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#stampare foto on line
federicodeleonardis · 2 months
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Enrico Castellati ha fatto centro
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foto dell'Archivio Castellani
Quando più di mezzo secolo fa vidi per la prima volta tre delle sue tele (in casa di un grande gallerista, Carlo Grossetti, in via dei Piatti a Milano), insieme con qualche lavoro giovanile di Spagnulo, altri del dimenticato Hoinka e soprattutto quelli di Kolibal, mi sono immediatamente reso conto della capacità selettiva del Gallerista, del suo coraggio e della qualità del suo lavoro. Ero troppo timido per approfittarne, anche se a quell’indirizzo mi ci aveva spedito Pierre Restany (allora mi affacciavo cautamente al mondo dell’arte). La “vibrazione” di cui parla Vittorio Raschetti mi colpì già allora e non mi ha più abbandonato da quando in giro per il mondo incontro un lavoro di C (l’ultimo, p. e. da Lia Rumma a Milano (attualmente ancora in mostra): la grande tela che si mangia tranquillamente tutto quanto degli altri è stato esposto per documentare l’intramontabilità della Optical art.
Ma per quanto esauriente e molto vicino alla sensibilitù dell’artista V.R. ha detto tutto? Mi viene in mente che l’atteggiamento di attenzione che pone C in una qualsiasi delle sue tele potrebbe essere paragonato a quello di Flaubert sulla pagina da stampare (mai più di una al giorno, anzi spesso una a settimana) e per opposizione i lavori di un Bonalumi o di un Simeti, che per un certo tempo hanno diviso la scena con lui. E’ difficile aggiungere qualcosa al testo di Raschetti e allora perché intevenire? Tra l’altro, cosa deve fare un artista oltre a delimitare uno spazio e occuparlo come se fosse il mondo, il suo mondo, ma anche il nostro? Una lezione di rigore e di purezza, una lezione di Minimalità che è raro oggi incontrare: Il mondo in qualche centimetro quadrato, il mondo della tensione creativa, niente facili simbologie, niente interpretazioni astruse, niente elucubrazioni attraverso incubi personali, un mondo di linee e piccoli rilievi, di colori elementari bianco e grigio, un mondo aggredibile con gli strumenti a disposizione da sempre nel linguaggio elettivo, un mondo finalmente modesto, senza grandi voli pindarici (siamo artisti, dopo tutto, non pretendiamo di spostarlo più di tanto!): “il mondo in un cassetto”.
Ma è detto tutto? Quando, più o meno sempre mezzo secolo fa, incontrai la Natività di Piero della Francesca a Londra (N.G.) rimasi di stucco, in tutti i sensi: ne era rimasto solo poco più della metà, ma era bellissimo. Il tempo era intervenuto pesantemente e P.d F sarebbe svenuto a vedere come aveva ridotto la sua tela, ma per me conservava ancora tutta la sua forza.
Il Tempo; già, questo terribile signore delle nostre vite e soprattutto della nostra fine e purtroppo di quella delle persone e delle cose che amiamo. C’è il tempo nei lavori di C?  Non il tempo esecutivo, non il tempo interno all’opera, intendo il tempo esterno, quello della vita, quello di Beuys, come quello di Opalka. Il tempo della sporcatura, quella del fattorino che sposta il tuo lavoro con le mani zozze, il tempo dell’usura, il giallo che insidia la superficie purissima del tuo bianco (di zinco, di titanio o addirittura d’argento?), il tempo giallo che ha ridotto le opere di Manzoni a pura teoria!
La questione è ardua, me ne rendo conto, ma mi piacerebbe una risposta da parte di Vittorio Raschetti.
Grazie
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levysoft · 1 year
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Sii Un Marziano!
Marte ha bisogno di TE! In futuro, Marte avrà bisogno di tutti i tipi di esploratori, agricoltori, geometri, insegnanti... ma soprattutto TU! Unisciti a noi nel viaggio su Marte mentre esploriamo con i robot e mandiamo gli umani lì un giorno. Scarica un poster di Marte che ti parla. Sii un esploratore!
SCARICA TUTTI I POSTER: https://mars.nasa.gov/bin/NASA-Mars-Posters.zip
FAQ
Quando la NASA ha sviluppato questi poster Mars Explorers Wanted? La NASA ha originariamente commissionato questi manifesti per una mostra al Kennedy Space Center Visitor's Complex nel 2009. Come parte del nostro Viaggio su Marte, queste versioni sono ora disponibili per tutti online.
Come posso fare copie di questi poster di Mars Explorers Wanted? Scarica i poster full-size qui sopra e fornisci i file alla tua tipografia locale. Puoi stampare questi poster per uso non commerciale. Si prega di consultare le Linee guida per la riproduzione della NASA per ulteriori dettagli su questo o altri usi.
Vuoi condividere come hai usato i poster Mars Explorers Wanted a casa tua, a scuola o nella tua comunità? Condividi una foto con noi tramite Facebook o Twitter. #MarsPosters
La NASA ha altre dimensioni dei poster Mars Explorers Wanted? L'unica dimensione disponibile per questa opera d'arte è di 30 x 48 pollici in scala reale.
(via Mars Explorers Wanted Posters - NASA Mars)
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seoul-italybts · 2 years
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[✎ ITA] Articolo : Weverse Magazine - Alcune Note Sulla Realizzazione di “Indigo” di RM | 19.01.23⠸
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Alcune Note Sulla Realizzazione di “Indigo”, il Primo Album Solista di RM
A ji-hye (vice-delegata per lo Studio Sparks Edition)
La progettazione album come forma d'arte
L'album solista di RM, Indigo, è un resoconto completo e sincero della sua vita e dei pensieri ed emozioni provati tra il 2019 e il 2022. Il titolo fa riferimento ad una tonalità molto calda di blu scuro, che è diventata la direzione da seguire quando la BIGHIT MUSIC – con cui avevamo già collaborato alla realizzazione di MAP OF THE SOUL: 7 - ci ha commissionato il design dell'album. Lee Hyeri, il mio contatto presso il dipartimento brand experience alla BIGHIT MUSIC, ha detto che hanno scelto il nostro studio per questo design perché usiamo medium quali dipinti e sculture, invece della grafica digitale, e perché il nostro stile ben si sposava con quello del nuovo album di RM. Ma soprattutto, il suo interesse per l'arte e la nostra modalità espressiva - che esula la grafica computerizzata e segue, piuttosto, una direzione artistica più naturale - si trovavano sulla stessa linea d'onda.
L'immagine della giovinezza che volevamo esprimere attraverso Indigo non era poi così chiara e specifica, ma piuttosto una un po' sbavata da gocce d'acqua, con tinture appena, appena permeanti, quasi si trattasse solo di tracce e segni lasciati dietro di sé.
Il logo di Indigo doveva sembrare come intriso di inchiostro; non è stampato in un carattere perfettamente lineare, sembra piuttosto una scritta sbavata in una pagina di diario accartocciata. Abbiamo trovato varie tecniche tipografiche per lavorare ad Indigo, come ad esempio lasciare delle tenui linee ed imperfezioni di colore o usare un effetto sfocato. Il blu, di per sé, ha un significato molto speciale per noi, in quanto è il pigmento che abbiamo utilizzato per la nostra mostra del 2019, a tema “dancing blue / blu danzante”; quindi lavorare con questa sfumatura indaco è stata un'altra occasione per poter sperimentare con il colore blu.
Tipografia a parte, il nostro obiettivo era rappresentare l'artista senza alcuna finzione, in totale autenticità, attraverso la tecnica artistica della cianotipia. Il cianotipo è un metodo fotografico davvero incredibile che permette di stampare foto attraverso l'ossidazione del ferro, e con cui è possibile ottenere immagini di oggetti - artificiali o naturali - attraverso l'effetto della luce solare su uno sfondo a tintura indaco, o blu di prussia, simile al ciano. La luce solare proietta ombre dagli oggetti in movimento, producendo delle sagome uniche.
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Le immagini color blu che abbiamo ottenuto da questa tecnica sono diventate il modello esemplificativo del punto in cui si trova RM nella sua vita - impegnato nella ricerca di un suo colore unico e stile personale, nel tratteggio del suo futuro e delle varie possibilità che questo offre -, nonché un ricordo indelebile delle emozioni ed esperienze vissute nel corso della sua esistenza. In totale, abbiamo creato 37 opere cianotipo, ognuna delle quali è espressione delle emozioni esplorate da RM nelle tracce del suo album, come pagine di diario.
Dato che l'album vuole essere un resoconto ed una registrazione – entrambe le accezioni sono valide –, abbiamo anche voluto immortalare il processo creativo e il contesto in cui ogni stampa è venuta alla luce — quando e dove sono state create e quali oggetti abbiamo trovato ed utilizzato in tali location. Abbiamo voluto dare alle nostre pennellate un che di sabbioso e polveroso per meglio esprimere l'immagine di una giovinezza imperfetta. RM ha detto che voleva fosse “un album di facile ascolto, che si può attaccare quando si sta facendo un giro in auto, mentre ci si fa una doccia o andando in bici” e che quell'idea sarebbe dovuta essere chiaramente espressa anche per iscritto. Quindi abbiamo cercato di rendere la copertina simile ad un manuale di istruzioni.
La confezione ha un design molto semplice e pulito, corredato di parole che ricordano un po' delle istruzioni per l'uso – così come da suggerimento di RM – e siamo quindi riuscitə a rispettare quel suo desiderio, ovvero che l'album potesse comodamente far parte della vita quotidiana deə ascoltatori/trici.
Abbiamo riflettuto molto e preso in considerazione varie possibilità e soluzioni, così da dare la miglior forma possibile al puro e semplice resoconto della vita dell'artista. RM è rimasto soddisfatto del nostro modus operandi e dei mezzi espressivi che abbiamo utilizzato, quindi sono molto felice d'esser riuscita ad esprimere le sensazioni ed emozioni che voleva trasmettere. Inoltre, avere tutta questa libertà in termini di design e risultato finale è stata un'esperienza davvero speciale e molto divertente, e spero che tutti quei cianotipi siano stati all'altezza ed abbiano saputo esemplificare al meglio le sfumature emotive contenute nella sua musica.
Io stessa ero profondamente innamorata, sola e impacciata quando avevo 20 anni, quindi ogni istante di lavoro per quest'album è stato una vera emozione, per me.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter , Orig. KOR
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chiamatemefla · 4 years
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«Ancora non ci credo che sei del Novantadue.» Antonio si rigira tra le mani la sua carta d’identità, stranamente poco interessato alla foto da quindicenne con i capelli flosci, incredibilmente preso dalla sua data di nascita scritta storta sulla carta marroncina.
È marzo, sono le quattro del mattino, Giacomo dorme scomposto su una delle poltroncine della sala d’aspetto dell’aeroporto di Ciampino e Gabriele sta giocando, con poca fortuna e ancor meno coordinazione, a qualcosa sulla sua PSP.     
«Non capisco perché ti fa così strano.»
Antonio gli restituisce il documento, affonda il naso nella sciarpa che tiene stretta intorno al collo e fissa le insegne per il bagno di fronte a lui.
«È che avrei dovuto saperlo prima, se non altro chiedere, no che lo scopro quando mi inviti ai tuoi diciott’anni.»
«Se ti consola dovevo nascere l’anno prima ma ho deciso di farmi quindici giorni di vacanza in più. Poi, giustamente, mi madre s’è rotta er cazzo e s’è fatta fa il cesareo.»
«No, per carità, a dicembre no che poi nascevi sagittario.»
«Mo te ne intendi di oroscopo?»
«Vivici te con mia madre, poi vedi come te ne intendi di oroscopi.»
«E cos’hanno i sagittario che non va?»   
«Ma che ne so, so solo che non si reggono.»
«La Fra è nata a dicembre.»
«E che me lo dovevi di’...»
Gabriele impreca a bassa voce, schiaffeggiandosi la coscia con frustazione e svegliando un alquanto confuso Giacomo seduto nel sediletto accanto.
«Hanno aperto i banchi per il check-in?»
«Seh, lallero, dormi Giacomì che qua ne abbiamo ancora per un’ora e mezzo.»
Giacomo, neanche a dirlo, si è riaddormentato prima che finissero di parlare.
Il padre di Gabriele li ha scaricati nel parcheggio deserto dell’aeroporto nel freddo pungente delle mattine di fine febbraio, ha tirato fuori dal bagagliaio della sua gip le loro quattro valigie, e se n’è andato dicendo in tutto tre parole assonnate e uno “State attenti” bisbigliato da sotto alla sua barba scura.
Il padre di Gabriele sembra un po’ Hagrid se Hagrid fosse stato un carabiniere abruzzese con i capelli tirati indietro per nascondere i primi cenni di calvizie. Come Hagrid, però, era probabilmente l’uomo più buono e disponibile che conoscesse, talmente paziente da offrirsi per fargli lezioni di guida oltre che aiutarlo con la teoria.
Sua nonna continua a dire che, oltre al cesto, dovrebbero fargli un monumento. Suo nonno continua a chiederle quando lo farà anche a lui, che ha insegnato a guidare non solo a lei ma anche a quel gran pericolo della strada di zio Giulio, ma ogni volta viene zittito con un’occhiataccia.
Sotto ai giacconi, buttati addosso alla rinfusa con la scusa di non volerli dimenticare in giro, Antonio gli tiene la mano, gioca un po’ con le sua dita, a volte gliela stringe appena un po’ seguendo il flusso di pensieri che gli fa aggrottare le sopracciglia.
Gabriele li guarda, perplesso, prima di tornare al suo videogioco, Antonio ne approfitta per inspirare a fondo.
Secondo lui avrebbero dovuto dirglielo prima di partire, mettere le carte in tavola fin da subito e poi che arrivasse quel che doveva, avrebbero tranquillamente potuto passare la vacanza separati se l’idea fosse loro sembrata intollerabile.
Flavio aveva fatto il codardo.
«Jà, Fla’, ma ti conosce da quando siete bambini ma ti pare che ti smette di parlare?» aveva concluso Antonio, esasperato, appena poche ore prima, mentre tornavano a casa dopo essersi casualmente incontrati durante la passeggiata serale di quella bestia immonda del cane di Antonio che lo odia visceralmente e vuole la sua pelle.
«E se lo fa Giacomo?»
«E allora è un coglione e se se ne va lontano c’abbiamo guadagnato.»
La conversazione era andata così per i successivi cinquecento metri per finire quasi in lite proprio davanti al portone di casa sua dove Antonio aveva semplicemente sospirato, scosso la testa, e guardato negli occhi con la stessa espressione che ha ad ogni compito di latino riconsegnato con un bel quattro sopra.
«E mo cinque giorni come facciamo?» era stata la sua domanda, fatta con le mani in tasca e un po’ di imbarazzo nella voce, e Flavio aveva realizzato che non aveva pensato a quel dettaglio, che nel grande piano escogitato per non farsi scoprire non aveva messo in conto il modo in cui era diventato spaventosamente normale scambiarsi piccole attenzioni quando gli altri non guardavano.
«E mo cinque giorni so cazzi e solo metaforici, me sa.»
Sente la spalla di Antonio urtare la sua, si guarda intorno spaesato e lo vede solo ammiccare verso Gabriele che ha finalmente ceduto al sonno e si è addormentato, praticamente piegato a metà, abbracciato al suo zaino.
«Me lo dai l’ultimo bacio per il resto della settimana?» Antonio si è appoggiato sulla sua spalla e glielo sta praticamente soffiando nell’orecchio, lo stronzo, è sicuro che se potesse vederlo lo troverebbe a ghignare con una certa soddisfazione.
«Ma te facevi l’infame così pure co’ quello che t’ha mollato male?» 
«No, quello l’ho trattato fin troppo bene.»
«E allora il contrappasso ‘o devo pagà io? Famme capì.» 
«No, tu devi solo dare un bacio al tuo ragazzo.»
«E se ci vedono?» 
«Ma come se ci vedono? Mi baci dietro alla chiesa ad orario di messa e ti preoccupi se ci vede la signora delle pulizie di Ciampino? Abiti a un’ora buona da qua, ma chi ti conosce? E poi gli amici tuoi in coma stanno, mica possono svegliarsi mo mo. Che sono, i belli addormentati pe’ corrispondenza? Qualcuno si bacia e loro si alzano? E dai!»  
*
Ha spedito tre cartoline: una ai suoi nonni, una a Chiara, una a zio Giulio. Sono belle cartoline, foto nitide nella luce aranciata del tramonto, tutte simili, con la stessa vista del centro storico preso da Ponte Carlo.
Poi ha comprato una cartolina anche per sé, per scriverci su l’itinerario ed infilarla in quello che, in principio, doveva essere un album fotografico ma stava diventando, pian piano, il suo atlante personale. Aveva iniziato a farlo da bambino, quando visitava un posto nuovo ogni domenica e non aveva una macchinetta per immortalare le colline toscane o il mare azzurro azzurro di Gaeta, aveva continuato dopo il suo viaggio in Francia con la scuola al terzo anno di liceo, dopo la gita in Inghilterra in quarto e per la trasferta in Sicilia dell’estate scorsa.
La cartolina che compra in uno dei tanti negozietti di souvenir di Praga ha stampato sopra un disegno stilizzato della piazza centrale, poche linee nere su fondo bianco, ché non ha voglia di una foto che gli ricordi di quel viaggio — ne ha già tante, più o meno belle, e l’unica che vorrebbe stampare la può, purtroppo, solo tenere impressa nella mente.
Un quadretto di un bianco asettico che ha come protagonisti una moquette polverosa, Antonio, due trolley azzurri, la chiave magnetica per una camera doppia e il ghigno che si apre sul viso del suo ragazzo alla vista di quel letto matrimoniale senza spalliera e con le lenzuola ancora da mettere.
Non è la prima volta che dormono insieme. Lo hanno fatto in tempi non sospetti, quando Antonio aveva troppo da fare col suo telefono che non prendeva nella casa tra i monti abruzzesi in cui Gabriele li aveva trascinati per pasquetta. Lo hanno fatto a capodanno, tra mille imbarazzi per un bacio dato due settimane prima e di cui nessuno dei due aveva fatto parola, una notte che, per quanto breve, era stata passata a prendere le misure.
Era arrivato febbraio, erano diventati “una cosa”, ed ora che è fine marzo si chiede se abbia senso imbarazzarsi così al solo pensiero di condividere il letto con qualcuno che ha dormito con te più di quanto tu non abbia fatto con te stesso.
Antonio sembra genuinamente brillare all’idea.
«Sul sito facevano vedere due letti separati.» dice, senza smettere di sorridere, abbandonando il trolley accanto all'entrata per piazzarsi al centro della stanza tutto spettinato e col cappello di lana in mano. 
Flavio si sente estremamente fortunato e, fosse anche meno emotivamente costipato, lo direbbe.
Praga era stata un'idea di Gabriele, una scusa per partire tutti insieme ed un portare avanti la tradizione che vuole i futuri diplomandi in viaggio per l'Europa in quell'unica settimana di fine marzo che i professori, un po' contrariati, fingono di concedere visto il veto della preside a qualsiasi uscita didattica durante l’ultimo anno.
Il biglietto era stato prenotato a ottobre, le stanze a novembre, e mentirebbe se dicesse che non ci sta pensando da allora — ma a novembre era diverso, a novembre dopo infiniti tira e molla Antonio aveva rotto definitivamente con chiunque fosse la persona che lo faceva essere perennemente imbronciato e lui non riusciva ad essere altro che arrabbiato.
Pensava di essere protettivo nei confronti del suo amico e a quanto pare, invece, era solo geloso.
La loro camera, in ogni caso, doveva essere una semplice doppia, due lettini separati da un comodino che già stavano pensando a come spostare, e invece si erano ritrovati con una matrimoniale vista cortile. Il ragazzo al banco della reception si è scusato dieci volte, loro dieci volte con un inglese zoppicante hanno risposto che non importa.
In ascensore Antonio non aveva fatto altro che dargli spallate, Giacomo era riuscito ad addormentarsi in piedi, Gabriele aveva solo aggrottato le sopracciglia come se stesse cercando di mettere a fuoco qualcosa nell’aria calda di quella stanzetta semovente.
Ma non ci vuole pensare.
Lo specchio alla sua destra gli restituisce un’immagine che, si accorge, non ha mai visto prima - ed anche quella sarebbe una bella cartolina, si dice, ma sa che ne sarebbe geloso, che non permetterebbe a nessun altro di guardarla.
Due ragazzi abbracciati, fronte contro fronte, le labbra che sanno ancora di baci e i capelli schiacciati dai berretti che hanno indossato fino a poco prima — sembra quasi la scena di un film, di quelli che non guarderebbe se passassero in tv ma che andrebbe a cercare quand’è solo per piangerci in silenzio.
Si sporge di nuovo per sfiorargli le labbra ancora una volta, lo sente sorridere, accarezzargli le guance come fa ogni volta che lo bacia e sanno di avere un quarto d’ora prima di uscire di nuovo, imbacuccati e col naso nelle sciarpe, a cercare di sfiorarsi casualmente e passarsi la birra con fare distratto.
Sente il naso di Antonio solleticargli il collo, un bacio che si posa lì dove comincia la spalla e la vibrazione leggera di una risata silenziosa contro la pelle.
«Che dici, è il momento sbagliato per dirti che ho portato il pigiama del Napoli?»
*
Non è successo a Praga, non è successo a pasquetta, non è successo neanche al compleanno di Giacomo quando tutti intrisi di alcol come neanche i vecchi stracci con cui pulivano le scale del suo palazzo né in uno dei qualsiasi momenti in cui poteva succedere e non è successo.
Di notte il belvedere è bellissimo, i paesi vicini sono laghetti di luce su un mare pieno di onde, ma ora è autunno e sono le cinque del pomeriggio. 
D’estate quel posto è sempre pieno, soprattutto di coppiette e famigliole con bambini che si godono il panorama mentre i pargoli scendono cento volte dallo stesso scivolo.
Ma è fine settembre, ha da poco smesso di piovere, e sul colle non si avventurano neanche le coppiette in cerca di intimità, ci sono solo lui, che è salito a piedi dal paese e inizia ad aver caldo nella sua felpa, e Antonio che fuma nervoso appoggiato al cofano della macchina.
Quella sigaretta è solo un apostrofo tra la conversazione che hanno avuto appena qualche ora prima sulla strada di casa e quella che avranno tra poco, aspettando che i lampioni si accendano e il parapetto di metallo nero si affacci direttamente sulla vallata sottostante pinticchiata di stelle.
«Sono venuto con te alla cresima di Chiaretta.» ecco il primo colpo, una parola e un tiro di sigaretta mentre lo fissa dritto negli occhi con aria affranta, arrabbiata, chissà cos’altro.
«C’ero al matrimonio di tua madre, ai settant’anni di tuo nonno, alla festa di pensionamento di tua nonna.» si passa una mano sul viso, tra i capelli la tuffa nella tasca del giacchetto di jeans e guarda altrove.
«E ogni volta mi sono vestito bene, sono venuto in un posto in cui non c’entravo un cazzo, ho stretto mani e firmato bigliettini d’auguri e sorriso a tutta una serie di parenti che mi guardavano giustamente perplessi e sono stato il tuo amico.»
«Antonio…»
«No, adesso ti stai zitto.» stende un braccio in avanti, come se non volesse farlo avvicinare, e Flavio si chiede se davvero lo conosce così poco da non sapere che, no, fare un passo avanti è l’ultima cosa che gli passa per la testa.
Antonio va fatto sfogare da solo, come un temporale.
«E non ti sto dicendo che devi dirlo a casa, fossero tutti come i miei a quest’ora non ci starebbero più guerre, ma capisci dove sbagli?»
«Lo sai che lo capisco.»
«E invece no, non lo so. Ma sai chi lo sa? Alessandro. E Francesca, cazzo. Lo sa Francesca ma non lo sanno i tuoi migliori amici. Lo sanno due stronzi che ci possono rovinare la vita ma non lo sa chi ci potrebbe parare il culo.»
Sposta il peso da un piede all’altro, lo sguardo a terra e Antonio che tossisce qualche passo più in là, colpetti secchi e stizzosi come ogni volta in cui è nervoso.
«Lo sa Nicandro, Fla’...ma quanto ti credi che siamo furbi? Quanto credi che sono stupidi gli altri?»  
È successo tre giorni prima a casa di Gabriele, tra le mille occhiate che il suo migliore amico e le mille espressioni perplesse di Giacomo. Nicandro aveva cenato con loro, aveva assaggiato un sorso di birra al limone avanzata dall’estate, e guardando lui e Antonio parlare vicini sul divano aveva chiesto ad alta voce «Ma voi due state insieme?».
Gabriele lo aveva praticamente trascinato fuori dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle, Giacomo non aveva parlato prima di aver tirato giù gli ultimi sorsi della bottiglia di vino che avevano aperto per l’occasione, piantando i gomiti sulle ginocchia con fare meditabondo, accarezzandosi sovrappensiero la cicatrice lasciata da una marmitta incandescente sul suo polso destro.
«Ah, ecco perché il gatto di Flavio odia Antonio…» aveva mormorato, con un sorriso vittorioso sulle labbra, parlando più con se stesso che con loro due e Gabriele era uscito dalla cucina trascinandosi dietro un imbarazzato Nicandro e una serie di domande che stanno per piovere loro addosso.
Quello sarebbe stato un momento perfetto per farlo, sospirare esasperato e chiedere “Ma possibile che Nicandro c’è arrivato prima di voi?”, scoprire le carte in tavole e farli sentire nauseati dall’idea di aver passato del tempo con una coppietta, proprio quello che evitano da sempre, proprio quello che evitano accuratamente di fare.
E invece non l’aveva fatto.
Non era successo neanche in una sera di inizio autunno dopo una bottiglia di rosso forte. 
Prima ancora che chiunque di loro potesse parlare, Antonio aveva riso di gusto, poi si era alzato lentamente e se n’era uscito senza neanche salutare. La serata era finita in un silenzio di tomba, lo stesso nel quale era tornato a casa e che l’aveva colpito, pesante come un macigno, durante la domenica che era passata e lo aveva trovato solo, sdraiato sul suo letto a chiedersi cosa c’è che non va in lui.
Non gli piace parlare di sé.
Anzi, no, Flavio adora parlare di sé finché il discorso va solo dove vuole lui, finché può scegliere, finché può tenere qualcosa per sé — e se da una parte sa che questo può solo far male a chi gli sta intorno, dall’altra non riesce a smettere.
«Non è quello, Anto’.» sospira, tirando la testa indietro. «E che poi penso: e se succede un casino? E se non trovo il modo di riaggiustarlo sto casino? E non dico casino che, boh, la gente dice “che schifo” e non ce parla più, de quello sticazzi, dico...altro. Vivemo in un buco de mondo, quanto ce mette a diffondese la storia? Tu non c’eri quando è venuto fuori di Alessandro.»
«E quindi la tua idea sarebbe?»
«Non ce l’ho un’idea. C’avessi un’idea staremmo a discute su un cazzo de belvedere co’ un’unimidità del trecento percento?»
Da qualche parte nella campagna sotto ai loro piedi due cani stanno litigando quanto loro, e si chiede se almeno uno di loro sia ragionevole e non stiano tentando, come lui e Antonio, di fare a gara e chi c’ha più voglia di rovinarsi la vita a suon di prese di posizione.
«Ti sta bene così?» chiede Antonio, buttando la sigaretta a terra e pestandola con un po’ troppa veemenza. 
«Non che non mi sta bene! Ma con chi cazzo sei stato gli ultimi sette mesi? A me me rodeva er culo quando parlavi con lo stronzo di giù, stavo male quando Salvatore faceva le battutine del cazzo sulle ragazze e te le presentava, mi viene voglia di spaccare le cose ogni volta che nonna caccia fuori la storia che, boh, ci sperava proprio che zio Giulio le avrebbe fatto almeno un nipotino.»
Si avvicina un paio di passi, Antonio gli fa spazio sul cofano perché possa appoggiarsi anche lui, ma Flavio rimane un po’ distante, aspetta di dire tutto quel che ha da dire prima di sentirsi l’altro addosso. 
«Io lo vorrei dire a tutti che sei il mio ragazzo. Soprattutto perché sei più figo di metà dei fidanzati di quelle che conosco.»
«Lo so.»
«Quale delle due cose?»
Antonio non risponde, si passa solo entrambe le mani sulla faccia con una risata bassa e stanca e rimane così, coi palmi sul viso, come quando cerchi di tirarti via il sonno dagli occhi o la tristezza dalla bocca.
«Tu l’hai capito che io non è che ce l’ho con te perché non sei pronto ma solo perché continui a dire il contrario quando non è vero e poi ci stiamo di merda tutti e due?»
«In realtà no.»   
«Marò, ma chi m'ha cecato a me?» chiede, senza smettere con quella risata che sembra più un sospiro, come se tutta quella situazione fosse una commedia pessima e non una tragedia annunciata, causata da promesse non mantenute, tempistiche storte e segreti grandi come case.
Ma Antonio non sembra più arrabbiato, ora, sembra solo stanco e Flavio sa che è sbagliato ma lo vede come un traguardo.
*
Semplicemente non succede. 
Non tutto insieme, almeno, non c’è alcun momento catartico o grande ammissione di intenti, non da parte sua perché Flavio è codardo ma anche estremamente testardo ed ha deciso di farlo, certo, ma a modo suo.
Cominciano con piccoli tocchi casuali, sguardi un po’ più lunghi, l’azzardo di tenersi per mano quando sono insieme a persone di cui si fidano.
Continuano con un bacio fugace mentre cucinano davanti a tutti, il dormirsi addosso sul sedile posteriore della macchina di Giacomo mentre tornano da qualche serata di bagordi, mangiare dallo stesso piattino al compleanno di Chiara.
Poi c’è sua nonna che per il suo compleanno, ancora un po’ tentennante, gli dice di invitare “il tuo ragazzo” a pranzo, suo nonno che gli chiede di spiegarsi meglio e gli chiede di avere pazienza perché, per un po’, cercherà di ignorare l’elefante nella stanza.
Quando Gabriele presenta loro la sua ragazza, stretta in un leggerissimo vestitino rosa nonostante i venti gradi e con le spalle coperte dai capelli più lunghi che abbia mai visto, Flavio fa altrettanto presentando il suo ragazzo. E se Rosa non capisce, e si tocca un orecchio per nascondere l’imbarazzo, Gabriele li abbraccia stretti stretti ed è, se possibile, ancora più felice — dallo schermo in cui Giacomo è in videochiamata arrivano parole che non capiscono nel chiasso generale, la connessione cade a metà cena, e alla fine il povero esule in terra marchigiana invia un messaggio che leggono solo a fine serata.
Ed è strano potersi baciare nell’androne del suo palazzo, vedere com’è la faccia di Antonio sotto alla luce aranciata che c’è sopra al portone e dura solo il tempo di farsi una rampa di scale — l’accendono sette volte prima di prendere strade diverse, e a Flavio piace anche l’idea di sapere ogni volta quanto durano i loro baci.
E gli piace poi salire le scale nella penombra che i lampioni gettano sulla via per evitare di accendere la luce altre due volte, entrare in casa felice, accarezzare un sempre più pingue ed aranciato Cicerone che, davvero, sembra essere l’unico a non aver preso bene la storia. (È davvero il compleanno di Anna se io non arrivo in scivolata, in tarda sera e con i capelli dritti, per postare cose? Eh? Lo è? No? Quindi: TANTI AUGURI ANNA DEL MIO CUORE QUEST’ANNO SEI FORTUNATA CHE POSTO DA PC E NON HO TUTTI I FASTIDIOSI CUORICINI CHE AVREI AVUTO NORMALMENTE <3) (come sempre taggo both account perché che ne so @putesseessereallero @blogitalianissimo)
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piumondopossibile · 5 years
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Stampare foto con Print24. Soluzioni per tutti!
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Alzi la mano chi, come me, ha un miliardo di foto tra telefono, computer, hard disk vari, e pochissime foto vere stampate 🙋‍♀️🙋‍♀️🙋‍♀️
Ecco, io mi sono rotta. Ma pensa te se perdi tutto… cosa fai? Io mi mangio mani, gomiti… faccio una strage!
Proprio ieri sera, mentre svuotavo la cameretta di Cricri, ho aperto un cassetto pieno zeppo di vecchi album. Non c’è niente da fare, sfogliare le…
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fotopadova · 6 years
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Tutto per una ragione. Dieci riflessioni sulla Fotografia
Intervista a Loredana De Pace
 di Terry Peterle
 --- Inaugura tra pochissimi giorni, nella sua 32esima edizione, la rassegna fotografica Friuli Venezia Giulia 2018 organizzata dal CRAF di Spilimbergo - Centro di Ricerca e Archiviazione della Fotografia. Una stagione che promette un ricco calendario di mostre, attività ed incontri sulla fotografia.
Tra questi ultimi, sabato 30 giugno alle ore 10.30 nell’atrio di Palazzo Tadea, ci sarà Loredana De Pace con il suo nuovo libro Tutto Per una Ragione. Dieci Riflessioni sulla Fotografia (edito emuse).
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Le motivazioni che hanno spinto l’autrice a raccogliere le considerazioni sulla fotografia, sono raccontate in dieci capitoli: immagini, argomentazioni, riflessioni, analisi e approfondimenti. “Qual è questa ragione? La prima risposta è strettamente connessa alla meravigliosa duttilità dell’immagine fotografica” commenta la giornalista.
I dieci capitoli percorrono la tematica della fotografia, anche attraverso le riflessioni portate da autorevoli personalità tra cui sociologi, psicologi, filosofi, direttori di festival e di musei, esperti di fotografia. Ragioni che portano a studiare la fotografia con senso critico, aprendoci alla possibilità di ampliare una personale concezione su questa tematica. 
Loredana De Pace è una giornalista pubblicista, curatrice indipendente di mostre e, quando sente di avere qualcosa da dire, fotografa.
Scrive da quattordici anni per la testata FOTO Cult – Tecnica e Cultura della Fotografia. Ha collaborato con vari media on line dedicati alla cultura e alla fotografia. Cura l’archivio dell’autrice Gina “Alessandra” Sangermano; partecipa a giurie di premi nazionali e internazionali e letture portfolio.
Collabora con associazioni culturali nell’organizzazione di eventi e conferenze sulla fotografia e cura in toto numerosi progetti editoriali.
Come fotografa, ha esposto il reportage El pueblo de Salinas, Ecuador: il piccolo gigante (2011) che è anche un libro con introduzione di Luis Sepúlveda, Sono un cielo nuvoloso (2014, Galleria Interzone-Roma), Qualcosa è cambiato (Priverno, 2017). 
Per questa occasione, l’abbiamo intervistata. 
Come è nata l’idea di questo libro? Perché hai voluto scriverlo e da cosa ti sei fatta ispirare? 
L’idea è nata dai miei 25 anni di attività fotografica, prima come fotoamatrice, poi come giornalista e infine come curatrice. Ho sentito l’esigenza di mettere ordine fra gli stimoli ricevuti dalla fotografia in tutti questi anni - dagli autori alle interviste, dalle curatele agli articoli scritti- e di restituire le esperienze vissute in maniera più ordinata sotto forma di libro che, ovviamente, ha un’altra struttura. Ho voluto scrivere TUTTO PER UNA RAGIONE. Dieci riflessioni sulla fotografia per questo motivo e mi sono fatta ispirare non solo da tutte le esperienze vissute dalla fotografia ma anche dalle figure professionali con cui mi sono confrontata. Questo è un libro che io definisco una scatola aperta: ci sono stati un sociologo, un filosofo, una psicologa, numerosi fotografi che mi hanno dato un loro punto di vista e mi hanno messo a disposizione le loro fotografie. Sono molte le figure professionali che fanno parte del settore della fotografia e non, che hanno composto, assieme alle mie riflessioni, i dieci capitoli di questo libro.     
Rispetto a questo libro, ai tuoi approfondimenti fatti e anche alla tua esperienza professionale, in che stato di salute è la fotografia secondo te? 
Il mio pensiero si riferisce alla fotografia impegnata, quella d’autore e non quella commerciale. Essendo una forma espressiva, la fotografia risponde a un esigenza collettiva e a un modo di pensare: in questo senso, la fotografia godrà sempre di buona salute. Le dinamiche che ci sono dentro l’aspetto commerciale sono varie e molto complesse e la variabilità dipende sia dalla tipologia di settore, sia dalla nazionalità di appartenenza. L’Italia di recente si sta affacciando al mondo internazionale perché sta finalmente aprendosi a una tipologia di fotografia un pò meno tradizionale. Ad esempio nell’ultima edizione del MIA Photo Fair di Milano, era presente una componente di fotografia che si serve della terza dimensione - che esce quindi dalla bidimensionalità. Si è osservato che anche le gallerie hanno finalmente accettato questa novità.   
Nell’ultimo decennio, la fotografia espositiva ha preso piede anche in Italia con festival ed incontri che spaziano dal fotogiornalismo alla fotografia autoriale dal Nord al Sud Italia. In un Paese che ha le sue radici in altri linguaggi visivi - come la pittura, qual’è la tua opinione rispetto alla qualità e all’offerta fotografica a tal proposito? 
Ho avuto modo, per fortuna, di partecipare a vari festival non solo come visitatrice, ma sono stata membro di giurie, ho anche esposto lavori miei, ho curato delle mostre, organizzato visite guidate, sono stata molto spesso dentro alla pianificazione dei festival.
Dipende dal festival e dai generi proposti, ma normalmente l’offerta è di buona qualità anche perché c’è un’ampia (a volte fin troppa) diversificazione di tematiche dei festival. Il problema è che ci sono moltissimi festival che vivono di forza d’animo e di pochissime risorse, perché non esiste un’istituzione a livello statale che dia un contributo economico, come in altre nazioni, all’aspetto culturale a tutto tondo. La fotografia “se la cava” con i festival perché sostenuta da iniziative prettamente private, a parte qualche fortunato festival aiutato da sponsor o da Comuni illuminati. Il discorso rimane complesso, ma posso dire che la qualità rimane sempre abbastanza alta sia per quanto riguarda gli autori nostrani sia per quelli chiamati dall’estero, e soprattutto il lavoro e la forza di volontà dei organizzatori dei festival, più che ammirabile. 
C’è stato un argomento che “conoscevi poco” o a cui ha dovuto dedicare più tempo per approfondire? Se sì quale è stato? 
Sebbene tutti i capitoli trattino di argomenti che nel corso degli anni ho appreso, sono il risultato di un mio approfondimento e di moltissimo studio mirato alla produzione del libro visto che il mio obiettivo era dare un’idea più attuale possibile dell’orientamento della fotografia. Ho cercato quindi di inquadrare, incastrare e capire tutte le informazioni raccolte rispetto all’attualità. L’argomento che ha richiesto più approfondimento è stato quello del  capitolo sulla fotografia condivisa proprio perché si trattava di un tema estremamente attuale che doveva essere approfondito in funzione delle statistiche e dei numeri più recenti sulla condivisione, oltre che sulle condizioni di vita di una fotografia nel momento in cui viene condivisa. Sono partita dalle statistiche ed assieme al supporto del sociologo, il dott. Andrea Meloni ho portato alla luce i rischi e le possibilità della fotografia condivisa. 
In dieci capitoli e 220 pagine hai cercato di spaziare in vari ambiti della fotografia. Rispetto al capitolo, fotografia condivisa, che hai poc’anzi illustrato, in questo momento storico, tra social networks e blogs, cosa puoi dirci a riguardo? 
Rispetto alla mia esperienza, la sensazione è quella che c’è sempre meno un’inclinazione all’approfondimento. Social network, blog, realtà virtuali hanno sicuramente una loro funzione nel contesto attuale, però limitano l’approccio all’approfondimento, istigano una buona fetta della popolazione a un’ipotetica conoscenza dei fatti, quando invece spesso ci si trova addirittura di fronte a fake news.
Per approfondire è necessario leggere, comprare i giornali, i libri, cercare il confronto reale quindi andare a visitare mostre e festival. L’invito che voglio fare, fortissimo e con tutto il cuore è quello di scegliere sempre di comprare giornali, riviste, libri e leggere con il desiderio di approfondire; di continuare a stampare le proprie fotografie.
Faccio un esempio: quando curo progetti editoriali o di autori arriva il momento di fare fotografie che possono essere editate a dovere. E’ certamente importante avere una visione d’insieme, quindi conoscere anche ciò che accade nei contesti virtuali, ma non ci si può accontentare di leggere online, su un blog ad esempio, le informazioni necessarie perché molto spesso i contenuti sono scritti da chi non ha competenze in materia. E’ importante, quindi, approfondire attraverso la lettura di riviste cartacee, giornali e libri, non accontentarsi mai.
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artprovocative · 4 years
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Come Ottenere il Vostro Libero Beardbrand Poster!
Sommario Sui ManifestiTrovare il Poster sul Nostro Sito webScaricare Il PosterInducendole StampatoL'acquisto di un Telaio Sui ManifestiPrima di tutto, abbiamo l'Anatomia della Barba poster. E ' una di quelle vintage anatomia diagrammi che il medico è in ufficio o a quelli che si trovano nei vostri libri di testo. Il nostro è molto più semplice, con solo un paio di baffi e la barba per identificare. Sembra ancora incredibile però!
Poi abbiamo Psichedelico Barba. È stato ispirato da illusioni ottiche. Le linee della barba di andare in un modo, e il background di un altro. Sarebbe un grande pezzo di conversazione per mantenere il tuo soggiorno.
Ultimo ma non meno importante, c'è l'Offset Barbe poster. Fondamentalmente, abbiamo la nostra barba, con un diverso colore e la consistenza ombra dietro di loro, e, avete indovinato, compensato da un po'.
Trovare il PosterCome trovare un po ' di bocconcini potrebbe non essere molto evidente a prima. Non temere nulla. Si possono trovare spostando il mouse verso l'alto per i “Prodotti” etichetta vicino alla parte superiore del nostro sito web.
Una volta che hai finito con questo, avrete bisogno di guardare sotto “Gear” e il mouse il “Poster” e fare clic su di esso.
Non perdersi, abbiamo ancora un sacco di più per andare. Si desidera scegliere il poster(s) che si desidera frame fino a casa tua come il maledetto pezzo di arte. Una volta che si scegliere quelli che si desidera fare clic sul pulsante negozio per aggiungerlo al carrello. Siamo andati con “Anatomia di una Barba” per guidare l'utente attraverso il processo.
Dopo aver aggiunto al vostro carrello, continuare l'ordine come si farebbe normalmente, per la compilazione del tuo informazioni. Dopo aver messo la tua email e indirizzo, si dovrebbe visualizzare questa schermata.
Andare avanti e continuare l'ordine.
Esso ti condurrà a quella dello schermo, e si può scaricare a destra allora e là. Se ci vuole troppo tempo per mostrare quel link, non preoccupatevi, è possibile controllare la posta elettronica per un link per il download. Che assomiglia a questo:
Si sta andando a voler fare clic sul link (il più URL lettere blu). Ti chiederà di scaricare un file compresso (ZIP file). Quindi, basta fare clic sul pulsante start, che parte del processo.
Ti si scarica il file, quindi avrete bisogno di decomprimere. Trovare dove avete scaricato il file. È solito essere in “Downloads” del vostro computer. Basta fare doppio clic sul file e dovrebbe decomprimere e darà accesso a tutti i file.
C'è l'hanno. Ora i manifesti sono tua per sempre!
Stampa ManifestiOh ora che si desidera stampare e appendere in su? Quello che il digitale non è abbastanza buono per voi? Siamo in grado di aiutare se, non preoccuparti. Vedremo in dettaglio come ordinare dal CVS e Office Depot. Se si dispone di un Costco di appartenenza, c'è un file di testo con come ordinare quel modo. Cominciamo con il CVS. Avrai voglia di andare al loro sito web e fare clic su “Foto” in alto a destra.
Una volta lì, si desidera spostare il mouse sopra per le stampe, e fare clic su di esso, quindi fare clic sul tipo di poster. Sia Opaca e Lucida, tutte le taglie di cui hai bisogno, quindi è solo una preferenza personale per il tipo scelto. Stiamo andando a scegliere Opaco.
Dopo di che, ti consigliamo di scegliere la dimensione del poster che desideri stampare. Come lungo come quello che si ordina, corrisponde alla dimensione del poster, poi tutto andrà tutto bene. Potrai anche desidera modificare l'orientamento da verticale a orizzontale o viceversa, causa di tutti i nostri manifesti sono stati progettati in questo modo.
A quel punto, si carica facendo clic sulla freccia verso l'alto in alto a destra, quindi fare clic su computer, e trovare i tuoi file, ancora una volta. Assicurarsi che siano in linea con le dimensioni che hai scelto in precedenza.
Ora che è stato caricato sul tuo account, si può passare ad uno degli ultimi passi. Il vostro poster verrà selezionata automaticamente dopo che è stato caricato, quindi basta fare clic sul pulsante in alto a destra per finire.
Basta assicurarsi che tutto si adatta, fare clic su “review and buy”, quindi su “ordina Ora”, inserisci i tuoi dati e sei a posto.
Ora stiamo andando a correre attraverso come ordinare da Office Depot. Fondamentalmente è sempre la stessa, ma abbiamo intenzione di farlo comunque. Sulla loro homepage officedepot.com si può immediatamente vedere “Stampa & Copia” sezione, del mouse su di esso e fare clic su “Poster” sottosezione.
La ricerca di un TelaioSimile all'ultima volta, si sta andando a voler scegliere la dimensione, ancora una volta, ma questa volta è selezionato automaticamente ritratto per voi. A quel punto, devi caricare il tuo file.
Quindi è necessario aggiungerlo al carrello e mettere in tutte le vostre informazioni pertinenti.
Una volta che siete arrivati a questo punto, il gioco è fatto. Hai trovato il poster, scaricate, stampate, e anche preso un telaio per appendere loro. Complimenti!
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megghymegghy · 4 years
Photo
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✨ Momenti che durano un'eternità grazie a @saaldigital_it . Amo molto fare le fotografie 📷 e sin da quando ho avuto le mie bambine ho immortalato tutti i momenti della loro crescita. Nonostante il digitale io amo stampare le foto e creare per loro album, come l'ultimo che ho appena realizzato online con Saal Digital. @saal_digital Sito online meraviglioso dove con semplici click possiamo creare album meravigliosi che renderanno eterni i nostri momenti preziosi. Ho realizzato un bellissimo FotoLibro Professional Line 30x30 da 26 pagine, le pagine interne sono in carta fotografica lucida, la copertina in Metacrilato e Pelle. 🇲​ 🇪​ 🇷​ 🇦​ 🇻​ 🇮​ 🇬​ 🇱​ 🇮​ 🇴​ 🇸​ 🇴​ Sul Sito tante progetti per creare #fotolibri, #fotoquadri ,#biglietti , #fineart , #poster , #calendari , #articoliregalo o semplicemente per stampare #foto . Tante Offerte promozionali per ordinare online o scaricando il loro Software o la loro App e per i mie cari followers l'opportunità di creare dei 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗾𝘂𝗮𝗱𝗿𝗶 inserendo il codice 𝗪𝗕624-𝗘𝗫𝗪 del valore di € 15,00 su una spesa di € 29,95 o un 𝗙𝗼𝘁𝗼𝗹𝗶𝗯𝗿𝗼 inserendo il codice 𝗙𝗕834-𝗘𝗫𝗣 del valore di € 15,00 su una spesa di € 24,95 . E voi amate rendere eterni i vostri ricordi? Preferite le foto stampate o in digitale? 📸 𝑴𝒆𝒈𝒈𝒉𝒚 #love #photo #saaldigital #collaborazione #blogger #instaphoto #megghy #influencer #saal #digital #photography #lepassionidimegghy #photobook #fotobuch #ProfessionalLine https://www.instagram.com/p/CBoHbQRIV0V/?igshid=7milionjw7e7
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enkeynetwork · 5 years
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Android Digital Wellbeing contro la dipendenza da smartphone
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Android Digital Wellbeing è il nome di una serie di strumenti introdotti dalle ultime versioni di Android. Lo scopo di Google è quello di fornire un sostegno concreto agli utenti che si battono contro un fenomeno molto diffuso. Parliamo, ovviamente, della dipendenza da smartphone. Gli smartphone sono così integrati nella nostra vita quotidiana che è difficile immaginare un contesto in cui non ci serviamo del loro ausilio. Eppure le loro funzionalità nascondo anche un rischio. Quello, cioè, di sviluppare una pericolosa dipendenza. Sempre più persone non riescono a fare a meno dello smartphone. Il cellulare si è sostituito all'interazione fra esseri umani. Al punto che basta un blackout dei Social Network per scatenare il panico. Ma l'utilizzo prolungato del cellulare può avere conseguenze negative. Anche, e non solo, per la salute. Da qui l'idea di Google di implementare le nuove versioni del suo browser con una serie di strumenti ad hoc. Ovvero la Android Digital Wellbeing.
Dipendenza da smartphone, quali sono i sintomi?
La dipendenza da smartphone è sempre più un'emergenza su larga scala. Il motivo va senz'altro ricercato nell'importanza che gli smartphone rivestono nelle attività di tutti i giorni. Lo smartphone è diventato quasi un'estensione della persona e, per molti, l'effettiva utilità rischia di trasformarsi in una pericolosa dipendenza. Ma come capire se noi, o le persone che ci stanno intorno, sono a rischio assuefazione?
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La dipendenza da smartphone è un fenomeno sempre più diffuso Uno dei segnali più importanti è la tendenza a svegliarsi la notte per controllare notifiche e rispondere a messaggi. Ciò comporta una profonda alterazione dei naturali equilibri fra sonno e veglia, dannosa sia per il bioritmo che per il metabolismo. Un altro sintomo allarmante è la tendenza a rifiutare la socialità off-line per rifugiarsi sempre più spesso sui Social Network e Internet. Le relazioni interpersonali al di fuori del Web diventano sempre più logore e forzate, con un peggioramento generale della vita sociale. Uno degli aspetti che la Android Digital Wellbeing cerca maggiormente di contrastare, come vedremo. L'uso eccessivo e smodato di smartphone può avere conseguenze anche per quanto riguarda l'umore. Infatti chi è affetto da dipendenza manifesta una spiccata irritabilità quando non può connettersi al suo cellulare. Nei casi più gravi, in assenza di smartphone possono verificarsi anche complicazioni fisiologiche come attacchi di ansia, tachicardica e vertigini. Per combattere questi eccessi Google si è schierato in prima linea con la sua Android Digital Wellbeing; una serie di tools e applicazioni per regolamentare l'uso consapevole del computer. Il nome significa "Benessere digitale su Android". Ma la Android Digital Wellbeing, da sola, non basta; occorre avere coscienza del problema e ricorrere, se necessario, all'aiuto di specialisti.
Android Digital Wellbeing
La suite Android Digital Wellbeing comprende app e strumenti concepiti appositamente per combattere la dipendenza da smartphone. Si parte con il blocco delle notifiche, grazie alla Modalità Anti-Distrazione. In questo modo potremo silenziare il nostro smartphone durante le ore di studio, di lavoro o quando abbiamo la necessità di "staccare" da Internet. Al contrario la Modalità Relax è particolarmente indicata per la notte. Con questo strumento si possono mettere in stand by le notifiche dello smartphone e oscurare, contemporaneamente, lo schermo. La luce degli LCD o OLED non sottoporrà più a pressione il nervo ottico, favorendo l'insorgere del sonno. Ci sono poi tre app, attualmente in versione beta, che sono state introdotte con l'ultimo aggiornamento di Android Digital Wellbeing.
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Il timer di Android Digital Wellbeing "Envelope" fornisce istruzioni su come stampare una "cover" cartacea per il nostro smartphone che ci consenta di accedere solo ai pulsanti per le chiamate vocali e le fotografie. Lo smartphone ritrova la sua funzione originaria di telefono, offre qualche opzione di intrattenimento (foto, video) ma nulla di più. Meno funzionale è "Activity Bubbles" che utilizza le potenzialità degli sfondi animati per mostrare all'utente il suo livello di dipendenza da smartphone. Quando si sblocca il cellulare, sullo sfondo iniziano a comparire delle bolle animate. Maggiore è il tempo che si passa al telefono, più le bolle si gonfieranno. Lo stesso principio che regola anche "Stop Screenwatch", un cronometro digitale che misura a schermo il tempo trascorso al pc. Solo spegnendo il dispositivo il cronometro smetterà di funzionare, registrando a ogni nuovo accesso il tempo effettivo che trascorriamo su smartphone. Read the full article
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Pain
"Non è da me"
Non fa sesso da settimane, da giorni nemmeno si tocca, il desiderio svanito nello scarico di un gabinetto. C'è qualcosa che non va.
 c'è una tipa che mi piace..ma non le ho ancora mandato foto del mio cazzo, ci sono puttane nel north che probabilmente si stanno chiedendo che fine ho fatto..ed è passato troppo tempo anche dall'ultima sega, penso di avere un problema
Si guarda le mani deformi, seduto sul divano all'interno del Blue Tails, si guarda la coda lunga che scivola sulla propria gamba, si guarda i piedi nudi posati sulla moquette e si lascia cullare dal silenzio, gli occhi che si chiudono solo per un momento, solo per riposarsi un po.
Oh..« sbuffa » oh..« annuisce e abbassa gli occhi a terra » sei una di quelle
Solo un secondo e riapre gli occhi di scatto, spalancandoli verso un muro troppo bianco, li dove sono ancora visibili i segni dello scotch che teneva ferme le fotografie.
una di quelle a cui spesso mi attacco « accenna una mezza risata » sono un masochista con i fiocchi mon amour...mi attacco a chi sento che potrebbe farmi del male « socchiude gli occhi, fissa la tazza tra le mani, il viso ora scoperto si mostra più stanco di quanto dovrebbe » ma sono stanco..
Ci sono punti sulla sua pelle che bruciano più di altri. Non è per via delle cicatrici, né per le ossa rotte durante gli anni, o lividi che spesso non considerava poi così dolorosi, sono segni sulla pelle, scritte che fanno male.
 se anche un giorno dovessi morire, mia cara..alla fine non sarebbe poi così male, ho tanti che mi aspettano dall'altra parte..
Si sfiora la F tatuata sul dorso di quella mano nuova, segue le linee con la punta dell'unghia nera e socchiude gli occhi, ci sono talmente tanti ricordi che ora vorrebbe non aver ritrovato, sono pugnalate al cuore che lo fanno tremare vistosamente e piegarsi su se stesso. Ricorda il primo incontro : cullato da un dolore sordo, ricorda l'ultimo : così pregno d'amore da essere ancora più doloroso.
Hanno preso tutte le foto, anche quelle di Clem, non ho più niente di lei.
Quando prendi fuoco ogni cosa che hai brucia, fa fatica a mantenere un cellulare per troppo tempo, ha memorizzato i numeri importanti con una certa diligenza segnata dall'esperienza, ma fa schifo con la tecnologia, non sa come proteggere quelle foto cosi preziose, quegli scatti rubati che lo aiutano a dormire meglio, che gli scaldano il cuore.
Mi mandi un bel selfie?
Quando può, allora, si tuffa in vecchi negozietti per stampare foto dal proprio telefono, le attacca sul muro davanti al divano, per vederle ogni volta che si sveglia. È tornato in uno di quei negozi, ha recuperato un paio di foto dei ragazzi, un selfie di Iphigenia che gli sorride divertita e quasi è crollato davanti ad essa. Ha riattaccato le foto con cura, seguendo un preciso ordine nella sua testa.
 ci sono creature..dall'altra parte, esseri che..puzzano e sono..forme senza forma, creature bruciate fino all'osso che puzzano di putrefazione e mi vogliono, vogliono ridarmi tutto ciò che ho dato loro e non hanno poi tutti i torti 
Seduto ancora, non sa se si è addormentato o quegli occhi si sono davvero chiusi solo per un attimo. Non ricorda l'ultima volta che è riuscito a sdraiarsi in un letto vero e dormire, ogni volta che ci prova sogna i suoi mostri.
Non ho più niente di lei.
Abbassa lo sguardo sulla propria coda, poi sulla coscia nuda e sull'interno di essa, sull'inguine c'è tatuata una Stella, la sfiora con un dito e improvvisamente il dolore è troppo forte.
Ti amo Clem.
Le lacrime sfondano una barriera costruita nel tempo, la rompono in mille pezzi e lui si ritrova nudo a singhiozzare sul divano, le mani strette intorno alla testa, le dita affondate tra i ricci, le spalle che vengono scosse e il caldo che aumenta. Nessuno lo disturba, è solo.
 non stai bene « si passa una mano sul collo » nessuno sta bene, non pigliarmi per il culo doc, non puoi stare bene
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vlifestyle · 5 years
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Stampe fotografiche Saal Digital
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Rinnovare una casa rendendola unica nelle forme e nei colori vuol dire ricorrere a delle soluzioni d'arredo particolari e di design. Non è importante avere una casa grande e suddivisa bene. Spesso anche un accessorio può fare la differenza, ad esempio uno quadro con una cornice di un certo tipo, un vaso, una luce o un tappeto possono dare un tocco d'eleganza e valorizzare il contenuto di una stanza.
Stampe e fotoquadri
Un esempio possono essere delle stampe fotografiche che ci permettono di creare delle atmosfere nuove e particolari.  Stanno infatti prendendo piede delle nuove forme di quadri. Sono i fotoquadri che sono immagini stampate anziché su carta fotografica, su materiali quali alluminio, metacrilato, pannelli in pvc o tela. Il risultato è quello di avere la realizzazione di foto su quadri. Dalla realizzazione di stampe su pannello in vari stili possiamo anche arrivare alla realizzazione di veri e proprio foto collage. Un insieme scelto di foto che creeranno una sorta di album “a cielo aperto”, visibile a tutti.  
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  Saal Digital Laboratorio fotografico
Personalmente per le mie stampe mi sono affidata a Saal Digital, un laboratorio fotografico on line che realizza fotolibri, foto, biglietti, poster, fotocalendari e fotoquadri, perché non ci dobbiamo accontentare di guardarle le foto sullo schermo di un monitor o, peggio, sul minuscolo display di uno smartphone, avremo tra le mani delle stampe di altissima qualità che valorizzeranno al massimo tutti i nostri scatti più belli. La trovo una soluzione ottima e veloce senza perdite di tempo.  Personalmente ho provato ad utilizzare dei programmi per stampare foto, ma erano troppo macchinosi e poi il risultato non era all'altezza delle mie aspettative. Saal Digital invece, mette a disposizione il modo più semplice, rapido e intuitivo per trasformare le nostre  fotografie in prodotti unici e originali. Grazie al software Saal Design Italy sono stata in grado di realizzare un meraviglioso fotoquadro in pochissimo tempo. Le stampe  sono disponibili in  diversi formati (quadrato, verticale, panoramico) diverse grandezze e con possibilità di scegliere il fissaggio desiderato.
Qualità e versatilità
Ho chiesto di stampare su quadro una foto che non aveva caratteristiche eccezionali, ma Saal Digitali l'ha trasformata in un quadro di design. L'immagine appare chiara e nitida...non sembra proprio una foto stampata! In definitiva mi sento di consigliare i fotoquadri Saal digital, sia per la qualità del prodotto finito che per la versatilità del software usato. Il prezzo è in linea con quello di molti altri laboratori di stampa online e si può comunque approfittare delle numerose promozioni che ciclicamente vengono attivate sui diversi prodotti/formati disponibili. Post non sponsorizzato (review personale dei prodotti inviati da Saal Digital) Read the full article
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silicabeast34-blog · 5 years
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Il bouquet sul pozzo e altre storie del nostro matrimonio
La mattina del matrimonio la sveglia è suonata alle sei. Avevo dormito con Claudia, mia sorella, nella mia vecchia stanza a casa dei miei. Solo una decina di metri da casa mia, stesso indirizzo, stessa vista, stesso giardino e stessa aria, eppure sembrava una vita fa.
Alle sei avevo già gli occhi aperti, ascoltavo il respiro regolare di Claudia che dormiva lì accanto, come ho fatto per un vita quando condividevamo la stessa camera.
Mi sono alzata in silenzio e sono scesa a fare colazione con mamma, lei sempre in piedi prima di tutti: aveva già preparato il caffè, una crostata e un dolce allo yogurt. Ho scoperto che usa così, per essere pronti a ricevere non solo parrucchiera e truccatrice, ma anche tutti gli amici che sarebbero passati a trovarci. Un caffè in silenzio, come se fosse una qualsiasi mattina tra mamma e figlia, e poi improvvisamente è iniziata una giostra che ha smesso di girare solo a tarda sera.
Chiara e Giulia, le due amiche che si sono occupate dell’acconciatura e del trucco, sono arrivate per prime, trasformando il soggiorno dei miei in un salone di bellezza. Poco dopo sono scese Claudia, mia sorella, e l’altra Claudia, la cugina di Tommaso, le nostre due testimoni tuttofare, poi via via nel corso della mattina sono apparse sulla porta anche Regula, Sarka, Laura, Valeria, Anna e Lauretta. Mamma faceva gli onori di casa, nonna sostava in piedi da una parte, già pronta di prima mattina, con una vestaglia rosa sopra al vestito, per non sporcarsi.
In tutto questo, mancava Noa, che la sera prima aveva dormito con Tommaso.
È entrata poco dopo, dando una testata alla porta di cucina, come al suo solito, tutta emozionata come se sentisse anche lei che quello era un giorno importante per tutti noi. Nascondeva un bigliettino nel collare, un modo di Tommaso per far passare le comunicazioni attraverso le linee nemiche. Lì ho iniziato a commuovermi e non ho più smesso.
Mi sentivo la protagonista di uno di quei film che hanno contribuito alla mia educazione sentimentale, quelle commedie in cui sai già come andrà a finire. Ripenso spesso a quelle ore, ma ho una visione annebbiata, a volte per le lacrime di emozione, altre per il trucco, la lacca e la sveglia all’alba.
Arrivate le dieci, sembrava che fosse scoccata la mezzanotte per Cenerentola. Tutti si sono dileguati, sparendo in una scia di profumo, per cercare un posto in chiesa.
Siamo rimasti io, babbo e Noa. Andrea, il nostro amico che si è prestato a fare il fotografo della giornata, mi ha fatto promettere di non muovermi fino al suo via: d’altronde la chiesa era a cinque minuti da casa, dovevo solo avere pazienza.
Ho appoggiato il bouquet sul pozzo e ho iniziato a camminare avanti e indietro, salutando i vicini che si affacciavano stupiti, controllando spasmodicamente il velo e la treccia, con babbo che fremeva per partire, per accompagnarmi lungo la navata della chiesa. Una camminata molto breve, viste le dimensioni della chiesina di campagna di Mensanello.
Quando è arrivato il via libera di Andrea, ho salutato Noa con un bacino sul naso, ho fatto un respiro grande e sono corsa in macchina cercando di infilare il vestito bianco nella 500 e siamo partiti.
La 500 Abarth prestata da mia zio ha percorso le poche curve che ci separavano dalla chiesa in un battibaleno.
All’arrivo c’erano tutti gli amici e i parenti, sorrisi, applausi, un sole accecante, auguri gridati da lontano, facce amiche e rassicuranti, il braccio di mio babbo a cui aggrapparmi, il velo da sistemare, i tacchi su cui cercare di avere una camminata il più naturale possibile, e una mano libera che nelle mie infinite prove mentali di quel giorno non c’era. Stavo forse sbagliando qualcosa?
Il bouquet! I left my bouquet at home! ho gridato a Regula. Il bouquet era rimasto sul pozzo.
Il panico è serpeggiato tra gli invitati, abituati alle scene di isteria delle spose moderne. Io ho iniziato a ridere. C’è sempre qualcosa che va storto in un matrimonio, tanto valeva che fosse quello, anche se avevo scelto il bouquet mesi prima, comprato su Etsy insieme ai fiori per i capelli, per il collare di Noa, per le testimoni e per le boutonnieres di sposo e babbi.
All’improvviso è spuntata una nipotina, Sara, che mi ha portato, raggiante, un bouquet. Come mai c’era un bouquet in più? Mia zia glielo aveva dato in modo che anche lei avesse un ruolo, visto che sua sorella avrebbe portato le fedi in chiesa. Nessuno aveva però immaginato un’entrata in scena così trionfale. Sara aveva il sorriso di chi ha appena salvato un matrimonio di fronte a più di cento invitati. Non camminava, volava. Ho afferrato il bouquet di scorta, mi sono appoggiata a babbo e siamo entrati in chiesa sulle note dell’Ave Maria cantata dalla nostra amica Valentina.
Tommaso era lì, emozionatissimo, mi guardava, mi ha stretto la mano e non me l’ha più lasciata.
Sono passati quattro mesi esatti da quel giorno. Ogni tanto riguardo le foto per ricordarmi che è successo davvero, non solo nella mia immaginazione. Per davvero ho indossato l’abito bianco con il velo, per davvero ci siamo sposati nella chiesina di Mensanello, per davvero ce l’abbiamo fatta nonostante le liste, gli impegni, gli imprevisti. Abbiamo voluto un matrimonio che ci somigliasse, semplice, caldo, casalingo, nostro.
Ha richiesto più impegno di quanto avessimo preventivato, però ce l’abbiamo fatta grazie all’aiuto di tanti amici che hanno contribuito a rendere questo giorno ancora più speciale.
Abbiamo sentito il clima di festa per le settimane a venire, ci sentivamo sempre appena sposati, in diritto di festeggiare e festeggiarci. Oggi, a distanza di quattro mesi, quando la vita normale e il lavoro hanno già preso il sopravvento, scrivere questo post mi è servito a ritrovare, intatta, tutta l’emozione di quel giorno.
Come ti avevo promesso qualche mese fa, ecco qualche foto e qualche dettaglio in più su menu, location e, soprattutto, sulla torta nuziale!
La location, Mensanello
Mensanello è un agriturismo, una fattoria toscana. Usiamo il loro vino e il loro olio durante i nostri corsi di cucina, apriamo la loro birra quando facciamo la pizza nel forno a legna. Li consideriamo amici, e siamo felici di poter crescere insieme, in questa parte di Toscana meno conosciuta, sostenendoci a vicenda, dandoci una mano quando necessario e stappando insieme una bottiglia di birra a cena, perché è così che nascono le idee migliori.
Tommaso ha buttato lì l’idea di sposarci davvero dopo che siamo stati a festeggiare il matrimonio dei nostri amici Marta e Conrado proprio a Mensanello. Ci ho messo un po’ a realizzare che quella era una proposta, fatta nel nostro stile, ma Mensanello è stato fin da subito incluso nella pianificazione del matrimonio, anche perché la chiesetta nella quale volevamo sposarci era proprio lì, di fronte all’agriturismo. Ci piaceva l’idea di arrivare e rimanere in un solo luogo, all’interno di un villaggio, perché fosse proprio un matrimonio di campagna.
   Le decorazioni
Siccome il matrimonio aveva preso fin da subito il tono del fatto in casa, anche lo decorazioni lo sono state. Abbiamo raccolto barattoli, vasi e bottigliette per tutta l’estate, abbiamo comprato candele e portacandele, i fiori al mercato la mattina prima del matrimonio e un’intera macchina di vasini di erbe aromatiche alla Cooperativa di Legnaia a Firenze. Una sessione di consigli con Luisa de Il Rigo e una sua idea di decorazione scarabocchiata su una tovaglietta di carta gialla ci ha dato la fiducia necessaria a prendere in mano la situazione. 
Le due Claudie la sera prima hanno raccolto rosmarino, cedrina e salvia ananas in giardino e qualche fiore spontaneo in giro per Mensanello e poi hanno composto i vasi che, alternati alle aromatiche infilate in un sacchetto di carta, avrebbero decorato tutti i tavoli. Sui tavoli tovaglie bianche e runner di iuta. Abbiamo finito di sistemare tutto la sera alle 10, siamo tornati a casa e ci siamo salutati. Ci saremmo rivisti la mattina dopo, in chiesa.
Regula e Bruno, oltre a fare il design degli inviti basato sui fiori dipinti a acquerello dalla mamma di Tommaso, hanno preparato metri e metri di bandierine per decorare la veranda di Mensanello dove abbiamo mangiato. Nel pomeriggio di venerdì, mentre pensavamo ai fiori e alle ultime incombenze – ovviamente lo smalto che mi ero messa mi si è scheggiato innumerevoli volte -, Regula, Bruno, Sarka e Francesca hanno attaccato le bandierine e hanno trasformato una veranda di campagna in una sala da matrimonio inglese. È stato un matrimonio fatto in casa, sì, ma con l’aiuto di una squadra di amici preziosi e insostituibili.
Per le bomboniere, siamo rimasti in tema botanico.
Abbiamo scelto le piantine grasse del Giardino Sotto Vico, un giardino botanico che ha una collezione meravigliosa di piante grasse e succulente provenienti da tutto il mondo, che è anche un centro didattico, terapeutico, di incontro e di svago per bambini, adulti, anziani, scuole, centri per l’handicap e residenze protette, con l’obiettivo dell’inserimento lavorativo dei diversamente abili.
I formaggi
Pochi giorni prima del matrimonio siamo andati a Radicondoli, dai nostri amici di Podere Paugnano. Era il mercoledì sera, poco prima dell’ora di cena. La strada tra boschi e campi bruciati del sole era vuota, i finestrini abbassati, la luce già radente e rossa, come nei tramonti di fine estate. Di solito in macchina io e Tommaso siamo silenziosi, ma quel giorno stavamo ripercorrendo per l’ennesima volta tutte le cose da fare: i fiori, le piante aromatiche, i menù da stampare. Abbiamo passato settembre in uno stato perenne di liste da spuntare.
Arrivati a Paugnano, però, è scesa la calma. Dalla fattoria di Giovanni si vede Radicondoli, e poi solo vallate, boschi e campi. Il tintinnio delle campanelle delle pecore è uno dei pochi rumori che si sentono, insieme al belare lontano del gregge e al miagolio dei gatti, che ti corrono incontro appena scendi di macchina. Subito dopo i gatti, Giovanna con il suo sorriso e il suo abbraccio.
Ho conosciuto Giovanni e sua moglie Giovanna per caso, durante un Mercatale in piazza, ma da allora ho imparato ad apprezzare tutti i loro formaggi, i pecorini freschi e stagionati, la ricotta fresca, la robiola e il mio preferito, il raviggiolo freschissimo. Lavorano il latte quotidianamente, sia con caglio animale che vegetale, quello antichissimo, il primo che l’uomo abbia scoperto, ottenuto dal cardo selvatico, la cinaria cardunculus, chiamata presura in Toscana.
Sono gli unici in Toscana a produrre il pecorino di Lucardo, un antichissimo formaggio citato nelle novelle del Boccaccio fatto con caglio vegetale, l’infuso di pressura, con una lavorazione complessa e una stagionatura lunga in sacchetti di stoffa, un misto di lino e canapa. Viene un formaggio compatto, sapido, che dopo la lunga stagionatura ricorda vagamente il Parmigiano. Era tanto prezioso da essere addirittura usato come mezzo di scambio. E questo, ovviamente, non è mancato al nostro matrimonio, insieme a un pecorino fresco, uno stagionato e una robiola dalla buccia fiorita.
Abbiamo servito i formaggi di Paugnano con una selezione di mieli e confetture.
C’era il miele che Marta e Conrado, due nostri carissimi amici, ci hanno regalato, fatto anche con i fiori delle nostre acacie. C’era anche la confettura di cipolle di Certaldo, un classico da qualche anno di ogni corso di cucina, e la confettura di pomodori piccante, che invece ho fatto per la prima volta quest’estate.
I ravioli di ricotta
Prima di capire quanta organizzazione, liste e tempo richiedesse l’organizzazione di un matrimonio, pensavo che avrei voluto cucinare per tutti gli ospiti. Sì, mi ci sarei sicuramente divertita, e mi vedevo a portare in tavola un vassoio di lasagne con un grembiule macchiato di sugo legato sopra al vestito da sposa. Quando però abbiamo iniziato a pensare di sposarci proprio a Mensanello, mi sono resa conto che il non dover cucinare ma il poter seguire da vicino il menù, la scelta degli ingredienti e il poter contribuire in qualche modo al risultato finale era la soluzione migliore per non impazzire. Per fortuna per una volta sono stata ragionevole.
Al nostro matrimonio volevamo che ci fosse la pasta fatta in casa, i ravioli. E abbiamo deciso di farli noi, semplicissimi, con la ricotta fresca di Paugnano.
E così la sera prima del matrimonio ci siamo presentati a Mensanello con una decina di buste di ravioli, preparati qualche settimana prima, congelati e pronti per essere serviti con un ragù di maiale in bianco.
Ne ho assaggiato solo uno il giorno del matrimonio, perché come tradizione vuole abbiamo passato più tempo in giro per i tavoli a chiacchierare che seduti a mangiare. Ovviamente ne sono avanzati un bel po’ di quei 1.500 ravioli, li stiamo ancora mangiando.
La torta e il buffet dei dolci
Ho conosciuto Emanuela ai tempi del forum de Il Cavoletto di Bruxelles. Ci siamo incrociate per anni tra corsi di cucina e amiche in comune e, alla fine, siamo diventate amiche.
Emanuela è pasticciera da poco più di un decennio, ma è da sempre appassionata di impasti e forni accesi. Più conosciuta come La Dolce Peonia, il nome del suo laboratorio che è diventato poi anche il suo. Oggi è una pasticciera in movimento, divisa tra corsi, collaborazioni fatte di biscotti e torte e continua formazione, con frequenti fughe parigine.
È stata una delle prime amiche a sapere che ci sposavamo, con un anno in anticipo, perché non potevo immaginare nessuno più adatto di lei per fare la nostra torta nuziale.
Dopo un giro di email e di assaggi, siamo arrivati alla decisione finale su quale sarebbe stata la nostra torta: un biscuit al cioccolato fondente, bagnato con lo sciroppo di arance avanzato dalla canditura delle scorze, una crema di ricotta dell’Appennino con gocce di cioccolato come farcitura e, come copertura, una ganache di cioccolato bianco alla vaniglia. Una torta non troppo dolce, leggera, che è piaciuta veramente a tutti: nel video del matrimonio si vede mamma che passa e ci dice chiaramente: mmmhh buona la torta!
Ne abbiamo congelato un pezzettino che mangeremo il prossimo 22 settembre, per festeggiare il nostro primo anniversario.
Oltre alla torta Emanuela ci ha preparato anche dei piccoli choux craquelin con chantilly al mascarpone e marmellata di arance, biscotti secchi al caffè, zezettes, e bicchierini di cheesecake alla ricotta, da accompagnare con i nostri liquori fatti in casa: limoncello, nocino, liquore al bergamotto e alla verbena.
P.S. Hai visto che Emanuela sarà al nostro studio sabato 16 febbraio per un corso di cucina sulla pasta sfoglia?
Scene da un matrimonio
I nostri amici Sarka e Pavel ci hanno anche regalato un video della giornata: non so quante volte l’abbiamo già rivisto, racconta perfettamente come ci siamo sentiti e quanto ci siamo divertiti.
Source: https://it.julskitchen.com/altro/life/il-nostro-matrimonio
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dailypictures-it · 6 years
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(via york street)
La metropolitana di New York (chiamata Subway) conta ben 468 stazioni che servono 26 linee, più di qualsiasi altra città al mondo. Le linee sono identificate con le lettere (ad es. A, B, C) oppure con i numeri come 1, 2, 3.
La metro serve tutti i distretti di New York esclusa Staten Island, la quale è raggiungibile gratuitamente tramite lo Staten Island Ferry da Battery Park, con l’autobus express da Manhattan o con gli autobus normali da Brooklyn, dove è stata scattata la foto del quadro da stampare di oggi…. stampata su tela e tirata su canvas in legno, per uno stile industrial
SEZIONE: Geometrical DOWNLOAD: https://www.dailypictures.it/york-street/ A domani!
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piumondopossibile · 6 years
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I tuoi ricordi? Stampali con Cheerz!
I tuoi ricordi? Stampali con Cheerz!
Stampare foto, oramai, è diventato un optional. Purtroppo, aggiungo io! Una volta, quando compravamo i rullini, era tutto diverso: rullino da 24 pose, 24 scatti, 24 foto stampate, 3 foto decenti! Si, perchè una aveva il dito davanti all’obiettivo, una fatta al pavimento perchè è “scappato” lo scatto, una piena di luce perchè per errore avevi aperto lo spertellino della macchinetta… che disastro!! 
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Questo mese di Agosto “Mese per la Salvezza delle Anime” è molto importante
Questo mese di Agosto “Mese per la Salvezza delle Anime” è molto importante Bambini. Per favore perseverate nella vostra devozione questo mese poiché le anime che salverete saranno una moltitudine. Il Cielo gioisce per l’amore e la generosità di cuore e per le anime dei Miei discepoli che hanno preso questo impegno, un regalo prezioso per Me, così che le persone possano essere salvate durante l’Avvertimento.
4 Agosto 2011 – Tempo d’attesa – dì agli altri cosa aspettarsi
Mia amata figlia prediletta, il mondo ogni giorno cade in ulteriore degrado. Tra i Miei figli c’è un misto di speranza, paura, rabbia e disperazione a causa della guerra e della scarsità di denaro per nutrirsi e per vestire le loro famiglie adeguatamente.
Ma ascoltate. Non dovrete difendervi ancora molto a lungo poiché presto ormai, dopo l’Avvertimento, ci sarà un sentimento più positivo d’amore e di pace nel mondo. Non tutto è perduto, figlia Mia.
Pregate affinché coloro che si convertono durante l’Avvertimento rimangano sulla via della Verità. Pregate che l’amore per Me e il Mio Eterno Padre diventi più forte tra quei seguaci che già conoscono la Verità.
Non c’è nulla da temere, se i Miei figli abbracceranno il dono dell’Avvertimento.
Coloro che non rimarranno sul sentiero e ritorneranno nelle vie del peccato hanno molto da temere. Mio Padre non permetterà loro di infestare gli altri attraverso i loro modi malvagi e ribelli. Saranno fermati.  Purtroppo, molti si allontaneranno dalla Verità e continueranno a imporre potere e controllo sopra al resto dei Miei figli.
Pregate che il Castigo sia diluito. Le vostre preghiere aiuteranno a cambiare ed evitare queste situazioni. Questo è il tempo dell’attesa.Pregate. Preparatevi e assicuratevi che più persone possibili sappiano cosa aspettarsi.
Questo mese di Agosto “Mese per la Salvezza delle Anime” è molto importante Bambini. Per favore perseverate nella vostra devozione questo mese poiché le anime che salverete saranno una moltitudine. Il Cielo gioisce per l’amore e la generosità di cuore e per le anime dei Miei discepoli che hanno preso questo impegno, un regalo prezioso per Me, così che le persone possano essere salvate durante l’Avvertimento.
Vai ora figlia Mia e diffondi la Mia Parola. Vai ora in pace e amore.
Il tuo amato Salvatore
Gesù Cristo
http://illibrodellaverita.blogspot.it/2015/05/dicembre-2011.html#more
Promemoria
 - Maria della Divina Misericordia ci ha chiesto di pregare per due giovani qua
- Diffondete questa preghiera come questione urgente- Files Stampabili con foto dei quadri originali qua
- "Tutti i Miei discepoli devono recitare ogni giorno la coroncina della Divina Misericordia: essa rinvigorirà le anime e le aiuterà a ottenere la grazia al momento della morte", Gesù a MDM messaggio del 15 novembre 2010,  qua 
- Siete tutti calorosamente invitati a seguire il programma di preghiera del nostro gruppo qua
- Agosto, mese della “Salvezza delle anime” qua
- Gesù e Maria, vi affidiamo tutte le nostre intenzioni di preghiera qua.
-  ISCRIVETEVI ALLA NOSTRA NEWSLETTER: Il sistema avvisa che manca la conferma di alcune persone e perciò non si è attivata per loro la newsletter qua
- Si raccomanda vivamente di salvare e di stampare i files que cotengono le crociate di preghiera. Nota: Questi file pdf possono essere stampati come un libretto usando il programma Adobe Reader In Adobe Reader, devi selezionare Stampa opuscolo ; scegli la rilegatura a sinistra e dapprima stampi solo il fronte, poi giri le pagine stampate e le reinserisci nella stampante, e quindi stampi nelle stesse pagine solo il retro. Dovrai fare delle prove per riuscire a capire come reinserire i fogli nella tua stampante. Se hai una stampante che stampa fronte-retro, il problema del reinserimento dei fogli non esiste qua.
- Organizzate il vostro approvvigionamento alimentare ora qua - Nel nostro blog il Libro della Verità on line potete leggere tutti i messaggi ricevuti da Maria della Divina Misericordia e scaricare diversi file stampabili che contengono diversi formati del Libro della Verità.
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receitas-de-ferdi · 4 years
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Uncinetto utile e divertente
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Uncinetto utile e divertente
Se sai fare all’uncinetto o vorresti imparare, ma vorresti realizzare qualcosa di unico, utile ma anche divertente, allora sei nel posto giusto!
Da alcuni anni si è diffusa la moda degli Amigurumi, ovvero le bambole fatte all’uncinetto. Questo vuol dire che è possibile realizzare bambole, ma anche originali portachiavi, all’uncinetto, in modo semplice ma che dà grande soddisfazione, in quanto poi potrete dare un bellissimo regalo ai vostri figli, nipoti o amici! Quindi per Natale e compleanni potrete realizzare non solo le solite cose tipo sciarpe, maglioni, vestiti, ma potrete stupire con qualcosa di veramente fantastico.
“Blue Bella”, un regalo unico e indimenticabile
Inoltre vengono realizzati con tutte le misure di sicurezza, tipo gli occhi che non possono essere staccati e quindi diventare pericolosi. Poi essendo in cotone (o lana) si possono anche lavare a mano o in lavatrice. Alcune bambole si possono mettere sedute, altre tengono la posizione (tipo Barbie per capirci) o rimanere in piedi, ma anche fare il “sonaglietto” per i bambini. Insomma, ce n’è per tutti i gusti!
Quando i bambini tengono in mano una di queste opere, ne rimangono innamorati. Gli adulti le collezionano.
I tempi di realizzazione variano dalle 2 alle 40 ore, in base alla grandezza e alla complessità. I punti (detti anche maglie) sono gli stessi dell’uncinetto, cambia solo la tecnica. Imparare è semplice, su youtube si trovano tantissimi video in tante lingue. All’inizio richiede un po’ di pazienza, ma poi il risultato ricambierà gli sforzi. Ma come iniziare? Beh, innanzitutto bisogna scegliere un modello, che si consiglia non troppo piccolo (diventa tecnicamente complicato) nè troppo grande (troppo lavoro, e all’inizio se sbagli… beh… devi rifare). Per capirci, qui trovare un esempio di alcune realizzazioni di “Fernanda Craft Room“, acquistabili già pronte da Etsy, famoso negozio on-line di artigianato, in pratica un Amazon dell’artigianato, che spedisce in tutto il mondo (per maggiori informazioni clikkate sulle immagini).
NB. Sul fondo della pagina potete selezionare la lingua e la valuta che volete utilizzare. La spedizione avviene subito, e arriva in circa 2-3 settimane.
Collezione di Amigurumi pronti da essere spediti su Etsy (by Fernanda Craft)
Un’idea dei modelli da realizzare si puo’ anche trovare sul canale Instagram, come ad esempio qui, a cui potete iscrivervi e ricevere gli aggiornamenti sulle ultime realizzazioni.
Per realizzare da noi il modello ci servirà uno schema (in inglese pattern), che consiste nella lista delle istruzioni per realizzare il modello, da seguire alla lettera, come una ricetta. Si trovano anche schemi gratuiti (free pattern), ma i migliori, ben commentati, con le foto passo-passo per i passaggi piu’ complicati, costano pochissimo (i piu’ costosi arrivano a 5 €, ma la media è 1-2 €) e fanno anche risparmiare un sacco di tempo e frustrazioni. Specie all’inizio è molto importante avere una guida il piu’ possibile precisa, in modo da divertirsi e avere soddisfazione da subito!
Qui un esempio di alcuni pattern, sempre acquistabili su Etsy, che vi spedirà nella vostra casella di posta un file standard PDF, che si potrà aprire su tutti i cellulari o computer, e volendo anche stampare su carta.
Pimpi (in inglese Piglet), il miglior amico di Winny The Pooh
Harry Potter, e non credo abbia bisogno di presentazioni
Orsacchiotto con pigiama, il miglior amico dei bambini (da 6 mesi in su)
Chi fornisce i pattern di solito fornisce anche supporto per eventuali domande o passaggi poco chiari, e molto spesso ha anche un canale youtube con risorse e tutorial, tipo questo.
Che ne dite di stupire qualcuno?
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