#società decadente
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Serata Goldoniana ad Alessandria: Cena Veneta e Commedia con "Innamorati" di Carlo Goldoni. Un evento imperdibile il 26 ottobre alla Ristorazione Sociale di Alessandria, con cena e spettacolo teatrale diretto da Simona Barbero
Il 26 ottobre 2024, la Ristorazione Sociale di Alessandria ospiterà una serata all'insegna del teatro e della tradizione culinaria veneta, con la "Serata Goldoniana".
Alessandria. Il 26 ottobre 2024, la Ristorazione Sociale di Alessandria ospiterà una serata all’insegna del teatro e della tradizione culinaria veneta, con la “Serata Goldoniana”. L’evento inizierà alle 20:00 con una cena tipica veneta, seguita alle 21:30 dalla messa in scena della commedia “Innamorati”, diretta da Simona Barbero. Il costo della serata, che include sia la cena che lo spettacolo,…
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Ogni Mille
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Nietzsche aveva stabilito per le società occidentali una diagnosi di decadenza e non faceva che prevedere il decorso normale della malattia. Una società decadente e tanto più "progressista" quanto più vicina all'esito finale della sua malattia.
Giorgio Locchi
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Come sei arrivato a lavorare a vienna? Cioè hai proprio detto un giorno "mò vado a vienna" e se si come hai fatto poi (trovare lavoro ecc)? o lavoravi tipo in un azienda che ti ha messo lì...non so Anche perchè si sente spesso di gente che va a londra o in posti esotici, mi chiedevo se c'era un motivo particolare per Vienna
Più che altro, la domanda dovrebbe essere perché "vivere" a Vienna. Lavorare è un'altra cosa. Il lavoro succede, o capita, quando lo cerchi. O se hai studiato qualcosa di cui vai orgoglioso. Non è il mio caso. Se sei disposto a fare un po' di tutto e non hai una sola direzione in cui sei specializzato poi qualche soldo lo tiri su. E ok, non è un vivere seguendo le regole della società, non stai costruendo una vecchiaia e sognando la pensione, ma è un buon tirare a campare. Lavori quel che serve per tirare su una somma che pagherà un affitto e ti permetterà di mangiare e non metterai mai nulla da parte, eliminando sogni di famiglia o mutuo. Sono arrivato a Vienna quando mi stavo per affacciare verso i trenta. Non sai quanto ero spaventato. Un traguardo ridicolo ma avevo passato tutta la vita in un buco di città ed ero realmente convinto di essere un pesce grosso, in uno stagno piccolissimo. Sicuro che in un mare immenso sarei poi diventato un pesce enorme. Invece Vienna è stata molto utile per capire che le dimensioni, specialmente se sei un pescetto diciamo modesto, non contano per nulla. Non vali niente in ogni caso. Volevo lasciare l'Italia, Vienna è capitata. Sono cresciuto dove si parla tedesco, quindi la lingua era nel mio cervello, volevo impararla. Mio fratello si era trasferito qua da qualche anno e mi invitava spesso. Salivo per andare a vedere concerti, comprare schifezze al supermercato e per un periodo c'è stata pure una ragazza i cui capelli profumavano di buono. Poi l'ho vista come una possibilità per cancellare quello che ero stato per ventinove anni e ripartire da capo. Vienna non mi ha dato un lavoro, me ne ha dati molti, ma mi ha dato più che altro la possibilità di provare ad essere tutto quello che volevo. Ho svolto ogni tipo di mansione dalla più deprecabile alla meno riprovevole. Una volta pensa, ho persino lavorato per i ricchi. Ho fatto tutto pur di essere lasciato in pace. Questa pace che adesso mi va tanto stretta. Sono stato a Londra e per carità, bellissima se ti piace la cucina indiana, ma troppo caotica per me. Berlino uguale ma lì hanno la libertà sessuale espressa col lattice. Barcellona non ne parliamo, là la gente sorride per strada. Brividi. Vienna è grande quanto basta per non farti sentire in gabbia e vuota quel che serve per evitare di parlare con estranei. Vienna è decadente e ricca al tempo stesso. Vienna è sfarzosa e vomitevole. Il clima fa schifo ma oggi c'erano ventuno gradi e siamo a marzo e moriremo tutti e quando mi sono trasferito ricordo che era maggio e ancora nevicava mentre andavo in bici e aiutavo due messicani e un russo a fare traslochi, sottopagati in nero. Vienna mi mantiene da quando mi sono messo in testa di fare l'autore. Mi spiace un po', perché la sto illudendo. So che Vienna pensa che io e lei staremo insieme per sempre ma cara mia, non sei tu, manco il tuo clima avverso quanto la tua lingua o la tua schnitzel, sono io il problema. Sono passati undici anni e forse è il caso che io e te si frequenti altre città. O persone. Cioè vedi tu.
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Ma vaffanculo va'!
Non voglio fare il comunista che non sono perché se domanda ed offerta si incontrano chi sono io per giudicare ma certe pagliacciate gastronomiche come questa, la pizza a 50 euro o 3000 dollari per una bistecca perché un deficiente, alla faccia dell'igiene, le sala facendo scivolare i granelli sul braccio peloso, e cito le prime cazzate che mi vengono in mente perché l'elenco è sterminato, sono espressione di una società ricca e decadente che devono finire e finiranno.
#spennare milionari#deficienti ai fornelli#decadenza della cucina italiana#Briatore#Carlo Cracco#pizza 50€
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pazzesco il marketing turbo capitalista di questa società occidentale decadente che impone alle donne degli standard di bellezza irraggiungibili che presuppongono di conservare una giovinezza innaturale impossibile da ottenere a qualsiasi età. questo per dire che sarà l’ottava volta che scambio le coppie madre-figlia ritratte in pubblicità relative alla festa della mamma per delle coppie lesbiche
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Mi sa che ho i tuoi stessi problemi. Per questo ogni segnale mi rimanda a te
Quali problemi?
Senti troppo il caldo?
Senti troppo il peso di questa società decadente?
Senti sempre la fame?
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Storia e origini del fumetto noir
Il Fumetto Noir, genere affascinante e misterioso, è un'arte che affonda le sue radici nel passato ma continua a esercitare un fascino irresistibile ancora oggi. In questo articolo, esploreremo le origini di questo genere tra mistero e suspense, faremo un viaggio nelle strade buie dell'America dove è nato e scopriremo il suo impatto in Italia, dove ha trovato una nuova casa tra passato e presente. Benvenuti nel mondo dell'oscura bellezza delle ombre del Fumetto Noir.
Origini del Fumetto Noir: Tra Mistero e Suspense
Le origini del fumetto noir sono avvolte da un'atmosfera di mistero e suspense che ha contribuito a renderlo uno dei generi più affascinanti della narrativa grafica. Nato negli Stati Uniti nel periodo tra le due guerre mondiali, il fumetto noir si distingue per la sua atmosfera cupa e decadente, i personaggi ambigui e la trama intricata. I temi centrali del genere includono il crimine, la corruzione, la vendetta e l'oscurità dell'animo umano. I protagonisti spesso sono detective privati, poliziotti corrotti o criminali con una morale distorta. Sono l'opposto del genere manga che invece è molto più vitale e divertente. Il fumetto noir rappresenta un viaggio nell'oscurità dell'animo umano, esplorando le zone d'ombra della società e sfidando il lettore ad affrontare il lato oscuro della realtà.
Dove è Nato il Fumetto Noir: Un Viaggio nelle Strade Buie dell'America
Il fumetto noir ha radici profonde nelle strade buie dell'America, dove ha preso forma e ha iniziato a diffondersi. Questo genere è emerso nel periodo post-bellico, negli anni '40 e '50, riflettendo l'atmosfera cupa e inquietante di un'America segnata dalla guerra e dal dopoguerra. Le città decadenti, le strade deserte e gli ambienti urbani degradati sono diventati ottime buste per fumetti il palcoscenico perfetto per le storie noir, ricche di mistero e suspense. I personaggi principali spesso erano detective privati, gangster o donne fatali, che si muovevano in un mondo corrotto e violento. Le opere di autori come Dashiell Hammett e Raymond Chandler hanno contribuito a definire questo genere, portando avanti una tradizione che ancora oggi affascina i lettori di tutto il mondo.
Il Fumetto Noir in Italia: Un Fascino Oscuro tra Passato e Presente
Il Fumetto Noir in Italia: Un Fascino Oscuro tra Passato e Presente In Italia, il fumetto noir ha un fascino oscuro che affonda le radici nel passato ma continua a essere una presenza influente anche nel presente. Negli anni '70, autori come Hugo Pratt hanno introdotto il genere nel panorama italiano con storie piene di atmosfera e mistero. Oggi, nuovi talenti si sono affacciati sulla scena buste per fumetti forum creando opere che combinano l'estetica noir con tematiche contemporanee. L'oscura bellezza delle ombre viene esplorata attraverso personaggi complessi e trame intricate, che affascinano i lettori con il loro mix di suspense e introspezione psicologica. Il fumetto noir italiano rappresenta un viaggio emozionante attraverso le sfumature più cupe dell'animo umano, mantenendo vivo l'interesse per questo genere affascinante.
Il fumetto noir, con la sua oscura bellezza delle ombre, ha affascinato e coinvolto lettori di tutto il mondo. Le sue origini misteriose e il suo legame con le strade buie dell'America hanno reso questo genere unico e affascinante. In Italia, il fumetto noir buste per fumetti blog trovato un terreno fertile per crescere e svilupparsi. Ma quale sarà il futuro di questo genere? Sarà in grado di adattarsi ai cambiamenti della società contemporanea? Lasciamo aperto questo interrogativo, lasciando spazio alla riflessione sul destino del fumetto noir.
Infine lasciamo un collegamento a questo interessante articolo che parla delle tecniche di disegno e sceneggiatura dei fumetti per capire come si crea un fumetto e quante cose ci sono da fare prima di poter trasformare un'idea in un vero fumetto con tanto di storia e sceneggiatura. Da non perdere.
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I film italiani più famosi: un viaggio tra le emozioni su pellicola
Scegliere velocemente quali sono i film italiani più famosi non è cosa semplice. Il cinema italiano ha una lunga e ricca tradizione che ha dato vita ad alcuni dei film più iconici e influenti della storia. Ci hanno colpito per le storie che hanno raccontato, per la maestria con la quale sono stati diretti, per l'originalità delle sceneggiature. Oggi ne ricordiamo alcuni, e sottolineiamo alcuni, senza nessuna pretesa di esaustività. Film italiani più famosi: La dolce vita Considerato uno dei capolavori del cinema mondiale, "La Dolce Vita" di Federico Fellini è un affresco della dolce vita romana negli anni '60. Il protagonista, Marcello Rubini, interpretato da Marcello Mastroianni, è un giornalista di gossip che naviga tra le stravaganze della vita notturna romana. Il film esplora il vuoto esistenziale e la ricerca di significato in una società in rapido cambiamento. La regia visionaria di Fellini, le sequenze oniriche e la critica sociale fanno di "La Dolce Vita" un'icona del cinema italiano. La famosa scena della Fontana di Trevi è diventata un simbolo indelebile nella storia cinematografica. Nuovo Cinema Paradiso "Nuovo Cinema Paradiso" di Giuseppe Tornatore è una toccante ode al potere magico del cinema e alla nostalgia dell'infanzia. La storia segue Salvatore, un regista di successo, che torna al suo paese natale in Sicilia dopo la morte del vecchio proiezionista del cinema locale. Il film ricorda la sua infanzia e la sua profonda amicizia con il vecchio proiezionista, Alfredo. "Nuovo Cinema Paradiso" si distingue per la sua commovente narrazione, la colonna sonora memorabile di Ennio Morricone e la riflessione sulla potenza dei ricordi legati al cinema. Ha vinto l'Oscar per il Miglior Film Straniero nel 1990. La Grande Bellezza Premio Oscar come Miglior Film Straniero nel 2014, "La Grande Bellezza" di Paolo Sorrentino è un'ode surreale e poetica a Roma. Il protagonista, Jep Gambardella, interpretato da Toni Servillo, è un giornalista mondiale che riflette sulla sua vita e sulla bellezza della città eterna. Il film offre una visione affascinante e decadente della società contemporanea. La regia straordinaria di Sorrentino, la fotografia mozzafiato e la recitazione magistrale di Toni Servillo rendono "La Grande Bellezza" una delle opere più raffinate e potenti del cinema italiano contemporaneo. La Vita è Bella "La Vita è Bella" di Roberto Benigni è un'opera toccante che unisce la commedia e il dramma in una storia ambientata durante l'Olocausto. Benigni interpreta Guido, un ebreo che cerca di proteggere suo figlio dalla dura realtà di un campo di concentramento, presentandogli la situazione come un gioco. La capacità di Benigni di mescolare commedia e tragedia in un contesto così delicato, insieme a un tocco di magia e speranza, ha reso "La Vita è Bella" un film amato a livello globale. Ha vinto tre premi Oscar, tra cui Miglior Film Straniero e Miglior Attore per Benigni. Gomorra Basato sul libro di Roberto Saviano, "Gomorra" di Matteo Garrone offre uno sguardo crudo e realistico sulla criminalità organizzata nel sud Italia. Il film è una serie di storie interconnesse che esplorano il mondo della camorra, l'organizzazione criminale attiva nella regione campana. "Gomorra" è noto per la sua rappresentazione realistica e senza romanticismo della criminalità organizzata, rompendo gli stereotipi tradizionali del genere gangster. Ha vinto il Grand Prix al Festival di Cannes nel 2008. In copertina foto di PublicDomainPictures da Pixabay Read the full article
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Fritz von Herzmanovsky-Orlando, vivere sul Lago di Garda
Lo scrittore che visse la fine di un mondo e amava quelle zone tra l’Alto Adige e il Veneto… Fritz von Herzmanovsky-Orlando nacque a Vienna il 30 aprile 1877 da Emil Josef Ritter von Herzmanowsky, un funzionario regio impiegato presso il Ministero dell'Agricoltura, e Aloisia von Orlando, nata a Kosmonosy. Dopo che Friedrich visse l’infanzia nella casa paterna, al numero 3 della Marokkanergasse e nel distretto di Landstraße, frequentò il ginnasio viennese Theresianum, poi studiò ingegneria edile presso il Politecnico di Vienna tra il 1896 ed il 1903, dove conobbe l'illustratore, pittore e scrittore Alfred Kubin. In quel periodo Herzmanovsky-Orlando conobbe importanti figure della cultura del primo Novecento, come Karl Wolfskehl, Oscar A. H. Schmitz, Gustav Meyrink, Anton Pachinger. A Monaco di Baviera Fritz si unì al Circolo Cosmico di intellettuali e scrittori, legato alle figure di Karl Wolfskehl, Ludwig Klages e Alfred Schuler, e lavorò tra il 1904 ed il 1905 come dipendente presso una società di costruzioni, in seguito divenne architetto. Tra il 1911 ed il 1912 abbandonò definitivamente la sua attività professionale per una tubercolosi e poté dedicarsi a tempo pieno a diverse attività in ambito artistico e letterario, oltre a compiere una serie di viaggi. Nel 1913 viaggio sulla sponda nord orientale del mar Adriatico, in compagnia della moglie Carmen Maria Schulista, poi visitò l'Egitto, la Sicilia e l'Italia meridionale, in un viaggio di circa quattro mesi avvenuto nel 1914. A causa dell'aggravarsi delle sue condizioni Herzmanovsky-Orlando si stabilì nel 1916 a Merano, dove visse fino al 1918 ed ottiene il permesso ufficiale di aggiungere al proprio cognome quello materno. Dopo l'annessione dell'Austria da parte della Germania nel 1938, lo scrittore venne costretto ad abbandonare il Sud Tirolo per l'entrata in vigore delle Opzioni in Alto Adige e si trasferì a Malcesine, sul lago di Garda. Solamente nel 1949 Fritz tornò a Merano e visse nel vicino castello di Rametz, dove morì il 17 maggio 1954. Nel 1970 gli fu dedicata una via nel distretto viennese di Floridsdorf, la Herzmanovsky-Orlando-Gasse. Tutte le opere di Herzmanovsky-Orlando contengono diversi riferimenti al mondo fantasy Tarockei, con uno stile decadente, barocco, parodistico, omaggi a scrittori che raccontavano esoterico, come Adolf Lanz, fondatore dell'Ordine dei Nuovi Templari. Oggi dei lavori dello scrittore in italiano esiste solo la traduzione della novella Der Gaulschreck im Rosennetz. Eine Wiener Schnurre aus dem modernden Barock, considerata il suo capolavoro, con il titolo Lo spaventacavalli nel roseto, edita nella collana La Scala della Rizzoli nel 1962. Read the full article
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Il blog consiglia "Barracuda girl" di Beppe de Giglio, Fides edizioni. Da non perdere!
«La Rossa sapeva che le persone che vivono in bilico sul ciglio di una società decadente sono affamate di storie pruriginose e frizzanti, le distraggono dai propri quotidiani incubi, dalle insoddisfazioni permanenti». Due gemelle simili nell’aspetto ma diverse nel carattere Leila pittrice barese di alto livello e Olga, escort in un sofisticato locale a luci rosse di Berlino, sono state ancora…
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Se Non Andiamo
Se NOI non andiamo a votare, ci vanno quei 4 fascisti che sono rimasti e siccome noi non andiamo, loro diventano maggioranza o relativa o assoluta (non sia mai). Andranno poi al potere e a quel punto non ci faranno più andare a votare come e chi vogliamo NOI. Lo Capiamo o, NO???!!!
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Lettera aperta - Olimpiadi
La cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi è la rappresentazione plastica di come certi eventi di caratura internazionale siano un’operazione di indottrinamento delle masse, volta ad attuare una riformattazione dei costumi, se non antropologica, delle cosiddette società occidentali.
Malgrado il dietro front di chi lancia il sasso per poi nascondere la mano con l’incalzare delle polemiche, alludendo a margine delle scuse ufficiali che la disposizione attorno a un tavolo di transessuali agghindati ad arte per l’occasione, manco le Olimpiadi siano il Carnevale di Rio de Janeiro, non sia una caricatura blasfema dell’Ultima Cena rappresentata dal Da Vinci, ma secondo la direttrice della comunicazione delle Olimpiadi Anne Descamps e Thomas Jolly, il direttore artistico (se così possiamo definirlo) della cerimonia, si voleva invece educare alla tolleranza e alla comunione.
Le Olimpiadi quali giochi che si svolgevano in Grecia iniziavano con celebrazioni religiose in favore di Zeus e si concludevano con la premiazione degli atleti vincitori, vennero riprese in epoca moderna a fine ‘800, ma sempre hanno conservato un universo estetico e simbolico arcaico proprio di quella civiltà ellenica che ha permeato l’Europa: dalla fiamma olimpica alla traslazione in altre nazioni a testimoniarne l’universalità.
E con la competizione insita nella natura dell’essere umano di confrontarsi con avversari al proprio pari, si veicolava un’immagine di sé salubre, forte ed atletica. E quindi indiscutibilmente bella. Perché nonostante le infezioni culturali contemporanee che propinano un relativismo tout court, esiste un canone oggettivo della bellezza, che la classicità ci suggerisce da tempi immemori che è rappresentato dall’armonia delle forme e da un ordine che è sintesi dell’unità che domina la diversità.
Bellezza, ordine, sostanza e FORMA. Ciò che abbiamo interpretato e riprodotto in tutti gli ambiti e in ogni epoca. Fino ad oggi. Perché noi siamo europei e proveniamo da una Civiltà.
Di contro, ciò che più di ogni altra cosa mina l’esistenza di una civiltà è l’informe. Perché l’assenza di Forma genera una sostanza malata. E là dove la sostanza è malata, la bellezza non può trovare posto e si finisce inesorabilmente per imbruttirsi. Prima nel singolo, poi nella moltitudine e infine nella società. E quindi si avvia il declino di una civiltà in decadenza.
E quando una società è decadente si può arrivare ad assistere all’esibizione della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi con un personaggio come Barbara Butch investita dal ruolo di frontman.
Conferitole recentemente il premio di personalità LGBT dell’anno per via della moltitudine di battaglie coraggiosissime a difesa delle minoranze arcobaleno condotte temerariamente al fianco di pressoché tutte le multinazionali, dei magnati della finanza e del mainstream globale. Allora comprendiamo perfettamente che il concetto di Forma quale riflesso di bellezza e di un ordine superiore suggeritoci dalla classicità dei greci, quegli europei che hanno dato vita alle Olimpiadi nel 776 a.C., difficilmente possa attecchire su chi come Barbara Butch conduce audacemente crociate in difesa de “l’accettazione dei grassi”.
Perché l’immagine della cerimonia inaugurale in salsa woke è la più fulgida rappresentazione di come sia ripugnante l’esaltazione delle devianze promosse da chi essendo informe per natura, ha in spregio tutto ciò che essendo bello e giusto secondo natura, costituisce saldezza e ancoraggio: la famiglia e la Nazione, la Cultura e l’identità.
L’agenda cosmopolita della società aperta in fase di consolidamento mira alla distruzione di questi cardini e opera attraverso il condizionamento sociale di una propaganda che si fa sempre più spinta e pervasiva.
Nell’industria dell’intrattenimento, quella cinematografica, musicale o sportiva come in questo caso, ormai è prassi ordinaria rendere espliciti aspetti occulti di un certo misticismo sinistro: dall’ostentazione di modelli devianti per giungere all’esposizione di immagini sempre più spesso esplicitamente sataniste.
Ci chiediamo se eventi come Eurovision, Berlin Fashion Show e Super Bowl ad esempio attraverso performance altamente simboliche, non siano rivelatrici di un retroterra “esclusivo” che rappresenta egregiamente Sodoma e Gomorra: costumi BDSM, ballerini vestiti da donna in perizoma, cantanti che si esibiscono nudi, sesso omosessuale di gruppo praticato in un bagno sporco, croci rovesciate, streghe e demoni che si accoppiano al centro di un pentagramma, adulti che posano davanti alle cineprese con genitali esposti in presenza di bambini.
Vorremmo esimerci anche solo dal pronunciare certe oscenità per via della natura scabrosa di certi contenuti, se non fosse che vengono trasmesse in mondovisione sintonizzando centinaia di milioni di ascoltatori, sdoganando e normalizzando un passo alla volta le più infime degenerazioni dell’uomo mascherate da creatività, arte e inclusività.
Una poderosa macchina di propaganda mondiale che aspira a cancellare le identità nazionali e sovvertendo le religioni, i costumi e le tradizioni dei popoli, mira a scalzare ciò a cui siamo profondamente legati con lo squallore di una “cultura” globale indifferenziata che si esibisce in tutta la sua ripugnanza.
Ferocemente
-Kulturaeuropa
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Non ne usciamo e se anche dovessimo, sarà male.
Faccio una piccola riflessione riguardo a notizie che, ogni mattina a colazione, masochisticamente, mi lascio propinare dalla TV.
L’Italia, l’Europa, le economie occidendali (in genere) sono attualmente colpite da una profonda crisi economica, generata da un pensiero che ha visto al centro del business più la finanza, che l’uomo e la sua realizzazione attraverso la produzione e/o trasformazione di beni per il bene suo e del suo prossimo.
In questa ottica valuto il millantato intervento di Zelensky a Sanremo. Al di là dei gusti personali, Sanremo (festival della canzone intaliana) è da sempre un evento culmine per l’arte e la creatività fatta musica, testi e canzoni; con una indiscutibile rilevanza storica e culturale.
Nel momento in cui si parla di cachét, ingaggi (non premi agli artisti – sia chiaro) ma ingaggi e POLITICA – dove girano soldi ed ascolti, la politica c’è – la manifestazione diventa anche un evento con una rilevanza economica non indifferente. Talvolta purtroppo il riverbero di questo ultimo aspetto supera quello artistico, culturale e quindi umano.
Ora, torno al primo pensiero: come possiamo porre rimedio ad una deriva economica decadente, se decadenti sono i nostri valori umani nei momenti sociali (e mediatici) massimi ?
Rifletto sulle responsabilità della politica:
Ok che “responsabilità” e “politica” viaggiano su binari separati, e già qua la riflessione sarebbe finta...
Ok, che se esistessero politici responsabili, non esisterebbero guerre che (comunque) hanno sempre un movente economico;
La politica non deve fare economia, bensì tracciarne gli sviluppi a lungo termine sotto il profilo etico, sociale e di sostenibilità; e se decadente è l’etica di una società, decadente ne sarà la sua economia.
Questa è la responsabilità che un politico si deve assumere.
Questa è la responsabilità, rispetto alla quale, ognuno di noi, dovrebbe avere consapevolezza.
G.
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Oggi che il comunismo è caduto, contro (le Comunità di tutto il Mondo) si rizza il Nemico vero, il Nemico finale: un sistema estetico-economico totalmente secolarizzato. Quest'ultimo Nemico era già stato identificato da (...) Del Noce. E' il CAPITALISMO ULTERIORE AL COMUNISMO, che ingloba in sé le larve psichiche e sociali scampate alla decomposizione del marx-leninismo: "l'intellettuale (...) come custode del nichilismo", "trasformato in funzionario dell'industria culturale alle dipendenze del potere". Del Noce l'aveva previsto: il comunismo sconfitto "trasformato in una componente della società borghese", dominata da "una nuova classe che tratta ogni idea come strumento di potere". Il comunismo addomesticato in "partito radicale di massa, adatto a mantenere l'ordine in un Mondo (...) totalmente secolarizzato". E' il CAPITALISMO INTERNAZIONALISTA del nuovo Ordine Mondiale Tecnocratico. Insomma, il peggio dei due sistemi, il "totalitarismo borghese-radicale" (...).
da un dialogo tra Massimo Cacciari e il cattolico Cristiano Nisoli, il cui tema sarebbe il confitto tra modernità e cristianesimo ma da cui estraggo una analisi “aconfessionale” che trovo estremamente ficcante, via https://buseca.wordpress.com/2021/11/28/deve-smettere-di-fare-il-katechon/
Questa analisi spiega molto bene la convergenza di interessi (il contrario di conflitto di interessi: questi determinano equilibri, mentre le convergenze tolgono i freni e spingono nei baratri) tra “(neo-)liberalismo” e paracomunismo cinese.
Il primo col liberismo moderno ma anche con le teorie liberali classiche nulla ci azzecca: è un figlio illegittimo del socialismo cd. democratico, non a caso culturalmente e politicamente imperante nella società ignorante in quanto sradicata, barocca e decadente Occidentale odierna; il secondo è il fantoccio del comunismo che da internazionalista si è fatto globalista, rimuovendo l’ideologia e affidandosi al mercantilismo: confuciano quindi burocratico, società uguale a formicaio, dove l’individuo non ha nessun senso se non incasellato in una preciso ruolo funzionale, tecnocratico cioè dis-umano.
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Jack Donovan
DIVENTARE UN BARBARO
La civiltà è sopravvalutata
“Diventare un barbaro” è il secondo titolo della celebre trilogia vergata da Jack Donovan: si tratta del seguito de “La via degli uomini”, bestseller mondiale e cult “politicamente scorretto”.
Ci si aspetta che gli uomini occidentali siano dei mansueti e civilizzati “cittadini del mondo”: individui sradicati e consumatori globali, privi di ancoraggi e di doveri, di connessioni tribali e di codici d’onore, di pratiche virili e di senso di appartenenza. Apatici, disorientati e rassegnati, questi automi hanno sostituito le pratiche comunitarie con le identità di consumo, diventando vulnerabili e manipolabili.
Questo libro – coraggioso e controcorrente – attacca il vuoto emasculato della società moderna: un orizzonte decadente e un “impero del nulla”, fondato sulle chimere dell’universalismo, sulle debolezze del “pensiero unico” e sulla virtualizzazione dei rapporti e delle scelte. “Diventare un barbaro” – allora – significa rifiutare la narrazione dominante, ritrovare la Comunità, ricercare una vita autentica e tornare ad essere uomini.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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