#sentimenti umani
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pier-carlo-universe · 25 days ago
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DA LONTANO di Mirella Ester Pennone Masi. Recensione di Alessandria today
Un viaggio poetico tra sogno e realtà, alla ricerca di un mondo perduto e di una speranza mai spenta.
Un viaggio poetico tra sogno e realtà, alla ricerca di un mondo perduto e di una speranza mai spenta.. DA LONTANO di Mirella Ester Pennone Masi è un componimento che si veste d’autunno e di nostalgie, come un viandante che osserva il mondo sfuggire. Il tempo, protagonista silenzioso e inesorabile, trascina con sé una riflessione profonda sull’effimero e sul desiderio di recuperare un’innocenza e…
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playwithmydarkestdemons · 1 year ago
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jollijeff · 9 months ago
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La mmmerda di paese che è l'
Italia
E la mmerda di rapporti umani
Lo schifo
Il vomito
Basati sulla menzogna
Tutti infangati
che si difendono con menzogna
e manipolano
Merdeambulanti
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jollijeff · 9 months ago
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Langelo Azzurro produceva
unubriacatura
Molesta e Dolce. Allegramente
Scendendo n/lla Gola
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ma-pi-ma · 1 year ago
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Un gatto ha assoluta onestà emotiva: gli esseri umani, per una ragione o per l’altra, possono nascondere i loro sentimenti, ma un gatto no.
Ernest Hemingway
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angelap3 · 18 days ago
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Un cane non è un oggetto e non può essere regalato così, con semplicità, un cane diventa un componente della famiglia, non può essere un capriccio, ma una scelta consapevole e ben ponderata. Ci sono tanti cani del canile che attendono una famiglia, una casa. Sapete quanto amore sono in grado di donare? Più di quanto possa farlo un umano, mi dispiace doverlo dire... più mi guardo intorno e, più vedo umani senza sentimenti, che hanno una pietra al posto del cuore.
I nostri dolci amici, hanno tanto da insegnare, sono fedeli, affidabili, protettivi, gioiosi, custodi. Lo sono per natura! Ad essi basta una piccola ciotola di crocchette, e un po' d'acqua. Adotta ed abbi cura del migliore amico dell'uomo. Ti Ricambierà con il suo incondizionato amore.
(Angela P.)
Notte a tutti ✨✨✨
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@esthergravityfalls made me think of this, so have the Loumand fight adapted into Italian by me
L: "Cosa? Cosa?"
A: "È giorno!"
L: "E allora? Me la passavo-"
A: "Con un ragazzo. Te la spassavi con un ragazzo. Ero a casa a girarmi i pollici sul divano."
L: "Ti ho chiesto di unirti a noi."
A: "La notte è passata, la stanza è un casino e ora sono qui, a pulire con straccio e stupidità."
L: "La stanza si è sporcata, e allora? La pulisco."
A: "No, la pulisco io. Tu fai i casini e io li pulisco. Segnamolo sul calendario, allineiamolo con Orsa Maggiore, il triannuale "vaffanculo, ora trovami" di Louis, con scuse a seguire."
L: "Scusa!"
A: "Ti rifugi nelle braccia di delinquenti e malcapitati e ragazzini distrutti, va bene."
L: "Ah, il va bene che non sembra bene."
A: "Ma rivelare la nostra natura a un reporter che hai incontrato in un bar 10 ore fa... E se avesse pubblicato?"
L: "Mi stavo divertendo, stavo per chiudere la faccenda quando..."
A: "Saresti svenuto sul pavimento di fianco a lui, Louis. Stordito dalle droghe che gli hai dato."
L: "Oh, che noia! Sei noioso. Scolorito, insipido. Settimane noiose, mesi noiosi, un noioso del cazzo!"
A: "Ecco le droghe, dalle zanne giù per la gola fino al cuore, le dita tremanti, i piedi..."
L: "Soffocamento dal cuscino più morbido e beige. Le 10 ore che ho passato con quel ragazzo sono state più interessanti, più affascinanti, di decenni con te! Oh eccolo! Lo sguardo mezzo vacuo, mezzo apocalittico. Ma cosa significa oggi, eh? Mi vuole leccare le scarpe o tagliarmi le mani? Stasera c'è il gremlin o la crocerossina?"
A: "Okay. Okay, forse. Ma sono noioso come il blaterare registrato sulle cassette magnetiche del tuo affascinante ragazzo? Oh, oh, è così difficile essere me!"
L: "Mi giravo i pollici sul divano?"
A: "È così difficile uccidere gli umani,sento i loro sentimenti mentre li prosciugo! Tutti quelli che conosco mi fanno dei torti!"
L: "OK, OK, svegliamo il ragazzo e proviamo con te. Sono il vampiro Armand e il mio papà vampiro mi ha addestrato ad essere una puttanella!"
A: "Mio fratello, si è gettato dal tetto! Mia sorella mi ha sepolto vivo!"
L: "Ma i vampiri che hanno ucciso mio papà mi hanno fatto pretendere di non avere il cazzo per 240 anni."
A: "Mia figlia era mia sorella, era il mio soprammobile. Non mi guardava gentilmente. Lestat, Lestat, Lestat, Lestat"
L: "Ho parlato male di lui tutto il tempo! E allora?"
A: "IL NOME! Il nome, muto nella nostra casa da 23 anni, detto di nuovo e di nuovo finché non mi pulsava in testa come un martello."
L: "I nostri problemi non riguardano lui!"
A: "E tu usavi il suo nome solo come copertura, ma poi si tornava sempre a lui!"
L: "L'ho amata!"
A: "Ma lei non amava te! Non come lui, non come me."
L: "Lo so. Lo so! Grazie, grazie per averlo detto."
A few observations
- boy, do they say a lot in 2 minutes
- some things have been changed, such as picking lint off the sofa and idk what Armand meant by "wallowing fingers" at a certain point
- rewatching this scene never gets old
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libero-de-mente · 10 months ago
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Dopo aver postato i miei addii alla chihuahua Minù e al gatto Alvin, scomparsi davvero troppo presto e a distanza di trentasei ore tra di loro, ho potuto constatare quanto la presunzione di superiorità dell'essere umano sia di quanto più lontano dall'essere davvero umani.
Semmai disumani.
Per molti lo strazio che alcuni esseri umani provano per la scomparsa di un animale domestico è una deriva.
Una preoccupante deriva, dove si pongono sullo stesso piano i nostri amici a quattro zampe con la vita di un altro essere umano.
Non credo che una persona psicologicamente equilibrata voglia mai paragonare la perdita di un cane o di un gatto con quella di un genitore, di un amico o un altro parente.
Ma resta sempre un dolore comunque, che può essere molto profondo se per la persona colpita dal lutto, l'animale, era tutta la sua famiglia. Nessun altro.
Un vuoto resta un vuoto.
A prescindere da tutto questo mio preambolo, per esperienza personale, posso dire che il vedere morire un essere umano e vedere morire un animale che ha condiviso la sua vita con te ha dei punti in comune.
Lo sguardo. Ti cercano come per avere la conferma che non saranno soli, in quel momento, che qualcuno a cui hanno voluto bene sia lì con loro.
Ho visto morire mio padre, mi ha guardato e poi con un sorriso ha guardato in alto ed è spirato.
La mattina che Alvin è morto ero uscito per un appuntamento di lavoro, dovevo portarlo al mio rientro dal veterinario eppure prima di uscire, mentre mi ero chinato su di lui per confortarlo, mi ha guardato e con la zampa mi tratteneva il braccio. Usando gli artigli.
Ho interpretato dopo, quando rientrando di corsa l'ho trovato riverso a terra, che probabilmente mi stava chiedendo di non andarmene. Di restare lì con lui.
Ho letto un post recente dove un veterinario affermava che 9 su 10 i proprietari di cani o gatti non vogliono assistere al trapasso dell'animale.
Che questi prima di essere sedati per il trapasso cercano con lo sguardo colui, o colei, per cui è valsa la pena vivere scodinzolando o facendo le fusa.
Molti credono che gli animali non abbiano un'anima, eppure animale è una parola che viene dal latino "animalis" che vuol dire "animato" o qualcosa che crea la vita. Affine al greco "anemos" (vento, soffio) e al sanscrito "atman", di uguale significato.
Anche mio padre cercò qualcuno e c'ero solo io. Altri erano usciti dalla stanza. Qualcuno addirittura se n'era andato, con una scusa.
Eppure l'essenza della riconoscenza verso un'anima sta proprio nello stargli vicino, quando quell'anima lascerà il suo corpo terreno.
Non si dovrebbe privare nessuno di questo riconoscimento, a meno che la morte non giunga inaspettata e all'improvviso sia chiaro.
Nel corso della propria esistenza le persone hanno svariati interessi e priorità. Ma per gli animali, quello che noi definiamo il loro padrone, è la cosa più importante di tutto. Di tutti.
Lo sguardo degli umani, durante l'esistenza, cambia a seconda dei sentimenti. Che sia amore o rabbia, a volte anche odio.
Ma nel momento in cui una persona capisce che è giunta la sua ora cerca il perdono, oppure di perdonare.
Un cane o un gatto non si devono far perdonare nulla da chi li ha amati. Ti guarderanno con lo stesso sguardo del primo giorno che li avrete visti. Con amore incondizionato.
Perché nell'attimo in cui se ne vanno, inizia il ricordo e l'amore si consolida nel cuore. Per alcuni umani invece rimane anche una parte di rabbia e di cose incompiute.
E nell’attimo in cui tutto finisce, niente finisce
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empreinte0 · 2 months ago
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”Nel mondo si distinguono due tipi di persone: quelle che hanno sofferto e fanno pagare al mondo intero il prezzo del loro dolore ferendo i sentimenti altrui.
E quelle che, proprio perché hanno sofferto, nascondono le proprie cicatrici e si prendono cura di quelle altrui donando amore.
La sostanziale differenza tra queste due personalità si definisce UMANITÁ.
Una dote di rara raffinatezza, che purtroppo, a volte, viene erroneamente interpretata come debolezza.”
Restiamo umani!
Joker su Essere Indaco
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occhietti · 5 months ago
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Un bambino risponde grazie perché ha sentito che è il tuo modo di replicare a una gentilezza, non perché gli insegni a dirlo.
Un bambino si muove sicuro nello spazio quando è consapevole che tu non lo trattieni, ma che sei lì nel caso in cui lui abbia bisogno di te.
Un bambino quando si fa male piange molto di più se percepisce la tua paura.
Un bambino è un essere pensante, pieno di dignità, di orgoglio, di desiderio di autonomia. Non sostituirti a lui. Ricorda che la sua implicita richiesta è: aiutami a fare da solo.
Quando un bambino cade correndo e tu gli avevi appena detto di muoversi piano su quel terreno scivoloso, ha comunque bisogno di essere abbracciato e rassicurato; punirlo è un gesto crudele. Purtroppo sono molte le madri che infieriscono in quei momenti. Avrai modo, più tardi, di spiegargli l’importanza del darti ascolto, soprattutto in situazioni che possono diventare pericolose. Lui capirà.
Un bambino non apre un libro perché riceve un’imposizione (quello è il modo più efficace per fargli detestare la letteratura), ma perché è spinto dalla curiosità di capire cosa ci sia di tanto meraviglioso nell’oggetto che voi tenete sempre in mano con quell’aria soddisfatta.
Un bambino crede nelle fate se ci credi anche tu.
Un bambino ha fiducia nell’amore quando cresce in un esempio di amore, anche se la coppia con cui vive non è quella dei suoi genitori. L’ipocrisia dello stare insieme per i figli alleva esseri umani terrorizzati dai sentimenti.
Non sono nervosa, sei tu che mi rendi così, è una frase da non dire…
Un bambino sempre attivo è nella maggior parte dei casi un bambino pieno di energia che deve trovare uno sfogo, non è un paziente da curare con dei farmaci. Provate a portarlo il più possibile nella natura.
Un bambino troppo pulito non è un bambino felice. La terra, il fango, la sabbia, le pozzanghere, gli animali, la neve sono tutti elementi con cui lui vuole e deve entrare in contatto.
Un bambino che si veste da solo abbinando il rosso, l’azzurro e il giallo non è mal vestito, ma è un bambino che sceglie secondo i propri gusti.
Un bambino pone sempre tante domande. Ricorda che le tue parole sono davvero importanti. Meglio un questo non lo so se davvero non sai rispondere; quando ti arrampichi lui lo capisce e ti trova anche un po’ ridicola.
Inutile indossare un sorriso sul volto per celare la malinconia, il bambino percepisce il dolore. Lo legge attraverso la sua lente sensibile, nella luce velata dei tuoi occhi. Quando gli arrivano segnali contrastanti, resta confuso, spaventato. Spiegagli perché sei triste. Lui è dalla tua parte.
Un bambino merita sempre la verità, anche quando è difficile. Vale la pena trovare il modo giusto per raccontare con delicatezza quello che accade utilizzando un linguaggio che lui possa comprendere.
Quando la vita è complicata il bambino lo percepisce, e ha un gran bisogno di sentirsi dire che non è colpa sua.
Il bambino adora la confidenza, ma vuole una madre, non un’amica.
Un bambino è il più potente miracolo che possiamo ricevere in dono.
Onoriamolo con cura.
- Giorgio Gaber
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umi-no-onnanoko · 4 months ago
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Sarebbe bello tornare ai tempi in cui ancora si aveva la pazienza ed il romanticismo necessari per corteggiare, quando ancora si sapeva il significato della parola ed il modo giusto per farlo senza diventare volgari oppure oggettificati.
Quando si intingeva la penna nel calamaio, si prendevano carta e penna, ci si sedeva allo scrittorio, al tavolino o si cercava una superficie piana, alla luce del sole, al lume di una candela o al bagliore fioco di una lampada.
Si scrivevano le proprie giornate, sensazioni e sentimenti, si affidavano alle pagine, al profumi con con si profumava la carta, al colore dell'inchiostro, alla ruvidezza della carta da lettere scelta, alla busta e poi ai postini il compito di recapitare quel piccolo scorcio di noi e si attendeva trepidanti la consegna della missiva e la risposta della persona cara.
Si aprivano le buste con emozione, con cura le si conservava e le si leggeva e rileggeva fino talvolta a sgualcirle.
Si raccoglievano sassolini di fiori dai campi e li si portava alla propria bella affinché ne apprezzasse il profumo ed i colori, vi si adornasse i capelli o li inserisse in un vaso.
Lavorando a maglia si creavano sciarpe, maglioni, calzini da regalare al proprio innamorato per tenerlo bene al caldo nei periodi invernali.
Conservare i soldi per comprare qualche dolce speciale, frutto, libro da portare come presente.
Si divideva la frutta colta da un giardino, la stessa coperta o lo stesso ombrello durante i tragitti delle passeggiate.
Si aspettavano treni, navi, aerei per rivedersi dopo periodi in cui si era stati lontani e ci si amava anche senza nulla, senza soldi, senza auto, senza telefono, senza un tetto; si lavorava insieme per ottenerli e non importava altro che ci fosse l'altra persona.
Sarebbe bello tornare a regalare amore invece che cellulari, coprirsi con lo stesso ombrello invece che con due differenti, tenersi per mano invece che averle occupate a messaggiare.
Tornarsi a vivere e scoprire, vedersi mutare con il tempo e le stagioni, sarebbe bello tornare ad essere umani.
-umi-no-onnanoko ( @umi-no-onnanoko )
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gottdeswill · 8 months ago
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"Un mondo dove nessuno era capace di amare e le persone vivevano con l'anima vuota, nude di emozioni. Ma, nascosto al mondo intero, nella sua immensa solitudine, c'era un uomo vestito d'ombre. Un artigiano solitario, pallido e curvo, che, con i suoi occhi chiari come il vetro, era capace di fabbricare lacrime di cristallo.
La gente andava alla sua casa e chiedeva di poter piangere, di poter provare un briciolo di sentimento, perché nelle lacrime si nasconde l'amore e il più compassionevole dei commiati. Sono l'estensione più intima dell'anima, ciò che, più dell'allegria o della felicità, fa sentire veramente umani.
E l'artigiano li accontentava…
Incastonava negli occhi delle persone le loro lacrime con ciò che contenevano e quello era ciò che la gente piangeva: rabbia, disperazione, dolore e angoscia.
Erano passioni laceranti, delusioni e lacrime, lacrime, lacrime. L'artigiano infettava un mondo puro, lo tingeava dei sentimenti più intimi e estenuanti.
"Ricorda: al fabbricante di lacrime non puoi mentire", ci dicevano alla fine del racconto."
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smokingago · 8 months ago
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🍀
[...] Tu sei il mio fabbricante di lacrime, Ognuno di noi ha il suo fabbricante di lacrime… È quella persona in grado di farci piangere, di renderci felici o di straziarci con un’occhiata. È quella persona che dentro di noi ha un posto talmente importante da farci disperare con una parola, o emozionare con un sorriso.
E non puoi mentirle… Non puoi mentire a quella persona, perché i sentimenti che ti legano a lei vanno al di sopra di qualsiasi menzogna [...]
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[...] narrava di un luogo lontano, remoto...
Un mondo dove nessuno era capace di piangere, e le persone vivevano con anime vuote, spoglie di emozioni.
Ma nascosto da tutti, nella sua immensa solitudine, c'era un uomo vestito di ombre. Un artigiano solitario, che dai suoi occhi profondi era capace di confezionare lacrime di cristallo.
Andava da lui, la gente, chiedendo di poter provare un briciolo di sentimento , perché nelle lacrime si cela l'amore e il più compassionevole degli adii.
Sono la più intima estensione dell'anima, ciò che, più di gioia e di felicità, fa sentire veramente umani.
E l'artigiano li accontentava...
Infilava negli occhi delle persone le sue lacrime con ciò che contenevano, ed ecco che piangeva la gente: era rabbia, disperazione, dolore, angoscia.
Erano passioni laceranti, disillusioni e lacrime, lacrime, lacrime - l'artigiano infettava un mondo puro, lo tingeva dei sentimenti più intimi e logoranti.
[...] "Ricorda: non puoi mentire al fabbricante di lacrime" ci dicevano alla fine." [...]
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[...] Gli avevano detto che l’amore vero non finisce.
Non gli avevano detto però che ti dilania fino alle ossa, l’amore vero, quando ti si radica dentro senza più lasciarti andare [...]
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[...] Avevo sempre sentito dire che solo un grande potere aveva la forza di cambiare il mondo.
Io non avevo mai voluto cambiare il mondo, ma avevo sempre pensato che, invece, non fossero i grandi gesti o le manifestazioni di forza a fare la differenza.
Per me erano le piccole cose. Le azioni quotidiane. Semplici atti di gentilezza compiuti dalla gente comune [...]
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[...] ma la verità è che... le persone che amiamo non ci lasciano mai veramente, sai? Restano dentro di noi, e poi un giorno ti accorgi che sono sempre state lì, dove potevi trovarle solo chiudendo gli occhi [...]
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[...] Non importa se sei distrutto.
Non importa se lo sono io.
Anche i mosaici sono fatti di cocci spezzati.
Eppure guarda che meraviglia [...]
[...] Ti amo come solo le stelle sanno amare: da lontano, in silenzio, senza spegnersi mai.[...]
[...] Non voglio il lieto fine,
voglio il gran finale.
Come quelli dei prestigiatori,
quelli che ti lasciano a bocca aperta
e ti fanno credere, per un istante,
che le magie possano esistere [...]
[...] Chi ha la primavera nell'anima vedrà sempre un mondo in fiore [...]
[...] Chiusi il libro e vi posai un bacio
Ringraziandolo per le emozioni
Che mi aveva regalato
E gli promisi di mettere in pratica
Il consiglio che mi aveva dato
Quello che nonostante le ferite
Non bisogna arrendersi mai
Ma continuare a provare
Anche se si soffre e si piange
Perché piangere è umano
E non è segno di debolezza
Ma significa che " siamo vivi,
Che il nostro cuore batte,
Si preoccupa e brucia di emozioni".
Per questo esiste il " Fabbricante
Di lacrime" perché il pianto è Vita
E tutti hanno il diritto di piangere
Non solo gli adolescenti
Come erroneamente qualcuno crede [...]
Erin Doom,
citazioni tratte dal libro
"Fabbricante di lacrime"
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ma-pi-ma · 8 months ago
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Chi ha detto che la vita è breve?
Non è vero niente
La vita è lunga quanto le nostre azioni
generose
quanto i nostri pensieri
intelligenti
quanto i nostri sentimenti
disinteressatamente umani.
La vita è infinita.
Joyce Lussu
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viendiletto · 10 months ago
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Foiba di Basovizza e Monrupino (Trieste) – Oggi monumenti nazionali. Diverse centinaia sono gli infoibati in esse precipitati.
Foiba di Scadaicina sulla strada di Fiume.
Foiba di Podubbo – Non è stato possibile, per difficoltà, il recupero. Il Piccolo del 5.12.1945 riferisce che coloro che si sono calati nella profondità di 190 metri, hanno individuato cinque corpi – tra cui quello di una donna completamente nuda – non identificabili a causa della decomposizione.
Foiba di Drenchia – Secondo Diego De Castro vi sarebbero cadaveri di donne, ragazze e partigiani dell’Osoppo.
Abisso di Semich – “…Un’ispezione del 1944 accertò che i partigiani di Tito, nel settembre precedente, avevano precipitato nell’abisso di Semich (presso Lanischie), profondo 190 metri, un centinaio di sventurati: soldati italiani e civili, uomini e donne, quasi tutti prima seviziati e ancor vivi. Impossibile sapere il numero di quelli che furono gettati a guerra finita, durante l’orrendo 1945 e dopo. Questa è stata fina delle tante Foibe carsiche trovate adatte, con approvazione dei superiori, dai cosiddetti tribunali popolari, per consumare varie nefandezze. La Foiba ingoiò indistintamente chiunque avesse sentimenti italiani, avesse sostenuto cariche o fosse semplicemente oggetto di sospetti e di rancori. Per giorni e giorni la gente aveva sentito urla strazianti provenire dall’abisso, le grida dei rimasti in vita, sia perché trattenuti dagli spuntoni di roccia, sia perché resi folli dalla disperazione. Prolungavano l’atroce agonia con sollievo dell’acqua stillante. Il prato conservò per mesi le impronte degli autocarri arrivati qua, grevi del loro carico umano, imbarcato senza ritorno…” (Testimonianza di Mons. Parentin – da La Voce Giuliana del 16.12.1980).
Foibe di Opicina, di Campagna e di Corgnale – “Vennero infoibate circa duecento persone e tra queste figurano una donna ed un bambino, rei di essere moglie e figlio di un carabiniere …” (G. Holzer 1946).
Foibe di Sesana e Orle – Nel 1946 sono stati recuperati corpi infoibati.
Foiba di Casserova sulla strada di Fiume, tra Obrovo e Golazzo. Ci sono stati precipitati tedeschi, uomini e donne italiani, sloveni, molti ancora vivi, poi, dopo aver gettato benzina e bombe a mano, l’imboccatura veniva fatta saltare. Difficilissimi i recuperi.
Abisso di Semez – Il 7 maggio 1944 vengono individuati resti umani corrispondenti a ottanta – cento persone. Nel 1945 fu ancora “usato”.
Foiba di Gropada – Sono recuperate cinque salme. “Il 12 maggio 1945 furono fatte precipitare nel bosco di Gropada trentaquattro persone, previa svestizione e colpo di rivoltella “alla nuca”. Tra le ultime: Dora Ciok, Rodolfo Zuliani, Alberto Marega, Angelo Bisazzi, Luigi Zerial e Domenico Mari”.
Foiba di Vifia Orizi – Nel mese di maggio del 1945, gli abitanti del circondario videro lunghe file di prigionieri, alcuni dei quali recitavano il Padre Nostro, scortati da partigiani armati di mitra, essere condotte verso la voragine. Le testimonianze sono concordi nell’indicare in circa duecento i prigionieri eliminati.
Foiba di Cernovizza (Pisino) – Secondo voci degli abitanti del circondario le vittime sarebbero un centinaio. L’imboccatura della Foiba, nell’autunno del 1945, è stata fatta franare.
Foiba di Obrovo (Fiume) – È luogo di sepoltura di tanti fiumani, deportati senza ritorno.
Foiba di Raspo – Usata come luogo di genocidio di italiani sia nel 1943 che nel 1945. Imprecisato il numero delle vittime.
Foiba di Brestovizza – Così narra la vicenda di una infoibata il “Giornale di Trieste” in data 14.08.1947. “Gli assassini l’avevano brutalmente malmenata, spezzandole le braccia prima di scaraventarla viva nella Foiba. Per tre giorni, dicono i contadini, si sono sentite le urla della misera che giaceva ferita, in preda al terrore, sul fondo della grotta.”
Foiba di Zavni (Foresta di Tarnova) – Luogo di martirio dei carabinieri di Gorizia e di altre centinaia di sloveni oppositori del regime di Tito.
Foiba di Gargaro o Podgomila (Gorizia) – Vi furono gettate circa ottanta persone.
Capodistria – Le Foibe – Dichiarazioni rese da Leander Cunja, responsabile della Commissione di indagine sulle Foibe del capodistriano, nominata dal Consiglio esecutivo dell’Assemblea comunale di Capodistria: “Nel capodistriano vi sono centosedici cavità, delle ottantuno cavità con entrata verticale abbiamo verificato che diciannove contenevano resti umani. Da dieci cavità sono stati tratti cinquantacinque corpi umani che sono stati inviati all’Istituto di medicina legale di Lubiana. Nella zona si dice che sono finiti in Foiba, provenienti dalla zona di S. Servolo, circa centoventi persone di etnia italiana e slovena, tra cui il parroco di S. Servolo, Placido Sansi. I civili infoibati provenivano dalla terra di S. Dorligo della Valle. I capodistriani, infatti, venivano condotti, per essere deportati ed uccisi, nell’interno, verso Pinguente. Le Foibe del capodistriano sono state usate nel dopoguerra come discariche di varie industrie, tra le quali un salumificio della zona”.
Foiba di Vines – Recuperate dal Maresciallo Harzarich dal 16.10.1943 al 25.10.1943 cinquantuno salme riconosciute. In questa Foiba, sul cui fondo scorre dell’acqua, gli assassinati dopo essere stati torturati, finirono precipitati con una pietra legata con un filo di ferro alle mani. Furono poi lanciate delle bombe a mano nell’interno. Unico superstite, Giovanni Radeticchio, ha raccontato il fatto.
Cava di Bauxite di Gallignana – Recuperate dal 31 novembre 1943 all’8 dicembre 1943 ventitré salme di cui sei riconosciute. Don Angelo Tarticchio nato nel 1907 a Gallesano d’Istria, parroco di Villa di Rovigno. Il 16 settembre 1943 – aveva trentasei anni – fu arrestato dai partigiani comunisti, malmenato ed ingiuriato insieme ad altri trenta dei suoi parrocchiani, e, dopo orribili sevizie, fu buttato nella foiba di Gallignana. Quando fu riesumato lo trovarono completamente nudo, con una corona di spine conficcata sulla testa, i genitali tagliati e messi in bocca.
Foiba di Terli – Recuperate nel novembre del 1943 ventiquattro salme, riconosciute.
Foiba di Treghelizza – Recuperate nel novembre del 1943 due salme, riconosciute.
Foiba di Pucicchi – Recuperate nel novembre del 1943 undici salme di cui quattro riconosciute.
Foiba di Surani – Recuperate nel novembre del 1943 ventisei salme di cui ventuno riconosciute.
Foiba di Cregli – Recuperate nel dicembre del 1943 otto salme, riconosciute.
Foiba di Cernizza – Recuperate nel dicembre del 1943 due salme, riconosciute.
Foiba di Vescovado – Scoperte sei salme di cui una identificata.
Altre foibe da cui non fu possibile eseguire recupero nel periodo 1943 – 1945: Semi – Jurani – Gimino – Barbana – Abisso Bertarelli – Rozzo – Iadruichi.
Foiba di Cocevie a 70 chilometri a sud-ovest da Lubiana
Foiba di San Salvaro
Foiba Bertarelli (Pinguente) – Qui gli abitanti vedevano ogni sera passare colonne di prigionieri ma non ne vedevano mai il ritorno.
Foiba di Gropada
Foiba di San Lorenzo di Basovizza
Foiba di Odolina – Vicino Bacia, sulla strada per Matteria, nel fondo dei Marenzi.
Foiba di Beca – Nei pressi di Cosina.
Foibe di Castelnuovo d’Istria – “Sono state poi riadoperate – continua il rapporto del CLN – le foibe istriane, già usate nell’ottobre del 1943”.
Cava di bauxite di Lindaro
Foiba di Sepec (Rozzo)
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luluemarlene · 9 months ago
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Esercizio retorico: poca attenzione a sintassi e grammatica. 6
"E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre mai s’era potuta riconoscere così."
(Italo Calvino-Il Barone rampante)
Riconoscermi è stato un processo veloce, gioioso e sorprendente
Prima ero solo un'anima errante che chiedeva passaggi a viaggiatori distratti e banali, incapaci di portarmi esattamente dove avevo bisogno di andare.
Poi è arrivato L'Oreste.
Lui mi ha fatto salire sul suo treno colorato di buone maniere e risolutezza e insieme abbiamo iniziato un viaggio verso la comprensione di un sesso che io non avevo mai incontrato.
Non c'è dubbio che fossi predisposta e che la mia attitudine abbia contribuito a tessere il filo che mi ha legata ad una condizione di appartenenza che è prerogativa solo di pochi umani.
Indipendentemente dal ruolo, il filo che lega due menti che hanno avuto il privilegio di
appartenersi, non è recidibile
La mia mente veniva costantemente nutrita dalle nostre prospettive, da un punto di fuga comune
Ci sfamavamo di confronti verbali e a volte stupivamo delle affinità, facendo nostre le differenze.
Ci imparavamo.
Mi manca tanto descrivergli sfacciatamente ciò che mi rende liquida, parlargli delle mie pulsioni mi manca come l'idrogeno all'acqua, senza il quale non può chiamarsi tale
Ed io volevo continuare ad essere acqua fresca per la sua gola assetata
Viaggiava a tutta velocità, l'Oreste.
A volte provavo a saltare sul quel treno, con l'illusione che restare sospesa per un attimo avrebbe rallentato il mio incedere
Ma la fisica è universale in questo tempo e in ogni luogo, e lui era il mio sistema di riferimento inerziale
Procedeva costante e dinamico, senza attrito, senza freni, ed io con lui.
Una volta lo paragonai al bosone di Higgs
Gli dissi che la materia, come la conosciamo oggi, si è creata solo grazie a quel bosone
Io ero la particella elementare che riceveva la sua massa dal bosone Oreste, e da lì iniziavo ad esistere.
Ancora oggi, sopraffatta dalla tristezza che provo nel non poterlo accudire, la mia fica si desta dal suo torpore solo se penso alla sua voce e mi
ricorda che sono stata. lo ERO
Appartenevo al suo ciclo vitale e lui al mio e mi piaceva gonfiare il suo cazzo e il suo già enorme ego... quello era il mio compito : custodirlo, riempirlo, esaltarlo...
Come è mio il compito di raccontare cosa c'è dietro a tanto impegno
È dovere di chi è rimasto appassionare chi non ha conosciuto lo sviluppo di questi legami
Appartenere è euforizzante e nel momento in cui si viene sopraffatti, non può più essere lo stesso
È metamorfosi.
È uno stato volontario che scorre sulla pelle ed è spesso percepito da chi lo incontra, come felicità, sicurezza e quasi mai riconosciuto per quello che è: infinita fiducia
Altera tutti i livelli di neurotrasmettitori cerebrali e un po' subdolamente, entra sotto pelle.
Come una sostanza tossica , si impossessa delle cellule e ne muta il genoma
Ricorda l'innamoramento dove avvengono modificazioni biologiche che con il tempo rientrano nei parametri e si trasformano in affetto o in casi più rari , in amore
Ma l'appartenenza non riguarda questi sentimenti comuni
È quello che prova un suddito per il suo Re, un soldato per la Patria, una vittima per il suo carnefice
Quando l'Oreste ha fermato il nostro mondo non ha rallentato, l'ha fatto all'improvviso, bruscamente, stop, fermo, fine
Ora immaginate un crash test e di guardarlo in slow motion
Godetevi il mio schianto contro le pareti di quello che erano state le mie sicurezze
Guardatemi schizzare a rallentatore, in avanti, lasciando indietro le leggerezze, i capelli, vestiti
Poi anche loro, una frazione di secondo dopo, hanno raggiunto la faccia, i denti, vene, ossa e si sono appiccicati al miscuglio di organi e umanità che mi avevano reso la sua schiava
Ed ero sua, anche sfatta e agonizzante
Appartenere mi aveva messo delle radici all'anima e non si può estirpare un albero per farlo radicare altrove senza rischiare di ucciderlo e ho deciso, forse vigliaccamente, che nessuno poteva prendere il suo posto
Avevo curato il mio giardino, l'avevo reso unico. Privarlo della fonte che lo disseta avrebbe
seccato le arterie rimaste , mi avrebbe resa orfana della parte più sanguigna di me, la sua parte
Ma anche nell'assenza io volevo preservarlo, non volevo che entrasse nessuno nel tempio sacro che avevo costruito e plasmato, nella mia personale visione di religione monoteista.
Non ho mai voluto scrivere di lui perché uso la scrittura per esorcizzare la fine delle cose, la dipartita emotiva e questo avrebbe dato l'addio definitivo
... e poi ho sempre solo scritto per eccitare lui.
Non è mai stato il protagonista, era il beneficiario! Quei racconti parlano delle nostre fantasie e dei piaceri che avevamo creato insieme e scrivere e rileggere mi eccitava come scoparlo, anzi di più
Intendiamoci, adoravo scopare con l'Oreste, ma paradossalmente la mia fica vibrava e sbavava più a parlarci che a toccarlo.
Rispondere alle sue domande, impegnarmi a non trasgredire, rispettare il suo volere, la faceva colare e per difendersi dalle banalità pornografiche che ci circondavano, lei aveva umori solo per la sua voce
Trasudava sugo solo per i suoi neuroni erotomami e libidinosi
Sessualmente seduttivo, il porco!
Ed è quello che segue che lo eccitava, non questa montagna di spazzatura da scribacchina patetica
" Così ieri ho pisciato dentro ad un bicchiere, poi ho preso lo speculum, l'ho riempito di saliva e me lo sono infilata nella fica
Allargarmi la fica con quel coso mi arrapa da morire, ma so che tu preferisci il mio culo
Mi sono masturbata un po' tormentandomi il clitoride e quando l'eccitazione è diventata incontrollabile, l'ho sfilato e sporco di sangue del ciclo me lo sono infilato in culo
Mi sono girata a culo all'aria , ho appoggiato la faccia per terra, ho girato la vite che apre lo strumento
Il mio sfintere si dilatava e ti immaginavo, vestito, dietro di me, che eseguivi quell'operazione lentamente, con fare da chirurgo, ma con lo sguardo e il respiro da lupo affamato
Ho immaginato il rumore della zip dei tuoi pantaloni e cristo se ho pregato che arrivassi davvero a pisciarmi in culo
Dentro quella scarico vuoto, bisognoso di appartenerti , con movenze da contorsionista, ho rovesciato ancora caldo il mio piscio.
E di nuovo clitoride e ancora pensieri che mi facevano colare
Cosa avresti preferito?
Levare lo speculum e incularmi o vedermi svuotare davanti alla tua faccia?
Entrambe le cose, probabilmente.
Sono entrata nella vasca dopo aver tolto dolorosamente quell'oggetto di tortura
Mi sono accovacciata come per pisciare e dopo aver atteso un tempo che nn passava mai, ho spinto energicamente e un fiotto di piscio, da subito limpido e poi sporco del mio sudiciume, ha invaso la vasca da bagno
Guardando quello schifo mi sono masturbata
Ti volevo lì, a osservarmi fiero ed eccitato
Orgoglioso della tua puttana."
Ecco.
Io resto comunque inchiodata a tutte queste oscenità , per scelta o per bisogno , per divulgare lo tsunami di nefandezze emotive, il vortice concupiscente.
Sono comunque una sopravvissuta, implosa, collassata, come una stella che, terminato il suo carburante, cede alla gravità
Ecco, io cedo al buco nero che resta, supero inerme l'orizzonte degli eventi e precipito dove nulla sfugge, tra i ricordi e il vissuto Nulla di ciò che sono stata prima di lui, potrà mai vincerlo.
Lui resta attrattivo e ineluttabile.
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