#sorelle simili
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Tutte e tre adoriamo lo stesso tipo di musica. E film. E libri. E trasmissioni TV. E persone.
💕🙋🏻♀️💕🙋🏻♀️💕🙋🏻♀️
Cit. "Voglio fare la Dj!"
@laragazza-dalcuore-infranto-blog
@wwweirdworld
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#citazione#amicizia#amiche#simili#sorelle di cuore#stesse passioni#libro#leggere#lettura#voglio fare la dj#jonny zucker#le ragazzine#book#bookslover#books#booklover#booklr#bookblr#friends#friens#best friends
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I consigli beauty di Finestradifronte
Dopo il colluttorio per struccarsi gli occhi al posto dell'acqua micellare... dedicato a @2delia non perché ne abbia bisogno ma solo nell'intento di farle rimpiangere i reblogghi rispetto a miei contenuti originali... ecco in esclusiva per voi un consiglio beauty economico ma soprattutto efficace!
La domenica mattina ancora stropicciate di sonno vi guardate le mani e con orrore le vedete secche bresche* e avizzite ? Niente paura ! Per la gioia di tutti (garantita) procedete ad impastare la crescente con i ciccioli (detta gnocca*), ricetta originale sorelle Simili. Quando aggiungerete il pizzico di strutto (100gr/kg e non si scherza) NON lavatevi subito le mani ma massaggiatevelo ben bene con cura come fosse un siero di Dior. Quanto tempo? Giusto il tempo per ripetere con me : "sarà anche la ricetta doc delle Simili ma di ciccioli mettetene 500 gr e se avete 2 cotiche mettetecele sopra prima di infornare". Sciacquate non troppo con acqua calda e avrete le manine di una ventenne (capito @blackmammaaa @agirlinamber e tutte le altre vecchie di m* ????). Peccato che tutti presi dalla gnocca nessuno se ne accorgerà...ma in fondo ci facciamo belle per noi stesse nooooo?!??!!!
*traduzione @nicolacava
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Saltimbanchi
Marie Desplechin, Emmanuelle Houdart
Logos, Modena 2012, 48 pagine, ill. , Rilegato, 28x37,5 cm, ISBN 9788857604411
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
"Accorrete, non abbiate paura in città è arrivato il circo. Siamo saltimbanchi e viviamo alla giornata. Venite a vedere, grandi e bambini, lasciatevi cullare dalle nostre parole: siamo narratori di favole, mescoliamo magia, illusione e poesia. Sotto il nostro tendone tutto è possibile!"
Le sorelle siamesi, la donna barbuta, il colosso, la lillipuziana, il musicista senza braccia e senza mani… Undici ritratti strani e bellissimi che immortalano artisti circensi come altrettanti inviti a immaginare per loro vite straordinarie e numeri stupefacenti. L’illustratrice ha affidato i suoi personaggi a Marie Desplechin, che ha dato loro un nome e ha inventato per loro un destino necessariamente fuori dal comune: “Emmanuelle ha immaginato e disegnato undici personaggi favolosi. Me li ha affidati. Sono arrivati alla spicciolata, prima le gemelle siamesi, poi l’uomo senza arti e la donna barbuta, poi il colosso, la cartomante e la lillipuziana… Uno dopo l’altro, ho dato a ciascuno di loro un nome e una storia, poi una famiglia che andava formandosi da sola man mano che scrivevo. È stato facile e divertente: ai vari personaggi i ritratti calzavano a pennello! Così abbiamo inventato il nostro circo itinerante, una famiglia profondamente umana, in cui regnano la fantasia, il coraggio, l’ingegno. E, ovviamente, l’amore.” Marie Desplechin
Dal racconto di una vita rocambolesca a un altro, Emmanuelle e Marie intrecciano i legami che uniscono questi saltimbanchi e ci raccontano questo circo con un umorismo tenero e una profonda poesia. Su un tema dalle immagini abbastanza stereotipate, Emmanuelle trova nuove piste per trascinarci al centro di una moltitudine di personaggi favolosi. Le figure rappresentate appaiono insieme stranamente familiari e al contempo molto enigmatiche, ben riconoscibili e tuttavia avvolte da un velo trasparente che ce ne separa; gli sguardi, le pose, gli elementi che li compongono e li circondano ce li rendono lontani e misteriosi. Hanno una presenza magnetica e stupefacente. Ritroviamo qui l’universo ibrido di Emmanuelle Houdart – corallo o vegetale, maschio o femmina, piuma o pelo? – e i suoi motivi ricorrenti – l’uovo, la spugna, i libri. E quando l’immagine potrebbe rivelarsi troppo disturbante o crudele, ecco che il testo di Marie Desplechin interviene a rassicurare. La diversità diventa fonte di fascino e seduzione. E come al circo, ci si stupisce, si trema, si ride con quegli uomini e quelle donne che non sono come tutti gli altri ma sono comunque nostri simili, nostri fratelli.
08/07/23
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#Saltimbanchi#Emmanuelle Houdart#sorelle siamesi#donna barbuta#colosso#lillipuziana#musicista senza braccia e mani#undici ritratti#artisti circensi#ilustration books#Marie Desplechin#circo#fashionbooksmilano
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Albertina Nessi, Quell'estate a Villa d'Este, Dominioni editore, 2023
scheda del’editore: https://dominionilibri.it/prodotto/quellestate-a-villa-deste/ Sullo sfondo di uno degli alberghi più famosi del Lago di Como si intrecciano le vicende di due ragazze simili come sorelle, ma appartenenti a due condizioni diverse: Maria, timida, modesta, abituata alla semplicità della vita nel villaggio di Casnedo, e Caterina, proveniente da una famiglia facoltosa ma…
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IL CUORE DEL KAISER - PARTE 1
Nella città di Erkengard , situata tra le foreste oscure e i fiumi cristallini dell'antica Austria , sorgeva un'imponente castello , simbolo del potere e della grandezza del casato dei Von Österreich.
Governato con saggezza e perseveranza dal Kaiser Otto Joseph Karl , l'impero prosperava dunque sotto alla sua guida.
Tuttavia , la vera ricchezza del sovrano non risiedeva nella grandezza del suo impero , ma nell'esistenza delle sue tre figlie.
Edna era la maggiore , fin da bambina era sempre composta e raffinata.
La seconda , Astrid invece era totalmente l'opposto , era un vero e proprio maschiaccio: preferendo giocare nelle vaste praterie ed esplorare le fitte foreste , piuttosto che studiare le etichette di corte.
Maja era la più piccola delle tre , vivace con una personalità solare che illuminava la vita di chiunque abitava il castello.
Fin dai sui primi passi Maja condivideva un legame speciale con la sorella Astrid , che andava oltre la semplice sorellanza.
Maja era più piccola di sua sorella di due anni e quando erano bambine correvano spensierate nel vasto giardino del palazzo , inseguendosi tra i cespugli immaginando di vivere fantastiche avventure.
Astrid con la sua natura protettiva ma allo stesso tempo audace era sempre il prode cavaliere che giungeva in suo soccorso.
Tutto ciò accadeva sotto lo sguardo affettuoso di Edna , che osservava le due mentre leggeva un bel libro.
Maja assieme alla sorella si immergeva in mondi fantastici , dove combatteva draghi e salvava il regno.
La complicità tra le due era palpabile e la spensieratezza di quelle bambine sembrava essere destinata a durare in eterno.
Così , nelle sale del castello , tra gli arazzi che raccontavano le glorie del passato e i corridoi che echeggiavano di storie antiche, si dipanava la storia di tre sorelle unite dall'amore e dalla magia dell'infanzia, in un impero che sembrava eterno e immutabile, ma che, come ogni cosa, avrebbe dovuto affrontare il passare del tempo e i cambiamenti del destino.
Col passare del tempo le tre bambine diventarono tre donne. Edna aveva ormai raggiunto i trent'anni , incarnava l'immagine ideale di una principessa: alta , aggraziata e molto colta , in lei il popolo vedeva il futuro della dinastia.
Vestiva abiti sontuosi di seta e i suoi capelli lisci nero corvino erano sempre acconciati con cura e decorati con gemme preziose.
Astrid , rimase fedele alla sua natura indomita. Crescendo, il suo aspetto e il suo atteggiamento continuarono a sfidare le aspettative della corte. Portava i capelli ricci castani legati in una coda semplice e si vestiva spesso con abiti pratici, simili a quelli dei giovani soldati del regno, preferendo la comodità alla moda. La sua passione per la scherma e l'equitazione la portava spesso lontano dalle sale di palazzo, verso i campi dove si addestravano i soldati o i boschi vicini, dove poteva sentirsi libera dalle formalità della vita di corte. Era rispettata per la sua forza e determinazione, anche se alcuni trovavano difficile accettare il suo essere.
Maja la più giovane, si rivelò essere il membro più impacciato ma allo stesso tempo estroverso del trio.
Nonostante il suo cuore d'oro e la sua natura dolce, sembrava spesso cadere in situazioni esilaranti, come inciampare nei propri piedi durante le lezioni di danza o sbagliare le parole durante i discorsi formali. La sua presenza portava un tocco di leggerezza e risate nella vita di corte, e molti la adoravano proprio per il suo spirito genuino e la sua capacità di far sorridere chiunque. Con i suoi capelli biondi e ondulati , gli abiti sempre molto sganciarti , Maja rappresentava una dolce antitesi alle sue sorelle più serie.
Nonostante le loro differenze, le tre sorelle mantenevano un forte legame, ognuna arricchendo la vita dell'altra in modi unici. Maja , con la sua grazia e saggezza, guidava le sorelle minori ; Astrid , con la sua forza e determinazione, proteggeva chiunque osasse avvicinarsi alle sorelle ; Maja con la sua solarità rallegrava con il cuore.
Con il passare del tempo, le responsabilità della famiglia reale si fecero sempre più pressanti, e con esse arrivarono le aspettative della corte . Edna , la sorella maggiore, si trovava al centro di queste aspettative. Essendo la primogenita e nonostante la sua evidente competenza e saggezza, la legge dell'Impero
stabiliva che una donna non potesse ereditare il trono direttamente. Per mantenere la stabilità e l'unità del regno, era necessario che sposasse un uomo scelto tra le nobili famiglie dell'impero, garantendo così una transizione di potere accettata dal protocollo.
Questa situazione irritava profondamente Astrid . L'idea che la sua amata sorella maggiore fosse costretta, nonostante le sue capacità, a legarsi a uno sconosciuto per il semplice fatto di essere una donna, la riempiva di indignazione Astrid sempre ribelle e audace, non riusciva ad accettare che il destino di Edna fosse deciso da antichi protocolli e convenzioni sociali. La sua mente razionale e il suo spirito combattivo rifiutavano questa ingiustizia.
Astrid , sempre più frustrata dall'idea che Edna fosse costretta a un matrimonio combinato, decise di affrontare direttamente la sorella maggiore. Cercando di trovare un momento tranquillo e privato, la raggiunse nei suoi alloggi, dove Edna stava preparando con cura le sue vesti per l'imminente ballo di corte. Era un'occasione importante, pensata per presentare la futura sposa alle potenziali famiglie nobili.
<< Edna , dobbiamo parlare, >> iniziò la castana con tono urgente, chiudendo la porta dietro di sé. Edna si voltò, notando l'intensità nello sguardo della sorella minore . La seconda sorella non si preoccupava della sua apparenza; i suoi capelli erano legati alla meglio e indossava abiti semplici, come al solito.
<< Di cosa si tratta ? >> rispose Edna , cercando di mantenere un tono calmo.
Astrid si avvicinò, abbassando la voce. << Non puoi accettare questo destino senza lottare. Sei più che capace di governare da sola, non hai bisogno di un marito per farlo. È ingiusto che tu debba sacrificare la tua libertà per le antiche leggi e tradizioni. Io non posso sopportarlo. >> dichiarava la castana
Edna sospirò profondamente, chiudendo gli occhi per un istante. Poi, con una voce triste ma decisa, rispose: << So che è difficile da accettare , ma questo è il mio dovere. Da quando siamo bambine, ho saputo che un giorno avrei dovuto fare questo passo per il bene del nostro impero . Non si tratta solo di me, ma di mantenere la stabilità e l'unità . Non possiamo cambiare tutto da un giorno all'altro. >> replicava la donna dai capelli neri.
Astrid sentì un'ondata di frustrazione e tristezza montare dentro di sé.
<< Ma non è giusto! Hai sempre fatto tutto quello che ti è stato chiesto, sempre messo il regno prima di te stessa. Meriti di essere felice, non di vivere in una gabbia dorata. E se nessuno si alza e dice che le cose devono cambiare, allora nulla cambierà mai. >> controbatteva la sorella minore
La tensione nella stanza era palpabile. Edna si irrigidì e guardò la minore con occhi scuri ma determinati. << Astrid , devi imparare ad accettare la realtà. Non tutti possono scegliere il proprio destino. Se continui a ribellarti a tutto, non troverai mai un posto per te stessa, e certamente non troverai mai un marito . La corte e il regno non accetteranno mai una principessa che non rispetta le tradizioni e le regole. >>
Astrid , incapace di sopportare oltre, scosse la testa e lasciò la stanza, sentendo una profonda ferita nel cuore. Sapeva che la sua sorella maggiore era intrappolata tra il dovere e il desiderio di proteggere il regno, ma la rassegnazione di Edna era per lei una sconfitta insopportabile. Il loro legame, una volta così forte, sembrava ora incrinato da visioni diverse del mondo e del loro ruolo in esso.
La sera del gala finalmente arrivò. Il grande salone del castello era illuminato da centinaia di candele, i cui riflessi danzavano sui ricchi arazzi e i preziosi candelabri. Gli ospiti, nobili provenienti da ogni angolo dell'impero, sfoggiavano i loro abiti più sfarzosi, creando un'atmosfera di lusso e potere. Edna , come sempre impeccabile, indossava un elegante abito dorato che esaltava la sua bellezza eterea, i capelli acconciati in un elaborato intreccio decorato con gemme scintillanti.
Astrid , invece, era vestita in modo più semplice ma comunque adeguato all'occasione, con un abito blu scuro e i capelli legati in una treccia sobria. Nonostante l'apparenza meno formale, il suo sguardo era attento e vigile, pronta ad intervenire a qualunque situazione indesiderata. Maja , con la sua solita spensieratezza , si aggirava tra gli ospiti cercando di fare conversazione.
Durante la serata, Edna attirò l'attenzione di molti, ma un nobile in particolare sembrò distinguersi tra gli altri: il conte tedesco Von Neuschwan. Alto e dall'aspetto attraente, l'uomo era vestito con un elegante completo nero decorato con ricami dorati. Tuttavia, dietro il suo sorriso affabile si nascondeva un'aria di arroganza. Il conte era noto per il suo narcisismo e per il suo interesse per il potere più che per le persone.
Quando si avvicinò ad Edna , il suo atteggiamento era sicuro e condiscendente. << Principessa Edna , è un vero piacere finalmente conoscerla. Si dice che la sua bellezza sia pari solo alla sua saggezza, ma sospetto che queste voci siano persino sottostimate. >> disse l'uomo con un sorriso affascinante ma poco sincero.
Edna , abituata ai complimenti vuoti, rispose con grazia, ma la sorella minore , che osservava la scena da lontano, si sentì immediatamente a disagio. Non le sfuggiva il modo in cui il conte la osservava, come se valutasse una proprietà piuttosto che una persona.
Mentre la conversazione tra Edna e il conte proseguiva, divenne chiaro che il nobile era più interessato al trono che alla persona. Parlava con tono compiaciuto delle proprie ricchezze, delle sue proprietà e delle alleanze che avrebbe potuto portare all'impero. Astrid , incapace di trattenersi, si avvicinò.
"Conte von Neuschwan," interruppe la giovane donne , il tono freddo,
<< Sembra che lei sia più interessato ai possedimenti materiali e al potere che a conoscere davvero mia sorella. >> proseguiva Astrid.
L'uomo la guardò con un'espressione di sufficienza.
<< Principessa Astrid , è naturale che le questioni politiche e di stato abbiano un ruolo centrale in questi incontri. Dopo tutto, non siamo tutti qui per il benessere dell'impero? >> disse il conte con un sorrisetto beffardo.
La donna sentì il sangue ribollire.
<< Certo, ma mia sorella merita qualcuno che veda in lei più di un semplice strumento per accrescere il proprio potere. E, se posso aggiungere, lei sembra preoccupato solo di sé stesso e del suo vantaggio. >> replicava la castana.
Edna , che fino a quel momento aveva cercato di mantenere la calma, sentì il disagio crescere. Le parole della giovane sorella pur dette con buone intenzioni, avevano attirato l'attenzione degli altri ospiti, che ora osservavano la scena con curiosità.
Il conte , offeso e incapace di nascondere la propria irritazione, rispose con un tono velenoso: << Forse è per questo che la principessa Astrid non troverà mai uno sposo. Troppo pronta a criticare e troppo poco disposta a comprendere quale sia il suo posto. >>
Questo commento fece scattare la donna . "Meglio essere senza sposo che legata a qualcuno che vede solo il trono e non la persona che lo occupa!" ribatté lei con lo sguardo furioso.
L'intervento di Astrid , seppur motivato dall'affetto e dalla preoccupazione per Edna , fece infuriare la sorella maggiore. Edna , visibilmente imbarazzata e sconvolta, si allontanò bruscamente dalla scena, cercando di contenere la rabbia e la frustrazione. La serata, che avrebbe dovuto essere un evento importante per il suo futuro, si era trasformata in un disastro pubblico.
Più tardi, nella sua stanza, Edna affrontò la sorella , la voce carica di rimprovero. "Perché dovevi intervenire così? Capisco che non ti piacciano certe persone, ma dovevi davvero creare una scena davanti a tutti?"
Astrid , sentendosi tradita, rispose: << Non potevo restare a guardare mentre qualcuno come quel narcisista da strapazzo ti trattava come un oggetto. Meriti di meglio, Edna! >>
Ma Edna , con una rabbia negli occhi che Astrid non aveva mai visto prima, replicò: << Forse è vero, ma dovevi lasciarmi gestire la situazione. Ora tutta la corte parlerà di questo, e le nostre possibilità di trovare un buon alleato politico sono ancora più limitate. Non puoi sempre fare di testa tua senza considerare le conseguenze. >>
Astrid rimase in silenzio, consapevole di aver ferito sua sorella nonostante le buone intenzioni. Il loro legame, già messo alla prova dalle circostanze, sembrava sempre più fragile. La serata, che avrebbe dovuto segnare l'inizio di una nuova fase per Edna , era stata rovinata, lasciando le sorelle separate da un crescente abisso di incomprensioni e aspettative non soddisfatte.
Dopo il tumultuoso scambio con Edna , Astrid si rifugiò in una delle piccole terrazze del castello, cercando un po' di aria fresca e tranquillità per calmare i propri pensieri. Il cielo notturno era limpido, e la luce della luna illuminava il giardino sottostante, creando un'atmosfera quasi irreale. Astrid si appoggiò alla balaustra di pietra, lo sguardo perso nel vuoto, mentre le parole dure di Edna risuonavano ancora nella sua mente.
Poco dopo, Maja la raggiunse, con la sua solita dolcezza e preoccupazione. Senza dire nulla, si avvicinò ad Astrid e le mise una mano sul braccio. "Ehi," disse con un sorriso timido, << so che non è stata una serata facile. >>
La donna , ancora turbata, si girò verso la sorella minore.
<< Mi dispiace, Maja . Non volevo creare problemi. Ma non potevo restare in silenzio mentre Edna veniva trattata in quel modo. >> Sospirò, frustrata.
<< Non è giusto che una donna debba essere ridotta a un trofeo o a uno strumento politico. Edna è molto più di questo, e merita di essere riconosciuta per ciò che è, non per ciò che può portare a un uomo. >> aggiunse la castana
Maja annuì, il suo volto riflettendo una comprensione sincera. << Lo so. Tu vuoi solo il meglio , come lo vogliamo tutti. >>
Astrid si lasciò scivolare con le spalle contro la balaustra, guardando verso le stelle. << Non riesco a capire perché debba essere così >> disse, la voce carica di amarezza.
<< Perché una principessa dovrebbe essere preparata solo a diventare una moglie docile e diligente, anziché essere educata a governare? Le donne possono essere leader forti e capaci, proprio come gli uomini se fosse data l'opportunità. >>
Maja si sedette accanto a lei , la sua espressione seria e pensierosa. << Hai ragione, Astrid. Ma cambiare le cose non è facile, soprattutto quando si tratta di tradizioni così radicate. Molti nella corte e nell'impero non sono pronti per un cambiamento così grande. >>
Astrid si voltò verso la sorella, gli occhi scintillanti di determinazione.
<< Ma se nessuno inizia a fare la differenza, nulla cambierà mai. Non possiamo continuare a vivere secondo regole e tradizioni che non rispettano la vera forza e capacità delle persone, solo perché è sempre stato così. Siamo nel cuore di un impero che potrebbe essere illuminato e giusto, se solo fossimo abbastanza coraggiosi da rompere con il passato. >>
Maja sorrise dolcemente. << La tua passione è contagiosa. È bello vedere quanto tu tenga a ciò che è giusto. Ma devi anche ricordare che non sei sola in questa battaglia. Forse, con il tempo, riusciremo a trovare un modo per far sentire la nostra voce, insieme. >>
Le due sorelle rimasero lì, sotto il cielo stellato, confortandosi a vicenda. Nonostante le sfide e le delusioni, il loro legame familiare rimaneva un punto fermo, un baluardo di speranza in un mondo che spesso sembrava ostile e immutabile.
Mentre le due continuavano a parlare, una quiete inusuale cadde sul castello. Tuttavia, non passò molto tempo prima che questa tranquillità fosse interrotta dal suono di passi rapidi e concitati che risuonavano lungo i corridoi. Un messaggero, visibilmente affannato e con il volto teso, apparve nella sala principale, attirando l'attenzione di tutti i presenti. La sua uniforme, sporca di polvere, indicava che aveva viaggiato in fretta e furia per portare notizie urgenti.
Con uno sguardo preoccupato, entrò nell'ufficio del Kaiser.
Le figlie più giovani avendo notato il trambusto, si avvicinarono alla porta per capire cosa stesse succedendo, seguite da Edna che aveva sentito il crescente mormorio.
Il messaggero si inginocchiò rapidamente davanti all'Imperatore, porgendo una lettera sigillata. << Maestà imperiale , ho portato un messaggio urgente dalle frontiere orientali. È di vitale importanza. >>
Il Kaiser prese la lettera con mani ferme, ma il volto cupo tradiva l'ansia che cresceva dentro di lui. Rompendo il sigillo, lesse in silenzio il contenuto. Il suo volto si fece sempre più pallido, gli occhi fissi sulla carta. Dopo un momento che parve eterno, alzò lo sguardo verso il messaggero.
La voce ferma ma carica di preoccupazione, "le notizie che porto non sono buone. L'imperatore francese Claude Le Blanc , con cui abbiamo avuto tensioni crescenti, ha dichiarato guerra. Le nostre ambascerie non sono riuscite a trovare una soluzione pacifica, e le sue truppe sono già in movimento verso i nostri confini. Sembra che una guerra inevitabile stia per abbattersi su di noi, e non siamo i soli in pericolo. Tutti gli imperi confinanti, i nostri alleati e persino i nostri rivali, sono minacciati. Siamo di fronte a una crisi senza precedenti."
Il messaggio del messaggero aveva cambiato l'atmosfera della serata. Ciò che era iniziato come un gala per discutere del futuro dinastico era ora un momento di crisi. La prospettiva di una guerra imminente metteva alla prova la forza e la determinazione dell'intera famiglia reale e di tutto l'impero. Mentre i preparativi per la guerra iniziavano a prendere forma, ognuno dei presenti sapeva che il futuro dell'impero era più incerto che mai.
La situazione si fece ancora più grave e complessa coll'editto imperiale congiunto, emesso dai sovrani degli imperi confinanti, nel tentativo di presentare un fronte unito contro la minaccia francese. L'editto stabiliva che ogni principe ereditario di ogni regno o impero doveva contribuire allo sforzo bellico servendo nell'esercito. Questo atto era pensato per dimostrare l'impegno e la serietà delle monarchie di fronte alla crisi, oltre a rafforzare il morale delle truppe e del popolo.
Tuttavia, l'editto rappresentava una complicazione unica per l'impero
Il Kaiser , non avendo figli maschi, si trovava di fronte a una scelta difficile. Con la sua età avanzata e la salute ormai cagionevole, il rischio di andare in guerra era enorme. Tuttavia, era un uomo di grande senso del dovere e di onore, e sentiva che non poteva chiedere ai suoi sudditi e ai suoi alleati di sacrificarsi senza mostrare egli stesso l'esempio.
<< Il popolo deve vedere che il loro Kaiser è con loro, non solo nelle parole, ma anche nelle azioni, >> concluse.
<< È un rischio che sono disposto a correre, per il bene dell'impero e per la pace che potrebbe derivarne. >>
Così, mentre le preparazioni per la guerra si intensificavano, anche la famiglia reale si preparava ad affrontare una delle prove più difficili della loro vita. La decisione del Kaiser di andare in guerra rappresentava non solo un atto di grande coraggio, ma anche un simbolo del sacrificio e della determinazione che erano necessari in quel momento di crisi.
Astrid scosse la testa entrando nell'ufficio del padre , il viso rosso di frustrazione. << Padre, non posso accettare che tu rischi la tua vita così inutilmente! Non hai niente da dimostrare. Sei già il nostro Kaiser, il nostro leader.
Questa è una follia! >>
La pazienza del Kaiser iniziava a svanire. Si alzò dalla sedia, lanciando uno sguardo severo alla figlia. << Astrid , non puoi capire appieno cosa significhi governare un impero e portare il peso di ogni vita su queste spalle! >> disse con voce ferma. << Questo è il mio dovere, e non posso delegarlo. La mia presenza sul campo è necessaria per dimostrare al popolo che sono con loro, fino alla fine. >> tuonava la voce dell'uomo.
Astrid , cercando di mantenere la calma rispose . << Capisco il tuo senso del dovere e il desiderio di proteggere il nostro impero, ma non posso accettare che tu vada in guerra. La tua salute non lo permette, e il rischio è troppo alto. >> mormorò, con la voce incrinata dall'emozione.
La tensione nella stanza aumentò visibilmente. Il Kaiser si avvicinò alla figlia , il viso serio e gli occhi fissi nei suoi. Astrid ," disse con una calma gelida, << Devi imparare a stare al tuo posto. Tu sei una principessa, non un soldato, non un comandante. Il tuo compito è sostenere e servire il regno in altre maniere, non interferire con decisioni che non ti competono. >> dichiarava l'anziano padre.
Queste parole colpirono la giovane come uno schiaffo. La donna sentì un'ondata di rabbia e dolore attraversarle il cuore. Era stata sempre pronta a sacrificarsi per il bene del regno, a combattere per ciò che riteneva giusto, e sentire che il padre non la considerava degna di partecipare a tali decisioni la feriva profondamente.
Con queste parole, la discussione si chiuse bruscamente Astrid , sconvolta e furiosa, si girò e uscì dalla stanza, trattenendo a stento le lacrime. La sensazione di impotenza e frustrazione la schiacciava. Mentre percorreva i corridoi del castello, il pensiero della guerra imminente e della partenza del padre si faceva sempre più insostenibile, lasciandola con un profondo senso di inquietudine e disperazione.
Il castello era immerso in un silenzio inquietante, rotto solo dal rumore della pioggia battente e dai tuoni che squarciavano la notte. Astrid giaceva sveglia nel suo letto, il cuore pesante di preoccupazioni e decisioni non dette. Aveva trascorso ore a rimuginare sulle parole dure del padre e sulla sua determinazione a partire per la guerra. Ma, con il passare del tempo, una decisione altrettanto risoluta si era formata nella sua mente.
Mentre il temporale infuriava all'esterno, si alzò silenziosamente, attenta a non svegliare nessuno. Camminò leggera come un'ombra lungo i corridoi del castello, passando davanti alle camere delle sorelle. Si fermò per un momento davanti alla porta della stanza di Maja e la aprì delicatamente. All'interno, la luce del lampo illuminò il volto addormentato della sorella minore, che sembrava serena nonostante l'inquietudine della notte.
Astrid si avvicinò al letto di Maja e si chinò su di lei. Per un istante, osservò il viso giovane e innocente della sorella, sentendo una fitta di dolore al pensiero di lasciarla. Con delicatezza, baciò la fronte di Maja , sussurrando a malapena:
<< Proteggerò tutti voi, te prometto. >> Poi, con una carezza leggera sulla guancia della sorella, si ritrasse e uscì dalla stanza, chiudendo la porta alle sue spalle.
Raggiunta la sua camera, Astrid sapeva cosa doveva fare. Con mani ferme, prese la spada decorativa che apparteneva al suo bisnonno, un eroe di guerra e un simbolo di coraggio nella storia della loro famiglia. Senza esitazione, usò la lama per tagliare i lunghi capelli castani , che caddero al suolo come un segno tangibile della sua determinazione. Guardò il proprio riflesso nello specchio, vedendo una persona diversa, nuova.
Poi, Astrid aprì un vecchio armadio , estraendo l'uniforme militare del suo bisnonno. Era una divisa pesante, formata da pantaloni rossi con strisce decorative di colore dorato. La giacca bianca , con bottoni dorati e distintivi di rango. La ragazza indossò l'uniforme con solennità, sentendo il peso della storia e del sacrificio legato a quei vestiti. Infine, prese un piccolo barattolo di cera e si applicò dei folti baffi imperiali finti, completando così la sua trasformazione.
Davanti allo specchio, si osservò un'ultima volta. Non c'era più la principessa ribelle, ma un giovane soldato pronto a partire per la guerra. Sotto il falso nome di Karl Franz, sarebbe stata un'altra persona, con un'unica missione: proteggere la sua famiglia e portare onore al suo impero.
Con il cuore pesante ma deciso, Astrid si diresse verso le stalle, dove i cavalli erano tenuti pronti per qualsiasi evenienza. Scelse uno degli stalloni più robusti e lo sellò in silenzio. Prima di partire, si fermò un attimo, guardando il castello che aveva sempre chiamato casa, ora avvolto nell'oscurità della notte e del temporale.
Così , sotto le sembianze di Karl Franz, scomparve nella notte tempestosa, diretta verso il suo destino. Mentre cavalcava lontano, il rumore dei tuoni sembrava echeggiare la sua determinazione e la sua sfida contro le tradizioni che l'avevano sempre limitata. Ora, con il cuore colmo di coraggio e paura, si avviava verso l'ignoto, pronta a combattere per ciò in cui credeva.
Nel cuore della notte, il temporale continuava a infuriare, con lampi e tuoni che squarciavano il cielo sopra il castello .
Maja , sempre sensibile ai rumori e ai cambiamenti, si svegliò improvvisamente, sentendosi stranamente inquieta. Il letto era caldo e accogliente, ma qualcosa nel suo animo non le permetteva di riaddormentarsi. Decise di alzarsi, attratta da un istinto irrequieto che non riusciva a spiegare.
Accese una candela e si guardò intorno nella sua stanza, ancora avvolta nell'oscurità. Il vento ululava fuori dalle finestre, ma qualcosa di diverso, un'assenza intangibile, sembrava gravare sull'aria. Con la candela tremolante in mano, Maja si avvolse in una veste e uscì dalla sua stanza, percorrendo i corridoi silenziosi.
Istintivamente, si diresse verso la stanza della sorella . Quando aprì la porta, il letto era vuoto e la camera sembrava stranamente ordinata. Maja notò subito i capelli tagliati sparsi sul pavimento , l'uniforme del bisnonno mancante. Un senso di panico cominciò a crescere dentro di lei. Si avvicinò allo specchio, dove notò i resti dei baffi finti. Tutti gli indizi puntavano a un'unica, sconvolgente conclusione: Astrid era partita, da sola, nella notte.
Senza perdere altro tempo, la fanciulla corse attraverso i corridoi verso la stanza di Edna . Entrò di corsa, dimenticando ogni riguardo per la quiete notturna, e scosse delicatamente la sorella maggiore per svegliarla.
<< Edna , svegliati! È urgente!" esclamò, con la voce tremante di ansia.
Edna si destò con un sussulto, confusa e preoccupata. << Maja? , cosa succede? >> chiese, cercando di mettere a fuoco la situazione.
<< Astrid ... è partita, >> disse la bionda , ancora ansimando per la corsa. "È andata via, vestita con l'uniforme del bisnonno. Ho trovato i suoi capelli tagliati e tutto è in disordine nella sua stanza. Credo che stia cercando di prendere il posto del padre e andare in guerra al suo posto! >> balbettava Maja
Edna , con il cuore che le martellava nel petto, capì immediatamente la gravità della situazione. La sorella era sempre stata impetuosa e coraggiosa, ma questo gesto era un passo estremo anche per lei. << Non possiamo lasciarla andare incontro a un pericolo simile. Dobbiamo informare nostro padre e mobilitare le guardie. Forse possiamo ancora raggiungerla. >> disse Edna alzandosi da letto.
Karl Franz, arrivò al campo militare con il cuore che batteva forte nel petto. Aveva viaggiato tutta la notte , attraverso boschi e villaggi. Ogni incontro con un altro principe , ogni sguardo che gli veniva rivolto, era un potenziale rischio. Sapeva che la sua posizione era precaria: se qualcuno avesse scoperto la sua vera identità, non solo sarebbe stato espulso dall'esercito, ma avrebbe anche gettato disonore sulla sua famiglia e sul suo impero.
Al campo, l'atmosfera era tesa e carica di attesa. I soldati si preparavano per la guerra imminente, e l'addestramento era duro e spietato.
Con l'uniforme e i baffi finti, si presentò al comandante come Karl Franz Joseph figlio di Otto Joseph Karl . Il comandante, un uomo severo e di poche parole, l'osservò attentamente, valutando quel giovane incredibilmente esperto e determinato. Le sue maniere risolute e la sua prestanza fisica, unite a una lunga e convincente storia di famiglia militare, lgli permisero di entrare tra le file dei migliori reclutati.
Ogni muscolo del suo corpo veniva messo alla prova, e ogni giorno si trovava a lottare contro il dolore e la stanchezza. Ma ciò che più lo preoccupava era il costante timore di essere scoperto. Doveva camuffare la sua voce, evitare situazioni in cui il suo travestimento potesse essere svelato, e mantenere sempre una distanza di sicurezza dagli altri soldati, soprattutto durante i momenti di intimità o di riposo.
Nonostante queste difficoltà, lui non si arrese. La sua forza interiore, alimentata dalla determinazione di proteggere la sua famiglia, la sosteneva. Sapeva che doveva dimostrare il suo valore e conquistare la fiducia dei compagni d'armi. Con il passare delle settimane, iniziò a distinguersi per la sua abilità con la spada e il suo coraggio. Affrontava le sfide con una calma sorprendente e una risolutezza che non passavano inosservate.
I compagni, inizialmente scettici nei confronti del nuovo arrivato, cominciarono a rispettarlo . Karl Franz, ai loro occhi, era un soldato determinato, capace e leale. Anche il comandante, che inizialmente l'aveva osservato con sospetto, iniziò a vedere in lui un potenziale leader. La sua dedizione e il suo spirito di sacrificio divennero evidenti quando, durante un'esercitazione particolarmente pericolosa, Karl Franz si mise in prima linea per proteggere un compagno d' armi ferito, dimostrando un coraggio e un altruismo che impressionarono tutti.
Man mano guadagnava la stima dei suoi compagni e superiori, il suo timore di essere scoperto rimaneva, ma iniziava a convivere con esso. Ogni giorno era una sfida, ma ogni giorno era anche una vittoria. Sentiva che, per la prima volta, stava davvero vivendo secondo i suoi ideali e libero di essere se stesso.
Quando Edna e Maja informarono il loro padre, della fuga notturna di Astrid , l'iniziale incredulità del sovrano si trasformò rapidamente in un misto di rabbia e preoccupazione. Non poteva accettare che sua figlia si fosse imbarcata in una missione così pericolosa, mettendo a rischio non solo la propria vita ma anche l'onore della famiglia reale.
Il suo consigliere più fidato, il saggio e anziano Reichenbach, stava in piedi accanto a lui, osservando con attenzione la reazione del Kaiser. Conosciuto per la sua saggezza e calma, Reichenbach attese che il sovrano esaurisse il suo sfogo prima di parlare. "Maestà," iniziò con voce pacata, << Capisco il vostro turbamento. La decisione della principessa è certamente audace, forse anche pericolosa, ma c'è molto più in gioco di quanto sembri. >>
Il Kaiser si fermò e lo fissò con sguardo severo. << Cosa intendi dire, Reichenbach? Vuoi forse suggerire che dovremmo lasciarla lì, a rischiare la vita come un comune soldato? È impensabile! Devo mandare subito qualcuno a riportarla indietro. >>
Il consigliere scosse la testa lentamente. << Maestà, con tutto il rispetto, non credo che questa sia la soluzione migliore. La principessa ha preso questa decisione con piena consapevolezza dei rischi. Ha dimostrato un coraggio e una determinazione che non sono comuni. Forse è giunto il momento di permettere a vostra figlia di seguire il proprio destino, per quanto possa sembrarci pericoloso o sbagliato. >>
"Ma cosa accadrà se qualcuno scopre la sua vera identità?" chiese il monarca , il volto segnato dall'ansia.
<<l disonore sarebbe insopportabile, e la sua vita potrebbe essere in pericolo ancor di più. >>
Reichenbach fece un cenno di assenso. << È un rischio reale, ma anche un'opportunità. Se la principessa riuscisse a distinguersi per il suo valore, potrebbe sfidare le convenzioni e dimostrare che una donna è in grado di contribuire alla difesa del regno tanto quanto un uomo. È una situazione delicata, ma forse è il momento di abbracciare il cambiamento che lei rappresenta. >>
Il Kaiser gli occhi verso il cielo, come se cercasse una guida negli antenati che avevano governato prima di lui. << Che i nostri antenati la proteggano, ovunque si trovi. Pregherò per il suo ritorno sana e salva . Se il destino ha voluto che lei intraprenda questa strada, non posso far altro che rispettarlo e sperare nel meglio. >>
Con queste parole, il sovrano accettò a malincuore il corso degli eventi, rassegnandosi alla volontà di Ingrid e alla forza del suo destino. Anche se il timore e la preoccupazione per la figlia non lo avrebbero mai abbandonato, scelse di onorare la sua decisione, sperando che l'amore per la famiglia e il coraggio la guidassero e la proteggessero nelle avversità a venire.
Alla fine dell'addestramento Karl Franz, aveva ottenuto un rispetto inaspettato e prezioso. Aveva superato le prove più dure, aveva dimostrato il suo valore e si era guadagnato il diritto di combattere al fianco degli altri principi. Ma mentre si preparava per la guerra imminente, il pensiero del pericolo che correva, non solo in battaglia ma anche a causa del suo segreto, non lo lasciava mai. Con il cuore colmo di apprensione e speranza, sapeva che il vero test sarebbe arrivato presto, quando avrebbe dovuto affrontare non solo il nemico, ma anche la verità sulla sua identità.
Mentre l'esercito marciava verso il fronte, il viaggio attraverso villaggi e campagne era segnato da un'atmosfera di crescente tensione. Karl Franz, si sentiva sempre più a suo agio nel ruolo di soldato, pur rimanendo costantemente attento a mantenere il suo segreto. Le lunghe giornate di marcia e le notti passate nei bivacchi erano dure, ma la sua determinazione rimaneva salda.
Durante una sosta in un piccolo villaggio lungo la loro rotta, i soldati furono autorizzati a prendere un breve riposo e a fare rifornimento. Il mercato del villaggio era animato, con bancarelle piene di frutta, verdura e merci di ogni tipo. Karl Franz passeggiava tra i banchi, cercando di godersi un momento di normalità in mezzo alla confusione della guerra imminente.
All'improvviso, un grido di rabbia attirò la sua attenzione. Voltandosi, vide un uomo corpulento, visibilmente arrabbiato, che afferrava brutalmente una giovane donna dai capelli rossi per il braccio. La ragazza, visibilmente spaventata, cercava di spiegarsi mentre indicava una piccola cesta di frutta rovesciata a terra. Pareva che, nel caos del mercato, avesse accidentalmente fatto cadere la merce dal banco dell'uomo.
<< Cretina! Sai quanto costa questa frutta? Ora mi pagherai per ogni singolo pezzo danneggiato! >> gridava l'uomo, stringendo con forza il braccio della ragazza.
Senza pensarci due volte, Karl Franz si fece avanti, mettendosi tra l'uomo e la ragazza. << Lasciala andare! >> disse con voce ferma e decisa. << Non c'è bisogno di usare la violenza per una questione così banale. >>
L'uomo guardò il giovane dagli occhi di ghiaccio , apparentemente stupito dal coraggio del giovane soldato.
<< E tu chi saresti? >> sputò, con un tono sprezzante. << Questa sgualdrina deve pagare per il danno che ha fatto! >>
Karl Franz non si lasciò intimidire. " Sono il principe ereditario Karl Franz Joseph , futuro Kaiser d'Austria e re d'Ungheria. Ora, ti chiedo di lasciarla andare e di calmarti.>> Il suo sguardo era glaciale e risoluto, e la sua mano si posò con casualità ma fermamente sull'elsa della spada, un gesto sufficiente a far comprendere all'uomo che non era saggio proseguire il conflitto.
Dopo un attimo di esitazione e sotto lo sguardo attento dei presenti, l'uomo rilasciò la ragazza con un grugnito di disappunto e si allontanò, borbottando insulti sotto il respiro. Karl Franz si voltò verso la giovane, che sembrava ancora sconvolta dall'accaduto. << Stai bene? >> le chiese, con un tono più gentile.
La ragazza annuì, ancora scossa. << Grazie, signore, >> disse, abbassando lo sguardo.
<< Non so cosa sarebbe successo se non foste intervenuto. >>
In segno di gratitudine, la giovane, che si presentò come Estela , invitò l'uomo nella locanda di famiglia, dove lei e sua madre lavoravano. La locanda, una struttura accogliente e ben tenuta, offriva un rifugio temporaneo ai viaggiatori e ai soldati di passaggio. Karl Franz accettò l'invito con un cenno, felice di poter riposare per un momento e ristorarsi prima di riprendere la marcia con l'esercito.
Estela , seduta vicino al camino, osservava Karl Franz con ammirazione e curiosità. La figura del principe che l'aveva salvata continuava a sorprenderla. C'era qualcosa di misterioso e affascinante in lui, qualcosa che non riusciva a spiegare, ma che la faceva sentire al sicuro.
<< La ringrazio, signor Franz, >> disse la donna mentre sistemava la camera per la notte. << È raro vedere un giovane così distinto e cortese in tempi come questi. Lei poi ha l'aspetto e i modi di un vero gentiluomo austro-ungarico. >>
Lui sorrise timidamente, nascondendo la propria vera identità dietro un velo di modestia.
Seduta vicino al camino, Estela raccontava storie del villaggio e della sua vita quotidiana, mentre il nobile ascoltava attentamente. Ogni tanto, Estela alzava lo sguardo e incontrava quello di Karl Franz trovando nei suoi occhi cristallini un'attenzione e una curiosità che la facevano arrossire leggermente.
Karl Franz, continuava a mantenere un'aria distaccata, anche se modo in cui Estela si muoveva, parlava e rideva lo affascinava. Sentiva una strana ma piacevole sensazione crescere dentro di lei, un misto di ammirazione e desiderio che però si era sempre imposto di non dover provare.
Estela , inconsapevole della vera identità del futuro Kaiser . trovava in Karl Franz un interlocutore affascinante. Non poteva fare a meno di notare una certa delicatezza nei suoi modi, un contrasto intrigante con la sua apparente mascolinità. La conversazione fluì facilmente, passando dai temi più leggeri ai racconti personali. Lui si sentiva insolitamente aperto e onesto , pur mantenendo il segreto sulla sua vera natura.
Mentre la serata avanzava nella locanda, Karl Franz si ritrovò più volte a osservare la rossa con crescente interesse. Estela aveva una grazia naturale e una gentilezza che risaltavano nel contesto rustico del villaggio. La sua bellezza semplice, con i capelli rossi raccolti in una treccia e gli occhi verdi vivaci, catturò l'attenzione del principe , ma fu la sua compostezza e il modo in cui si prendeva cura degli altri a colpirlo maggiormente.
Mentre la notte avanzava, Karl Franz si ritirò nella camera assegnatale, grata per il breve riposo ma consapevole che presto avrebbe dovuto riprendere il cammino verso il suo destino incerto. Mentre si preparava a dormire, non poté fare a meno di riflettere su quanto fosse difficile mantenere il suo segreto e su quanto fosse importante continuare a essere cauto . Tuttavia, sentiva una crescente determinazione a proteggere i più deboli e a combattere per ciò che riteneva giusto, una missione che trascendeva il semplice travestimento e lo portava verso un obiettivo più grande.
All'alba del giorno seguente, mentre l'esercito stava ancora recuperando le forze nel villaggio, il cielo si coprì di nuvole grigie e minacciose. L'aria, fino ad allora calma, sembrava carica di una tensione invisibile. Karl Franz, era già in piedi, pronto per riprendere la marcia con i suoi compagni. Non avrebbe mai immaginato che la guerra sarebbe arrivata così presto a quell'oasi di tranquillità.
Improvvisamente, un grido d'allarme si levò dalla torre di guardia. "I Francesi! I Francesi sono qui!" Il villaggio cadde nel caos. L'esercito formato dai principi si armò in fretta, tentando di organizzare una difesa improvvisata, mentre i civili cercavano disperatamente di fuggire o di mettersi al riparo.
Karl Franz si trovò presto in mezzo al pandemonio, cercando di radunare i suoi compagni d'armi e di mantenere una linea di difesa. Gli attacchi dei soldati francesi erano rapidi e coordinati, e ben presto il villaggio fu invaso. Egli combatté con determinazione, ma fu subito evidente che le forze nemiche erano troppo numerose e ben equipaggiate.
Mentre il caos della battaglia imperversava nel villaggio, Estela e Karl Franz correvano verso il centro dell'abitato, dove i combattimenti erano più intensi. L'austriaco , armato e pronto a difendere, sentiva il cuore battere forte non solo per l'adrenalina del combattimento imminente.
Al loro arrivo, videro i soldati francesi avanzare con determinazione, spingendo i principi verso il retro del villaggio. La situazione era critica. Karl Franz si lanciò immediatamente in battaglia, combattendo fianco a fianco con i suoi compagni. La sua spada si scontrava con le armi nemiche, e ogni movimento era una lotta per la sopravvivenza.
Durante lo scontro, alcuni dei suoi compagni d'armi caddero sotto i colpi nemici, feriti gravemente o uccisi. Karl Franz si trovava a combattere disperatamente contro un soldato francese, quando una spada nemica si avvicinò pericolosamente al suo volto.
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Storia della notte
Verdi sono gli alberi negli occhi suoi non esiste che primavera dischiusa nel suo viso, accanto a lei, ninfa dei boschi, pare ci sia un angelo, caduto dal cielo. Grigio come la pioggia di ghiaccio il suo sguardo, cascate d’oro contornano la pelle diafana bianca come latte, rosee le gote e labbra dischiuse in un sorriso. poco più avanti aspettano grandi occhi marroni come le nocciole al sole, hanno ciglia lunghe da cerbiatto e capelli lisci, cascate cascane, che le donano al viso. Accanto a lei c’è la sorella che le somiglia ma è diversa, i colori sono medesimi ma i lineamenti differiscono, pur rimanendo simili e dolci.
Il treno corre, corre e corre poi si ferma a riprendere fiato. Con il vento che gli soffia accanto ricordandogli il tempo che fu. Così, sbirciando tra ricordi, inizia a raccontare una storia che come ogni fiaba, inizia con un c’era una volta. Quattro principesse sono le protagoniste di questo racconto, Primavera, Angelo e le Sorelle che chiameremo Autunno e Estate, come le stagioni del passato.
Questa lacrima di speranza inizia con Estate che come ogni giorno chiedeva alla sorella di ballare e ballarono in riva al mare, sussurrando risate. “Sorella, ma tu sai che fine fanno le stelle?” Chiese Autunno curiosa, celando dell’amaro nella sua voce solitamente leggiadra. Estate guardò il cielo azzurro, prese le mani della sorella e l’abbracciò. Così Autunno rimase stupita, cosa avesse mosso quel gesto nella sorella rimaneva un mistero, come quando soffia il freddo dell’Inverno. Ricambiò l’abbraccio. Angelo, che passava di lì, sorrise alle fanciulle e le chiamò per nome, poi le prese con le mani pallide e le condusse verso la luna. Là dove Primavera aspettava. Ballando sotto quelle stelle che fine non avevano fecero un giuramento solenne. “rimarrò con le mie sorelle” però qualcosa si spezzò nei cuori, e tre sorelle furono costrette ad andare sulla terra e a rincorrersi l’un l’altra. Così si formarono tre stagioni, Angelo che rimase bloccata sulla luna, pianse così tanto che le sue lacrime si fecero pesanti. Cadde il primo fiocco di neve, e quello fu l’inizio dell’inverno. Dove la tristezza regna e tutto è spoglio, c’è un angelo che piange le sue sorelle, credendole morte. Poi una notte buia, di quelle che tolgono il fiato, arrivò una ragazza dagli occhi scuri, lo sguardo acceso ma cupo. I capelli corvini e la carnagione come neve, tagliente il suo viso e bello come pochi. Disse all’angelo di seguirla, e lei affascinata da quello sguardo affilato la seguì senza fiatare. Camminarono tra galassie di stelle per anni, forse secoli, senza dirsi una parola. Era un’intesa di sguardi la loro. Una conversazione silenziosa tra animi di fuoco. Giunsero in una terra lontana, che forse era solamente quella terra che vedeva Angelo dalla luna. Giunsero stanche e prive di forze. Ma quando arrivarono Angelo lo sentì, Estate, Autunno e Primavera erano lì. La ragazza che ancora non si era presentata disse semplicemente che la notte è una donna di cui ci siamo dimenticati il nome, così dicendo si presentò. Fu così che le 4 sorelle divennero 5 e la notte divenne ciò che le stelle cantavano, componendo la stessa. La neve continuò a cadere, fiocchi di gioia che cadevano per portare calore nel periodo più freddo dell’anno. Forse, se cercate bene tra queste parole troverete una sesta sorella, che tra l’inchiostro si nasconde, che tra le ombre muore.
l.l.d.s.
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🅰🅻🅻🅴🆁🆃🅰 🆂🅿🅾
🅸🅻🅴🆁 SIETE STATI AVVISATI
Prima di avere questo blog su Tumblr ne avevo un altro e, tra i vari post, ne vidi uno che mi rimase impresso. Era una fanart sul Castello Errante di Howl, sia il film della studio Ghibli, sia del libro. La cosa che mi colpì fu che da una parte c'erano gli Howl e Sophie che conoscevo, quelli di Miyazaki per intenderci, sorridenti e felici di essersi incontrari; dall'altra quelli del libro... completamente diversi. Parliamoci chiaro, se vi aspettate che il film di Miyazaki sia una semplice traduzione del racconto in immagini animate, resterete un po' delusi: le uniche due cose che le due opere hanno in comune sono qualche scena qua e là (anch'esse nel film molto rivisitate) e alcuni personaggi, anche se di questi il loro background è molto rivisitato. In poche parole, possiamo dire che film e libro sono due opere distinte, ma allo stesso tempo abbastanza simili.
Una cosa che hanno in comune è l'incipit della storia. Sophie è la maggiore di tre sorelle (vi ricordate? Anche nel film si accennava al fatto che Sophie, oltre Lettie avesse un'altra sorella più piccola); questo la porta ad avere molte responsabilità, soprattutto nei confronti delle altre due. Anche perchè, il mondo in cui vivono le tre ragazze non è un posto molto sicuro, popolato da Streghe e Maghi non sempre gentili e amichevoli. Infatti, proprio Sophie cadrà vittima della stregha delle Terre Desolate (la Strega delle Lande), che le lancierà una terribile maledizione, trasformandola in una vecchia. E' l'inizio del viaggio di Sophie, che la porterà a vivere varie avventure all'interno del castello errante, in cui vivono il demone Calcifer, con cui Sophie stringerà un patto per sciogliere le rispettive maledizioni, l'apprendista Michael e ovviamente il Mago Howl, con cui Sophie non farà altro che litigare; perchè sì, qui davvero Howl è egocentrico e codardo, aggiungerei vanitoso. Infatti, ammetto di essere rimasta un po' dispiaciuta che il rapporto tra Sophie e Howl fosse conflittuale, e non amorevole. Ma, ad essere sinceri, va benissimo così! Mi sono divertita molto a leggere i battibecchi tra i due, anzi, devo dire che rendono il finale ancora più tenero.
Vi do un consiglio! Se volete godere di questo libro al 100%, vi consiglio di leggerlo con la musica di Jo Hisaishi, il compositore di quasi tutte le colonne sonore della Ghibli, vi sembrerà proprio di essere lì, in quel mondo rimasto fermo alla Belle Epoque, ricco di magia. Un'altra cosa di cui è ricco questo libro è l'ironia, ci sono alcuni punti in cui sono scoppiata a ridere, perchè è ricco di quel British humor che tanto piace a noi.
Insomma, a tutti gli appassionati della casa di Totoro e dei libri fantasy, questo è proprio il libro che fa per voi!
Consigliato: Assolutamente sì
Voto: 8\10
#libro#Castello#errante#Howl#Fuoco#calcifer#fantasy#studio ghibli#love#film#opinione#opinion#magia#strega delle lande#strega delle terre desolate#Suliman
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La scoperta della missione dell' Anima
Io Sono il Guardiano del Karma Familiare e questo mi ha portata a lavorare assiduamente sul karma familiare della mia famiglia di nascita, ma anche sulla famiglia di nascita dell'uomo che mi ha aiutata a creare una nuova vita, mia figlia, che è la fusione del mio DNA e il DNA di Tiziano. Lavorando sul mio karma sono riuscita a estrapolare mia figlia da tutte quelle situazioni che si ripetevano costantemente nella mia famiglia di nascita e, nella famiglia di nascita di Tiziano. Tutto ciò che accade ai nostri antenati si riflette di vita in vita su ogni membro di quella ramificazione dell'albero genealogico. Quando possiamo ritenere che il karma familiare si è davvero interrotto e dissolto? Nel momento in cui le situazioni che si ripetevano trovano finalmente un "ramo spezzato", quell'involucro che ha uno spiraglio di luce, quell'involucro su cui si sta lavorando assiduamente, si accende di nuova luce, di nuova energia, ed esce completamente dallo schema limitante di quella famiglia. Un esempio semplicissimo : nella mia famiglia di nascita i miei nonni, i niei genitori, i miei fratelli e sorelle si sono sposati solamente perché la donna (nonna, mamma, sorella, cognata ecc) sono rimaste in dolce attesa. Lo stesso concetto è presente nella famiglia riguardante Tiziano (perché tendenzialmente si attrae ciò che è simile a noi, perciò anche situazioni simili), lavorando sul karma familiare, il figlio, la figlia sarà la fusione di queste caratteristiche. Comprendendo bene questo concetto, e lavorando a tale proposito, si riuscirà a spezzare la catena della ripetitività e i figli riusciranno a crearsi il loro personale karma familiare. Il compito del custode del Karma Familiare non è di saltare di vita in vita e guarire ogni karma familiare di ogni essere vivente presente sul pianeta Terra, ma risolvere e guarire il karma familiare nella vita in cui si è scelto questo ruolo, ogni vita vissuta porta un insegnamento e ogni vita vissuta porterà sempre un ruolo differente, così facendo l'anima evolverà sempre più e continuerà il suo percorso di Ascesa Personale. Gratitudine costante si manifestera' nella vita di questi guardiani che, si preparano a portare luce e guarigione in ogni luogo in cui si spostano, perché questo è il ruolo attivo in questa vita terrena. Cambiando se stessi si cambia il mondo circostante, questa frase si legge spesso, ma questo concetto si apprende veramente, solo nel momento in cui si sta svolgendo un lavoro profondo su sé stessi. Grazie.
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#family karma#healing#evolution#mindbodyspirit#energy healing#soul connection#dna#awareness#mission of the soul#personal growth
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\Fratelli e sorelle, stanotte l’amore cambia la storia\Fa’ che crediamo, o Signore, nel potere del tuo amore, così diverso dal potere del mondo\Signore, fa’ che come Maria, Giuseppe, i pastori e i magi, ci stringiamo attorno a Te per adorarti\Resi da Te più simili a Te, potremo testimoniare al mondo la bellezza del tuo volto\Papa Francesco\omelia\notte di Natale\
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Lenone
Ogni riferimento a fatti realmente avvenuti e a persone realmente esistite è puramente casuale.
Lenone
Istinto magnaccia
Se me l'avessero detto non c'avrei creduto, in vecchiaia ho anche “messo su il magnaccio”! La settimana compresa tra il 10 aprile al 14 aprile sono rimasto solo a lavorare nella ditta (quale unico lavoratore). Il giorno 10 aprile era pasquetta. Sulla melodrammatica scia di un precedente articolo intitolato: “Poveri giovani”, mi accingo a pubblicare anche questa caustica critica, dopo lunga osservazione, posso affermare d'aver già assistito a vicende simili, probabilmente non dovrebbe risultare difficile prevedere la fine di questa storia! Avevo visto come mio nonno materno aveva cresciuto suo figlio (il famigerato zio detto Titino). Il soprannome calzante scaturisce da un film classico del cinema italiano, alla fine si capisce il film quando una voce dice: “Titino hai bruciato tutta l'Africa”, e mentre Titino lascia l'Africa, gli indigeni sulla riva ripetono a gran voce: “Titi Titi n'un se lassa” (non so se l'ho scritto correttamente). Nel caso nostro Titino essendo una vera schiappa inetta, creava continuamente debiti di gioco, fin quando riuscì a contrarre un debito di poco superiore al miliardo di lire (all'epoca erano molti denari). Addirittura i nonni vennero a chiedere a mio padre di fare una cessione dello stipendio per aiutarli a pagare il debito contratto al Casinò di San Remo dal loro adorato Titino. Così ho riconosciuto tale rapporto morboso tra Casconero e Lio, rivedo quasi fotocopiato il malsano rapporto che mio nonno aveva instaurato con suo figlio, Lio tuttavia è “il fidanzato” della figlia di Casconero... ma quale stupidella vorrebbe condividere la propria esistenza con un idiota di tale spessore? Per la serie, aspetta che la serpe si rivolti al ciarlatano! I figli sono e diventeranno ciò che siamo disposti ad insegnare, ma anche a diseducare e disadattare! Casconero sta riproponendo al lettore una storia come “le sorelle materassi” come il nostro “Titino” ecc ecc, è triste poveri giovani! In questa settimana (dal 10 al 14 aprile) il Signor Pit sarebbe dovuto rientrare dalle ferie, ma in data 08 aprile ha inviato un certificato medico; la coincidenza ha voluto che il Signor Mik abbia preso una settimana di vacanza, per questo io sono rimasto solo con Casconero (il titolare), da me ribattezzato Casconero in onore ad una parodia di Mel Brooks intitolata :”Balle spaziali”. Al mattino mi portava sui cantieri e si limitava ad aspettare che avessi completato il lavoro, in media al giorno Casconero ha lavorato al massimo 20 minuti circa (un grande aiuto, sempre meglio di niente...)! Giovedì 13 aprile il titolare della ditta ha dormito tutto il giorno (quale giornata lavorativa) comodamente semi-sdraiato nell'abitacolo del camion, adducendo la causa di tale imbarazzante atteggiamento ad un forte mal di testa... va detto che bevono troppo anche al mattino e a stomaco vuoto. Gli altri giorni si assentava due o tre ore, tornava per intrattenersi venti minuti circa e infine spariva di nuovo fino all'orario di finire la giornata lavorativa. La più “Sporca” l'ha fatta venerdì 14 aprile, sfruttando spudoratamente il dinamismo iper-energico di suo padre e di suo suocero (non sono giovinetti)! Casconero si appartava con sigarette e telefonino per periodi di tempo interminabili (i due anziani non gli hanno detto una parola), forse Casconero ricatta tutti? Tuttavia, tanto per gradire, da venerdì 27 giugno Casconero ha ricominciato a riportarsi dietro l'attendente magnaccia, l'inetto, inutile, incapace Lio (fino all'effetto Popcorn del 29 giugno); i due individui hanno trascorso tutto il giorno (27 giugno) seduti nell'auto. Poi a sera hanno il coraggio o più probabilmente “la faccia a culo” di tornare a casa, mangiare e con certezza andare anche a raccontare che dopo una giornata di stenuante lavoro -sono stanchi-! Questo è il modo più rapido e indolore di “mandare a puttane” una ditta, lo ripeto; -L'esempio è sempre un invito-! Nei miei confronti Casconero si da le arie del bossetto, forse crede veramente di essere un grande e importante manager, io, nel loro ambito, li lascio “bollire nel loro insipido brodino”, lascio che facciano ciò che desiderano, mi tempestano di domande, di me parlo e parlo ma non dico “un cazzo”, in quel contesto questo è realmente importante seppure triste, la parte dell'ingenuo è veramente una corazza indistruttibile!
16 luglio 2023
Angelo Meini
Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e a persone realmente esistite è puramente casuale
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Leggenda de “Le due sorelle” a Torre Dell’Orso
Leggende/PUGLIA D’AMARE QUOTIDIANO FOTO DAL WEB Leggende italiane: “Le due sorelle” di Torre dell’Orso (LE) A Melendugno, in marina di Torre dell’Orso, a pochi metri dalla grotta di San Cristoforo, si ergono due faraglioni molto singolari, staccati dal costone roccioso e molto simili tra di loro: sono le due sorelle. La leggenda narra che due sorelle, due contadine del luogo, un giorno si…
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Fun factissimo sul sogno di oggi
Ho sognato di citofonare a M., questa vicina di casa che è anche un’amica di infanzia. Siamo cresciute come sorelle. Solo che non citofonavo dal portone bensì dallo stesso citofono di casa mia come una sorta di linea interna. //irl questo citofono è rotto. Lo è da sempre, in verità. Mai usato. Sta la per bellezza.//
Anyways lei risponde. E le chiedo se posso salire da lei. Lei mi chiede chi sono. Mi sento offesa, perché è assurdo che non riconosca la voce. Ma la prendo a giocare e riformulo. Sento delle voci di ragazze sopra da lei, le sue amiche probabile. Lei chiede di nuovo il nome. Io non glielo dico. Lei era impegnata con l’organizzazione di un matrimonio, il suo matrimonio, dice. Ci rimango male perché non mi aveva invitata ma non dico nulla se non un “Ah, fa nulla allora ci vediamo”. Fine.
//Il fun fact sta nel fatto che irl questa M. Davvero si è sposata circa un annetto fa. E che davvero non mi ha invitata. Ma non ci sono mai rimasta male, non consciamente almeno. Perché il rapporto si era un po’ perso quindi me lo aspettavo. Però una parte più primitiva, la sorta di “bimbo interiore”, quella penso ne abbia sofferto. Perché da piccole giocavamo sempre insieme e ricordo che fra bambole, cucina pasta e pizza, e simili giocavamo anche alla famiglia. E penso che a quella parte di me avrebbe fatto piacere vedere la mia amica compiere il primo passo per realizzarne una al di fuori del gioco. Non lo so. Suppongo.
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Workshop: Le nostre reti etnografiche
My Social Relations
Più social che realtà
La mia rete sociale: (come) cambierà?
The Eye
Pochi ma buoni
L'albero magico
Questa analisi si basa sulle 6 reti sociali dei componenti del gruppo:
Valentina G. “My social Relation”: Una mappa concettuale delle relazioni sociali della persona in questione.
Alessandro G. “Più social che realtà”: Il nome deriva dal maggior peso dei contatti online rispetto a quelli offline con la maggior parte dei componenti dei cerchi.
Alessandro R. “La mia rete sociale: (come) cambierà?”: Il titolo di questo schema etnografico si focalizza sulla volubilità che le reti sociali hanno nel corso del tempo.
Giovanni B. “The Eye”: Il richiamo grafico dello schema ricorda la forma di un occhio ed infatti le persone poste al centro sono seguite con maggiore attenzione, dato il legame presente con esse.
Giorgia I. “Pochi ma buoni”: Il numero ristretto di componenti della rete sociale fa sì che il peso percepito di ogni nodo sia più intenso.
Daniela M. “L’albero magico”: Lo schema si estende dal centro verso l’esterno dando l’idea di una ramificazione che cresce e muta nel tempo.
Introduzione:
I nostri sociogrammi sono strutturalmente molto simili tra di loro con principalmente una differenza quantitativa di collegamenti.
Analisi dei cerchi:
Nella prima cerchia tutti abbiamo incluso i famigliari stretti (genitori, fratelli, sorelle, nonni…) e per la maggioranza (4 su 6) anche amici stretti. Già nella prima cerchia è possibile osservare come la concezione di collegamento stretto varia tra le componenti del gruppo. Infatti, è interessante come nel gruppo ci sia una differente concezione della figura dei nonni e degli amici stretti, che alcuni hanno inserito nel cerchio stretto, mentre altri hanno posizionato nel secondo anello.
Nella seconda cerchia ognuno di noi ha inserito gli amici, raccolti in gruppi. Alcuni di noi (4 su 6) hanno anche inserito parenti più lontani come cugini e zii.
La terza cerchia invece è quella dove vi è una differenziazione maggiore. La maggior parte di noi ,infatti, ha preferito raccogliere i conoscenti in gruppi (come per esempio membri di una squadra sportiva, di un’associazione, i colleghi di lavoro…), mentre altri hanno preferito indicare solo singoli elementi. Inoltre abbiamo notato come nella terza cerchia, vi siano tendenzialmente solo amici con cui ci si relaziona o solamente online o solamente offline.
Uso dei social in base alle fasce di età:
C’è una tendenza generale di utilizzare la comunicazione online principalmente tramite Instagram e Whatsapp con i coetanei e la comunicazione offline faccia a faccia con parenti di una certa età, come per esempio i nonni. La comunicazione con i genitori invece avviene per tutti sia online che offline, con una preferenza per Whatsapp, senza però escludere la comunicazione via Instagram o tramite altri social.
Social utilizzati nell’analisi:
Dalle nostre analisi è emerso come i social maggiormente utilizzati siano Whatsapp ed Instagram, che si diffondono uniformemente tra tutte le persone che costituiscono le reti sociali. Non mancano però social ‘’inusuali’’ (poco usati) nelle nostre analisi. Possiamo per esempio citare BeReal, social che permette di vedere in tempo reale dove siano e cosa facciano le altre persone, oppure la comunicazione tramite chat di videogioco, fondamentali per alcuni di noi per mantenere determinati rapporti. Inoltre abbiamo riscontrato anche un inusuale uso di Facebook, usato da una di noi per comunicare con la sorella, che vive in un paese in cui non è usato Whatsapp.
Conclusione:
In generale, possiamo dire che l’uso dei social all’interno della comunicazione dipenda dalla distanza fisica tra di noi e le persone che abbiamo disposto nei cerchi. Infatti, alcuni membri del gruppo non sono svizzeri o non vivono in Svizzera e di conseguenza per comunicare e mantenere i rapporti con gli elementi della loro rete sociale devono usare necessariamente i social.
Impossibile non parlare infine delle difficoltà riscontrate durante il processo di categorizzazione delle persone. Affibbiare il giusto numero e pensare di ridurre il rapporto che si ha con le altre persone ad un semplice post-it si è rivelato essere un lavoro più duro del previsto, che ci ha fatto riflettere sull’effettiva forza dei legami che abbiamo stretto nel corso della vita.
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IL PRIMO BAMBINO SALVATO IN UTERO CON TRATTAMENTO SUI GENI
Una bambina canadese viene oggi celebrata nel mondo scientifico come la prima ad essere stata curata in utero per una malattia genetica che l’avrebbe rapidamente uccisa.
Ayla Bashir che vive a Ottawa in Canada, ha subito un trattamento sperimentale nel 2021, mentre era ancora feto, dopo che i test prenatali avevano diagnosticato la malattia di Pompe, una rara sindrome ereditaria solitamente fatale che aveva già posto fine alla vita di due delle sue sorelle. Ayla, a 16 mesi dal suo intervento, è stata definita fuori pericolo. I medici dell’ospedale pediatrico dell’Ontario orientale hanno eseguito un trattamento per fornirle un enzima che mancava, nella vena del cordone ombelicale fetale, utilizzando aghi guidati da ultrasuoni. “C’è un danno che avviene solitamente prima della nascita di un bambino e che poi non può più essere riparato”, ha affermato il dottor Pranesh Chakraborty, pediatra del Children Hospital Eastern Ontario.
Dopo il trattamento sperimentale Ayla è nata il 22 giugno 2021 e dopo un periodo di osservazione, i test mostrano oggi che il suo sviluppo è normale. “Abbiamo quindi imparato che è possibile diagnosticare e curare un feto con sindrome di Pompe infantili prima della nascita”, ha affermato il dottor Mackenzie dell’Università della California. “Questo rappresenta un nuovo capitolo della terapia fetale, in cui possiamo potenzialmente trattare e anche curare i feti con molte malattie genetiche”. I ricercatori stanno ora chiamando altre famiglie con gravidanze in cui il feto è affetto dalla malattia di Pompe o da malattie genetiche simili.
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Fonte: New England Journal of Medicine
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