#ritorno a vivere
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Mi sento rinata.
Con l’arrivo dell’autunno, nel mondo della natura, si indica quel periodo che preannuncia il riposo, il letargo legato all’inverno, ma per me indica la rinascita. Sì, perché durante il periodo estivo sono così sofferente e fiacca che è come se entrassi in letargo, salvo per il fatto che col caldo non riesco a dormire 😂😂😂, ma sono dettagli. Smetto di scrivere, di dedicarmi al blog, di leggere….…
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#autunno#forze nuove#il mondo di shioren#iperattività#la bellezza della forza#mi sento rinata#rinascita#ritorno a vivere#si ritorna a creare#vita da scrittrice
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Che accadrebbe se, un giorno o una notte, un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse: «Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L'eterna clessidra dell'esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere! Friedrich Nietzsche
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Mi chiederei perché i fascy sono così ipocriti ma in realtà loro credono in una gerarchia naturale dove più in alto sei più puoi fare quello che cazzo ti pare. Ma se sei in basso non ti meriti manco di vivere
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Francamente, non capisco come abbiamo fatto a incattivirci così tanto.
Abbiamo (avuto?) la crisi economica e ok, il covid e ok, mi sta bene tutto, è stato un periodo merdoso e la gente si è spaventata e ok, ma come cazzo abbiamo fatto a ritornare ad essere così cazzo f@scisti tutti?
Non mi sembra che in Italia, Austria, Francia si viva così male da giustificare un tale ritorno al nazionalismo estremo...
Aveva storicamente più "senso" il fascismo "originale" rispetto al neo-fascismo di oggi...
Perché la sinistra non esiste più, perché il PD è il Biden nostrano, ovvero fa le stesse cose della destra ma attacca la bandierina arcobaleno per strizzare gli occhi ai giovani
Perché il PD non parla al popolo, mentre la Meloni, per quanto faccia comunque schifo, lo fa. Perché il PD è elitario, "se votate noi siete intelligenti, se votate loro siete delle capre ignoranti", questo atteggiamento di base è una merda e spinge l'italiano medio, che non è necessariamente fascista, a votare l'estrema destra. Ed è tutto sbagliato, la sinistra dovrebbe essere DEL popolo, e non degli studenti fuori sede di Catanzaro e basta.
Perché sì, giusto proporre politiche per le minoranze, ma se non fai assolutamente una merda per la maggioranza della popolazione, le persone non ti votano, e prima o poi smetteranno di farlo pure le persone della comunità LGBT che sì ovviamente hanno bisogno dei loro diritti, ma hanno bisogno anche di vivere in modo dignitoso come il resto della popolazione, e il PD non ha un programma politico per il resto della popolazione, è solo un "votate noi perché gli altri sono cattivi".
Per il resto d'Europa non mi esprimo, ma qua il problema è chiaro, la sinistra non esiste, e la destra ci sguazza.
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LA LETTERA D'AMORE PIU BELLA CHE IO ABBIA MAI LETTO.
"Cara Francesca,
Spero che questa mia lettera ti trovi bene.
Non so quando la riceverai. Quando io me ne sarò già andato.
Ho sessantacinque anni, ormai, e ne sono passati esattamente tredici dal nostro primo incontro, quando imboccai il vialetto di casa tua in cerca di indicazioni sulla strada.
Spero con tutto me stesso che questo pacchetto non sconvolga in alcun modo la tua vita. Il fatto è che non sopporto di pensare alle mie macchine fotografiche sullo scaffale riservato all’attrezzatura di seconda mano di un negozio o nelle mani di uno sconosciuto. Saranno in pessime condizioni quando le riceverai, ma non ho nessun altro a cui lasciarle e mi scuso del rischio che forse ti costringerò a correre mandandotele.
Dal 1965 al 1975 ho viaggiato quasi ininterrottamente. Nell’intento di allontanarmi almeno parzialmente dalla tentazione di telefonarti o di venire a cercarti, tentazione che da sveglio in pratica non mi lascia mai, ho accettato tutti gli incarichi oltreoceano che sono riuscito a procurarmi. Ci sono stati momenti, molti momenti, in cui mi sono detto: << All’inferno, vado a Winterset e, costi quel che costi, porto Francesca via con me>>.
Ma non ho dimenticato le tue parole, e rispetto i tuoi sentimenti. Forse avevi ragione, non lo so. So però che uscire dal viale di casa tua, in quella arroventata mattinata di agosto, è stata la prova più ardua che abbia mai affrontato e che mai avrò occasione di affrontare. Dubito, in effetti, che molti uomini ne abbiano vissute di più dure.
Ho lasciato il National Geographic, nel 1975 e da allora mi sono dedicato soprattutto a fotografare ciò che piaceva a me, prendendo il lavoro là dove potevo, servizi locali o regionali che non mi impegnavano mai più di pochi giorni.
Finanziariamente è stata dura, ma tiro avanti.
Come ho sempre fatto.
Buona parte del mio lavoro lo svolgo nella zona di Puget Sound. Mi va bene così. Pare che invecchiando gli uomini si rivolgano sempre più spesso all’acqua.
Ah, sì, adesso ho un cane, un golden retriever.
L’ho chiamato Highway, e lo porto quasi sempre con me, quando siamo in viaggio, se ne sta con la testa fuori dal finestrino, in cerca di posti interessanti da fotografare.
Nel 1972 sono caduto da una rupe nell’Acadia National Park, nel Maine, e mi sono fratturato una caviglia.
Nella caduta ho perso la catena e la medaglia, ma fortunatamente non erano finite lontano. Le ho recuperate e un gioielliere ha provveduto ad aggiustare la catena.
Vivo con il cuore impolverato, Meglio di così non saprei metterla. C’erano state delle donne prima di te, qualcuna, ma nessuna dopo. Non mi sono votato deliberatamente alla castità: è solo che non provo alcun interesse.
Una volta ho avuto modo di osservare il comportamento di un’oca canadese la cui compagna era stata uccisa dai cacciatori. Si uniscono per la vita, sai. Dopo l’episodio, ha continuato ad aggirarsi intorno allo stagno per qualche giorno. L’ultima volta che l’ho vista, nuotava tutta sola tra il riso selvatico, ancora alla ricerca. Immagino che da un punto di vista letterario la mia analogia sia troppo scontata, ma è più o meno così che mi sento anch’io.
Con la fantasia, nelle mattine caliginose o nei pomeriggi in cui il sole riflette sull’acqua a nord-ovest, cerco di immaginare dove sei e che cosa stai facendo.
Niente di complicato…ti vedo in giardino, seduta sulla veranda, in piedi davanti al lavello della cucina. Cose così.
Ricordo tutti. Il tuo profumo e il tuo sapore, che erano come l’estate stessa. La tua pelle contro la mia, e il suono dei tuoi bisbigli mentre ti amavo.
Robert Penn Warren scrisse: << Un mondo che sembra abbandonato da Dio >>. Non male, molto vicino a quello che provo per te certe volte. Ma non posso vivere sempre coì. Quando la tensione diventa eccessiva, carico Harry e, in compagnia di Highway, ritorno sulla strada per qualche giorno.
Commiserarmi non mi piace. Non è nella mia natura. E in genere non me la passo poi tanto male.
Al contrario, sono felice di averti almeno incontrata.
Avremmo potuto sfiorarci come due frammenti di polvere cosmica, senza sapere mai nella l’uno dell’altra.
Dio o l’universo o qualunque altro nome si scelga di dare ai grandi sistemi di ordini ed equilibri, non riconosce il tempo terrestre. Per l’universo, quattro giorni non sono diversi da quattro miliardi di anni luce. Per quanto mi riguarda, cerco di tenerlo sempre a mente.
Ma, dopo tutto, sono un uomo.
E tutte le considerazioni filosofiche non bastano a impedirmi di desiderarti, ogni giorno, ogni momento, con la testa piena dello spietato gemito del tempo, del tempo che non potrò mai vivere con te.
Ti amo, di un amore profondo e totale. E così sarà sempre."
“I ponti di Madison County”, R.J.Waller
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purtroppo ultimamente non mi va di fare niente in generale e anche se non mi fa stare così male spostarmi di nuovo comunque vivo una sorta di tristezza. non mi va di fare avanti e indietro, non mi va nemmeno di lavorare e non mi va di guadagnare soldi perché non li voglio nemmeno. non voglio soldi perché non voglio comprare nulla, non mi serve niente. sono stanca di vedere online tutti questi haul di cose. anche se nell'ultimo mese ho fatto tante cose nuove che mi hanno reso felice penso che l'unica cosa che mi farebbe davvero bene è ritirarmi in montagna. adesso che ritorno a vivere in periferia mi sento meglio e non schiacciata dalla città. dove sono stata bene comunque ma io ho bisogno di trovare un posto tranquillo. perché ho capito che la città è molto bella, ha tanti vantaggi ma per me non è sostenibile a lungo periodo. sono nata in campagna e rimarrò per sempre una ragazza di campagna.
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Mi ha toccato la guancia come faceva sempre nonno, stingendo la pelle tra le due nocche. Ho sentito salire le lacrime agli occhi, percorrere i dotti lacrimali insieme alla malinconia, le ho tenute lì; sono scese poco più tardi, in macchina, mentre percorrevo la strada buissima del ritorno. La morte è una cosa strana, si esite e, appena un attimo dopo, non si esiste più. Eppure si continua a vivere intensamente, ogni giorno, in cose piccole: nel volo delle prime rondini, nei tulipani appena sbocciati, persino nel gesto affettuoso di qualcun altro. Rivivi persino nello sforzo tutto mio di immaginarti nei giorni dei miei successi, che li hai sempre visti come tuoi. Avresti tappezzato la parete del salotto con le mie fotografie, e mi avresti stretto la guancia felice, appellandomi con quel nomignolo che ti piaceva tanto. Mi sarei lamentata del dolore, come al solito, eppure ora, mentre passo i polpastrelli in quel punto esatto, mi spiace non provarne affatto.
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siamo giunti al limite, io sicuramente e credo anche tu
non posso pretendere che tu possa capire davvero i miei disagi e allo stesso tempo io non riesco a essere all'altezza delle tue e delle mie aspettative. l'unico modo per uscirne bene sarebbe che io diventassi adulta e mi comportassi come tale. il che prevederebbe, in pratica, vivere con te, senza aggrapparmi a questa casa e ai miei genitori.
ma è una cosa che non posso fare.
hai ragione quando dici che la vita mi prenderà a schiaffi, hai davvero ragione e mi aspetto quel momento in cui non ci sarà più un punto di ritorno (forse l'ho già superato).
stiamo accumulando litigi e incomprensioni e indifferenze e malumori. è diventato tutto difficile e macchinoso. credo sia il sintomo che non possa più andare avanti. entrambi meritiamo più serenità e naturalezza. tu di certo
Rimani e rimarrai la persona più importante della mia vita. non cambia nulla di quello che provo ma è ovvio che non posso darti ciò che vuoi
lasciamo andare questa cosa
scusa per questi mesi buttati
ho scritto e cancellato sto messaggio. poi gli ho solo scritto come stai. mi sento morire
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I sognatori.
I mezzi pazzi.
Gli ubriachi.
I persi.
I poeti.
I musici.
Disegnatori.
Artisti.
I soli.
Quelli che han fatto pace con il buio
della notte. E dei pensieri.
Quelli che si tengono per loro le sconfitte
senza mai elemosinar perdono.
Quelli buffi. Goffi.
Che ogni tanto piangono e lo dicono.
Un poco sociopatici e per questo
affascinanti.
Quelli che han scoperto
di cosa è fatta la paura
e anche un po’ l’amore
e da quel giorno vivono meglio.
E da quel giorno hanno paura di far male.
Quelli che in una mattina qualunque
dopo aver bevuto un buon caffè
hanno deciso di sparire
di vivere
di incontrare la bellezza
di andare.
Perché così succede.
Quelli che han lasciato
il corrimano già da un pezzo
e non ricordano la strada dell’andata
figuriamoci quella del ritorno.
Padroni e schiavi della verità.
Loro.
Che certamente vi sorrideranno
dopo un: ciao come stai?
Loro, baciateli con cura.
Loro, abbracciateli più forte.
(Andrew Faber)
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Ora immaginate, per puro spirito accademico, se ieri sera un gruppo di (butto a caso) casapound avesse assaltato la sede di #nonunadimeno
Sono certa che tutti i giornali e le tv griderebbero stamattina al ritorno del fascismo, invocherebbero la chiusura d’ufficio del Movimento responsabile dell’attacco e via così.
Invece oggi non vola una mosca. #nonunadimeno ieri sera ha assaltato la sede di Pro Vita Famiglia e nessuno grida alla violenza, nessuno invoca la libertà di espressione o di scelta. va tutto bene così.
E allora dove sta la cosiddetta democrazia, che protegge e rispetta le opinioni diverse in un contesto civile?
Semplice: non c’è.
A partire dagli idranti del 2021, per arrivare a ciò che sta facendo Israele a Gaza, sta pericolosamente passando l’idea che “chi è nel giusto può fare ciò che vuole” senza preoccuparsi delle conseguenze, che non ci saranno perché “il sistema” lo considera giusto e dunque al di sopra del giudizio.
Ed è una deriva pericolosa signori, perché abbiamo già visto nella storia cosa succede se si concede (volontariamente o meno) tutto il potere a (((Qualcuno))) che può agire in modo sostanzialmente impunito.
Lo stanno facendo (Gaza, ieri sera, obbligo si superGP sono degli esempi), lo hanno già fatto, lo faranno.
È tempo a mio avviso di rendersi chiaramente conto di vivere in una situazione di libertà condizionata.
Esattamente come negli anni Trenta in cui se sei d’accordo col sistema tutto bene, se vai contro ti meriti violenza e costrizioni (e multe, condanne penali).
Come si combatte uno pseudo-regime simile?
Esattamente come negli anni Trenta-Quaranta: con la coscienza di essere “Contro” questa narrazione, con la voglia di aprire gli occhi anche agli altri, ma nella consapevolezza che fare questo ci pone in pericolo, perché il sistema farà di tutto per fermarci. Coalizziamoci, facciamo propaganda quasi “clandestina”, ma cerchiamo di ricordare che purtroppo la soluzione non sarà pacifica.
Il Male si vince estirpandolo alla radice, non cercando di convincerlo a “cambiare”.
Scusate il mucho texto, ma le scene di ieri sera sono state un campanello di allarme troppo lampante per continuare a tacere.
Serena Balli
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Paura di vedere la macchina della polizia fermarsi davanti casa. Paura di addormentarsi la notte. Paura di non addormentarsi. Paura del ritorno del passato. Paura del presente che fugge. Paura del telefono che squilla nel cuore della notte. Paura delle tempeste elettriche. Paura della signora delle pulizie con un neo sul viso! Paura dei cani che mi hanno detto che non mordono. Paura dell'ansia! Paura di dover identificare il cadavere di un amico. Paura di finire i soldi. Paura di averne troppi, anche se a questo non ci crederanno mai. Paura dei risultati dei test psicologici. Paura di essere in ritardo e paura di arrivare prima degli altri. Paura della calligrafia dei miei figli sulle buste. Paura che muoiano prima di me e che mi sentirò in colpa. Paura di dover vivere con mia madre anziana, anziano anch'io. Paura della confusione. Paura che questo giorno finisca su una brutta nota. Paura di svegliarmi e scoprire che te ne sei andata. Paura di non amare o di non amare abbastanza. Paura che quel che amo risulterà letale per quelli che amo. Paura della morte. Paura di vivere troppo. Paura della morte. L'ho già detta. Raymond Carver - Paura
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Ci sono tante cose che avrei voluto dirti e tante altre che ci siamo persi. Avrei voluto dirti di quanto è bello il giorno prima di partire, di quanto è stato bello a Parigi insieme lasciando il mondo e i problemi da parte, i sogni che ti fai e tutta la voglia che hai di crederci, di quanto è bello trovare qualcuno uguale a te, di quanto può far male sentirsi soli, sperare, aspettare qualcosa che non arriverà mai. Avrei voluto parlare con te di ciò che ci rende simili ridere, piangere, di albe e tramonti che abbiamo visto da due posti differenti. Avrei voluto ascoltare il tono della tua voce che mi fa sempre sentire a casa, avrei voluto parlare con te per ore per poi arrivare a ridere come solo noi sappiamo fare. Avrei voluto dedicarti tutte le canzoni più belle, quelle che abbiamo sempre ascoltato, e cantare con te in macchina al tramonto dopo una lunga giornata. Avrei voluto guardare il tramonto in riva al mare e parlare del futuro insieme, avrei voluto passeggiare in riva al mare con te e sentire un po’ di malinconia. Perché sai, mi piace credere che su questo siamo simili. Avrei voluto sentire la tua buonanotte prima di andare a dormire dopo una giornata stressante, il tuo buongiorno anche dopo la notte più lunga. Avrei voluto vedere il tuo bicchiere di vino davanti la tv, la tua stanchezza al ritorno dal lavoro, i nostri piani per il futuro, il calore delle tue mani, il tuo maglione, la voglia di viaggiare, di sognare un posto migliore in cui vivere, la nostra casa insieme, i nostri vicini. Avrei voluto vivere la vita che avrei vissuto se tu fossi stato qui, presente nei miei giorni, nei miei anni. Il mio cuore ce l'hai con te, in un mondo in cui tu non sei mai andato via e io non ti ho mai perso. Pensami sempre, che in quel mondo ti sto sorridendo.
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E' finita.
Lo so sono stato poco presente in questo periodo perché mi sono concentrato a risolvere il problema inter coppia che si è venuto a creare da, diciamo, almeno un anno. Ma Domenica la doccia fredda è arrivata comunque. "Non voglio stare più con te". Già, l'ha detta. Non sto a scrivere motivazioni e tentativi potrei essere ancora qua per capodanno, ma nella sua bontà e visto che la casa è la sua, non mi sta sbattendo fuori di casa, oggi completo la sistemazione della stanza degli ospiti, aka ex ufficio twitter, c'è un divano che ho faticato 77 camicie per portarlo sopra e rimontarlo in quello spazio così stretto, ma va bè è già stato utile una volta a quanto pare abbiamo un destino incrociato.
Un paio di settimane fa ho parlato con mio cugino lo psicologo, mi aveva rassicurato, è il suo lavoro, ma ora ho scritto ad uno locale che mi è stato fornito dalla dottoressa e che non è a pagamento, attendo risposta. Spock aveva già intuito tutto quello che stava accadendo dai miei racconti, giustamente lui ha un punto di vista esterno, mi aveva già fatto un audio di diversi minuti dove mi diceva che per lui, o per come la vedeva lui, il rapporto è finito, l'amico vero si vede anche in questo.
Come sto? Dopo 25 anni di tribolazione, rinuncie, dedizione a lei alla famiglia al nostro cercare di vivere la vita ecc ecc, mi sento malissimo. Oggi ho bigiato il lavoro, è successo la settimana scorsa che per lo stress accumulato a casa e a lavoro mi è venuto un attacco di panico e ho iniziato a piange a fare cose sconnesse, sti poveri cristi che non mi conoscono non sapevano che pesci prendere, allora gli ho spiegato la situazione. Ad oggi non mi va di andare al lavoro, spesso in questa settimana ho finito il turno anzi tempo, fondamentalmente mi basta lo stress di questa situazione, andrei a lavoro per stare sereno non per aggiungere altro stress, mi serve un'altra tipologia di lavoro, innanzitutto meno ore 12/13 ( all'impiedi ) non riesco a farle più, quindi se mi mettono parttime mi fanno un favore, però guadagnerei di meno. Stando ad oggi Maarja, adesso posso scrivere il suo nome dopo anni che l'ho sempre mensionata come "lei", Maarja, visto anche il mio ruolo nella sua vita, mi concede un p�� di tempo per riprendermi. Qua mi viene in mente una frase che mi ha ripetuto spesso in questi mesi dopo il mio ritorno dalla Trinacria "Io ti voglio aiutare", la capisco. Mi ha ripetuto anche un concetto che mi disse quando stavo a Londra, che io qua ho sempre un posto e che lei mi vorrà bene sempre qualsiasi cosa succeda, mi rincuora anche perché in questo esatto momento della mia vita oltre a Spock non ho amici con cui mi relaziono giornalmente, e Maarja è l'altra amica, quindi totale 2, i colleghi di lavoro non sono amici sono colleghi, appunto.
Per concludere vi riporto una battuta che mi ha fatto mentre parlavamo della mia carriera musicale, a lei piacerebbe molto che ritornassi sul palco, le piace quello che mi sta venendo adesso, anche se io lo trovo a tratti melodrammatico, mi ha detto "Vedi ora che stai male stai scrivendo bella musica", non è il mio modus operandi fare il chitarrista con problemi per creare, preferisco di gran lunga un equilibrio e una stabilità che mi aiutano a pensare, aspetti che in questo momento non ho. Finisco con il barlume di speranza, un pò lo stesso che mi ha riportato qua dalla Trinacria, che se le cose cambiano è possibile che lei, Maarja, ci ripensi e magari chissà, ma so che è un'illusione e lei me l'ha confermato con l'espressione del viso, la conosco non sa mentire. Spock mi dice che non mi posso rimproverare nulla ho fatto il mio dovere fino in fondo e che ora mi meriterei di vivere la mia vita serenamente, suonare, viaggiare, conoscere persone nuove ecc ecc, ma questo potrei anche farlo benissimo stando con lei.
Dal baratro in cui sono caduto è tutto ci sentiamo prossimamente.
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Sbrigatevi
a vivere,
sbrigatevi
ad amare,
perché nessuno sa quanto tempo sia rimasto nella clessidra.
Siamo convinti di avere ancora tempo,
ma non è così.
Un giorno
ci rendiamo conto di aver superato il punto di
non ritorno,
ma è troppo tardi.
Dobbiamo imparare a vivere nel presente.
Guardando troppo al passato,
ci maceriamo
in rimorsi
e rimpianti.
Sperando troppo nel futuro,
ci culliamo
nelle illusioni.
L'unica vita
che vale veramente la pena vivere è quella del momento presente.
.
Guillaume Musso
dal web
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Un sabato sera dai minuti contati questo.
Raggiunta casa di mia madre, entro in silenzio e come immaginavo lei è già a letto. Le chiudo la porta della camera per non disturbarla, mentre sistemo la spesa che le ho fatto, controllo nel frigorifero le confezioni di alimenti scadute. Le rimuovo buttando il contenuto negli organici.
Lei puntigliosa su queste cose, ora non le riesce più di controllarle.
Un rapido riassetto alla casa, ma non le metto a posto tutto. So quanto ci tenga a dimostrare di saperci ancora fare con le pulizie, diciamo che pulisco dove c'è da spostare o alzare qualcosa di pesante.
Mi giunge la telefonata di figlio 2 "Papà ci sono le pizze da infornare, sai che dopo devo uscire".
Mi avvio a casa, dopo aver avuto cura di sistemare le medicine dentro il porta pillole settimanale, in modo che mia madre non sbagli.
La frase di mio figlio "...sai che dopo devo uscire" era incompleta.
La verità è che lo dovrò accompagnare io. In auto raccogliendo tre suoi amici.
Le pizze sono uscite molto buone questa sera, forse la pioggia che insiste me le farebbe gustare meglio se Gabriele non uscisse. Se ancora per un sabato sera fosse il mio scricciolo a casa. Ma non sarebbe giusto per lui.
Appuntamento sotto lo stadio cittadino, poi seconda stella a destra, questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino, poi la strada la trovi da te, porta a una pensilina dove c'è un altro amico per voi tre. Anzi quattro, maledetta rima.
Li ascolto parlare, mi fanno sorridere e anche ridere. Non hanno nulla che non vada bene. Sono ventenni con la voglia di vivere e divertirsi. Lo ero anche io. Forse non sentendomi mai amico al pari degli altri.
Tipo strano "il Rino", sempre assorto e spesso assente.
Li lascio alla pensilina concordata dove il quinto amico li aspetta, e si fanno i nomi di altri che arriveranno più tardi. Forse.
Li saluto, Gabriele inaspettatamente mi saluta baciandomi. "Non ti preoccupare pa' sarò bravo e starò attento, come vuoi tu".
Non ho nulla da obiettare, riparto. Alla prima rotatoria inverto il senso di marcia, un'ultima occhiata a qui sorrisi, a quella complicità di amici che legano le proprie vite in un patto di sangue, di quelli indissolubili che se ben curate, come relazioni, potrebbero durare davvero a lungo.
Nel mio ritorno solitario penso alle mie amicizie perse, al fatto che mi sento solo ed estraneo anche in mezzo ad altre persone.
Ho sempre pensato che la mia vita non avesse un senso, ma un senso l'ho trovato. Sono i sorrisi dei miei figli, la gioia dei loro successi, gli occhi innamorati di chi sceglieranno come persone con cui condividere la vita.
Questo non me lo voglio perdere. Mi madre e mio padre queste cose non le hanno mai viste. Mai. Io le voglio assaporare.
E mentre alla radio passa il brano "I love my life" di Robbie Williams, le sue parole:
I love my life
I am wonderful
I am magical
I am me
I love my life
Mi squarciano il cuore, e la pioggia è come se battesse direttamente sui miei occhi, e non sul parabrezza.
Sono solo, ovvero mi sento solo, ma dovrò aspettare. Aspetterò i successi e le gioie dei miei figli, prima di mollare.
Piove, vedo centinaia di ragazzi che si avviano alla discoteca.
Poco dopo incontro le ragazze sfruttate per dare del sesso a pagamento sui bordi delle strade.
Vorrei fermarmi, dare loro una coperta che le ripari, qualcosa di caldo da bere e la possibilità di dire loro: vai, sei libera. Puoi fare altro nella tua vita, perché hai forza di volontà da vendere.
Solo durante questi pensieri mi accorgo che in radio passa Sweet Disposition un pezzo che trovo meraviglioso dei The Temper Trap
A moment, a love
A dream, aloud
A kiss, a cry
Our rights, our wrongs
A moment, a love
A dream, aloud
A moment, a love
A dream, aloud
Stay there
'Cause I'll be coming over
And while our blood's still young
It's so young, it runs
Won't stop 'til it's over
Won't stop to surrender
Avere la forza, di superare, di aspettare chi è un passo indietro.
Mi sento maledettamente solo, anche se non lo sono. Sto male.
Ma in questo sabato sera i miei figli, chi in un modo e chi nell'altro, si divertiranno. Questo conta. Ne basta uno anomalo in famiglia. E quello sono io.
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Oggi è il giorno in cui finirò la tesi. Poi pagherò l’ultimo affitto qui a Berlino, e comprerò il biglietto del ritorno. Poi non lo so, forse guarderò di nuovo quelle pagine dove si propongono offerte di post-doc nel mondo, o forse consulterò il sito dell’unica scuola di specializzazione in psicoterapia che mi ha convinto. Domani parlerò con il mio capo e le dirò che il mio obiettivo da adesso in poi sarà provare ad essere felice, in qualche modo. Che molto banalmente significa - per il momento - non essere infelice. In un mondo effettivamente professionale non dovrebbe esserci spazio per questo genere di discorsi, ma non vivo in un mondo così, e le offerte di lavoro con lei non sono offerte, sono ricatti ed invadenza: tant’è. Le dirò che il contratto che mi propone mi rende infelice. Poi applicherò per la disoccupazione. Poi non lo so, non fa nulla. Essere stata amata (amata sul serio) deve significare qualcosa per me. Voglio che significhi qualcosa. Va bene anche solo provarci: posso sempre finire, a trent’anni, a vivere con mia madre. Purtroppo posso. Sono economicamente privilegiata, ed a breve avrò il più alto grado di istruzione possibile (?). Essere privilegiata deve arrivare a significare qualcosa. Qualcosa di buono, intendo. Sprecare il privilegio non è una scelta nobile: sono persuasa del contrario.
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