Tumgik
#se non altro davanti con noi stessi
persephoneflouwers · 1 year
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Mi intrufolo nella conversazione, io non ci crederò ho visto cose che non possono far parte di una gravidanza senza mettere larry in mezzo. Però Louis si è chiaramente arreso, non lo combatte più penso abbia fatto pace con il fatto che ha un figlio per il pubblico for life. La cosa del fare il padre...uhm no il bambino un padre già ce l'ha, perché dovrebbe fare il padre? Sta facendo il finto padre e funziona alla grande, così dovrebbe essere
Mi rattrista sapere che c’è gente che si accontenta del minimo indispensabile 🤷‍♀️ non smetterò mai di ripetere che la loro morale è molto diversa dalla mia, quindi ci sono cose che per quanto possano essere insignificanti nel grande schema delle cose, sono per me inaccettabili.
Penso anche che Louis sia sempre stato molto convinto e testardo di fare le cose a modo suo. I greci chiamavano questa “hybris”, la tracotanza di credersi superiori o più forti di chi sta sopra di te. E come ogni tragedia greca che si rispetti, questo lo ha un po’ condannato a dover fare i conti con questa storia come forse non avrebbe voluto fare.
Se devo proprio dirla tutta, penso che la storia della lotta e bla bla sia per lo più costrutto del fandom, perché louis ha smesso di fare le pagliacciate per un po’ proprio in corrispondenza di alcuni momenti della sua vita dove poteva permettersi di evitare di interagire con il bambino aka nel momento in cui non aveva niente da promuovere (è stato comunque un periodo difficile con la sua famiglia, ma ciò non ha mai fermato il bg).
E questo ha rimesso un po’ in riga l’idea che avevo su di lui.
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susieporta · 8 months
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OGNI TANTO...
Ogni tanto, smetti di volere sempre tutto sotto il tuo controllo e permetti alle cose di crollare e di seguire il loro corso...
E rimani semplicemente presente a te stesso a osservare senza giudicare.
Proviamo a considerare il fatto che tutto ciò che facciamo non è che un tentativo per fuggire la paura.
Arrabbiarsi è sinonimo di paura;
Attaccarsi e identificarsi con le cose esterne è sinonimo di paura;
Attaccarsi agli altri nasce dalla paura;
Attaccarsi al cibo, alla televisione, ai divertimenti, al alcol, al sesso, e a qualsiasi altra cosa...è segno che non stiamo vivendo nel momento presente con ciò che è, ma che stiamo tentando di fuggire la paura del presente.
Irritarsi è paura.
Aggredire è paura.
Mentire è paura.
Indifferenza è paura.
Giudicare gli altri è paura.
Giudicare se stessi è paura.
Gelosia ed invidia nascono dalla paura.
Egocentrismo ed arroganza nascono dalla paura.
Orgoglio e vanità nascono dalla paura.
Pretendere è segno di paura.
Vivere sempre nelle aspettative è paura.
Sentirsi superiori o inferiori è segno di paura.
Ogni forma di esagerazione nasce dalla paura.
Anche rifiutare le cose, le persone e le situazioni, magari combattendole, anche questo è paura.
La paura del momento presente: l’ignoto.
Paura dell’impermanenza, paura del vuoto, paura della verità, paura di non avere il controllo, paura di perdere il controllo, paura dei cambiamenti, paura della vita che scivola via attimo dopo attimo, paura della morte, paura di non essere.
Ciò che chiamiamo vivere, si risolve per la maggior parte del nostro tempo nel tentativo di parare i colpi dell’impermanenza a son di illusioni, di mascheramenti e di compensazioni per non confrontarci con la realtà, per non confrontarci con l‘insostanzialità delle nostre idee, credenze e fissazioni.
O meglio: per non confrontarci con l’insostanzialita‘ di noi stessi, la falsa idea che abbiamo di noi stessi che crolla inesorabilmente davanti alla paura.
Abbiamo paura di avere paura, perché la paura ha il potere di smascherare le nostre menzogne e ci dimostra che non abbiamo tutto questo controllo sulle cose, sulle persone e sulla nostra vita che siamo convinti di avere.
La vita segue le sue leggi e non le nostre...
E questo fa paura...
E continuerà a spaventarci finché non accetteremo tutte le nostre paure con coraggio e compassione, accettando di far crollare la falsa immagine di noi stessi.
Quella che abbiamo creato e nutrito negli anni, tanto per darci un tono: l’immagine del finto guerriero che spacca il mondo, ma che si nasconde sotto un armatura di cartone e combatte la vita con uno scudo di plastica e una spada di legno.
Cominciamo a famigliarizzarci con noi stessi...
Cominciamo a fare amicizia con noi stessi invece di preoccuparci di combattere il mondo...
Cominciamo a prendere le nostre bugie e ipocrisie con amore e compassione...
Siamo stati colti dalla vita con le mani nel vasetto della marmellata... E va bene così.
Mi osservo e mi accetto, qui e ora e smetto di creare continue costruzioni mentali per difendermi dal presente.
Mi apro a ciò che è...e accolgo me stesso in relazione a tutto ciò che mi circonda, accetto cosa sono e dove sono, e poi comprendo.
E incomincio allora a provare amore e gratitudine per il mio piccolo essere impaurito che sta imparando a conoscere i misteri della vita.
Vivi coscientemente la vita dissolvendo te stesso nella paura.
Fa che la paura diventi tua amica e compagna di viaggio.
Accetta di avere paura e ti farà meno paura l’aver paura.
Finché non troveremo il coraggio di confrontarci con la paura, allora, tutto ciò che faremo della nostra vita non sarà altro che un vano tentativo di evitare la paura.
PRENDI LA VITA NELLE TUE MANI
Roberto Potocniak
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blindhades · 5 months
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ci sto prendendo gusto a postare in italiano quindi beccatevi un altro mio tema che credo sia una delle cose migliori che io abbia mai prodotto
ENG: i'm enjoying this whole posting in italian thing so now you're getting another one of my essays- which i think is one of the best things i've ever written (use google translate or something)
CORO La vicenda si svolge nell’aldilà, nel labirintico supermercato che tutte le anime sono costrette ad attraversare per raggiungere la pace eterna. Si tratta infatti di una sorta di pellegrinaggio nel quale le anime riflettono sulla loro vita terrena mentre vagano per le corsie alla ricerca di un’uscita. In questo luogo si incontrano alcuni celebri personaggi: l’eroico Don Chisciotte della Mancia, il suo fedele compagno Sancio Panza e il principe di Danimarca Amleto.
[entrano DON CHISCIOTTE e SANCIO PANZA]
DON CHISCIOTTE Per l’amor di Dio, quale misterioso luogo è mai questo? Oh compare, questa è indubbiamente opera del terribile mago Frestone! Ma ora guarda, una schiera di nemici pronta ad attaccarci! [indica una scaffalatura piena di detersivi]
SANCIO PANZA Ma quali nemici? Quelli che stai indicando sembrano a me dei bizzarri recipienti inanimati. Nessuno di loro mi pare in alcun modo una minaccia.
DON CHISCIOTTE Oh Sancio, quanto sei inesperto! Quelli che vedi sono invero dei nemici, ma il tuo occhio ti inganna. Ascolta dunque chi è conoscitore delle avventure cavalleresche dei più nobili condottieri e fatti da parte! [brandisce la spada contro gli scaffali di detersivo]
[entra AMLETO]
AMLETO Ma che diamine state facendo, puntando la vostra arma a quel modo contro dei contenitori?
DON CHISCIOTTE State indietro! Siete disarmato, potreste rimanere ferito! Questi recipienti sono in realtà illusioni create dal temibile mago Frestone, colpevole del furto dei miei preziosi libri. È dunque mio dovere far fronte a questo pericolo, per difendere le donzelle di questa strana selva.
AMLETO E i danesi che davano a me del pazzo! Abbassate quella spada, suvvia! Le accuse di follia quasi mi costarono la vita, quando i miei stessi compagni, che ritenevo leali, mi condussero in Inghilterra perché io fossi ucciso! Voi invece siete qui, già graziati dal sonno eterno, e vi ostinate a combattere dei finti pericoli!
DON CHISCIOTTE Molte volte sono stato chiamato pazzo, ma siete voi incapaci di vedere la realtà per ciò che è e non per come appare. Una volta affrontai con audacia degli orrendi giganti, ai quali Frestone aveva fatto assumere le sembianze di semplici mulini a vento.
SANCIO PANZA Oh, avreste dovuto vedere il coraggio e la temerarietà con cui si scagliava verso i nemici!
AMLETO Non dubito certamente della vostra alacrità e forza! Ritengo tuttavia necessario farvi notare che ciò che voi chiamate nemici pericolosi, sono in verità dei bottiglioni appoggiati sopra ad uno scaffale. Vi invito invece a rivolgere le vostre energie e il vostro desiderio di giustizia nel combattere i veri antagonisti di questo mondo, ovvero gli uomini disonesti e sleali, coloro che sono usurpatori e traditori come lo fu mio zio nell’avvelenare mio padre e sposare mia madre.
DON CHISCIOTTE Non posso che concordare sull’esigenza di contrastare gli uomini malvagi, ma osservate ora attentamente: davanti a noi è posta una schiera di nemici, ordinatamente disposti e camuffati grazie alla magia del mago Frestone! Ma cosa accade ora laggiù? Avanti Sancio Panza, affrettati a soccorrere quella donzella che pare aver creato un grande trambusto urtando il ripiano!
[exit SANCIO PANZA]
DON CHISCIOTTE Decidete dunque se avete intenzione di affrontare insieme a me questo esercito o rimanere in disparte, che è giunto per me il momento di dare prova del mio coraggio!
AMLETO Perdonatemi ma proprio non riesco a capirvi: non credete che sia inutile perdere tempo a combattere quando abbiamo già concluso la più grande delle nostre battaglie, la vita?
DON CHISCIOTTE Che senso c’è allora se non combattiamo per qualcosa, per un ideale? Per quale motivo non lottate? Come fate ad essere in pace con voi stesso?
AMLETO Non ritengo ci sia bisogno di combattere in continuazione, ma è invece necessario ogni tanto soffermarsi a riflettere sulle nostre azioni, su ciò che stiamo facendo e chiederci per quale motivo lo stiamo facendo.
Nella mia vita spesso mi fermai a meditare sugli avvenimenti e sulla moralità delle azioni. Fui pure tentato di porre fine alla mia vita, ma fui frenato dal non conoscere cosa mi avrebbe aspettato nell’aldilà. Oh, come sono grato di essere stato bloccato da questo pensiero, perché se così non fosse stato mi sarei ritrovato prima in questa selva assurda!
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abr · 1 year
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Stato di paura. Ogni giorno scopriamo che la nostra vita si sta trasformando a causa dei cambiamenti climatici, ad informarci di come questo accada ci pensano i media. Questo comporta l'amplificazione dei contenuti che pone i media stessi in una condizione di necessità: fornire sempre più contenuti sui cambiamenti climatici per soddisfare i loro lettori, o i loro editori. Gli effetti di una grossolana disinformazione possono essere molteplici. Come attribuire i costi di un disastro naturale interamente al cambiamento climatico oscurando realtà più complesse come la prevenzione o l’omissione del principio di precauzione.
Oppure indurre uno stato di paura.
Altrettanto controproducente poiché non fa altro che paralizzare le persone come osserva il nuovo presidente dell'IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, Jim Skea. Il costante allarmismo sul cambiamento climatico, afferma Skea, che sostiene di non credere agli scenari apocalittici, è infondato (...).
Il genere umano cerca, da sempre, di venire a patti con il clima. Sviluppa microclimi per isolarsi dagli estremi climatici e tecnologie e pratiche per la propria sopravvivenza e prosperità. Oggi invece si sta sviluppando un nuovo stato d'animo: quello del destino guidato dal clima. Dove l’uomo (...) sostituisce il divino come responsabile delle condizioni meteorologiche estreme, delle crisi migratorie e della prosperità delle nazioni del ventunesimo secolo.
A sostenere questa visione sono una categoria di “esperti del destino” che garantiscono un futuro possibile "solo" se si raggiungono gli obiettivi climatici perché solo la riduzione delle emissioni di CO2 determina il benessere. La soluzione è monocausale, ed implicitamente allettante perché suggerisce una risposta semplice ad un problema complesso. Assolve dalle responsabilità (...) e suggerisce che il dibattito è solo un’inutile perdita di tempo davanti all’ineluttabile. Dimenticando, incidentalmente, che la contrapposizione delle fonti si chiama “metodo scientifico”. (...) La teoria del climate change è un modello matematico che pretende di dimostrare che noi umani siamo in grado di condizionare l’effetto serra del Pianeta: senza però alcuna conferma sperimentale lasciando quindi margini di errore di entità indefinita. Si tratta di un atto di fede (in un modello matematico !!! ndr): per confermare le tesi dei modelli climatici dell’IPCC, servirebbe una copia del nostro pianeta senza umani, da cui rilevare i dati necessari a dimostrare come sia la cosiddetta “forzante antropica” la causa dei cambiamenti climatici.
L'articolo completo su Panorama: https://www.linkedin.com/company/panoramalvp/
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mucillo · 10 months
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"Senza fretta" Joy Harjo 
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Un viaggio può richiederti ore, un giorno, un anno, qualche anno, centinaia,
migliaia e anche di più ( …)”.
Per richiamare lo spirito che vaga sulla terra con piedi umani
Posa quel sacchetto di patatine, quel pane bianco, quella bibita.
Spegni il cellulare, il computer, e il telecomando.
Apri la porta, poi richiudila dietro di te.
Fai un respiro offerto da venti amichevoli. Viaggiano per la terra raccogliendo essenze di piante purificatrici.
Restituiscilo con gratitudine.
Se canti questo darà al tuo spirito un passaggio fino alle orecchie delle stelle e ritorno.
Riconosci questa terra che si è presa cura di te da quando eri un sogno che piantava sé stesso nel desiderio dei tuoi genitori.
Lascia che i tuoi mocassini ti portino all’accampamento dei guardiani che ti conoscono da prima del tempo,  che saranno là dopo il tempo. Siedono davanti al fuoco che esiste senza tempo.
Lascia che la terra stabilizzi il suo insicuro nervosismo postcoloniale.
Sii rispettoso dei piccoli insetti, degli uccelli e delle persone animali che ti accompagnano.
Chiedi loro perdono per il male causato da noi umani.
Non preoccuparti.
Il cuore conosce la via sebbene possano esserci grattacieli, autostrade, posti di blocco, soldati armati, massacri, guerre, e quelli che ti disprezzeranno perché disprezzano sé stessi.
Il viaggio può richiederti ore, un giorno, un anno, qualche anno, centinaia, migliaia e anche di più.
Sorveglia la tua mente. Senza preparazione potrebbe fuggire e destinare il tuo cuore all’immenso banchetto umano allestito dai ladri di tempo.
Non avere rimpianti.
Quando troverai la via per il cerchio, per il fuoco tenuto acceso dai custodi della tua anima, sarai il benvenuto.
Devi purificarti con cedro, salvia, o altre piante di guarigione.
Recidi i legami col fallimento e la vergogna.
Lascia andare il dolore che trattieni nella mente, nelle spalle, nel cuore, e giù fino ai piedi. Lascia andare il dolore dei tuoi antenati per far strada a coloro che si dirigono nella tua direzione.
Chiedi perdono.
Chiedi aiuto a coloro che ti amano. Questi aiutanti assumono molte forme: animale, elemento, uccello, angelo, santo, pietra, o antenato.
Richiama il tuo spirito. Può essere intrappolato in angoli e pieghe di vergogna, giudizio, e abuso umano.
Devi chiamare così da invogliare il tuo spirito a fare ritorno.
Parlagli come faresti con un bambino amato.
Accogli il tuo spirito che torna dal suo vagabondaggio. Può tornare in pezzi, in frantumi. Radunali insieme. Saranno felici di essere ritrovati, dopo essersi persi così a lungo.
Il tuo spirito avrà bisogno di dormire un po’ dopo che lo avrai lavato e gli avrai dato vestiti puliti.
Ora puoi dare una festa. Invita tutti coloro che sai che ti amano e ti sostengono. Lascia uno spazio per coloro che non hanno altro posto dove andare.
Rendi omaggio, e ricorda, fai discorsi brevi.
Poi, devi fare questo: aiuta il prossimo a trovare la sua strada nel buio.
Joy Harjo (Tulsa, Oklahoma, 1951; prima poetessa nativa americana ad avere il titolo di Poeta Laureato degli Stati Uniti), da Conflict Resolution for Holy Beings: Poems, 2015
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alonewolfr · 1 month
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La leggenda Sioux sul vero amore
Un giorno Toro Bravo e Nube Azzurra giunsero tenendosi per mano alla tenda del vecchio stregone della tribù e gli chiesero:
“Noi ci amiamo e ci vogliamo sposare. Ma ci amiamo così tanto che vogliamo un consiglio che ci garantisca di restare per sempre insieme, che ci assicuri di restare l’uno accanto all’altra fino alla morte. Che cosa possiamo fare?”.
Il vecchio saggio, emozionato nel vederli così giovani e così innamorati, così ansiosi di una buona parola, disse:
“Fate ciò che deve essere fatto. Tu, Nube Azzurra, devi scalare il monte al Nord del villaggio. Solo con una rete, devi prendere il falco più forte e portarlo qui vivo, il terzo giorno dopo la luna nuova. E tu, Toro Bravo, devi scalare la montagna del tuono; in cima troverai la più forte di tutte le aquile. Solo con una rete dovrai prenderla e portarla a me, viva!”.
I giovani si abbracciarono teneramente e poi partirono per compiere la missione. Il giorno stabilito, davanti alla stregone, i due attendevano con i loro uccelli. Il vecchio saggio li tolse dal sacco e costatò che erano veramente begli esemplari degli animali richiesti.
“E adesso, che dobbiamo fare?”, chiesero i giovani.
“Prendete gli uccelli e legateli fra loro per una zampa con questi lacci di cuoio. Quando saranno legati, lasciateli andare perché volino liberi” – rispose il vecchio saggio Sioux.
Fecero quanto era stato ordinato e liberarono gli uccelli. L’aquila e il falco tentarono di volare, ma riuscirono solo a fare piccoli balzi sul terreno. Dopo un po’, irritati per l’impossibilità di volare,gli uccelli cominciarono ad aggredirsi l’un altro beccandosi fino a ferirsi.
Allora, il vecchio saggio disse:
“Non dimenticate mai quello che state vedendo. Il mio consiglio è questo: voi siete come l’aquila e il falco. Se vi terrete legati l’uno all’altro, fosse pure per amore, non solo vivrete facendovi del male ma, prima o poi, comincerete a ferirvi a vicenda. Se volete che l’amore fra voi duri a lungo, volate assieme, ma non rimanendo legati con l’impossibilità di essere voi stessi”.
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canesenzafissadimora · 8 months
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Succede questo: ci si ritrova a dover uscire, una lista di commissioni da sbrigare e appuntamenti urgenti di vario genere.
Qualcosa immancabilmente si mette nel mezzo: quel piccolo imprevisto, o un’aggiunta dell’ultimo momento. Fatto sta che non si riesce ad uscire puntuali.
Ed ecco che, dopo i primi tornanti affrontati con speditezza, te la ritrovi davanti. Lei sì, puntuale. L’Apecar. Ancora ce ne sono tante qui in circolazione, pure in tempi di auto elettriche, SUV e IA. Allegra, sbarazzina, a ingombrare l’intera corsia, con la sua andatura tutta personale e il pezzetto di mondo che reca con sé. Impossibile superarla. Tocca stare dietro e scalare le marce.
Ti costringe a distoglierti dai tuoi programmi onnipervasivi e a prenderla in considerazione: chissà da dove viene, forse da qualche contrada dell’altopiano silano, chissà dove è diretta, quale servizio la attende.
Perché le Apecar sono per antonomasia i mezzi di trasporto da lavoro. Una volta ce la ritrovammo davanti, con legato un cavallo che le trotterellava al fianco: e non capivi se fosse lei a condurre lui o viceversa.
Apecar. Ce ne vorrebbe una al giorno. A ricordarci che c’è sempre altro, oltre a noi stessi e alle nostre cose. E quel ritmo più lento a cui ci costringe, a ben considerare è una salvaguardia, forse anche un salvavita.
Sono Apecar i bambini, che elaborano pensieri e cose in maniera lenta, perché esplorare richiede non solo tempo, ma pure lentezza.
Sono Apecar quelle persone che ci si parano davanti con le loro richieste fuori tempo o fuori luogo: si interpongono fra noi e le nostre impellenze in maniera salutare, esercitandoci nell’accoglienza di una prospettiva diversa e fuori programma.
Sono Apecar gli anziani, ricchi di anni e di esperienza: hanno appreso che non c’è bisogno di correre sempre, e che andando più lenti il viaggio è più gustoso.
Le persone-Apecar: benediciamole, quando le incontriamo, e rallentiamo il passo, per camminare con loro.
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#monacheagostinianerossano
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gcorvetti · 11 months
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Ci sono domande ancora più importanti.
Il perché come domanda nell'articolo del fatto quotidiano, di giorno 18 corrente mese, potrebbe anche tradursi in "Ma perché continuiamo a dare alito a sti psicopatici paranoici?" Sarebbe da chiuderli nel loro territorio e come fanno loro costruirgli intorno un muro alto 30 metri, tutt'intorno. Ma senza esagerare, quindi muro a parte, siamo veramente alla mercé di pazzi che davanti a ogni evidenza continuano a gridare "GUERRA, GUERRA"; ci rendiamo conto che sti qua, gli yankee, sono gli unici nel mondo che vanno a destra e a manca fomentando guerre, rovesciando governi, creando basi militari ovunque con armamenti pesanti (anche nucleari), come si può avere pace se appena c'è un attimo di tregua fanno partire un'altra guerra? Si gridava all'invasione dei russi un anno e mezzo fa, mentre sono 75 anni che gli israeliani hanno invaso la Palestina, sono 80 anni che loro stessi piano piano si sono impadroniti del nostro continente, sia fisicamente (con le basi) che ideologicamente perché i nostri cari politicanti hanno paura a dirgli di NO, sono sicuro che se un giorno, sempre se non ci estinguiamo prima per causa guerra nucleare o cataclisma, chiediamo anche gentilmente di andare via loro ci punteranno le armi contro, e pensare che in qualche modo quella loro nazione l'abbiamo creata noi europei, inglesi in testa. Non mi importa i motivi per il quale fanno così, introiti economici o voler conquistare il mondo a suon di mitra, andrebbero fermati e rispediti al mittente, inutile che mi diciate che "se non venivano loro a liberarvi l'Europa diventava nazista o ancor peggio comunista", a parte che nel paradosso di una situazione limite come quelle io e molte altre persone non saremmo neanche nate, c'è da dire che loro si sono fatti bene i calcoli e sono arrivati quando oramai eravamo allo stremo, che hanno tirato 2 bombe atomiche, DUE, ai giappi quando la guerra era già ben che finita, giusto per ripicca all'attacco subito nell'isoletta, questo è il crimine di guerra più efferato di sempre, hanno mai pagato per quello? Beh dovrebbero pagare e il conto sarebbe salato. Poi non contiamo che la società che ci hanno regalato è fallimentare con tutti gli aspetti di un'economia che mira al profitto e non conta le persone, il consumismo, quel modo di inquadrare le persone che li rende schiavi di un sistema a punti, potrei continuare veramente all'infinito, ma mi fermo che ho altro da fare, bisogna boicottarli, rimandarli a casa.
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mostro-rotto · 1 year
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Sai una cosa? Non sarò milionario, ma per me lo sono. Lo sono per ragioni come questa (foto). Lo sono perché so come stare da solo, so come godere della mia stessa compagnia e il tempo con se stessi vale molto più di qualsiasi altra moneta al mondo. Un paio di anni fa non avrei saputo stare da solo in un parco, figuriamoci leggere un libro. E riflettendo, pensando e contemplando la vita, quanto è bella. Quando ti rendi conto che la vita è piena di colori, ma noi siamo gli unici a spegnere le nostre giornate, perché il sole continua a sorgere ogni giorno, anche se ci sono le nuvole, ma è sempre dietro di loro. Quello che succede è che siamo in una società che è più focalizzata a guardare il cellulare in questo modo che a guardare ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi, ciò che la vita ci dà, madre natura, un semplice parco in un piccolo quartiere, ma quanto è bello. Quanto è bello saper stare da soli. Ti propongo una cosa, vai a prenderti un fottuto giorno dove nessuno sa che stai prendendo un libro, prendi un paio di cuffie, mettiti una musica e leggi. Fai quello che vuoi, ma tu da solo. E riguardo alle altre persone lascia che si fottano. Che nessuno deve sapere sempre dove sei, nessuno deve sapere tutto di te, nessuno deve sapere che sai stare da solo. E quanto lo dici con orgoglio, cazzo so stare da solo, cavolo se mi amo, mi apprezzo, mi rispetto, e la compagnia che mi piace di più è la mia, perché non ho bisogno di nessun altro. Non ho dipendenza da nessuno perché sono una persona emotivamente super-potente. Sono riuscito a guarire me stesso, da solo, da tutti i miei problemi, tutte le mie stronzate. Sono riuscito a dare colore a quei giorni grigi che mi spaventavano tanto. Non ho bisogno di nient'altro, solo della mia compagnia e di un buon paesaggio.
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susieporta · 1 month
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La Forza
"Il Silenzio che fa più rumore"
C'è tanto brusio intorno. Ma soprattutto dentro.
I pensieri si affollano. Si accavallano. Sembrano impazziti.
Sono giorni di grande attività cerebrale e di grande re-impostazione del Sistema nervoso.
L'Energia ci porta a ristrutturare i "Codici di sistema", ripulendo schemi associativi del trauma, lavando via le impurità di Struttura.
Ma non sta accadendo solo l'ennesima ondata di purificazione.
Stiamo entrando nel vivo dell'assorbimento dell'Energia Cristallina.
Molti Esseri Umani iniziano a percepire un significativo cambio nella "percezione interiore del Dolore".
Esso sta progressivamente concludendo il suo viaggi dentro di noi. A breve esaurirà la sua funzione evolutiva, lasciando il testimone ad un senso di profondo radicamento ed equilibrio emotivo e psichico.
Molti stanno già sperimentando l'immenso potere della nuova Energia di Sistema.
Hanno lavorato alacremente sulle zavorre che impedivano il passaggio al Nuovo. Hanno incontrato lungo il loro cammino di crescita ed evoluzione tanti blocchi, tante fratture, tante sovrastrutture cristallizzate.
E hanno speso mesi e mesi a pulire strati e strati di zone incrostate e fatiscenti.
Certo, nemmeno per loro questi giorni sono stati una passeggiata.
Il Sistema corporeo è in subbuglio.
Ma anche la psiche è sotto pressione.
Ci sentiamo soffocati dal dubbio, dalle incertezze, dai ritorni alle espressioni distorte del Passato.
Come se stessimo ancora spurgando la "base".
Ma non è così. Stiamo "dissociando" l'esperienza traumatica dall'automatismo di stimolo.
E' complesso da immaginare.
Ma è come se ciò che reiterava costantemente lo schema del trauma nella realtà, si stesse dissolvendo e non producesse più la proiezione diretta nella Materia.
Può sembrare un processo inscalfibile. Ma non lo è. E presto ne avremo contezza.
Solo che per molti "vivere senza dolore" significherebbe abdicare definitivamente al ruolo di Vittima, alla trappola del Riconoscimento, all'impotenza e della manipolazione, funzionale ad attirare cura e accudimento.
E questo non è contemplabile.
Ci sarà una parte di popolazione che continuerà a viversi l'illusione della "sindrome da Crocerossina", si sentirà autorizzata a "salvare l'Altro", a soccorrere il poverino che non riesce, non ce la fa, è piccolo.
Per poi ritrovarsi a vivere l'ennesima relazione immatura e distorta, a soffocare cumuli di rabbia e rancore verso l'Altro, ammalati e coinvolti nel meccanismo subdolo della dipendenza affettiva e materiale.
Tutto questo continuerà ad esistere. Vedremo convivere due condizioni molto differenti sul piano di realtà: coloro che si ostineranno a rimanere nella zona di sofferenza e schiavitù, e coloro che spalancheranno i loro Cuori al Nuovo, liberi, autonomi e responsabili di se stessi.
E, a breve, nuovamente, sarà tempo di saluti.
Perché l'asticella salirà a Settembre. E la Carica energetica continuerà ad impennare.
Molti abbandoneranno la Terra nel prossimo autunno. Il loro compito evolutivo si sta esaurendo. E la massiccia elevazione di Frequenza sarà assordante e decisamente "troppo" per il loro Sistema, già fortemente compromesso e debilitato.
Ma così è.
Questa esperienza terrena è una semplice "Dimensione evolutiva".
Una delle tante.
E' una "illusione molto realistica" per chi la vive, certo. Ma non ha nulla a che fare con la Verità.
Se mai un giorno riusciremo a sentirla questa "inafferrabile Verità", essa ci parlerà di molto altro. Di ciò che non vediamo, non sappiamo, non immaginiamo nemmeno.
Ma oggi siamo ancora qui. In questo reiterarsi assurdo di immagini di Coscienza proiettate davanti a noi.
E quindi approfittiamo. Rendiamo questa esperienza "speciale" e bella, appagante e sincera.
Ed è sano viversi "ciò che percepiamo come reale" e tentare di starci dentro con serenità, di godercelo e di sperimentare la gioia del "Sentire" e dell'"Evolvere".
Cosa c'è dietro il Grande Velo, non spetta all'Essere Umano scoprirlo.
Forse qualcuno lo sa.
Ma di certo non ha interesse a rivelarlo.
E allora... buona giornata di sorrisi, di affetto, di commozione.
Mirtilla Esmeralda
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hjdem · 17 years
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Il piacere della scrittura
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Scrittura e lettura sono indissolubilmente legate. Si riesce a scrivere solo dopo aver letto molto. L’incontro con altri tipi e stili di scrittura alimenta, per vie misteriose, la possibilità di mettere in moto la propria scrittura. Si “dà corpo di scrittura” a dei pensieri non solo per esprimerli ma a volte per “liberarsene”, per poter dar forma e senso ad una propria trama interna incerta e confusa. Spesso prima di arrivare a un testo definitivo, con una tenuta e un ritmo convincenti, ci sono stesure e ristesure ed è molto più quello che “si lascia perdere” di quanto “viene trattenuto” fino alla fine. Altre volte si scrive “di getto” ma se non c’è il lavoro di trattenere, eliminare, trasformare, credo non si arrivi mai ad uno scritto (tessuto) con una forma unica e personale. Si potrebbe collegare lo scrivere alla “prima fase della vita in cui un individuo diventa consapevole delle proprie potenzialità autonome. Sperimentare la propria capacità creativa di seguire un impulso e di controllarne le conseguenze”.(Paula Heimann).
Roland Barthes chiama: “il grado zero della scrittura” il livello in cui chi scrive attinge alla lingua cui appartiene ma ne fa “un’area di azione”in cui accade altro. Il lessico, le immagini, la costruzione di uno scritto, afferma Barthes, non nascono dalla lingua, ma dal corpo e dal passato dello scrittore. Nello scrivere un interlocutore c’è sempre. Si scrive per un assente. Un assente inafferrabile ma anche tanto presente da fungere da guida, giudice, critico, sostenitore... A volte non ha un volto preciso. Ci si sente ipercritici, non all'altezza. Allora si finisce col stornare, trattenere il pensiero o con lo stordire con parole e citazioni al fine di aggirare l’interlocutore interno. Il vuoto o il troppo. Sarà questa ambivalenza che indica la varietà e l’invenzione di molte forme di scrittura? Calvino ha dei chiodi fissi: “più che dal desiderio di scrivere il mio libro sono sorretto dal desiderio di avere davanti a me il libro che mi piacerebbe leggere e contemporaneamente di pensare che quel libro non esista ancora. Allora provo ad identificarmi con quell'autore immaginario, un autore che potrebbe essere anche molto diverso da me, ma che poi alla fine prende il mio posto o io prendo il suo”.
Borges ricorre ad una finzione per cominciare a scrivere: “penso che il mio compito sia semplicemente quello di esaminare e recensire un ipotetico testo già esistente, di un autore sconosciuto, di un’altra lingua, di un’altra cultura”. Marguerite Duras: “scrivere è tentare di sapere cosa si scriverebbe se si scrivesse. Lo si sa solo dopo. La scrittura è l’ignoto di sé, della propria mente, del proprio corpo, è una facoltà che si ha al di fuori di noi, di un altro che appare e si fa avanti, invisibile, dotato di pensiero, d’ira e che talvolta, per questo stesso motivo, è in pericolo di rimetterci la vita”. Scrive M.Fermine nel suo prezioso piccolo libro “Neve”: “In verità il poeta, il vero poeta, possiede l’arte del funambolo. Scrivere è avanzare parola dopo parola su un filo di bellezza, il filo di una poesia, di un’opera, di una storia. Il difficile è rimanere costantemente su quel filo che è la scrittura non scendere mai neppure per qualche istante dalla corda dell’immaginazione”.
Dunque scrivere ha a che fare con una passione e con la possibilità di rimanere dentro quella passione. Inoltre scrivere ha a che fare con il “sessuale”: concepire, far crescere, nascere, nutrire fino all'autonomia e alla separazione qualcosa di noi stessi. Il piacere della scrittura, perché di un piacere si tratta. E come tutti i piaceri sfida l’interdizione e allora scriviamo bigliettini, lettere, appunti, racconti, filastrocche, poesie, diari, blog. Non importa il prodotto finale, è il cammino dello scrivere, per arrivare a... (continuate voi)!
Liubiza
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ilquadernodelgiallo · 2 months
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L'inatteso arriva d'improvviso, senza compassione. _______________ Mini cerca di convincerlo che per essere bravi militanti è necessario stare tra la gente che lavora: «Dobbiamo partire dal basso, la rivoluzione è prima di tutto una questione etica». Lui rispetta le sue idee, ma sostiene che non abbiano a che fare con la lotta armata: un conto è la solidarietà e un altro la guerriglia. Ma Mini non vuole sentire ragioni, per lei vivere e operare con la gente bisognosa delle villas miserias, nel quartiere di nome La Reja, a Moreno, fa parte della vera ortodossia montonera. _______________ E così, noi che siamo sopravvissuti abbiamo dovuto imparare a vivere da capo, portando con noi zaini carichi di ricordi, nostalgie, sapori di sconfitte, vivendo in un sentimento di grande orfanità. _______________
Una volta un tale mi «riconobbe». Allora una donna dalle labbra bluastre che stava dietro di me, e che, certamente, non aveva mai udito il mio nome, si ridestò dal torpore e mi domandò all'orecchio (lì tutti parlavano sussurrando): Ma lei può descrivere questo? E io dissi: Posso. Allora una specie di sorriso scivolò per quello che una volta era stato il suo volto. _______________ In questi centri clandestini di detenzione, circa 340 distribuiti su tutta la superficie del territorio argentino, finiva la catena del terrore che portava il sequestrato all'annullamento della sua identità e alla rimozione definitiva del suo passato. Di fatto, i prigionieri non venivano mai chiamati per nome, a ciascuno era assegnato un numero identificativo che aveva lo scopo di cancellare la sua identità anagrafica. Nulla doveva trapelare davanti ai carcerieri e agli altri detenuti, onde evitare che qualche dato identificativo fuoriuscisse dai centri di detenzione. La dittatura non solo si arrogava il diritto di uccidere per «salvaguardare i principi cristiani su cui si basa la civiltà argentina», ma aveva la capacità e la volontà di fare anche peggio: torturare e portare ai limiti estremi la sofferenza umana. Stabiliva, inoltre, quello che poteva essere nominato e come nominarlo, quello che non poteva essere nominato e come dimenticarlo. _______________ «Cos'è un desaparecido? Intanto chi si trova in questa situazione, è un'incognita. Se ricomparisse, bene, avrebbe un trattamento X, e se la ricomparsa si convertisse nella certezza del suo decesso, avrebbe un trattamento Z. Ma mentre è desaparecido, non può avere nessun trattamento speciale, è un'incognita, è un desaparecido, non ha entità, non c'è. Non è né morto né vivo. È un desaparecido». _______________ la via dell'esilio non ha strade _______________ quell'Argentina, che da terra di esilio si trasforma in poco tempo in terra di esiliati _______________ Impara sulla propria pelle che la condizione dell'esule si riduce all'enumerazione inesorabile delle sue perdite, è a partire da queste assenze che tesse la trama del suo futuro. _______________ Quando si muore si lasciano più cose di quelle che si hanno avuto… le cose lasciate dai morti potrebbero ridursi, invece si moltiplicano, riempiono cassetti su cassetti e se i sopravvissuti non le bruciano, invadono anche i cassetti di quelli che non sono ancora morti. _______________
Ecco, era la memoria, quell'anello intermedio con cui lottava ogni giorno tormentando la sua agenda di frasi e ricordi, a tradirla e a intrappolarla in un groviglio di rammendi. La realtà che la circondava, se mai fosse stata vera, esisteva a prescindere. Era quell'intermediaria, semmai, a cui delegava il passato e la sua vita, a ingannarla. _______________ A volte la nuova lingua che apprendiamo si può trasformare in una difesa, ci può offrire l'opportunità di erigere un nuovo sistema protettivo contro i conflitti interni o creare una nuova rappresentazione di noi stessi, che possa velare il passato e fissare, per così dire, una sorta di distanza di sicurezza dal tumulto delle vecchie emozioni. Fino a che punto però, possiamo chiederci, questa distanza di sicurezza ci rivela l'essere che siamo? Quanto ci mostra e quanto ci nasconde? È possibile, mi chiedo ancora, crearsi un altro ritratto di sé stessi attraverso una nuova lingua? _______________ Yo sé que ol­í un jazmí­n en la infancia una tarde, y no existió la tarde. *** So che ho sentito il profumo di un gelsomino nell'infanzia un pomeriggio, e il pomeriggio non è esistito.
Adrian N. Bravi, Adelaida
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nonbiblicnephilim · 3 months
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Profondo come il mare, leggero come il cielo
Gianluca Gotto
“Cosa c’è di più importante della felicità?”
“La verità. La verità è più importante di tutto il resto.”
Forse, durante quei lunghi giorni di ricovero, ero stato troppo tempo da solo con i miei pensieri ed era successo quella da cui Nietzsche mette in guardia: avevo guardato troppo a lungo dentro l’abisso e alla fine l’abisso aveva guardato dentro di me. Qualcosa si era rotto, questo era certo.
La ricerca del piacere conduce ad un’apparente felicità. Questa sensazione è temporanea e spesso illusoria e conduce, in modo talvolta subdolo, alla sofferenza. La ricerca della verità conduce invece a qualcosa di più prezioso e importante: la vera felicità. Ovvero, la serenità.
Rispetto alla felicità, la serenità è il risultato di quello che facciamo accadere e non di quello che ci accade. Non è importante come ci trattano gli altri e che cosa ci riserva il mondo: conta come noi trattiamo gli altri e come noi ci approcciamo al mondo.
“Non ha importanza se Dio esiste?”
“Non abbiamo bisogno di Dio per fare del bene e non del male. Nel tuo cuore sai già qual è il modo retto di agire. Se Dio esiste è lì, nel tuo cuore, non nei cieli.
Ognuno di noi possiede in sé il seme della buddhità. Se lo coltiviamo, diventiamo dei buddha. Smettiamo di soffrire.”
Il buddhismo non ti rende un essere speciale. Ti mostra che lo sei sempre stato, senza saperlo.
L’inferno è un luogo mentale a cui ci condanniamo da soli senza rendercene conto. L’inferno è quando la vita è dominata dalla paura, dal disordine mentale e dalla negatività. È quando la nostra intenzione, la nostra parola e la nostra azione arrecano sofferenza a noi stessi e al mondo.
Quando vivi dentro la tua mente, è la tua mente a creare la realtà. E se la tua mente non è sotto il tuo controllo, ti farà vivere in una realtà confusionaria. Quello è il momento in cui la sofferenza inizia. La mente umana è come il mare: se l’acqua è agitata, non vedi cosa c’è sul fondo. E quindi hai paura. Se l’acqua è calma, tutto è chiaro e cristallino.
C’è una vita anche al di là del pensiero, ed è la vita reale. È pura e semplice. Non richiede grande sforzo ma è ricchissima di gioia e soddisfazione. Poi c’è la vita che vivi nella tua mente, e questa non è reale. È inventata, illusoria. Ed è corrotta dal troppo pensiero. È complessa, dura, logorante.
Non pensare alla vita. Vivila.
Noi crediamo di essere quella parte di noi che si trova dietro gli occhi, tra le orecchie, e che manovra tutto quanto. Abbiamo perso il senso dell’unità, e infatti viviamo il corpo come se fosse un elemento a noi esterno. Diciamo, appunto, il “mio” corpo, senza renderci conto che non è un oggetto: noi siamo corpo. Siamo anche mente, anche spirito. Ma soprattutto noi siamo, nella nostra interezza.
“Solo se apriamo le mani, possiamo ricevere ogni cosa. Solo se siamo vuoti, possiamo contenere l’Universo.” “A una mente vuota, l’Universo si arrende.”
Una mente vuota non ha nulla da difendere. Nessuna guerra da combattere, ha tutto da accogliere. Il suo vuoto, in realtà, è già qualcosa: pace, serenità e vera saggezza. È assenza di turbamento.
L’amore si può spiegare? L’amicizia? Piangere davanti a un tramonto? Il calore di un figlio tra le tue braccia? Il vento fresco che corre tra le foglie di un bosco in un afoso pomeriggio estivo? Tutte queste cose non si possono razionalizzare. Prova a spiegarle, se ti va, ma fa attenzione: non appena pronuncerai una sola parola sul senso di meraviglia che ti trasmettono, smetterai di provare quella sensazione. Prova a descriverne l’essenza, e non saprai più cos’è. Forse solo certe forme d’arte, come la poesia e la musica, riescono in questa impresa.
Se un fiore viene aggredito dalle erbacce, che cosa fai? Gli metti un altro fiore davanti per proteggerlo? Aggiungi più terra? Lo annaffi di più? Lo rimproveri? Lo strappi? No, non fai niente di tutto questo. L’unica cosa sensata è occuparti delle erbacce. Eliminarle. Il problema con la felicità è che le persone credono sia una questione di aggiungere qualcosa. E invece si è felici quando si elimina ciò che ci fa soffrire. Il segreto per la felicità è smettere di essere infelici.
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fullyouthdream · 3 months
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oggi ho mangiato metà banana come una sorta di pranzo, giusto perché stavo chiacchierando con mia mamma e non mi ero svegliata "in tempo per pranzare" e volevo farle vedere che non stavo uscendo di casa a digiuno.
sono poi uscita per andare a rifare il gel alle unghie e ho deciso di farle trasparenti opache con una piccola decorazione su un solo dito per mano, ma è solo per monitorare il colore effettivo delle mie unghie... e, strano ma non troppo, non sono esattamente rosa, ma un po' tendenti al viola e pallidine.
un po' me l'aspettavo, ma vederle è diverso, fa un altro effetto.
stasera, per cena sono andata al mc donald's col mio ragazzo e i nostri amici, e ho preso il toast col prosciutto e sottiletta di cui ne ho lasciato tipo 2 morsi, e da bere solo acqua.
il mio ragazzo, purtroppo, credo stia capendo.
oggi pomeriggio, quando ci siamo incontrati a casa sua, mi ha toccato il fianco e mi ha guardato con preoccupazione mista alla rabbia/impotenza, e in dialetto mi ha detto che sono troppo "secca" e "stai scomparendo".
e poi, mentre cenavamo, ho tentato di mangiare solo metà toast e ho chiesto a lui e gli altri se lo volessero, e lui si è rifiutato e mi ha leggermente umiliata davanti agli altri con toni troppo alti, come se avesse voluto farsi sentire dai nostri amici ricercando la loro attenzione e approvazione dicendo sempre in dialetto molto grezzotto "comunque è incredibile, tu o non mangi o mangi pochissimo! stessi facendo una dieta e mi dicessi che a pranzo devi mangiare 40 grammi di pasta con qualcosa e a cena altro, allora ti direi okay, però cazzo tu non mangi! mai! non vedi come ti sei fatta?" .
a parte il fatto che ci sono rimasta di merda e, se già non avevo fame e mi stessi sforzando di mangiare quel toast, a quel punto mi si era chiuso proprio lo stomaco.
mi sono sentita umiliata e messa in luce in attesa che altri mi umiliassero con lui, aiutandolo nel suo piccolo discorsetto da eroe di questo grandissimo cazzo.
è per questo che mi sono forzata a finire quasi quel fottuto toast... ho dato morsetti microscopici per tutto il tempo e ho masticato rigorosamente fino a polverizzare il cibo, in attesa che gli altri finissero prima di me.
lui si era ordinato 2 panini, una porzione di patatine con cheddar, nuggets semplici e piccanti e non ricordo neanche cos'altro, ma era tantissima roba... su un totale di 29€ tra me e lui, io ho speso esattamente 3€ per il toast e l'acqua, per farvi capire quante cose avesse ordinato.
e ha mangiato tutto, tra l'altro.
con noi c'era anche la ragazza che ormai detesto, quella che mangia bene per finta su instagram, e che stasera si è sfondata col big mac, le patatine, le nuggets e i pop corn nella sala cinema subito dopo cenato, e che continua ad avere il corpo perfetto e super magro anche dopo mangiato.
e io che ho la pancia gonfia dopo due bicchieri d'acqua.
sono io il problema mi sa.
poco fa, riaccompagnandomi a casa, il mio ragazzo mi ha accarezzato il ginocchio in macchina e ha detto che ho le ginocchia davvero sporgenti, gli ho detto che è la loro naturale formazione... dio cristo non voglio bestemmiare, ma ha passato gli ultimi 3 anni della sua vita a toccarmi coscia e ginocchio durante ogni tragitto in macchina, non ha capito che è così fottutamente sporgente perché non c'è più grasso a ricoprirlo?
su certe cose pare che dorma.
su altre invece è fin troppo attento.
quando mi ha offerto il suo cornetto a cioccolato, non ho potuto che fingere di dargli almeno un morso per assaggiarlo.
avreste dovuto vedere la sua faccia mentre mi offriva quell'assaggio: sospettosa, finta entusiasta, sull'orlo di far intravedere la rabbia/impotenza/preoccupazione che provava che alla fine ho intravisto quando stavo per dirgli di no, ma che ha nascosto meglio quando ho finto di cedere alla tentazione dicendogli "vabbè dai, un morso".
credo proprio che sappia, e dato che è troppo sospettoso devo migliorare nel raccontare le palle, ma stessa cosa pure per casa mia eh, che qua i problemi sono sempre a doppio.
voglio solo essere lasciata in pace.
non credo di star chiedendo l'impossibile, madonna mia.
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Sai, ieri notte pioveva, l'aria era pesante e le strade buie, silenziose, illuminate qua e là dai lampioni. Ho sentito qualcuno piangere a dirotto ed i miei occhi hanno incrociato quelli di una ragazza che vagava sotto la pioggia, persa, disorientata, spaventata. Qualcosa di famigliare in lei ha svegliato la mia curiosità. Sono scesa in strada e lei mi aspettava, seduta sul marciapiede bagnato, freddo, sporco. Le ho portato un ombrello che dolcemente ha rifiutato, la sua voce suonava ovattata per via del rumore incessante delle gocce di pioggia che si infrangevano sull'asfalto intorno a noi. La guardavo e le mie parole non uscivano, non sapevo cosa dirle. Le ho teso semplicemente la mano, le sue dita erano spaventosamente fredde e notai che le sue unghie erano sporche di terra. Mi guardava, ma non mi vedeva. L'ho fatta salire in casa mia, l'ho fatta spogliare e l'ho portata in bagno. L'ho aiutata a lavarsi, a riscaldare la pelle infeddolita, le ho preparato qualcosa di caldo da bere e le ho chiesto, senza pensarci troppo se lei fosse quantomeno reale. Le sue labbra si sono aperte in un sorriso, i suoi denti erano bianchi come la neve ed i suoi occhi erano spenti, cupi, scuri. Per un istante ebbi una tremenda paura. Battei a ripetizione le palpebre. Mi sentii avvampare ogni qualvolta in cui chiudevo e riaprivo gli occhi, lei non era mai davanti a me, sfuggiva al mio sguardo, la riuscivo ad intravvedere mentre si spostava da un angolo all'altro della cucina. Pensavo di impazzire. Poi capii. Tenni gli occhi chiusi contando con calma fino a dieci, inspiravo ed espiravo proprio come mi avevano insegnato. Poi aprii di nuovo gli occhi, avevo le mani formicolanti, gli occhi rossi con le pupille esageratamente dilatate, ero ferma in camera mia e davanti me lo specchio a muro rifletteva la mia immagine. Rimasi a lungo a fissarmi senza un apparente motivo, senza cercare di vedere oltre ciò che avevo di fronte a me. L'orologio segnava le 5 alle mie spalle ed io mi chiesi per quanto tempo ero rimasta immobile a scrutare dentro i miei stessi occhi. Così staccai riluttante gli occhi da me incapace di reggere ancora il riflesso della mia pazzia. Mi sono vestita e sono uscita da questa gabbia consapevole che sarei tornata appena possibile. Sono appena rientrata e sai, è strano, ma non trovo più quel ombrello che avevo portato con me ieri notte. L'ho cercato ovunque, ma non c'è. Perciò per rispondere alla tua domanda di qualche giorno fa, si i miei pensieri mi divorano ancora, ma ora hanno ripreso forma umana ed io devo trovare nuovamente il modo per rispedirli all'inferno. Perciò vedi, c'è stata una piccolissima variazione nella mia vita di recente, ed essa ha dato vita ad un nuovo demone dentro la mia testa, ed è per questo che innamorarmi di te o di chiunque altro, porterebbe molto probabilmente alla mia totale pazzia, all'eterna dannazione alla quale mi è impossibile sfuggire.
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gcorvetti · 1 year
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13
Che quando cade di Venerdì per alcuni sono dolori per altri gioie, è legato come sempre a quelle superstizioni e credenze religiose, dal numero di persone sedute a tavola che richiama l'ultima cena (12 apostoli + il poraccio condannato a morte = 13), fino a pensare che il giorno della cacciata di Adamo ed Eva fu di Venerdì, pensa te, ci inventiamo anche un calendario in un libro di fantasia, e ci crediamo pure, come se il tempo, le date, i numeri siano una cosa che esiste veramente, si quando li scrivi su un foglio o forse quando sogni le pecore, ma quelli sono numeri reali, chi lo dice che adesso sono le 08:50 del mattino? Potrebbero essere le 29:135 del giorno XY, lo dice la convenzione. Un giorno non è mai di 24 ore, come un mese non è mai di 30 o 31, 28 o 29, siamo noi che ci siamo inventati tutte ste cose, l'inverno inizia quando inizia quest'anno arriverà forse prima o forse dopo, nevicherà di più o di meno? La prossima estate sarà terribilmente calda o ventilata e quando inizierà? Tutte convenzioni che ci siamo inventati, siccome siamo dei boccaloni per natura crediamo a qualsiasi cazzata ci viene propinata, senza parlare dei superstiziosi e di quelli che credono che esiste il paradiso, l'inferno e il purgatorio, il dio che con la sua barba lunga e bianca ti giudica e san pietro ti aspetta davanti al portone con un mazzo di chiavi in mano. I tempi cambiano e dai racconti fantasy che dovrebbero insegnarci dei valori oramai scomparsi attraverso delle metafore si è passati a credere in quelle metafore, se vi dicessi che nel XVI secolo c'era un suonatore di liuto con sei dita per mano che suonava così bene, fate conto 10 volte più bravo di Steve Vai, che tutti volevano averlo a corte? Ci credereste? Beh di sicuro qualcuno si, se vi racconto la storia e ve la farcisco bene anche voi. E' il paradosso delle mille e una notte, dei racconti degli sciamani attorno al fuoco dove si restava incantati come da un serpente perché era il vecchio saggio a raccontare e figuriamoci se non è vero quello che dice un uomo che ha vissuto 40 anni. Adesso si crede sempre più a quello che dicono tv e giornali senza dubitare, chi scrive è seduto ad una scrivania e legge su siti specializzati le notizie che poi riporta a modo suo su un altro sito, come il gioco del passaparola, vi ricordate, quando la ragazza carina accanto a te ti bisbigliava nell'orecchio una parola o una frase ma tu eri così preso dalla tua erezione che non capivi che cazzo diceva? Esatto, lo stesso.
Poi negli anni passati tutto quello che dicevano in tv era legge, l'hanno detto alla tv quindi è vero, adesso ci sono i social e se è scritto sui social è vero, siamo sempre quegli idioti che credono che le favole siano vere e non racconti di fantasia, non ci siamo evoluti da millenni siamo ancora gli animali che cercano di entrare da dove sono usciti (soprattutto noi uomini), è inutile avere tutte queste tecnologie se poi ci diciamo bugie tra di noi, se non siamo sinceri spesso neanche con noi stessi perché è più semplice ingannare qualcuno che fargli capire che è stato ingannato, così facendo ci tiriamo menzogne e credenze da secoli, fermi del fatto che siano vere e quando trovi qualcuno che dice la verità non ci credi.
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