#semafori
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È una vita fatta di semafori gialli, perché non sai se accelerare o fermarti, non sai se provarci o meno, non sai se aprirti o no, non sai se continuare a correre o rallentare, non sai se ne vale la pena o meno, non sai se ti farà bene o male, non sai un cazzo, nessuno di noi sa un cazzo, e quindi sai che ti dico? Proviamoci e vada come vada, stigrancazzi.
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Il codice della strada nasce per le auto e limita la libertà di pedoni e ciclisti. Questo andrebbe ricordato sempre
L’automobile è un dono di Dio. Molti interpretano il codice della strada come se fosse i Dieci Comandamenti, una specie di Legge Naturale che ci è stata data da un Potere Supremo indiscutibile: ‘basterebbe rispettare il codice della strada e tutti i problemi sarebbero risolti’. Storicamente non è vero. Il Codice della strada nasce essenzialmente per le automobili e per regolarne la loro…
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Ceccano, semafori al ponte ancora in tilt
Si rompono continuamente e la circolazione intensa di questi giorni a Ceccano ne risente. Sono i semafori dell’incrocio tra via Ponte e via S. Francesco, in cui confluisce anche via Mulino S. Rocco. Le difficoltà si creano soprattutto per i veicoli che da via S. Francesco cercano di guadagnare il Ponte Francese per raggiungere Borgo Berardi. Devono allargare e perciò facilmente vanno ad…
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Storie e leggende del blues
Le storie che parlano di treni e ferrovieri hanno sempre esercitato un grande fascino sui bluesmen, che nel comporre le loro canzoni si ispiravano spesso a ballate di antichissima origine popolare.Una di queste era sicuramente Just Set A Light, scritta da Henry V. Neal e Gussie Davis nel 1896.La canzone narra la storia di un macchinista delle ferrovie che una notte è costretto a lasciare a casa…
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#Angeli Perduti#ballate#blues#bluesmen#Fabrizio Poggi#ferrovieri#Just Set A Light#luci semafori#Mississippi#segnaletica#storie e leggende#treni
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Il mio sogno per MF S4 è che Filippo dall'alto della sua forma epistolare dica che al Beccaria ha iniziato il corso di teatro (pubblicità a puntozeroteatro)
#se siete di Milano o dintorni ascoltatemi metro rossa fermata Bisceglie attraversate la strada ai semafori grandi poi giù fino ai cantieri#dei palazzi e lì a destra. dove ci sono le bandiere è l'entrata del carcere accanto c'è un portone bianco quello è il teatro#ci fanno delle cose super interessanti e gli spettacoli con ə ragazzə detenutə che sono una meraviglia#prendono anche il 5x1000 così nel caso non sapeste a chi darlo#mare fuotag
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Alessandria: Nuovi Impianti Semaforici Redvolution per la Sicurezza Stradale
Dal 9 ottobre all'8 novembre 2024, modifiche alla viabilità per l'installazione di sistemi Redvolution agli impianti semaforici in punti strategici della città.
Dal 9 ottobre all’8 novembre 2024, modifiche alla viabilità per l’installazione di sistemi Redvolution agli impianti semaforici in punti strategici della città. A partire da mercoledì 9 ottobre e fino a venerdì 8 novembre 2024, il Comune di Alessandria proceder�� con l’installazione dei nuovi sistemi Redvolution presso alcuni impianti semaforici delle principali intersezioni stradali della città,…
#Alessandria#comune di Alessandria#corso Teresio Borsalino#divieto di sosta#gestione viabilità#guida sicura#infrazioni stradali#installazione Redvolution#intersezioni stradali Alessandria#lavori in corso#Mobilità sostenibile#monitoraggio traffico#monitoraggio traffico Alessandria#Provvedimenti viabili#Redvolution#restrizioni traffico#riduzione incidenti#riduzione rischio incidenti#Semafori intelligenti#Sicurezza stradale#Sicurezza Urbana#sobborgo San Michele#sorveglianza traffico#Strada Provinciale 31#tecnologia semaforica#tecnologie smart city#Traffico Alessandria#via XX Settembre#Viabilità Alessandria
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Potkalo jsem dokonalej přechod. Místo toho, aby se rozsvítila zelená, tak jen zhasla červená. Nebýt toho ťukání, tak si myslím, že to vypli úplně, ale stejně jsem se docela děsil, že m�� někdo přejede.
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Un dito in fica e uno in culo. Un dito in fica e uno in culo
Uno in fica e uno in culo
Fica culo fica culo fica culo
Fontanella.
Bocca.
Torino, parcheggi, semafori.
Indovinate come ho passato il mio pomeriggio sola soletta?
Adesso vado a cena con persone che nn conosco e dovrò dare la mano a tutti
Piacere io sono Marlene. 😏
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I miei genitori sono stati sposati per 55 anni. Una mattina, mia madre scese in cucina per preparare la colazione a papà, quando ebbe dolore al petto e cadde. Mio padre la sollevò come meglio poteva e, quasi trascinandola, la portò in macchina. A tutta velocità, senza rispettare i semafori, la guidò fino all’ospedale.
Quando arrivò, purtroppo, non c’era più.
Durante il funerale, mio padre non parlò; il suo sguardo era perso nel vuoto. Non pianse quasi per nulla.
Quella sera, noi figli ci radunammo intorno a lui. In un’atmosfera di dolore e nostalgia, ricordammo insieme i bei momenti trascorsi, finché papà chiese a mio fratello, un teologo, di spiegargli dove si trovava in quel momento mamma. Mio fratello iniziò a parlare della vita dopo la morte, di ipotesi su come e dove potesse trovarsi.
Papà lo ascoltava attentamente. Improvvisamente, ci chiese di portarlo al cimitero.
“Papà!” rispondemmo, “sono le 11 di sera, non possiamo andare al cimitero ora!”
Alzò la voce, e con uno sguardo velato ci disse:
“Non discutete con me, per favore non discutete con un uomo che ha appena perso sua moglie dopo 55 anni.”
Ci fu un momento di silenzio rispettoso, e non discutemmo più. Andammo al cimitero, chiedemmo il permesso al custode notturno. Con una torcia, raggiungemmo la tomba.
Mio padre la accarezzò, pregò e disse a noi figli, che osservavamo la scena commossi:
“Sono stati 55 anni… sapete? Nessuno può parlare di vero amore se non ha idea di cosa significhi condividere la vita con una donna.”
Si fermò e si asciugò il viso. “Io e lei, siamo stati insieme durante quella crisi. Ho cambiato lavoro…” continuò. “Abbiamo fatto le valigie quando abbiamo venduto la casa e ci siamo trasferiti in un’altra città. Abbiamo condiviso la gioia di vedere i nostri figli laurearsi, abbiamo pianto insieme la perdita di persone care, pregato nelle sale d’attesa di vari ospedali, ci siamo sostenuti nel dolore, ci siamo abbracciati ogni Natale e ci siamo perdonati gli errori… Figli miei, ora lei è andata via, e io sono felice, sapete perché?
Perché è andata via prima di me. Non ha dovuto affrontare l’agonia e il dolore di seppellirmi, di rimanere sola dopo la mia partenza. Sarò io a passare attraverso tutto questo, e ringrazio Dio. L’amavo così tanto che non avrei voluto vederla soffrire…”
Quando papà finì di parlare, io e i miei fratelli avevamo le lacrime che ci rigavano il volto. Lo abbracciammo, e lui ci confortò: “Va tutto bene, possiamo andare a casa, è stata una buona giornata.”
Quella notte capii cos’è il vero amore; è ben lontano dal romanticismo, ha poco a che fare con l’erotismo o il sesso. Piuttosto, è legato al lavoro, al completarsi a vicenda, al prendersi cura l’uno dell’altro e, soprattutto, al vero amore che due persone realmente impegnate si promettono per tutta la vita.
✍️ Amore a distanza
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Immersa nella sua compostezza
La vedi. È bellissima, sotto quel cappello. L'hai già notata altre volte. Non vuole essere disturbata. Vorresti conoscerne la storia, i dolori e soprattutto ciò che le piace. Ti piacerebbe sinceramente farla ridere, portarla a prendere un gelato, al mare. Ma ognuno segue binari misteriosi. E le leve degli incroci, i semafori, gli orari e le coincidenze non li decidi tu. Chissà se domani...
RDA
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Negli ultimi due giorni l'atmosfera di Torino ha subito un ulteriore tracollo.
Uscire di casa e andare per strada in qualsiasi modo sta cominciando a diventare un rischio per la propria vita.
Gli automobilisti vanno tutti veloci, tagliano la strada, non guardano dove vanno (o guardano solo dove vanno e non il resto della strada) e/o usano il telefono mentre guidano, perché usare il vivavoce con il telefono su un porta telefono, si sa, è per perdenti.
I pedoni si lanciano per strada, bloccano accessi, ti passano sopra per salire sui bus mentre stai scendendo.
Monopattini e rider sono fuori controllo. I rider, in particolare, usano la strada come se non ci fossero regole. Dove vivo non vedo moltissimi ciclisti ma non credo siano separati dal resto della massa come atteggiamento.
Per ben due volte in due giorni mi sono trovata ad attraversare la strada e rallentare di colpo, per permettere ad anziani di cominciare a camminare sulle strisce, perché la gente va tra i 60 e i 70 anche se in fondo c'è un semaforo rosso.
Sorella, che è ciclista, ora ha bisogno di otto occhi per uscire di casa e muoversi.
Le strisce pedonali non sono sicure. Le piste ciclabili non sono sicure. I semafori a favore non sono sicuri.
Tutte le persone che conosco mi dicono la stessa cosa: le strade di Torino sono una dannata giungla (quella di Jumanji).
La cosa sta chiaramente avendo un effetto anche su di me visto che, ieri mattina, sotto i portici di Via Sacchi,ho visto due ragazzi (tranquillissimi) approcciare una madre con bimba. Non ho sentito cosa le chiedevano ma ho continuato a girarmi per vedere se era tutto a posto finché non si sono separati.
Non so cosa lo stia causando, ma le vittime ci sono già.
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"Una politica impopolare, o peggio ingannevole, non si riconosce dunque dalle sue false soluzioni, ma dai suoi falsi problemi. A me sembra che oggi questo requisito sia soddisfatto oltre ogni dubbio e oltre ogni decenza. Il dibattito politico contemporaneo può definirsi come una produzione a getto continuo di falsi problemi dove non passa giorno senza che si aggiunga nuovo fumo a una cortina di «emergenze» da mettere ogni volta in cima all'agenda: dall'«odio» al razzismo, dal patriarcato al sessismo, dallo ius soli, culturae, itinerandi, natandi degli altri alla «scarsa mobilità» dei nostri, dal sempreverde baubau del fascismo che ritorna a quello - novità dello chef - del comunismo, dal debito pubblico ai soldi pubblici che «non ci sono», dal «nanismo delle imprese» al «troppo Stato», dall'«analfabetismo finanziario» a quello «funzionale», dai mancati scontrini alle mancate nascite (ma, subito dopo, l'apocalisse della «sovrappopolazione»), dalle frontiere «da abbattere» ai dazi «anacronistici», dal troppo contante in circolo ai mancati scontrini alla corruzione «percepita», dalla genitorialità gay ai semafori, ai cessi, alla modulistica «gender equal», dall'educazione erotica degli infanti ai chemioterapici per i preadolescenti sessualmente indecisi, dal deficit di «cultura scientifica» al «ritardo digitale» che va «colmato» forzando ovunque l'uso dei calcolatori, dai «fondamentalismi» ai «nazionalismi», dal «complottismo» alle «fake news», dall'anidride carbonica al diritto di voto che deve essere riservato ai plurilaureati nei giorni pari, esteso anche ai sedicenni in quelli dispari, dalla varicella al morbillo alle altre malattie che dall'oggi al domani diventano emergenze globali e piaghe sterminatrici, ma solo se prevenibili con un vaccino, dalle autoblù alle province agli «enti inutili» al numero dei parlamentari il cui taglio, dicono, era atteso da quarant'anni (cioè da qui).
In questa cacofonia di allarmi, tutti accuratamente lontani dagli allarmi che salgono dalla più ampia base dei cittadini, si confondono fattispecie diverse: i problemi falsamente formulati (che cioè riformulano un problema reale, per nasconderlo), quelli falsamente rappresentati (che trasformano casi minoritari o controversi in questioni universali, per falsa sineddoche), i falsi d'autore (cioè problemi creati e alimentati da chi li denuncia) e i falsi tout court.
È altrettanto diffusa la percezione che questi e altri falsi problemi servano a paralizzare l'azione politica e a deviare l'attenzione del pubblico dalla mancata soluzione dei problemi reali che lo affliggono. Anche questa percezione è condivisibile e invita ad approfondire i modi e i moventi del fenomeno". (segue)
Se non serve, serve a qualcos'altro. (I.P)
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Il mito dell'onda verde. Perché sincronizzare i semafori nella maggior parte dei casi non funziona
Immagine da Wikipedia Capita spesso che, quando si parla di traffico urbano, qualcuno esca con la soluzione magica: basterebbe sincronizzare i semafori. Magari. L’idea dell’onda verde è semplice: basta regolare i semafori posti su una certa strada in modo che, andando a una certa velocità, l’automobilista che la percorre possa trovarli tutti verdi. Il sogno di ogni automobilista: andando…
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conosco un posto che esiste solo di sera, quando sono ferma ai semafori e mi vieni in mente tu
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“E non ci sono più semafori rossi, da quando non ci baciamo più. E Trastevere non è più così bella, da quando non ci passeggiamo più noi due mano nella mano. E le canzoni di gazzelle non hanno più tanto significato, da quando non me le dedichi più tu. E la cheesecake non è più così buona, da quando non la prepariamo più insieme. E i miei capelli non sono più così curati, da quando non me li fai più tu. E il mare non mi manca più così tanto, da quando non mi ci porti più tu. E rimanere a piedi in autostrada non è più così divertente, da quando la macchina a fermarsi non è più la tua. E i fiori non mi emozionano più, a quando non me li regali più tu. E il mio cuore non è più lo stesso, da quando tu non mi ami più. E l’attesa non è più così piacevole, da quando tu non sei più tornato. Eppure, certe volte, io t’aspetto ancora. T’aspetto ad un semaforo rosso per un bacio, T’aspetto a Trastevere per una passeggiata, T’aspetto ad un concerto di gazzelle per sentirti cantare, T’aspetto in cucina per preparare una cheesecake, T’aspetto al tuo salone per farmi i capelli, T’aspetto al mare per starcene abbracciati al tramonto, T’aspetto in autostrada per fare un giro insieme sul carro attrezzi, T’aspetto dal fioraio sotto casa per comprare i girasoli, Il mio cuore aspetta ancora di ricevere amore solo da te. T’aspetto nella speranza, che non ancora muore, che un giorno torni per ricominciare da dove abbiamo interrotto.”
@girasolealtramonto
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Le persone capitano, un po’ come le sorprese o come gli addii. Si incrociano gli sguardi, capita.
Le persone capitano, le emozioni no.
Le persone fanno capitare le emozioni.
Le emozioni stanno lì, aspettano.
Aspettano che le persone si capitino davanti per sbucar fuori e creare disordine.
Le persone capitano, inaspettate, gradite, non gradite, attese.
Le persone capitano ai supermercati, ai semafori, a una vetrina, ma capitano.
Un po’ come le stelle, che sembrano siano sparse a caso ma sanno perfettamente dove devono stare.
- Claudia Marcon
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