#Semafori intelligenti
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Alessandria: Nuovi Impianti Semaforici Redvolution per la Sicurezza Stradale
Dal 9 ottobre all'8 novembre 2024, modifiche alla viabilità per l'installazione di sistemi Redvolution agli impianti semaforici in punti strategici della città.
Dal 9 ottobre all’8 novembre 2024, modifiche alla viabilità per l’installazione di sistemi Redvolution agli impianti semaforici in punti strategici della città. A partire da mercoledì 9 ottobre e fino a venerdì 8 novembre 2024, il Comune di Alessandria procederà con l’installazione dei nuovi sistemi Redvolution presso alcuni impianti semaforici delle principali intersezioni stradali della città,…
#Alessandria#comune di Alessandria#corso Teresio Borsalino#divieto di sosta#gestione viabilità#guida sicura#infrazioni stradali#installazione Redvolution#intersezioni stradali Alessandria#lavori in corso#Mobilità sostenibile#monitoraggio traffico#monitoraggio traffico Alessandria#Provvedimenti viabili#Redvolution#restrizioni traffico#riduzione incidenti#riduzione rischio incidenti#Semafori intelligenti#Sicurezza stradale#Sicurezza Urbana#sobborgo San Michele#sorveglianza traffico#Strada Provinciale 31#tecnologia semaforica#tecnologie smart city#Traffico Alessandria#via XX Settembre#Viabilità Alessandria
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Vi hanno dato il telefonino intelligente, l'intelligenza artificiale, la lavatrice intelligente, il frigo intelligente che ti fa la spesa, i semafori intelligenti, la città intelligente, l'auto intelligente, la casa intelligente, il microchip sottopelle intelligente, l'abbigliamento intelligente...
Il tutto per sopperire alle vostre capacità
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Autovelox-vessati
Tra semafori intelligenti, autovelox e Tutor, nel mondo si contano in totale 111.451 apparecchi di rilevazione automatica delle infrazioni stradali. Di questi 11.171, pari al 10% circa del totale, è installato in Italia. I dati arrivano oggi dal Codacons, che riporta le statistiche ufficiali aggiornate della piattaforma specializzata, Scdb.info che rileva gli autovelox presenti nei vari paesi in…
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In Italia il 10% autovelox del mondo, peggio solo la Russia
Tra semafori intelligenti, autovelox e Tutor, nel mondo si contano in totale 111.451 apparecchi di rilevazione automatica delle infrazioni stradali. Di questi 11.171, pari al 10% circa del totale, è installato in Italia. I dati arrivano dal Codacons, che riporta le statistiche ufficiali aggiornate della piattaforma specializzata in autovelox, Scdb.info. Il numero degli apparecchi presenti…
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Qua a Milano hanno fatto la stessa presa per il culo con le strisce in Buenos Aires... a distanza di boh... 1 annetto han capito che era meglio fare una ciclabile protetta.
I 30Km/h sembrano esattamente come la stretta su alcol e droghe qua in Italia a fronte del fatto che la maggior parte delle morti è causata dall'eccesso di velocità. Che sembrerebbe ironico.
I 30Km/h urbi et orbi sono una forma di deresponsabilizzazione per non aver fatto marciapiedi decenti, le piste ciclabili, semafori con rilevatori di infrazione, una pianificazione ragionevole dei sensi unici, divieti di sosta e parcheggi che abbiano un senso, strade a scorrimento veloce dove possibile, semafori intelligenti... Che vuol sempre dire privilegiare una mobilità differente da quella dell'auto ma fattivamente, non a parole.
Ma si potrebbe fare anche il parallelo con la legge che sta provocando casini in Francia ora.
Quante vite ha salvato, impedendo dei crimini il «refus d’obtempérer»? Qualcuna l'avrà pur salvata. Per adesso ha triplicato i morti.
D'altro canto poi ti tocca sentire quelli che sono stufi delle ciclabili e che Milano è la città che lavora e che ha fretta e bla bla bla... e che insomma 130Km/h sulle autostrade sono pochi.
E vogliamo ricordarli anche così...
D'altronde queste cose vengono fatte spesso a favor di telecamere non tanto perchè abbiano un senso.
Tanto si può sempre confidare nella mancanza di controlli e nella discrezionalità dell'applicazione della legge. Tant'è che Miccichè va a comprarsi la droga in auto blu e nessuno gli dice un cazzo.
E sebbene in generale limitare le automobili nelle città sia un fatto positivo è difficile capire se certe cose siano atti di sabotaggio o semplicemente superficialità.
Purtroppo per apprezzare i benefici di certe operazioni, specialmente se fatte in maniera timida o senza un piano, ma più con l'intenzione di guadagnarsi visibilità ci vuole parecchio tempo.
E il rischio è che la mancanza di frutti apprezzabili sull'immediato finisca per convincere la gente che certe iniziative siano fallimentari.
Per dire, i piagnistei dei commercianti sono andati via via scomparendo man mano che le aree pedonali si rivelavano fortemente propedeutiche a far girar danè, ma c'è comunque voluto più tempo e più iterazioni di quanto sarebbe stato ragionevole aspettarsi.
Termometro politico bolognese: la ciclabile rossa di via Saragozza e l'istituzione della zona 30 in città. A voi la linea Bologna
Ah, proprio due temi vissuti dai bolognesi in maniera serenissima e pacata. Proviamoci:
ciclabile via Saragozza
breve riassunto: qualche anno fa il comune dipinge un po' di linee bianche per terra su via Saragozza e dice di aver fatto una pista ciclabile. In realtà quello che ha realizzato è un emozionante percorso di cicloavventura in cui si fa lo slalom fra macchine in doppia fila, portiere aperte a cazzo, sorpassi azzardati. L'unica differenza tangibile pre-ciclabile è che chi è in bici è pervaso da un falso senso di sicurezza pensando di essere in una ciclabile ed è meno in ansia quando arriva l'inevitabile sportellata sulle gengive.
Uno dei problemi grossi è la visibilità delle strisce così qualche giorno fa sono partiti i lavori per pittarla tutta di rosso (cosa non stupida e che già era stata fatta in corrispondenza del semaforo del Meloncello), senonché per motivi non chiarissimi la ciclabile ha immediatamente iniziato a spelarsi con un gradevole effetto ustione-di-secondo-grado. Una notevole figura da piccioni ma non vorrei che quella che è una vicenda tutto sommato di mera cronaca su cui la giunta ha responsabilità dirette relative oscuri il fatto che negli ultimi anni c'è stato un florilegio di linee bianche tracciate in carreggiata e definite (e conteggiate) con molto coraggio come piste ciclabili bolognesi. Qui ci vedo qualche responsabilità politica in più.
2. Bologna città 30
Qui lo spiegòn ufficiàl: https://www.bolognacitta30.it/ (con mappina)
La premessa è che su queste cose io non sono oggettivo per motivi vari ma una volta tanto eviterò l'excursus sui cazzi miei. Diciamo che:
eccetera.
C'è un po' di rissa sulle statistiche negli anni passati dei morti per incidenti stradali nelle aree del comune di Bologna che passeranno a 30 km/h ma onestamente non l'ho capita molto. Se questo tipo di approccio può salvare una persona ogni cinque anni o cinque persone all'anno cambia davvero qualcosa?
Comunque ciò non toglie che da saltuario automobilista e soprattutto da ciclomotorista, essere certi di non sforare i 30 costringe a continui controlli del tachimetro che in una città dove lo sport preferito è attraversare sbucando dai portici a cazzo non è una bella cosa.
Poi: nell'ultimo ventennio girando per Bologna non mi è letteralmente mai capitato di assistere a controlli di nessun tipo della polizia locale. Ci sono strade dove quando il traffico lo permette la gente gira serenamente ai 70 e c'è un quantitativo fuori scala di persone che guidano usando il cellulare in varie forme (e se parli con loro sono sinceramente convinti che in quel momento siano in grado di guidare normalmente - spoiler alert: no). Ci sono sempre stati ampi margini di miglioramento sul fronte sicurezza stradale regolarmente ignorati. Se (quando) compariranno i controlli per i limite dei 30 km/h sarà molto difficile non viverli come presa per il cvlo.
In sostanza questo provvedimento potrà avere come effetto di salvare la buccia di qualcuno (che è l'unico motivo per cui non mi viene da osteggiarlo) ma non mi sembra sia lo scopo per cui è stato fatto e strombazzato.
Qui stadio a voi studio.
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Nella Silicon valley rendere “intelligente” un dispositivo significa dotarlo di connettività internet, in modo che possa raccogliere, inviare e ricevere dati, spesso registrando le preferenze degli utenti. L’industria tecnologica ha investito molto sull’idea che intelligente significhi migliore, di conseguenza abbiamo casse stereo intelligenti, termometri intelligenti, schermi per bebè intelligenti, sistemi di oscuramento vetri intelligenti, giocattoli sessuali intelligenti, tutti pronti a raccogliere dati preziosi che poi finiscono nelle mani delle aziende.
Presto avremo anche una città intelligente: la Sidewalk Labs, una sussidiaria della Alphabet, la casa madre di Google, ne sta costruendo una in collaborazione con partner immobiliari pubblici e privati, in un quartiere nel centro di Toronto chiamato Quayside.
Non è il primo esempio di città intelligente. Altri comuni in tutto il mondo hanno adottato infrastrutture come i semafori regolati dall’intelligenza artificiale. Ma questo progetto è più ambizioso. La lista delle caratteristiche previste, elencate in duecento pagine, è sbalorditiva. Nel documento si immagina non solo la riqualificazione di un lotto di terreno di cinque ettari (rimasto per lo più abbandonato da quando la zona ha smesso di essere un porto industriale), ma anche la sua trasformazione in una piccola città dotata di tecnologie all’avanguardia che useranno i dati per risolvere problemi di traffico, salute, alloggi, emissione di gas serra eccetera. Molto tempo prima delle automobili volanti, i sensori saranno nelle mura delle case e nel cemento delle strade.
Senza una procedura d’anonimato, le attività di ogni abitante potrebbero essere tracciate sui database.
Tutti questi dati richiedono strumenti in grado di raccoglierli e la strada verso una città “sempre connessa” ha provocato una serie di critiche rivolte alla Sidewalk Labs e al suo partner immobiliare, la Waterfront Toronto, accusate di violare la privacy e di ingannare i residenti. A novembre quattro persone si sono dimesse dal consiglio consultivo della Waterfront Toronto e della Sidewalk Labs a causa delle preoccupazioni sulla privacy e dell’indifferenza nei confronti delle proposte dei cittadini.
“Il rispetto della privacy dev’essere la norma”, ha detto Ann Cavoukian, che per 16 anni è stata commissaria per l’informazione e la privacy della provincia dell’Ontario e insegna all’università Ryerson di Toronto. “I cittadini non dovrebbero chiederla, dovrebbe essere automaticamente protetta”. Fino allo scorso ottobre Cavoukian era una consulente del progetto Quayside, ma si è dimessa dopo che la Waterfront Toronto e la Sidewalk si sono rifiutate di vietare alle aziende coinvolte la raccolta di dati degli utenti non protetti dall’anonimato.
Le soluzioni proposte dalla Sidewalk Labs coniugano ingegneria civile e alcune forme di raccolta dati, in quello che il documento definisce “rilevamento costante”. Quayside riduce le emissioni dotando ogni casa e ufficio di termostati intelligenti Nest della Alphabet, che usano sensori e modelli predittivi per modificare la temperatura nell’arco della giornata. Per ridurre la congestione del traffico è prevista una città più pedonalizzata anche usando una serie di telecamere sempre accese negli spazi pubblici, che con strumenti informatici analizzano gli schemi di andamento del traffico.
Anche le strade saranno tecnologiche. Tra le innovazioni proposte per ridurre gli incidenti ai danni dei pedoni ci sono le auto che si guidano da sole, il car sharing e le “strade dinamiche che raccolgono i dati”. Saranno dotate di luci al led che cambiano nel corso della giornata, adattando la larghezza delle strade percorribili alle esigenze dei pendolari. Grazie al sistema Flow, di proprietà della Sidewalk, le telecamere presenti nei semafori registrerebbero la velocità dei veicoli, per prevenire così gli incidenti.
Il sogno di un quartiere sostenibile
La città, insomma, sarebbe costruita per raccogliere i dati di chi ci abita, un fatto apparso subito chiaro a Cavoukian fin da quando ha accettato di lavorare come consulente. Adesso è preoccupata che la Sidewalk usi le telecamere e i sensori per tracciare ogni abitante, creando versioni in carne e ossa dei profili personali che Google usa per tracciare le persone online. Senza una procedura d’anonimato, a suo avviso, le attività e i movimenti di ogni abitante potrebbero essere registrate sui database.
La natura dell’analisi dei big data permette di rivelare schemi di comportamento e potenziali correlazioni di cui non sempre ci rendiamo conto. È vero, per esempio, che le persone tendono a ordinare cibo su internet quando c’è più polline nell’aria? Simili informazioni sarebbero utili per le aziende, che potrebbero intensificare la pubblicità e le strategie di vendita nella stagione dei pollini. I dati personali sono una riserva d’informazioni preziosissima. “Le aziende vogliono i dati identificabili per poter spedire pubblicità di ogni tipo. Se le abitudini e i movimenti delle persone saranno registrati, sarà un incubo”.
Nel suo ruolo di consulente, Cavoukian ha chiesto il divieto di raccogliere dati personali. La Sidewalk ha risposto che questa decisione spetta al suo Data Trust, un’istituzione indipendente composta da rappresentanti della Sidewalk, della Waterfront Toronto, del comune e delle aziende che si preparano ad aprire dei negozi a Quayside. Convinta che questa istituzione sia progettata per favorire le grandi aziende invece dei cittadini, Cavoukian si è dimessa.
Secondo Micah Lasher, responsabile per le politiche e le comunicazioni presso la Sidewalk Labs, le richieste di Cavoukian erano irrealistiche. “Il genere di certezze che Cavoukian stava cercando in questa fase del processo potevano essere ottenute solo qualora la Sidewalk Labs avesse ritenuto di avere autorità su tutte le entità private che potrebbero essere attive a Quayside”, mi ha spiegato, aggiungendo che non si aspettava le sue dimissioni e che l’azienda ha ricevuto moltissimi pareri positivi a proposito della sua proposta di creare il Data Trust per la raccolta dei dati.
L’articolo continua dopo la pubblicità
Lasher mi ha anche detto che la Sidewalk è d’accordo con l’importanza del cancellare i dati personali. “Non raccoglieremo tutti i dati degli abitanti di Toronto per poi rivenderli”, aveva dichiarato a febbraio.
Resta da capire come la Sidewalk Labs e la Waterfront Toronto vogliano usare il loro “rilevamento onnipresente” e al tempo stesso evitare di creare una “città sensore”. Persone come Cavoukian temono che Quayside funzioni come altri progetti di grandi aziende: il comportamento degli utenti viene usato come risorsa, il prodotto viene messo a punto e le persone spendono più denaro poiché vengono spinte a usare il prodotto con sempre maggiore precisione. Se, per esempio, la maggiore pedonalizzazione e gli edifici modulabili aumenteranno le vendite nei vari negozi la cui apertura è prevista a Quayside, a trarre ogni beneficio finanziario sarebbero teoricamente i commercianti. Se i dati delle persone, prodotti mentre queste vivono e lavorano, saranno fondamentali per aumentare i profitti, gli abitanti non dovrebbero trarre più benefici oltre alla diminuzione del tragitto casa-lavoro e a un’aria più respirabile?
Anche Saadia Muzafar, fondatrice di TechGirls Canada, si è dimessa dal consiglio consultivo. Al telefono mi ha spiegato che la Sidewalk Labs non è riuscita, secondo lei, a comunicare ai residenti se e in che misura i loro dati sono parte del modello di guadagno della città e dell’azienda.
“Quando ci si presenta in buona fede al tavolo di un accordo”, mi ha detto Muzaffar, “penso sia giusto mostrare quali sono i vantaggi previsti per tutte le parti in causa. È l’unico modo per avere una qualche forma di equità, soprattutto quando si parla d’interesse pubblico”.
Agli occhi di Muzaffar, inoltre, i responsabili non hanno informato a fondo i residenti, ma si sono concentrati solo sugli aspetti positivi, tralasciando le questioni di proprietà e le loro conseguenze. “Non vogliono parlare di dati”, mi ha detto. “Lo fanno sembrare un argomento troppo complicato, quando invece potrebbero spiegarlo per esteso e con chiarezza”.
“Con questo progetto stiamo cercando di ottenere diversi risultati”, mi ha detto Lasher della Sidewalk. “Creare alloggi a prezzi ragionevoli, un quartiere sostenibile, attività economiche e nuovi posti di lavoro. Tutto questo deve avvenire insieme a politiche che promuovano l’interesse pubblico, anche per quanto riguarda i dati. Ma i dati sono solo un elemento di un discorso più ampio”.
Quayside potrebbe effettivamente raggiungere questi obiettivi, modificando la nostra idea di città e stabilendo dei precedenti per progetti analoghi in futuro. Ma le critiche mostrano che il rischio è che reinventi, insieme ai termostati e all’andamento del traffico, anche una serie di regole relative a dati, privacy e “innovazione” aziendale, in un contesto mai esistito prima in nessun luogo. E almeno finora è questo il progetto che si è dimostrato più difficile da portare a termine.
Più usiamo i computer per fare qualunque cosa, più la vita sembra incompleta quando non li usiamo, scrive Ian Bogost.
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https://www.lavocedeltrentino.it/2022/09/20/il-comune-fa-cassa-104-multe-in-sole-3-ore-grazie-ai-nuovi-semafori-intelligenti/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=il-comune-fa-cassa-104-multe-in-sole-3-ore-grazie-ai-nuovi-semafori-intelligenti https://www.instagram.com/p/CiuGd3ZDKeE/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Trent'anni dopo - di Giancarlo Infante
Trent’anni dopo – di Giancarlo Infante
Trent’anni fa esatti arrestarono il “mariuolo” Mario Chiesa. Lo definì così il suo capo partito Bettino Craxi che già aveva sottovalutato precedenti incidenti di percorso in cui erano incappati i suoi socialisti, come quello dei famosi “semafori intelligenti” avvenuto sei anni prima a Torino. Con Craxi, altri capi di partito avevano a lungo, troppo a lungo, ignorato i tanti incidenti di percorso…
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La nuova Smart City
Il termine Smart City, in circolazione ormai da anni, risulta spesso un concetto molto astratto e, visto da un occhio inesperto, paragonabile ad una dimensione quasi fantascientifica rispetto al nostro presente.
Nel viaggio attraverso la tecnologia tramite l’Architettura che vi propongo su questo blog, come ormai avrete inteso, è giusto fare un po’ di chiarezza, ed espandere il concetto di domotica e abitazioni Smart a qualcosa di più ampio e generale, per comprendere, una volta per tutte, il futuro tecnologico-insediativo che ci aspetta.
Foto di Tumisu da Pixabay
Le caratteristiche
“La città intelligente è l’insieme di strategie di pianificazione urbanistica volte all’ottimizzazione e all’innovazione dei servizi pubblici per mettere in relazione le infrastrutture delle città con il capitale umano, intellettuale e sociale di chi le abita attraverso l’uso delle nuove tecnologie” Fonte: Wikipedia
La Smart city è una città in grado di gestire le risorse in modo intelligente, mirando alla completa ed autosufficiente sostenibilità economica ed energetica e, in termini di welfare, stando attenta al benessere e alla qualità della vita dei propri cittadini.
Si pone come una città in grado di stare al passo con le innovazioni e con la rivoluzione digitale!
Smart city significa quindi connessioni ad internet nei luoghi più disparati, infrastrutture “intelligenti”, quali Smart buildings e abitazioni domotiche, strade percorse da auto a guida autonoma, incroci regolati da semafori intelligenti. Insomma, tecnologia high-tech in ogni angolo della propria città, immergendoci completamente nel mondo della tecnologia.
Costellata di sensori, la città intelligente, è capace di generare una grandissima quantità di dati, utilizzabili per evolvere progressivamente, non solo gli aspetti amministrativi che regolano il centro abitato, ma anche tutta la grande quantità di servizi disponibili al cittadino, carpendo quali siano le migliori strategie adottabili per implementare il benessere comune.
Tre casi studio
Secondo lo studio The Smart City Breakaway 2019 della società internazionale di consulenza Roland Berger, sono solo 153 nel mondo le città che si sono impiegate nella creazione di un piano regolatore che comprendesse una scelta Smart, all’interno dell’approccio strategico. Fra le prime tre Smart city al mondo ci sono due capitali europee: Vienna e Londra, al terzo posto la città canadese di Saint Albert.
La strategia completa di Vienna la rende imbattuta da molti anni nella classifica mondiale delle Smart city: wi-fi libero, applicazioni per dispositivi mobili in grado di rendere la città vivibile al 100% e sensori all’interno del tessuto urbano capaci di migliorare progressivamente l’intelligenza della metropoli, in base al monitoraggio dei dati raccolti.
Foto di Julius Silver da Pixabay
Londra è al secondo posto in classifica: nota per essere una città hi-tech innovativa e favorevole all’ecosistema delle startup, si pone come guida per le future Smart cities pubblicando dal 2013 al 2016 una guida che riassume il percorso della città per raggiungere l’obbiettivo dell’intelligenza urbana.
Foto di David Mark da Pixabay
Ultima, ma non meno importante, la città di Saint Albert si presenta con un piano completamente intelligente, comprendente 22 campi strategici con forti aspetti di tecnologia e innovazione.
Fonte: Wikimedia Commons
Per concludere
Chissà se un giorno anche la città nella quale abitiamo adotterà scelte diverse per il proprio futuro, adattandosi ad una tecnologia che ormai ci sembra un obbiettivo inevitabile.
Andare a trovare i nostri amici con le nostre auto a guida autonoma, su strade regolate da semafori intelligenti diventerà la normalità, e con la consapevolezza di vivere una vita completamente immersa nella tecnologia, questa rivoluzione digitale che oggi ci sembra irraggiungibile sarà la quotidianità.
-Arianna Piovano
#rivoluzdigitale#rivoluzione digitale#architettura#smartcity#smartbuilding#theinnovationquest#Domotica#polito
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COME LA RETE 5G CAMBIERÀ IL CONCETTO DI BUSINESS
Consigliato da Pure Bros Spa
La rete 5G in Italia è prevista a partire dal 2022 e già da adesso si parla di vera e propria rivoluzione digitale. E già, perché il 5G ha un potenziale enorme tutto da sfruttare, ottimizzare e, soprattutto, da scoprire. Nel “campo” della rete di ultima generazione è possibile “coltivare” un numero impressionate di nuovi business dall’alto tasso di profitto. Spetta alle aziende anticipare i tempi e intuire, anzitempo, la giusta direzione.
Il 5G non sarà, semplicemente, un’evoluzione e un potenziamento della 4G, ma rappresenterà un progetto completamente diverso ed estremamente innovativo. Praticamente, sarà il “punto di distacco” tra il vecchio e il nuovo, tra passato e futuro.
La rete 5G permetterà la connessione ad un massimo di un milione di dispositivi per chilometro quadrato, avrà un tempo di latenza praticamente pari a zero, una stabilità del cento per cento e sarà in grado di coprire il 99,9% della superficie della penisola italiana. La velocità di connessione? 100 Mbps fissi.
Nel mondo del business il 5G, come detto, può rappresentare una miniera d’oro di idee:
1. Innanzitutto, può essere impiegata nell’ambito della realtà aumentata e del turismo. E se durante una gita al Colosseo, ad esempio, indossassimo i visori della realtà aumentata in grado di farci rivivere i vecchi fasti della Roma antica?
2. Il potenziale del 5G, poi, può essere sfruttato per ottimizzare al massimo l’IoT e cioè l’internet of things. Ogni oggetto che ci circonda avrebbe un cuore artificiale pulsante ed in grado di semplificare la nostra esistenza. Avete pensato a mezzi di trasporto pubblici con la guida autonoma capaci di eseguire tratte ininterrottamente per 24 ore al giorno? A macchine del caffè che preparano il caffè appena la nostra sveglia suona? O a semafori intelligenti capaci di gestire il traffico stradale meglio di qualsiasi vigile urbano? O, ancora, a torri di controllo smart in grado di gestire ed ottimizzare il traffico aereo in tutta efficienza e sicurezza?
3. Un altro interessante ambito è, indubbiamente, quello del campo medico. Ad esempio, tecnologie come la tomografia a emissione di positroni (PET) o quelle relative al Neuroimaging funzionale richiedono un’enorme mole di dati. Lo scambio di queste informazioni tra diverse sedi ospedaliere grazie al 5G risulterebbe rapido, dinamico e diretto.
Fonte: PURE BROS MOBILE Blog
Photo credits – John Adams via unsplash and Diego PH via unsplash
Chi è Pure Bros Mobile
Pure Bros Mobile Spa è un gruppo italiano leader nei servizi integrati per gli operatori di telefonia mobile nazionali e internazionali, nello sviluppo di servizi digitali di mobile marketing e mobile payment, applicazioni mobili e piattaforme per l’interattività e “voting” televisivo su reti di telecomunicazioni.
La sua mission, in qualità di aggregatore (hub), è quella di incrementare e migliorare gli obiettivi di business delle telco nel mondo digitale, con la messa a disposizione di piattaforme tecnologiche per l’offerta di prodotti e servizi digitali erogati da Content Provider verso gli utenti finali.
Pure Bros è nel mercato dal 2005 e da allora mette a disposizione delle Aziende, in un contesto B2B, la sua forte esperienza e le sue competenze nel settore mobile.
Il suo punto di forza è l’integrazione di Content Provider con tutti i principali Operatori di Telefonia, nazionali ed internazionali.
Ufficio Stampa– Pure Bros Mobile Spa Email: [email protected] Tel.: 068600320 Web: purebros.it Facebook: https://www.facebook.com/purebros/ Twitter: https://twitter.com/purebrosmobile LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/pure-bros
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I SEMAFORI INTELLIGENTI
TEMPO DI LETTURA : 20 secondi
Ad Augusta, in Baviera, in seguito ai numerosi incidenti che hanno visto coinvolti i cosiddetti “smombies” (smartphone + zombie) - pedoni che camminano per strada senza badare ad altro che al proprio cellulare - sono stati installati sui marciapiedi dei semafori orizzontali, al fine di rendere più sicuri gli attraversamenti pedonali per tutti coloro che hanno lo sguardo rivolto verso il proprio cellulare.
L’iniziativa ha incontrato un notevole plauso da parte dei cittadini, oltre ad aver incrementato la loro sicurezza!
Per tutti i dettagli trovate l’articolo al seguente link:
http://www.repubblica.it/tecnologia/2016/04/26/foto/germania_semafori_a_terra_per_pedoni_distratti-138498442/1/#2
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Autovelox, in Italia il 17% degli apparecchi installati in Europa. Nel mondo solo oltre 111mila
Ascolta la versione audio dell’articolo Tra semafori intelligenti, autovelox e Tutor, nel mondo si contano in totale 111.451 apparecchi di rilevazione automatica delle infrazioni stradali. Di questi 11.171, pari al 10% circa del totale, è installato in Italia. A fornire questi dati è il Codacons, che riporta le statistiche della piattaforma specializzata, Scdb.info. La piattaforma rileva gli…
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I semafori intelligenti sono bancomat per sistemare i conti di Palazzo Rosso - Alessandria Oggi
I semafori intelligenti sono bancomat per sistemare i conti di Palazzo Rosso – Alessandria Oggi
Alessandria (Louis Cyphre) –L’intervento dell’Anticorruzione (Anac) sulla gara relativa ai cosiddetti semafori intelligenti non è stato in merito al valore soglia della gara o per il fatto che c’è stata un’unica offerta ottenuta con la procedura ristretta, quanto per il fatto, ben più serio, che sarebbe stata adottata una procedura d’urgenza per la straordinaria nonché impellente necessità di…
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ARRIVA IL SOFTWARE CHE SALVA GLI ZOMBIE DEL TELEFONO
Si chiamano smombi, o zombies del telefono, sono le persone che hanno una forte dipendenza dallo smartphone e che vediamo circolare nelle nostre città sempre attaccati ai cellulari. Troppo assorbite a guardare lo schermo, non si accorgono di quello che gli capita attorno e a volte non alzano nemmeno lo sguardo mentre camminano o attraversano la strada.
In diverse città del mondo si stanno pensando soluzioni per ridurre gli incidenti, a volte mortali, che possono essere causati da questo uso patologico del cellulare, dalle strisce pedonali luminose ai semafori intelligenti. In Italia da alcuni mesi esiste Guida e Basta, una applicazione per smartphone che consente di impostare automaticamente il proprio cellulare sulla modalità di guida quando si sale in auto, con la possibilità di comunicare a un gruppo di contatti preferiti, un messaggio per far sapere loro che ci si sta per mettere in viaggio e che per tutta la durata di tempo selezionata non sarà possibile rispondere al telefono.
L’ultima idea nata si chiama Laura, una applicazione che avverte i pedoni dell’arrivo di una macchina in prossimità degli incroci. Una schermata, una vibrazione e un suono allertano i pedoni distratti dall'uso del cellulare, soprattutto se stanno attraversando con il semaforo rosso.
In Korea il Garante per le telecomunicazioni di Seoul ha deciso di porre fine a questo problema con una app che, quando il cellulare viene usato in piedi, dopo cinque passi blocca il telefonino e con passaggi pedonali che si accendono in presenza di persone che attraversano guardando il cellulare.
Fonte: Guida e Basta; Bosco Elettronica; Reuteres - 20 marzo 2019
✔ Buone notizie cambiano il mondo. Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali https://www.change.org/p/per-avere-un-informazione-positiva-e-veritiera-in-giornali-e-telegiornali
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