#sono vuota
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sollevare-il-mondo · 2 years ago
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La mia vita ha la tendenza ad andare a gonfie vele e a cadere in pezzi nel giro di pochi giorni.
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Vai avanti. Continua a muoverti. Se ti fermi sarai costretta a pensare...
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sono-solo-un-riflesso · 2 years ago
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Perché devo sempre conoscere gente di merda?
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omarfor-orchestra · 11 months ago
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Io sto aspettando solo le canzoni raga
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vintagebiker43 · 4 months ago
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Un professore di Lettere e Filosofia del liceo Tasso, Giancarlo Burghi, ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Istruzione Valditara che è un autentico manifesto PARTIGIANO di difesa altissima della cultura e della Costituzione.
È lunga, ma merita davvero di essere letta tutta, condivisa, applicata. Fino in fondo.
“Egregio ministro,
Le scrivo di nuovo dalla desolazione della “trincea”: quella in cui ogni giorno, con le studentesse e gli studenti, combattiamo l’eterna guerra contro la semplificazione e la superficialità. Oggi, però, le scrivo per ringraziarla delle Linee guida sull’insegnamento dell’educazione civica che ci ha inviato all’inizio dell’anno scolastico. Da oggi abbiamo un punto fermo nel nostro lavoro di docenti ed educatori: ci dirigeremo nella direzione esattamente opposta a quanto ci indica. L’educazione civica, secondo lei deve «incoraggiare lo spirito di imprenditorialità, nella consapevolezza dell’importanza della proprietà privata». In modo quasi ossessivo nel documento traccia l’idea di una sorta di “educazione alla proprietà ”.
Ma cosa dovremmo farci di questo slogan vuoto? Stiamo oltrepassando finanche il senso del ridicolo, andando oltre la teoria delle tre “i” di berlusconiana memoria (inglese, impresa, internet). Ai nostri studenti, signor Ministro, l’articolo 42 della Costituzione lo leggiamo e lo spieghiamo: «La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge […] allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti. La proprietà privata può essere [..] espropriata per motivi di interesse generale". Dice proprio questo la Costituzione! Però non si ispira a Pol Pot ma alla dottrina sociale della Chiesa, al cristianesimo sociale di Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti. Nelle Linee guida Lei continua, poi, con l’affermazione di sapore thatcheriano, ma in realtà generica e vuota quanto la prima, per cui dovremmo insegnare che «la società è in funzione dell’individuo (e non viceversa)».
Vede Ministro, se le dovesse capitare di sfogliare la Costituzione italiana scoprirebbe che il termine “individuo” semplicemente non compare. (…) Mi consenta di farle notare che, se sfogliasse la Costituzione, scoprirebbe che il termine “patria” compare solo una volta (perché Mussolini lo aveva profanato e disonorato) e per di più non ha niente a che fare con “i sacri confini nazionali” da difendere o l’italianità quale identità da salvaguardare contro la minaccia della sostituzione etnica.
La patria è il patrimonio dei padri e delle madri costituenti, vale a dire le istituzioni democratiche non separabili dai valori costituzionali: l’eguaglianza, la libertà, la pace, la giustizia, il diritto di asilo per lo straniero «che non ha garantite le libertà democratiche».
I patrioti non sono quelli che impediscono lo sbarco dei migranti, ma coloro che ogni giorno testimoniano il rifiuto della discriminazione. Cosi come patrioti non erano i fascisti che hanno svenduto la patria a Hitler e l’hanno profanata costringendo milioni di italiani ad offendere altre patrie, ma i membri dei GAP (che non erano i “gruppi di azione proletaria” come ebbe a dire, per dileggio, Berlusconi), ma i “gruppi di azione patriottica (appunto), che operavano nella Brigate Garibaldi dei patrioti comunisti italiani, protagonisti della Resistenza quale secondo Risorgimento.
Ci consenta di formare i nostri studenti ispirandoci a chi di patria si intendeva: non a Julius Evola o Giorgio Almirante, ma a Giuseppe Mazzini che ha ripetuto per tutta la vita che la patria non è un suolo da difendere avidamente ma una «dimora di libertà e uguaglianza» aperta a tutti: «Non vi è patria dove l’eguaglianza dei diritti è violata dall’esistenza di caste, privilegi, ineguaglianze. In nome del vostro amore di patria, combattete senza tregua l’esistenza di ogni privilegio, di ogni diseguaglianza sul suolo che vi ha dato vita. (Dei doveri dell’uomo). Mazzini non contrapponeva la patria all’umanità, ma la considerava il mezzo più efficace per tutelare la dignità di ogni essere umano: «I primi vostri doveri, primi almeno per importanza, sono verso l’ Umanità. Siete uomini prima di essere cittadini o padri. […] In qualunque terra voi siate, dovunque un uomo combatte per il diritto, per il giusto, per il vero, ivi è un vostro fratello: dovunque un uomo soffre, tormentato dall’errore, dall’ingiustizia, dalla tirannide, ivi è un vostro fratello. Liberi e schiavi, siete tutti fratelli. (Dei doveri dell’uomo)
E ci consenta, da educatori democratici, di trascurare le sue Linee guida, per illuminare le coscienze dei giovani con le parole di don Milani: «Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri, allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri». Egregio Ministro, dal momento che la costruzione di una cittadinanza consapevole avviene anche attraverso l’esercizio della memoria storica e civile, Lei ci ha inviato a una circolare con cui ha bandito un concorso per le scuole con lo scopo di celebrare la «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo». Il titolo del concorso: «1945: la guerra è finita!» Incredibile! Il 25 aprile 1945 che, prima dell’era Valditara, era semplicemente e banalmente la «liberazione dal nazifascismo» ora diventa un momento della «Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle Guerre e dei Conflitti nel Mondo».
Cosa dovrebbero ricordare le giovani generazioni nella sua bizzarra idea di memoria civile? Ecco il suo testo: «Il popolo che ha subito sulla propria pelle gli orrori di quel tremendo conflitto, dai bombardamenti degli alleati alle rappresaglie nazifasciste [equiparati !] fino agli ordigni bellici inesplosi che, nei decenni a venire, hanno continuato a produrre invalidità e mutilazioni». E tutto per andare «al di là della tradizionale lettura vincitori-vinti», opposizione che attentamente sostituisce quella di antifascisti/liberatori e fascisti. Si tratta dunque, secondo lei, di ricordare una guerra tra tante, quasi un ineluttabile evento naturale in cui tutti sono cattivi (i liberatori, gli aguzzini e i partigiani) e dunque tutti ugualmente assolti nel tribunale della neostoria. Del resto, Ministro, devo darle atto di una certa garbata compostezza sulla memoria del 25 aprile. La sua sottosegretaria (la nostra sottosegretaria all’Istruzione) Paola Frassinetti la Festa della Liberazione l’ha festeggiata al campo 10 del Cimitero maggiore di Milano per onorare i volontari italiani delle SS. È immortalata in un video in mezzo a un drappello di camerati che sfidano, tra insulti e minacce, alcuni manifestanti antifascisti. Frassinetti si lascia andare alla rabbia ed esclama “ma vai aff…”.
Sempre a proposito di Linee guida per l’educazione civica… Da sottosegretaria del suo Ministero Paola Frassinetti, il 28 ottobre del 2024, anniversario della marcia su Roma, ha celebrato il “fascismo immenso e rosso”. Capisce, signor Ministro, perché ci sentiamo soli nella trincea? E perché le ho detto che è “passato al nemico” (il nemico è la parzialità, la manipolazione, la contrapposizione faziosa). Ma noi siamo combattenti testardi. Non avendo capi politici da lusingare, la nostra coscienza e la Costituzione antifascista sono le nostre uniche e inderogabili “linee guida” da seguire nel formare cittadine e cittadini liberi e consapevoli. Egregio Ministro, spero che queste parole non mi costino quella decurtazione dello stipendio che ha inflitto a un mio collega per aver pronunciato delle parole che Lei non ha gradito. Sarebbe non solo grave ma anche di cattivo gusto anche perché di recente insieme ad altri ministri lei lo stipendio ha cercato di aumentarselo.”
P. S. Le sue Linee guida stanno conseguendo i primi risultati. Qualche giorno fa uno studente che aveva studiato la divisione dei poteri di Montesquieu ha osservato che se un ministro fa una manifestazione sotto un tribunale per difendere un altro ministro sotto processo viola la separazione dei poteri. Aggiungendo che un ministro non è un semplice cittadino ma un membro dell’esecutivo, cioè di un potere dello stato. Gli ho risposto che ha ragione e gli ho dato un ottimo voto in educazione civica.
Con cordialità, prof. Giancarlo Burghi.
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alceme · 2 months ago
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non mi sono mai sentita più vuota di cosi
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donnenocategorizzate · 2 months ago
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fare sesso senza sentimento è una cosa molto naturale. Ne parlavo ieri con un amica, lei non è d'accordo e ho chiesto di spiegarmi il perchè.
Secondo lei fare sesso senza sentimento non appaga, dopo averlo fatto si sento un pò vuota e usata, rimane con l'ansia del dopo "mi richiama, sarà piaciuta? lo rifaremo ? insomma un vero incubo.
Per me è diverso, io sento il bisogno di fare sesso, mi piace mi diverte, mi scarica. Ci sono giorni in cui mi sveglio proprio con la voglia di farlo, ora che sono single la voglia è aumentata con gli anni ho preso più coscienza di quello che voglio e che mi piace senza aver più vergogna di chiedere.
Non è essere una puttana o egoista ne tanto meno senza cuore, tenendo presente di essere uscita raramente con uomini sposati, perciò si per me fare sesso è come quando ho voglia di un gelato o una pizza ..........Direi il sesso è un piacere di cui non vergognarsi
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sollevare-il-mondo · 2 years ago
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A chi scrivi quando ti senti arrivare un attacco di panico? E perché proprio a te stessa?
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 5 months ago
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Perché le sfumature non sono mai state il mio forte... O troppo o niente... Non so mai stare nel mezzo delle emozioni... O troppo forte o crollo... O amo troppo o non me ne frega niente... Le mezze misure non le ho... Sono cosi in tutto... Troppo dolce o troppo stronza... Troppo allegra o tristissima... È che tutto mi arriva troppo forte e io non sono mai riuscita ad imparare a modularmi... L'unica cosa che riesco a fare è chiudermi quando il troppo è troppo anche x me... A causa di tutto questo... Spesso sono troppo triste... Spesso troppo sola... Spesso mi sento vuota... Specialmente quando alzo le mie barriere... Sono spesso fuori controllo e sovente mi tocca pagare le conseguenze di questo mio essere senza filtri... Di questo mio modo di vedere tutto in bianco o nero... Di non avere controllo totale su ciò che provo... Di essere sempre dominata dagli istinti e di doverli sempre subire a livello emozionale... Non è facile essere me... E non è facile starmi accanto... Me ne rendo conto benissimo... Ma forse ci sarà qualche impavido che correrà il rischio prima o poi... Di certo non avrà mai solo mezzo del mio amore... Perché io do tutto... E anche di più...
~ Virginia ~
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volumesilenzioso · 1 year ago
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non sono triste, mi sento solo spenta, vuota, prosciugata, morta
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inadeguata · 5 months ago
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la mancanza di qualcuno la sento soprattutto in giornate pesanti come queste dove mi metto a letto sentendomi indefinita, vuota e insoddisfatta.
brutta, imperfetta, povera e tutti i pesi del mondo li sento sulle spalle,
e riesco solo a pensare a quanto sarebbe bello avere qualcuno con cui metterti sotto le coperte mentre ti abbraccia a cucchiaio e ti dice - sei bellissima e anche se tutto fuori fa schifo ci sono qui io -.
ecco, diciamo che il pre ciclo prima del compleanno non me lo meritavo
+ non vorrei proprio fare il compleanno
che ansia
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ragazzadalsorrisonero · 1 month ago
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[…]
Cara Ellen,
sei stanca, vero?
Ti senti vuota. Come se qualcuno ti avesse strappato via un pezzo di cuore senza nemmeno chiederti il permesso.
Hai dato tutta te stessa — forse anche troppo — e adesso sei lì a chiederti se sia stata la cosa giusta da fare.
Te lo dico io: sì, lo è stata.
Perché non c’è niente di sbagliato nel credere in qualcuno, anche se poi quel qualcuno decide di andarsene. Non c’è niente di sbagliato nell’essere dolce e premurosa nel preoccuparsi, anche quando l’altro sembra non volerti più vicino.
Il mondo ha bisogno di persone come te. Persone che non si accontentano di sentimenti tiepidi. Persone che, nonostante tutto, hanno ancora il coraggio di lasciarsi attraversare dalle emozioni anche quando fanno male.
Lo so che adesso ti senti la non scelta.
Lo so che dentro di te c’è quella voce maledetta che continua a ripeterti:
“Perché non ha scelto me?”
“Cos’ho sbagliato?”
“Perché non sono abbastanza?”
La verità è che tu eri abbastanza. Sei sempre stata abbastanza. Il problema è che sei troppo per chi non è pronto davvero.
Tu eri quella che avrebbe aspettato. Quella che avrebbe trovato il modo di far funzionare le cose. Quella che si sarebbe fatta in quattro pur di farlo sentire importante.
Ma tesoro, c’è una cosa che devi capire: le persone come te non si rincorrono, le persone come te si scelgono.
Sai cosa penso di te anche se non ci conosciamo da molto tempo?
Che dietro tutta questa fragilità hai una forza che nemmeno immagini. Che quando deciderai di rialzarti — perché ti rialzerai, lo so — sarai una cazzo di tempesta che nessuno potrà più spezzare.
Tu vuoi essere una donna indipendente, forte, in carriera?
Bene. La diventerai.
Non perché qualcuno finalmente ti sceglierà, ma perché tu sceglierai te stessa.
Adesso voglio che chiudi gli occhi per un attimo.
Immagina di essere in una stanza piena di specchi. Guardati bene, osservati da ogni angolazione.
Vedi tutte quelle crepe sul cuore? Tutte quelle cicatrici invisibili che nessuno conosce davvero?
Ecco, quelle sono le medaglie della tua battaglia.
Ora immagina che davanti a te ci sia la Ellen di domani.
È bellissima. È fiera. Cammina a testa alta con la consapevolezza di chi ha imparato a bastare a se stessa. Lei ti sta aspettando. E non ha bisogno di nessuno per sentirsi completa.
Hai passato troppo tempo a chiederti se qualcuno ti avrebbe mai scelta. Adesso è il momento di capire che la scelta più importante la devi fare tu.
Scegli di ricostruirti. Scegli di credere ancora nell’amore, ma soprattutto scegli di non accontentarti mai più di qualcuno che non abbia il coraggio di tenerti per mano e restare.
Quando un giorno qualcuno ti guarderà come meriti — con quegli occhi pieni di stupore e rispetto — capirai che ogni lacrima versata, ogni nottata passata sveglia, ogni paranoia… Ne sarà valsa la pena.
Fino ad allora, diventa la donna che nessuno potrà mai permettersi di perdere.
Ti voglio bene e ci sarò ogni giorno finché non ti vedrò brillare.
Con affetto, la ragazza del tuo migliore amico.
[…]
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elperegrinodedios · 2 months ago
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La preghiera di Jim
Un prete era infastidito dal fatto che ogni giorno un vecchio, vestito in modo trasandato, entrava nella sua chiesa verso mezzogiorno e ne usciva dopo pochi minuti. Cosa entrava a fare? Informò il sagrestano a cui chiese di fermare l'uomo, per chiedergli cosa faceva. Dopo tutto, nella chiesa vi si custodivano quadri e arredi molto costosi.
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"Entro a pregare", rispose l'uomo alle domande del sagrestano. "Ma dai", insistette l'altro, "non stai mai in chiesa il tempo sufficiente a pregare". "Beh, vedi", disse il vecchio "io non so fare delle preghiere lunghe, ma ogni giorno alle dodici, io entro quì, e dico "Gesù, sono Jim", e aspetto un attimo poi vengo via. Anche se è solo preghiera corta, credo che lui mi senta".
Qualche tempo dopo, Jim ebbe gravi problemi di salute e lo portarono all'ospedale dove il suo buon influsso, si fece sentire in tutto il reparto.
Pure i pazienti più brontoloni divenirono allegri e spesso il reparto risuonava di risate.
Un giorno un'infermiera gli disse, "Allora, Jim, tutti dicono, che il cambiamento qui dentro è tutto merito tuo, dicono che sei sempre felice, che sei contento".
"Certo che lo sono. Non posso fare a meno di essere contento. È merito di una persona, che viene a trovarmi tutti i giorni, è lui che mi rende felice".
"Qualcuno viene a trovarti qui?", l'infermiera si incuriosì. Aveva notato che la sedia accanto al letto di Jim era sempre vuota durante le ore di visita, perchè era un uomo solo, senza parenti. "Ma quand'è che viene a trovarti?".
"Ogni giorno", replicò Jim. "Si, ogni giorno alle dodici entra e si ferma ai piedi del mio letto. Lo guardo, Lui mi sorride e dice, Jim, sono Gesù".
Fine prima parte
Conoscendo la storia, un missionario di nome Michael in Tailandia finisce poi la storia...
Recentemente in Tailandia, abbiamo incontrato un signore scozzese di nome Jimmy per questo abbiamo iniziato a raccontargli la storia di "Gesù sono Jim!", di quel vecchio che andava in chiesa tutti i giorni a pregare. Ci ha subito interrotto, lui conosceva bene la storia anzi era successa dove viveva lui in Scozia. L'uomo, si chiamava Jimmy Meekan, il quale ci raccontò la conclusione della storia.
Segue...
lan ✍️
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singinthegardns · 5 months ago
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Ti scrivo perché certe cose dirle ad alta voce ci vuole troppo coraggio ti scrivo perché non so bene se ho smesso di aspettarti, io non lo so se per dimenticare davvero mi basta ignorarti, se mi basta fare quel come fanno gli altri e scambiarci per una cosa qualunque, senza importanza, una di quelle cose che non lasciano una macchia sull'anima anche dopo che sono finite, anche quando c'è solo da dimenticare e basta io ti scrivo perché non lo so se ti ho dimenticato davvero o se sono soltanto andata avanti ma senza smettere mai di guardare un po' indietro dove sapevi tutto di me, dove io sapevo tutto di te dove ci toglievamo i vestiti ed eravamo così pieni di sorrisi, un po' indecisi se perdere la testa o no rischiando di non ritrovarla più e intanto l'avevamo persa già. Ti scrivo perché io ti cerco dappertutto, nei dettagli che non ho mai perso, nelle porte che non ho mai aperto, nelle cose che non ho mai detto, nel mare che è sempre bello pure d'inverno ti scrivo per sentirti più vicino, perché non so dove sei e se anche a te fa male il petto quando arriva il tramonto e non puoi regalarmelo. E sarebbe facile dire che il destino ha deciso per noi e che in un altro posto, in un altro tempo invece avremmo vinto noi e invece la sola verità che so è che abbiamo perso che abbiamo lasciato perdere, che abbiamo voltato le spalle alla sola cosa che avesse un senso e stasera ti scrivo perché certe cose meglio non dirle a voce, che se no diventano vere e io non voglio che sia vero che ancora mi manchi, nelle notti in mezzo agli altri, che ancora mi parli con gli occhi quando mi sento vuota e riempi gli istanti con i silenzi che hai lasciato qui. Ti scrivo perché fa male, perché fa paura essere ancora lì e non sapere dove sei tu ti scrivo perché dire addio non vuol dire farlo davvero. Ci sono notti in cui vorrei non avertelo mai detto e giorni in cui in cui lo ammetto: senza di te mi piove tutto il cielo addosso, le stelle, i rimpianti e i fulmini sul petto e non dormo io non so chiudere occhio.
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 4 months ago
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Posso fare mille cose... Avere mille situazioni... Andare in mille posti... Ma il mio pensiero gira e rigira scorre sempre a te... Forse un giorno imparerò a non pensarti... A non desiderarti... A non volermi sentire in balia delle tue mani fredde che non sanno donare una carezza... Ma che sanno solo prendere... Prendersi tutto di me e lasciarmi vuota... Vuota con solo il sogno di un amore che non può volare... Sola con un vuoto nel cuore... Impigliata in questo oblio di desideri inattesi e baci non dati... Aspettando che tu prima o poi capisca che sono parte di te... E tu sei parte di me... Aspettando che impari a pensare per due e non solo per te stesso... Che finalmente tu voglia darmi veramente ciò che merito...
~Virginia ~
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orotrasparente · 5 months ago
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non so quando ho iniziato ma col tempo ho costruito questa immagine di me stesso del tipo “non mi interessa, non voglio saperne nulla, fate quello che volete”
sono emotivamente e sentimentalmente inviolabile, se vuoi andare vai, non insisto, non lotto, non provo nulla, ho vissuto la mia adolescenza esplodendo d’amore, di romanticismo, di sentimenti, anche in modo ossessivo, mentre ora la mia versione adulta è semplicemente quella di una persona vuota e superficiale
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