Questi giorni sono tanto assurdi quanto intensi, e di fuoco. E direi anche letteralmente visti i gradi di oggi. Domani danno 40 gradi e ciò vuol dire che a lavoro ne percepirò 50° così che la mia faccia si possa sciogliere davanti a mille mila persone e risultare sicuramente decente. Bene così!
Tra le altre cose non so se sia il contraccettivo o altro ma mi sento un sacco sensibile, quasi fragile e davvero a volte non so come comportarmi. Tanti episodi, parole, che sento scottare sulla pelle e questo mi rende molto confusa...spero passi
In questi giorni di fuoco però ci sono state parecchie coccole, soprattutto ieri, e quindi forse dovrei concentrarmi su questo, su ciò che mi ha fatto stare bene e su chi al momento ci sta provando e riuscendo. È che penso di aver paura, di farmi ulteriormente male, di ripercorrere gli stessi passi, semplicemente con qualcun altro al mio fianco e non so se la mia testa potrebbe reggerlo. È che con S in questi mesi, il mio cuore è stato praticamente inglobato, inghiottito e non so se riesca davvero a ricominciare. Suona stupido e patetico ma prima è bastata una foto per farmi tentennare, pensare e lacrimare, aver dubbi su quanta verità conosco, e poi ho deciso di spegnere il cervello, che questa era una vera e propria auto tortura ed invece dovrei pensare a ieri, ai momenti così dolci e quasi irreali, a quello che è successo che la mia testa ancora deve realizzare e con 11 ore di lavoro non l"ho potuto ancora fare. Prendermi il tempo. Ripercorrere quelle mani e quel corpo, che al mio risveglio c'erano ancora.
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ciao a tuttə, intanto volevo ringraziarvi per tutti i messaggi e la vicinanza, io ora sto un po' così e non riesco neanche a rispondere ma grazie a tuttə veramente
sono in marocco e vi racconto una cosa al volo, così per distrarmi. una cosa divertente. stamattina abbiamo incontrato delle ragazze spagnole in vacanza qui a tangeri in un bar, e io e mia cugina (anche lei nata in italia) abbiamo dato loro indicazioni. è finita che queste ragazze, sapendo che siamo italiane, iniziano a dirci che il loro attore preferito (tale guevara qualcosa) reciterà nel remake spagnolo di mare fuori. io neanche lo sapevo che ci fosse sto remake comunque mia cugina inizia a googlare questo attore e fa "vabbè ma lui fa il chiattillo sicuro, guarda che faccia" e queste "eh ma noi non abbiamo visto la serie perché non vogliamo anticipazioni" e mia cugina finisce che racconta per filo e per segno tutta la prima stagione battendo soprattutto sulla necessità di sapere chi avrebbe interpretato edoardo (perché è innamorata di p--lillo spudoratamente da 3 anni) "no perché voi avete un potere nelle mani che è quello di rendere giustizia al personaggio più bistrattato di tutta la storia delle televisione italiana" (io occhi al cielo. sì) (loro confuse) (loro alla fine: "ma questo ciro perché voleva uccidere a carmin e chiattiglio"
e penso che è la prima volta che mi è venuto da ridere in undici giorni in cui mi sento solo morire. la loro pronuncia faceva troppo ridere, questo crossover è stato divertente, e mi ricorderò di loro per sempre
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Quando nasci e cresci in una piccola cittadina italiana e poi più in là cominci a viaggiare da nord a sud, vedendo le varie grandi città del paese, queste realtà immense e nuove per te, piene di cultura, di arte, di bellezza, di tecnologia, di opportunità e risorse, di movimento, di servizi...
Poi ti sale la tristezza, perché ovviamente dura poco e devi tornare alla quotidianità nella tua piccola città vuota
Voglio viaggiare ancora, sempre, continuamente
Visitare tutte le grandi città, viverle, anche per brevi periodi
Vivere nella vacanza
Lavorare viaggiando
Un sogno che quasi sicuramente non si realizzerà mai...
Ma già durante quelle poche volte l'anno in cui vai qualche giorno in una nuova grande città italiana, ti senti in paradiso, è una meraviglia continua giorno per giorno, quella sensazione di avventura, di esplorazione, quella sete di conoscenza, è tutto così magico
L'Italia è piena di spettacolo a tutto tondo, artificiale e naturale, storico e moderno e io vorrei pian piano scoprirlo tutto
Ovviamente come tutto nella vita, è sempre qualcosa di temporaneo, parti una settimana, stacchi la spina, ti diverti, ti meravigli, ma poi devi tornare alla normalità noiosa e prevedibile
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e lo facevano nel nome dell’interesse pubblico a “evitare la disinformazione” e “limitare l’anarchia sul web”: “Non è che questi tycoon privati si possono sentire al di sopra delle leggi!”
E fin qui, avremmo a che fare con una tesi politica, una tesi straordinariamente ottusa, ma formalmente rispettabile come tutte le affermazioni politiche.
Solo che poi mi è sovvenuto che su quelle stesse pagine, proprio le stesse, durante la pandemia si giustificava la censura sui social, anche quando era totalmente e manifestamente pretestuosa, e lo facevano nel nome del fatto che “dopo tutto i social sono imprese private, e fanno quello che gli pare; se non ti piace, puoi sempre andartene”.
Questo, per dire, veniva sbattuto in faccia quando veniva chiusa la propria pagina per un mese per aver pubblicato un articolo del British Medical Journal che contrastava la narrazione ufficiale (ogni riferimento a cose e persone riconoscibili è puramente intenzionale).
Dunque finché censura in linea con la narrativa ufficiale è un'impresa privata libera di fare fa quel che gli pare, quando non censura è un'impresa privata che deve essere messa in riga nel nome dell'interesse pubblico.
Ora, la questione che mi si pone è l’eterno dilemma: “Ci sono o ci fanno?” Vedo infatti solo due interpretazioni possibili, che potremmo chiamare, per darci un nome icastico, l’interpretazione alla Carlo Maria Cipolla e l’interpretazione alla Sartre.
La prima interpretazione accetta la possibilità che questa gente, nonostante spesso si tratti di affermati professionisti, giornalisti, persino accademici, molto semplicemente sia così sconfortantemente scema da non vedere la contraddittorietà dei propri criteri.
In effetti una profonda verità del più citato dei libri di Cipolla (peraltro, grande storico) è che “La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.” (II legge fondamentale).
E a questa verità, per sconfiggere la mia incredulità, si affianca la Prima Legge: “Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.”
La seconda interpretazione assume invece che questi soggetti non siano stupidi, ma siano in malafede. Diciamo che è gente così in malafede che persino la loro malafede soffre di malafede.
Questa genia è disposta serenamente a qualunque menzogna, contraddizione, doppio e triplo standard purché ciò si attagli ai propri interessi del momento.
Qui l’onnicomprensività della malafede semplicemente ha abolito le funzioni di verità, viste come orpelli inutili.
Avremmo dunque a che fare con il cinismo utilitaristico più conclamato, dove ogni appello al vero e all’integrità sarebbe sconfitto in partenza dalle esigenze pragmatiche correnti.
C’è, tuttavia, temo una terza interpretazione, che fonde entrambe le precedenti.
A metterci sulla buona strada è ancora una volta Cipolla, questa volta con la Terza Legge: “Una persona stupida è una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé od addirittura subendo una perdita."
Dovremmo fare spazio all’amara possibilità che l’abolizione di ogni criterio di verità, integrità, ragione nel nome di una concezione utilitaristica del vero (“Proclamo come vero ciò che mi serve”), abbia finito per creare le condizioni per la più perfetta stupidità: la stupidità in malafede, che avendo perduto ogni contatto con il vero e il reale non è più nemmeno in grado di percepire il proprio porco interesse.
Questo è il più grande dei pericoli, in cui se non mi inganno stiamo sguazzando: la presenza diffusa di un gran numero di persone disposte a mentire, distorcere, falsificare opportunisticamente, ma senza più nemmeno la capacità di percepire cosa sia nel loro, per quanto meschino, interesse.
Ecco a voi il Male.
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