#sei sempre tu che vieni a riprendermi
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catastrofeanotherme · 1 year ago
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Sei sempre tu che vieni a riprendermi
Tutto chiede salvezza 🫀📙
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princessofmistake · 9 days ago
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Ho solo un modo per trasportarmi via di qua, per dare alla mente un altro orizzonte, quello dell’immaginazione. Mi ritiro nel bianco della pagina, a tradurre in parole il ricordo di mia madre. Con il quadernone sotto il braccio me ne vado nella saletta della televisione, mi siedo al tavolo con la faccia rivolta verso il muro, lascio alle spalle il mondo reale. Per prima cosa strappo via tutti i fogli. Trascrivo l’unico verso partorito sul bianco della pagina. “Sei sempre tu che vieni a riprendermi.” È il momento di offrirsi in pasto alla vita. Senza difesa alcuna, a braccia distese, nudi come quando si è venuti al mondo. [...] Mi faccio passare da parte a parte, trafitto dal ricordo, come un condannato che bacia sulla bocca il suo torturatore. La mente s’inabissa in se stessa, gli occhi puntati dentro il cranio. Quando si tocca il vertice interno delle cose, un’improvvisa lucidità, parole che escono dalla terra, di carne e ossa.
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elenascrive · 3 years ago
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Mio Caro Amato JOKER,
ho da poco affrontato quel nuovo maledetto giorno 5 per la 10º volta da quando mi hai lasciata, e stavolta devo confessare che forse per la prima volta sono riuscita a percepire anche un senso di serenità oltre a quell’immancabile vuoto che d’allora mi accompagna. Sarà perché questa volta Ti sei ampiamente superato, riuscendo a percepire la Tua presenza calorosissima, attraverso sorprese inaspettate quanto stupende che mi sono sopraggiunte tutte quante insieme, strappandomi sorrisi e commozioni a non finire. Grazie a Te quel Giorno mi sono sentita talmente felice e leggera d‘avvertire quasi la straordinaria percezione di sentirmi amata dal Mondo circostante il quale non faceva altro che cercarmi e ricercarmi per donarmi affetto, trasmettendomi tanta di quella leggerezza da riuscire infine a sentirmi in pace con Me Stessa. Che meraviglia! Magari fosse sempre così! Dietro a tutto questo ovviamente c’è la Tua zampina, poiché Tu da quando sei divenuto il Mio Angelo non perdi attimo prezioso per continuare a dimostrarmi il Tuo Amore Pazzesco. Sai già quanto Io ne abbia un disperato bisogno ogni giorno per sentirmi viva e guerriera ed è per questo motivo che non vieni mai meno al Tuo Nobile, generoso impegno. Così è successo che ho ricevuto in Dono una scatola di cioccolatini per addolcire la Mia nostalgia di Te, donatami inaspettatamente da una Cliente altrettanto dolcissima, la quale attraverso questo Gesto Unico ci ha tenuto a ringraziarmi per la Mia presenza che l‘aiuta moltissimo. Non immaginavo e venire a conoscenza di questa rivelazione mi ha a dir poco commossa, tanto da scioglierci insieme in un potente abbraccio. Mentre abbracciavo Lei so che stavo abbracciando anche Te. È successo persino che ho percepito la contentezza di avermi vicina da parte di due persone a Me molto Care, le quali non sono solite lasciarsi andare a parole e dimostrazioni d’affetto, tutto questo solo per farmi capire che a Me ci tengono ed Io avevo bisogno di saperlo. Per ultima cosa sono perfino stata contattata da una Casa Editrice rea di essere piuttosto interessata alla Mia scrittura. Certamente ciò rappresenta la classica ciliegina sulla torta. Devo confessarti che a distanza di giorni devo ancora riprendermi da tale scioccante notizia oltre che giornata che qualcuno a Me Caro l’ha già ribattezzata come “La Mia Giornata”. Se ripenso a tutte queste cose mi viene da piangere… però stavolta di gioia, tranquillo! Inutile aggiungere che ci voleva proprio, soprattutto se penso a quante difficoltà sto affrontando in quest’ultimo periodo. Se penso pure che qualche settimana fa sono stata costretta Mio malgrado a passare davanti alla clinica che Ti ha avuto in cura, l’ultimo posto in cui Ti ho visto vivo e deperito prima del Nostro ultimo saluto terreno. Ebbene posso dire che è stato a dir poco estenuante trattenere le lacrime per timore di sguardi sconosciuti. Il cuore pulsava all’impazzata fortuna che alla fine c’era la Musica con Me che proprio come fai Tu, mi salva sempre da ogni spiacevole situazione. Tu sei la Mia Musica preferita! Tu che proprio come Lei riesci a farmi del bene ovunque Io ne necessiti. Ci sei, SEI e non smetterai mai di esserci per Me! Tutto di Me è sempre con Te e viceversa. TI AMO JOKER!
GRAZIE DI TUTTO, ancora una volta. ❤️
@elenascrive
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primusliber-traduzioni · 4 years ago
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Neck Deep - The Peace and the Panic
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Che posto curioso che è il mondo
Ti prende a calci quando sei a terra
E ti stende quando ti rialzi
(da: Where Do We Go When We Go)
1. Motion Sickness
Mal d’auto
   È arrivato il momento di smettere
Vi dico tutta la verità per ripulirmi
È stata un’esperienza pazzesca
Ma adesso mi ha presentato il conto
E ora sono fuori pista
Mi sembra di essere tornato al punto di partenza
Seduto per terra in cucina da solo
Che chiedo a un fantasma dove andiamo quando ce ne andiamo
Mi fa “la vita è il grande ignoto”
Meglio saltare, meglio correre e…
   Non fermarti adesso anche se il mal d’auto ti fa sbandare
Perché sei sulla buona strada
Eh, amico mio, guarda quanta strada hai fatto
E pensaci bene prima di mandare tutto a monte
   Tra la pace e il panico, non riesco a risolvere i disturbi di segnale
Mi serve una frequenza più pulita
Frequentemente mi brucio e svanisco
Sto su un altro pianeta
È proprio impossibile mettersi in contatto con me
   Ma poi mi ritrovo a letto che mi perdo nei meandri della testa
Ripenso a tutto quanto
Le voci sono assordanti
Ma in mezzo al rumore sento quella voce familiare
Mi fa “la vita è il grande ignoto”
Meglio saltare, meglio correre, meglio andare
Meglio saltare, corri
   Non fermarti adesso anche se il mal d’auto ti fa sbandare
Perché sei sulla buona strada
Eh, amico mio, guarda quanta strada hai fatto
E pensaci bene prima di mandare tutto a monte
   Perché sei sulla buona strada
Perché sei sulla buona strada
Perché sei sulla buona strada
   Non fermarti adesso anche se il mal d’auto ti fa sbandare
Perché sei sulla buona strada
Eh, amico mio, guarda quanta strada hai fatto
E pensaci bene prima di mandare tutto a monte
Prima di mandare tutto a monte
Prima di mandare tutto a monte
       2. Happy Judgement Day
Buon Giorno del Giudizio
   Che tempi che viviamo!
Ti svegli col profumo della dinamite
E tieni gli occhi ben incollati a quello schermo
E non credere a tutto quello che vedi
Scoprirai che la vita moderna è una catastrofe
   Sono solo io o sentite anche voi che potremmo essere ai saluti finali?
Eh, c’eravamo quasi, poi abbiamo buttato via tutto
Chi costruisce muri, chi sgancia bombe
Fermate il mondo ché voglio scendere
Eh, c’eravamo quasi
Non pensavo che avrei mai visto il giorno che il mondo andava in fiamme
Che il mondo andava in fiamme
   Veneriamo le celebrità, cerchiamo disperatamente un’identità
Ma sigarette e MDMA non ti danno sostanza
Non pensi a quello che dici, perché hai la bocca più grande del cervello
È un peccato, fintissimi e siete tutti uguali
   Sono solo io o sentite anche voi che potremmo essere ai saluti finali?
Eh, c’eravamo quasi, poi abbiamo buttato via tutto
Chi costruisce muri, chi sgancia bombe
Fermate il mondo ché voglio scendere
Eh, c’eravamo quasi
Non pensavo che avrei mai visto il giorno che il mondo andava in fiamme
Che il mondo andava in fiamme
   C’è un gatto nero sulle finestre del parlamento
C’è un uomo seduto dietro su un taxi nero che parla dei bei tempi quando è andato tutto in fiamme
Buon Giorno del Giudizio
È andato tutto in fiamme
Buon Giorno del Giudizio
   Sono solo io o sentite anche voi che potremmo essere ai saluti finali?
Eh, c’eravamo quasi, poi abbiamo buttato via tutto
Chi costruisce muri e chi sgancia bombe
Fermate il mondo ché voglio scendere
Era nell’aria da un pezzo, ma non pensavo che avrei mai visto il giorno
Era nell’aria da un pezzo
Ma non pensavo che avrei mai visto il giorno che il mondo andava in fiamme
Che il mondo andava in fiamme
       3. The Grand Delusion
La grandiosa illusione
   Sto giungendo alla conclusione che forse vorrei essere chiunque altro a parte me
   Questa camicia di forza mi soffoca e mi entra nella carne
Questa fune da equilibrista dondola per il vento
E ce n’è di strada per arrivare in basso
Impossibile uscirne vivo
Eh, ce n’è di strada per arrivare in basso quando viene meno la tensione
Perché è a quel punto che mi spezzo
Ed è proprio come mi sento adesso
   Ahia, la testa…
Sono inciampato e ho sbattuto forte di nuovo
Mi sono smarrito, mi sono smarrito tra i nervi a fior di pelle
Sto giungendo alla conclusione che forse vorrei essere chiunque altro a parte me
   Questa dissonanza mi ottenebra la vista e mi manda affanculo la simmetria
Sono una farfalla tutta contorta
Non mi sentirò mai adeguato
E ce la metto tutta per non cadere a pezzi
Ma mi viene voglia di mollare
   Ahia, la testa…
Sono inciampato e ho sbattuto forte di nuovo
Mi sono smarrito, mi sono smarrito tra i nervi a fior di pelle
Sto giungendo alla conclusione che forse vorrei essere chiunque altro a parte me
   Tutti gli occhi puntati su di me, ma non è la realtà
Perché la mente mi gioca degli scherzi
A volte la mente mi gioca degli scherzi
Mi arrampico sui muri come un insetto
Crollo quando crollano pure loro
Claustrofobico dentro di me a forza di tenermi tutto dentro
   Ahia, la testa…
Sono inciampato e ho sbattuto forte di nuovo
Mi sono smarrito, mi sono smarrito tra i nervi a fior di pelle
Sto giungendo alla conclusione che forse vorrei essere
Forse, forse vorrei essere chiunque altro a parte me, chiunque altro a parte me
       4. Parachute
Paracadute
   È un nuovo giorno, me ne voglio andare da qua
C’è un aereo su una pista di decollo
Scappo via da qua
Perché la pioggia è terribilmente monotona e mi annoia
La sofferenza mi adora
   Voglio evadere e andare via
Voglio provare a vivere per me stesso
Perché se non ci proviamo, neanche ci crediamo che ci saremmo potuti arrivare
Voglio lasciarmi andare e lanciarmi nel tuo amore
E quando si fa dura farti da paracadute
Voglio fare quelle cose che di solito le leggi e basta
Sei pronta?
   Sono stanco della politica locale
Devo farmi strada dove c’è la vera azione
Sono stanco, per cui la domanda è: tu vieni?
Perché amore, se ti va ti ci porto
Immagina tutti i posti dove potremmo andare a nasconderci
Oppure possiamo spegnere la luce e tornare a letto
Guardare le stelle sul soffitto di camera tua
E far finta di essere da un’altra parte
   Voglio evadere e andare via
Voglio provare a vivere per me stesso
Perché se non ci proviamo, neanche ci crediamo che ci saremmo potuti arrivare
Voglio lasciarmi andare e lanciarmi nel tuo amore
E quando si fa dura farti da paracadute
Voglio fare quelle cose che di solito le leggi e basta
Sei pronta?
   Non ci serve un Dio per fare un atto di fede
Ascoltami quando dico che se non ci proviamo, neanche ci crediamo
   Voglio evadere e andare via
Voglio provare a vivere per me stesso
Perché se non ci proviamo, neanche ci crediamo che ci saremmo potuti arrivare
Voglio lasciarmi andare e lanciarmi nel tuo amore
E quando si fa dura farti da paracadute
Voglio fare quelle cose che di solito le leggi e basta
Sei pronta?
   Sei pronta? Perché io sì
Voglio fare quelle cose che di solito le leggi e basta
Sei pronta?
       5. In Bloom
Fiorito
   A volte di notte cedo e comincio a pensarci
E a volte sono sicuro che cominciamo a pensarci tutti quanti
E stanotte mi ha fatto stare proprio male, mi sento intorpidito
Ci posso provare, ma a volte non basta
No, a volte non basta
No, a volte non basta
   E smettila di accusarmi
Non li rimetteremo mai insieme i cocci se non mi dai il tempo di riprendermi
E smettila di rivangare questa cosa
O non vedremo mai sbocciare i fiori
   E ripensando a quei giorni di tanto, tanto tempo fa quando ero un ragazzino
Ero proprio un piccolo stronzo perché ero sempre in giro
Beh, lo sai come si dice: “tale padre tale figlio”
Non illudetemi con la vostra compassione
Perché ce la posso fare da solo
   E non sarà certo l’ultima volta che crollo e me ne voglio andare a letto
Perché la verità è che tu sei l’unica voce che voglio sentire nella testa
   Per cui smettila di accusarmi
Non li rimetteremo mai insieme i cocci se non mi dai il tempo di riprendermi
E smettila di rivangare questa cosa
O non vedremo mai sbocciare i fiori
   E smettila di accusarmi
Non li rimetteremo mai insieme i cocci se non mi dai il tempo di riprendermi
E smettila di rivangare questa cosa
O non vedremo mai sbocciare i fiori, sbocciare i fiori, sbocciare i fiori
       6. Don’t Wait
Non aspettare
   Crea scompiglio e continua a dividere
Il governo dice bugie
Non voglio essere una delle falsità di questa società
Spegni la televisione, non fa davvero informazione
Cerca di definire la mente umana, è come con le marionette
   E ti hanno preso per il tuo filo
Giocando a fare Dio in cambio di denaro
Una triste e patetica farsa
Si capisce benissimo
   Non aspettare qualcuno che lo dica al posto tuo
Dillo tu
E se fosse Dio travestito da mendicante?
Ci sarebbe qualche differenza?
Apriresti gli occhi?
   Metti da parte lo scetticismo
Stai seguendo con attenzione?
Se solo sbatti le palpebre può essere che non noti i loro trucchetti e i loro inganni
Non fidarti e disobbedisci alle loro bugie
Perché il mondo intero è un palcoscenico
E se scegli di leggere i giornali, devi mettere in dubbio ogni singola parola
   E ti hanno messo in ginocchio
Hanno loro il tuo latte e il tuo miele
Poi li mettiamo al centro della parata e festeggiamo le cose in arrivo
   Non aspettare qualcuno che lo dica al posto tuo
Dillo tu
E se fosse Dio travestito da mendicante?
Ci sarebbe qualche differenza?
Apriresti gli occhi?
   Niente re, niente regine
Niente giustizia, niente pace
Scava a fondo, credi
La verità ti renderà libero
Niente re, niente regine
Niente giustizia, niente pace
Scava a fondo e vedi che il governo dice bugie
   Crea scompiglio e continua a dividere
Il governo dice bugie
Crea scompiglio e continua a dividere
Il governo dice bugie
   Non aspettare qualcuno che lo dica al posto tuo
Dillo tu
E se fosse Dio travestito da mendicante?
Ci sarebbe qualche differenza?
Apriresti gli occhi?
   Niente re, niente regine
Niente giustizia, niente pace
Scava a fondo, credi
La verità ti renderà libero
Niente re, niente regine
Niente giustizia, niente pace
Ci sarebbe qualche differenza?
Apriresti gli occhi?
       7. Critical Mistake
Errore fatale
   “Ci sono sedici nuovi messaggi
Primo messaggio:
Ma io cosa ti chiamo a fare?
Sedici volte oggi!
E lo so che hai visto la chiamata
Smettila di ignorarmi!”
   Ho commesso un errore fatale in un momento di défaillance
Adesso mi hai chiamato di nuovo per ricordarmi tutte le cazzate che ho fatto
E allora io mi prendo tutta la responsabilità
Sembra tutto come al solito e non ci pensiamo più
Poi io faccio un’altra cavolata
Ti sembra di vedere un trend?
Devo andare avanti?
   Allora le faccio:
Io potrei essere proprio la persona che fa al caso tuo se tu riuscissi a imparare a essere diversa
Io continuo a cercare di diminuire la distanza
Tu stai pensando a te stessa
Vuoi che il mondo vada così
Vuoi che il mondo vada così
   Io sono un peccatore, tu una santa
Fai sempre come vuoi tu
Vuoi lasciar perdere?
Ma quando si incontrano un cinico e una serpe, potrebbe volerci un miracolo
Ma tanto poi dura solo per un po’ di tempo
Lo so che prima o poi faccio un’altra cavolata
Non possiamo ricominciare da capo e tornare a quando avevamo torto tutt’e due?
Perché è vero che abbiamo torto tutt’e due
   Allora le faccio:
Io potrei essere proprio la persona che fa al caso tuo se tu riuscissi a imparare a essere diversa
Io continuo a cercare di diminuire la distanza
Tu stai pensando a te stessa
Vuoi che il mondo vada così
Vuoi che il mondo vada così
   E sembrava tutto troppo perfetto per essere vero
Non abbiamo niente di perfetto noi due
E ci ho provato a vedere solo gli aspetti migliori
Ma poi ci ho visto chiaro con te
E lo so che potrei essere una persona migliore
Ma tu non mi fai mai dimenticare che sembrava sempre tutto perfetto quando me lo immaginavo nella testa
   Hai commesso un errore fatale in un momento di défaillance
Adesso esco sbattendo la porta come tutte le altre volte
Mi sa che ho fatto una cazzata
   Allora le faccio:
Io potrei essere proprio la persona che fa al caso tuo se tu riuscissi a imparare a essere diversa
Io continuo a cercare di diminuire la distanza
Tu stai pensando a te stessa
Vuoi che il mondo vada così
Vuoi che il mondo vada così
Io potrei essere proprio la persona che fa al caso tuo se tu riuscissi a imparare a essere diversa
       8. Wish You Were Here
Vorrei che fossi qui
   Prenditela comoda
Raccontami tutto di quanto sei cresciuto
Solo per me, possiamo ricordare tutti insieme le cose?
Anzi, meglio ancora:
To’ la penna, fai una lista
Mettici dentro tutte le cose che mi sono perso
   Perché a momenti neanche riesco a passare davanti alla scuola senza fermarmi a pensare a te
E a quanto facevamo gli scemi
Ma la cosa più brutta è che ora vorrei aver chiamato almeno mille volte o anche di più
Solo per sentire cosa mi stavo perdendo
   Se un’immagine in foto è tutto quello che mi resta
Posso immaginarmi tutti i momenti che non riavremo più indietro
Se me lo immagino adesso non sembra tanto male
In ogni caso, vorrei comunque che fossi qui
Non dire che è tutto scritto nel destino
Tanto lo sai che non è come la penso io
Non riesco a non pensare che sarebbe dovuto toccare a me
In ogni caso, vorrei comunque che fossi qui
   Ripenso ai tempi in cui dicevamo tutti quanti
“Qualsiasi posto è meglio che stare qua”
In fondo alla classe, dove siamo cresciuti troppo in fretta
Vivendo la vita come se non ci fosse nulla di cui aver paura
Ma il ghiaccio sulla strada, mentre tornavi a casa da solo
Canticchiando una canzone di tre estati fa
Quella che te l’ha fatto ricordare
Ora me la ricorderò sempre come la canzone con cui è finita la tua vita
   Se un’immagine in foto è tutto quello che mi resta
Posso immaginarmi tutti i momenti che non riavremo più indietro
Se me lo immagino adesso non sembra tanto male
In ogni caso, vorrei comunque che fossi qui
Non dire che è tutto scritto nel destino
Tanto lo sai che non è come la penso io
Non riesco a non pensare che sarebbe dovuto toccare a me
In ogni caso, vorrei comunque che fossi qui
   E dicono che sei passato a “miglior vita”
Ma la vita sarebbe migliore se fossi qui con me
Eh, dicono che sei passato a “miglior vita”
Peccato che non è come la penso io
   Perché un’immagine in foto è tutto quello che mi resta per ricordarmi che tu non tornerai più
Se me la immagino adesso, mi fa solo diventare triste
E ora come ora vorrei solo che fossi qui
Non dire che è tutto scritto nel destino
Tanto lo sai che non è come la penso io
Non riesco a non pensare che sarebbe dovuto toccare a me
Alla fine vorrei solo che fossi qui
   Eh, dicono che sei passato a “miglior vita”
In ogni caso, vorrei comunque che fossi qui
Perché dicono che sei passato a “miglior vita”
Alla fine vorrei solo che fossi qui
       9. Heavy Lies
Bugie pesanti
   Cosa ti passa per la testa?
Sì, io ho sempre dei pensieri che mi girano
Sono appeso a un filo
“È troppo tardi”, ha detto lei
E no, non credo che le cose siano sempre come sembrano
Me lo dimostri tu, lascia perdere la teoria
   Ho sentito certe bugie pesanti
Tu dimmi che sei sincera
E togliti la maschera
Perché io ti voglio
   Ci risiamo, parliamo dolcemente
La mia pelle e la punta delle tue dita
Le tue labbra solitarie cominciano a tremare
Ci parliamo delle nostre paure più profonde
È come se non esistessimo, non esistessimo per il mondo di fuori
Amore, c’è un mondo dentro la tua stanza stanotte, ed è mio e tuo
Il sole tramonta, ma noi restiamo svegli tutta notte
   Ho sentito certe bugie pesanti
Tu dimmi che sei sincera
E togliti la maschera
Perché io ti voglio
   C’è un mondo di fuori
Amore, c’è un mondo dentro la tua stanza stanotte, ed è mio e tuo
Il sole tramonta, ma noi restiamo svegli tutta notte
   E non posso proprio far finta di niente dopo tutte queste settimane di tira e molla
E non l’avevo ancora detto ma lo dico ora
Stai meglio con me
   Ho sentito certe bugie pesanti
Tu dimmi che sei sincera
E togliti la maschera
Perché io ti voglio
Perché io ti voglio
   E ho sentito certe bugie pesanti
Tu dimmi che sei sincera
E ho sentito certe bugie pesanti
Come “Ti amo”
       10. 19 Seventy Sumthin’
1900 settanta e qualcosa
   Cominciamo da qui, nel 1970 e qualcosa
Non saprei indicare l’anno esatto
Quando il romanticismo non era morto
E l’amore significava ancora qualcosa
C’era una ragazza che si era persa per strada
Era diventata tutta rossa quando lui le si era avvicinato
E avevano ballato tutta la notte
E riportandola a casa lui si mise a cantare
E fu allora che lei gli disse
“Se potessi, ti salverei”
E lui sorrise e si allontanò
Nel giro di sei settimane avevano già detto “sì, lo voglio”
Eh, ormai non va più così l’amore
   E come il seme che diventa l’albero, prendiamo la forma di una famiglia
Cresciamo e cambiamo e affrontiamo la pioggia in modo incredibile
E nonostante tutto rimaniamo in piedi
E non lo dico abbastanza spesso
Ma se non fosse per voi, no, non staremmo proprio in piedi
   E ora siamo nel 1990 e qualcosa
Come diavolo ci siamo arrivati fin qua?
Quattro figli e un bel po’ di lavori dopo
E le foto riempiono le pagine
È stata dura, ah, è stata dura
Ma saremmo pazzi a mollare tutto
Perché lo sai anche tu che abbiamo costruito una cosa più grande di noi due
È stata dura, ah, è stata dura
Ma è una cosa più grande di noi due
E ti stringerò tra le braccia quando sentirai di volerti arrendere
Ormai non va più così l’amore
   E come il seme che diventa l’albero, prendiamo la forma di una famiglia
Cresciamo e cambiamo e affrontiamo la pioggia in modo incredibile
E nonostante tutto rimaniamo in piedi
E non lo dico abbastanza spesso
Ma se non fosse per voi, no, non staremmo proprio in piedi
   E ora siamo nel 2000 e qualcosa
Guarda dove siamo arrivati, mia cara
Abbiamo dei nipotini e ci siamo ripagati il mutuo
Siamo forse in un sogno?
“Perché amore, ce l’abbiamo fatta
Amore, mi hai proprio salvato”
Ma nulla ha potuto salvarlo dall’ambulanza quel giorno che lui se n’è andato
L’infarto è stato fulminante
Non ha neanche sentito dolore
Se lo vedessi ora, che cosa, che cosa diresti?
Ti voglio bene e mi manchi
Ti devo tutto quanto
E spero che sai di avermi salvato
   Ah, madre, madre, ti prego, non piangere
Lo sai che manca anche a me
Io non ho nemmeno potuto dirgli addio
E anche se non c’è più, lo so che non c’è più
Ma vive dentro ognuno di noi
E ti abbraccerò quando piangerai
Perché è quello che avrebbe fatto lui
Sì, è quello che avrebbe fatto lui
Sì, è quello che avrebbe fatto lui
È stata dura, ah, è stata dura
Ma ora lui fa parte di ognuno di noi
E ti abbracceremo quando piangerai
Perché è questo che fa una famiglia
       11. Where Do We Go When We Go
Dove ce ne andiamo quando ce ne andiamo?
   Dolore, dolore, vattene via
Torna un altro giorno
Voglio andare in vantaggio sulla vita prima che mi faccia fuori
   Mi sa che non sapremo mai se quando ce ne andiamo finiamo da qualche parte
O se invece non vediamo più un bel niente
È questa la cosa che dovremmo chiamare fede?
Beh, se è così, e alla fine diventa tutto nero e basta
E non vediamo più un bel niente, non vediamo niente
Che cosa stai aspettando?
   Dolore, dolore, vattene via
Torna un altro giorno
Voglio andare in vantaggio sulla vita prima che mi faccia fuori
Non posso prestar fede a una falsità
Voglio andare in vantaggio sulla vita prima che mi faccia fuori
   Che posto curioso che è il mondo
Ti prende a calci quando sei a terra
E ti stende quando ti rialzi
Secondo me non ne vale la pena di sopportare tutto quanto
Ma dall’altra parte c’è un mondo pieno di possibilità
E mille altre persone proprio come te
Tutte che hanno passato quello che hai passato tu
E cantavano…
   Dolore, dolore, vattene via
Torna un altro giorno
Voglio andare in vantaggio sulla vita prima che mi faccia fuori
Non posso prestar fede a una falsità
Voglio andare in vantaggio sulla vita prima che mi faccia fuori
   L’ho visto in un lampo che mi passava davanti con le luci sparate
E proprio davanti agli occhi avevo il cartello che indicava l’uscita
L’ho visto in un lampo che mi passava davanti
E mi ha chiesto perché perdevo del tempo prezioso
Mi è passato davanti
Mi è passato davanti
   Noi siamo solo di passaggio, solo di passaggio
Noi siamo solo di passaggio, solo di passaggio
   Dolore, dolore, vattene via
Torna un altro giorno
Voglio andare in vantaggio sulla vita prima che mi faccia fuori
Non posso prestar fede a una falsità
Non voglio aspettare l’addio per vedere cosa sarebbe potuto essere
E voglio andare in vantaggio sulla vita prima che mi faccia fuori
       12. Beautiful Madness
Meravigliosa follia
   Non possiamo tornare indietro
Non è più come prima
È la quiete dopo la tempesta
È la distruzione che resta dopo la guerra
Sono distrutto, ma quanto ne vorrei ancora
Riportatemi indietro
Non possiamo andare da nessuna parte
Ti darò tutto quello che ho
Tu sei lì ferma in piedi
Mi hai tirato dentro e mi hai detto “rallenta un po’”
   Di’ qualcosa di dolce, qualcosa di dolce e di innocente
Cantami la ninnananna, tesoro, perché mi è mancata
Spero che ci credi, perché dico davvero
Senza di te il mondo era una noia
Senza di te la vita non aveva significato
   Siamo arrivati troppo lontano
Troppo lontano per tornare indietro ormai
Troppo sù di giri per tornare coi piedi per terra
Troppo persi nel nostro mondo per una via d’uscita
Non potremo mai fuggire
Non c’è speranza, non c’è speranza per noi due
Non ci sarà mai
Siamo fottuti
Eh, è amore
Rallenta un po’
Prenditi un minuto e ascolta
   Di’ qualcosa di dolce, qualcosa di dolce e di innocente
Cantami la ninnananna, tesoro, perché mi è mancata
Spero che ci credi, perché dico davvero
Senza di te il mondo era una noia
Senza di te la vita non aveva significato
   Ah, è meravigliosa follia
Passiamo dall’amore alla tristezza
Ah, è meravigliosa follia
Ma l’uragano non mi porta via oggi
Per cui andiamo a ballare tra i detriti
   Di’ qualcosa di dolce, qualcosa di dolce e di innocente
Cantami la ninnananna, tesoro, perché mi è mancata
Spero che ci credi, perché dico davvero
Senza di te il mondo era una noia
Sì, senza di te il mondo era una noia
Senza di te la vita non aveva significato
Senza di te la vita non aveva significato
       13. Worth It
Ne vale la pena
   Ma lo senti negli spazi che ci sono tutt’intorno e in mezzo?
Eri seria quando hai detto “ti odio”?
Perché io ci ho creduto, cazzo
Se non vedi i segnali
E io riesco a raggiungerti la mente
Ho paura di cosa ci potrei trovare
E mi spiace, la colpa me la prendo io
Ma tu sei arrivata da kamikaze
C’è uno tsunami che viene verso di noi
Come le tue scuse
   Avremmo davvero dovuto pensarci bene
A che conseguenze avrebbe avuto per entrambi
Tu chiediti: ne vale la pena?
Fidati di me, nessuno è perfetto
Perché io voglio solamente addormentarmi insieme a te
Scivolare nel sonno abbracciati
Ne vale la pena?
Dimmi, ne vale la pena?
   È inutile essere indifeso, ottimista, anticonformista?
Sono fastidioso?
Ci ho provato con tutto me stesso, ma tu non riuscivi a non pensarci
Perché non ne posso davvero più di fare sempre tardi
E di uscire di testa con le nostre insicurezze del cazzo
   Avremmo davvero dovuto pensarci bene
A che conseguenze avrebbe avuto per entrambi
Tu chiediti: ne vale la pena?
Fidati di me, nessuno è perfetto
Perché io voglio solamente addormentarmi insieme a te
Scivolare nel sonno abbracciati
Ne vale la pena?
Dimmi, ne vale la pena?
   Ma lo senti negli spazi che ci sono tutt’intorno e in mezzo?
Eri seria?
Perché io ci ho creduto, cazzo
   Pensaci bene a che conseguenze potrebbe avere per entrambi
Eh, chiediti: vale la pena di gettare benzina se ha già preso fuoco?
Perché io voglio solamente addormentarmi insieme a te
Scivolare nel sonno abbracciati
Ne vale la pena?
Dimmi, ne vale la pena?
Chiediti: ne vale la pena?
Perché io voglio solamente addormentarmi insieme a te
Ne vale la pena?
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fuckproblems18 · 6 years ago
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18.02.19
Sei mesi. SEI MESI. Ci credi? Per te magari non sono nulla, hai avuto storie molto più lunghe ma io ancora mi chiedo se non sto sognando, sai non ho mai condiviso un periodo così lungo della mia vita con qualcuno. La 'relazione' che mi é durata di più é stata di circa un mese e mezzo, poi mi stufavo e mi facevo mandare a fanculo oppure li mandavo io, dipende come mi girava. Ma con te é diverso. Sei quello che, se mando a fanculo, corro a riprendere l'attimo dopo aver finito di pronunciare quella parola..e quello che se mi mandasse a fanculo, io davvero morirei.
Con te presente nelle mie giornate è tutto più bello, con te presente nella mia vita io mi sento più bella (non esteticamente), più viva diciamo, allegra, serena..felice. Si con te sono felice anche se ci sono 300km di mezzo, anche se non posso averti qui, io sono davvero felice, perché sei tu che riesci a rendermi tale. Certo, c’è anche il male e lo sappiamo entrambi però non è una cosa di cui voglio parlare in sto momento, penso di avertelo già ‘rinfacciato’ abbastanza..che poi non è proprio un rinfacciarti le cose il mio, è più un cercare di spiegarti cosa provo e per quale motivo.
Tu immagini mai come potrebbe essere se mi avessi lì in carne ed ossa? Io si, sempre. È bello e doloroso allo stesso tempo sai? È bello perché star qui ad immaginarti sdraiato sul letto, con i capelli un po’ qui e lì e quel sorriso stampato in faccia è un’emozione unica. Immaginarti con la mano che mi accarezzi i capelli e io con la testa appoggiata sul tuo petto ad ascoltare come ti batte il cuore. Immaginarti mentre ti bacio, mentre ti abbraccio, mentre mi guardi..immaginarci mentre facciamo l’amore.. Immaginarti mentre sei concentratissimo a guidare e io che come il mio solito parlo e parlo alla cazzo. Immaginarti mentre ti prepari, mentre ti spogli, mentre ti lavi i denti, mentre ti guardi allo specchio e ti sistemi, mentre parli..insomma, immaginare una vita con te è la cosa più bella che ci sia, davvero. Ma ho detto pure che è doloroso, si lo è perché posso solo immaginare come potrebbero essere stati sti sei mesi, perché se mi giro nel letto, tu non sei qui e mi si mozza il fiato e inizio a piangere come una stupida. Ma quando mai io non piango? Sono un cancro di merda, carattere forte quanto sensibile.
Sei entrato nella mia vita per caso, per un like su Ask, UNO capisci? E mi chiedo se non lo avessi messo a me, se io non avessi ricominciato ad usare spesso Ask e quindi passare tra gli interessanti, noi ci saremo mai conosciuti? Bella domanda..però della risposta non mi importa poi così tanto perché mi ritrovo qui oggi, ad averti presente nella mia vita giorno per giorno. Abbiamo i nostri alti e bassi, più bassi che alti ultimamente, ma ricordati che sono un cancro e quando credo in una cosa lotto anche fino a vomitare l’anima, a sputar sangue proprio. Diciamo che sono un po’ una piccola guerriera, non mollo mai se voglio una cosa, anche se sto male, se sono a terra o se non ho più niente per rialzarmi, trovo sempre il modo di farmi forza e andare avanti. Tante volte ho pensato di lasciar tutto, dopo angelica, dopo le tue amicizie io davvero mi son sentita stupida, ingenua..che poi tanto ingenua non lo sono visto dove sono arrivata da sola. Però poi ho voluto riprovarci. Non ero molto intenta all’inizio, sarei falsa a dirti il contrario..ma nella vita tutti sbagliano, o no? Non è una giustificazione e lo so, perché odio le bugie, ma nella mia vita ho sbagliato tanto, ho fatto male a tante persone (non mentendogli, ma in altre maniere) e alla fine di tutto sono stata perdonata, nessuno mi ha uccisa. E se non l’hanno fatto con me, dovevo farlo io con te? No. Io ti voglio davvero e ho deciso di andare oltre a tutto quello che è successo..di ricominciare da zero come avevi detto. Ovvio che non dimentico, ma ci sono passata sopra e ho deciso di darti fiducia di nuovo, mi è stato difficile all’inizio, ma poi con il passare dei giorni non c’hai messo nulla a riprendermi..mi ritrovo qui ora che non posso dire di fidarmi ancora al 100%, ma nemmeno che non mi fido. Sto sempre con l’ansia e con le paranoie, é vero..ma poi cerco di pensare che se hai fatto di tutto per ricominciare un motivo ci sarà. Non penso che se non t’importava niente cercavi di rimediare, no non lo penso proprio, perché ormai ti conosco..so che non sono la persona più importante della tua vita (ed è normale) ma penso anche di non essere nemmeno quella di cui non t’importa praticamente niente perché il senso di voler rimediare non ci sarebbe allora. Ma infondo lo so che per quanto sembri indifferente a volte, comunque a me ci tieni. E io mi fido di te, dio se mi fido. Sono solo paranoica a 1000 con tutto e tutti, penso sempre che prima o poi le persone se ne vadano perché non sono niente, non sono nessuno. Non ho un lavoro, non ho soldi, non sono bella, non sono magra, non ho un bel sorriso, non ho davvero niente..e basta girare l’angolo o uscire di casa o entrare in un bar che tutte quelle che trovi saranno sempre un passo avanti a me, in tutto e per tutto, e io mi sento sempre meno, sempre non abbastanza.
Tu hai un potere su di me che mi fa paura, fidati. Riesci a farmi sorridere per poi farmi piangere il secondo dopo. Mi basta un tuo messaggio un po’ più freddo che mi faccio di quei viaggi mentali allucinanti, che a volte pure io mi sento ridicola..è solo che ogni volta ho paura che torniamo in quei periodi di merda che tanto odio. Ti sento distante, non mio, ed é la sensazione più brutta.
Io ti amo, ti amo con tutta me stessa davvero. É con te che ho scoperto cosa sia davvero l'amore. Pensavo di amare una persona prima di te, ma mi sono accorta che quello che provo quando ti sento, quando mi parli, quando ridi, quando mi dici qualcosa che mi fa sentire bene, non l'ho mai provato prima. Sentimenti così forti non pensavo esistessero, davvero, tu mi hai stravolto. E mi stravolgi sempre come la prima volta. Mi fai perdere la testa, tu non immagini, e non ho intenzione di ritrovarla. A volte mi fai impazzire, ti giuro, che se ti avessi davanti non so quanta merda ti urlerei. Ma so per certo che poi inizierei a piangere chiedendoti scusa di quelle parole, e cercando un modo per baciarti e farti dimenticare tutto..per poi finire a fare l'amore come se non fosse mai successo niente. Io con te voglio che sia sempre come se fosse la prima volta in tutto. Quando ti bacio, quando ti abbraccio, quando facciamo l'amore..quando mi guarderai..si perché spero che ogni volta che mi guarderai, sarà come la prima volta che mi vedrai. Perché é una cosa bellissima.
Non voglio mai farti perdere ciò che provi per me. Hai detto che mi ami, CHE MI AMI, capisci? Non ci credevo quando l'ho letto, mi sembrava impossibile, nemmeno ci speravo perché sapevo che a te ci voleva tempo, e con il fatto che non ci vediamo non pensavo arrivassi a provarlo. Ricordo la prima volta che me l'hai detto al telefono, mi sono scese le lacrime ma non volevo farmi sentire e sono stata tipo zitta all'inizio..finché ho iniziato a parlare, ma tipo ho balbettato due o tre parole confuse e poi ho detto 'anche io'. Penso che quel momento non lo dimenticherò mai, é stato qualcosa di unico, di magico. Avevo il cuore fuori dal petto.
Tu mi regali emozioni uniche anche da li, sai come prendermi, come farmi stare tranquilla..hai la pazienza di ascoltarmi quando ho i miei momenti di merda soprattutto, che li sono una sclerata del cazzo e davvero non so come fai a starmi vicino..due ore ti ho tenuto al telefono l'ultima volta e non facevo altro che piangere e lamentarmi..e tu sei rimasto comunque li, ad ascoltare i miei lamenti, i miei pianti e a dirmi di star tranquilla..mi sento ancora una merda per quel pomeriggio, ti giuro, avresti potuto farti gli affari tuoi e invece sei rimasto sempre lì al telefono con me.
Giuro che ti dico l'ultima cosa e smetto, penso che sto iniziando a fare un casino, quando piango troppo non riesco più a concentrarmi.
Tu rendi tutto più bello, tutto più allegro, più felice, La mia voglia di voler morire sta sparendo, a me, CHE NON HO MAI AVUTO VOGLIA DI STARE IN STO MONDO DI MERDA, MI STA VENENDO VOGLIA DI VIVERCI INVECE, SE CI SEI TU CON ME, che se te ne vai tutto perde il senso, e io davvero mi sento morire. Non voglio che mi prometti che resterai con me per sempre, fare sto giuramento secondo me é come mettere un punto a tutto, una sorta di sfiga. Voglio solo che tu ci sia giorno per giorno fino alla fine, senza nessuna promessa..anche se non sono nessuno, anche se ti faccio andare via di testa, anche se a volte mi manderesti a fanculo, anche se non sono nessuno tu resta perché sono in grado di amarti come poche riescono, e sono disposta a darti pure tutto quello che non ho, perché per me vieni prima di qualsiasi persona, anche prima di me.
Ti amo, ti amo da morire, e non smetterò.
+6 amore mio..ed é già metà anno di noi..quanto vorrei averti qui con me.
— @fuckproblems18
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wemarsblog · 6 years ago
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Imprescindibile.
Imprescindibile, sai che significa? Significa che si deve assolutamente tener conto. È qualcosa, qualcuno, di cui non te ne pui fregare. Questo sei tu per me.
Tu per me sei imprescindibile: è per questo che ti dico sempre che i miei piani sono sempre organizzati sui tuoi impegni e che se qualcosa - qualsiasi cosa - non dovesse essere di tuo gusto, io la cambierò. Imprescindibilmente.
È per questo che l'ultima volta che abbiamo parlato ti ho detto ciao e non addio, perché ciao non è mai addio, ma non è neppure arrivederci. Cioè che ti tengo sempre in conto, sei sempre dentro me. È come "ciao, come stai?" . Ti sento sempre, è come se tu fossi sempre mio, anche se non te lo dico più, perché addio non posso dirtelo, perché tu sei imprescindibile.
'Ciao' come la prima volta che ci siamo visti e avevi gli occhi eterni, io l'ho saputo sin da quel momento che ti avrei portato sempre dentro che, insomma, non avrei mai smesso di averti dentro.
'Ciao' come l'ultima volta che ci siam visti e avevi gli occhi tristi ma pur sempre bellissimi.
'Ciao' come tutte le volte che ci incontriamo e sorridiamo insieme.
'Ciao' come io e te lontani ma con i cuori che battono all'unisono.
'Ciao' che è meno di addio ma non è neppure arrivederci con i baci che ho messo dentro, con gli schiaffi, con i sorrisi buffi, con i ti amo, con il coraggio per tornare che spero utilizzerai presto.
È un 'ciao', non è un addio, perché gli addii mi far stare troppo male e gli arrivederci mi lasciano a metà, mi lasciano continuare a sperare ed allora preferisco dire ciao.
'Ciao' che vuol dire che sei in eterno, che vuol dire che tu sei la cura alla mia malattia, che sei sempre tu.
Vuol dire "ciao, vieni a riprendermi e a fanculo le tue paure, perché lo so che da sempre io ti ho mosso il cuore: l'ho sentito ha fatto rumore e a te questa cosa ha fatto un sacco paura".
Imprescindibile, sai che significa? Significa che si deve assolutamente tener conto ed io non posso non tenerti in conto ed allora niente è più imprescindibile di te per me.
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find-somebody-to-die-for · 6 years ago
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09/01/19
Rischio un crollo nervoso. Anzi, probabilmente potrei averlo proprio adesso. Ho la rabbia che mi logora. Il groppo in gola che arriva a farmi addirittura male. Gli occhi lucidi. Sì, manca poco. E probabilmente accadrà tutto nel mentre che scrivo.
La giornata stava andando bene, ero solo un po' dispiaciuto per essermene andato da scuola così presto, ma non potevo fare altrimenti. Salutarti è stata la parte più difficile. Forse non lo do molto a vedere, e te lo dico poche volte, ma sento terribilmente la tua mancanza. Anche quando ti sembro distante, freddo, se sembra che ti stia ignorando, in realtà sto combattendo contro me stesso perché mi dico "cavolo, mi è mancata così tanto, vorrei starle abbracciato come un koala tutto il giorno", ma poi ci ripenso e mi dico "ehi, vacci piano, lasciale i suoi spazi, non sai di che umore sia, o se sia solo stanca, nel dubbio non vuoi irritarla" e quindi ti lascio in pace, aspetto che sia tu a invitarmi a fare qualcosa.
Guarda, parlare di te mi ha già rincuorato un po'.
Come non detto, ritorno al discorso di prima.
Stava andando tutto bene, nemmeno i treni erano riusciti a farmi incazzare, oggi erano stranamente puntuali, circa.
Poi torno a casa.
E come sempre...
Si litiga.
Si litiga perché cazzo, cosa credete che vada a Bologna a fare? Ho iniziato il percorso per diventare un ragazzo, non vi viene vagamente da pensare? Non credete sarebbe utile esercitarsi ad usare il maschile ogni tanto? Anche perché, se voi non ci mettete del vostro, pure io faccio fatica a comportarmi come vorrei, e quindi devo stare attento a quello che dico perfino in casa mia, dopo una giornata passata a parlare al maschile.
Tutto questo è frustrante. E la frustrazione mi rende scontroso.
Sempre i soliti discorsi riguardo quell'appartamento del cazzo, ad oggi denominato BDC (buco di culo). Mia madre non si rende conto di quanto sia minuscola la stanza nel quale dovrei stare, e si continua a litigare sul fatto che o i mobili vengono messi in un certo modo, oppure nemmeno ci si passa.
Nuovo argomento di discussione. Vogliono fumare in bagno, quando avrebbero a disposizione un balcone tutto loro. Ma ti pare giusto dover passare tutto il giorno in mezzo al fumo e allo smog, tornare a casa, e non poter respirare bene neanche lì? Giuro che tra un po' mi prendo su e me ne vado in una baita in montagna, spaccandomi la mia legna e andando avanti a cibo in scatola. Ma porca troia.
Poi mi dicono su perché mi arrabbio. Quando mia madre fa discorsi che non stanno né in cielo né in terra. E quando mi dicono su ovviamente parlano come vogliono loro. E io ovviamente mi incazzo ancora di più, perché mi sento chiamare in un certo modo, e loro non si accorgono minimamente di niente. Ma come cazzo è possibile.
Volevo raccontargli di oggi, anche se in realtà neanche troppo. Ora proprio si arrangiano, non gli dico un cazzo.
Come se non bastasse in questi giorni la disforia non mi da tregua. Al di là di quella al petto, e di quella sociale... in questi giorni la mia voce mi sta proprio dando fastidio.
E questi giorni sono proprio quelli in cui vorrei stare più da solo. O al massimo, con te, che hai sempre saputo farmi sentire al mio posto.
Ero riuscito a non crollare fino adesso.
Pensare a quanto sono fortunato ad averti nella mia vita mi ha fatto cedere. Dovrei ringraziarti ogni giorno, lo meriteresti. Anche perché quando "sbagli", è soprattutto perché sono io il primo a non dirti quello che voglio.
Mi è appena tornato in mente lunedì. Non so cosa tu abbia sentito, cosa ti abbia fatto male. So che hai pianto in spogliatoio. Mi sono sentito tremendamente in colpa. Solo che, ho capito il fatto di voler risolvere le cose da sola quando il lunedì succede qualcosa che ti butta giù o ti delude, ma non mi piace quando è come se non esistessi. Lo so che tu non te ne accorgi, come potresti? Non faccio nulla per fartelo notare. Però io il lunedì ho bisogno di te. Ho bisogno di averti vicina, perché passare il weekend senza vederti è difficile, e mi manchi, tanto, troppo, e vorrei solo stare un po' con te... Solo che quando vedo che non sei della stessa idea, dopo un po', tendo a lasciarti spazio e a stare un po' di più con R. e N, solo che poi so che ti da fastidio, perché sembra che ti ignori, e quindi mi sento in colpa e di conseguenza mi avvicino di nuovo a te, ma poi vedo che non mi cerchi e a quel punto non so più cosa fare, se non farmi crollare la tristezza addosso. Solo che la tristezza, spesso la manifesto come se fosse rabbia. È un mio limite. Quindi scusa per lunedì scorso, non volevo farti del male. Solo... avevo più bisogno di te di quanto facessi trapelare.
Domani ti rivedo, domani ho qualche ora per starti vicino. Voglio sfruttarne ogni minuto. E quando vedi che mi distraggo, tu richiama la mia attenzione. Vieni a riprendermi. Che alla fine, degli altri poco mi importa. Voglio solo averti vicina.
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whenitisallover · 3 years ago
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che rabbia che di sera mi viene per colpa di questa voglia di scriverti, di dirti le cose. Non so perché scrivo a te, è solo bisogno di buttare fuori un po’ di roba, e sono un qualcosa di intimo, e tu sei la cosa più vicino all’intimo che mi viene in mente adesso.
Oggi casualmente ho visto un nostro video dove mi baciavi le guance a letto, le mani in basso, ma quelle non si vedevano, si vedevano solo i nostri occhi rossi d’erba e innamorati.
quell’amore adesso dov’è?
Se guardi in fondo ai miei ancora lo vedi, e neanche così in fondo.
È vero, avrei bisogno di sentirti, non è una voglia è proprio una di quelle necessità che in sere come queste è seriamente difficoltoso reprimere.
In questi giorni in cui siamo tutti un po’ chiusi con noi stessi io cerco di non pensare,
io che ti ho visto piangere, cerco di non pensare a come stai, a come staresti se sapessi che ti penso tantissimo a volte, ed a volte lascio tutto dietro.
Io che non ho mai pensato di scrivere una canzone perché penso di non esserne capace, adesso credo che forse riuscirei perché il tuo pensiero mi spinge a fare cose assurde.
Tu non hai voglia di prenderti la testa fra le mani e stringere fortissimo?
O sbatterla al muro ripetutamente finché non smetti di pensare?
Le sigarette sono sempre tante soprattutto nei momenti di nervosismo, in quello di tristezza mi fermo un po’, poi cerco di pensare che sono una cazzona perché mi lamento per niente, mi rialzo dal letto e cerco di riprendermi dopo una doccia fredda, a volte ci riesco, e a volte no. Saper andare avanti risulta davvero difficile, soprattutto quando la voglia di farlo è completamente inesistente, soprattutto quando l’unica cosa che vorresti è poter tornare indietro dove stare bene risultava facile e quasi scontato.
Io stringo i denti come finora non ho mai fatto e ci provo a prendere la rincorsa ed andare avanti ma quando mi fermo per riprendere il fiato ti giuro che mi vieni in mente come la cosa più maledettamente bella che ho vissuto finora e, quindi, respirare diventa impossibile, ma poi passa, è questo l’importante.
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Capitolo 48 - Errori, linguacce e feticisti
Nel capitolo precedente: Eddie è al telefono con Angie e si eccita nel sentire la sua voce; Angie fa un incubo su Chris Cornell, tanto da reagire in maniera esagerata quando lui si presenta a casa delle ragazze per scroccare del cibo, ma anche per consegnare a Angie un pacchetto che era stato infilato per sbaglio nella sua cassetta della posta; Angie scopre che Eddie si è arrampicato sulla cima dello Space Needle per prendere le lampadine e gliene ha inviata una con una lettera; Angie insulta Eddie al telefono per il gesto avventato, ma non riesce ad essere del tutto arrabbiata con lui; Angie medita di cambiare pettinatura e tagliare i suoi lunghi capelli da bambola.
***
“Ma che caz-” per un attimo penso di essere rimasto inspiegabilmente intrappolato quando, dopo aver chiuso il rubinetto, allungo la mano ad occhi chiusi verso il box doccia per far scorrere la porta e questa non si muove di un millimetro. 
Ci metto qualche secondo e numerose spinte di troppo per capire che il problema è che si apre dall'altra parte, opposta rispetto a quella di Seattle. Perché non sono a Seattle, sono a San Diego, sono a casa. Eppure non mi sento veramente a casa, è come se fossi in vacanza, come se questo fosse l'ennesimo motel di passaggio e non il luogo dove avevo deciso di trascorrere il mio futuro, per lo meno quello più immediato, con la mia ex. L'oceano, durante la prima surfata di una mezz'oretta fa, mi è più familiare di questo posto. Forse è proprio l'effetto tour, l'essere sempre in un luogo diverso, che fa perdere un po' i riferimenti. Forse è perché questa casa in un certo senso mi è davvero estranea, dopotutto ci stavo da due o tre mesi quando l'ho lasciata per trasferirmi definitivamente a Seattle. E non ho avuto neanche modo di personalizzarla più di tanto, anche perché aspettavo di farlo con Beth, perciò l'arredamento è piuttosto neutro e anonimo. Gli unici tocchi personali sono le figurine del baseball attaccate al frigo, la foto in bianco e nero di Pete Townshend in volo a mezz'aria con la sua chitarra che sta in camera da letto e che, pensandoci, quasi quasi porto con me a Seattle, un'acustica da quattro soldi appoggiata al divano, il canestro che ho sistemato sul retro, la muta stesa ad asciugare sul portico, il gioco delle freccette sulla porta. Quel poco di personale che c'era in più ora occupa la stanzetta e parte del soggiorno dell'appartamento che divido con Jeff e in cui ho ormai trascorso più tempo di quanto ne abbia vissuto qui in questa casa. Oppure è solo perché sono arrivato da sì e no un paio d'ore e non ho ancora visto nessuno della compagnia. La casa non la fanno le mura, ma le persone.
Lancio gli asciugamani nel cesto delle cose da lavare e mentre lo faccio mi ricordo che qui ho una lavatrice e che non sarà necessario andare da Wash'n'Go per fare il bucato, anche se il lavaggio non avverrà magicamente da sé e mi sarà comunque richiesto il piccolo sforzo di buttare i panni nel cestello, aggiungere detersivo e premere un bottone. Arrivo in camera, mi infilo maglietta e mutande pulite e mentre sto valutando se è il caso di far fare un viaggio nella lavatrice anche ai pantaloni o se posso farci un altro giro, ecco che sento suonare il campanello. Promuovo velocemente i bermuda per un ulteriore round e corro in sala mentre me li sto ancora allacciando e allargo con le dita le lamelle della veneziana per vedere chi è.
“Non sono una bella figa, ma spero tu mi faccia entrare lo stesso!” esclama Craig proprio in direzione della finestra.
“Perché dovrei?” gli chiedo dopo aver aperto la finestra.
“Perché ho la birra” risponde sollevando il cartone da dodici.
“Mi piacciono i tuoi argomenti” richiudo la finestra e apro la porta al mio amico, non mi piace definirlo migliore, non faccio classifiche o cose del genere, ma sicuramente è uno dei più stretti che ho e quello che mi porto dietro da più tempo, praticamente dall'infanzia.
“Ti odio” mi guarda scuotendo la testa, rimanendo sul portico.
“Anch'io sono felice di rivederti”
“Non mi hai aspettato” protesta indicando la muta appesa alla ringhiera.
“Lo sai che mi piace entrare in acqua presto”
“Sei uno stronzo,” borbotta entrando “ma sono contento tu sia qui” aggiunge dandomi una mano e una pacca non troppo delicata prima di entrare.
“Ti avviso che non ho niente da mangiare” preciso quando lo vedo andare diretto verso il frigo.
“A quello ci pensa Jamie più tardi, quando stacca dal lavoro, non temere” risponde sistemando la birra nel ripiano più basso del frigorifero.
“Cinese?”
“Ovvio. E viene anche suo fratello. Ah poi ci sarà sicuramente Mitch con la sua compagna di corso. E poi boh, qualcun altro”
“Avete organizzato tutto eh?”
“E la tua band?”
“Staranno tirando il fiato in albergo, dopo ci raggiungono”
“Perfetto. E la tua ragazza?” mi chiede a bruciapelo sedendosi sul divano.
“La mia ragazza?” vado verso la finestra e tiro su completamente la veneziana, come se mi aspettassi di trovarmela d'un tratto fuori dalla porta di casa pronta a bussare.
“Sì, la tua ragazza, dov'è?”
“Oddio, non lo so, non l'ho ancora vista. Non è certo venuta a darmi il bentornato, spero di non incontrarla neanche per sbaglio onestamente”
“Eheh ma non eri diventato zen?”
“Sì, ma se non la vedo è meglio” dopo aver ispezionato tutto il circondario raggiungo Craig sul divano.
“Comunque chi se ne frega di Beth, non voglio mica sapere della tua ex, parlavo di quella nuova”
“Quella nuova?” lo guardo storto e in nanosecondo capisco dove vuole andare a parare.
“Sì, come si chiama... Ce l'ho sulla punta della lingua...”
“Ma chi? Angie?”
“HA! Allora lo vedi che è la tua ragazza!”
“Eheh no che non lo è”
“Ma se l'hai detto!”
“Ho solo capito che intendevi parlare di lei”
“Seh seh, va beh, dove sta?”
“A Seattle”
“Come a Seattle? E quando viene?”
“Boh, non so, non è mica detto che venga”
“Come sarebbe a dire? Non gliel'hai chiesto?”
“Certo che gliel'ho chiesto”
“Come cazzo gliel'hai chiesto?”
“Ahah che significa? Gliel'ho chiesto, le ho chiesto di venire in California”
“Ok, ma come? Come gliel'hai detto, che parole hai usato?”
“Cosa cambia, scusa?”
“Cambia tutto, che le hai detto, Ed?”
“Le ho detto che sarebbe stato figo se fosse venuta a vederci suonare in questo tour”
“Stai scherzando?”
“Perché?”
“Le hai detto così?”
“Potrei non aver usato la parola figo, ma-”
“Sei un coglione”
“Ahahah ma perché?”
“Non verrà mai”
“Che ho detto di male?”
“Neanch'io sarei venuto a trovarti oggi se mi avessi fatto una proposta del genere, pensa te”
“E sentiamo, cos'avrei dovuto dirle?”
“Mah, non saprei, che ne dici di Mi manchi, ho voglia di vederti?”
“Certo, come no”
“Vieni qui a San Diego, ti ospito io, così stiamo un po' insieme?”
“Cristo santo”
“Eddie?”
“Così se ne torna direttamente in Idaho a gambe levate” gli atteggiamenti di Angie a volte mi confondono, non capisco se sta prendendo tempo o se veramente non si è resa conto che mi interessa, ma la verità è che propendo per la seconda. Se invece le dicessi una cosa del genere non ci sarebbe possibilità di equivoco e sarebbe costretta ad affrontare la questione e i miei sentimenti. E ci rimarrebbe di merda. E finirebbe per scaricarmi e tenermi a distanza come ha fatto con quel Dave...
“Ma questo lo dici tu!” ribatte Craig.
“Lo dico perché lo so”
“Va beh, posso almeno vederla?”
“Certo, se vieni a Seattle”
“Non fare lo spiritoso”
“Non lo faccio” rispondo sinceramente, non capendo cosa voglia dire.
“Dai, muoviti”
“Ma cosa?”
“Non provarci neanche a convincermi che non hai una sua foto perché non ci credo”
“Uhm... no... non penso di averne...”
“Non farmi perdere tempo, su”
“Aspetta, fammi guardare, ma non credo...” prendo i miei quaderni dal tavolino accanto al divano e ne faccio scorrere rapidamente le pagine.
“Guarda, cerca pure con calma, io non ho fretta” aggiunge piazzandosi uno dei cuscini dietro la testa e mettendosi ancora più comodo sul divano e a questo punto capisco che finché non gliela faccio vedere non mollerà il colpo. Mi alzo e raggiungo il tavolo, infilo la mano nella tasca della giacca di velluto appesa a una delle sedie e recupero il mio portafogli, da cui estraggo tre polaroid. Le analizzo velocemente prima di scegliere quella di cui sono meno geloso.
“Sei fortunato, casualmente ne ho una”
“Casualmente ce l'hai nel portafoglio eh? Fammi vedere” Craig mi spunta alle spalle, in un vero e proprio agguato, e mi ruba la foto prima che io possa protestare, sedendosi poi sul tavolo.
“Non mi ricordavo neanche di averla...” mento spudoratamente mettendomi il portafoglio nella tasca dei pantaloni.
“Certo, sicuro. Però, non male la ragazza” commenta senza staccare gli occhi dalla foto nemmeno per un secondo e improvvisamente mi rendo conto di quanto sia fragile il concetto di meno geloso.
“Non si capisce tanto la fisionomia perché fa la linguaccia” indico il volto di Angie sulla foto e ora come ora vorrei che la smorfia in questione nascondesse anche di più.
“No no, direi che si capisce che è carina, molto carina” insiste.
“Beh, sì”
“Si capisce tutto” io lo ammazzo.
“Ok ridammela” faccio per recuperarla, ma lui si sposta.
“Si capisce anche dove è stata scattata”
“L'ho fatta quando mi ha regalato la macchina” ci riprovo, ma ancora invano.
“IN UN LETTO, ECCO DOV'E' STATA SCATTATA!”
“Ma che cazzo dici?”
“E sdraiata in un cazzo di letto! Hai capito, Eddie! E io che sto a darti i consigli, tu invece sei già avanti!”
“Non è un letto, sono i sedili della sua macchina”
“TANTO MEGLIO!”
“Ahahah ma piantala, coglione!”
“E bravo Eddie, ti avevo sottovalutato” mi rifila un altro paio di pacche sulla schiena e finalmente riesco a riprendermi la polaroid.
“Stavamo giocando”
“Me lo immagino... risparmiami i dettagli sui giochini che facevate però, ok?”
“Ma che giochini?! Volevo testare il mio regalo, ma lei non voleva farsi fotografare” spiego rimettendo la foto al suo posto.
“Guarda che non mi devi nessuna spiegazione, sei grande ormai” mi sfotte cercando di pizzicarmi una guancia, beccandosi di tutta risposta una manata che lo fa scendere dal tavolo.
“Non è successo niente”
“E cosa aspetti a far succedere qualcosa?”
“Dai, andiamo a prendere qualche onda” rispondo recuperando le scarpe accanto alla credenza.
“Ma non ci sei già stato prima?” mi guarda con aria interrogativa.
“Tutto pur di farti tacere”
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Love is in the Hair recita la scritta sulla vetrina del salone di bellezza, circondata da una nuvola di cuoricini rossi e rosa. Chissà cosa ne pensa Angie di questo gioco di parole? Entro e vengo subito accolta dal sorriso della ragazza dietro la cassa.
“Buongiorno! Hai un appuntamento?” domanda aprendo un cassetto ed estraendone un grosso libro dalla copertina blu. Solo quando lo apre e scorgo dei numeri capisco che si tratta di un'agenda.
“No, ehm, cioè, sì, sono l'amica di Meg, Kaminski... Grace”
“Ah sì! E' in magazzino, aspetta che te la chiamo” mi strizza l'occhio e si allontana rapidamente verso non so dove.
Appendo giacca e sciarpa all'attaccapanni all'ingresso e mi guardo attorno. Hanno aperto da pochi minuti eppure ci sono già due signore ai lavatesta, una ragazza che si sta facendo fare le unghie e un'altra che si sta facendo spalmare un composto color rosa chewing gum, che presumo sia cera, sui baffetti.
“Ehi sei in anticipo! Che è successo?” mi volto e vedo Meg venirmi incontro con una specie di vestaglietta blu tra le mani, assieme alla ragazza di prima.
“Lo so, lo so, mi sono stupita da sola”
“La borsa puoi darla a me se vuoi”
“Sì grazie” la mia borsetta passa dalle mie mani a quelle di Meg e subito dopo a quelle della ragazza al desk, che provvede a sistemarla in un armadietto alle sue spalle, richiudendolo subito dopo a chiave. Mentre seguo con lo sguardo questo percorso, Meg mi infila questa specie di kimono leggero e me lo lega in vita.
“Allora, che vuoi fare? Quanto tagliamo?” continua Meg invitandomi a seguirla ai lavatesta.
“Non molto, vorrei solo alleggerirli un po'”
“Uhm facciamo tanto così? Magari con una bella scalatura generale?” domanda prendendo una ciocca dei miei capelli tra le dita e indicando una misura modesta.
“Sì, perfetto. Magari anche un centimetro in più, ma senza esagerare”
“Va benissimo. E il colore?” continua invitandomi a sedermi sulla poltroncina.
“Vorrei fare sempre un castano, ma magari un po' più caldo” spiego mentre mi sistema un asciugamano sulle spalle, infilandolo per bene sotto il colletto della mia camicia.
“Ok, quindi niente cambio drastico di look per stupire Stone quando torna?” chiede mentre vado con la testa all'indietro e vedo il suo sorrisino ammiccante dal basso.
“No no, preferisco non rischiare di non essere riconosciuta”
“Ahahah addirittura?”
“Beh ci frequentiamo da così poco...” abbiamo praticamente appena iniziato a vederci e lui è già partito con la band, non credo ci sia necessità di cambiare immagine per non annoiarlo, deve ancora imparare a conoscerla la mia immagine.
“Stone è pazzo di te e ti conosce a memoria, non credo ci sia pericolo in tal senso, ti riconoscerebbe anche rasata a zero e con la faccia tatuata”
“Meglio non rischiare comunque” l'acqua calda sulla testa comincia ad avere il suo effetto rilassante.
“Come va tra voi?”
“Beh, va come due che non stanno nello stesso luogo e non si vedono”
“Beh ma vi siete sentiti?”
“Sì, qualche volta”
“Qualche volta?”
“Beh, più o meno ogni due tre giorni...”
“Direi che è un po' più di qualche volta. Chi chiama chi?”
“Oh ecco, in genere mi chiama lui, cioè, mi ha sempre chiamata lui, anche perché si spostano continuamente. Mi sento anche un po' in colpa, gli ho proposto di darmi il numero di dove si trova di volta in volta o di addebitarmi la chiamata, ma mi ha mandata a fare in culo ogni volta con una battuta sarcastica diversa”
“E' un vero gentleman”
“Eheh già”
“Quindi è una cosa seria...” insiste con questa sorta di indagine e il massaggio con schiuma e acqua calda è estremamente rilassante, ma non abbastanza da farmi sbottonare a tal punto.
“Mmm forse, non lo so, è ancora presto per dirlo”
“Ok, ma lui mi sembra bello preso, no? E tu? Cosa provi?”
“Wow, eheh, questa... questa è una bella domanda”
“Che dovrebbe avere una risposta molto semplice”
“Mi piace, mi piace molto e sto bene con lui. Però dobbiamo ancora conoscerci nel vero senso della parola, ecco, dovremmo passare altro tempo insieme per capire se ingraniamo o meno” mi lancio in un bel giro di parole, perché Meg avrà pure studiato psicologia, ma non ho intenzione di farle da paziente in questo momento, mi limito ad essere una sua cliente del salone.
“Oh... OH! Adesso ho capito!” esclama interrompendo per un istante il massaggio, per poi riprenderlo in maniera leggermente più vigorosa “Non avete ancora... beh...”
“No io non... Non mi riferivo a quello! Anche se in effetti...”
“Va beh, ma ci sarà tempo per quello, quando i ragazzi torneranno”
“Sicuramente” rispondo cercando di cammuffare il mio imbarazzo tenendo gli occhi chiusi. Senza volerlo è riuscita a centrare uno dei miei motivi di ansia. E' sempre la solita storia, che si ripresenta ogni volta che inizio a frequentare un ragazzo nuovo e ormai dovrei esserci abituata, ma forse non mi abituerò mai a questa cosa. Al fatto di dover ricominciare tutto da capo di nuovo, arrivare al momento di spogliarsi e mostrarsi per quello che si è e dover dare per l'ennesima volta le solite spiegazioni, sperando che lui non fugga disgustato o, peggio, non finga che vada tutto bene per poi spegnere subito la luce. Ancora una volta sono all'inizio di una storia e sono divisa tra la voglia di farla progredire, di viverla fino in fondo e godermela in ogni aspetto da una parte, e il desiderio di non uscire mai da questa fase, di restare per sempre, o almeno il più a lungo possibile, in questo limbo preliminare, fatto di appuntamenti, baci, battutine, sguardi e telefonate senza pensare a quando dovrò affrontare di nuovo quel discorso.
“Magari se Stone non è tanto intraprendente da quel punto di vista, dovresti pensarci tu” commenta interrompendo il mio flusso di pensieri, mentre inizia a risciacquare lo shampoo.
“Non è una questione di intraprendenza... e comunque va bene anche a me non affrettare troppo i tempi, lo preferisco” più lunghi sono questi maledetti tempi, meglio è.
“E questo perché per te è una cosa seria, quindi avevo ragione! Mettiamo un po' di balsamo?”
Dopo lo shampoo vengo dirottata su una delle postazioni del taglio. La rivista che trovo davanti allo specchio e che comincio a sfogliare ci dà degli argomenti interessantissimi, e soprattutto diversi da Stone Gossard, di cui parlare, come il metodo prodigioso per far ripartire il metabolismo in quattro settimane, le ville da sogno d'America, le trame degli ultimi episodi di Good Sports con tanto di servizio fotografico di Farrah e Ryan nel dietro le quinte, le ultime tendenze in fatto di stivali. Mentre Meg comincia a darsi da fare con spazzola e phon per l'asciugatura, una delle sue colleghe, una bellissima bionda sulla trentina, mi si avvicina trascinandosi dietro un carrellino che fa un bel baccano.
“Ti va se le mani te le faccio adesso, mentre Meg ti asciuga?” mi chiede  e senza attendere una risposta, mi prende la sinistra e la appoggia sul carrellino, sopra a un asciugamano arrotolato a mo' di salsicciotto, si siede accanto a me e comincia a scrutarmi le unghie, poi prende una specie di piccolo pannetto, ci versa su quello che dall'odore sembra disinfettante e me lo passa sulla mano, dopodiché mi prende anche la destra e ripete la stessa sequenza anche con l'altra mano. E' la prima volta in vita mia che faccio questa cosa e da come sono tesa penso l'abbiano capito tutte qui.
“Che dici? Abbiamo dato una bella svecchiata, ma senza esagerare” Meg richiama la mia attenzione  e solo ora mi accorgo che ha spento il phon e che mi sta spruzzando una lacca profumata sulla testa.
“Oddio sì! Grazie, Meg, sono proprio come li volevo” e stranamente sono sincera, in genere esco dai parrucchieri con una testa gonfia e imbarazzante, che non vedo l'ora di correre a rilavare a casa mia, invece stavolta sono davvero soddisfatta.
“Dopo vuoi fare anche i piedi?” il mio entusiasmo viene raggelato dalla domanda della collega di Meg.
“NO!” rispondo secca.
“Sicura? Guarda che ti faccio la tessera sconto” interviene Meg cercando di rassicurarmi, ma non è il prezzo il mio problema.
“No, non è quello è che... beh, soffro da morire il solletico e non amo che mi si tocchino i piedi, è una specie di fissazione. Sono strana, lo so, eheh” cerco di buttarla sulla paranoia per chiudere in fretta l'argomento.
“Praticamente è l'opposto di Mister Piedino” la ragazza strizza l'occhio a Meg, che fa una faccia disgustata.
“Chi è Mr Piedino?” chiedo incuriosita.
“Un porco schifoso” risponde Meg.
“Un cliente,” ribatte la collega “molto gentile ed educato, che lascia delle mance generosissime”
“Un maiale viscido che si fa fare i piedi da Samantha” Meg completa l'informazione, svelandomi anche il nome della sua collega.
“Non ha mai fatto niente di sconveniente”
“A parte farselo venire duro mentre gli massaggi i piedi” una delle due signore che stanno facendo la piega fa una faccia scandalizzata, l'altra sembra non aver sentito di cosa si sta parlando.
“Ahahah non è sicuro! E comunque, anche se fosse, sarebbe una reazione involontaria, non la può controllare”
“E ogni cazzo di volta, non appena ha finito, chiede di usare il bagno. Che schifo!”
“Ma magari ci deve semplicemente andare!”
“Sì, certo. Ci va a segarsi, altro che!”
“Oh cazzo” commento ridendo.
“Ma che ne sai?”
“Basta vedere l'espressione beata che ha quando viene a pagare!” la ragazza alla cassa risponde al posto di Meg da lontano.
“Dev'essere uno di quei cosi... come si chiamano... feticisti dei piedi” commenta la signora numero due, mentre una delle parrucchiere le gonfia la frangia.
“Ma quelli in genere si eccitano coi piedi degli altri, non se gli toccano i propri” ribatte Samantha.
“E' la stessa cosa, sempre piedi sono” insiste la cliente.
“Non esattamente, il classico feticismo del piede è una questione di sottomissione, quello è solo un maniaco del cazzo” precisa Meg, forse dall'alto dei suoi studi.
“O del piede” osservo io facendo ridere lei, Samantha e la signora numero due, mentre la numero uno finge di non ascoltare concentrandosi su Vanity Fair.
“Va beh, allora sei soddisfatta del taglio?” mi chiede di nuovo Meg, cercando di cambiare argomento.
“Niente ciocche colorate?” domanda la collega sorridendo, mentre si sta scatenando con la lima sulle mie unghie.
“Ahahah no, Grace è una ragazza sobria, non una teppista come Angie”
“Angie? Le hai colorato i capelli?”
“Sì, mi ha stressato l'anima e alla fine ho ceduto. Le ho fatto solo dei colpi di sole comunque, però li ha tagliati un bel po'”
“Meches blu e viola” aggiunge la collega.
“Ha tagliato la sua preziosissima chioma?!”
“Pensa che lei li voleva più corti dei tuoi, è totalmente impazzita. Alla fine abbiamo trovato un compromesso su una lunghezza meno drastica, ma rispetto a com'erano lunghi prima...”
“Si vede che aveva voglia di cambiare... e magari anche di fare colpo su qualcuno” aggiungo alludendo a Eddie.
“Eheh credo che non abbia bisogno di fare ulteriormente colpo, il ragazzo è già stato conquistato” replica Meg muovendo un grosso specchio rotondo dietro di me in modo da farmi vedere il taglio anche nella parte posteriore.
“Però il ragazzo in questione non si dichiara” commento mentre le mie mani vengono messe letteralmente a mollo in una vaschetta d'acqua tiepida.
“E se ti dicessi che il ragazzo si è in un certo senso dichiarato?”
“E' quell'in un certo senso che con Angie non va bene, le lascia sempre un margine di dubbio”
“In un certo senso solo perché Angie è ottusa, qualsiasi altra persona avrebbe capito che era una dichiarazione. Non voglio spettegolare, ma stiamo parlando di un regalo e di una lettera, il messaggio era chiaro”
“Il messaggio era Ti amo, voglio stare con te?”
“Eheh no, non così esplicito”
“E allora capisco Angie. Eddie ce la mette tutta, ma è ambiguo. Dovrebbe parlare chiaro, pane al pane, vino al vino. Capisco essere cauti, sondare il terreno all'inizio, ma dopo un po' bisogna mettere le carte in tavola, soprattutto quando vedi che l'altra persona non coglie i tuoi messaggi tra le righe”
“Sì, ma se nessuno dei due si sveglia qui possiamo andare avanti per anni. Se non lo fa lui, allora lo deve fare lei” Meg si allontana verso una tenda fucsia, ci infila semplicemente una mano e ne estrae  una scopa, dopodiché torna verso di me.
“Ma certo, non dico di no. Dico solo che probabilmente questa situazione di stallo fa comodo anche a lui, magari sta prendendo tempo, magari non è sicuro, ha dei dubbi”
“L'unico dubbio che gli posso concedere è per l'età. E per la paura che Jeff gli spacchi la faccia se combina casini con Angie. Per il resto non vedo che dubbi potrebbe avere” spiega mentre raccoglie i miei capelli tagliuzzati dal pavimento con la scopa.
“Beh, qualsiasi dubbio abbia se lo deve chiarire e comportarsi di conseguenza, se non è sicuro che stare con Angie sia una buona idea, beh, che la lasci perdere, ma se invece decide di andare fino in fondo, che lo faccia una volta per tutte!”
“Concordo!” esclama Samantha, mentre sistema una serie di limette e bastoncini in fila sul carrellino.
“Beh, questa potrebbe essere l'occasione perfetta” suggerisce Meg intenta a raccogliere i mei capelli che furono con una paletta.
“Dici che sarà già atterrata a quest'ora?”
“Nah, troppo presto”
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“Farò la fame per qualche mese, ma ne è valsa la pena” dico tra me e me non appena esco dall'aereoporto col mio zaino e mi ritrovo su un viale assolato costeggiato da palme. Esiste un'immagine più californiana di questa? Con il pullman avrei speso un terzo dei soldi, ma ci avrei messo venti ore per arrivare a San Diego. Invece, dopo neanche tre ore di volo, tranquillo e per niente turbolento, sono già qui. C'è una fila interminabile di taxi fuori dal terminal, ma prima ho bisogno di capire se me ne serve uno o no. Mi infilo in una cabina telefonica e chiamo il centralino per chiedere l'indirizzo di Winter's, il posto dove suoneranno stasera i ragazzi di cui fortunatamente Eddie si è lasciato scappare il nome, dopodiché cerco El Cajon Boulevard sulla cartina di San Diego che ho appena acquistato in un edicola. Non è vicinissimo. Non è vicino per un cazzo, saranno una ventina di chilometri da qui. Il taxi mi serve per forza.
Ammetto che il piano non è dei migliori: gironzolare attorno al locale finché non vedo qualcuno. Tuttavia è l'unico che potevo elaborare senza dover chiedere troppe informazioni a nessuno e quindi senza che i Mookie venissero a saperlo. Considerando che è appena l'una, spero ci sia almeno un caffè in cui mi possa infilare nell'attesa che spunti qualcuno per il soundcheck. Il mare, o meglio, l'Oceano è ben visibile solo per un breve tratto di strada, in corrispondenza di un porto, poi giriamo verso l'interno. Il tassista è un signore di mezza età dalle guance rosse e il sorriso simpatico. Spero non sia ubriaco. Fa qualche domanda per fare conversazione, ma senza essere invadente. Mi fa i complimenti per i capelli. Li sento strani, mi sento stranissima, più leggera, più scoperta, il che non guasta visto e considerato che con la giacca di pelle sto iniziando a sudare. E meno male che ho ascoltato Meg e non sono partita col cappotto. Mi levo la giacca, resto col maglioncino arcobaleno e mi sento subito meglio, anche se in questo taxi senza aria condizionata sarei stata bene anche in maniche corte. Apro di poco il finestrino e pur guardando fuori, in realtà non sono più di tanto concentrata sul paesaggio che mi scorre davanti. Il mio pensiero è tutto rivolto a quella che sarà la reazione dei ragazzi quando mi vedranno e alle varie elaborazioni della scena, che vanno dalla più sguaiata reazione di stupore e giubilo alla totale indifferenza, alle prese per il culo per il mio piccolo cambio di look agli sguardi che dicono Cosa cazzo sei venuta a fare da sola? E Eddie? Cosa mi aspetto da lui? Sto qui a farmi i film su come reagirà e cosa mi dirà, invece magari non avrà nemmeno tempo di darmi retta perché sarà con i suoi amici di qui. Non so cosa aspettarmi e la cosa mi mette ansia, proprio adesso dovevo decidere di uscire dalla mia comfort zone? Che cosa volevo dimostrare? Che anch'io sono in grado di scalare il mio Space Needle e superare le mie insicurezze? Per ora ho solo dimostrato di saper prendere un aereo. E un taxi.
Arrivo all'indirizzo indicato, pago il tassista e mi guardo attorno. Il locale è così piccolo che ci metto un po' a individuarne l'insegna, confondendola fra tutte le altre. Questo viale è tutt'altro che isolato, è pieno di attività commerciali, oltre ad altri club, un sacco di bar e ristoranti, fast food, supermarket, negozi di vario genere, anche uno di materassi, solo da qui vedo almeno tre carrozzerie e due onoranze funebri. D'istinto faccio per tirarmi su il maglione sulla spalla che resta ugualmente scoperta, attraverso la strada per raggiungere il locale e man mano che mi avvicino riconosco la piccola locandina che riproduce la copertina di Facelift appesa all'ingresso del club. Quando sono abbastanza vicina però mi accorgo che c'è qualcosa che non quadra, anche se non mi rendo subito conto di cosa si tratta, cioè percepisco che qualcosa è fuori posto, ma non riesco a individuarlo se non dopo alcuni lunghi secondi. Poi improvvisamente l'illuminazione: la scritta recita FEB 13 ALICE IN CHAINS. 13 febbraio? Ma oggi è il 12, il 13 è domani. Loro suonano stasera, sono sicura, me l'ha detto Eddie: 'Il 12 siamo ancora a San Diego' così ha detto... No, un momento, ad essere precisi ha detto 'mercoledì 12'... Ma si è confuso perché oggi è martedì, o meglio, io ho dato per scontato che avesse sbagliato giorno della settimana. E se invece avesse sbagliato il numero?
Merda.
E se fosse un errore del locale? Mmm poco probabile. Se suonano domani io che cazzo faccio? Per prima cosa devo spostare il volo, sempre che me lo permettano, ma poi? Come faccio? Dove mi accampo? Come faccio a dirgli che sono qui? Perché devo dirglielo. Ma perché non sono rimasta a Seattle? Ma perché Eddie non ha il senso del tempo? Mentre sto andando in paranoia mi cade l'occhio un po' più in giù, proprio sotto la foto della locandina, e la situazione assume un tono surreale: WITH PEARL JAM.
E chi cazzo sono i Pearl Jam?
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thetwistedmindofateenager · 7 years ago
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Cos’è l’amore? Cosa porta due persone a condividere momenti, emozioni e paure per un lungo periodo? Per molto tempo non sono riuscita a dare risposte certe a queste domande, anche dopo piccole storielle di poco conto, anche dopo aver creduto di provare qualcosa di forte che in realtà si è poi riverata una specie di ossessione. Ma poi ho capito, l’amore eri tu che la mattina su quell’autobuss riuscivi a strapparmi sorrisi pieni di sonno, tu che mi hai sempre sostenuta e che continui a farlo giorno dopo giorno, tu che con piccoli gesti riesci a cambiarmi la giornata. L’amore sono le tue carezze, i tuoi baci, i tuoi abbracci e quei sorrisi infiniti che mi fai. L’amore sei tu, che nonostante tutto vieni sempre a riprendermi, anche quando sono io quella che ha sbagliato, tu che non hai mai esitato a dimostrare tutto quello che provi per me.
mi rendo conto di non essere la fidanzata perfetta, che forse non sono una persona facile da gestire e capire, che odio le smancerie forzate, che in alcune occasioni ho detto cose che non pensavo, solo per ferire o ricomporre il mio orgoglio. So perfettamente che ci sono tante cose che non vanno in me, tanti piccoli diffetti, quindi ti chiedo di non stancarti di me,di continuare a riprendermi, sopportarmi, capirmi. Perchè sei l’unica persona che è riuscita ad apprezzarmi davvero, a farmi sentire bella e a farmi capire che l’amore, quello vero non ha bisogno di grandi cose, ma solo di piccole attenzioni e di tanta fiducia.
Per questo voglio farti una promessa, una delle più grandi promesse che io abbia mai fatto e che non farò a nessun altro. Ti prometto che non mi pentirò mai di questo nostro grande amore, perchè mi hai dato e mi dai tanto, troppo perchè tu un giorno possa togliermi quello che sei riuscito a regalarmi.
-thetwistedmindofateenager
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eleanordahlia · 6 years ago
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     👑     —    𝐍𝐄𝐖 𝐑𝐎𝐋𝐄      𝐞𝐥𝐞𝐚𝐧𝐨𝐫 𝐝𝐚𝐡𝐥𝐢𝐚   &    𝐰𝐢𝐥𝐥      ❪    ↷↷     mini role ❫      l      a      g      o      31.03.2019  —  #ravenfirerpg
Ricordi confusi sembravano assalire l'esperimento che trovava sempre più difficoltoso tornare alla vita di tutti i giorni. Sembrava che la sua vita fosse rimasta in pausa per qualche settimana, tuttavia sentiva che qualcosa non andava ancora per il verso giusto. Eleanor si era isolata, infatti, lasciando che fossero i suoi pensieri, i suoi ricordi a guidarla, ma nonostante ciò era sempre più difficile mettere insieme i pezzi mancanti. Saltava le lezioni al college, ignorava eventuali messaggi, e soprattutto evitava qualsiasi cosa fosse social, se non qualche apparizione sporadica, in poche parole si era data alla macchia. Solo un luogo sembrava farle trovare quell'apparente pace che tanto ricercava, il lago. Nel cuore della foresta, quello specchio d'acqua sembrava aver su di lei effetti benefici sulla sua mente, soprattutto quando sentiva il bisogno di ricaricarsi. Seduta su sasso grande almeno sei volte lei, quella domenica pomeriggio, osservava le fronde degli alberi muoversi sotto il vento che ultimamente non dava tregua. Che diavolo aveva fatto alla sagra cittadina? E perché si sentiva come se qualcosa non andasse? Le sue mani così curate solitamente, avevano unghie spezzate, graffi sul dorso eppure nulla per lei aveva senso. Abbassò la fronte sulle sue ginocchia piegate quando un rumore la mise in allerta facendole subito alzare lo sguardo. Osservò ciò che la circondava e quando vide un movimento tra i rami che la circondavano, un'espressione confusa, e allo stesso tempo accigliata, si dipinse su di lei.
« Non ho voglia di giocare al gatto e al topo, per cui, chiunque tu sia, vieni fuori... »
Will Singh
La solitudine alimentava gli innumerevoli dilemmi del fantasma ed egli, masochista, nonostante cercasse quel qualcosa che mancava per giungere alla venuta della morte, simultaneamente necessitava di rimanere ancorato a sé stesso, alla vita perché l'ignoto di quello che sarebbe giunto dopo lo spaventava. E proprio spinto da animo turbato ed irato che si diresse in quella parte della città che, da umano, aveva frequentato con assiduità ma che, a causa del destino sventurato, aveva scelto di abbandonare come fosse un giocattolo di gioventù divenuto vecchio, un vestito passato di moda. Giunse quindi al lago ma inaspettatamente intravede una seconda presenza e mentirebbe dicendo di non esserne infastidito, la sua vena giocosa difatti pareva essersi sfumata nel nulla, amalgamandosi quasi omogeneamente al suo lato malinconico. Chissà cosa sarebbe potuto succede se avesse trascinato il suo corpo nel fondo dell'acqua con un peso alla caviglia, proprio come nell'inquisizione cercavano di identificare una strega, lui sarebbe morto o semplicemente sarebbe rimasto vivo ma senza respiro? Ho perduto il fiato, avrebbe annunciato al nulla, ho perduto il fiato, avrebbe mugugnato con voce grutturale, perché codesta non necessitava la venuta del repsiro. Lo studio di sé stesso lo affascinata quasi quanto lo studio della morte, ma infondo quale differenza vi era dai due? Anche lui, come la morte, era immortale. 《Chiedere al gatto di mostrarsi, che mi trovi dinanzi un topolino fin troppo stolto? O magari solo ignaro?》 Seppure essa fosse nata come sarcasmo, la voce del fantasma fuoriuscì fredda, vuota, metallica.
Eleanor Dahlia H. Janssen
I dilemmi che assalivano l'esperimento erano tra i più disparati, eppure sentiva che qualcosa dentro di lei era cambiato. Qualcosa di più profondo di una semplice esperienza negativa, qualcosa che non sapeva raccontare nemmeno a se stessa eppure quel qualcosa le dava più forza di quanta mai ne avesse posseduta in passato. Nonostante ciò, Eleanor ricordava la sua marcia cittadina, i corpi che aveva lasciato alle sue spalle, ma il motivo delle sue gesta era ancora assolutamente ignoto. Trovare le risposte a quel quesito sembrava essere diventato la ragione dell'esistenza della newyorchese che, persa nei suoi pensieri, aveva abbandonato, per pochi momenti, la guardia. Tesa per essersi fatta trovare impreparata, Eleanor attese che chiunque fosse si manifestasse dinanzi ai suoi occhi e quando udì quella voce metallica, fredda, di certo non si spaventò. « O più semplicemente un topolino troppo stanco per fare giochi inutili, giochi in cui quest'ultimo avrebbe di certo la meglio. » Un sorriso affabile si dipinse sulle di lei labbra mentre osservò le fronde degli alberi muoversi ancora ma senza aver possibilità di vedere chi vi si nascondesse. Sbatté un paio di volte gli occhi cercando di mettere a fuoco il suo interlocutore, prima di inclinare il capo, mentre tutta l'adrenalina cominciò a scorrerle nelle vene.
Will Singh
《Il povero topolino nei cartoni fugge sempre ma codesto mondo è troppo moralista, teme nel disegnare il reale svolgimento di qualsivoglia circostanza. Non vi si può sfuggire alla catena trofica, una suddivisione che impone all'animale più grande di divorare quello più piccolo.》elegante nel suo passo felino s'avvicinò il fantasma, sguardo ingannatore e labbra colpevoli di aver pronunciato in vita ed in morte soltanto menzogne, le poche veritiere nella loro malsanità più pura. Lì dove l'essenza di Will poneva le sue radici, con molta probabilità, vi si trovava una fonte di petrolio, fluido dovuto a resti di organismi morti ed a circostanze ovviamente agevoli. La morte richiama la morte. Cosa può fare tale fluido? Può dare un aiuto o può distruggere qualsivoglia cosa, inquinando sino la più piccola parte di quella terra. Ed anche Will dal suo corpo esanime e per merito delle circostanze era divenuto petrolio e lui, di suo spontanea volontà, aveva scelto di causare morte altrui incondizionatamente. Cosa vi era di sbagliato nelle sue gesta? L'abile predominava su qualsivoglia cosa. 《Ma forse il topolino si sente cacciatore. È difficile ma delle volte succede, il piccolo animale si sente potente ma poi quando viene annullato dall'altro sfidato, scalpita dinanzi la sua morte.》Si avvicinò ad ella lentamente, studiandone ogni più piccolo particolare. 《Sono così teneri, mi vien voglia di stringerli in mano ed accarezzarli, aumentando la presa in modo graduale fin quando i loro organi interni non vengano, letteralmente, schizzati fuori.》
Eleanor Dahlia H. Janssen
Tutti i sensi erano in all'erta, in attesa di un minimo movimento, un qualsiasi cenno che mostrasse chi si celasse dietro a quegli arbusti. Un brivido dovuto principalmente all'adrenalina di quel momento corse lungo la schiena della giovane che assottigliò lo sguardo su un determinato punto, facendosi sempre più indagatore. Solo quando la voce metallica si manifestò il sorriso sulle di lei labbra divenne maggiore, come se nei suoi occhi avesse intravisto una scintilla misteriosa. « E' semplicemente la legge della vita, o il mantra che mi piace seguire, mangia per non essere mangiato. » Le labbra di Eleanor questa volta si aprirono maggiormente in un sorriso più simile ad un ghigno mentre le parole dello sconosciuto sembravano colpire punti della personalità della newyorchese. Solo quando lo sconosciuto terminò quelle semplici affermazioni, che non sottintendevano nulla di buono, il brivido che provò la Janssen divenne più intenso. Non si trattava affatto di un brivido di paura, ma piuttosto di eccitazione, un'attrazione per quella mente decisamente malevola. Lo sguardo della Janssen si posò successivamente sulla sua figura, inclinando di poco il capo studiando quel volto che in tutta probabilità non aveva mai incontrato a Ravenfire. « I topolini, così dolci e cari, così teneri all'apparenza... Che non aspettano altro che dar loro per scontati. Il topolino in questione brama questa eventualità, ama vedere gli occhi del gattino quando si rende conto che non ha alcuna speranza. » Quelle parole furono venate da una tranquillità quasi irreale, mentre gli occhi di Eleanor brillarono, senza però mostrare la sua reale natura. Era così che si sentiva, adorava quando la dessero per scontata, per poter ridere della loro espressione sorpresa quando coglieva i suoi nemici in fallo. Ma sarebbe successo anche con lo sconosciuto?
Will Singh
<Suvvia non sia così scontata. Vi è assegnato un posto preciso per ognuna di queste bestie e nulla può distruggere tale catena ma ammetto che se mai un mio topolino vi si ribellasse, mi godrei ogni singolo secondo del supplizio per poi riprendermi il posto e goderne del suo timore.> Egli lo notò limpido quel luccichio nello sguardo di ella e ne rimase estasiato, scovare qualcuno bramante come lui del pericolo, dell’adrenalina che esso comportava non era di certo solito ed ora, quando vi si ritrovò dinanzi alla donna, decise che avrebbe goduto, ebbene si, della circostanza. Non era una novità per il fantasma la sua malsana vena masochista resa ancora più stramba dal suo essere sadico, amava far male ed amava subire lo stesso trattamento ma se vi era una cosa, una sola cosa che egli non avrebbe mai accettato, era quello di essere macchiato nel suo orgoglio. Oh dannato narcisismo, l’avrebbe indotto alla pazzia più assoluta. <In realtà però debbo confessarle che sono stato sempre incline a voler studiare il comportamento anomalo di un singolo di una determinata specie, è sempre così dannatamente intrigante vedere come un animale patetico si senta, in realtà, più degno di quanto sia. Spinge un terzo a volergli fare del male, non trova mia cara?> Cosa le stava cercando di dire in realtà Will? Di fare attenzione? Di schernire il suo essere o semplicemente le stava chiedendo di mettersi alla prova, di palesare la sua reale essenza? Lui voleva solo ed unicamente divertirsi.
Eleanor Dahlia H. Janssen
Era difficile per Eleanor trattenere la sua natura in quel preciso istante, ma l'adrenalina che le stava scorrendo nelle vene, faceva sì che ogni suo senso fosse teso, in attesa di un qualsiasi movimento. V'era qualcosa nello sconosciuto davanti a lei che la faceva essere sull'attenti, ma non si trattava solamente di energia, v'era qualcosa di misterioso e alquanto sinistro che aleggiava tutto attorno a lui. Solo quando il giovane accennò al comportamento umano, il ghigno sulle di lei labbra si ampliò maggiormente. Era impossibile che conoscesse la sua facoltà di college, ma trovò alquanto divertente quell'allusione. Senza nemmeno accorgersene, ella inclinò di lato il capo per poi umettare appena le labbra. « Freud ha appena trovato un nuovo discepolo, allora. » Stuzzicò così il ragazzo ma senza mai lasciare andare quello sguardo che stava diventando sempre più insistente. V'era una luce sinistra e l'esperimento ne era attratta come una falena di fronte ad una fiamma. Ma cosa le stava cercando di dire con quelle parole? « Esattamente come è affascinante osservare tutti quegli animali che peccano di superbia, credendosi superiori, dimostrandosi di essere ancora una volta, loro i patetici... » Gli occhi dell'esperimento ancora volta brillarono, ma ancora non era riuscita a capire dove volesse andare a parare il giovane. Stavano realmente giocando al gatto al topo, ma nessuno dei due sembrava voler cedere, ed in quella sfida, sarebbero potuti uscire entrambi vincitori, o entrambi perdenti, ne era certa.
Will Singh
<Oh no, non mi dipinga come un seguace. Tendo ad usufruire di metodi personali per dar validità alle mie teorie. E debbo dire che ora un qualcosa sollecita la mia curiosità ma ahimè non trovo altro modo se non violenza e pressione. Magari lei potrebbe indicarmi come placare tale istinto?> Il pericolo rendeva sacro quel momento, l'adrenalina a farne da contorno. Due anime che pregustavano il sapore acre e ferroso del sangue, due anime orgogliose della propria malsanità. Ed ancora una volta il fantasma si ritrovò a parlare in codice, mediante parallelismi che stavano a significare ben poco ad udito incauto, ella però non pareva essere così insulsa, aveva difatti percepito il pericolo e se ne stava beando. <Ma cosa più preziosa che oramai mi ha catturato... chi tu sia non è facile da dedurre. Umana? Oh così banale... Ma non mi viene da raffigurarla ad alcunché. Dovrei forse sperimentare per scovare la realtà?> Scrutò ogni movenza della donna, cercò di leggerle l'anima ma nulla fuoriuscì da ciò. Vuota. Morta.
Eleanor Dahlia H. Janssen
Le parole che si scambiavano erano scelte con minuzia come se attraverso quelle potessero entrambi captare qualcosa in più sull'altro. Gli occhi saettavano seguendo ogni movimento, volontario e non, che potesse spiegare la presenza dell'uomo all'altro e viceversa. La Janssen sentiva l'adrenalina scorrere dentro le sue vene, e attraverso quel semplice scambio aveva allontanato dalla sua mente tutti i suoi dubbi riguardanti i suoi nefandezze. « Una curiosità che rimarrà inevasa... » Rispose l'esperimento che ancora una volta si ritrovò ad alzare ala guardia con quella figura sinistra. Entrambi si prendevano gioco dell'altro deliziandosi di quelle metafore, quel loro lato psicologico e malsano solleticava la mente dell'altro, ma come due anime assetate, entrambi non ne avevano abbastanza. Ella puntò gli occhi sulla figura corporea, ne assaporò i tratti decisi, il comportamento che non faceva tradire nulla su di lui ma quegli occhi che nascondevano mostruosità. « Sperimentare, eh? Come? Umana, dooddrear, ha quale valenza? »
Will Singh
<Mi creda se le dico che tutto ha valenza. Un respiro mancato ha valenza, una presenza ha valenza, una morte forse un po' meno.> Scherzosa fuoriuscì l'ultima affermazione da parte del fantasma non manchevole di aver percepito lo sguardo di ella osservarlo fino a scavare didentro le sue ossa. Sapeva di aver incuriosito, di essere entrato già in animo suo. Eppure seppur lì vi era il gioco nella quale poter dilettarsi, decise che fosse cosa buona e saggia lasciar prolungare quella sfida inattesa e renderla quindi frutto di un possibile avvenire. Will decise dunque che avrebbe atteso, che ella sarebbe stata un suo prossimo passatempo, un pericoloso e maniacale gioco. <E sei lei mi crede, io crederò nella vostra possibilità di ritrovarmi. Sarà fugace o forse meno, le offrirò allora un Whiskey.> Concluse dunque fiero, voltandole le spalle per andarsene con la promessa che un giorno si sarebbero rivisti.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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ela88-blog1 · 7 years ago
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Love You
Ricordo il giorno esatto in cui ci siamo conosciuti, la situazione non era delle migliori, io non ti ho considerato per quasi tutta la sera dato che mi frequentavo con un altro ragazzo da qualche mese. Ricordo che ero arrabbiatissima perché volevo andare a ballare invece che uscire con un'altra coppia, e avevo avuto una brutta discussione con un amica… insomma volevo fare una serata completamente diversa da quella che si prospettava. Quando mi arrabbio io faccio tutta l’altezzosa e tu adori dirmi che sembra che abbia un palo nel fondoschiena , ma sono punti di vista. Tu eri l’amico di un mio amico che quel sabato sera estivo non sapeva cosa fare. Inizialmente non sapevo neanche che fossi con noi, ero troppo sulle mie per notarti. La destinazione della serata fu una festa celtica e per tutto il viaggio se aprivo bocca era per fare la rompiballe di turno. Mi sono accorta di te solo dopo la mezzanotte, durante l’accensione del fuoco sacro, fino a quel momento non sapevo neanche il tuo nome, forse nemmeno che tu fossi di fianco a me. E’ stato il tuo amico a farmi voltare la testolina verso di te perché ti ha chiamato Jon, esattamente come il personaggio di un libro che avevo letto recentemente. Ho notato subito quanto eri alto perché girandomi ho avuto la tua spalla all’altezza degli occhi, ma poi ho alzato lo sguardo e il tuo viso sembrava quello di un angioletto cattivo e i tuoi occhi così scuri che mi ci volevo perdere, da li non ho capito più niente. Il mio primo pensiero è stato “e tu dove cavolo ti eri nascosto?!” e subito dopo mi sono detta “figurati se sto qua mi degna di uno sguardo, sono troppo vecchia per lui”. All’epoca io avevo 30 anni e tu 25, tu eri ai miei occhi il ragazzino che non avresti guardato neanche di striscio una come me, invece ci siamo trovati a parlare tutto il resto del tempo davanti al fuoco, per lo più di serie tv e di cibo. Abbiamo scoperto che abiti esattamente due vie dopo l’ufficio dove lavoro e vai nei negozi li a fianco. Ci siamo fatti qualche risata e non ci siamo accorti che da mezzanotte erano diventate le 5 del mattino ed eravamo sotto casa mia. Mi hai salutato con un bacio sulla guancia e rivolgendoti al tizio che era con me gli hai detto “non fartela scappare”, ma probabilmente già sentivi che ero persa di te oppure mi consideravi persa e basta.
Ma le cose belle non sempre arrivano subito. Quella notte stessa ho mandato al diavolo il tipo con cui ero e poi ti sono venuta a cercare su face book per farmi un po’ gli affari tuoi, ma senza dirti niente. Ho visto che eri single, che cercavi quella giusta da un post leggermente datato. Non si riusciva a capire che posti frequentassi per organizzare un incontro casuale, ma nel tuo profilo c’erano un sacco di foto con le tue ex, quelle non potevano mancare! Ho passato una domenica intera a capire chi fossi, facendomi non sai quanti viaggi.
Passato un mese di te non sapevo più niente, non ci eravamo più visti o sentiti e onestamente mi ero messa il cuore in pace, ricordandomi solo di una serata che da disastrosa era passata a particolarmente piacevole.
Una sera di fine estate io e due amiche andiamo a ballare per un evento di un dj che ci piace molto con l’idea di fare un uscita senza uomini che creano problemi, ma verso metà serata vedo che ci sei anche tu. Fingo di non vederti ma poco dopo sento una mano sulla spalla, mi volto e noto subito il tuo bellissimo sorriso. Mi offri da bere almeno due volte e ci facciamo un rum e pera insieme durante la nottata. La serata in discoteca continua alla grande, facciamo gruppo tutti insieme e sembra di essere tornati alle “vecchie compagnie” di una volta. Il dj inizia a mettere su i pezzi più belli de momento e sulle note di “feel so close” di Calvin Harris ci baciamo. Il mondo in quel momento sono sicura che si è fermato, esistevamo solo noi. Mi hai abbracciato quasi sollevandomi, ed è stato il bacio più intenso della mia vita. Ti offri di accompagnarmi a casa e rimaniamo a parlare in macchina nel parcheggio ore e ore, baciandoci ripetutamente.
La domenica la passo cercando di riprendermi con il sorriso stampato in faccia anche se pensavo fosse stato solo una bellissima serata da ricordare per sempre e nulla di più. “La solita sbandata estiva” pensavo e mi ritenevo abbastanza sicura nel sapere che con me tu non volessi averci a che fare. Non c’eravamo neanche scambiati i numeri e il mio orgoglio non mi faceva fare la prima mossa di scriverti, volevo dimenticarti e allo stesso tempo ricordarti. Inoltre non volevo andare sui tuoi profili social e scoprire che magari ti vedevi con altre ragazze. Non ero pronta ad affrontare questo e mi piaceva rimanere con il sorriso sulle labbra.
Pochi giorni dopo svegliandomi ho trovato la notifica su face book della tua richiesta d’amicizia e un messaggio privato dove mi chiedevi di vederci per un aperitivo  finito il lavoro dicendo che volevi scusarti di essere sparito qualche sera prima. Da quell’aperitivo stiamo insieme e le nostre vite si sono fondate. Ci sono state Parigi, Dublino, Vienna, Amsterdam, Roma …  abbiamo visitato ogni borghetto medioevale, castelli e musei che ci venivano in mente. I giri al parco, in bicicletta e al mare. Ogni scusa è stata buona per scoprire il mondo insieme. Le sere invernali passate sotto le coperte a coccolarci, le pizze e le piadine mangiate sul divano mentre ci raccontiamo qualsiasi cosa ci passa per la testa. I cinema insieme con i pop-corn e i peluche che vinci per me dalle macchinette prima che iniziasse il film. Ascoltare in silenzio il temporale e abbracciarci sempre di più ad ogni tuono guardando il cielo fuori dalla finestra.  
Sono convinta che tu sei quello giusto perché solo tu sai come rendermi felice in ogni occasione, sai tirarmi su il morale e ascoltarmi quando dico delle cavolate, anche se poi me lo rinfacci che quello che dico non ha senso e che tu saresti quello “piccolo” della coppia. Mi prendi sempre in giro per questi 5 anni di differenza che abbiamo. E poi sei dannatamente bello, l’uomo più bello che conosco. Non so come dirlo ma da ieri sono la donna più felice del mondo ed è solo grazie a te. Hai organizzato il viaggio a New York per queste vacanze di Natale, sapevi che era una vita che volevo andarci e così hai esaudito il mio desiderio. Siamo andati sul Top Of The Rock e vedere dall’alto la città di sera con tutte le sue luci, sulla pista di pattinaggio sul ghiaccio del Rockefeller Center, abbiamo dato da mangiare agli scoiattolini di Central Park, le mezz’ore con la cartina della metro in mano per capire dove andare (e per fortuna che ci sei tu), la visita da Tiffany che mi sembrava di essere Audrey Hepburn, la bellezza del National History Museum, Time Square e tanti altri posti che al momento mi sfuggono ma so che non potrò mai più dimenticare …
Siamo sotto le coperte, in hotel, e ci stiamo perdendo negli occhi dell’altro, pieni d’amore nonostante gli anni che passano e tu rimani sempre il mio bellissimo moro. Oggi abbiamo visitato la S’Patrick Church, Public Library, Grand Central Station e visto il tramonto più bello che si abbatteva sullo skyline di New York mentre facevamo la passeggiata sul ponte di Brooklyn. Le foto, l’amore negli occhi sia per noi che per quello che stiamo vedendo, un amore che si nota, che fa invidia a tanti, un amore che non ha limiti. Arrivati in hotel abbiamo fatto l’amore ed è sempre come se fosse la prima volta.  
Mi alzo dal letto e mi metto la tua camicia perché è la prima cosa che ho trovato e mi vado a fare una cioccolata calda da sorseggiare davanti alla splendida vista che abbiamo dalla stanza dell’hotel: l’Empire State Building, con i suoi colori rosso e verde. Mi vieni a fianco e appoggio la testa sul tuo petto e tu dolcemente mi accarezzi i capelli. Non so quanto tempo passiamo così ma con un gesto imprevedibile mi metti davanti al naso una scatolina azzurra, palesemente di Tiffany, la apro e dentro c’è l’anello più fine e bello che possa mai aver visto, d’oro bianco con 3 diamanti piccolissimi che esplodono di luce. Prendi il piccolo anellino e quasi commosso mi chiedi di sposarti mettendolo al mio anulare e io ti dico che non ci sia niente di più meraviglioso che essere eternamente tua il prima possibile. In fondo l’indomani partiamo per Las Vegas prima di tornare a casa e io ho bisogno solo di te.
Durante quel periodo Natalizio non avremo mai potuto pensare che dopo 8 anni ci saremmo davvero trasferiti nella Grande Mela, mai avremo pensato di tornarci davvero. Il tuo lavoro ti ha portato a gestire la nuova sede aziendale a New York, abbiamo un appartamento Brooklyn e il mio lavoro posso gestirlo da casa, in qualsiasi parte del mondo, l’importate è avere il Wi-Fi. Qui dove tu mi hai chiesto di essere mia moglie, dove abbiamo ufficializzato la nostra vita insieme, mi sembra di vivere un sogno.
Ma sappiamo che tutto questo è solo un pezzettino della nostra vita insieme e ci saranno tanti alti e bassi da affrontare, ma se ci sei tu ci sono anche io e viceversa, e insieme nessun ostacolo sarà insuperabile, perché la nostra forza e il nostro amore sono la chiave di una vita meravigliosa.
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fight-for-your-happines · 8 years ago
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"Se te ne vai vengo a riprendenti."
“Se te ne vai vengo a riprendenti” Ricordi? Me lo dicesti tempo fa. Eppure, a distanza di tre anni, ancora non ci sei. Sai, vorrei tornare ai primi tempi, quando le cose tra noi andavano bene. Vorrei tornare alle buonanotti lunghe e un po’ troppo sdolcinate, ma che leggevo la mattina con un sorriso da ebete. Vorrei tornare ai tempi in cui litigavamo per cazzate, ma finivamo sempre per ritrovarci abbracciati, più stretti di prima. Vorrei tornare a quando credevamo ancora nel per sempre, al nostro per sempre. Anche se è durato poco, lo rifarei altre mille volte. Nonostante tutto ne è valsa la pena. E non fa nulla se ora sono ancora sola, non fa nulla se dovrò aspettare ancora per vederti tornare. Perché tu tornerai. Me l'hai promesso. E tu mantieni le promesse, vero? Chiedo solo di poterti vedere, parlare, abbracciare un'ultima volta. E magari farti cambiare idea. Quindi ti prego, torna e vieni a riprendermi. Io ti aspetto.
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              ❋ 𝐭𝐡𝐞 𝐯𝐞𝐥𝐚𝐬𝐜𝐨𝐬 ❋
             📍   𝗏𝖾𝗅𝖺𝗌𝖼𝗈'𝗌               📅  𝖽𝖾𝖼𝖾𝗆𝖻𝖾𝗋 𝟣𝟩
             ( … )
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Papà, io sono in tour, ho disperatamente bisogno di avere notizie positive sul Manchester United.
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Non vuoi davvero affrontare questo discorso, allora. Credimi.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Stiamo andando così male?
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Dipende dai punti di vista -- siamo secondi.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Essere secondi è un gran risultato-
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Dopo il City.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Stai scherzando, vero? Il City ci ha superati?Quando? Perchè non ne sapevo niente?
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Avrei voluto rimanere nell'ignoranza anche io, Lorenzo. Stiamo cercando di prendere Alex Sandro, però, se la cosa può farti sentire meglio.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Certo, questo dovrebbe consol-
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Alejandro, possiamo parlare?
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Mamà, due minuti, sto provando a riprendermi da quest'enorme delusione.
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Che succede, Claudia? Si direbbe che tu abbia visto mia madre.
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Non posso davvero aspettare, quindi dovrai ascoltarmi.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Non sono colpevole di niente, lo giuro.
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Daisy non è incinta vero?
𝗮𝗿𝗶𝗮: Connor, aspetta, vieni un attimo qui —
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Ma di che diamine stai parlando?
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Come ti salta in mente, Claudia?
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Non sono impazzita, guarda qui- ho trovato questa, era nel tuo portafoglio, no?
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Perché ti porti dietro un'ecografia come fosse un santino?
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Perchè, perchè- e tu scusami da quando metteresti le mani nel mio portafoglio?
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Non tentare di rigirare le domande di tua madre, Lorenzo Alejandro Roméo.
𝗮𝗿𝗶𝗮: Quella non è di Daisy.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: No, se ci tenete tanto a saperlo, Daisy non è incinta.
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Credevo ti avessimo dato un'educazione basata sul rispetto delle persone che frequenti. Chi è l'altra?
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: L'altra? Credi davvero che potrei frequentare due persone allo stesso tempo- per chi mi hai preso papà?
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Se non è Daisy, quella incinta, deve per forza esserci un'altra.
𝗮𝗿𝗶𝗮: È mia, papà.
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Alejandro, dovresti essere sincero con noi- cosa? È tua?
𝗮𝗿𝗶𝗮: Sono io ad essere incinta, quello è Mirtillo Alieno e — Sì. Otto settimane. È la mia prima ecografia.
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Karla, di cosa stai parlando?
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Mamà non c'è molto da capire, cioè lei è incinta.
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Stai zitto, Lorenzo. Lui chi è?
𝗮𝗿𝗶𝗮: Samuel.
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Samuel? Ma tu non stavi uscendo con William?
𝗮𝗿𝗶𝗮: Non è esattamente così semplice...
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Gliel'hai detto?
𝗮𝗿𝗶𝗮: Sì, lui lo sa.
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Quindi adesso stai con lui?
𝗮𝗿𝗶𝗮: No, sta frequentando un’altra persona. Potete solo — non so, dirmi che andrà tutto bene? Lo hanno fatto tutti e la cosa mi infastidisce, ma sempre meglio che subire questo interrogatorio. Non è una situazione semplice e lo so, ne sono consapevole. Però so anche che posso farcela.
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Come puoi dirci tutto questo e non aspettarti un interrogatorio da parte nostra?
𝗮𝗿𝗶𝗮: Che magari questo bambino è proprio il pezzo di puzzle che mi mancava nella vita, che — Non so, speravo perlomeno che non me lo faceste adesso.
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Sei fortunata a non essere già fuori la porta.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Fuori dalla porta? Non starai esagerando?
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: E tu con lei, se mi parli ancora con questo tono.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: E come prossimo passo, butterai fuori anche Connor?
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Se diventa irresponsabile come voi.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Irresponsabile. È una parola grossa.
𝗮𝗿𝗶𝗮: Non ne vale la pena, Lorenzo. Se per lui mio figlio è un atto di irresponsabilità — beh, me ne vado io.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Sai cosa, papà? Anch'io so perfettamente che questo è un grande passo, però a differenza tua io mi fido di Aria.
𝗮𝗿𝗶𝗮: Ma secondo voi io non lo so che sarà difficile? Che non è normale avere un figlio a ventuno anni senza nemmeno una relazione col padre?
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Non ci aspettavamo questo, non adesso.
𝗮𝗿𝗶𝗮: Beh, mamma, è così che va la vita: non tutto procede sempre secondo i piani. Secondo il modo in cui vorremmo andassero le cose.
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Vado nel mio studio.
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Le cose si fanno scomode e tu decidi di andartene nello studio?
[ julio assesta uno schiaffo sulla guancia di Lorenzo ]
Perché ovviamente lo schiaffo risolverà tutto.
𝗰𝗹𝗮𝘂𝗱𝗶𝗮: Alejandro- dagli il tempo di metabolizzare la cosa.
𝗷𝘂𝗹𝗶𝗼: Continui a parlare?
𝗹𝗼𝗿𝗲𝗻𝘇𝗼: Continuo a parlare perché sono un Velasco, ho il diritto di poter esprimere la mia opinione, come ho il dovere di poter difendere mia sorella. Perché lei sta provando a dirvi che può farcela e sarà così. Ancora meglio se i suoi genitori l'appoggiassero, quindi sì, continuo a parlare. E non puoi aggiungere altro, perché anche la mamma era giovane quando ha avuto me. Un uomo non fa la differenza, accetta la situazione per quello che è, papà, perché non cambierà. E, notizia delle notizie,rinchiuderti nello studio non risolverà nulla, perché Aria continuerà ad essere incinta, anche domani e dopo domani e per i prossimi nove mesi.
             ( … )
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missmelancholya · 4 years ago
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Resoconto della mia vita in totale break down: amo una persona che non mi ama, forse mi vuole bene ma vengo dopo le sue settemila pare, i suoi diciamila impegni superficiali, in pratica prima c’è lui... e forse fa bene, dovrei farlo anche io. Che qualcuno mi insegni a farlo. Poi... bhe sto con una persona che mi dice “mi dispiace, posso fare qualcosa per te?!” ... tu glielo dici, e questa “ah ma stacco un attimo da cell” dopo che 2 minuti neanche prima mi aveva scritto “ci sono per te”. Ah ok. “Se ho bisogno sei proprio qui” riesco a toccarti dato che abitiamo vicini ma ovviamente “fra 6 ore forse se hai voglia e non rompi vengo a trovarti” ... ma ovvio si ti dispiace che sto male, ti dispiace e quindi non vieni subito da me con una vaschetta di gelato. Mi dici “sono cose che farei!” Peró chissà come mai non le hai mai fatte... “sto male anche io” bhe se io amo qualcuno e bisogno di me per me c’è prima l altra persona o comunque ci sono a prescindere dal mio male. Eh si raga, stupida io. Stupida che interrompo le mie cose, mi rovino la vita per non far star male gli altri e per far andare tutto in armonia, sempre gentile e disponibile con tutti. Stupida io perché quando sto male solo poche persone ci sono davvero. E dovrebbero essere le uniche per la quale dovrei esserci io... quindi poi vi lamentate se piango, se mi arrabbio, se mi rompo in mille pezzi per terra in una crisi psicotica da sola che non so se sono terribilmente depressa o terribilmente arrabbiata e vorrei solo urlare a tutti un VAFFANCULO gigantesco come una casa. Tutti a dire ma a fare?! Tutti cuori e ti voglio bene e poi?! VORREI NON CREDERE PIÙ A UNA SOLA PAROLA DI QUELLO CHE MI RACCONTATE, vorrei fregarmene di tutti. Il problema oggi mi sento io. Mi sento completamente pazza peggio di una borderline in crisi nera. Sono in preciclo... anche questo non rispettato da nessuno, a sentirmi raccontare cazzate e sono pure felice per le felicità degli altri. Quando non avete di meglio da fare ci siete se no... mha. Schifo. Schifo. E ancora schifo. Non voglio più avere a che fare con la gente.... non così. Vorrei riprendermi la vita che ho perso 10 anni fa... e quando sto per farlo c’è sempre qualcosa che mi ributta giù e in giorni come questi vorrei solo scomparire o scappare. Premere stop. Perché sono arrivata a stare così male perché ne ho apportate troppe e non è giusto. Ci sarà al mondo qualcuno giusto per me?! Smetto sempre più di crederci e mi sento crollare... crollare su me stessa. Tutti che si fingono amici, dicono di amarti, dicono che ti dispiace ma lo senti che non è vero perché non fanno un cazzo, non capiscono quanto stai male. Quanto ti fanno stare male le continue delusioni, i continui contrattempi che ti fanno andare tutto a puttane sempre ... poi lotto lotto lotto lotto lottooooo fin quando non ne posso più e cado ferita a terra sanguinate in mille pezzi. Nessuno è qui, nessuno si preoccupa veramente .... e allora perché io devo migliorare me stessa, venirvi incontro, essere infelice, fare quello che secondo voi “conviene” a me ... solo per “stare in mezzo a voi” che siete la merda... ?! Non ne posso più. Oggi sono in crisi consapevole di esserlo di non riuscir a sentire nessuna spiegazione logica... sto solo male, l unica cosa che vorrei è comprensione un po’ di sostegno emotivo e invece... non mi fate manco accettare per stessa per quella che sono... volete sempre cambiarmi poi ce la fate perché lo faccio stupidamente per voi e ve ne fregate.
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allofurflaws · 6 years ago
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- Sei arrabbiato con me?
- Sono sempre io che inizio a far l’amore.
- Di cosa stai parlando?
- Tu non vieni mai da me.
- Ma che stai dicendo? Sono sempre appiccicata a te.
- Intendo per farlo, per fare l’amore, non inizi mai tu.
- Sei sicuro di quello che dici?
- Certo che lo sono! Mi piacerebbe vederti piena di voglia di me, ogni tanto almeno.
- Io ho voglia di te quasi sempre, praticamente da quando mi rendo conto che sto per vederti.
- Ma non è vero dai!
- Ne ho persino quando entro e stai lì scombinato, a guardare qualche partita, e sei così incantevolmente uomo.
- Pensavo ti desse fastidio il calcio.
- A me sì! Ma a te rapisce, e sei così bello quando sei preso da qualcosa, tutto teso e concentrato.
- Cosa c’entra con il far l’amore?
- Era per farti capire che io ti desidero spesso.
Quando metto quei pigiami orribili per combattere il freddo, controllo sempre allo specchio che mi facciano un bel cul0.
- Te lo fanno...
- Lo so!
E quando mi alzo dal divano scalza, e vado a cercare qualcosa che ho dimenticato?
- Eh! Dimentichi sempre qualcosa.
- In realtà mi alzo per farmi guardare il cul0 da te.
- Non ci credo!
- E quando ti racconto, puntualmente, di qualcuno che ci ha provato con me?
- Quanto riesci a farmi incazzare mamma mia... ci provi gusto.
- Te lo racconto solo perché so che ti fa venire voglia di riprendermi tua.
- Tu mi manipoli insomma.
- E quando ti chiamo mentre mi metto il rossetto allo specchio?
- E mi fai un elenco noiosissimo e ripetitivo di cose da non dimenticare di prendere prima di uscire?
- Esatto! Lo faccio solo per farti desiderare la mia bocca, per farmi guardare piegata verso lo specchio.
- Sei una strega insomma… mi controlli la mente.
- E tu cosa fai puntualmente?
- Mi metto dietro di te.
- E cosa fai?
- Nulla di che.
- Fai il porc0!
- Faccio finta di sc0parti, tutto qui.
- Finta?
- Ogni tanto faccio solo finta.
- E quando andiamo a dormire e mi stringo a te, sempre di schiena?
- Mi puzza l’alito forse?
- No cogli0ne! Mi appoggio a te per sentirti venire duro.
- Sarà! Fatto sta che inizio sempre io.
- Quando ti viene voglia di possedermi, io sto già facendo l’amore con te da un po’.
- Dammi la mano! Senti!
- Ce l’hai duro.
- Già.
- Appunto.
[Emanuele Piccinino]
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