#spero passi o forse no
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se il mio orologio fosse un pochettino Più smart vorrei avesse modo di calcolare oltre alle calorie, ai passi, ai battiti, anche il mio livello di tristezza. credo che in questi giorni rasenterebbe l'apice della depressione, portandomi a piangere al telefono mentre lavoro, al supermercato in fila per pagare, in cucina mentre sto preparando un dolce, non so forse cacao amaro e lacrime è la nuova combinazione gourmet che mancava nella pasticceria italiana. alle 19.37 ho guardato l'orario mentre seduta continuavo a piangere e mi sono detta che avrei voluto tracannare tutti i farmaci che ho nella valigetta per non voler arrivare nemmeno a domani. mi ritrovo su quel pavimento, lo stesso di qualche anno fa a riflettere a tutte le cose che sono successe in questi giorni. sono devastata in ogni modo e maniera possibile. devastata come quella serie tv, non mi devastano però le domande ma le affermazioni, gli avvenimenti, le pastiglie di una terapia nuova che non riesco a reggere. dormo 4 o 5 ore per notte e mi hanno detto che sono troppe poche. ma voi vi siete mai sentiti come una discarica in mezzo al mare? perché così mi sento: in bilico costante tra l'essere e il percepire, non distinguere le gioia e la felicità da allucinazioni e paranoia. mi si chiudono gli occhi mentre il cuore rallenta, ho ricorso a vecchi metodi per non soffrire troppo. ma ce l'avete presente quel film che dice che il dolore esige di essere vissuto? io sono fatta di dolore, frammenti di ciò che rimane di un'esistenza finta, superficiale, orientata a scannarmi, prosciugarmi la testa di buoni pensieri per morire lentamente sotto i colpi di una frusta che doveva punirmi per non aver vissuto quel dolore intensamente come avrei dovuto. incatenata da me stessa e costretta ad ascoltare voci che non esistono, vedere cose che non ci sono, silenzi che parlano e vite parallele che vanno peggio di quella originale. mi si chiudono gli occhi, non per sempre, però spero abbastanza da passare l'inverno e immaginare che la mia discarica fatta di immondizia, lavatrici spaccate nemmeno Più buone per lavaggi del cervello, stracci di cuore e pezzi rotti di emozioni si riempia di fiori. ti ho amato con tutta me stessa come mai nella mia vita, spero tu abbia la pazienza di aspettare e starmi vicina mentre questo ammasso di detriti, brandelli di vita spezzata, polmoni triturati dall'asma troppo tagliente degli attacchi di panico e questo cuore guasto possano un giorno ricominciare a muoversi in sintonia per farmi tornare a respirare.
ti prego resta e abbi pazienza.
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Sarai per sempre la mia nana, la sorella che non ho mai avuto e che ho amato e amerò a vita nonostante tutto.
Non importa quanto tempo passi, quanta distanza ci sia tra noi in termini di spazio o di silenzi, io ti penso sempre e indosso con amore la nostra collana, i vestiti che mi hai regalato e il charm di hello kitty sulla mia borsa di Vivienne. Ti penso ogni volta in cui mi trucco o compro un nuovo libro. Mentre leggo prendo nota di ciò che avrei voluto raccontarti o di quello che so che ti interesserebbe, come una pazza. So che non ho mai sopportato vedere i libri sottolineati e pasticciati, ma non avevo idea di quanto fosse terapeutico e necessario evidenziare ogni minima frase in cui ti rivedi, fin quando mi sono ritrovata con così tanto da dire a riguardo e nessun modo per poterlo esprimere.
Io spero che non ti sfiori mai il pensiero che io ti abbia rimpiazzata. Amo la mia amica e penso genuinamente che Dio ci abbia fatte incontrare quando più ne avevamo bisogno, ma non credere che per me sia la stessa cosa che è sempre stata con te. E con ciò non voglio fare paragoni, ma semplicemente dire che sono due rapporti completamente differenti, e per quanto io possa amare tutti i miei amici, tu per me sei sempre stata molto, molto più di questo. Tu rappresenti un’enorme parte del mio cuore e sei l’unica persona al mondo in grado di capirmi e leggermi dentro senza che io debba tradurre ogni mio pensiero ed ogni singola emozione. Tu sei, tra tutte le persone, l’unica a parlare la mia lingua. E spero tanto che tu lo capisca, che questo non cambierà mai. Io ti vorrò sempre bene e anche se non mi senti e non mi vedi, io tifo per te tutti i giorni, prego per te ogni sera e non vedo l’ora di vederti raggiungere tutti i tuoi obiettivi e creare il futuro che desideri e che meriti, perché so che ce la farai ed io sarò qui a festeggiare per te anche da lontano, anche di nascosto.
“Hey nana, I still think about you every day” sempre e per sempre.
Non sai quante volte ho tenuto dentro tutti i miei problemi, le paure e le ansie perchè avrei voluto raccontarle a te e non ho potuto farlo.
Non sai quanto mi dispiace per averti ferita perché non era davvero mia intenzione.
Io lo so che infondo tu sei l’unica a capirmi davvero, per quanto io abbia provato a spiegare tutto ciò che ho dentro per anni a tutti gli altri nella mia vita, so che solo tu lo capisci davvero. E questo mi rincuora perché ho quantomeno la consapevolezza che qualcuno al mondo mi ha conosciuta e compresa, ed è un grande dono perché non tutti hanno il privilegio di poterlo dire.
Continua così, metticela tutta e vai avanti anche se sei stanca e ti sembra che niente stia cambiando. Ce lo siamo dette più volte, che la nostra natura creativa è un’arma a doppio taglio perché ci toglie spesso la motivazione quando le cose si fanno meccaniche. So com’è arrivare a sera sfinita perché hai dovuto fare qualcosa anche quando non ne avevi le energie. Io per prima sto facendo davvero dei sacrifici immensi per tirarmi fuori da tutto, per regalarmi una nuova vita e finalmente trovare il mio posto nel mondo, uno da poter davvero chiamare “casa”. Anche se credo di aver capito che “casa” è ovunque ci sia io, davvero, io non so perché mi isolo così, anche perché ci soffro. Eppure faccio le cose più grandi e cresco enormemente quando sono sola. Tutte le battaglie più difficili le ho superate da sola. Ho temuto per tanto tempo che questa fosse come una condanna, ho pensato che forse non sono fatta per stare con le persone, non sono fatta per amare e soprattutto per essere amata nel modo in cui avrei bisogno, con pazienza, comprensione e devozione. Ho pensato che forse i miei traumi hanno frammentato il mio spirito al punto da rendermi immune all’amore. Non ti nego che ogni tanto questi pensieri li ho ancora. Poi però cerco di ricordarmi che non tutto è colpa mia ed io non sono i miei traumi, e questi non definiscono il mio futuro.
Tutte le paure mi portano a respingere chi in realtà vorrei mi stringesse più forte degli altri. E questo è un gran problema da correggere. Io mi ricordo che me ne hai parlato anche tu, una sera mentre mi spiegavi perché ti rivedi in nana. Io non mi ero resa conto al tempo che anche io ho questo problema. E non so come risolverlo perché anche se il mio cuore è colmo d’amore, dalla mia bocca non esce una sola parola di più dal momento in cui mi rendo conto che dall’altra parte non vengo compresa a pieno, perché è come se avessi paura di lasciare quell’amore effettivamente nelle mani di qualcun altro, che potrebbe distruggermi se solo abbassassi la guardia.
Sto divagando. Sono stanca e ho un gran mal di testa, dovrei dormire. Domani vado a Zurigo per qualche giorno.
Comunque vorrei che l’universo ti facesse sapere che sì, ti penso e sì, mi manchi sempre, molto.
Non so se scriverò altro, per ora avevo bisogno di sfogarmi. Che Dio ti benedica, prego per te e per voi ogni giorno.
A presto nana
E vi amo davvero
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Ho letto ora il tuo post sul “dare forma alle emozioni” e lo trovo molto interessante perché ognuno ha un rapporto più o meno intenso con ciascuna delle proprie emozioni.
Io ti parlo della rabbia, quella che spesso fa paura e dicono consumi le persone, che cambia drasticamente il modo in cui agiamo in una frazione di secondo, la rabbia delle parole sbagliate, dei gesti impulsivi. io quella rabbia l’ho vista ed è lei che per più tempo ha guidato i miei passi, curato i tagli, fatto cessare i pianti. Eravamo bambini insieme, siamo cresciuti con lo stesso senso di giustizia ed è lei che mi ha insegnato a non tacere mai davanti a qualcosa che ritengo sbagliato, mi ha insegnato a dire la mia anche senza alzare la mano a far valere le opinioni di tutti e far emergere la voce di chi pensa di non avere un tono abbastanza alto. Lei è stata il caldo nei miei inverni, quando fuori c’era troppo freddo e le persone lasciavano la porta del mio cuore aperta ed entravano gli spifferi, tremavo dal freddo lo ricordo bene, ma ricordo anche il suo abbraccio che in qualche istante mi scaldò il petto e la schiena, poi smisi di tremare. Lei è stata il vento che portava via le mie lacrime, la mano che stringevo quando stringevo i pugni delle mani fino a sanguinare, è stata la mano tesa per rialzarmi e l’incudine su cui il mio pessimo carattere venne forgiato giorno dopo giorno. Vorrei andare avanti, ma posso anche fermarmi qui, ringraziandoti per avermi dato modo di parlarti di lei, una bambina, una ragazza e forse ora donna, ma l’unica compagna che non mi abbandona, mai.
Chiunque tu sia, se mai leggerai questa risposta…
Per prima cosa ci tengo a ringraziarti per aver condiviso con me questo tuo pensiero, il tuo modo di vedere le cose e un pezzetto della tua vita. Ciò che posso dirti è che mi spiace che la tua vita e soprattutto la tua infanzia siano state guidate da un’emozione così forte e logorante come la rabbia, nessun bambino, ragazzo ed essere umano merita di crescere così. Sei stato forte nel trasformarla e a non usarla nello stesso modo che era stato riservato a te e ti assicuro che non è cosa da poco e soprattutto da tutti riuscirci. Quello che ti posso augurare da ora in poi è la felicità e magari anche un po’ di calore in più nella tua vita. Sappi che all’inizio spaventerà da morire perché penserai che è un tranello, che c’è qualcosa sotto e che non meriti ciò che ti sta accadendo ma non è così. Ancora più della felicità, ti auguro la pace, lo star bene a prescindere che sia da solo o con qualcuno e dí sentirti completo. Infine ti auguro la forza di guardare indietro con il sorriso a tutto ciò che ti è accaduto e dí ringraziare quel bambino, perché in un modo o nell’altro, ti ha fatto diventare la persona che sei.
Buona vita e spero che in essa, d’ora in poi, splenda un po’ di più il sole, e se così non dovesse essere, spero tu possa diventare il tuo stesso sole
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Ogni tanto penso a quel verso di una canzone dei Fleet Foxes che fa: "Into town one morning I went / Staggering through the premonitions of my death" e penso ecco, questo è quello che faccio da un po' di tempo a questa parte, barcollo tra le premonizioni della mia morte.
Io me lo vorrei spiegare come funziona il mio cervello, ma non posso, non so e poi, in definitiva, non voglio. M'accontento il più delle volte, e quando non lo faccio darei a fuoco l'universo intero.
Spesso capita di fantasticare su quale superpotere sarebbe bello avere, o su quale opportunità: il governo del mondo intero; la capacità di far sparire ogni crimine, o distruggere tutte le armi in un momento; il potere di controllare le menti; il potere di convertire tutti al bene. E ogni volta, queste fantasticherie mi portano a una conclusione, ad una soltanto: ne abuserei, e diventerei una calamità per l'intera umanità.
Ho preso il me-ombra a braccetto, e l'ho portato a fare due passi, e ho perso il conto di quante volte ci siamo scambiati di posto. Non sono io, è il mondo; non è il mondo, è la vita. Non è la vita, sono io. C'è uno specchio che riflette perfettamente un altro specchio e a starci in mezzo vengono dei bei capogiri; ma non vengono, quando si è lo specchio. Quale dei due? Non conta, o forse non ha neppure senso chiederselo.
Forse devo fare ordine, ogni tanto, nel mio palazzo mentale, e magari quell'ordine si rifletterà anche al di fuori.
Domani, spero sia bel tempo.
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Buon pomeriggio, Kon. Spero, con questo messaggio, di non violare la regola numero 7. La salute di mia madre è in peggioramento da quando, un anno fa, ha perso sua madre. Non si occupa più di sé stessa, non c'è modo di portarla da un dottore per un controllo o le cure di cui necessita. Ho parlato con il suo medico di base e mi pare abbia liquidato la situazione: non è un pericolo, lasciala fare. So che esiste il libero arbitrio e non la posso portare di forza, però vederla in queste condizioni è sfinente sia perché è mia madre (nonostante mi odi mi sento responsabile di restituire le cure che ha avuto per me) sia perché alcuni suoi comportamenti sono verbalmente violenti ed alla lunga difficili. Però ho l'impressione di aver percorso ogni strada possibile, e mi sembra che l'unica opzione, quello che dicono tutti con i quali ho parlato, sia di lasciarla in balia di sé stessa e che essendo sua figlia troverò il modo di farmi ascoltare e farla stare meglio. Mi sono giocata il lupo nero, quello bianco, tutto il pack, mi sento come Gandalf bloccato davanti all'ingresso delle miniere perché non sa come entrare. Sono biologicamente sua figlia (sentimentalmente no) ma questo non basta, non ho i mezzi per farla stare meglio. Mi chiedo se dovrei rispettare il suo desiderio e lasciarla così, come dicono tutti.
Grazie.
Se senti di aver percorso tutte le strade possibili, allora... siici senza esserci.
Non conosco tua madre né la sua e le vostre storie, però lasciarle vivere la sua vita non esclude che tu non possa far sentire la tua presenza in modo discreto.
A volte le persone hanno bisogno di non avere bisogno di qualcuno che sia lì fremente e pronto a intervenire... molto spesso hanno la necessità di un loro spazio privato per sentirsi miserabili e inutili, forse anche buttarsi via ma sono sicuro che nel momento del vero bisogno - che non è quello che presuppongono e prevedono gli altri - tua madre possa accorciare le distanze e farti rientrare nella sua vita.
E intanto comincia a elaborare il distacco, quello definitivo, che prima o poi si verificherà.
Non lasciare nulla di intentato ma colma i vuoti che non ti permettono di lasciarla andare in modo sereno, perché sentire di dovere qualcosa a qualcuno non è il pagamento della cambiale di un prestito affettivo ma tenere per un po' il passo accanto a quella persona dalla quale hai avuto e restituirle in cambio la tua presenza, anche silenziosa, finché le strade non si separeranno perché i passi diventeranno troppo diversi per poter continuare assieme.
Buona fortuna e non temere, alla fine ricorderà e ti riconoscerà.
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Questi giorni sono tanto assurdi quanto intensi, e di fuoco. E direi anche letteralmente visti i gradi di oggi. Domani danno 40 gradi e ciò vuol dire che a lavoro ne percepirò 50° così che la mia faccia si possa sciogliere davanti a mille mila persone e risultare sicuramente decente. Bene così!
Tra le altre cose non so se sia il contraccettivo o altro ma mi sento un sacco sensibile, quasi fragile e davvero a volte non so come comportarmi. Tanti episodi, parole, che sento scottare sulla pelle e questo mi rende molto confusa...spero passi
In questi giorni di fuoco però ci sono state parecchie coccole, soprattutto ieri, e quindi forse dovrei concentrarmi su questo, su ciò che mi ha fatto stare bene e su chi al momento ci sta provando e riuscendo. È che penso di aver paura, di farmi ulteriormente male, di ripercorrere gli stessi passi, semplicemente con qualcun altro al mio fianco e non so se la mia testa potrebbe reggerlo. È che con S in questi mesi, il mio cuore è stato praticamente inglobato, inghiottito e non so se riesca davvero a ricominciare. Suona stupido e patetico ma prima è bastata una foto per farmi tentennare, pensare e lacrimare, aver dubbi su quanta verità conosco, e poi ho deciso di spegnere il cervello, che questa era una vera e propria auto tortura ed invece dovrei pensare a ieri, ai momenti così dolci e quasi irreali, a quello che è successo che la mia testa ancora deve realizzare e con 11 ore di lavoro non l"ho potuto ancora fare. Prendermi il tempo. Ripercorrere quelle mani e quel corpo, che al mio risveglio c'erano ancora.
#pensieri#sabato#sono le 22 e 23 ed a me paiono le 4#questo è il livello di stanchezza#dov'è la notte brava?#forse è davvero questo saliscendi di emozione#che mi fa sentire#cosi emotiva
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Come un Colloquio di Lavoro
Stamattina stavo pensando a come le persone entrano ed escono dalla nostra vita con velocità, con facilità anche. Non sai mai chi incontrerai girato l’angolo, o se ti siedi a quel bar, o se passi in quella strada. Migliaia di rette parallele che anche solo per un secondo sono destinate ad incrociarsi. La verità è che siamo tutti, o almeno io, alla ricerca di una retta non così parallela, ma che mi si sovrapponga e mi accompagni.
Credevo di averla trovata, ma siamo stati destinati anche noi a sfiorarci per un attimo o due. È curioso come, quando una persona entra nella tua vita e tu le fai prendere tutto lo spazio possibile, riesce ad uscirne nello stesso battito di ciglia con cui è entrata.
Ogni volta che mi ritrovo in questa situazione, che ahimè mi è capitata più volte di quante io ne voglia davvero accettare, mi rimbomba sempre la stessa domanda nella testa: siamo davvero così sostituibili? Ci vuole davvero un attimo, un giorno, una serata e una chiacchiera per cancellare tutto quello che c’è stato, tutto quello che ci siamo dati, e rivolgere le nostre attenzioni ad altre persone?
Ci pensavo ieri sera mentre sentivo gli altri parlare: non ho potuto fare a meno di estraniarmi. Una frase detta male, nel momento e nel contesto sbagliato, mi ha portato inevitabilmente a pensare a lui. Mi ero ritrovata, forse un po’ per volontà mia e un po’ perché la vita sta certamente cercando di dimostrarmi qualcosa, in una conversazione dove nemmeno volevo stare al cento per cento. Ad ascoltare chiacchiere inutili, sapendo che queste persone non le avrei mai più riviste. A chiedermi, effettivamente che senso ha tutto questo? E dove può portarmi?
Quando siamo lì fuori, e siamo soli, ci sentiamo come in vetrina: indossiamo quello che per noi è il nostro abito migliore, e speriamo di fare una buona impressione. Diventa un vero e proprio colloquio di lavoro: in due minuti abbiamo spiattellato il nostro curriculum a qualcuno che ci sta ascoltando per gentilezza, non perché gli interessa davvero, e cerchiamo di fare colpo sciorinando i nostri pregi e le nostre abilità (pacchetto office incluso).
Ecco cosa mi manca, ecco cosa bramo e cosa spero di riuscire ad ottenere un giorno nella vita: guardare quella persona con la consapevolezza di sapere tutto, con la complicità che si crea quando diventate casa l’uno per l’altra. Senza necessità di presenziare a colloqui per posizioni che non fanno per me. La consapevolezza di aver trovato il mio ‘posto fisso’.
#amore#testo#vita#riflessioni#nostalgia#relazioni#pensieri#frasi italiane#frasi amore#like#likeforlikes#likeforfollow#tumbrl#tumblr italia
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La Repubblica del Silenzio
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Ho conosciuto Asia (@ninivenemesis) online un po’ di tempo fa. Lei è lombarda, io pugliese, ma se potessimo figurarci la suddivisione animica dell’umanità in due placche di Terra spaccate, io e lei sappiamo che abiteremmo sulla stessa.
Mi ha detto che sarebbe scesa in Lucania insieme a Giacomo Castana (@prospettive.vegetali) per il Naturalmente Tecnologici festival, a Bosco Coste, Grottole. Non sono una frequentatrice di queste formalizzazioni di incontri, ma Giacomo avrebbe portato, assieme ai suoi racconti, i suoi strumenti per dar voce all’energia delle piante. Volevo fare qualcosa di bello insieme ai miei fratelli, uno studioso di scienze naturali, l’altra di musica e percussioni. Mi è sembrata un’ottima idea.
Il festival si è rivelato una sorpresa anche per l’incontro con Anna Albanese, che ha portato alla luce la storia di Michele Mulieri, già raccontato nelle pagine di Rocco Scotellaro, e della sua Repubblica dei Piani Sottani. Anna, in quanto lucana e laureata in Storia e Civiltà Europee, ha recuperato i testi andati perduti del Mulieri e della sua repubblica autonoma che non vedo l’ora di leggere nel dettaglio, perché il racconto della sua personalità, tra l’anarchico assoluto e il piùcchecittadino, ha subito risuonato con la mia attitudine e le mie domande/risposte su come vivere e far vivere questa terra che già dal 1950 - tra conseguenze della riforma agraria, asprezza del territorio, inadempienza delle amministrazioni - sembra tornare sempre più o meno sui soliti punti critici: difficoltà di impresa, polarizzazione sociale, sfruttamento del territorio, esportazione della forza lavoro, necessità di protezione, e quindi, di indipendenza.
Ne è conseguito un dibattito spontaneo con i partecipanti, tutti già sintonizzati sulle stesse frequenza, riguardo una serie di temi correlati alla storia di Mulieri che spaziano tra passato e presente, dal brigantaggio postuintario, all’illusione del mito borbonico, alla figura di Carmine Crocco, alla ricorrente domanda sul senso di attingere o meno ai fondi regionali, statali ed europei, che Mulieri ha affrontato prima di noi, e per noi deve essere un punto di partenza.
Ecco perché il Mulieri mi è già d’ispirazione, e spero di poter portare a frutto questa ricerca anche per voi che mi leggete, perché lo sia anche per voi. Non provo tensione per una risposta, perché il silenzio che ho vissuto nel resto del giorno mi ha ricordato che processo è sempre più rilevante del successo. Riconoscere che i propri obiettivi siano parte di un puzzle più grande della propria linea temporale assegnata, e che quindi la soddisfazione personale derivi dal riconoscere qual è, in questo puzzle, il proprio scopo, è una consapevolezza interreligiosa e che viene dalla Terra. Ed è qui che viene a galla il mio interesse per l’esperienza di Asia, ricercatrice spirituale, e Giacomo, che da tempo è in ascolto delle piante.
Nel resto del pomeriggio infatti, io, Asia, Giacomo e i miei fratelli ci siamo persi nel sentiero di Bosco Coste. Mentre meditavo sulla potenza della Repubblica dei Piani Sottani, nonché sul suo malinconico destino mitologico (ancora per adesso), Giacomo e Asia hanno fatto suonare delle piante per noi, accompagnandoci nella meditazione con passi e parole lenti, con la raccolta di ciò che la terra ci regala con l’intento di realizzare un mandala; mettendoci in attesa, e in silenzio, aiutandoci a prendere confidenza con esso.
Non sempre le piante a cui abbiamo dato voce hanno deciso di cantare per noi. Non abbiamo chiesto niente più di ciò che loro volevano darci. Forse, in questi silenzi, abbiamo sentito anche il peso di un certo sguardo di giudizio, che abbiamo letto come un invito a smettere di cercare qualcosa dall’esterno. Non è sempre necessario che la tecnologia ci aiuti a superare i nostri limiti umani per capire il nostro posto nel mondo. Una pianta ha in sé tutta la saggezza che possiamo già percepire con gli occhi e con le mani senza dover per forza trasformare, con dei sensori, gli impulsi elettrici in musica. E questo, al di là delle implicazioni strettamente personali ed emotive, credo che possa riassumere in poche parole quella che credo essere la mia posizione su progresso tecnologico, in uno scambio dicotomico costante con un'idea di progresso che abbraccia tutto, non solo la tecnologia. In mattinata, dopo aver seguito un workshop sul design sostenibile ho sentito la mancanza di un punto fondamentale nel pensare nuovi mondi e nuove tecnologie oggi: la decrescita. Che non è solo rallentare, non è solo conservare il conservabile. E’ un’idea che ho ritrovato solo in alcuni blog d’ispirazione kackzynskiana, ma con immaginario vagamente solarpunk, escludendo la violenza del manifesto contro la società industriale. In nessuna delle tavole rotonde a cui mi capita di presenziare (vuoi per curiosità, vuoi per speranza) che sono la base dell’economia verde di oggi, sento ricorrere questa idea. C’è la paura che la decrescita porti alla morte, alla perdita di possedimenti, materiali e spirituali, alla perdita di possibilità, alla solitudine. Non ho mai sperimentato niente di più falso da quando ho deciso di applicare questo concetto al mio percorso di vita.
Ora, non pretendo di divulgare queste idee con l’idea che tutti siano nelle condizioni di potersi permettere qui, e ora, l’inizio di una serie di rinunce (perché è di questo che si parla quando si parla di decrescita). Ma il Mulieri, che con la sua benzina venduta a mano stava a un bivio dove passavano tutti, e che mandava lettere di sfida ad Enrico Mattei, comunicava con le istituzioni, o andava a Roma incontrare un altro anarchico, non mai ha rinunciato alla rete per arrivare fino a noi oggi. Anche dove sembra che anche chi lotta sia in qualche modo vittima dello stesso sistema che combatte, diventando potenza reattiva, o generatore di disordine sociale, esiste in realtà una rete di persone che fa del silenzio il suo motivo di coesione. Chi lo tradisce è fuori.
#basilicata#grottole#michele mulieri#repubblica dei piani sottani#eni#naturalmentetecnlogici#prospettive vegetali
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Giovedì 20 luglio ore 11:53 *
Stamattina fa parecchio caldo.. ventilatore a palla e via..Sono sdraiato da ore sul divano senza far nulla, col gatto, a pensare, a cercare di mettere in ordine il macello di pensieri che ci sono qui dentro
Che sto di m si vede lontano un miglio perché potrebbe pure crollare il palazzo ma io da qui per oranon mi muovo, non riesco a fare nulla se non a scrivere qui.. non riesco a non pensare a certe cose magari giocando alla play o svagandomi con qualche serie, la TV o magari giocare al computer. Quando è così per me bisogna solo aspettare che passi..
È che mi da fastidio far star male una certa persona perché in tutto questo comunque è l’unica che si salva, che mi ha salvato è l’unica e basta perché chissà come ma in qualche modo ha visto in me quella persona che invece io non vedo da tempo e non so come ringraziarla per questo perché solo con la sua presenza ha reso tutto migliore compreso me stesso e io vorrei solo fare lo stesso mentre ora ci ripenso costantemente perché l’errore è stato mio,
Cosi imparo, lei fa solo del bene e mi sta vicino da quando ci conosciamo, mi supporta e soprattutto sopporta sempre mentre io nonostante voglia far lo stesso a volte mi ritrovo a fare il coglione così solo perché non ci penso subito a causa del triglione di difetti che mi ritrovo😪 mi dispiace e voglio cambiare la situazione mia e generale per tornare a stare bene, a stare anche meglio di sempre
Pensiero mio attuale :”Semplicemente bisogna solo che io nonostante l’aiuto che vorrei dare (e ricambiare)pensi prima a ciò che impulsivamente mi viene da dire (e magari evitare di parlare a volte o meglio rassicurare e bo ) perche la mia opinione spesso e volentieri è errata o non richiesta e nonostante io la dica solo per aiutare viene fuori il contrario poi ed è visto come presa di posizione anche se non lo è per nulla, quindi ..basta che io conti almeno tre secondi tra me e me prima di rispondere (ogni volta ) così capisco il da farsi e si evita anzi spesso ci si aiuta e si sta più sereni o almeno ci si prova entrambi sentendosi meglio “
12.15 Stavo pensando magari di disegnare o cucinarmi qualcosa per impiegare il tempo anche se invano perché quando sei incazzato con te stesso certe cose passano in secondo piano e la fame praticamente regredisce al punto zero ma fortunatamente ho una gatta (sì ora ho una gatta cucciola che ho preso un mesetto fa o poco più vicino a casa di mio padre ma la storia magari la racconterò in un altro post) e devo alzarmi per forza a darle da mangiare e magari adesso che ci penso a prendere le pastiglie per le mie gambe subito dopo… Poi chissà mentre faccio cose tornerò a devastarmi con i pensieri e rimproverarmi di cominciare a fare come pensato già da subito e per le volte che verranno magari mentre faccio cose in casa che serve sempre😂 anche se gli unici pensieri che mi vengono in questo momento sono insulti a me stesso per il coglione che sono stato obbligandomi a smettere con limpilsivita di merda. può essere pure che scrivere qui non aiuti (non credo) ma almeno mi sfogo.
14.32 Magari cucino qualcosa da mettere via poi o vado a fare un giro e a leggere qualcosa.. anzi ora che ci penso inizio a farlo qui a casa cercando di tranquillizzarmi magari dopo i lavori che ci sono da fare ecco (poi magari faccio tutte altre cose ma almeno mi svago un po’ mentre imparo a fare meno l’impulsivo del ca).. scusate ma mi snto veramente male ogni minuto che passa di più perché mi sono reso conto da subito, so che è colpa mia e non l’avrei mai voluto.. detto ciò spero si risolva tutto al più presto
15.03 Magari scriverò dopo o sera 🤷🏻♂️ o magari chissà quando boo, a presto a buon tutto a tutti
Ore 15:15* Pardon per il tempo perso ma nonostante siano passate ore sto cercando ancora di mettere a posto tutto ciò che ho scritto perché da che mondo è mondo ci sa che io non li so fare i discorsi e vabbè avrò altri pregi forse😂
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Una vecchia lettera che scrissi tempo fa all'amore MIO...Voglio regalare solo a te tutte le mie parole, perché è solo a te che io voglio dedicare tutta la mia vita. Mi piacerebbe dedicarti ogni sorriso, ma sarebbe inutile, perché ogni mio sorriso, sei tu. Mi piacerebbe dirti quanto è meravigliosa la vita, ma sarebbe inutile, perché l'unica meraviglia, sei tu.
Mi piacerebbe dirti un sacco di cose, ma quando ti guardo capisco che già i tuoi occhi mi stanno dicendo tutto ciò che c'è da dire. Però una cosa l'ho imparata: con te anche condividere il silenzio sa diventare qualcosa di speciale.
Vuoi sapere se mi sono mai chiesto se fossi quella giusta per me? Sì, tante volte. Ma restando al tuo fianco, ho capito che non esiste la persona giusta, esisti tu e tu sei la persona che io amo, e che solo noi possiamo scegliere con chi vogliamo stare. Io ho scelto te, ti ho scelto senza rendermene conto, quando per la prima volta ho visto i tuoi occhi avevo già scelto ogni tuo sguardo. Mi appartenevi ancora prima di entrarmi dentro. Mi appartenevi e ogni cosa di me, era ed è tua.
Sei entrata silenziosamente nella mia vita, ma il rumore dei tuoi passi lo sentivo nel cuore.
Adesso io devo tutto A TE.
A te che mi ami e sai lasciarti amare. A te che che mi hai permesso di entrarti dentro, a te che mi hai fatto spazio nella tua vita, a te che hai messo me prima di ogni cosa, a te che non ti sei tirata indietro difronte alla parte peggiore di me, a te che io devo TUTTO.
Gioia, felicità, speranza, dolore, coraggio, forza.
Sono sentimenti che ho potuto provare grazie a te, perché grazie a te io ho capito di essere vivo, E prima di incontrati, prima di sapere che tu esistessi, io non sapevo cosa significasse vivere col sorriso sempre addosso. Il mio sorriso è l'unico posto in cui so sempre di poterti trovare, e se ho sorriso, vuol dire che anche oggi tu ci sei stata E prima di incontrarti non credevo di avere un cuore capace di provare ancora amore, oggi so di averlo, perché quando tu sei al mio fianco, lo sento pulsare come se fosse la prima volta, come se tu riuscissi ad esserne ogni singolo battito. E quando ti dico “ti amo”, ogni singolo organo, ogni singola parte di me sta provando quel sentimento.
Si amore, credo tu l'abbia capito.
IO TI AMO.
Per tanti di quei motivi, fin troppo numerosi per essere elencati. Oggi voglio dirti che ti amo perché stai ad ascoltare e forse sei l'unica persona che sia mai riuscita a farlo così bene.
Probabilmente la cosa più bella che possa capitare nella vita è avere al proprio fianco qualcuno a cui raccontare le giornate, con cui potersi sfogare quando ci si sente soffocare dentro dalle ansie e dalle paure. E io di paure ne ho tante, tu lo sai. Lo sai non soltanto perché mi conosci, ma soprattutto perché sai comprendermi, comprendi i miei occhi quando vorrebbero affogare nelle lacrime, e comprendi perfino quando il mio tono di voce diventa sottile quando sono triste o sto male per qualcosa. Io non sono mai stato bravo d apprezzarmi. Ho sempre avuto paura di me e di ciò che non sarò in grado di diventare. Ecco perché con te è diverso, con te io so essere ME stesso, perché so che in qualunque modo io sia, i tuoi occhi non smetteranno mai di vederti come la più bella tra tutte…o almeno spero!
Ti amo anche perché quando sbaglio, tu sai correggermi e cerchi di farmi fare sempre la cosa migliore.Ti amo perchè sai farmi tornare a stare bene, anche quando mi sento perduta. Ti amo perché sei il sorriso che mi coloro sempre addosso. Ma più di tutto ti amo, perché attraverso te, so amarmi un po’ anche io.
E per un ragazzo pieno di insicurezze, debolezze, paure e incertezze come me, l'amore è TUTTO. TU SEI TUTTO!
Quando ti guardai per la prima volta, capii di non avere più niente da cercare. Perché ciò che c'era davanti ai miei occhi era tutto ciò che aspettavo.
Stavo aspettando quegli occhi con cui guardare la vita.
Stavo aspettando quelle mani che mi raccontassero.Stavo aspettando quelle labbra che mi riempissero.
Stavo aspettando quei baci che sanno di felicità.
Stavo aspettando l'amore, senza nemmeno cercarlo.
Io stavo aspettando te.
Tu eri solo da incontrare.
‘Eri solo da incontrare, ma ci sei sempre stata
Sai, prima di incontrarti non ricordo nemmeno cos'ero.
Non ricordo come passavo le giornate, cosa facevo o a chi pensavo.
Io ho iniziato a vivere probabilmente il giorno in cui ti ho incontrato, non rendendomene conto che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata completamente e per sempre.
Prima di incontrarti non so nemmeno per cosa ridevo.
Ho iniziato a sorridere nel momento in cui sei diventato tu il mio sorriso.
Tu sei stata la luce. Tu sei stata il principio a tutto. Tu sei stata la cura ad ogni ferita. Tu sei stato il sorriso dopo le lacrime.
Non c'è giorno, non c'è ora senza che io ti abbia tra i miei pensieri.
Vedi perché tu ci sei sempre stata dentro me, in ogni mio gesto, ogni mia parola. Tu mi hai cercato mi hai cercato talmente forte che alla fine mi hai trovata.
Ora sei qui, a rendere migliore ogni singolo giorno della mia vita.
Ho bisogno di te. Nella mia quotidianità. Ho bisogno di te che sei il vero amore. L'amore magico che tutti sognano, ma che solo io ho trovato. Non sarei nulla senza te..sarei debole, inutile, privo di amore
Non credermi mai forte da sola, perché non so esserlo senza di te.
Quando sei al mio fianco mi accorgo di quanto so essere forte, perché l'amore è forte e anche quando credo di non potercela fare, quando penso che non ne valga la pena, mi vieni in mente tu, tu che ci sei, tu che ne vali la pena. Quando sei al mio fianco mi accorgo di quanto mi sia a semplice sorridere, perché dentro ogni mio sorriso ci sei tu, e se ci sei tu, io so di essere forte.
Quando sei al mio fianco mi accorgo di quanto so essere capace di sentirmi ‘bello’, perché i tuoi occhi vedono solo me, o almeno lo spero.
Quando sei al mio fianco mi accorgo di saper essere me stesso perché con te non ho paura nemmeno 'a essere’ la parte peggiore di me.Vedi, tu mi hai accettato, mi hai preso e mi hai tenuto con te, mi hai amato quando amore intorno a noi sembrava non essercene più, mi hai amato perché hai creduto in me, più di quanto io stesso riuscissi a fare, perché noi due siamo l'amore che sa esserci, che sa farsi male e che sa guarirsi, l'unico per cui ne valga la pena.
Pensaci amore mio, a quanto è meraviglioso tutto questo già che ci sei, pensa a quante persone ci sono nel mondo.
Pensa a tutti i sorrisi.
Pensa a tutti gli occhi.
Pensa a tutti gli abbracci.
Pensa a tutti i baci.
Pensa a tutti le lacrime.
Pensa a tutti i dolori.
Pensa a tutte le carezze.
Pensa a tutte le mani.
Adesso smetti di pensare. IO HO SCELTO TE!
E così sarà, per sempre. TUTTA LA VITA che io passerò ad amare te, solo te!
Sarai lo specchio in cui guardarmi. Mi rifletterò in te..sarai gli abbracci, la sicurezza. Sarai l'amore, i baci.
Sarai quel che sarai, perché io ci sarò. A riempire ogni attimo tuo, con un 'noi’ che non finirà mai.
Te lo prometto amore mio, ti prometto tante cose e vorrei tu capissi l'importanza delle parole che ti sto dicendo.Delle promesse che ti sto facendo.
Delle sicurezze che ti sto dando.
Vorrei che tu capissi che sono uno a cui da importanza a ciò che prova, che non lo da per scontato , che non se ne dimentica, mai.
Vorrei tu capissi che ti amo e che non me ne dimentico mai.
Neanche quando discutiamo per mezze cose, si perché capita spesso. Ma l'amore non è bello se non è litigarello e poi perché abbiamo sempre un motivo per far pace, L'AMORE.
Sarà che a noi , o per me , l'idea di essere divisi, del 'non essere insieme’ fa così paura che non voglio staccarmi nemmeno un attimo!E mettiamo caso qualcosa vada male, non riuscirei mai a sopportare il fatto di averti lontano, dimenticare il modo in cui sorridi, o il modo in cui ti guardi attorno.
Riuscirò mai a dimenticare la tua voce? Perché se chiudo gli occhi riesco ancora a sentirti che mi parli, con i tuoi ‘ciao amore’, con la tua voce, di cui saprei riconoscere tutti gli accenti, le pause, che ascoltarti parlare era come sentire la mia canzone preferita.
Nom riuscirò mai a dimenticare quanto eri bella quando ti vedevo arrivare in macchina, da lontano, con la sigaretta tra le dita.
Non credo che riuscirei ad immaginare il mio futuro senza te, perché ormai io immagino te in ogni cosa che faccio.
Ti chiedo solo alcune cose indispensabili.
Resta con me.
Anche se non è facile, lo so, ma tienimi!
Non ti dico che sarà facile, ma provaci lo stesso.
Sarò lunatico, confuso, incazzato, rompi palle, e potrei andare avanti all'infinito. Magari saranno di più i momenti in cui litigheremo rispetto a quelli in cui faremo l'amore, ma non fa niente.
Sarà meglio un mio bacio al mattino al posto del caffè, il mio letto sarà più freddo di tutti gli altri, in modo tale da poterlo riscaldare con il calore del tuo corpo che si unisce al mio, anche solo per un abbraccio.
Ti assicuro che ne vale la pena, lo giuro! Anche se dovrai venirmi a prendere ogni volta dopo che dico “basta”, ma che poi basta non è mai, anche se dovrai ripetermi una cosa cento volte prima che io la capisca, anche se ti tratterò male. Non ti dico che sarà facile stare con me, anzi, però ti sto chiedendo di provarci almeno, perché ti prometto che il mio peggio lo amerai e non potrai farne più a meno, te lo giuro.
Immagina il per sempre, immaginalo qui, con il tormento, con le risate, con il mare, il sole, il vento.
Se riesci ad immaginarlo, se ti piace quello che vedi, allora sceglimi, prendi me!
Prendi questo disastro che hai di fronte e amalo ogni giorno come se fosse il primo e l'ultimo!
Ho bisogno del tuo amore, solo con questo riuscirò ad essere un po’ meno rompi palle, un po’ meno sbagliato.
Solo resta con me.
E in fine Ti ringrazio per tutte le volte che mi hai sorriso, facendo sorridere anche me.
Ti ringrazio per aver stretto le mie mani, che senza di te sarebbero rimaste vuote e fredde.
Ti ringrazio per avermi fatto crescere, capendo l'importanza di una promessa, di un gesto, di uno sguardo, di una carezza.
Ti ringrazio per esserti preoccupata per me. Per avermi chiesto come stavo con vero interesse.
Ti ringrazio per ogni bacio sul collo, abbraccio, parola dettata dall'amore.
Ti ringrazio per avermi fatto sentire importante per qualcuno, amato e voluto bene, facendomi dimenticare tutto quello che mi spaventava.
Ti ringrazio per aver riempito il vuoto dentro di me.
Ti ringrazio per ogni singolo momento di felicità che mi hai regalato.
Ed infine, ti ringrazio per avermi donato una ragione per la quale vivere.❤..lettera al mio primo amore.grande..Roby.
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Vorrei dirti addio mi basterebbe solo stringerti un ultima volta guardarti negli occhi, ma ciò non accadrà più mi sarebbe piaciuto farti sentire cosa diceva il mio cuore invece delle mie parole ti volevo felice e speravo che allontanarti sarebbe servito ma io vorrei essere felice insieme a te avrei voluto condividere tutto, ma io non so cosa sia la felicità se non qualche ricordo di noi insieme solo adesso capisco che non saresti stata bene con me io potevo solo trascinarti nell’abisso con me quando ti sei innamorata di me vedivi un uomo migliore di quello che sono perché in realtà l’uomo è solo la mia maschera , dentro sono un mostro una bestia e ora che ho perso la mia bella resta solo la rabbia la disperazione la stanchezza l odio verso me e tutti gli altri questa sensazione di voler solo la morte per non sentire più niente dentro il male mi fa solo più male oramai sono passati più di 2 anni e io sono rimasto qui fermo col mondo che va avanti e mi lascia alle sue spalle vorrei parlarti ancora un po’ vederti e sentirti parlare vorrei che mi dicessi che stai bene che hai un lavoro è una tua casa spero che Atena stia bene e che ora i tuoi incubi ti lasciano dormire la notte eppure non posso farlo non voglio farmi odiare ancora di più da te non voglio essere per te sono un fantasma lontano non lo saprai mai visto che non puoi leggere questo blog ma non ho mai smesso né mai smetterò di amarti ogni volta che sulla mano rileggo quelle 5 lettere so che oramai sei lontana ma eri la mia ohana e lo resterai sempre vorrei che fossi tu l unica presente al mio funerale perché so che al epoca tu eri l unica ad amarmi e preoccuparti e mi dispiace se non mi sono mai fatto vedere al fegato ma se anzi o continuato a bere ma volevo solo che fosse tutto più veloce mi sarei dovuto operare ma la verità è che sono troppo codardo per farla finiti e così preferisco lasciare che il tempo mi finisca senza sapere quando di preciso e adesso che sono così vicino mi rendo conto che tu non ci sarai forse nemmeno lo saprai mai e forse è meglio così mi vergognerei troppo a saperti lì aslan e oramai l unica fonte di calma e amore ma manchi anche a lui e io non sono abbastanza per stargli dietro e così deludo anche lui avvolte ancora mi escono le lacrime anche se poche e secche ripenso a tutti gli orrori passi penso a quelli che dovranno arrivare oppure a tutte le volte in cui avrei potuto svoltare la mia vita ma sono stato troppo debole per farlo come sono stato troppo debole per porvi fine. Non so più quante volte penso alla morte ogni giorno e parte di me oramai vorrei fuggirle scappare lontano e cambiare vita forse un sogno sciocco sicuramente sarebbe immeritato perché uno come me non potrà avere redenzione non da se stesso perché io so cosa sono e non vorrei esserlo ecco perché non posso scriverti direttamente so che probabilmente prenderei solamente insulti ma se così non fosse mi daresti una spinta a restare e resistere ecco perché anche se lo vorrei più di ogni cosa non potrò guardarti o stringerti a me perché mi porteresti via questa voglia di andarmene e ora come ora vorrei solo non sentire più nulla non posso permettermi di continuare non posso più vivere questa vita e non posso dirti addio ma finché sarò qui continuerò a scrivere ogni pensiero e chissà che un giorno tu non legga queste frasi e magari per poco un istante ti ricorderai di me solo cerca di non ricordare solo il mostro cerca di ricordarti anche di me Alice perché io mai dimenticherò
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Il 2024 di Please Another Book
Il 2025 è iniziato da qualche giorno e io sono qui a chiedermi dove sia finito il 2024, che fine abbiano fatto tutti quei mesi di passi avanti, sacrifici, ansia e soddisfazione che mi sono scivolati dalle mani con la velocità del fulmine. Più ci penso più per me è strano realizzare che nell'età adulta il tempo vola, e diventa difficile afferrarlo e razionalizzarlo. Come sia possibile che sia scoccata la mezzanotte su un nuovo anno proprio non me lo so spiegare.
Il 2024 è stato un anno che mi ha sconvolto sotto molti punti di vista e che mi ha dimostrato quanto io riesca a cavarmela da sola. L'immensa idea di essere una persona indipendente che non chiede aiuto se non quando è proprio completamente messa alle strette, è più reale di quanto immaginavo. Avevo degli obiettivi per il 2024 e credo di essere riuscita a realizzarli. La conquista più grande sicuramente quella di avere un posto tutto mio in cui vivere, da piangermi e godermi da sola, ma che nessuno, in teoria può portarmi via. Tornare a "casa mia" in un modo che prima non potevo fare completamente, ha rivoluzionato il mio modo di pensare. Stento ancora a crederci, ma ce l'ho fatta. Capire come funzionano certe cose burocratiche, la ricerca ossessiva a pochi passi da dove ho vissuto negli ultimi otto anni, avere a che fare con tecnici e maestranze, avere l'ansia per qualsiasi cosa è diventato un po' più facile e un po' più difficile allo stesso tempo.
Nel 2024 non mi sono fermata neanche con il percorso che mi ha permesso non solo di perdere peso ma che ha cambiato completamente anche il mio approccio alla vita. Mi sono sempre considerata una persona pigra, che preferiva stare sul divano a leggere o oziare e invece mi sono riscoperta in grado di fare tante cose, fare i devil press con 20kg di pesi, camminare in montagna in condizioni anche precarie, passeggiare per chilometri senza sentire stanchezza, trasportare pacchi e pesi di vario genere per il trasloco senza soffrire. Essere attiva è in effetti una prova contro me stessa, il concretizzare il senso di sfida a fare di più e meglio, il formicolio alle gambe dello sforzo, le vertigini che cercano di fermarmi, le salite che spezzano il fiato, la sensazione di essere in cima alla vetta e di aver superato tutti gli ostacoli, la vittoria di aver sollevato quei pesi sopra la testa in equilibrio precario con il core attivato. Non riconoscere il mio corpo che cambia e vedere i vestiti che diventano più larghi e le taglie che tiro su nei negozi diminuire è un qualcosa che non ho ancora completamente accettato e sono qui che mi chiedo quando succederà davvero, quando non mi sentirò e non mi vedrò più come la persona che ero tre anni fa. Sto aspettando di rendermi conto che ora sono cambiata, che sono diversa, che il posto che occupo nello spazio fisico è diminuito, ma la mia testa mi dice ancora che non lo sono davvero, che basterà un niente per portarmi indietro, che ci vorrà pochissimo per distruggere tutto. Fare pace con me stessa e il mio corpo è forse uno degli obiettivi di quest'anno. Spero di farcela.
Gennaio comunque è iniziato con una Camminata nel parco della Mandria a Venaria, in un percorso piuttosto semplice, tutto in piano, ma mediamente lungo, che è già diventato tradizionale e che si è concluso con una incredibile zeppola alla crema ed è stato condito da chiacchiere e risate come al solito. Sono stata a Milano a visitare la prima mostra dell'anno, quella di Van Gogh al Mudec una mostra molto interessante su aspetti inediti del pittore olandese che mi ha messo ancora più voglia di visitare il museo a lui dedicato ad Amsterdam. Ma non è finita lì perché siamo state anche a visitare Mirò al Mastio della Cittadella dopo una fila chilometrica al freddo in una immersione di colori e suggestioni, nonostante le didascalie non sempre precisissime. Poi siamo stati anche a vedere Turner a Venaria uno dei miei artisti preferiti e io mi sono persa, rimasta in fondo alla compagnia, a contemplare estasiata e in silenzio "Ulisse che scernisce Polifemo", pazzesco, quei cieli pazzeschi dalle mille sfumature in cui perderci. Non poteva mancare un giro nel nostro spazio espositivo. Siamo state a visitare André Kertész alla Camera, una mostra molto bella. L'uso di un contrasto altissimo che mette in risalto i soggetti e sfuma lo sfondo e quelle distorsioni che squarciano la pellicola rendono le foto di Kertész di una forza molto interessante. D'altronde Henri Cartier-Bresson ha affermato che tutto quello che è stato fatto dopo era già stato fatto da Kertész.
A febbraio ho visitatoThe Circle a Gallerie d'Italia una mostra fotografica molto interessante su cosa si può fare per istituire un circolo virtuoso all'interno di industria, artigianato, produzione di energia, riciclo, riutilizzo, nella forma più perfetta che esista, il cerchio. Ingegno è possibilità per un futuro più sostenibile. Ma il vero evento è stato il viaggio delle Merendine al completo a Bruxelles. Di Bruxelles io parlo sempre con la nostalgia dei vent'anni e dell'Erasmus, una delle cose di cui parlo più spesso, perché quei sei mesi che ho passato lì hanno completamente cambiato me e la mia vita e forse tra i più felici di sempre. Dieci anni fa ( D I E C I A N N I C O S A? ) arrivavo per la prima volta in questa piazza, Grand Place, e me ne innamoravo a prima vista, con un trasporto che riconosco per poche altre città. Non immaginavo cosa sarebbe successo, quel progetto di protesi su cui ho perso la vista, la compagnia di persone che mi hanno donato tanto, il salto nel buio da sola lontana da casa per la prima volta, un'esperienza che è nel mio cuore e non se ne andrà più. Tornarci con le mie amiche poi è stato forse il regalo più bello di tutti, rivedere questi posti e ripercorrere i miei passi: mangiare di nuovo le patatine di piazza Flagey, bere la birra del Delirium, mangiare la carbonade, guardare lo skyline da Mons des Artes, visitare Saint Gilles e tutto il giro del Liberty che ho messo in piedi incrociando mille mappe e mille siti e innamorarmi di nuovo di Victor Horta. Bruxelles è bella come me la ricordavo e sono grata per esserci tornata e averla riconosciuta mia proprio come allora.
A febbraio abbiamo anche mantenuto la promessa con noi stesse e affrontato la tradizionale camminata alla Sacra di San Michele in un percorso che passando dai laghi di Avigliana ci ha fatto percorrere più di 40000 passi e ci ha lasciate abbastanza distrutte. Siamo anche state a visitare una mostra su Hayez alla GAM una selezione molto interessante delle opere dell'artista. Nato a Venezia nel 1791 ha viaggiato molto e si è poi stabilito poi a Milano dove ha lavorato alla maggior parte della sua produzione. Famosissimo per "Il Bacio", conservato alla pinacoteca di Brera, utilizzato tra l'altro per la pubblicità dei baci Perugina, è un autore eclettico influenzato da Tiziano, di cui richiama i colori. Sicuramente i soggetti lasciano sempre intendere altro, in primo piano sembra esserci una storia e sullo sfondo se ne richiama un'altra, come se l'ombra celasse un arcano da svelare. Dice e non dice in un gioco di prestigio in cui ogni gesto è un doppio che va osservato attentamente.
Anche marzo è stato un mese all'insegna dell'arte e delle visite, prima tra tutte quella a Casa Martini a Pessione molto interessante, è stato un po' come scoprire da zero qualcosa che conoscevi già ma di cui di fatti non sapevi niente. Magari sai cosa è un distillato ma non come si fa davvero il vermouth, poi lo assaggi e ritrovi quei sapori e quegli odori che ti sono rimasti appiccicati addosso durante la visita, e ti rendi conto che la riserva speciale con il nebbiolo forse è il tuo preferito, ma anche che fare aperitivo con le tue amiche sorseggiando un negroni non ha prezzo. Ma soprattutto sono stata a visitare Alphonse Mucha al Museo degli Innocenti a Firenze, di cui ho comprato anche il catalogo tanto me ne sono innamorata. Pensare che io ero stata da sola al museo di Mucha a Praga tanto lo amo. Se dovessi pensare ad un periodo storico in cui mi piacerebbe ritrovarmi forse sarebbe quello della Belle Epoque, dell'art nouveau, del liberty, di quello stile così particolare che ti resta nel cuore appena lo osservi. Mucha che con la sua maestria ha creato proprio lo stile Mucha è uno dei maestri indiscussi e questa mostra ne è la dimostrazione. Io innamorata come sempre, affascinata come non mai. Siamo anche andate alla mostra La Canestra di Caravaggio - segreti ed enigmi della natura morta ad Asti. Ammirare dal vivo la Canestra di Caravaggio è stata un po' un emozione ma tutta la mostra dedicata alla still life è stata una bella scoperta tra simbologia e particolari inediti. Curatissima nei pannelli e nella spiegazione, mi ha regalato moltissimi spunti, soprattutto il pensiero che un quadro all'apparenza così trascurabile abbia potuto cambiare le sorti di un soggetto fino a farne una vera e propria ricerca estetica. In mostra fino all'inizio di aprile grazie ai Musei di Asti è un'occasione da non perdere. Tra un giro e un altro alla fine ho anche inaugurato la stagione dei gelati con netto anticipo. Infine siamo state anche a visitare I Macchiaioli al Mastio della Cittadella e ci siamo immerse nel mondo della Macchia, in cui gli artisti ricostruiscono le loro impressioni "del vero dal vero" e le restituiscono allo spettatore con la maestria di un chiaroscuro intenso, emozioni palpitanti e soggetti poco convenzionali. In un momento in cui si iniziano ad affermare dipinti di vedute ritroviamo tra i soggetti dei Macchiaioli campi coltivati, animali, scorci di campagne, soggetti comuni, distinti tutti per la mano dell'artista che trasforma le macchie di colore in rappresentazioni in cui perdersi. Lasceranno presto lo spazio agli Impressionisti ma le loro opere esercitano ancora un fascino incredibile.
Ad aprile sono tornata a casa dei miei per Pasqua con cui a Pasquetta, siamo andati a visitare L'Aquila soprattutto l'area archeologica e la fontana dei 100 Cannelli oltre a Duomo, ma viaggiare con i miei mi da sempre la misura di quello che per me rappresenta visitare un posto. Mettersi in macchina e andare, così senza grosse idee, se non una vaga idea di cosa visitare, di cosa scoprire e poi lasciarsi trasportare dal flusso. Sono anche stata a Bologna per il compleanno della mia bellissima Lorena di Petrichor, in un weekend all'insegna del divertimento, con lei non si conosce noia e sono felice di mantenere con lei una delle amicizie più preziose che ho. Non è mancata neanche la tradizionale camminata del 25 aprile (si ok, abbiamo delle camminate che ripetiamo ogni anno negli stessi posti e negli stessi periodi storici, ok?) che è sempre il momento in cui ricaricarsi nel bel mezzo della primavera. A fine mese siamo anche state a visitare la mostra Gerda Taro & Robert Capa: la fotografia, l'amore, la guerra alla Camera. Di Robert Capa si conosce tantissimo mentre la figura di Gerda Taro è molto più misteriosa ma i due sono diventati famosi per i reportage sulla guerra civile spagnola, preludio della Seconda guerra mondiale. La mostra mega interessante mostra il ruolo cruciale della loro relazione per sviluppare la loro arte e emergere come fotografi e come reporter. La guerra e la vita, gli scatti ravvicinatissimi, il racconto serratissimo dei miliziani, il ruolo delle donne e l'impressione di essere lì, d'altronde Capa ha affermato che "se una foto non è venuta bene, non eri abbastanza vicino". Curatissima nell'esposizione e nella resa le mostre della Camera di riconfermano sempre mega interessanti.
Maggio è sempre il mio mese preferito, essendo quello del mio compleanno anche se quest'anno è stato caratterizzato da un lutto che non pensavo mai di vivere. Mentre stavamo pensando come continuare una camminata lungo l'anello verde che da Reaglie arriva a Sassi che ci aveva lasciato abbastanza sfinite per il fango che avevamo trovato lungo la strada, ho ricevuto una telefonata che mi ha spezzato le gambe e che mi ha fatto tornare a casa per essere vicina a una delle mie amiche più care. Abbiamo poi visitato la mostra Shinhanga a Palazzo Barolo. Il Giappone ha sempre un fascino particolare e anche se sono sempre irrimediabilmente attratta dalla Corea pure l'arte nipponica riesce ad attirarmi come una calamita. In un percorso tematico molto curato nello spazio espositivo di Palazzo Barolo le stampe giapponesi la fanno da padrone e anche se i ritratti non mi colpiscono mai particolarmente i paesaggi mi emozionano ogni volta. Se poi si mette insieme il blu, la luna e l'acqua allora sono una vittima molto facile. L'11 maggio abbiamo fatto una toccata e fuga al Salone del Libro di Torino. Inizialmente non avevo alcuna intenzione di andare ed ero già convinta che non ci avrei messo piede ma poi l'idea di salutare gli amici di Safarà ma soprattutto l'occasione di incontrare di nuovo Hoon Bae Myung grazie a Add Editore mi hanno fatto cambiare idea. Add Editore infatti ha portato l'autore coreano in tour per l'Italia a presentare In orbita la sua nuova raccolta di racconti e io non potevo lasciarmi scappare l'occasione per ascoltarlo parlare delle sue storie di fantascienza, di come il suo modo di approcciarsi all'estero sia cambiato anche grazie alla pubblicazione de La Torre e di come l'amore per la Corea si sta espandendo per il mondo grazie anche al kpop e ai kdrama. Devo ancora leggere il libro ma la presentazione è stata molto bella. Siamo anche state a visitare la mostra su Christina Mittermeier alle Gallerie d'Italia. Pensare che l'abbastanza sia uno stato mentale diventa concreto con le foto della fotografa messicana che cerca di salvare il mondo che vorrebbe lasciare al futuro. Persone, animali, habitat, luoghi che diventano l'immagine perfetta per trasmettere il suo messaggio. Mitty come viene amichevolmente chiamata non vuole riempirsi di scatti ma averne una manciata davvero concreta per parlare al mondo. Innamorata di quei colori e di quegli occhi che ti penetrano nel cuore. Bellissima.
Giugno ormai da tradizione uguale Open House Torino. Altro anno e altro giro, l'opportunità di scoprire meraviglie nella città in cui vivo è un dono inestimabile. Nonostante non abbiamo trovato posto nei luoghi che ci interessava prenotare (Campanile di Santa Zita prima o poi saliremo le tue scale) ci siamo avventurate ad esplorare: il 25 Verde un complesso condominiale arricchito da una marea di vegetazione e fauna e abbiamo visitato un appartamento del primo piano. Poi siamo passate nell'Orto botanico in cui ci siamo perse a fare foto a fiori, soprattutto le rose, e io un reportage completo di tutte le api che vedevo e ho visto un bombo! Siamo finite al Bluplex un appartamento con mille dettagli blu davvero molto interessante e che mi ha molto colpito per i dettagli e soprattutto per gli elettrodomestici (non ho fatto foto distratta dai lampadari e dalla sensazione di star galleggiando nel blu) E infine abbiamo visitato C'era una volta: un appartamento sulla cui volta è stato ritrovato un affresco, che è stato restaurato e incorporato nella ristrutturazione del bilocale. Un dettaglio dell'affresco con delle scimmie. Non pensavo che saremmo riuscite a vedere così tanto. Non potevamo di certo perderci Toulouse-Lautrec al Mastio della Cittadella. Questa mostra propone un punto di vista molto meno conosciuto sull'artista molto più conosciuto per le sue opere pubblicitarie di piena Belle Epoque che per Au Cirque una serie di disegni che rievocano i suoi ricordi di bambini e le sue esperienze sul mondo del circo. In un mondo tra l'onirico e il grottesco Toulouse-Lautrec appare molto meno patinato di come è solito apparire, ma assolutamente non meno interessante.
A luglio sono stata per un weekend a Perugia davvero rilassante a prendere il sole a bordo piscina e a rilassarmi e poi siamo state per la prima volta alla Nuvola Lavazza: il centro espositivo dedicato al famoso caffè allestito in una delle sedi storiche del marchio. Ovviamente ci siamo state per un tempo inconcepibile per il visitatore medio, nell'esplorazione minuziosa della famiglia Lavazza e siamo rimaste colpitissime dal cocktail della degustazione che completa il giro del museo. . Inoltre nell'ingresso della Nuvola era presente una mostra con alcuni poster delle copertine del The Torineser una rivista di finzione che si ispira al Newyorker, davvero molto bella, io ormai faccio il filo ad uno di questi poster con molto ardore.
Agosto, oltre ad una mostra dedicata Torino Anni '50 alla Fondazione Accorsi - Ometto con quadri dallo stile eclettico e molto moderno e ad una collezione di fotografie della Torino degli anni cinquanta, ha significato l'8 agosto firmare l'atto per la mia piccola casetta. La ricerca iniziata a fine maggio e concretizzata in un tempo davvero ridotto è stata un po' un colpo di fortuna. Ma sono entrata, quando era ancora un mezzo cantiere e me ne sono innamorata, c'era tantissima luce e io mi immaginavo lì, a viverci, la volevo. Tra un'ansia e un'altra che non sono proprio finite, ho preso possesso delle chiavi e durante le ferie ho iniziato il trasloco. Una settimana sono tornata dai miei, ma agosto non è coinciso con il riposo, ho cercato i primi mobili, e ho percorso chilometri da un appartamento all'altro a trasportare libri e oggetti che non mi servivano. La lettura è un hobby faticoso. Traslocare una spina del sangue che spero di non ripetere tanto a breve. Una delle cose più sfidanti che io abbia fatto.
Settembre mi ha visto ancora con i pacchi in mano, ma è stato anche il mese in cui ho visitato una mostra su Guercino a Palazzo Chiablese. Dedicare una mattinata ad una delle mie attività preferite: visitare una mostra di pittura da sola, fatto. La mostra prende la figura iconica del Guercino per raccontare il lavoro del pittore a 360°. Da un lato le sue opere, dall'altro il racconto della bottega, la sottolineatura di tutto quello che contribuiva a rendere un artista completo nel 1600. Dettagli interessanti come il Libro dei Conti in cui nella bottega del pittore di Cento si segnava tutto dai costi dei materiali ai committenti ai guadagni, al fatto che le maestranze si specializzassero nell'arte figurativa piuttosto che nelle nature morte. Veramente bella in una cornice particolare come quella di Palazzo Chiablese.
Ci siamo avventurate in una camminata al limite, in cui ad un certo punto non potevamo più tornare indietro, potevamo solo andare avanti sul crinale di una montagna con l'adrenalina a mille e la consapevolezza che prima o poi ne saremmo uscite. Siamo poi andate a visitare due mostre Margaret Bourke-White & Bar Stories alla Camera. Dalle opere del New Deal fino alle immagini di guerra, dalla Russia dall'India la fotografia della Bourke-White non lascia spazio a incertezze né a immaginazione. Piena di contrasti restituisce vivida l'immagine catturata nei momenti più impensabili, come per esempio agganciata ad un elicottero in volo. Veramente molto bella. La seconda era una mostra molto interessante che nasce dalla collaborazione tra il museo Campari e Magnum per un viaggio nel mondo del bar dal cocktail al caffè con al centro proprio il Campari.
Il 30 settembre ho lasciato il monolocale in cui ho vissuto i miei primi otto anni a Torino ed è stato molto complicato e molto bello allo stesso tempo, ho quindi iniziato ottobre a casa nuova (anche se dormivo lì già dal 29) senza cucina, ma con la speranza di riceverla in un tempo utile per non impazzire (spoiler no, ma sono sopravvissuta). Ne ho approfittato una sera per andare a vedere una collaborazione Mao x Mercato Centrale: l'esibizione di danza del gruppo coreano Gooseung una bellissima iniziativa che si articolava in due momenti: il primo in una sorta di processione che partiva dal MAO (il museo di arte orientale) e che si concludeva proprio al Mercato Centrale e poi lo spettacolo vero e proprio, in cui gli artisti si sono esibiti per lo più con tamburi in una danza shiamanica tradizionale, veramente veramente bella. Siamo anche state alla World Press Photo Torino a Palazzo Barolo, di cui non mi sono persa una edizione negli ultimi anni. Visitare questa mostra è sempre una pugnalata soprattutto perché ti espone alle conseguenze tangibili di tanti avvenimenti che accadono nel mondo su cui non ci soffermiamo e sui tanti che neanche ci raggiungono. Dal cambiamento climatico alle guerre, dalle discriminazioni alle malattie, questa esposizione di fotogiornalismo è una delle mie preferite dell'anno per la sua forza e il suo significato. Le immagini sono uno dei media più immediati che abbiamo a disposizione e sono fin troppi i giornalisti che ogni giorno rischiano tutto per documentare adeguatamente quello che sconvolge quotidianamente il mondo.
Novembre ci ha viste in un'altra camminata che non si è conclusa nei migliori dei modi e che ci ha fatto un po' rivalutare che cosa ci aspettiamo da queste esperienze nella natura e in montagna. Siamo anche state a vedere due mostre American Nature di Mitch Epstein & Arca di Antonio Biasiucci in Gallerie d'Italia. L'occhio di Epstein perso nei meandri dell'America più profonda tra alberi secolari, paesaggi industriali che fagocitano la natura viene restituito al visitatore con una stampa a pigmenti, un effetto in 3d e una sfilza infinita in cui perdersi, tra cui la conoscenza che le sequoie sono molto resistenti all'azione del fuoco. Biasiucci è un fotografo e un poeta, esplorare le sue foto a tratti inquietanti a tratti oniriche regala suggestioni veramente inaspettate. Immaginare prima di leggere le didascalie è un consiglio che mi sento di condividere. Il 19 novembre sono riuscita finalmente a prendere la residenza tra mille peripezie e poi siamo state a vedere la mostra su Berthe Morisot alla GAM. Nella nuova veste completamente ristrutturata, la GAM di Torino ospita una mostra dedicata a Berthe Morisot l'unica pittrice impressionista in combo con il palazzo Reale di Genova. Conosciuta ai più come modella di Manet e moglie del fratello, in realtà è una pittrice inquieta che incarna perfettamente lo spirito dei suoi tempi. Le pennellate che diventano sempre più fluide ritraggono soggetti della sua vita quotidiana: il marito, la figlia, le domestiche, i paesaggi intorno a lei. I colori delicati, il verde che sfuma nell'azzurro e quelle sfumature che richiamano le ninfee ma che poi delineano i tratti di una donna che si è fatta strada tra i più grandi pittori del suo tempo per affermarsi prima che come donna, moglie, madre, come pittrice. Prossima tappa, andare a Genova.
A dicembre siamo andate a visitare due Madonne con il bambino di Gentileschi e Van Dyck alle Gallerie d'Italia in confronto tra loro e in prestito da Palazzo Corsini. Dipinti a distanza di circa quindici anni tra loro, i due quadri costituiscono due diverse interpretazioni della cosiddetta “Madonna del latte”, davvero molto interessante. L'ultima mostra dell'anno invece è stata quella dedicata a Tina Modotti alla Camera. Sono le foto a parlare, anche per Tina Modotti o Tinissima come la chiamava sua madre. Una donna carismatica ed eclettica con una produzione ampissima e ancora per lo più sconosciuta. Esposta fin da piccola alla fotografia, è stata anche pittrice, modella e attrice e la sua vita è piena di aneddoti curiosi. Tra l'Europa e l'America ha descritto le peculiarità del Messico, in un modo di fotografare spontaneo che lasciasse spazio ad emozioni e al suo essere e sentire.
Per il 2025 ho molti progetti e molte aspettative, ma vorrei anche che fosse un anno di calma, il 2024 è stato pieno di cambiamenti, nel 2025 vorrei godermi i risultati di quei cambiamenti, vorrei trovare tempo per rilassarmi e per essere serena, quella serenità che soprattutto nell'ultima parte dell'anno ho stentato a trovare. Vorrei trovare un equilibrio tra i miei slanci e le mie introspezioni, vorrei essere più incisiva e meno titubante, vorrei fare pace con me stessa e con la mia propensione a criticare ogni aspetto di me. Spero di riuscirci, spero di arrivarci.
Per il blog e per le letture è stato un anno veramente brutto, forse l'anno in cui ho letto di meno, in cui mi sono impegnata meno, prendere un libro in mano è stato difficile, ho un po' ripreso ma ultimamente faccio davvero fatica. Vorrei impegnarmi un po' di più e soprattutto vorrei tornare ad essere un po' più costante nel postare recensioni, ne ho un sacco da scrivere devo solo trovare il tempo e la forza di volontà.
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Stavo ripensando su come fosse stato questo anno e onestamente devo dire che è stato positivo. Ogni ultimo giorno dell'anno sono qui a scrivere cose negative, ma stavolta no. Forse sto iniziando a invertire questo trand negativo? I primi mesi non è successo nulla di che, venivo da un post laurea dove decisi solo di dedicarmi al lavoro e dunque mi dividevo tra scuola e palestra, anche se le mattine mi annoiavo parecchio e spezzavo quel tempo con la lettura di un libro di medicina che mi regalò il mio capo per la laurea. L'estate invece è stata positiva e forse è qui che ho costruito qualcosa di importante a livello di relazioni umane, sopratutto come io mi rapportavo con loro. A giugno feci il centroestivo a scuola, mentre a luglio e settembre l'ho fatto in un centro sportivo dove non andavo da qualche anno. Rimasi stupito dal mio modo di aprirmi con persone che erano quasi del tutto nuove e sentirmi apprezzato e gratificato per ciò che ero e per come mi vedevano lavorare, non aveva prezzo. Sentivo una ventata di energia positiva che sono riuscito a portarmi dietro anche con l'inizio dell'università. Quì a piccoli passi ho cercato di abbattere le barriere della timidezza e di fatto ho iniziato sin da subito a conoscere persone nuove. Arrivare a lezione e poter scambiare due parole con qualcuno era davvero qualcosa di bello e la stessa cosa tra una pausa e l'altra. Poi un mese dopo sono iniziate le prime uscite con colleghi e restavo sempre più incredulo di ciò che stavo facendo, di come a piccoli passi uscivo dalla mia confort-zone (sopratutto con le serate aperitivo). Ho stretto molto con tre ragazze e con due di queste ho davveor un bel legame. Mi sento apprezzato per ciò che sono e non so se sia mai realmente successo con coetanei o persone giovani. Quando sto con loro non mi sento in ansia o con la paura di essere giudicato. Sono libero di esprimermi e questa cosa non ha prezzo. In questi ultimi due mesi sono diversi i momenti che mi porterò dentro, perchè li ho passati con determinate persone...persone che spero di portarmi dietro anche in questo nuovo anno. Per concludere voglio dire che sono fiero dei miglioramenti che ho fatto nelle relazioni umane, perchè totalmente inaspettato. Pian piano sto vivendo esperienze "piccole/basilari" che però non avevo mai fatto, quindi devo esserne davvero fiero.
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5 pensieri
Pensieri scritti a luglio 2010
Ecco a voi 5 pensieri che avevo voglia di condividere. Non sono solo immaginari, ma anche reali.
Fatemi sapere che ve ne pare.
#1 - Brezza marina
E' sera, e sono al mare. Sento la salsedine nell'atmosfera. Dentro di me c'è una strana sensazione di pace ed euforia... E avrei voglia di sedermi in un tavolino di quei ristoranti lussuosi, a godermi il panorama del mare e cenare a lume di candela.
Andando verso la piccola piazzetta si sente della musica folk. Due ballerini la ballano e tanti turisti e gente li guardano, come ipnotizzati.E' bello sedersi lì vicino e gustarsi un gelato con questo meraviglioso sottofondo.
#2 - Di notte
E' notte, e sto ancora fuori. Sono sola. Leggo un giornale. Sono seduta in un tavolo, illuminato dalla luna. C'è un leggero venticello che lascia volare le pagine del giornale, e si sente un buon odore di amarilli, cioè il profumo del mio bagnoschiuma.
#3 - Pensieri notturni
Cammino sola nel buio tra le ville illuminate e le auto. Aumento il passo e mi sento felice. I miei passi sono silenzioni come quelli di un gatto.
Ho voglia di correre e lo faccio.
Mi vengono in mente alcuni pensieri che avevo fatto... Ci rifletto e li rielaboro.
" Farò di tutto pur di sparire, anche a costo di non tornare più "
Passa una macchina. Mi sento morire. Sono illuminata per un secondo interminabile dai suoi fari allo xeno. Continuo a pensare.
" Domani sarà un altro giorno, spero l'ultimo di questa vita. Altro che sfogo adolescenziale..."
Ridacchio, sapevo in cuor mio che non l'avrei fatto mai.
#4 - A letto
Con le cuffie mi isolo dal mondo, di notte, di giorno, ad occhi aperti, ad occhi chiusi.
Prima di addormentarmi, ascolto il mio cantante preferito. Elaboro le sue parole, che siano in inglese o no, ed è come se cantasse solo per me, accanto a me.
La musica, quella cosa meravigliosa che ti fa gioire,sperare, vivere.
#5 - Passeggiando
Camminando per il viale fiorito, inspiro e sento l'odore del polline. La luna è a metà, alta in cielo, e penso ai miei amici speciali. Vorrei trovarmi con loro. Ma è notte, ormai. Si sente il venticello che soffia e vedo le palme cullarsi dolcemente. Sento anche qualche cicala. Mi sento tanto bene. Forse per stanotte non c'è bisogno di pensare ad altro.
Rox
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decembrer 8th, 2024 / 01:31am
Stare male per te, stare male per un qualcosa di Vivo e fresco che ti riguarda, è una sensazione che non sentivo da troppo tempo. Era una vita fa.
Non so spiegare quanto mi ha fatto male rivedere il tuo viso, i tuoi occhi brillanti e i tuoi capelli biondi: sempiterna Sei. Non passi mai, e mi sto ribellando violentemente all'idea di perderti dimenticandoti. Sta prendendo vita la consapevolezza che sei ormai radicata in me, e nulla, per il momento, ha potere di sradicarti.
Forse nulla lo farà totalmente, resterei sempre dentro di me come parte marcente: magari verrai solo seppellita, da altro e dal tempo, che dicono curi ogni ferita. Eppure, dopo 5 anni, sei ancora sangue che scorre, e trascina con se ogni macigno e ogni pietruzza: questi non vengono portati via o dissolti del tutto, ma vengono solamente messi in una parte affossata, a marcire anche loro, nel fondo del mio petto.
Oggi sei scappata come hai sempre fatto, prima c'eri, e poi un attimo dopo non c'eri più. Una metafora perfetta di ciò che hai sempre amato fare, non trovi? (ma forse non ascolteresti). Tremo e mi riparo al pensier di te a pochi centimentri dai miei passi, dallo sguardo voltato verso il basso per la troppa paura di incrociare il tuo, e l'idea di una tua faccia impietrita, e dalla mia rabbia e delusione che ne sarebbero conseguite. Occhi fissi su di me delle altre, mentre io volevo solo uscire da quell'incubo, da questa guerra.
Stento a credere che tutto questo sia reale, perché la tua vita è continuata a scorrere, e così anche la mia, con qualche dolore in più. Mi hai talmente reso inesistente che ora mi hai convinto delle mie fantasie, e così hai messo in dubbio mio essere degna e intatta, e quindi anch'io inesistente. Hai messo in discussione ogni mia singola certezza, e mia hai donato interrogativi che mi hanno tramutato solo in Agonia, un'Agonia perenne che mi lacera e continua a farlo, soprattutto ora. Forse è stato proprio questo a spingermi nella scelta impulsiva di ricercarti così tanta convinzione, avevo bisogno di vedere che sei Carne, non solo un ricordo stagnante. Eppure ti ho vista, e continui ad essere irreale. Fatico profondamente ad immaginarti a pochi centimentri da me, dopo tutti questi anni che ti hanno reso un puntino, forse illusorio, da lontano.
Spero di apparirti in sogno, e forse almeno là, sarai in grado di ascoltarmi.
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Mi manca praticamente tutto anche se ci incontriamo spesso. Manca una certa complicità, o la vedo con la coda dell’occhio ferma all’angolo repressa volontariamente da qualche parte, almeno dal canto mio è così. Mi mancano i suoni e baci dei nostri corpi vicini che si toccano con lentezza, i baci, non ne parliamo. Mi è triste guardarti negli occhi per più di cinque secondi, se succede ci chiediamo a vicenda “che c’è, a che pensi, come va, che succede” e il sospetto volatile rompe tutta la magia che a fatica si era creata. Mi aggrappo a quest’ultima, la fatica, e la sento un complemento così sbagliato da legare alla nostra storia, ma in sto periodo va così. Da quando ci siamo lasciati non abbiamo più litigato, è come se ci fossimo acquietati nel ruolo di persone separate che di tanto in tanto si vedono, ma il non definirci una coppia in qualche modo ci rende sereni, ci dà un motivo per non litigare, mi sono fatta tutto un film io? Ma sento che ci diciamo in silenzio frasi del tipo “e tanto va così, tanto non stiamo insieme, tanto è normale” un senso di comprensione che ora, lo ammetto, mi fa vomitare. Sono sempre lì che guardo e cerco ragioni nuove per capacitarmi, comprendere, fare riflessione, portare pazienza, essere una persona serena. E invece devo capacitarmi di tutt’altro, e cioè che ho di continuo gli occhi spalancati e mi pare di aspettare il momento in cui uno dei due, possibilmente tu, ti giri lentamente e mi chiedi che cazzo stiamo combinando. Mi sembra di aspettare qualcosa che non succede perché tu non lo fai succedere e io devo essere rispettosa nel tuoi confronti. Il tuo umore, in questo momento più cangiante del mio, non mi fa credere che che tu abbia bisogno di me. Forse dovrei solo essere più schietta e dirti le cose di pancia, ma a certe consapevolezze ci sto arrivando soltanto adesso e dato il momento estremamente delicato, ho paura di fare passi falsi. Già è doloroso così, figurarsi un altro scontro frontale, una separazione totale, con noi che magari decidiamo di non vederci completamente più perché “Eh sì hai ragione, no tu hai ragione, abbiamo bisogno di prendere aria altrove.” Ma ho bisogno di tutt’altro. Vorrei prenderti le guance e dirti che di te ho bisogno e che ti amo ancora di più, che il mio amore non si dà alcun contegno e ogni giorno va crescendo e trova sempre nuove dimensioni, modi per estendersi con radici nuove e vecchie che si intrecciano. Cazzo, crescere crescere insieme, mettersi in gioco, mostrarsi per quel che si è e lavorarci sopra, ridere con un gusto super intelligente come piace a entrambi, guardarti da lontano nelle folle e dire sei tu tu tu solo tu che mi fai provare queste cose impossibili, ti desidero con tutta me stessa, ora e dopo, te lo sto dicendo guardandoti da dieci metri e tu mi ricambi. Mi sento scoraggiata. A chi lo do tutto questo amore? Tutto questo bene che voglio davvero darti a te? Mi sto esaminando e penso alle mie colpe, termine osceno, ma che colpe ho, cosa ho sbagliato, perché non ti ho fatto stare bene? E tu perché non mi hai fatta stare bene? Stare insieme perché ci si ama molto, è davvero così difficile? Ho una certa nausea dell’anima che mi fa dire che non doveva andare così, che abbiamo abbastanza stima l’uno dell’altro per saperci trattare bene. A parole lo dico, a fatti questo non esiste. Non riesco a capirti fino in fondo e questo mi fa troppo male, è sempre stato questo. Non averti più di fianco la notte è una tortura medievale, ho perso il tuo calore, la tua pelliccia di animale, le tue ciglia aperte e chiuse, tutto il resto.
Se ti chiamo mi rispondi e viceversa. Spero e aspetto il giorno in cui, mano nella mano sulla terra umida staremo distesi sotto a un albero di fiori e ci riguarderemo con quella tenerezza che non ho mai conosciuto prima di te.
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