#spiriti ribelli
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Bianca, come va il tuo caos vitale? Non riordinarlo troppo, perché allora ti sparirà anche l’interesse alla vita. Tienilo giudiziosamente a mezz’acqua. E se stai troppo bene a Letojanni, scappa. Non mangiare il loto.
— Cesare Pavese a Bianca Garufi, 3 settembre 1945
#citazioni#citazione#amore#lettere#epistole#corrispondenza epistolare#cesare pavese#Cesare Pavese#ogni volta penso ai pavesini#bianca garuffi#vita#caos#spiriti ribelli#frasi#letteratura
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Fino a quando avrò pochi palmi della mia terra!
Fino a quando avrò un ulivo…
un limone…
un pozzo…un alberello di cactus!..
Fino a quando avrò un ricordo,
una piccola biblioteca,
la foto di un nonno defunto.. un muro!
Fino a quando nel mio paese ci saranno parole arabe…
e canti popolari!
Fino a quando ci saranno un manoscritto di poesie,
racconti di ‘Antara al-’Absi
e di guerre in terra romana e persiana!
Fino a quando avrò i miei occhi,
le mie labbra,
le mie mani!
Fino a quando avrò… la mia anima!
La dichiarerò in faccia ai nemici!..
La dichiarerò… una guerra terribile
in nome degli spiriti liberi
operai.. studenti.. poeti..
la dichiarerò.. e che si sazino del pane della vergogna
i vili… e i nemici del sole.
Ho ancora la mia anima..
mi rimarrà… la mia anima!
Rimarranno le mie parole.. pane e arma.. nelle mani dei ribelli!
Samih al-Qasim, "Un tè alla menta"
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«Al mondo esiste un tipo speciale di persona che spesso viene fraintesa. Queste persone tendono a essere i solitari, gli spiriti liberi, gli amanti innocenti, i ribelli.
Vedono il mondo per quello che dovrebbe essere, anche se il mondo raramente li vede.
Sono le grandi anime, i sognatori, le persone in sintonia con la vita, così intuitive nelle emozioni da spaventare i meno consapevoli.
Spaventano per quello che sono, persone Libere, e la libertà mette paura a chi non la sa gestire.
Le grandi anime raggiungono profondità che non si possono comprendere. Hanno una connessione con Dio, con l'Universo, con la Natura, e per questo sono le persone che cambieranno il mondo.
Spesso ci si sente inferiori, come se dovessimo sforzarci di rimanere lontanamente vicini al loro livello, per essere degni del loro amore.
Ci vuole una persona sicura di sé per amare una grande anima. Ma ne vale la pena. Cambierà la vostra vita.
Sono romantici, sono leali, aiutano a crescere, non sono materialisti, capiscono le connessioni profonde della vita, sono riconoscenti, sono esempi di coraggio.
Percorrono le strade più dolorose di questa vita, eppure in qualche modo trovano il coraggio di sorridere. Di essere altruisti. Di sostenere gli altri.
Amare una grande anima ed esserne amati è un dono dell'Universo»
(Shaniko Kafexhi)
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#GAZA
Fino a quando avrò pochi palmi della mia terra!
Fino a quando avrò un ulivo…
un limone…
un pozzo…un alberello di cactus!..
Fino a quando avrò un ricordo,
una piccola biblioteca,
la foto di un nonno defunto.. un muro!
Fino a quando nel mio paese ci saranno parole arabe…
e canti popolari!
Fino a quando ci saranno un manoscritto di poesie,
racconti di ‘Antara al-’Absi
e di guerre in terra romana e persiana!
Fino a quando avrò i miei occhi,
le mie labbra,
le mie mani!
Fino a quando avrò… la mia anima!
La dichiarerò in faccia ai nemici!..
La dichiarerò… una guerra terribile
in nome degli spiriti liberi
operai.. studenti.. poeti..
la dichiarerò.. e che si sazino del pane della vergogna
i vili… e i nemici del sole.
Ho ancora la mia anima..
mi rimarrà… la mia anima!
Rimarranno le mie parole.. pane e arma.. nelle mani dei ribelli!
Samih al-Qasim
Poeta palestinese
Un tè alla menta (1968)
Noi siamo quelli che credono ancora a queste emozioni.
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QUANDO AMI UNA GRANDE ANIMA Al mondo esiste un tipo speciale di persona che spesso viene fraintesa. Queste persone tendono a essere i solitari, gli spiriti liberi, gli amanti innocenti, i ribelli. Vedono il mondo per quello che dovrebbe essere, anche se il mondo raramente li vede. Sono le grandi anime, i sognatori, le persone in sintonia con la vita, così intuitive nelle emozioni da spaventare i meno consapevoli. Spaventano per quello che sono, persone Libere, e la LIBERTÀ mette paura a chi non la sa gestire. Le grandi anime raggiungono profondità che non si possono comprendere. Hanno una connessione con Dio, con l'Universo, con la Natura, e per questo sono le persone che cambiano il mondo. Spesso ci si sente inferiori, come se dovessimo sforzarci di rimanere lontanamente vicini al loro livello, per essere degni del loro amore. Ci vuole una persona sicura di sé per amare una grande anima. Ma ne vale l'ORO. Cambia la vostra vita. Sono romantici, sono leali, aiutano a crescere, non sono materialisti, capiscono le connessioni profonde della vita, sono riconoscenti, sono esempi di coraggio. Percorrono le strade più dolorose di questa vita, eppure in qualche modo trovano il coraggio di sorridere. Di essere altruisti. Di sostenere gli altri. Amare una grande anima ed esserne amati è un DONO DELL'UNIVERSO. Alex Provence ******************************** WHEN YOU LOVE A GREAT SOUL There is a special kind of person in the world who is often misunderstood. These people tend to be loners, the free spirits, the innocent lovers, the rebels. They see the world for what it should be, even if the world rarely sees them. They are the great souls, the dreamers, people in tune with life, so intuitive in their emotions that they scare the less aware. They are scary for who they are, Free people, and FREEDOM scares those who don't know how to handle it. Great souls reach depths that cannot be understood. They have a connection with God, with the Universe, with Nature, and for this reason it is the people who change the world. We often feel inferior, as if we have to force ourselves to remain remotely close to their level, to be worthy of their love. It takes a confident person to love a great soul. But it's worth the GOLD. Change your life. They are romantic, they are loyal, they help us grow, they are not materialistic, understand the deep connections of life, they are grateful, they are examples of courage. They travel the most painful roads of this life, yet somehow they find the courage to smile. To be altruistic. To support others. Loving a great soul and being loved by him is a GIFT FROM THE UNIVERSE. Alex Provence
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Per questo amo il lupo creatura solitaria ma capace di integrarsi in un branco sacrificandosi per esso...
Eterno ribelle non addomesticabile fiero padrone dei boschi... La luna la sua compagna, il vento la sua musica, indomiti spiriti ribelli... 🤍 💜 🤍
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Strada di città (1)
Graffiti sui muri, lo fanno un luogo per ragazzi, la luce della luna accarezza la vecchia vernice. Teschi, scrittacce, corna, uno è seduto a cavalcioni a fumarsi una sigaretta. Fa freddo, oltre al fumo dalla bocca esce anche il vapore.
Maledizioni da tutte le parti, spiriti imprendibili escono dalle oscenità dell'ambiente, aiutano lo sporco lavoro.
La strada è abbandonata a se stessa da tanto tempo, spazzatura agli angoli della strada, sporcizia ovunque. Ma dalle crepe escono graziosi fiori oltre che erbacce.
Pantaloni larghi, tatuaggi, sigaretta in bocca arriva un ragazzo, porta con sé una bottiglia di birra si salutano e parlano. Gesticolano, si toccano il giubbotto di pelle nero. Ne accendono un'altra. Vengono tutti e due dalla periferia, preferiscono il tabacco alla marijuana. Sono vestiti di nero con disegnini grotteschi sulle t-shirt, uno di loro ha i dreadlocks colorati alle punte.
È un ambiente morto a se stesso, un luogo di cenere e per questo si trova una luce, una luce fievole di rinascita.
Letame, spazzatura e fiori tanti fiori in ogni angolo nascono proprio dal degrado, dalle parolacce, dagli sputi, dall'ingenuità della droga.
Un riff di chitarra elettrica accompagna la scena, due note lente dondolano i muri bruciati dal degrado. Anarchiche e pacifiste se non fosse per le borchie che portano come tiara.
Manifesti di ribellione, anarchici, violenti e rabbiosi. Un'aura minacciosa contro il governo si alza e circonda il quartiere, indurisce i visi, allarga le mascelle strappa i vestiti e quando è stanca bestemmia. Un posto infuriato dalla miseria, dall'abbandono. Dio è morto.
Vecchie industrie, ferrovie d'acciaio arrugginito, luoghi abbandonati, crescono in questa scena i bambini, piccoli fiori che già sono abbronzati di grigio, giocano con le macerie, con i rifiuti: gli allargano i vestiti gli rasano i lati del cranio.
Il cielo è sempre nuvoloso, una luce grigia illumina l'ambiente, carica di elettricità e magia. Le scrittacce illuminano i cuori infranti dalla miseria, gli danno conforto, quelle strade si può chiamarle casa.
L'odio si sviluppa e si evolve, capelli neri come la notte, corrompe e aiuta a sopravvivere, la pelle è bianca, dà speranza e rincuora, dice: aggrappati a me ti do la possibilità di maledire, di metterti sullo stesso piano, di non sottometterti.
Bestie maledette sono i ragazzi, si divertono a trasgredire, i bassi gli martellano i timpani, fumano e se ne fregano, sporchi come carbone, aprono un rifugio nei loro occhi a cavalcioni l'uno di fronte all'altro seduti sulle panchine sfasciate.
Gli zaini portati a una spalla sola, le scarpe da ginnastica rotte e sporche. Vestono di nero. Alcuni si suicidano, altri si tagliano fino all'osso, tutti sono ubriachi la sera, ma hanno una vena poetica, portano una luce incredibilmente bella nei loro occhi, i loro vestiti splendono nell'oscurità della comune ordinarietà.
Rabbiosi, sono demoni e pirati rifiutati dalla società, nelle loro strade sporche sono divinità, i fiori sbocciati di quei tunnel bui e senza anima. Una manifestazione di odio, rabbia e colori sgargianti su un nero oscuro difficile a descriversi.
Senza famiglia, o meglio abbandonata, trovano conforto in se stessi, gli piace stare assieme, condividere la sigaretta.
Dita gialle di sigaretta, pelle grigia, capelli spinati, arruffati, rasati. Li vedi camminare tra i rifiuti, occhi duri, anime ribelli. Induriti dalla povertà.
In cosa credono? In nulla, nessun Dio, nessun maestro, punk disperati si nascondono il volto con i capelli. Fanno della tristezza la loro forza, il loro nichilismo li fa strafottenti.
Una birra su una panchina questo li fa felici, anarchici credono nell'inferno in terra.
Erbacce ai lati di un graffito, mozziconi, cocci di bottiglia, dal degrado nasce una forza chiara. Una luce di speranza dalla morte del vecchio arriva il nuovo.
"No future" gridano i muri come un uomo che abbia accelerato troppo contro un muro, la fine è giunta e con sé tutto il suo squallore. Non ci si riesce a fermare ma nel botto c'è anche la novità.
Si deve arrivare al fondo di questa rabbia per portare questa strada di città alla sua morte totale.
E da lì rinascere come una fenice dalle sue ceneri. Odore di cenere, odore di cenere. Odore di cenere ovunque, tutto deve avviluppare questa rabbia. Deve ridurre tutto in cenere.
I due si alzano, sputano, buttano le cicche e le bottiglie a terra e se ne vanno. Non fanno che aumentare la magia di questo luogo, il fermento spirituale inebriante.
Una scrittaccia dice "rispettiamo solo il degrado", non c'è luce, non c'è luce, non c'è luce e proprio per questo ce n'è tanta.
Solo in questi luoghi è possibile respirare la morte del vecchio, la vita non è che un gioco per bambini, un giocattolo vecchio e arretrato fatto di linee moderne che niente hanno a che fare con la vera luce, la vera vita.
Dalle crepe della strada nascono i fiori in tutto il loro splendore, proprio dalla morte nascono, e anche se li schiacci o li tagli, ricrescono, aprendosi un varco nel cemento e nell'asfalto.
Dal letame nascono i fiori, dalle crepe e dall'incuria nasce il verde della speranza, una nuova vita che distrugge il vecchio morente.
Nascono i giovani che cercano la droga, una dimensione senza vincoli di spazio e tempo, ancora acerba, ancora per ingenui ma sempre la ricerca verso qualcosa che non è nell'ordine delle cose, straordinaria, fatta di libertà per la mente e lo spirito.
Non si può schiacciare il fiore che cresce, borgo corrotto non riuscirai a seppellire il sacro degrado. La morte di Dio va vissuta a fondo per trovare la vera luce.
Cantate il degrado punk, emo, goth, cantate il vostro dolore e deridete il passato, il cosidetto classico che ormai morente, vive solo nei cuori più arretrati.
Bevete in un sorso la vostra vita, rabbiosi e ribelli rifiuti di una società corrotta e falsa, fatevi sporcizia e fate crescere il fiore dentro di voi, esso non vi abbandonerà mai, sarà buono e vi guiderà per la vostra strada.
Cospargetevi di cenere e tutto diventerà più chiaro dalla mente allo spirito.
Il degrado porta un mazzo di fiori alla tua porta, accettali e falli crescere tra i rifiuti. Perché il fiore affonda nel letame.
Intanto arriva un altro ragazzo, capelli nerissimi, bianco di carnagione, borchie sulle braccia, scrive qualcosa sul muro: "sali sul cesso e inizia a pensare".
Si mette a cavalcioni su un cesso gettato tra la spazzatura e ingoia una pasticca, d'un tratto dopo alcuni minuti inizia il trip.
I muri cadono come se fossero stati bombardati e si apre davanti a lui una distesa infinita, guarda su nel cielo e vede una struttura spaziale dalla forma circolare ma irregolare.
È una nave spaziale pronta a esplorare nuovi pianeti e galassie, è enorme, è grande quasi quanto una città ed è densamente popolata, dentro ci sono milioni di persone.
Il ragazzo è come ipnotizzato da questa struttura. Finalmente dopo a lungo attendere l'umanità è pronta per lasciare in massa il pianeta terra ed esplorare nuovi orizzonti, alla ricerca delle risposte più importanti dell'uomo.
Il ragazzo è come estasiato da questa visione e cerca di raggiungere la struttura, "anch'io voglio andare dall'altra parte!" Così la nave lo accoglie e lo prende con sé.
La partenza fu in un attimo, la nave scomparve dalla sua immagine e aprì immediatamente le porte, e davanti all'umanità apparve l'impossibile.
Ogni forma è totalmente sovvertita, ogni linea è spezzata e al tempo stesso unita insieme, le forme geometriche sono cambiate e non è possibile descriverle o disegnarle.
Ogni fiore è diverso dall'altro, sono fiori ma al tempo stesso sono alberi, sono entrambi sia minuscole pianticelle sia quercie giganti.
Ad ogni passo che si fa ogni regola fisica cambia, d'un tratto anche gli uomini mutano d'aspetto e diventano quello che desideravano ardentemente essere, e anche di più, una sorpresa continua, sempre più belli e giovani, ad alcuni per esempio escono mille gambe e con queste gambe salgono su nel viola del cielo e vedono i mille oceani e in ogni oceano posano le loro gambe.
Le mille braccia le usano per modificare e personalizzare ogni cosa che esiste, e gli occhi vedono addirittura le cose che non esistono.
Sono tutti uniti insieme in una coscienza sola e passeggiano restando fermi.
Passeggiano perché lo vogliono e restano fermi perché non c'è il bisogno di vivere. Non c'è il bisogno di vivere si dice tra sé e sé il ragazzo, non c'è il bisogno di vivere.
Si risveglia vomitando e ripetendo non c'è bisogno di vivere, non c'è bisogno di vivere.
Beve un po' di birra, si accende una sigaretta e riflette su quanto vissuto, poi si alza e scrive sul muro:
"in ogni oceano poso le mie gambe,
in ogni terra poso le mie braccia
la testa non è poggiata da nessuna parte
perché non c'è il bisogno di vivere"
Si beve una birra, sputa a terra e si accende un'altra sigaretta mentre se ne va a casa con un forte mal di testa.
"Volevo tutto e l'ho avuto anche solo per un istante!" Pensa il ragazzo.
"Avevo tutto: le mie gambe erano negli abissi dell'oceano e anche più giù per toccare terra, con le braccia potevo fare qualsiasi cosa e con la mente non vivevo ed ero libero da qualsiasi vincolo della vita".
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bisogna reagire al dolore come si può, ma bisogna farlo. il dolore, e la tristezza, e la perdita, vanno sentiti, ti devono attraversare, distruggere anche. ma poi bisogna ripartire da ciò che è rimasto, che quello che rimane sei tu, sei tu con le tue paure e le tue insicurezze raddoppiate, triplicate, ma anche le consapevolezze. gli amori vanno, gli amori vengono, ma tutto quello che c’è e c’è sempre stato e ciò che ti rimane sotto pelle. ed io ho la mia famiglia, la mia migliore amica sempre con me, i miei amici nuovi e vecchi, io ho davvero persone che mi vogliono bene. ma, soprattutto, io non posso e non me lo voglio permettere più di perdermi, di riversare la rabbia e la delusione e il rancore e le speranze distrutte su di me, che mangio fino a star male fino a stordirmi e faccio di tutto per non pensare che pensare fa male e invece crogiolarmi nei ricordi è un anestetico potente, e divento assuefatta da tutti questi sogni, che sogni non sono ma sono coltelli che piano piano mi lacerano dentro. ho letto che quando finisce un amore la prima cosa che bisogna fare è recidere ogni legame, non vederlo più, non andare più nei posti che te lo ricordano, ebbene, signori, io e lui non solo siamo in quarantena nello stesso collegio, sullo stesso piano, ma siamo a tre camere di distanza ed io mi sento in una cosa più grande di me, davvero, ma poi penso che cazzo, chi ce la farebbe in una situazione come me? nessuno. innamorata pazza di uno che non riesce a far pace con la sua testa e non si capisce da sola ed io cinque mesi ormai a fottermi il cervello per cercare di stare al passo e a fottermi la vita l’equilibrio che c’ho messo anni a trovare, e tutto a puttane ho mandato per l’amore, per l’amore che credevo ci fosse e che invece, a sto punto, provavo solo io, e lo vedo sempre e faccio quella che non se ne frega niente, mentre vedo lui sfuggente, lui che scrive frasi d’amore folle e incondizionato verso la sua ex, lui che pubblica a notte fonde la nostra cazzo di canzone senza senso alcuno, perchè tanto non mi parli e allora cosa? anche questo adesso la dedichi a lei? capite perchè mi fotte la testa. MA. io me lo merito questo? io me lo merito qualcuno che mi fa star male che mi deconcentra dai miei obiettivi? no. io mi merito l’amore che ti riporta su, che ti fa splendere e risplendere che ti fa rifiorire signori, non marcire da sola al buio e nel caos dei tuoi pensieri. io mi merito un amore semplice, che ti piaci e questo basta. senza se senza ma, solo sogni e risate. io mi merito qualcuno che mi faccia tornare a sorridere in questo cazzo di buio, che quando sento le mie canzoni francesi mi faccia emozionare di gioia. e mi merito anche e soprattutto di ritornare a prendermi cura di me, a rimettermi in forma e riappropriarmi delle mie forme, del mio bel viso, del mio vitino, del mio culetto sodo e perfetto. io me le merito tutte queste cose. mi merito di guardarmi allo specchio con ammirazione di vedere nei miei occhi grandi solo speranza. non più sofferenza, non più dolore per cose che ho perso, che ho amato è vero, ma che non ci sono più. quindi fine. io ho ancora così tanto tempo cazzo. per innamorarmi di nuovo e ancora e ancora, per tornare a ridere e bere vino con le mie migliori amiche e guardare film sul divano con mamma e papà e rivedere il sorriso di nonno e abbracciare nonna stretta stretta ed emozionarmi per questo, proprio come sto facendo ora. ed ho anche tempo per non cadere più MAI PIU’ nei miei disturbi alimentare e vivere bene la mia relazione col cibo e a piacermi in ogni mia fottuta parte e quindi si cazzo si io posso e torno a guardare e sentire solo e soltanto me, mi riapproprio delle mie canzoni francesi e di quelle indie e delle mie passioni, dei miei libri, delle mie frasi sottolineate, delle mie foto su ig, del mio modo di vestirmi e di pormi e di quello che voglio dalla vita, un amore GRANDE ma anche grande rispetto e grandi sogni e soddisfazioni, e ritorno a immaginare in grande appunto un futuro radioso, un estate leggera e indimenticabile con me che finalmente ho fatto l’amore per davvero e questo mi ha reso libera come mi ha reso libera finalmente dimenticare C. e quindi sogno nottate infinite in riva al mare a bere tequila e fumare erba con la musica a palla libera cazzo di potermi scopare chi mi pare e non rivederlo più, libera di poter finalmente parlare della mia relazione finita come una cosa morta e sepolta, di una amore che ho davvero vissuto, di un qualcosa che mi ha attraversata e mi ha segnata, ma ha permesso anche alla luce di entrare, e a me, di mostrarmi. che io sono questa, dolce e pura e romantica e poetica, ma anche dura e affilata, come l’acciaio. che non si spezza. ed io infatti non mi spezzo. chi ce la farebbe al mio posto in una situazione del genere, senza piegarsi senza cedere senza impazzire? ebbene. io non solo ce la faccio, ma ne esco anche vincitrice. più magra pure, e bellissima come sempre, più consapevole di me stessa e del mio valore, del mio potere sugli uomini, su come sfruttarlo. e delle mie fragilità, che ci sono, cazzo se ci sono, e non vanno coperte più. voglio rimuovere il mio vecchio tatuaggio e farmene tre nuovi. insieme al piercing alla lingua e quello all’ombelico, che me lo posso permettere cazzo e poi chissà. non voglio più contare le calorie, tornare ad amare giurisprudenza e quello che faccio, credere in un sogno, nel mio, sfogarmi con lo sport la lettura e la scrittura e voglio, infine, non dimenticarmi più mai più della musica, che mi salva sempre come vedi. io non sono mai sola e non devo scordarmi della mia luce perpetua, che anche nelle notti più buie, mi fa trovare la strada. l’ho sempre detto che io sono la mia stessa stella cometa. dunque, risplendo. e risplendo per me e me soltanto.
#comestellecadenti#risplendo#ritorno a respirare#ritorno a vivere#come fiori al vento#mai più spenta#mai più persa#per una come me#cuori ribelli#cuori coraggiosi#ricomincio da me#spiriti liberi#selvatica#rifiorire#rinascere#28Aprile2020
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Trieste, i Macchiaioli in mostra al Museo Revoltella
Trieste, i Macchiaioli in mostra al Museo Revoltella. Al Museo Revoltella di Trieste è stata presentata alla stampa e s’inaugura ufficialmente questa sera (venerdì 18 novembre) la mostra “I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna”. Alla conferenza stampa di presentazione sono intervenuti l’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi, la presidente di Arthemisia Iole Siena con il curatore Tiziano Panconi, Paolo Montagni per Generali Valore Cultura e il presidente di Federalberghi Trieste Guerrino Lanci. “Con questo ulteriore evento -ha detto l’assessore Giorgio Rossi – si riparte alla grande nella stagione 2022/2023. Siamo determinati e si continua a lavorare insieme. I nostri uffici, con Arthemisia e partner sensibili e collaudati stanno ottenendo ottimi risultati, ben sapendo e riconoscendo sempre l’importanza che cultura e turismo devono andare insieme, per valorizzare sempre più la città e tutto il nostro territorio”. I Macchiaioli Col termine “Macchiaioli” si definisce il gruppo di artisti italiani più importante dell’Ottocento. Spiriti indipendenti e ribelli che abbandonano le scene storiche e mitologiche del Neoclassicismo e del Romanticismo per aprirsi a una pittura realista e immediata, dipingendo per l’appunto “a macchie” dense e colorate la vita quotidiana, con brevi pennellate che rendono con immediatezza e molto più veritieri i soggetti, nel tentativo di riprodurre la realtà così come appare a un colpo d’occhio. Attivi dagli anni ’50 e ’60, i Macchiaioli - i cui capostipiti sono Telemaco Signorini, Giovanni Fattori e Silvestro Lega - si ritrovavano al Caffè Michelangelo di Firenze per discutere e confrontarsi sulla pittura “moderna", mostrano in pubblico le loro opere per la prima volta all’Esposizione Nazionale del 1861, ricevendo critiche sprezzanti (“macchiaioli” è il termine dispregiativo con cui vengono definiti nel 1862 dal giornale conservatore e cattolico “Nuova Europa”). Come tutti gli artisti che segnano un cambiamento, non vengono compresi subito, ma nella seconda metà del Novecento vengono rivalutatati e oggi sono considerati i precursori dell’Impressionismo, nato oltre quindici anni dopo, occupando un posto sempre più importante nella storia dell’arte europea. I principali protagonisti del movimento furono, oltre i citati Signorini, Fattori e Lega, anche Giuseppe Abbati, Cristiano Banti, Odoardo Borrani, Vincenzo Cabianca, Vito d’Ancona, Giovanni Boldini nonché la generazione degli artisti immediatamente successiva che, insieme ai padri fondatori del movimento, dette vita alla corrente del Naturalismo toscano. La mostra Attraverso un corpus di oltre 80 opere altamente significative del movimento, rappresentando gli anni della macchia e quelli successivi del Naturalismo, la mostra I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna, che si svolgerà nella splendida cornice del Museo Revoltella di Trieste dal 19 novembre al 10 aprile 2023, racconta l’intera esperienza artistica dei Macchiaioli, a partire dal 1855 fino agli albori del nuovo secolo. Prodotta da Arthemisia e curata da Tiziano Panconi, in collaborazione con il Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia che si occupa dell’archiviazione delle opere di questi artisti, la mostra è un’importante occasione per riscoprire i capolavori dell’arte dell’Ottocento italiano, fra dipinti celebri e opere meno note, provenienti dalle più prestigiose collezioni private italiane ed europee. Le opere Dipinti dai contenuti innovativi per l’epoca che vertono sulla potenza espressiva della luce e che rappresentano la punta di diamante di ricchissime raccolte di grandi mecenati di quel tempo, personaggi di straordinario interesse, accomunati dalla passione per la pittura, imprenditori e uomini d’affari innamorati della bellezza, senza i quali oggi non avremmo potuto riscoprire questi capolavori. Al Museo Revoltella, si potranno ammirare, fra le tante, opere quali Bambino a Riomaggiore (1894-95) e Solferino (1859) di Telemaco Signorini, Mamma con bambino (1866-67) di Silvestro Lega, Fanteria italiana e Tramonto in Maremma (1900-05) di Giovanni Fattori e Bambino al sole (1869) di Giuseppe De Nittis accanto a Signore al pianoforte (1869) di Giovanni Boldini. Il museo In occasione della mostra, si potrà visitare con un unico biglietto d’ingresso il bellissimo Museo Revoltella, Galleria d’arte moderna di Trieste che quest’anno festeggia i 150 anni dalla sua apertura con la grande esposizione “La scultura nelle raccolte del Museo Revoltella. Da Canova al XXI Secolo”, un ricco e multiforme percorso che valorizza la straordinaria collezione scultorea custodita dal Museo (che conta oltre 200 pezzi). In mostra circa sessanta opere in marmo, pietra, bronzo, terracotta, cera, ceramica, legno e tessuto, che documentano gli sviluppi artistici del territorio italiano ed europeo dal Primo Ottocento al XXI secolo, alcune delle quali inedite. Fondato nel 1872 per volontà del Barone Pasquale Revoltella, personaggio fra i più rappresentativi della Trieste imperiale, che nel suo testamento dispose di lasciare alla città il suo palazzo e la sua vasta collezione d’arte, il Museo Revoltella è la più antica Galleria pubblica in Italia specificamente dedicata all’arte moderna e che attualmente vanta una prestigiosa collezione di importanti esponenti dell’arte moderna e contemporanea con opere di grandi artisti come Fattori, De Nittis, Sironi, Carrà, De Chirico, Fontana, Hayez. La mostra, promossa e organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle Politiche della Cultura e del Turismo, con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismo FVG, in collaborazione con il Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaioli di Pistoia, è prodotta da Arthemisia ed è curata da Tiziano Panconi. Sostenuta da Generali Valore Cultura, la mostra vede come media partner Urbanvision, mobility partner Frecciarossa Treno Ufficiale ed è consigliata da Sky Arte. Catalogo edito da Skira. Read the full article
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Storia Di Musica #206 - Spirit, Spirit, 1968
La storia musicale di oggi ha in comune con quella dei Love il luogo, la California di metà anni ‘60, un nuovo gruppo rock molto interessante (e molto meno famoso di quello che meriterebbe) e lo stesso, gigantesco, chitarrista rock di Seattle. Tutto inizia in un club di Hollywood, l’Ash Grove, gestito da Ed Pearl. Pearl aveva un nipote innamorato della chitarra, Randolph Craig Wolfe, che vide da adolescente su quel palco passare grandi nomi del folk, del blues e del jazz. Un giorno al locale dovevano suonare i Rising Sons, nel quale militavano fra gli altri Taj Mahal, Ry Cooder e il batterista Ed Cassidy, un batterista che aveva suonato con alcuni giganti del jazz (Art Pepper, Cannonball Adderley, Roland Kirk, Lee Konitz, Gerry Mulligan). Cassidy, di trenta anni più grandi di Randy Wolfe, è impressionato dal talento di questo 15enne, e decide di mettere su un suo gruppo, i Red Roosters: ci sono oltre a loro Mark Andes (basso e voce), Jay Ferguson (voce e percussioni, e un talento nello scrivere canzoni), e Mike Fondiler (chitarra ritmica). È il 1965, tutto è pronto per le prime serate, ma Cassidy è chiamato a New York per delle sessioni di registrazione: nel frattempo ha sposato la sorella di Ed Pearl, madre di Randy, che parte con lui. Leggenda vuole che Randy incontri in un negozio di strumenti musicali un giovane chitarrista di Seattle, che sentendolo lo invita a far parte del suo primo gruppo: Jimmy James & The Blue Flames. Sarà questo Jimmy, che di cognome fa Hendrix, a chiamarlo California, per distinguerlo da un altro Randy del suo gruppo. Dopo tre mesi di esibizioni, clamorose, al Cafè Wha, a Hendrix viene chiesto di andare in Inghilterra (che sarà il suo trampolino verso la leggenda) e vorrebbe portare con sé il giovane California, ma la famiglia si oppone e Randy torna con Cassidy in California. Nel 1967 richiamati Ferguson e Andes, a cui si aggiunse il tastierista John Locke, fondano un gruppo prendendo il nome da un racconto di Khalil Gibran, Gli Spiriti Ribelli, che accorciano in Spirit. Nasce così una delle più importanti band della California anni ‘60, capace di creare una fusione originale e convincente di rock, folk e jazz, e solo le stranissime e imprevedibili traiettorie del destino hanno impedito alla band di essere famosa come altre del periodo, alcune anche meno dotate dal punto di vista musicale. Firmano un contratto con la Ode di Lou Adler e verso la fine del 1967 sono in studio per registrare il loro primo disco. Spirit esce nel gennaio del 1968: le 11 tracce sono un condensato di tutto quello che ribolliva nel pentolone della musica della west coast, tra psichedelia, folk, rock e strutture ritmiche che, essendo Cassidy proveniente dal jazz, spesso non si esaurivano nel 4/4 del rock blues. L’apertura con Fresh-Garbage già è un avviso di quello che si svilupperà durante la scaletta, con la chitarra innovativa di California che diventerà centrale e imitata nel panorama del periodo. Meravigliose sono Mechanical World, dalla struttura complessa, il folk alla Byrds di Uncle Jack, le meravigliose Topanga Windows e The Great Canyon Fire In General (ispirate all’edificio a Topanga Canyon, la stessa zona dove vivevano i Love, che condividevano con i Buffalo Springfield di Neil Young, che fu grande amico della band); Girl In Your Eye ha sapori orientali, Straight Arrow ha un che di country, Elijah è il brano più ambizioso, oltre 10 minuti di quasi jam session jazz rock in anticipo sui tempi. Nel disco si intravedono anche il talento di Jay Ferguson nella scrittura dei brani, quasi tutti suoi, e l’amalgama sonora della band, davvero evidente. C’è però un brano che passerà alla storia perchè, probabilmente è stato l’ispirazione alla canzone più famosa di tutta il rock: Taurus è un delicato e sognante strumentale che ha una parte di chitarra che ispirò Jimmy Page nell’intro di Stairway To Heaven. Nel 1968 i primi concerti americani dei Led Zeppelin furono di spalla agli Spirit, e probabilmente Page la sentì molte volte: c’è tutta una storia di cause milionarie sulla questione, tra l’altro intentate dagli eredi di California solo dopo la sua morte, dato che lui non ci vedeva nulla di male ad essere stato di ispirazione, dove sebbene ne sia stata appurata la somiglianza non si può parlare di plagio. Il grande debutto è anche un successo commerciale, con il disco che arriva in Top20 di Billboard. Nei successivi 2 anni, dal ‘68 al ‘70, pubblicano altri tre dischi bellissimi: The Family Plays Together, che contiene la meravigliosa I Got A Line On You, il loro più grande singolo di successo (1968), Clear (1969, con l’altrettanto suggestiva Dark Eyed Woman) e nel 1970, passati alla Epic e prodotti da David Briggs, produttore di Neil Young, pubblicano uno dei primi concept proto-prog americani con il meraviglioso Twelve Dreams Of Doctor Sardonicus, musicalmente favoloso (Prelude-Nothing To Hide, Animal Zoo, Mr. Skin, la delicata e toccante Nature’s Way scritta da Randy California). Il poco successo li porterà allo scioglimento alla fine del 1970, continueranno a uscire dischi a nome Spirit, per lo più gestiti da Randy California che detenne il nome, fino alla sua tragica scomparsa, in mare alle Hawaii, inghiottito dai marosi nel tentativo, riuscito, di salvare suo figlio in difficoltà. Rimangono un gruppo da scoprire che ha scritto alcune delle pagine più sorprendenti della musica di quel periodo irripetibile.
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E nonostante tutto quello che ci è stato fatto noi siamo sopravvissuti...
Siamo i ribelli che non siete riusciti ad addomesticare..
Quelli che nelle favole hanno salvato i draghi e i lupi,quelli rimasti bambini nel cuore...
Siamo quelli che vi guarderanno sempre da lontano,perché quando abbiamo provato ad avvicinarci voi non ci avete mai capito!
Maria Luna
#fonte Noi Lupi spiriti Liberi su FB
cywo
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Il re dei demoni Lucifero governa un vasto impero ed composto da ogni serie tipo di grado e tipologie tra cui:
Demoni del fuoco: abitano le regioni più lontane degli Inferi.
Demoni dell’aria: dimorano e volano intorno agli uomini
Demoni della terra: essi si mescolano agli uomini con il compito di tentarli e ammaliarli.
Demoni dell’acqua: vivono negli oceani, nei mari e nei fiumi provocando burrasche e naufragi.
Demoni sotterranei: si celano nei pozzi e sono la causa di terremoti e delle eruzioni vulcaniche.
Demoni delle tenebre: devono il loro nome al fatto che vivono lontani dal sole.
Demoni del ghiaccio: devono il loro nome al fatto che abitano i ghiacciai.
La cabala divide queste categorie di demoni in 10 gruppi, ciascuno guidato da un demonio particolare:
Thamiel : i bicefali. Spiriti in rivolta dominati da Moloch.
Chaigidel: Spiriti di menzogna guidati da Belzebù.
Satariel: i velatori. Spiriti della falsità, retti da Lucifero.
Gamchicolh: i perturbatori di anime. Spiriti impuri governati da Astaroth.
Galb: gli incendiari. Spiriti della collera dominati da Asmodeo.
Tagaririm: i litigiosi. Sono gli spiriti della discordia guidati da Belphegor.
Harab: i corvi della morte. Spiriti ribelli governati da Baal.
Samael: i battaglieri. Spiriti della ferocia guidati da Adramelech.
Iamaliel: gli osceni. Spiriti capeggiati da Lilith.
Reshaim: i malvagi. Spiriti crudeli governati da Nahenia. In quest’ultima sono presenti sottocategorie:
Gheburim - i violenti.
Raphaim - i vili.
Anacim - gli anarchici.
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Samih al-Qasim, "Un tè alla menta"
Fino a quando avrò pochi palmi della mia terra!
Fino a quando avrò un ulivo…
un limone…
un pozzo…un alberello di cactus!..
Fino a quando avrò un ricordo,
una piccola biblioteca,
la foto di un nonno defunto.. un muro!
Fino a quando nel mio paese ci saranno parole arabe…
e canti popolari!
Fino a quando ci saranno un manoscritto di poesie,
racconti di ‘Antara al-’Absi
e di guerre in terra romana e persiana!
Fino a quando avrò i miei occhi,
le mie labbra,
le mie mani!
Fino a quando avrò… la mia anima!
La dichiarerò in faccia ai nemici!..
La dichiarerò… una guerra terribile
in nome degli spiriti liberi
operai.. studenti.. poeti..
la dichiarerò.. e che si sazino del pane della vergogna
i vili… e i nemici del sole.
Ho ancora la mia anima..
mi rimarrà… la mia anima!
Rimarranno le mie parole.. pane e arma.. nelle mani dei ribelli!
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"Clara mi evitava con quell'aria distratta che finii per detestare. Non riesco a capire cos'era che mi attraesse tanto in lei. Era una donna matura, senz'alcuna civetteria, che strascicava leggermente i piedi e che aveva perso l'allegria ingiustificata che la rendeva così attraente in gioventù. Clara non era seduttrice né tenera con me. Sono sicuro che non mi amava. Non c'era motivo di desiderarla in quel modo esagerato e brutale che sconfinava con la disperazione e il ridicolo. Ma non potevo evitarlo. I suoi minimi gesti, il suo tenue odore di biancheria pulita e di sapone, la luce dei suoi occhi, la grazia della nuca sottile coronata dai riccioli ribelli, tutto in lei mi piaceva. La sua fragilità mi suscitava una tenerezza insopportabile. Volevo proteggerla, abbracciarla, farla ridere come ai vecchi tempi, dormire ancora con lei al mio fianco, con la sua testa sulla mia spalla, le gambe raccolte sotto le mie, così piccola e tiepida, la sua mano sul mio petto, vulnerabile e bellissima."
- La casa degli spiriti. (I. Allende)
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Fino a quando avrò i miei occhi,
le mie labbra,
le mie mani!
Fino a quando avrò… la mia anima!
La dichiarerò in faccia ai nemici!..
La dichiarerò… una guerra terribile
in nome degli spiriti liberi
operai.. studenti.. poeti..
la dichiarerò.. e che si sazino del pane della vergogna
i vili… e i nemici del sole.
Ho ancora la mia anima..
mi rimarrà… la mia anima!
Rimarranno le mie parole.. pane e arma.. nelle mani dei ribelli!
Samih Al - Qasim
Poeta e giornalista israeliano, palestiniano, il suo nome è associato alla rivoluzione e alla resistenza del popolo palestinese d'Israele.
Emma di cielo bagnata
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I TRE SANTI ARCANGELI https://www.manenterosari.com/tag-prodotto/tre-santi-arcangeli-michele-gabriele-raffaele/
Il 29 settembre il martirologio romano commemora insieme i Tre Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Prima della riforma del 1969, il 29 settembre si commemorava solamente San Michele Arcangelo, in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano – in Puglia – a lui dedicato. Il titolo di Arcangeli deriva dall’idea di una coorte celeste in cui gli Angeli sono presenti secondo gradi e dignità differenti. Gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele occupano le sfere più elevate delle gerarchie angeliche. La Bibbia li ricorda per le loro specifiche funzioni: San Michele avversario di Satana, San Gabriele annunciatore e San Raffaele guaritore e soccorritore. SAN
MICHELE ARCANGELO Dei Tre Arcangeli, probabilmente San Michele è il più venerato. Il suo nome in ebraico “Mi-ka-El” significa “Chi come Dio?“. Nell’iconografia sia orientale che occidentale San Michele Arcangelo viene rappresentato come un combattente, con la spada (o la lancia) nella mano e sotto i suoi piedi il dragone, simbolo di Satana. Arcangelo molto popolare e venerato in tutto il mondo, nel capitolo XII dell’Apocalisse San Michele viene presentato come avversario del demonio e vincitore dell’ultima battaglia contro Satana e i suoi angeli ribelli: Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago (…) Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Nella tradizione popolare, pertanto, San Michele è considerato il difensore del popolo di Dio e il vincitore nella lotta del bene contro il male. In Oriente è venerato anche con il titolo di “archistratega”, che corrisponde al titolo latino di princeps militiae caelestis (principe delle milizie celesti).
SAN GABRIELE ARCANGELO San Gabriele (“Forza di Dio”) è uno degli spiriti che stanno al cospetto di Dio (Lc 1, 19). È l’Arcangelo annunciatore delle divine rivelazioni: svela – infatti – a Daniele i segreti del piano di Dio (Dn 8, 16; 9, 21-22), annuncia a Zaccaria la nascita di Giovanni Battista detto il “precursore” (Lc 1, 11-20), e alla Vergine Maria la nascita di Gesù (Lc 1, 26-38). San Gabriele è spesso raffigurato con una lanterna e un giglio: la prima a simboleggiare il fatto che egli porta agli uomini la luce di Dio e il secondo a indicarne la purezza.
SAN RAFFAELE ARCANGELO San Raffaele (“Dio guarisce/risana”) è l’Arcangelo guaritore, ma anche il celestiale compagno di viaggio. Viene spesso raffigurato con il vaso dei medicamenti in mano, a indicarne la funzione guaritrice. Leggiamo nell’Antico Testamento che a San Raffaele il vecchio Tobia – cieco e giusto – affidò suo figlio Tobiolo, affinché lo accompagnasse nella riscossione di un credito di dieci talenti d’argento. Ecco, quindi, che San Raffaele accompagna Tobiolo dall’Assiria alla Media, fino a Rages; lo salva da ogni male, lo libera da ogni pericolo. Ma non solo. San Raffaele porta a buon fine l’incarico di Tobia, riscuotendo i talenti. Per di più fa sposare a Tobiolo la virtuosa figlia di Raguel, Sara, dopo averla liberata da un demonio che la tormentava. E infine, celebrate le nozze, San Raffaele guida i novelli sposi sulla strada del ritorno verso la casa paterna. Dopo il felice ritorno, sempre su consiglio di Raffaele, Tobiolo restituisce prodigiosamente la vista al padre, ponendo sopra i suoi occhi il fiele di un pesce pescato nel Tigri. Nella Bibbia San Raffaele rappresenta la forza guaritrice di Dio, sia per i mali carnali che per quelli di origine malefica/demoniaca. San Raffaele è colui al quale ogni padre – come Tobia – vorrebbe affidare il proprio figlio. Ed è per questo che viene considerato il protettore degli adolescenti e dei giovani che vanno fuori casa per la prima volta, come pure il celeste patrono dell’amore sponsale.
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