greco, rosa (il fiore )18 anni in vendita per 800 monete
La ragazza gira la testa a terra per nascondere la sua vergogna, la postura delle mani e dei piedi suggerisce lo stesso, e gambe dei potenziali acquirenti sono visibili dietro il corpo nudo della ragazza.
Questo è stato il destino crudele di molte donne e bambine che sono state rapite da Saraceni e Ottomani (Turchi),
da "La Veja"
La Storia dell'Arte tra Miti e leggende
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susieporta · 19 days ago
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L’ora di greco - di Han Kang, Adelphi
Premessa: sono tra coloro che ritengono che il Nobel per la letteratura ad Han Kang si assolutamente meritato. Inutile proseguire la lettura se si è già convinti del contrario.
Probabilmente per me questo è il romanzo più bello tra quelli fin qui tradotti in italiano (o inglese). Molto breve ma denso, esplora temi profondi come la perdita, la solitudine, e la ricerca dell’identità. È del 2011 anche se qui da noi è arrivato appena l’anno scorso. Un viaggio introspettivo in cui due persone, apparentemente molto diverse, si incontrano e si comprendono attraverso la condivisione di un dolore nascosto e silenzioso.
Lei, Hanja, dopo aver vissuto un periodo di intensa sofferenza, ha trovato il silenzio come rifugio: non parlare, più che una scelta volontaria, è una reazione istintiva e fisiologica alla sua sofferenza. Le parole per lei si sono trasformate in strumenti di dolore, tanto che la voce stessa le sembra ormai qualcosa di estraneo. Dopo in matrimonio fallito e la perdita di custodia del figlio, persa anche la madre le sembra di aver ormai perso qualsiasi contatto con la propria identità e il mondo che la circonda. Come via di fuga da questo dolore, inizia a seguire lezioni di greco antico, una lingua che per lei diventa una sorta di “nuovo inizio”, poiché le consente di esprimere e riscoprire sé stessa senza le ferite che l’uso della lingua madre le provoca.
È così che la sua vita incrocia il suo insegnante di greco, un uomo non vedente che vive anche lui un’esistenza profondamente segnata dalla perdita. Per lui la cecità ha rappresentato un graduale distacco dal mondo, ma nonostante le difficoltà quotidiane ha imparato a navigare attraverso questo vuoto grazie all’amore per le parole e per la letteratura. Egli usa il greco come strumento per mantenere un legame con il mondo esterno e per dare un senso al proprio passato.
Attraverso questo incontro tra la donna e il suo insegnante, Han Kang esplora l’intimità della comunicazione e del linguaggio come mezzo di guarigione. Entrambi i protagonisti sono segnati da ferite invisibili e trovano nella lingua greca un terreno neutrale in cui potersi esprimere senza il peso delle loro storie personali. Il greco antico diventa simbolo di un viaggio interiore, che permette loro di riconoscere il proprio dolore e, in qualche modo, di riappropriarsi delle proprie vite.
Han Kang utilizza una prosa poetica e riflessiva per approfondire i sentimenti complessi dei protagonisti. La narrazione alterna i punti di vista della donna e dell’insegnante, e attraverso le loro prospettive frammentate il lettore è invitato a riflettere sul significato dell’empatia, della perdita, e della redenzione. I dialoghi sono ridotti al minimo, quasi come se l’autrice volesse rispettare il silenzio che i due protagonisti sembrano cercare.
In sostanza, un romanzo che parla di sopravvivenza emotiva. Attraverso la storia dei protagonisti, Han Kang esplora la possibilità di trovare una via d’uscita dal dolore e dalla perdita senza negare le proprie ferite. La lingua greca diventa metafora del processo di auto-ricostruzione, una lingua che, con le sue radici antiche, permette ai personaggi di esprimere sentimenti che sembravano impossibili da comunicare.
Un delicatissimo racconto di Han Kang, che con la sua scrittura minimalista invita alla riflessione sulla complessità dell’animo umano, sul ruolo del linguaggio, e sulla possibilità di una rinascita anche nei momenti più bui. Leggetelo solo se questi temi vi appassionano. Diversamente state andando incontro a una delusione.
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fashionbooksmilano · 7 months ago
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Jean Cocteau La rivincita del giocoliere
Peggy Guggenheim Collection
Kenneth E.Silver, saggio di Blake Oetting
Marsilio Arte, Venezia 2024 , 176 pagine, 20,5x26,8cm, ISBN 978124631676
euro 40,00
email if you want to buy [email protected]
«L’opera di Cocteau ci lascia una sensazione perdurante di felicità, non perché escluda la sofferenza, ma perché in essa nulla è rifiutato, rimpianto o crea rancore. La felicità è un segno di saggezza, più affidabile di quanto si creda, e forse lui ne ha più di altri…» Wystan Hugh Auden, poeta
Brillante, sorprendente e poliedrico. È Jean Cocteau (1889-1963), artista francese che ha lasciato un segno come disegnatore, regista, scenografo, muralista, designer di gioielli e di abiti. La poesia, tratto fondante del suo inconfondibile stile, è caratterizzata da atmosfere mitologiche e circensi e da una scrittura spiazzante che accompagnerà sempre la sua infinità di creazioni nei campi più disparati. In occasione della prima retrospettiva in Italia dedicata all’artista, allestita alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, esce per Marsilio Arte il libro Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere di Kenneth E. Silver, con un saggio di Blake Oetting (Orfeo, due e più volte: i riverberi queer di Jean Cocteau). Lo spazio espositivo è anche un omaggio all’amicizia che legò l’artista a Peggy Guggenheim. Fu lui, infatti, a incoraggiare la giovane collezionista ad aprire nel 1938 la galleria londinese Guggenheim Jeune. Guggenheim ricambiò il sostegno ospitando più opere di Cocteau, all’epoca amico e consulente artistico di Marcel Duchamp. Da quel momento l’artista iniziò a frequentare la casa della mecenate newyorchese a Venezia, a Palazzo Vernier dei Leoni, innamorandosi della città. Guggenheim ribadì più volte che la parola era un mezzo di espressione che Cocteau utilizzava con virtuosismo da acrobata. La rivincita del giocoliere è un richiamo alla sua abilità di riuscire ad attraversare gli ambiti più disparati con uno sguardo trasversale, capace di cogliere e mettere in relazione l’estetica e la storia. Nel suo primo libro, La spaccata, lo stesso Cocteau si dice affascinato dagli artisti delle giostre e del circo, tanto che più avanti, a carriera avviata, inserirà due acrobati e un prestigiatore cinese nel libretto del balletto Parade, e il mago Merlino in I cavalieri della tavola rotonda. Fonte inesauribile di creatività e visioni, il genio di Cocteau si manifesta nei romanzi, tra cui Il libro bianco, in film come Il sangue di un poeta, con Lee Miller nei panni di una statura greca che prende vita, e nella Macchina infernale, rivisitazione dell’Edipo Re, solo per citare alcuni dei suoi capolavori. Cocteau stesso si racconta definendosi «una menzogna che dice sempre la verità»: nella sua opera si serve regolarmente del mito per presentare una storia e allo stesso tempo «riempirla di codici, costringendo il pubblico ad andare alla ricerca di ciò che è nascosto, come giocasse a nascondino».
05/05/24
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yaellaharpe-blog · 24 days ago
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The Chalice of Cologne / El Cáliz de Colonia
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(English / Español / Italiano)
The Chalice of Cologne: a Roman jewel rediscovered after 1,700 years. In 1991, archaeologists in Cologne, Germany, came across an extraordinary discovery: a painted chalice from the Roman era dating back to the 3rd century AD. This ancient artefact, now 1,700 years old, has amazingly preserved its vibrant colours and intricate patterns, offering a rare glimpse into the artistic excellence of ancient Rome. The chalice illustrates a famous story from Greek mythology: the discovery of Achilles on the island of Skyros. This tale tells how Achilles' mother hid him among women to prevent him from fulfilling his destiny in the Trojan War, until the cunning Odysseus finally revealed his true identity.
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El Cáliz de Colonia: una joya romana redescubierta después de 1.700 años. En 1991, unos arqueólogos de Colonia (Alemania) hicieron un descubrimiento extraordinario: un cáliz pintado de la época romana que databa del siglo III d.C. Este antiguo artefacto, que ahora tiene 1.700 años, ha conservado sorprendentemente sus vibrantes colores y sus intrincados dibujos. Este antiguo artefacto, de 1.700 años de antigüedad, ha conservado de forma asombrosa sus vibrantes colores e intrincados dibujos, ofreciendo una rara visión de la excelencia artística de la antigua Roma. El cáliz ilustra una famosa historia de la mitología griega: el descubrimiento de Aquiles en la isla de Skyros. Esta historia cuenta cómo la madre de Aquiles lo escondió entre las mujeres para evitar que cumpliera su destino en la guerra de Troya, hasta que el astuto Odiseo reveló finalmente su verdadera identidad.
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Il Calice di Colonia: un gioiello romano riscoperto dopo 1.700 anni. Nel 1991, gli archeologi di Colonia, in Germania, si sono imbattuti in una scoperta straordinaria: un calice dipinto di epoca romana risalente al 3° secolo d.C. Questo antico manufatto, che ora ha 1.700 anni, ha sorprendentemente conservato i suoi colori vivaci e i suoi intricati motivi, offrendo uno sguardo raro sull'eccellenza artistica dell'antica Roma. Il calice illustra una famosa storia della mitologia greca: la scoperta di Achille sull'isola di Skyros. Questo racconto narra di come la madre di Achille lo nascose tra le donne per impedirgli di compiere il suo destino nella guerra di Troia, finché l'astuto Ulisse alla fine rivelò la sua vera identità.
Source: Profumo d'Arte
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